Sì, aveva sentito dire che a Konoha il lavoro di squadra era nettamente più incentivato rispetto che alla Nebbia. D’altronde non era difficile intuire come a Kiri la forza del singolo venisse messa molto, troppo spesso davanti alla forza del gruppo.
Che, per l’amor dei Kami…essere in grado di difendersi anche da soli era un’ottima cosa eh, ma nel caso in cui ci si dovesse ritrovare a lavorare in team, questo marcato individualismo si sarebbe certamente rivolto contro l’intera squadra. Si rischiava di non avere una visione d’insieme dei propri compagni e di pensare solo per sé, il che cozzava terribilmente con il concetto di unione che la stessa Hokage aveva accennato.
E Yu, per quanto fosse un ninja della Nebbia, si ritrovava d’accordo con lei. Lo aveva ben detto poco prima, no? Guardarsi le spalle a vicenda era il più grande aiuto che si potesse avere, dal suo punto di vista. Quindi proprio non riusciva a comprendere che cosa spingesse i suoi coetanei di Kiri a voler spiccare soli in mezzo ad una folla che faceva esattamente la stessa cosa. Risaltare in una massa di elementi simili, con idee simili e sogni simili era a dir poco impensabile. E la maggior parte si conformava a questo modo di fare solo per non essere additato come diverso, solo per compiacere gli altri e far vedere d’essere come loro.
Beh, che facessero pure, il Rosso era ben deciso a continuare sulla strada che riteneva più giusta. Chi lo sa, magari un giorno anche qualcun altro, come lui, si sarebbe stufato di seguire i dogmi silenti che vigevano per le strade della Nebbia. Forse un giorno anche qualcun altro si sarebbe reso conto che ci sono cose troppo pesanti per poter essere affrontate da soli.
Ma non era il momento quello per filosofeggiare su cosa fosse giusto o meno. No, non mentre l’Uchiha si apprestava a srotolare il grosso rotolo, su di cui era rimasta appoggiata fino a qualche attimo prima. L’enorme pergamena, venne posta a terra proprio di fronte a Yu, cosicché il Genin poté scorgere i vari nomi che campeggiavano su di essa. Scritti col sangue a ribadire quel legame che univa evocatore e creature sacre, uno accanto all’altro, alcuni più sbiaditi di altri, si potevano ancora leggere chiaramente. Tra tutti, nonostante quasi la loro totalità riportasse a famosi clan di Konoha, Yu ne riconobbe due soltanto: quello della donna che aveva di fronte e quello di colui che ricordava essere il fondatore del Villaggio della Foglia. Il nome di Akemy Hyuga era il più sbiadito di tutti, nonché il primo ad essere stato scritto su quell’antica pergamena.
Doveva essere così che si stringeva il patto con le evocazioni, perché presto, dopo un attimo in cui la donna parve perdersi nei ricordi, Akane si abbassò sulle ginocchia invitando il Rosso a tracciare il proprio nome come i precedenti, su quel rotolo.
Devo scriverlo qui?
Chiese, quando l’Hokage gli indicò la prima casella libera e ricevendo risposta positiva si apprestò a quella specie di rituale. Sembrava quasi irreale che, scrivendo su quel rotolo il proprio nome, si instaurasse un legame tale con i Rospi da avere diritto di entrare a far parte della loro famiglia con tutto ciò che ne sarebbe conseguito. Eppure doveva essere così, per quanto impossibile e strano potesse sembrare…non poteva certamente essere più assurdo di un rospo che parlava linguaggio umano, no?
Mentre quelle curiosità venivano messe a tacere dalla sua coscienza, Yu si morse il pollice della mano destra fino a farlo sanguinare, quindi utilizzò il dito come una penna per tracciare sul rotolo il proprio nome. Le scie di liquido scarlatto formarono gli ideogrammi come inchiostro e terminato di comporre i kanji, seguendo l’esempio dei precedenti evocatori che avevano lasciato la propria firma lì sopra, il Genin fece in modo di sporcare i polpastrelli delle altre dita con qualche goccia di sangue, così da lasciare ivi, anche l’impronta della propria mano.
Concluso quel passo, Yu si pulì la mano sui pantaloni e, mentre l’Hokage gli mostrava i sigilli necessari per la tecnica del richiamo, si portò il pollice alle labbra, per far fermare il sangue. Il sapore di ferro in bocca non era proprio uno dei più gradevoli, tuttavia era solo un morsetto: il sangue si sarebbe fermato presto. Succhiandolo via dalla ferita, gli occhi del ragazzo si concentrarono sui lenti movimenti della donna, atti ad aiutarlo ad imparare quella sequenza di imposizioni delle mani che, di fatto, Yu conosceva già.
Cinghiale, cane, passero, scimmia, pecora. Erano i sigilli che aveva fatto la ragazzina di Kuriarare per richiamare l’insettone corazzato ed era grazie a quella successione che Kasumi era riuscita a capire di quale libro avesse bisogno il ragazzo. Attese qualche istante, il tempo perché il sangue si fermasse, prima di ripetere una, due, tre volte, quei sigilli in modo tale che l’Hokage fosse certa che li avesse imparati. Quindi seguì attentamente la spiegazione della donna circa il fatto che, per il momento, sarebbe riuscito ad evocare solo esemplari di piccole dimensioni, in quanto la riuscita della tecnica era strettamente legata alla quantità di chakra che si riusciva a richiamare per il jutsu e all’affinità sviluppata con le stesse evocazioni.
Sì, ha senso.
D’altronde, per un novellino come me, è comprensibile che sia difficile evocare qualcuno come Gerami. Senza contare che sono appena entrato in famiglia, il mio legame con i rospi è appena stato instaurato, è normale che chi li conosca da più tempo sia più in sintonia con loro.
A lui andava benissimo anche così. Di tempo per conoscere meglio i Rospi ne aveva finchè voleva! L’unica cosa che gli restava da fare era capire come funzionava di fatto la tecnica utilizzata per richiamarli. Avrebbe pure provato a fare dei tentativi seduta stante, tuttavia lo sguardo scarlatto dell’Uchina – che nonostante tutto continuava a ritenere piuttosto inquietante – si inchiodò su di lui, dandogli l’idea che avesse qualcosa da aggiungere.
E infatti era così, mentre entrambi tornavano in posizione eretta, la donna prese parola iniziando un discorso che incuriosì alquanto Yu. Non sapeva se fosse venuta a sapere della sua ricerca da Gerami o se con la sua Doujutsu fosse riuscita in qualche modo a leggere quelle informazioni nella sua mente, tuttavia ciò che principalmente causò quell’espressione stupita sul volto del ragazzo fu che Akane stesse tentando di intavolare un discorso con lui del tutto personale…o almeno così gli era parso di capire prima che Gamakichi e Gamatatsu fermassero gli intenti dell’Hokage sul nascere, lasciando Yu a bocca asciutta.
Gli sarebbe piaciuto sapere come continuava quella frase e, soprattutto, se e come fosse finita la ricerca dell’Uchiha, ma non ce ne fu proprio il modo. I due rospetti giunsero al loro fianco…anzi, a dire il vero il primo fu quello arancione che finalmente intuì essere Gamakichi! Sarebbe stato imbarazzante dover chiedere ai due fratelli anfibi quale dei due fosse l’uno e quale l’altro, ma per fortuna il più sveglio dei due aveva appellato il proprio consanguineo per nome, incitandolo a muoversi, togliendo così Yu da quell’impiccio.
In effetti Gamatatsu era rimasto un tantino indietro rispetto al fratello, e questo perché avanzava in maniera più goffa del solito a causa del carico che aveva sotto un braccio.
Incuriosito dalla scena, Yu tornò a riabbassarsi sulle ginocchia per farsi più vicino alle dimensioni dei due rospetti che sembravano avere qualcosa per lui. Raggiunto il gruppo, infatti, il rospo giallognolo porse al Genin una scatola di legno.
E’ per me?
La domanda uscì ingenua ed ovvia, ma davvero quel dono giunse inaspettato al Rosso. Senza contare che era da eoni che non riceveva un regalo da qualcuno. Si era scordato quella sensazione di aspettativa, simile a farfalle nello stomaco che si agitano di qua e di là nella felice attesa di scoprire che cosa si ha tra le mani. Quindi quando prese la scatola dalle zampette palmate di Gamatatsu, tremava un po’, ma sul viso aveva la stessa espressione di trasparente gioia che avrebbe potuto avere un bambino.
Sotto gli occhi vispi dei rospi e quelli sanguigni dell’Hokage, si apprestò quindi ad aprire il contenitore, rivelando un’imbottitura di fodera blu che custodiva tra le proprie balze un paio di guanti dal tessuto giallastro.
Lì per lì Yu pensò che fosse un modo per ripagarlo del danno subito dal proprio equipaggiamento, passato sotto le grinfie del rospo peloso e dei suoi artigli. Stava appunto per dire che non c’era bisogno alcuno che si preoccupassero di una cosa simile, quando Gamakichi spiegò il reale significato di quel dono. E questa volta non era ipocrisia dire che Yu si sentì davvero onorato di ricevere quel regalo, perché era un simbolo di fiducia. Un cimelio prezioso che sanciva il legame che univa lui e i Rospi, qualcosa che non tutti avevano il piacere di ricevere.
Io…davvero, non so che dire. Iniziò quindi, colto in contropiede dal discordo del rospo arancine Sono fantastici! E prometto che farò il possibile per onorare fiducia che riponete in me.
Il viso del Rosso si illuminò del sorriso più genuino che potesse esistere. Non solo dopo tanto tempo aveva ricevuto un regalo, ma gli era stata donata una cosa veramente importante: fiducia. La lealtà e la fiducia non sono cose che si comprano, non hanno prezzo, e sono difficilissime sia da ottenere che da dare. Ricevere un regalo simile andava ben oltre qualsiasi aspettativa del Genin: avrebbe considerato quei guanti come un tesoro, questo era certo!
All’invito di Gamatatsu di provarli, per vedere se fossero della misura giusta o se abbisognassero di una sistemata, Yu levò i vecchi guanti riponendoli nella bisaccia appesa alla cintola, per poi porgere le mani al rospetto che lo aiutò ad indossare il dono. Quel momento ebbe un che di solenne, ma contemporaneamente di imbarazzante…insomma gli sembrava di essere una donna che si faceva aiutare dal proprio uomo a vestirsi. Tuttavia sorvolò la cosa, grazie al commento, presumibilmente ironico, di Gerami. Le risate profonde del rospo nero vennero accolte da tre paia d’occhi confusi, quelli verdi di Yu che non aveva minimamente compreso la battuta, e quelli dei due fratelli anfibi che, in tutta franchezza, dovevano essere nella stessa situazione del Rosso pur conoscendo meglio di lui la storia di quei guanti. Considerato il sarcasmo di Gerami, però, Yūzora non era per nulla sicuro di voler sapere come fossero stati creati…ora. Anche perché gli stavano una meraviglia! Tralasciando il fatto che il colore richiamava le decorazioni giallastre della sua casacca bianca, la misura era a dir poco perfetta, come se si fossero spontaneamente adattati alle sue mani, tanto che anche l’Uchiha non mancò di farlo notare.
Può contarci! Rispose alla raccomandazione della donna Avrò cura di loro come se fossero il mio tesoro.
E lo avrebbe fatto, davvero. Nei limiti del possibile, avendoli indosso giornalmente e utilizzandoli in missione e quant’altro…Quando meno avrebbe fatto di tutto per non perderli, questo era certo!
Tra una cosa e l’altra, giunse il momento dei saluti. Gerami con Hikari in spalla si era già avviato lungo la battigia per raggiungere presumibilmente il porto, dove era ancorata la nave con cui sarebbero tornati tutti a Konoha. Mentre alzava un braccio in segno di saluto – forse inutilmente dato che il cenno identico, fatto dal rospo nero era stato eseguito di spalle – Yu non potè che rammaricarsi di non aver potuto salutare come si deve Hikari. Non era stato dei migliori il loro ultimo scambio, prima che il ragazzino fosse stato fatto addormentare da Gerami, e non gli piaceva l’idea che fosse quello l’ultimo ricordo che aveva di lui il bambino. Si disse che avrebbe dovuto trovare il modo per lasciargli qualcosa, un saluto, un arrivederci speciale che gli ricordasse il bello di quella giornata. Ma prima che potesse pensarci seriamente, la sua attenzione venne catturata nuovamente dall’Hokage che iniziò anch’essa i saluti, lasciando intendere la speranza di rivedersi presto e la sua futura intenzione di portare Yu all’Eremo per conoscere tutti gli altri Rospi che abitavano lì. Doveva essere quel Monte Myōboku a cui aveva accennato Hikari, quando stavano vicino al canale.
Mi piacerebbe molto fare un salto all’Eremo, in effetti. Sorrise Sì…così magari potremmo anche finire il discorso che aveva iniziato prima. Anche se spero davvero molto di aver portato a termine la mia ricerca, per la prossima volta che ci vedremo. La curiosità di scoprire come sarebbe finita quella frase dell’Hokage, non era stata poi tanto sepolta. Inoltre mi auguro di poter rivedere Hikari, magari la prossima volta sarà un Genin pure lui!
Ai saluti dell’Hokage si aggiunsero presto anche quelli di Gamakichi e Gamatatsu. In quell’occasione la donna approfittò per far vedere a Yu l’unico sigillo utile per rilasciare la tecnica del richiamo. Un sigillo soltanto, e in uno sbuffo di fumo i due simpatici rospetti sparirono nel nulla. Fu a quel punto, mentre Akane allungò la mano verso il giovane Shinobi, con l’ntento di stringere la sua, che lo sguardo dell’Uchiha si spostò lievemente di lato, puntandosi sulla distanza, laddove probabilmente il suo Sharingan aveva individuato la traccia di chakra lasciata dall’Anbu che lo seguiva. Le parole che seguirono, commiste ad un reale saluto nei confronti di Yu, erano un chiaro messaggio per Fuyu, o meglio, per il Mizukage.
Un gesto che in qualche modo fece sorridere il Rosso, che si lasciò andare in una risatina mal trattenuta, mentre stringeva di rimando la mano della donna. Fu strano salutare in quel modo un Kage, una stretta di mano non sottolineava in alcun modo la differenza di rango, era quasi un saluto alla pari e, manco a dirlo, a Yu piacque un sacco! Inchini e riverenze erano d’obbligo, ma a suo modo di vedere, proprio come i titoli onorifici – tutti quei -san, -sama, -kun e compagnia – non facevano altro che erigere delle barriere tra le persone.
Credo che i suoi saluti arriveranno molto prima di quanto potrei fare io. Ridacchiò In ogni caso, le auguro buon viaggio e…mi saluti anche Hikari, quando si sveglierà.
Finiti i commiati, quando anche l’Hokage si fu allontanata, come Gerami, lungo la battigia diretta verso il porto, Yu tornò solo, al molo dismesso, proprio allo stesso modo di quando tutto era iniziato. Tuttavia, furono le sue stesse ultime parole rivolte all’Uchiha a fargli tornare in mente che cosa aveva pensato poco prima: ovvero che voleva dare un ultimo bel ricordo a quel bambino dal guaio facile. Non dovette nemmeno pensare troppo a che cosa…il volto felice e divertito del biondino mentre osservava le bolle di sapone di Yu, sarebbe stata senza alcun dubbio la strada più sicura per arrivare al proprio scopo.
Non aveva la benchè minima idea di quanto tempo ci volesse alla nave per salpare, né tanto meno quanto servisse per arrivare da Kiri al Paese del Fuoco via mare, tuttavia ora come ora il tempo non costituiva un problema. Aveva un legame diretto con Hikari, grazie al fatto che sua madre era l’Eremita dei Rospi, quindi se avesse voluto consegnargli qualcosa non avrebbe dovuto fare altro che evocare le creature e consegnarlo a loro. Sempre ammettendo di riuscirci…ma queste erano un altro paio di maniche! Un cosa per volta. Prima doveva trovare il regalo che cercava.
Se non ricordava male, da quelle parti doveva esserci una sottospecie di bottega. Sì, uno di quei negozi di chincaglieria che faceva proprio al caso suo! A quell’ora era senz’altro aperto, quindi si mosse rapidamente iniziando ad introdursi nel dedalo di viuzze secondarie di Kiri, inseguendo il ricordo che aveva di quel negozietto. Era da un po’ che non ci andava, ma quando da studente si recava lì al molo da Tako-san, di solito una tappa in quella bottega la faceva, anche solo per guardare i mille oggettini esposti dalla vetrina. Gli ci volle un po’ per rimettere insieme i pezzi della sua memoria e ritrovare la strada, ma presto, girato l’angolo, si ritrovò di fronte al negozio. Non aveva un bell’aspetto da fuori, un po’ fatiscente come lo era la maggior parte delle attività lì in periferia. Entrò facendo tintinnare il campanello appeso sulla sommità della porta ed attirando l’attenzione del vecchio proprietario, un ometto tutto rughe, barba e baffi, tanto che Yu si chiese in che modo riuscisse a vedere da dietro quelle folte sopracciglia che gli ricadevano sugli occhi!
Ma ciò che importava era che riuscisse a dargli quello che voleva.
Cosa che straordinariamente fu in grado di fare, perché meno di cinque minuti dopo il Rosso era nuovamente diretto al molo con in mano delle bolle di sapone. Il contenitore era molto simile a quello che aveva lui, un cilindro in bambù con all’interno una cannuccia dello stesso materiale, ma lievemente diversa da quella del Gruppo Awa. Infatti, se quest’ultima era stranamente sagomata e con un boccaglio alla fine, quella del regalo per Hikari era una normalissima cannetta dritta: ma funzionava ugualmente bene.
A questo punto non mi resta che cercare di mettere in pratica la tecnica del richiamo.
Che cosa aveva detto l’Hokage? Ah sì, che dipende molto dal chakra che viene impastato.
Mmmh…il concetto è simile a quando ho imparato a creare le bolle speciali del Gruppo.
E se è così, non mi resta che provare.
Inutile dire che il tutto fu più facile a dirsi che a farsi. Trovare la quantità di chakra adeguata, fu decisamente difficile. Proprio come era capitato durante l’addestramento all’Hikisaku, il tutto si rifaceva ad un equilibrio che andava trovato lentamente, provando e riprovando. Aggiustando piano piano il tiro, ad ogni nuovo tentativo.
Yu perse presto il conto dei girini – o presunti tali – e dei rospi comuni che evocò durante le varie prove che mise in atto, lì sul molo. Evitò anche di alzare lo sguardo verso il chiosco di Tako-san, nonostante avesse una fame pazzesca, perché era certo che avrebbe incontrato il sorriso sornione dell’ex jonin mentre osservava i suoi vari tentativi per lo più fallimentari.
Come aveva fatto alla sede del Gruppo, si prese il proprio tempo. Riposando quando il chakra iniziava a scarseggiare, e ripetendosi mentalmente i concetti base per effettuare la tecnica. Quindi, dopo aver dato un’occhiata alle bolle di sapone per Hikari, posate lì in parte, ritornava alla carica con una nuova serie di prove. Con costanza e determinazione, lentamente iniziò a vedere dei miglioramenti. I girini presero ad avere una sorta di zampe posteriori e i rospi evocati, benchè comuni, si dimostravano più grossi del normale. Non era ancora riuscito a trovare la quantità di chakra giusta, ma intanto piano piano vi si avvicinava.
Ci volle un po’, nessuno aveva detto sarebbe stato un gioco da ragazzi, infondo, ma, dopo una serie infinita di tentativi andati a vuoto e un numero incalcolabile di creature evocate per errore, alla fine, in uno sbuffo di fumo, Yu vide comparire due sagome famigliari.
Beh? Ancora qui? Spostato lo sguardo su di Yu, Gamakichi non potè che constatare le condizioni pessime del Genin Ragazzo, sembri uno straccio.
A me non dishpiace, ci sono un sacco di insetti gustosi da queshte parti!
Oh! Bentornato Yu.
Il sorriso soddisfatto di Yu per essere finalmente riuscito nell’evocazione, divenne una risata nel sentire quell’espressione da parte di Gamatatsu, seguita subito dopo da Gamakichi che si schiaffò una zampa palmata in faccia per la leggerezza del fratello. Erano una coppia davvero perfetta quei due, e sapere di poter richiamare almeno loro non fece che un gran piacere al Rosso che, ormai, aveva memorizzato la quantità di chakra necessaria per eseguire la tecnica. C’era voluto del tempo, un sacco di tentativi e una stanchezza notevole derivante da questi ultimi, ma alla fine era riuscito nel proprio intento!
Scusate ragazzi, disse poi, sedendosi a terra a gambe incrociate non volevo disturbarvi nuovamente è che…volevo darvi una cosa da dare a Hikari o a sua madre per lui, insomma. Porse il bambù con le bolle di sapone a Gamakichi per poi, di fronte allo sguardo incuriosito dei rospetti, spiegare il motivo di quel regalo Non sono riuscito a salutarlo come si deve dato che se la dormiva della grossa, quindi volevo almeno fargli avere qualcosa che gli ricordasse questa giornata. Pensate di potermi fare questo favore?
Che domande! Certo che possiamo, vero ‘Tatsu?
…
‘Tatsu? Non ricevendo risposta dal fratello, Gamakichi si voltò a cercarlo individuandolo poco più in là alle prese con una zanzara panciuta ‘Tatsu! Per tutti i bitorzoli di nostro padre, lascia perdere quell’insetto e vieni qui!
Brontolando lamentoso qualcosa come un Ma ‘Kichi, era grossha così! Il rospo giallo, si approssimò al fratello, pronto per essere rilasciato e portare a termine il primo compito assegnatogli da Yu, anche se Gamakichi ci tenne a precisare che non erano dei postini, raccomandandosi di non esagerare con favori di questo tipo. Il Rosso, non potè che promettere di cercare di limitare quel genere di richieste, quindi salutato i due anfibi dai colori sgargianti si concentrò per rimandarli da dove erano venuti, imponendo le mani in quell’unico sigillo che Akane gli aveva mostrato poco prima di salutare ed avviarsi verso il molo.
Straordinariamente, il rilascio fu più semplice del previsto e in una nube di fumo biancastra, Gamakichi e Gamatatsu sparirono allo stesso modo in cui erano apparsi…solo senza un numero incalcolabile di tentativi. Con loro Yu era sicuro che il dono per Hikari sarebbe giunto a destinazione, in un modo o nell’altro. Su questo poteva senz’altro stare tranquillo.
Se ripensava a come tutto era iniziato, ancora gli veniva da ridere. Chi l’avrebbe mai detto che aiutare quel bimbo attira-guai lo avrebbe portato a firmare un contratto coi Rospi? La vita era strana…sì, decisamente. Qualcuno dei Kami amava giocare ai dadi, ormai era appurato, ma poco male finchè le cose andavano a quel modo, giusto?
Ancora sogghignando tra sé, si rialzò in piedi assecondando il proprio stomaco che reclamava a gran voce d’essere rifocillato. Stiracchiandosi, diede un ultimo sguardo al molo, prima di voltargli le spalle diretto verso il chiosco di Tako-san, dove l’uomo gioviale dei Takoyaki lo stava senz’altro aspettando. E Yu…beh, lui aveva davvero un sacco di cose da raccontargli!
GdR On || Ci sono voluti davvero 7 anni! XD Sono un sacco di tempo, però ne è valsa senz’altro la pena. Ho trovato la quest davvero molto divertente: dall’inizio alla fine ,quando aspettavo un tuo post, era un’attesa piacevolissima perché mi chiedevo sempre cosa sarebbe accaduto poi. Sei riuscita a catturarmi con la trama e con il png di Hikari che, non solo è ben caratterizzato (oltre che adorabile *-*), ma si vede che ti piace molto ruolarlo. Si capisce proprio da come scrivi e da come lo fai interagire con gli altri. Inutile dire che spero di reincontrarlo ancora lungo la strada (anche Yu lo spera U_U), così come mi auguro di poter avere ancora a che fare con Akane, magari all’Eremo come ha detto lei stessa.^^
Che dire? Grazie di tutto: della magnifica quest, della valutazione, della firma e dell’equip! Spero capiti ancora di fare qualcosa assieme. Alla prossima! ^^ || GdR Off