Classe #16 - Ōkami, Per Beherit e Fuun

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view post Posted on 17/3/2015, 17:25     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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La mossa del tirare fuori la nocciola non fu delle più sagge perché senza riuscire a comprendere cosa dicessero quelle piccole creature, gli scoiattoli cominciarono a scambiarsi sguardi e dei dolci squittii d'intesa. Chi si lanciò giù dai folti alberi atterrò leggiadro sulla morbida neve nella quale al contrario l'aspirante ninja si trovava immerso fino alle cosce, costretto a movimenti lenti e rigidi. Doveva andarsene da lì, la vicenda stava diventando bizzarra e preoccupante. Arashi concentrò quanto più chakra nei suoi piedi e facendosi forza con il terreno partì sparato verso uno dei rami più alti, lì il percorso era sicuramente più libero. La forza sprigionata dalla sua stessa energia, lo fecero vorticare nell'aria allontanando da lui alcuni degli animaletti che ormai potevano quasi sfiorarlo con le zampette. Questi rotolarono a terra, riprendendosi in fretta e scrollando il pelo dal manto nevoso. Un urlo di battaglia da parte di quelli in testa e presto gli furono alle calcagna. Migliaia di teneri roditori lo inseguivano, rapidi e veloci tra le fronde degli alberi; quella era la loro casa e come tale sicuramente erano avvantaggiati. Alcuni sembravano non avere proprio il senso della paura di lasciavano cadere dai rami più alti, fiondandosi contro il dodicenne assediato. Correre poteva essere la scappatoia giusta e quella più efficace ma allo stesso tempo gli stavano facendo perdere il senso dell'orientamento, quel poco che gli era rimasto per poter tornare indietro. I muscoli dolevano per il freddo e l'aria tagliente sul volto era qualcosa di piuttosto doloroso. Suo padre l'aveva abituato bene al clima rigido di Kumo ma più saliva e più si rendeva conto che le temperature s'irrigidivano. Quanto sarebbe riuscito a reggere il passo? Un attimo di distrazione e la vista gli venne oscurata. Una di quelle creature gli si era appiattita in faccia, confondendolo e rallentandolo. Adesso avvertiva i graffi sulla sua pelle di quei morbidi e temibili roditori. Doveva pensare a mente lucida, riflettere e trovare qualcosa di meglio se avesse voluto sopravvivere prima che l'intera colonia lo immobilizzasse.

 
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Beherit
view post Posted on 20/3/2015, 21:41     +1   -1




CITAZIONE
Narrato Pensato Parlato

Tirare fuori quel frutto secco era sicuramente stata la meno geniale delle sue idee. Aveva lasciato credere, erroneamente, a quelle tenere ed infide creature, che fosse in possesso di altre noccioline, cosa che evidentemente desideravano ed a cui puntavano. Ma non c'era sicuramente tempo per preoccuparsi di cose simili, ora aveva altro di cui occuparsi. L'idea di saltare era stata ottima, era riuscito a liberarsi dagli impicci della neve, cosa che gli rendeva molto più facile fuggire dai suoi improvvisati e stranamente minacciosi inseguitori. Tuttavia, quel vantaggio veniva subito perso, dato che gli alberi, luogo più comodo per la sua corsa, erano anche la casa di quegli animaletti, il loro territorio. Ed infatti, ne uscirono ancora di più dalle fronde degli alberi, saltavano giù dai rami, si lanciavano all'inseguimento, una caccia sfrenata che la loro tenerezza andava via via mischiandosi con una terrificante pericolosità.

Dannate piccole tenere creaturine petulanti...non voglio farvi del male, ma lasciatemi in pace!

E la situazione che quasi rasentava il disperato, rischiava addirittura di sfociare in una venatura di comico, con il dodicenne in fuga da un'orda affamata di adorabili palle di pelo. Eppure, nonostante tutto, la sua reale preoccupazione era l'ambiente. Rischiava di perdersi in quella fuga caotica, non teneva molto conto della strada che intraprendeva, della direzione che seguiva, degli spostamenti che effettuava, notava soltanto come le temperature gradualmente calavano, come il tempo scorreva indefinito e come il corpo stesse reagendo a quelle circostanze avverse. L'adrenalina per la fuga che entrava in contrasto con la rigidezza muscolare dettata dal freddo, il dolore del vento che sferzava il viso, la difficoltà di movimento che di tanto in tanto subentrava all'animosità del corpo, rendendolo impacciato nel fuggire. Troppe cose, un susseguirsi di guai, imprecazioni, rischi, schivate, animaletti che tentavano un attacco. Ed in tutto quel caos, in quel disordine, in quel costante pericolo, un movimento sbagliato, una disattenzione durata un istante, e gli veniva negata la vista. Una creatura era riuscita ad occupare il suo viso ed il suo campo visivo, iniziando a graffiarlo con i suoi piccoli artigli, bloccandolo e consentendo ad i suoi amici di raggiungerlo, pronti per un attacco combinato al fuggitivo che, probabilmente, ancora credevano essere in possesso di altre noccioline.

D-Dannazione...

Non era il dolore il problema principale, essendo lieve nonostante stessero iniziando a sommarsi sempre più artigli tra gli attaccanti, quanto il fastidio dato da quella situazione, dall'animaletto che ancora gl'impediva di vedere, di quelli che gli ostacolavano i movimenti sgusciandogli tra i piedi. Si stava stancando, lentamente, inesorabilmente, di tutti quegli esserini, di tutti quei guai. Non voleva ferirli, ma adesso il pensiero era cambiato. Non voleva ferirli...troppo.

Mi sono decisamente stancato...

La mano rapida correva al viso, tirando via il primo animaletto, quello che gli impediva di vedere. Si guardava intorno e vedeva l'intero esercito pronto, tanti piccoli animaletti che erano stati in grado di metterlo alle strette perché era stato fin troppo buono. Con movimenti rapidi, seppur controllati così da non esagerare nel ferirli, scacciava a poco a poco gli animaletti, che cadevano o sul ramo o atterravano sul morbido manto nevoso, non ferendosi ma risultando più titubanti nell'aggredirlo, ora che aveva iniziato a reagire. Lentamente, lentamente, puntava a liberarsi di tutti quegli esserini, così da potersi guardare intorno per vedere dove andare e come fare in caso avessero voluto seguirlo ancora, anche dopo quella sessione di "Andate via, piccole pesti!"
 
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view post Posted on 3/4/2015, 15:30     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Da una Lacrima di Luna

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Le ferite iniziavano a bruciare e nonostante con la forza fosse riuscito a scollarsi di dosso uno degli scoiattoli, dei lunghi solchi cremisi ora insozzavano la sua pelle ancora immacolata. La voglia di liberarsi degli animali, lo aveva fatto agire senza pensare, senza riflettere minimamente. Probabilmente era condizionato dai buoni sentimenti ma allo stesso tempo stava affrontando una prova, una sfida che avrebbe decretato la sua vittoria o la sua sconfitta nel mondo dei ninja. In un attimo di foga si guardò intorno, adottando la tecnica del contrattacco. Ogni roditore dal muso tenero provasse ad andargli contro, lui lo contrastava affidandosi solo alla sua forza e ai suoi riflessi pronti. Così però non sarebbe andato da nessuna parte, e se ne rese conto quando le ferite aumentarono. La fatica del tragitto, la corsa che gli aveva fatto perdere le coordinate e poi quelle bestioline assassine che ancora non capiva cosa volessero da lui. Ogni tanto gliene sfuggiva una e loro erano pronte proprio a cogliere quell'attimo di distrazione per infierire. Le gambe si mossero da sole, prima facendolo indietreggiare e poi lo costrinsero a scappare. Adesso che il cuore sembrava aver ripreso il suo giusto ritmo, poteva permettersi un altro sforzo. Ma fino a quando avrebbe potuto mantenere il ritmo di marcia? I rami erano perfetti per correre anche se quei piccoli demoni si muovevano in maniera compatta e senza mostrare segni di stanchezza. Stava perdendo e contro degli animaletti all'apparenza indifesi. Come sarebbe potuto diventare un ninja se già perdeva colpi dal principio? Le speranze stavano lentamente abbandonando il corpo del fanciullo come probabilmente anche la sicurezza mostrata al sensei. Un altro salto e improvvisamente si rese conto di non essere più tra le chiome innevate ma appoggiato al terreno battuto. Gli scoiattoli si arrestarono improvvisamente, iniziando a squittire nervosamente verso il loro obiettivo. Quasi come se una barriera li bloccasse, rimasero impietriti davanti al dodicenne.



Bastava che si voltasse il ragazzo di Kumo per notare la stradina ricoperta dal manto gelato, terminare con una specie di tempio. Al lato della struttura in legno due statue dalle sembianze di volpi o cani davano il benvenuto ai visitatori. Eppure in un luogo così sperduto come poteva esserci un simile luogo? Chi lo avrebbe frequentato se non un eremita o un nomade? Avrebbe dovuto indagare o passare oltre alla ricerca del Lupo Leggendario? Diversi shide pendevano sopra la porta dell'entrata come a voler purificare l'ambiente. La possibilità di ripararsi e riposarsi era così invitante dopotutto. Fece qualche passo in avanti, proseguendo nel cammino che dalla sua tasca cadde il frutto secco sottratto alle povere bestiole. Quegli scoiattoli erano stati tanto intraprendenti da aver lacerato anche parte del suo abbigliamento con pochi risultati, fino a quel momento. Uno strano vociare lo seguì e poi uno tra i più coraggiosi si fiondò a recuperare l'alimento per poi allontanarsi di nuovo nel bosco. Quindi non c'era nulla che li costringesse a non passare, semplicemente era una scelta loro non avventurarsi oltre. Una ventata gelata dietro alla nuca, gli fece immediatamente capire di doversi muovere, almeno dentro quel posto avrebbe potuto prendere provvedimenti per le sue ferite e pensare a un piano alternativo nelle dovute condizioni. Non ci furono problemi a varcare la soglia ma quando i suoi occhi misero a fuoco l'altare precisamente al centro della stanza, i suoi muscoli si irrigidirono. Accomodata su un enorme cuscino color porpora, una lupa splendete se ne stava sdraiata osservando attentamente i suoi cuccioli a un metro da lei. Se dal libro l'aveva trovata spettacolare, vederla di persona era qualcosa d'indescrivibile. Potevano realmente esistere creature del genere nel loro mondo? Il fuoco divampava sulla sua groppa così vero ma allo stesso tempo così intangibile, nulla era stato incenerito intorno a lei. Gli occhi scuri della creatura s'incrociarono immediatamente con quelli del ragazzo, scrutandolo e attendendo le azioni che avrebbero condotto alle reazioni più appropriate. L'essere divino non sembrava essere preoccupato, anzi. I tre cuccioli invece alla vista del biondo smisero di giocare e assimilando il suo odore con curiosità. Chi era quello sconosciuto che varcava la soglia della loro casa? E invece Arashi come avrebbe dovuto comportarsi nei confronti di quei piccoli esseri pelosi? Era seriamente intenzionato a diventare genin?

CITAZIONE
La mano rapida correva al viso, tirando via il primo animaletto, quello che gli impediva di vedere.

Attenzione, questa azione è autoconclusiva. Ti consiglio la prossima volta di mettere il condizionale o chiedere esplicitamente al master. Sono parecchi gli animaletti e confidavo utilizzassi qualche tecnica ninja. Se non eri intenzionato a fargli male bastava scriverlo nel narrato che moderavi la forza. Comunque ho mosso un po' il tuo PG sennò saremmo rimasti nella foresta per sempre. :asd: Ti becchi una Ferita da Taglio di 6° Grado (Ferita Superficiale).


Edited by Karen91 - 3/4/2015, 18:46
 
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Beherit
view post Posted on 18/4/2015, 16:10     +1   -1




CITAZIONE
Narrato Pensato Parlato

Liberatosi dell'animaletto, sentiva chiaramente il sangue scorrere da qualche ferita aperta da quell'esserino tenero e decisamente pericoloso, più di quanto sembrasse. Ormai spazientito, decise di optare per la via della forza, nonostante la moderasse per non ferirli troppo, liberandosi via via di quelle minacce. Tuttavia, qualcuno ancora gli sfuggiva e ne approfittava per colpirlo, ancora ed ancora, ferendolo, strappandogli le vesti, dandogli fin troppo fastidio. Ormai esasperato, si diede alla fuga, corse in quella foresta in una direzione ignota, desideroso soltanto di scrollarsi da dosso quegli improvvisati inseguitori. Completamente preso dalla corsa, si accorse con qualche istante di ritardo di aver abbandonato i rami della foresta, ritrovandosi quindi a terra, su un manto innevato, con gli scoiattoli fermi dietro di lui, come bloccati. Nessuno osava attraversare quella sottile linea che separava la foresta dal luogo in cui si trovava, luogo che scopriva essere l'ingresso di un tempio nell'istante in cui guardava di fronte a sé, in direzione di quel bellissimo ed imponente edificio.

Si sono fermati? Per la presenza del tempio?

Si poneva quelle due semplici domande e ponderava quale potesse essere la motivazione, iniziando nel frattempo a muovere qualche passo in direzione della struttura, sentendo poi il suono di un frutto secco affondare nel sottile strato di neve, incontrando quella patina di ghiaccio presente sotto di esso. Un rumore quasi impercettibile, ma nonostante l'area fosse piena dello squittio di quelle creature, i suoi sensi erano tesi ad un livello tale da fargli notare quel dettaglio, nonostante continuasse comunque a muovere i propri passi per avvicinarsi al tempio ed allontanarsi dalla foresta. Ad un certo punto, terminato lo squittio, Arashi si voltò, volgendo nuovamente lo sguardo alle sue spalle. Notava allora un coraggioso animaletto correre e raccogliere ciò che gli era caduto dalla tasca lacerata, svanendo nel fitto della foresta insieme ai suoi simili, come se avessero ottenuto ciò che desideravano e preferissero stare lontani da quel luogo.

L'importante è essermi liberato di quei fastidiosi animaletti...

Tirava un sospiro di sollievo e decideva, quindi, incoraggiato dal vento gelido che lo colpiva e le ferite che continuavano a bruciare, di entrare nel tempio, lasciando scorrere lo sguardo sulle due statue di lupo che sorvegliavano l'ingresso. Ne catturava ogni singolo dettaglio, ammirandole ad ogni passo, notando sempre qualcosa di nuovo nel suo progressivo avvicinarsi. Giunto di fronte alla porta d'ingresso, ne varcò la soglia per trovare riparo e potersi dedicare alle sue ferite, trovando tuttavia, all'interno della struttura, qualcosa che mandò in frantumi ogni suo piano, in un certo senso in positivo, ma trascinandolo in una situazione che, probabilmente, di positivo aveva ben poco.
Davanti a sé, sull'altare, giaceva immobile una meravigliosa creatura, la stessa lupa che aveva visto dal libro del Sensei. L'osservava ed ammirava, in un misto tra l'estasiato ed il meravigliato, scoprendosi incredibilmente sorpreso che una creatura di tale bellezza potesse esistere in quel mondo così imperfetto e molto poco leggendario. E quella creatura, la cui schiena era coperta da una fiamma viva ma innocua, era davvero l'incarnazione di una leggenda, di una categoria d'essere che probabilmente esulava dallo scibile umano.


E quelli sono i cuccioli, deduco...

Pensava poi, spostando lo sguardo poco più in basso, in direzione di alcuni piccoli lupi sorvegliati da quella maestosa creatura, teneri e stupendi, che interrompevano il loro gioco per curiosare, indagare su chi fosse l'intruso. Intanto, la madre, lo scrutava con uno sguardo calmo ma penetrante, come se in quella tranquillità si celasse l'eventualità di un'aggressione fatale al minimo movimento.

E proprio con quella consapevolezza, in quell'istante, si ritrovava davanti ad una scelta: abbandonare il tempio e fingere di non aver trovato la creatura, o tentare di strappare uno di quei meravigliosi cuccioli all'amore della madre, tentando poi di ritornare al luogo d'inizio della missione, dove forse ancora l'attendeva il Sensei.


E la scelta non è facile...

Sussurrava, quasi parlando con quelle ignare creature, che forse avevano udito le sue parole ed ora lo osservavano con un'espressione appena appena incuriosita. Non sapeva cosa fare, non sapeva quali fossero i rischi reali delle sue azioni, anche se un'idea generale non era difficile da delineare. Tentare di prendere i cuccioli e, probabilmente, suscitare l'ira della madre o fare dietro front? Ancora quel dubbio gli occupava la mente, bloccava i suoi movimenti, il suo corpo, lasciando solo gli occhi liberi di agire.

Ho assicurato al Sensei che avrei completato la missione. Devo tentare di avvicinarmi e prendere un cucciolo?

Ma nonostante tentasse di dar vita a pensieri sicuri ed azioni determinate, l'unica cosa che poteva fare era sperare di non ritrovarsi in una situazione ancora più scomoda di quella precedente. Muoveva quindi qualche nuovo passo, deciso ma cauto, tentando di non far trasparire la propria paura e spogliato di ogni intenzione, cattiva o benevola che fosse. In quel preciso istante, il suo unico scopo era avvicinarsi di qualche passo alla lupa ed ai suoi cuccioli, entrare in contatto con loro, tentare di capire se la madre fosse pericolosa o meno. Perché in quella situazione, il pericolo non era rappresentato da lui nei confronti dei cuccioli, ma da quella leggendaria creatura nei suoi confronti, ritrovandosi praticamente alla mercé di circostanze ed eventi, potendo soltanto far girare la sorte dalla sua parte.


Per l'azione autoconclusiva, chiedo scusa. Per quanto riguarda le tecniche ninja, invece, non sapevo quale usare. Non ricordando di poter usare tecniche applicate ad un'eventuale scheda Genin in seguito ad un'ipotetica promozione, le tecniche ninja base fornite allo studente erano praticamente inutili nella circostanza, a parer mio. Poi non so.

Per quanto riguarda il muovere il personaggio, dico solo che non lo lasciavo correre nella foresta per il semplice motivo che potevo soltanto farlo andare in una direzione o l'altra, senza cambiamenti radicali nell'ambientazione, essendo quella una cosa, credo, da rimettere al Master, quindi potevo soltanto concentrarmi sul liberarmi di quei cosi teneri e violenti.
 
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view post Posted on 7/4/2016, 21:01     +1   -1
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Purtroppo l'esame è rimasto incompleto ed uno dei due masterati non ha raggiunto il limite minimo dei 4 post.
Voto x, paga 70 ryo
 
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19 replies since 20/2/2015, 19:07   411 views
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