*Narrato*
"Parlato"
(Pensato)
Racconti di una storia finitaCITAZIONE
Era partito all'attacco e, diversamente da tutti, colpì il maestro con un poderosissimo pugno che....
(Wooow aspetta! Smettila di dire cagate e raccontala bene.)
Ero partito all'attacco e colpii un muro nero. Il maestro aveva usato la sua ombra per difendersi ma sono convinto che quella fosse l'ombra della sua guancia. Va bene così?
(Meglio)
*La situazione si stava lentamente alleggerendo, lo stress ed il caos della battaglia era finito. Il sensei per difendersi da tutti aveva utilizzato la cucitura dell'ombra. Scontato per un Nara usare la propria ombra come una barriera ma comunque rimane sempre una tecnica spettacolare e molto potente.*
(Abbiamo vinto?)
(Non lo so. Si è difeso però mi sa che l'esame è finito)*Il pugno di Mitsurugi si era bloccato contro l'ombra, il kunai era intero, ma il ragazzo era come in equilibrio nel vuoto. Sciolta la tecnica e con tutti gli studenti calmi e con i piedi al suolo, il maestro si congratulò con i tre gli allievi; avevano fatto tutti un ottimo lavoro e sorridendo aveva comunicato loro che erano diventati genin della Foglia. Espresse il desiderio di lavorare nuovamente con i ragazzi in futuro, in qualche missione o lavoro interno al villaggio.*
(Tutti?)
(Cosa deve fare? dire tu si, tu si, tu no? ragiona)*Il sensei li stava cacciando, voleva correre a casa a finire il libro. Se ne uscì con una frase del tipo: "bravi bimbi andate a festeggiare"; poco maturo ma la cosa peggiore fu quel "forse" dopo un "ci rivedremo". La cosa non toccava la sensibilità di Mitsurugi che rimase impassibile ma gli avevano insegnato cosa fare e cosa non fare in certe situazioni, sapeva molto bene che quei commenti non erano molto appropriati.*
(Si vai vai bravo. Ho perso fin troppo tempo)*Il Maestro sparì in una nuvola di fumo e lasciò per terra la cassaforte aperta. I tre coprifronte all'interno luccicavano alla luce del sole, accecando gli studenti intenti a fissarli.
La prima ad afferrare il suo premio fu ovviamente Yashi, con quel tipico modo egocentrico degli Uchiha. Sorridendo si avvicinò alla cassaforte per poi afferrare il coprifronte centrale.*
(Chissà come mai quello... mah chi lo sa?)
(Lascia stare sono tutti uguali)*Il giovane Hyuga a differenza dei compagni andò a recuperare i suoi amati strumenti sparsi per il campo, il kunai sull'albero e i due shuriken.*
"Cavolo mi si è spuntato lo shuriken"*Yashi salutò e ringraziò tutti. Gentile per essere una Uchiha, forse lei era diversa dagli altri.*
"Addio Yashi. In fin dei conti non mi è dispiaciuto troppo lavorare con te. Magari un giorno saremo compagni di squadra"(Avevi ragione tu questa volta. Strana ma simpatica)*Ora toccava a lui. Mitsurugi era li fermo a fissare la cassaforte giocando con il suo kunai, mentre Yashi andava via camminando.*
(Basta aspettare! Prendine uno, su!)Ad un tratto uno dei due coprifronte sembrava più luminoso dell'altro, come un richiamo. Con la mano destra afferrò il suo premio per poi portare nuovamente le braccia lungo il corpo. Alzò lo sguardo al cielo e sospirò*
"Meno male, non ne potevo più. Mi stavo annoiando troppo"*Iniziò a camminare ed una volta arrivato alla porta d'ingresso si legò il coprifronte al collo.*
"Addio Roito. La tua tattica faceva pena però ci hai provato. Non mi cercare"*Uscì senza nemmeno voltarsi a vedere la reazione di Roito.
Il grande vialone era ancora pieno di gente che comprava e girava per negozi. Anche tornando verso casa passò in mezzo alla folla, allenandosi a non toccare nessuno. Questa volta non arrivò all'inizio del vialone; a circa metà strada estrasse il flauto e girò in una piccola via a sinistra, una scorciatoia. Si concentrò sul tak dei geta e, una volta trovato il ritmo, si mise a suonare. Piano piano camminava verso la sua amata palestra; si guardava intorno mentre camminava, così da poter cogliere ogni piccolo cambiamento nel villaggio. Tutti i dettagli attiravano la sua attenzione: una macchia, un simbolo del clan sopra un'insegna, un vaso in bilico pronto a cadere; tutte quelle cose che per molti sono inutili, per lui potrebbero essere vitali. Era grazie a questa sua caratteristica che spesso riusciva a percepire i pericoli che stavano per accadere. Non era un veggente ma molte volte dava quell'impressione. Dopo qualche tak e qualche nota era arrivato davanti alla sua modesta dimora. Una strana sensazione si percepiva intorno all'edificio, come se qualcosa di bello ma sconvolgente stesse per accadere. Mitsurugi si fermò ad osservare la casa ma non notò niente di nuovo, niente di particolare o preoccupante.*
(Lo senti anche tu vero?)
(Si ma non so cosa sia. Voglio dire la cosa non mi spaventa però è molto strana)
(beh? Scommettiamo o ti muovi?)
(Si, si. vado vado.)*Era casa sua, anche se avesse percepito un aria nera di morte e devastazione sarebbe entrato comunque. Superò il piccolo ingresso con il vialetto in pietra e arrivò davanti alla porta. Toccò la porta con la mano destra per poi aprirla con la sinistra. Tak,Tak,Tak.*
"Sono a casa."(Anche se probabilmente non c'è nessuno)il finale è aperto perchè volevo poi sviluppare alcune caratteristiche del mio pg in casa e aggiungergli qualche particolare nuovo.
Grazie della missione a tutti