Missione A/S Unmei 運命 – Gli Amanti, per Fuyuki e Chiaki Hyuga

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view post Posted on 17/5/2016, 22:54     +1   -1
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off // mmmmh, troppi giorni senza postare nuocono gravemente alla trama =.= scusate la qualità infima. In genere scrivo al presente e devo sforzarmi abbastanza per ricordarmi che qui faccio diversamente, se trovate la consecutio temporum a donnine sapete il motivo // on


@FuyukiHyuga


Mancava tanto così, vero?
Vero, tanto così...
Tre esplosioni assordanti riecheggiarono in rapida successione tra gli alberi della foresta -subito seguito da una gragnola di rametti, schegge di corteccia, foglie, ghiande e in generale qualsiasi cosa non fosse abbastanza ancorato a terra da resistere all'onda d'urto. Non mancò di sollevarsi un discreto polverone, che unito ai detriti volanti diede non poca noia agli occhi della squadra di Fuyuki. Per quanto riguardava i due criminali beh, eccoli lì: quando il fumo si fu diradato a sufficienza la sagoma riversa di Sejo fu la prima ad apparire -riverso contro un tronco spezzato a metà dall'impatto della sua tecnica. Tre ampie aree mostravano chiari segni di ustione attraverso gli abiti bruciacchiati e strappati: spalla sinistra, dietro al gluteo destro e nel bel mezzo della schiena; dal canto suo Masumi non sembrava messa meglio... poggiata con una mano contro lo stesso tronco abbattuto dall'alleato, sembrava impegnata a liberarsi dell'intero contenuto del proprio stomaco. Come piano di fuga non doveva essere un gran ché.

Non restava che renderli inoffensivi, magari anche ucciderli e liberarsene una volta per tutte: l'assalto fu feroce, ma i bersagli sfumarono letteralmente da sotto le dita degli assalitori. Sì, due dannati cloni, e gli originali nascosti chissà dove!
Il grido di Toshiro ruppe il silenzio carico di costernazione che era calato tra i tronchi, e il ragazzo calciò via un ramo spezzato con un gesto carico di frustrazione: un'occasione persa, un'occasione per lui di mettere fine a quell'inferno e di guadagnarsi la libertà.
Superato il momento di rabbia, esaminando il terreno circostante con cura si sarebbero potute scorgere le goccioline di sangue che imbrattavano le fronde del sottobosco a partire dal punto d'impatto del falso Sejio, fino a perdersi in direzione del cuore del bosco: una chiarissima indicazione sul percorso intrapreso dai fuggiaschi, oltre che segnalare accuratamente lo stato di salute del più grosso dei due. Sarebbe riuscito ad andare lontano ridotto in quello stato?
Probabilmente no -complice la barriera innalzata con successo: almeno uno su due pesantemente ferito, e l'altra poco capace nel combattimento ravvicinato. La fine di quello scontro sarebbe potuta essere più vicina di quanto il ragazzo dall'espressione cupa e tesa non si aspettasse, ma il grido di dolore di Takayoshi avrebbe interrotto le indagini dopo pochi minuti dal loro inizio.

Il testardo genitore della dolce Chiaki venne tradito dal più improbabile degli assalitori: niente meno che Toshiro, quel povero idiota, che aveva improvvisamente acquistato un coraggio che non era mai sembrato appartenergli. L'impugnatura di un kunai sporgeva dalla schiena di Takayoshi, ed un secondo pugnale morse la sua carne nell'incavo tra collo e spalla... mancando per un soffio i punti vitali solo grazie ai riflessi maturati dalla sua vittima in anni di esperienza; il ragazzo aveva il viso deformato in una smorfia di odio e disprezzo e brandiva un terzo coltello nel tentativo disperato di conficcarlo nella gola dell'altro uomo, che parò l'attacco a mani nude ignorando i tagli profondi alle mani. Ad una simile distanza nessuna katana avrebbe potuto essere utile.
"V-vincere contro di loro è i-impo-possibile"/color] ringhiava il giovane, respirando pesantemente attraverso i denti digrignati per lo sforzo di vincere la resistenza dell'avversario [color=#622152]"De-devo farlo! Loro... loro mi riprenderanno d-di nuovo con sé... v-voi invece morirete presto, non ho scelta! Io voglio vivere!!" gridò pieno di disperazione, gli occhi color ametista sgranati in un'espressione ai limiti della follia.
Le bestie messe all'angolo, anche le più mansuete per natura, sono le più pericolose.


@ChiakiHyuga


Il volto di Sanzu: deformato dallo stesso ghigno strafottente che sfoggiava prima del crollo.
E si trovava ad una trentina di centimetri da quello della giovane chuunin, i cui sensi coadiuvati dallo spirito lunare non avevano percepito altro che fremiti troppo deboli da essere presi in considerazione. Era lì di fronte a loro, ma come aveva fatto ad arrivarci?!
Il geyser si schiantò contro ciò che restava della parete già martoriata dall'assalto del mustelide, terminando il lavoro di demolizione... ma quella dannata faccia scomparve come era apparsa, quasi attraversata dal possente getto d'acqua liberato dalla kunoichi.
Una risata carica di scherno riecheggiò contro il soffitto del magazzino, un sussurro ardente sfiorò l'orecchio della fanciulla da dietro: "Bel tentativo, cagnetta..." "MA ORA È IL MIO TURNO" ruggì un istante dopo la voce dell'uomo a piena potenza, proveniente dalla direzione opposta e prima ancora che Chiaki -o Yume che dir si voglia- potesse voltarsi.
Quel maledetto era lì, adagiato come su un comodo divano sull'ultimo ripiano di uno scaffale carico di velluti color sangue: le braccia si sollevarono in aria e le dita danzarono, generando una nuova progenie di sfere mortali. Saettarono verso la fanciulla due a due, sfrigolando di chakra corrotto mentre roteavano l'una attorno all'altra e guadagnavano potenza mano a mano che avanzavano in direzione del bersaglio: l'aria fu presto saturata dal puzzo di stoffa bruciata e dalla polvere sollevata dalle esplosioni, da brandelli di stoffa e boati sordi mentre l'uomo si divertiva a sbagliare bersaglio per il puro gusto di godersi lo spettacolo della giovane donna in fuga.

Sparì all'improvviso dal suo nido alla fine del primo assalto, e riapparve a terra -una nuova covata di globi luminosi pronti ad essere scaricati addosso alla sua preda. Di nuovo. Senza pietà alcuna. I suoi occhi traboccano di un sentimento, di una cattiveria inconcepibile dalla maggior parte degli esseri umani: quel tipo di malvagità di chi gode della sofferenza altrui e la eleva ad arte. Quel giorno sarebbe stato il suo capolavoro: il giorno in cui avrebbe distrutto una tenera famiglia felice, il giorno in cui avrebbe bevuto fino all'ubriachezza dal dolce calice della vendetta.
"Saluta Fuyuki da parte mia" sussurrò dolcemente nell'istante prima di lanciare la sua tecnica, assaporando già il momento in cui si sarebbe preso la vita della giovane e sfortunata Hyuga.



off // ok, sicuramente avete domande... vi chiedo però gentilmente di farmele domani, stasera ho un'infinità di post da fare e se mi metto a rispondere su whatsapp non finisco più. Grazie per la collaborazione^^ // on
 
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view post Posted on 18/5/2016, 19:58     +1   -1
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Quello che poté percepire fu dapprima l'olezzo del sangue, seguito subito dopo dal tanfo di ciò che il corpo di Masumi non era più in grado di trattenere. Una smorfia compiaciuta si era dipinta sul volto dell'eremita; con i nemici ridotti in condizioni così precarie era certo di avere lo scontro in pugno. Forse troppo sicuro, a dire il vero. E infatti, mentre i suoi occhi venivano sgranati per lasciar trapelare un'incalzante incredulità, le figure di entrambi i suoi avversari svanirono dinanzi a lui. Rimase in mano con un mero pugno di mosche, oltre che ad una coltre biancastra che non fece altro che alimentare la frustrazione che nutriva dentro il suo animo.

- Merda!

Ringhiò, con una collera ardente che in un crescendo distruttivo continuava a ribollire nelle sue vene. La situazione non faceva che peggiorare e intanto la stanchezza diveniva sempre più opprimente. Pur potendo contare sul chakra naturale, lo Hyuga si era da poco ripreso dai sintomi acuti della malattia che lo stava dilaniando. Le energie di cui disponeva non erano molte e, malgrado fosse stato accorto nel dosarle durante le prime battute dello scontro, sentiva di aver quasi raggiunto il limite. Ciò era tremendamente frustrante per chi sapeva di essere in grado di sostenere ritmi ben più incalzanti di quello; eppure, nelle condizioni in cui versava in quel momento, il solo reggersi in piedi era pressoché paragonabile ad un miracolo. A ciò si univano le preoccupazioni sulle sorti della dolce Chiaki, che non facevano altro che gravare come un macigno sulla lucidità del nukenin, già tremendamente compromessa.
Takayoshi lo guardò con fare interrogativo, consapevole che non fosse possibile concedersi il lusso di perdere tempo, non contro due avversari di quel calibro. Annuì Fuyuki e svelto iniziò a setacciare l'area, cercando di regolare la frequenza del respiro per scongiurare ulteriori affaticamenti. Tra i detriti e ciò che rimaneva della foresta dopo la violenta deflagrazione, fu in grado di individuare delle chiazze cremisi. Era plausibile che si trattasse proprio del sangue di Seijo, ma l'ex ANBU voleva esserne certo e per questo motivo spinse ancora una volta il suo sguardo oltre i limiti concessi ad un normale shinobi. Lesti i suoi occhi seguirono la scia vermiglia, finché i due compari non vennero ritrovati, ben nascosti nei pressi di uno degli angoli della barriera di chakra, la quale aveva lasciato che l'intera foresta venisse inghiottita dalla penombra.


Intrappolati come topi.. a questo punto, una tra le due fazioni dovrà necessariamente rimetterci la pelle.

- Sono ancora nei paraggi. Seguitemi e tenete alta la guardia.

Dopo aver scambiato un nuovo cenno d'intesa col più grande, alzò la mano indicando la scia per suggerire anche ai suoi fratelli e a Toshiro di seguirlo. Si rimise quindi alla testa del gruppo, pronto a sferrare la successiva offensiva ai danni dei tirapiedi di Sanzu. Fu dopo un paio di minuti, durante i quali la sua mente non fece altro che escogitare un piano, che si consumò l'impensabile.
L'urlo dolorante di Takayoshi costrinse lo Hyuga ad arrestare la corsa e a voltarsi bruscamente. Non appena ebbero messo a fuoco ciò che stava accadendo, gli occhi del soldato delle nuvole rosse vennero impregnati di stupore. Amare e taglienti furono le parole di Toshiro, la cui disperata brama di sopravvivere l'aveva condotto a prendere una decisione drastica. Ben due lame avevano dilaniato la carne del padre di Chiaki e una terza era stata bloccata per un soffio, in cambio però di nuove ferite, seppur meno gravi rispetto a quelle collezionate con il primo paio di colpi.

Bastardo!

Si maledì Fuyuki per non aver previsto una simile eventualità, ma a quel punto piangere sul latte versato era solo controproducente. Bisognava agire.. e in fretta. Approfittando del momento Toshiro riprese il controllo del coltello, sfuggito dalla debole presa di Takayoshi, piegato in ginocchio a causa delle tremende ferite riportate. Non ebbe nemmeno il tempo di ringhiare per sfogare la propria ira. La lama calò nuovamente sopra di lui, come una tremenda sentenza che puzzava di morte.
Poi il rumore sordo di uno squarcio, della carne dilaniata dal freddo filo del pugnale brandito da quel folle.


- Brutto figlio.. di puttana..

Ciò che il ninja di Konoha poté vedere fu la schiena di colui che tanto odiava. Sì, proprio il criminale che aveva strappato la sua adorata bambina dalle sue braccia. Era lui ad ergersi in piedi di fronte al suo sguardo, lui ad aver saggiato il ferro della lama di Toshiro al posto suo. Non aveva avuto il tempo né lo spazio per proteggerlo in una maniera differente; aveva tentato di bloccare il braccio di quel pazzo ed aveva avuto successo in tale intento, ma il pugnale era comunque riuscito a penetrare la carne nei pressi della spalla sinistra, a pochi centimetri dal cuore. Un rivolo di sangue bagnò le labbra dell'eremita, prima che queste si inarcassero in una smorfia quasi divertita. Rischiare la pelle per chi aveva ancora intenzione di vendicarsi per ciò che ai suoi occhi assumeva le sfumature di un crimine.. come diavolo gli era venuto in mente? Eppure il suo corpo si era mosso da solo, come spinto da una volontà sopita che non aveva potuto trattenere. Del resto, mai avrebbe permesso che quell'uomo perdesse la vita in quel modo. Takayoshi non era solo il padre della sua amata. No. Era anche un compagno, un guerriero che come lui aveva riposto il proprio cuore al servizio del loro tesoro più grande: Konoha.

E poi cazzo, chi la sente Chiaki se il vecchio schiatta?

- Rimettiti in piedi, Takayoshi. Non è ancora giunta la tua ora.

Esclamò, tentando in maniera non del tutto impeccabile di risultare risoluto come lo era stato fino a quel momento. I suoi occhi si posarono poi su quelli di Toshiro. Specchi gelidi come il ghiaccio, ma traboccanti d'un fuoco in grado di divorare tutto ciò che avrebbe ostacolato il suo cammino. Un pugnale venne sguainato dallo Hyuga dal fodero riposto sul fianco destro e infine conficcato nella gola di chi aveva di fronte.

- Lo stesso non vale per te, farabutto.. spero che nemmeno l'inferno ti accolga.

Lemmi ancora più affilati dell'arma che brandiva ben salda nella mano destra, pesanti e tremendi come una sentenza. E proprio in quel momento estrasse la lama dal collo del giovane, lasciando che questa tranciasse di netto tutto ciò che poteva. Le iridi d'ametista di quel povero ragazzo vennero pervase dal panico, ma ben presto non avrebbero più potuto incontrare quelle del suo carnefice. Questo si sarebbe voltato poco dopo aver rinfoderato il pugnale, dando le spalle a chi avrebbe lasciato quel mondo nel giro di una manciata di minuti. Con la carotide recisa il suo corpo sarebbe presto diventato freddo, finché la vita non sarebbe infine fuggita dal suo cadavere. Preda del puro terrore, non vi era altra fine degna di chi aveva deciso di viver senza infamia e senza gloria.
Tornato da Takayoshi, venne infine raggiunto dai due furetti. Fu allora che, non senza provare un dolore lancinante, estrasse dalla propria spalla il coltello di quel bastardo.


Fuyu - Come ti senti, Fuyuki?

- Ho affrontato momenti peggiori, ma al momento il mio braccio sinistro è completamente fuori uso.

.. e ciò significa che non potrò più sfruttare il kage bunshin, questa proprio non ci voleva.

La situazione era critica e imponeva cautela. Adesso che entrambi erano feriti, il vantaggio ottenuto in precedenza grazie all'impiego delle carte bomba era andato in fumo. Dovevano elaborare una strategia e mostrare le loro carte migliori, se davvero volevano dare una svolta a quella lotta cruenta. Approfittarono quindi di alcuni minuti per riprendere fiato e recuperare parte delle loro energie, mentre il nukenin esponeva ai presenti ciò che aveva in mente. Niente di estremamente complicato, ma con entrambi i jonin ridotti in quelle condizioni chiedere di meglio sarebbe stata una pretesa ingiustificata.

Aki - Beh, 'yuki-chan, cosa cazzo stiamo aspettando?

Esordì il furetto dal manto cremisi, prima di saltare insieme al fratello sulle spalle del loro eremita. Il chakra della natura che gli avrebbero trasmesso sarebbe stato di fondamentale importanza per tentare un ultimo assalto, adesso che le sue riserve erano quasi del tutto prosciugate.
Svelto il gruppo riprese a macinare metri in direzione dei nemici, rimasti fermi per tutto quel tempo, probabilmente convinti come loro che fosse meglio non essere avventati dopo aver ricevuto ferite assai debilitanti. Non appena li ebbero raggiunti, si nascosero a loro volta dietro due alberi diversi. A quel punto si scambiarono un'occhiata ed infine lo Hyuga diede il segnale. Fu allora che il ninja della Foglia uscì allo scoperto, prima di affondare le mani dentro al suolo per lasciare che il suo chakra si diffondesse nel terreno fino a sfogare il proprio potere appena ebbe raggiunto il nemico. Questi avrebbero visto crollare la terra sotto ai loro piedi, ma ad intercettare i loro spostamenti ci avrebbe pensato una tecnica combinata dei due furetti. Decine di armi fra kunai e shuriken di diverse dimensioni avrebbero tentato di barrare loro la strada. Con un raggio d'azione così ampio, era probabile che Seijo decidesse di proteggere la compagna come aveva fatto in precedenza. A quel punto, qualora tutto fosse filato liscio, al soldato delle nuvole rosse sarebbe bastato approfittare del momento - o al massimo prevedere eventuali spostamenti - per mettere al suo posto l'ultimo tassello del piano.
Con Namida ben salda nella mano destra avrebbe sferrato un fendente talmente veloce da lacerare l'aria fino a creare un proiettile di dimensioni praticamente irrilevanti, l'ideale per passare assolutamente inosservato. In esso avrebbe infuso tutta l'energia naturale che i suoi fratelli avevano accumulato per lui, affinché al momento dell'impatto con il suolo questo potesse esprimere tutta la distruttiva potenza dello Stile della Lacrima. Zetsubō no Tatchi, il Tocco della Disperazione In quel colpo erano racchiuse le ultime energie di Fuyuki, nonché le speranze dei suoi compagni e le loro stesse vite, dato che nessuno avrebbe potuto reggere la fatica della battaglia ancora a lungo. L'epilogo di quella tremenda tragedia doveva essere ancora scritto, ma ben presto la penna del destino avrebbe tracciato un segno indelebile nelle sorti degli sfidanti. Un finale degno di uno spettacolo costellato d'applausi.. ma chi tra loro avrebbe pagato con la vita per il successo di quell'opera?

Stile della Lacrima - Un contratto con delle creature crea un legame inscindibile tra queste e i ninja, un patto indissolubile siglato con il sangue. I primi si impegnano a collaborare durante le battaglie, i secondi ad onorare il proprio giuramento e a seguire meticolosamente gli insegnamenti che vengono loro impartiti. Si narra che le evocazioni custodiscano gelosamente parecchi segreti e che questi vengano tramandati esclusivamente ai firmatari che si dimostrano degni di un simile onore. Tecniche di vario tipo, che spaziano da un migliore controllo del Chakra alla più efficace manipolazione di un elemento, o alla padronanza delle armi. Lo stile della lacrima è un particolare metodo di combattimento che si tramanda da tempi immemori tra i ninja che hanno avuto l’onere e l’onore di divenire protettori del sacro eremo dei mustelidi. Si narra infatti che una katana sia stata forgiata dai mastri fabbri dell’eremo prima ancora della nascita dei primi villaggi ninja e che questa venga affidata allo Shinobi maggiormente in grado di difendere la dimora di queste creatura, spesso l’eremita stesso. La lama viene chiamata Namida, lacrima, ed è soltanto grazie ad essa che un guerriero può avere l’irripetibile occasione di accedere alle tecniche segrete di questo stile. Capita a volte che i ninja più promettenti arrivino addirittura a discostarsi dalle tecniche originali, prendendole soltanto come fonte d’ispirazione per altre nuove di zecca, capaci di rispecchiare la natura interiore di chi con orgoglio impugna questa spada. Ogni tecnica di questo stile ha un costo di 12 Stm e conferisce alla Frz un bonus di 120, al quale si sommerà quello di Namida e metà della Vel dell'utilizzatore.
<taijutsu armata a vasto raggio> - Zetsubō no Tatchi ~ Tocco della Disperazione - “Si tratta di una pericolosa tecnica che Fuyuki ha perfezionato dopo aver completato l’addestramento con il quale ha imparato ad utilizzare l’energia della natura. Questa fonda le sue basi nello stile padroneggiato dal sommo Kenshin e che è stato tramandato al giovane Hyuga. La tecnica del vecchio furetto prevede l’esecuzione di un unico fendente, rapido a tal punto da tagliare l’aria e da convogliarne la potenza in un unico globo di chakra, che con l’aumentare dell’esperienza diventa sempre più piccolo e veloce, come un vero e proprio proiettile. Può sembrare un colpo innocuo, ma al primo contatto la sfera di energia esplode in un una grossa deflagrazione in grado di coinvolgere una vasta area attorno al punto esatto in cui il globo è stato innescato. E’ a questo punto che entra in gioco la fantasia dello Shinobi: concentrando una parte di chakra elementale di fuoco è in grado di creare un’esplosione che, oltre a dare vita ad una pericolosa onda d’urto, alimenterà un incendio che divorerà tutto ciò che incontrerà durante il proprio inarrestabile cammino. Causa status urto e ustione."
 
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view post Posted on 18/5/2016, 21:15     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Si rialzò di scatto mentre la figura di Sanzu si palesava davanti a lei con quel suo fare cinico. Yume, sentendosi presa in contropiede, preferì fare qualche piroetta all'indietro per evitare un possibile contatto, scatenando la furia dell'acqua. Leggera come l'aria planò a qualche metro dal nemico. L'espressione della divinità era marmorea, ma dentro quasi non riusciva a contenere la sua confusione e la rabbia, che crescevano secondo dopo secondo. Non poteva accettare di sentirsi così debole, non lei che un tempo avrebbe potuto farlo sparire dalla terra con uno schiocco di dita. Il soffitto gocciolò davanti a lei mentre un'altra parte della parete cadeva rumorosamente, lasciando alla vista solo tralicci e detriti. L'ambiente stava diventando sempre più insopportabile, come una camera a gas mortale. Non c'erano finestre nei sotterranei e la poca luce che filtrava era data dagli spiragli del piano superiore. Quel posto era angusto per una come lei che combatteva a debita distanza, ma sicuramente il magazzino avrebbe evitato spargimenti di sangue inutili. Chiaki l'avrebbe perdonata per le sue intenzioni verso il traditore di Konoha, ma non era tanto convinta che avrebbero potuto avere un futuro insieme se avesse coinvolto degli innocenti. Tuttavia, quando udì alle sue spalle la voce del nukenin capì quanto potesse essere veramente vasto il divario che li distingueva. Non si era accorta di nulla, nemmeno del minimo movimento. Come aveva fatto Sanzu a giungere sopra a quello scaffale? Strinse i pugni l'albina, incapace di poter fare altro per mascherare il suo nervosismo. La guardia rimaneva alta a quel punto, e l'unica idea che le nasceva in testa era una possibile fuga. Chissà dove era arrivato Kamatari... aveva superato le barriere che lo ostacolavano per portare in salvo Aiko? Non ebbe tempo nemmeno di rispondere alla minaccia dedicatole dall'avversario che l'attacco eseguito precedentemente tornò a scaraventarsi nuovamente contro la regina dei sogni. Splendide ed invisibili ali ricomparvero taglienti sulle sue scapole, permettendole una schivata veloce ma altrettanto difficoltosa per colpa del poco spazio. Eppure, mentre si librava in volo, percepì immediatamente il divertimento stampato nel volto dell'uomo. Non stava combattendo al pieno delle sue forze, era chiaro. Le sfere oscure sembravano non seguire dritte l'obiettivo quanto piuttosto le vicinanze di quest'ultimo. Le opzioni a quel punto potevano essere due: o quell'essere spregevole stava cercando di sotterrarla nelle macerie oppure non la reputava degna dello scontro, al contrario di Fuyuki. Fu in quel momento che l'orgoglio dello Tsuki no Seishin arrivò al limite di sopportazione. La soglia era stata oltrepassata e non di poco. Si fermò all'improvviso nella sua fuga, iniziando a ruotare su se stessa. Quella era una tecnica più adatta alla piccola Chiaki che a lei, ma si era stufata di dover scappare, doveva far vedere al suo avversario che quello non era un gioco. Il chakra azzurrino la avvolse completamente mentre la danza della Hyuga veniva perfettamente riprodotta da qualcuno che non faceva parte del clan. Non temeva le sue capacità Yume, quanto la destrezza dell'avversario che impassibile continuava a scagliarle contro la sua temibile tecnica. Era diventato un conto alla rovescia il rimbombo di ogni lucciola color pece che esplodeva. Per quanto avrebbe potuto proteggersi? Otto... Nove... Era stanca e senza neanche accorgersi di quanta energia avesse bruciato per difendersi si ritrovò a mantenere una barriera troppo leggera. Il colpo fu assordante e si infranse con tutta la sua potenza contro la cupola d'energia. L'albina si ritrovò a rotolare sul pavimento per diversi metri prima di potersi rimettere in piedi. Un rivolo di sangue le colava lateralmente dal labbro spaccato e il sopracciglio era gonfio, segno evidente della botta accusata. Quel suo aspetto così umano le si addiceva sempre meno. Se c'era qualcosa che però in lei non era mutato era il suo sguardo, pieno di determinazione e con un obiettivo ben chiaro; un'espressione caratteristica nella fanciulla come il sorriso malvagio che spiccava sempre nel viaggiatore del tempo. Un alone verde si levò dalle sue mani, mentre cercava di curare ciò che poteva, approfittando della breve pausa.

- Hai finito a nasconderti dietro a queste sfere? - chiese un po' stufa e in tono di sfida la bella dagli occhi dello stesso colore della luna.

Le stoffe rosse erano cadute a terra e disegnavano un tappeto scarlatto che dal loro proprietario si estendeva fino ai piedi dello spirito. Lo sguardo dell'essere senza età si abbassò e si rialzò in un breve istante, mentre ammirava la figura di Sanzu tornata ad ergersi sul suo stesso piano. Dalle mani delle scintille si ricollegavano direttamente all'attacco precedente, roteavano vertiginosamente senza mai toccarsi come degli atomi.

*Certo che ne ha di fantasia con le tecniche... quante possibilità ho con il prossimo attacco?*

Un tragico dubbio iniziava a insediarsi nella mente della divinità, dolorante ed affaticata dai colpi. Percorse il perimetro della stanza, cercando una possibile scappatoia che potesse salvaguardarla da un'eventuale pazzia ma si rassegnò subito dopo, tornando a concentrarsi sul controllo delle forze. E mentre veniva squadrata dall'alto in basso da uno sguardo da vipera, il ciclo di attacchi tornò a farsi persistente. Sbandava in volo, come poteva fare un ubriaco con lo stomaco pieno di saké e quando la stanchezza eccedeva, correre con le sue stesse gambe era d'obbligo. Nonostante si fosse di nuovo ridotta a fuggire, malgrado la vista appannata di tanto in tanto le creasse problemi, non poté fare altro che combattere. Se non poteva farlo per la vita allora lo avrebbe fatto per porre fine all'esistenza dell'uomo che l'aveva ridotta in quelle condizioni. Sfilò la katana dal fodero e avvicinandosi al manipolatore della tecnica si avventò su di lui per l'ennesima volta. C'era qualcosa di diverso nello sguardo dell'effimera creatura questa volta, si poteva benissimo leggere una nota di vittoria... o forse di pazzia.

- E tu salutami i demoni all'inferno - disse glaciale la regina della notte.

Fu in quel momento che l'arma scintillò e la carta bomba, che era stata attaccata dalla parte della lama nascosta alla vista del nemico, si rispecchiò negli occhi della bella. L'unica speranza che aveva avuto fin dal principio era proprio quella: coglierlo di sorpresa. La particolarità dell'attacco per quanto semplice fosse non risiedeva solo in quel dettaglio ma nella stessa arma che nella confusione era stata bagnata con un veleno narcolettico, perfetto per qualcuno così sicuro di se. Difficilmente avrebbe previsto una mossa tanto folle da parte di chi non reputava degno di un confronto... ed era proprio in ciò che Yume riponeva le sue speranze.

*O tutti o nessuno*

Nella parte finale non ho scritto niente perché mi sembrava figo così il post ma in realtà quando la carta bomba esplode, Yume si sostituisce con un masso. Questo dettaglio non l'ho messo perché lo volevo trattare bene direttamente nel prossimo post e lasciare qua la suspense di una brutta fine. Spero che per te non sia un problema. ^^

<ninjutsu elementale> - Kaze No Tsubasa Ni: Sulle Ali del Vento - [Chk: 100][Vel: +80 +Int/3] "Uno sviluppo superiore dell'attivazione Turbine Tagliente ha portato all'aumento esponenziale della forza distruttrice del vento convogliandola come un prolungamento del corpo. Dove la materia non può arrivare, l'elemento intriso di chakra prende una consistenza tale da essere visibile e invisibile al tempo stesso. Il ricircolo continuo che avviene intorno al suo corpo modifica leggermente la sua immagine quasi come se non apparisse definita, solo facendo particolarmente attenzione e a una distanza ravvicinata si può intuire che qualcosa non vada. Estendendo il potere dell'aria lungo le scapole infatti, la kunoichi ha modo di dar vita a delle ali trasparenti e taglienti. Ali che sommate al suo peso molto leggero, le permetteranno facili spostamenti e un aumento considerevole della velocità, raggiungendo quote dove difficilmente gli uomini possono arrivare. A suo svantaggio, dato che il vento non è un elemento facilmente controllabile anche se dosato, potrebbe danneggiare l'intorno di luoghi prettamente chiusi. Spesso questa tecnica più che per difesa assoluta viene utilizzata strategicamente per sfuggire al nemico. La possibilità d'utilizzarla per diversi post comporta il pagamento del costo per ogni turno. Inoltre, nel caso in cui l'elusione abbia successo, le lame di vento riusciranno a sollevare un immensa tempesta di detriti e polvere grazie alla propria potenza. In tal modo la figura di Chiaki potrà scomparire alla vista del nemico, alterando dove è possibile la conformazione dell'ambiente; ciò si traduce con l'innalzamento di un livello dell'abilità Nascondersi."

<taijustu Difensiva> - Difesa Assoluta ~ Rotazione Suprema - [Chk: 110] “Si tratta della forma base della perfetta Difesa Assoluta si cui il Clan Hyuga si fa vanto. Il Ninja, ormai abile nel controllare il Chakra, riesce addirittura a farlo fuoriuscire da ogni poro del suo corpo, ma non è tutto: grande velocista, sinuoso e slanciato nei movimenti lo Shinobi ruota su sé stesso, permettendo alla sua energia concentrata al di fuori della pelle di divenire uno spesso strato di Chakra che prende la forma di una cupola. Grazie a questa pregevole difesa può bloccare anche le offensive più ben organizzate in un raggio d'azione di ben 360°, mandando così in fumo i progetti del nemico. Il parametro Def/Res ottiene un bonus pari a 190 più la Vel/8. Se viene parato completamente un attacco ravvicinato il nemico subisce un contraccolpo alla Sal pari a (Difesa – Attacco)/5.”

<ijutsu> - Konji Kin: Piccola Cura - [Chk: 40] “Questa è la più semplice tecnica di cura esistente, ma quella che di solito è anche la più utile, poiché la rapidità d'esecuzione è velocissima, permettendo al ninja di poter ritornare a combattere. Manipolando dunque il suo chakra il medico lo concentra quanto più possibile sul palmo della propria mano, poi avvicina questa alla propria o altrui ferita, mantenendo la distanza di circa tre pollici, dopodiché fa fluire l'energia spirituale nei labbri della lacerazione, tentando di ricostruire il tessuto. La Ijutsu fa recuperare 10 Punti Salute, ma tale valore aumenta di 5 per ogni 20 Punti Chakra utilizzati oltre i 40 base. Se si cura la lacerazione con lo stesso valore di Vita persa allora svanirà anche il Malus, non superiore al Quinto Grado. Se viene utilizzato il triplo del chakra necessario per sanare la ferita questa verrà considerata come Attivazione utilizzabile solamente una volta per turno, naturalmente tale clausola vale solo se la Ijutsu viene utilizzata su se stessi. Non può togliere il Malus Congelamento e quello d'Accecamento, ma quest'ultima solo per il rango Jonin.”

Veleno: Piccolo flaconcino monodose, non frazionabile, contenente del veleno e un tampone. E’ utilizzabile su armi da corpo a corpo, frecce o dardi per aumentarne la pericolosità. Causa status veleno più ulteriori effetti a seconda del veleno utilizzato. Una volta usato non può essere recuperato.
- Tossina Narcolettica: una tossina che si insinua subdola nell'organismo colpito,mirata ad indebolirne l'attenzione motoria sino ai minimi termini. Il suo effetto tuttavia entra in gioco dal turno successivo a quello in cui si viene feriti, inducendo così uno status Sonno nel malcapitato.
 
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@FuyukiHyuga


Un getto di saliva vermiglia proruppe dalle labbra di Toshiro, mentre il ragazzo soffocava nel suo stesso sangue: mentre le ginocchia cedevano e le mani annaspavano inutilmente per lottare contro la morte imminente, le labbra composero le ultime, mute parole... che Fuyuki non avrebbe mai letto, impegnato com'era a voltargli le spalle e passare all'obbiettivo seguente. Poco prima che la luce abbandonasse le sue pupille sembrò quasi che un ghigno contorto gli sformasse la bocca, ma nessuno era lì per vederlo: morì solo come un cane, abbandonato anche dalla verità.

I due superstiti si lanciarono come segugi sulla posta della preda, desiderosi di infliggerle un dolore almeno doppio rispetto a quello subito; nessuno sarebbe potuto sfuggire all'Innata del clan, e fu questione di pochi istanti prima che il riparo dei due criminali venisse spazzato via come polvere davanti ad una finestra aperta. Il piano era semplice, ineludibile: i furetti entrarono in battaglia dilaniando il possente corpo di Sejo, già provato duramente dalle esplosioni, finché di esso non rimase che una carcassa sanguinolenta; mancava solo l'ultimo assalto, quello che avrebbe consegnato la vittoria nelle mani dello Hyuga...

... che sentì il gelo di una lama affondargli dietro la scapola sinistra, mentre un braccio forte gli serrò il collo in una morsa.
"Bisogna essere dei perfetti idioti per eliminare i propri alleati" -era la voce di Takayoshi quella che gli sussurrava nell'orecchio, ma l'inflessione non era quella solita: era come dire... suadente? Femminile?
"O meglio, come dici tu: dei polli", e la lama affondò nelle carni del ninja delle Nuvole Rosse per due dita buone, fino all'impugnatura. Ora è tutto chiaro. Il busto di Masumi, priva di protezioni, sporgeva da ciò che restava del suo compagno -il capo reclinato in avanti come una marionetta rotta e le dita intrecciate in un sigillo. Sembrava incosciente, anche se respirava ancora ed era apparentemente illesa. Poco ma sicuro, se questa fosse stata la sua ultima tecnica avrebbe fatto in modo di portare con sé più vite possibile.


@ChiakiHyuga


La Regina della notte morse veloce come una vipera.
La lama attraversò il suo ventre scoperto come burro, anzi, come fumo... mentre i globi si spegnevano di colpo.
Il sorriso sul volto di Sanzu si allargò anche di più, per quanto ciò potesse sembrare impossibile, e la sua intera figura sembrò lampeggiare come un ectoplasma: aprì le braccia il dannato, i palmi delle mani rivolti verso l'alto, il ritratto della soddisfazione.
"Lo vedi, adesso?"
"Sono totalmente ad un altro livell...."
Gli occhi si strabuzzarono di colpo, il sorriso raggelò sulle labbra
e la punta di una lama sbucò dal suo ventre, che si tinse di rosso -come rosse erano le stoffe sul pavimento.
"oooooh...."
[....]
"Madre!"
"... Chiaki..." la richiamò esitante quella voce, mentre il volto di Aiko faceva capolino da dietro le spalle del nemico giurato: era pallido come una bambola di porcellana, il volto sudato e sporco di sangue, ma vivo e cosciente. Subito dietro arrivò di gran carriera Kamatari, sibilando improperi contro quello sciocco ragazzo che si era incaponito a voler fare di testa sua, una volta che aveva realizzato che la sua adorata madre era in pericolo.
Tutto il resto accadde in una manciata di battiti di cuore: la smorfia carica di odio e dolore che si dipinse sul volto terreo di Sanzu, lo strattone con cui si liberò della lama avversaria scivolando di lato e il gesto con cui le sue dita sembrarono squarciare l'aria, letteralmente: come una tenda strappata in due la realtà sembrava slabbrarsi ed arricciarsi attorno al taglio, e quel serpente non dovette fare altro che lasciarsi cadere all'interno del portale.

E furono soli.

Aiko piombò in ginocchio sui velluti vermigli, un sorriso stanco sul volto di avorio: "Stavolta l'ha fatta franca... ma... ma lo fermeremo... la... la prossima.... sarà... nos..." -non completò mai la frase, perché le forze lo abbandonarono: si afflosciò come un sacco vuoto a terra, mancando la lama affilata della sua stessa katana per un soffio.


off // per Karen la quest vera e propria termina qui con esito positivo (il finale era programmato), ma per voto e compenso preferisco arrivare in fondo anche con Fuyuki: come sapete, il combattimento del nukenin con gli scagnozzi di Sanzu ha luogo due giorni dopo quello di Chiaki contro Sanzu -tempo che lei impiegherà per rimettere in sesto Aiko. Puoi introdurre le prime cure anche da subito, una volta terminato lo scontro. As always, spero di non aver scritto troppe porcate. // on
 
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view post Posted on 20/5/2016, 10:49     +1   -1
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Veloce il gruppo mise in atto il piano, il quale sembrò portare immediatamente i suoi frutti. Seijo venne duramente colpito dalle lame controllate con perizia dai due furetti; provato già dalle ustioni causate dalle carte bomba, stavolta non poté far nulla contro la maestria nell'uso delle armi che da secoli veniva tramandata all'eremo dei mustelidi. Mentre il proiettile di chakra viaggiava ad alta velocità, un sorriso soddisfatto si inarcò sul volto di chi aveva abilmente architettato quella strategia. Era finita. O almeno, era questo ciò che credeva.

Fuyu - Attento, Fuyuki!

Aki - 'yuki-chan, dietro di te!

Tentarono invano di avvisarlo i due fratelli. Non poté niente, mentre i loro moniti si disperdevano nel nulla, trascinati via dal vento. Un nuovo squarciò lacerò l'aere saturo di tensione con il suo rumore sordo, seguito subito dopo da una smorfia di dolore che rimpiazzò prontamente l'espressione di soddisfazione sul viso del giovane. Una fitta lancinante pervase tutto il suo corpo; proprio lì dove aveva già collezionato una brutta ferita, una lama aveva infierito senza pietà alcuna. Si girò lentamente lo Hyuga, ma ciò che vide lo lasciò a dir poco esterrefatto. Il ferro stava lacerando la sua carne era brandito dal suo compagno, dall'uomo che aveva salvato poco prima dalla furia di Toshiro.

Una follia la cui verità venne brutalmente a galla in quel momento, svegliando l'eremita come una doccia gelida. Bastarono poche parole partorite dalle labbra di Takayoshi, lemmi taglienti ancor più di quanto lo fosse la lama che lo aveva colpito.


No.. non ci credo..

Un innocente, ecco cos'era il giovane dalle iridi d'ametista. Morto per l'idiozia di un suo compagno, di un ninja troppo stanco, troppo appesantito dagli eventi e dalle preoccupazioni che nel suo cuore avevano seminato il panico, come una tempesta dispensatrice di distruzione. Aveva agito d'impulso, con l'unico obiettivo di difendere lo shinobi di Konoha e di eliminare la minaccia palesata. Non si era fermato a riflettere, aveva dato per scontato che quella di Toshiro fosse stata una pazzia del tutto reale. Del resto, sotto il controllo del Shintenshin no Jutsu, chiunque avrebbe potuto commettere azioni così efferate. La voce di Masumi vittoriosa risuonava nella sua mente, tetra come una lugubre cantilena di morte. Era stata brava a mettere in scena quel teatrino, ma Fuyuki era stato ancora più stolto a cascarci.

Sono stato un idiota.. perdonami..

- Toshiro..

Pronunciò il suo nome, mentre il dolore sia fisico che mentale si faceva sempre più insopportabile. Calde lacrima a quel punto gli rigavano il volto; lucciconi che i suoi occhi non erano in grado di contenere. Troppo lo stress, troppe le preoccupazioni, troppa la frustrazione per non essere riuscito ad essere un buon leader. Le urla dei suoi uomini, morti durante lo scontro contro le armate di Watashi per il quale era stato nominato generale, si rifecero vive nella sua testa come echi di spettri lontani. Adesso, come allora, non era stato abbastanza furbo da prevedere le mosse del nemico. Nemmeno uno spirito temprato come il suo era in grado di reggere una simile tensione. Ora che anche l'ultimo barlume di lucidità era stato divorato dalle tenebre il soldato delle nuvole rosse era diventato una mina vagante, una bomba pronta ad esplodere da un momento all'altro.

- Non sarà morto invano..

Con la lama che impietosa affondava nella sua carne, si trovò costretto a parlare con enorme fatica. Era ormai al suo limite, poteva già sentire i sensi farsi più flebili, il respiro affannato, la vista offuscata. Strinse i pugni e fu allora che la bomba detonò, lasciando che la collera che stava ribollendo nelle sue vene divenisse da una fiamma un vero e proprio incendio, capace di divorare tutto ciò che avrebbe osato ostacolare la volontà dello shinobi. Masumi rappresentava una fonte d'informazioni preziosa, ma Fuyuki non era capace di riflettere. Non più ormai. Forse per la rabbia, o magari per alleviare i sensi di colpa, l'unica cosa che desiderava era porre fine all'esistenza di quella donna.

- QUESTO TE LO GARANTISCO, PUTTANA!

Ringhiò fino a graffiarsi la gola, mentre la presa sull'elsa di Namida s'era fatta così prepotente da far sanguinare persino la sua mano destra. Con Takayoshi caduto sotto l'effetto del Shintenshin avrebbe dovuto contare esclusivamente sulle proprie forze. Non poteva nemmeno sperare di tirare in causa i suoi fratelli; troppo poco il tempo a disposizione, prima che il piano di quella bastarda avesse successo. Fu a quel punto che la lama dello Hyuga si levò alta in cielo, prima di calare svelta verso il collo dell'uomo. Soltanto allora avrebbe svelato la sua ultima carta, il suo jutsu segreto. L'Hansha avrebbe fatto sì che Masumi vedesse la katana continuare a muoversi verso il suo obiettivo, ma in realtà il nukenin con una rotazione del polso l'avrebbe allontanata dal volto del padre della sua amata. Era probabile che a quel punto la Yamanaka decidesse di tornare nel suo corpo per evitare che anche questo ricevesse le stesse ferite riportate dalla vittima; l'ex ANBU conosceva quella tecnica, ricordava ancora quando la dolce Yukiko, sua allieva, dopo essere riuscito a piegarlo al suo volere grazie ad essa, ne aveva spiegato il funzionamento.
Tuttavia, in qualsiasi caso, il vero attacco sarebbe stato rivolto proprio contro il fantoccio privo di vita che svettava dal corpo dilaniato dell'Akimichi. Un secondo proiettile, intriso delle ultime energie rimaste nel corpo del giovane. Sul suo viso sparirono infine il byakugan e i segni della Sage Mode. Mentre l'aere ancora vibrava per il fendente rapido sferrato, la collera tangibile di Fuyuki avrebbe forse avuto modo di distruggere per sempre colei che come una furba marionettista aveva manovrato i fili dietro le quinte di quel palcoscenico ormai divenuto mero teatro di morte.

<genjutsu> - Hansha - Fermo Immagine - [Chk: 55]
"Questa tecnica, elaborata da Fujitaka dopo la promozione a Chunin, si basa su una tecnica tecnicamente molto semplice, mirata a suggestionare l'avversario. L'esecutore blocca, tramite un flusso di chakra, gli impulsi nervosi del nervo ottico, diretti al cervello dalla retina. In questo modo l'attaccante continuerà a vedere tutto come si trovava quando la genjutsu è stata effettuata, dando all'utilizzatore un cospicuo vantaggio nell'elusione. Quando la vista riprende la sua funzione, la vittima, senza accorgersi di nulla, sarà convinta che l'utilizzatore si sia teletrasportato. Questa tecnica indebolisce l'attacco nemico di un valore pari a 35 + int/4, e dopo di essa si potrà difendere o eludere il residuo senza sprecare azioni, ma non si potranno utilizzare tecniche difensive o contrattaccare. Qualora con questa tecnica si riesca ad eludere un attacco ravvicinato con successo (non deve quindi esserci residuo), il successivo attacco ravvicinato dell'utilizzatore otterrà un bonus pari (Elusione - Atk nemico)/3."

<taijutsu armata a vasto raggio> - Zetsubō no Tatchi ~ Tocco della Disperazione - “Si tratta di una pericolosa tecnica che Fuyuki ha perfezionato dopo aver completato l’addestramento con il quale ha imparato ad utilizzare l’energia della natura. Questa fonda le sue basi nello stile padroneggiato dal sommo Kenshin e che è stato tramandato al giovane Hyuga. La tecnica del vecchio furetto prevede l’esecuzione di un unico fendente, rapido a tal punto da tagliare l’aria e da convogliarne la potenza in un unico globo di chakra, che con l’aumentare dell’esperienza diventa sempre più piccolo e veloce, come un vero e proprio proiettile. Può sembrare un colpo innocuo, ma al primo contatto la sfera di energia esplode in un una grossa deflagrazione in grado di coinvolgere una vasta area attorno al punto esatto in cui il globo è stato innescato. E’ a questo punto che entra in gioco la fantasia dello Shinobi: concentrando una parte di chakra elementale di fuoco è in grado di creare un’esplosione che, oltre a dare vita ad una pericolosa onda d’urto, alimenterà un incendio che divorerà tutto ciò che incontrerà durante il proprio inarrestabile cammino. Causa status urto e ustione."
 
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view post Posted on 21/5/2016, 13:56     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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E mentre Yume attendeva trepidante che la lama trafiggesse le carni dell'uomo che più voleva vedere morto, questo non fece altro che diventare trasparente come poteva esserlo un fantasma. Gli occhi argentati della divinità si specchiarono ardenti in quelli malvagi del nemico, che con la sua solita espressione beffarda la fissava con riluttanza. Non c'era nemmeno più bisogno che parlasse il traditore di Konoha per immaginarsi cosa potesse passargli nella testa riguardo al suo avversario. Inettitudine e debolezza, forse quelli sarebbero stati per lui gli aggettivi più appropriati. C'era un dislivello abissale tra i due, ma lo spirito della luna non aveva la benché minima idea d'arrendersi. Persino Chiaki aveva smesso di andarle contro con la sua forte volontà, accettando probabilmente la stessa soluzione trovata dalla sua doppelganger. A quel punto era inutile far scattare la trappola esplosiva, distruggendo uno dei cimeli più importanti per la Hyuga, come era inutile sostituirsi e spendere altro chakra senza risultati effettivi. L'istinto di voler distruggere il campo di battaglia diventava sempre più pressante, non tanto per seguire una vera e propria strategia quanto per sfogare la rabbia che la donna non riusciva quasi più a trattenere. Certo c'era da dire che tutti quei tralicci e detriti erano veramente d'ostacolo a un buon risultato, ma quel verme rimaneva veramente troppo forte per quel misero corpo umano che dovevano condividere. Occorreva una distrazione, qualunque cosa perché lui non sospettasse di un attacco a sorpresa. Ma da dove potevano cominciare? La creatura effimera era ancora persa nei suoi pensieri, quando qualcosa nello scenario cambiò improvvisamente. Il divertimento di Sanzu venne improvvisamente interrotto, mentre una lama nera come la notte con i riflessi cremisi fuorisciva dal suo ventre. Lo sguardo sbigottito dell'albina si tramutò presto in un sorriso soddisfatto anche se una nota di disappunto le era rimasta dentro, lasciandola con l'amaro in bocca. Non ci volle molto a scoprire il fautore di quell'attaccato improvviso.

*Dovresti essere fiera di tuo figlio, ha superato persino i suoi genitori*

La stessa lama poteva rivelare anche la presenza del caro Fuyuki ma un'onda di commozione percorse lo spirito della regina della notte quando Chiaki fu capace di vedere Aiko di nuovo sulle sue gambe. Non era morto e ciò si traduceva in un sollevamente per il suo cuore. Cadde in ginocchio lo Tsuki no Seishin, recuperando le energie perse con il ritmo incalzante dello scontro mentre l'uomo di fronte a lei diventava sempre più cereo; lo guardò mentre la vita si allontanava da quel pezzo di carne che presto sarebbe diventato inanimato.

*Il mio compito è finito qui... goditi questi attimi con il tuo ragazzo*

Come per magia la lungua chioma bianca si sollevò lasciando ricadere sulle spalle quella blu scura come la notte. Il volto innocente e martoriato della madre tornò a mostrarsi al chunin di Konoha. Le labbra della kunoichi partorirono un sorriso sincero e di ringraziamento e i suoi occhi erano pieni di profondo orgoglio. Riprese fiato, prima di rimettersi in piedi e raggiungere il pezzo di carta che aveva preso le sembienze del suo bambino. Stava male e anche se cercava d'essere forte un buon medico l'avrebbe comunque avvertito dal colorito tenue e dalle ferite sanguinanti che recidevano la pelle marmorea. Era a pochi metri da lui, quando con le ultime forze che aveva in corpo Sanzu riuscì a liberarsi da quel fastidioso corpo estraneo, lasciandosi scivolare di lato per poi scomparire nuovamente con quell'assurda tecnica. La Hyuga fece per andare in avanti e afferrarlo ma era troppo tardi. Come aveva fatto a sopravvivere ad un attacco così minuziosamente calibrato? Senza contare che ora che l'aveva vista nella sua reale forma, il pericolo si faceva molto più tangibile. Avrebbe potuto ricollegare la creatura albina a lei e le informazioni in suo possesso diventavano sempre più dettagliate. Fissò il ragazzo dalla zazzera scura, guardandolo con un'espressione terrorizzata. Cosa avrebbero dovuto fare adesso? Fuyuki doveva essere avvertito, ma che fine aveva fatto? Fece per mettersi di nuovo in contatto via radio, anche se ormai le sue speranze erano andate in fumo. Poco dopo vide l'orfano crollare per la stanchezza. Il suo fu un gesto istintivo e presto fu al suo fianco per sorreggerlo e posarlo delicatamente al suolo.

- Non fare altri sforzi, hai già esagerato abbastanza - disse in un monito di rimprovero come solo una madre sa fare - Però ti devo ringraziare... senza di te probabilmente non ce l'avrei fatta.

Sorrise, mentre con la mano andò ad accarezzare la zazzera mora del bel ragazzo che era diventato e con l'altra concentrava il suo chakra verde verso quelle ferite che dovevano essere rimarginate il prima possibile. I lamenti della donnola intanto erano diventati una cantilena sullo sfondo della scena, mentre la sedicenne cercava di concentrarsi.

- Kamatari va bene così... hai fatto tutto quello che potevi fare - disse esasperata l'evocatrice, chiudendo gli occhi come per ritrovare la serenità perduta nello scontro.

La sensazione che ancora la battaglia non fosse terminata la teneva vigile, sull'attenti, anche se il suo corpo pretendeva un po' di meritato riposo.

- La tua calma fuori dal comune è più insopportabile di questa maledetta creatura senza peli che fa come gli pare e piace. Non solo me lo sono dovuto sobbarcare come peso morto, invece di mostrare le mie abilità in battaglia, ma poi cambia idea e torna indietro come gli pare e piace - disse rabbioso l'animale, fissando con il suo unico occhio color ghiaccio, Aiko - Non sono mica un mulo, quelli sono animali stupidi! Cosa pensi che diranno di me gli avversari vedendomi scappare? Che mi sono rammollito? Sono anni che la mia falce s'imbratta di rosso... ho molta più esperienza di te e lui messi insieme.

Senza accorgersene la ninja aveva sollevato gli occhi al cielo, pregando per qualche improbabile ragione il mustelide capisse le motivazioni che l'avevano dovuta spingere a tanto.

- Mi dispiace Kamatari, ma reputavo solo te adatto a tale compito - provò con furbizia la ragazza ad elogiare l'essere dal manto candido come la neve.

- Stai dicendo che nessuno meglio di me sapeva fare il mulo? Complimenti... stai peggiorando la situazione - incalzò la creatura, incrociando le zampe al petto - Questa volta non basteranno delle scuse, né quella carne pregiatissima arrivata direttamente dalle terre oltremare. IO E TE... ALL'EREMO... SOLO IL RUMORE DELLE NOSTRE LAME CHE SI SCONTRANO.

Il verdetto era stato definito dal mustelide che senza peli sulla lingua aveva lanciato per l'ennesima volta una sfida alla sua evocatrice. I loro caratteri diametralmente opposti li portavano spesso al confronto, ma in realtà persino la fanciulla dalla chioma blu sapeva che quella era solo una scusa per sfidarla. Lei annuì, cercando in tutti i modi d'interrompere la questione per concentrarsi sulle ferite riportate dal chunin. Le rassicurazioni che lui stesso le fece non la tranquillizzavano per niente. Sapeva che il posto del ragazzo non era lì, e probabilmente sarebbero dovuti essere nuovamente lei e il suo compagno delle Nuvole Rosse a dover rattoppare il danno. Chissà cosa avrebbe pensato il suo amato dopo aver saputo che Sansu era scappato per la terza volta? Si rabbuiò, buttando tutte le sue frustrazioni nelle cure destinate al paziente, mentre questo aveva perso conoscenza. Agitata, tirò fuori dai suoi rotoli tutto ciò che le restava a disposizione. La prima regola di un medico era pendersi cura di un ferito in un luogo sicuro, ma se questo non era possibile occorreva essere celeri con i primi accorgmenti. Passò in rassegna con il byakugan tutti i punti vitali, facendo particolamente attenzione allo squarcio che era stato brutalmente riaperto dalla torturatrice. La fortuna la stava supervisionando perché nessuna escoriazione era effettivamente infetta e ciò le permetteva, pur con i pochi strumenti a disposizione, di intervenire. Una veloce puntura venne eseguita sull'addome, per bloccare la cospicua fuoriuscita del sangue mentre con l'altra mano Chiaki provava in tutti i modi a canalizzare il suo chakra per ricostruire i tessuti lacerati. L'operazione stava risultando troppo lenta sia per lo stato del paziente sia per colpa del medico, troppo stanco per poter prestare attenzioni a qualcun altro quando doveva essere il primo a riprendersi. Alle sue spalle un tonfo fece voltare la ragazza di scatto. Un altro pezzo di muro era crollato, lasciado un ondata di polvere e odore di calce verso il trio.

- Kamatari dammi una mano a finire, dobbiamo andarcene di qui prima che ci crolli tutto addosso. Tu sai la strada per uscire vero? - chiese la kuoichi affrettandosi a tirare fuori le garze, stando attenta a usare il suo corpo come scudo per il povero Aiko - Premi in questo punto, io cercherò di fasciarlo abbastanza stretto sulla ferita.

Al solito la creatura sembrò piuttosto contrariata dalla richiesta della firmataria del sutra ma, senza guardarla in volto, eseguì i suoi ordini, forse riuscendo a capire quanto questa ci tenesse alla sopravvivenza di tutti.

- Non sarà un problema uscire, comunque sia... ricordati che la mia lama è sempre pronta - disse allontanandosi e lasciando lavorare la Hyuga.

Appena anche gli ultimi preparativi furono ultimati, i due con immensa fatica per colpa del dislivello d'altezza e per la poca propensione del ragazzo del futuro a collaborare, si trascinarono fuori da quello che rimaneva del magazzino. Kamatari soddisfatto come non mai distruggeva tutto ciò che gli si parava davanti senza risparmiare un colpo e persino quando furono fuori convinse la sedicenne a fermarsi per poter dare un ultimo colpo alla struttura.

- Avevo bisogno di sfogarmi - disse alzando le spalle l'austera creatura.

- Kamatari... dovremmo tenere un profilo basso in questo villaggio in teoria. Ti vorrei ricordare che io e Fuyuki siamo dei ricercati - commentò un po' innervosita l'evocatrice.

Dove potevano andare in quelle condizioni? Fu in quel momento che la giovane ripensò alla signora che aveva incontrato la notte e una malsana idea le attraversò la mente. Forse l'anziana donna poteva ricambiare il favore offrendole un po' di riparo finché suo figlio non si fosse ripreso. Fu con quel pensiero che raggiunsero la zona in questione e solo nei pressi della casa la dolce fanciulla riprese i panni della cieca.

- Kamatari grazie del tuo aiuto... da qui in poi cerco di proseguire da sola. Sono solo pochi metri... - disse sorridendo la ninja travestita.

*E poi l'ultima cosa che vorrei è che si spaventasse per il tuo caratterino*

E la creatura si volatilizzò in una nuvoletta di fumo, proprio come era arrivata e ai due reduci di battaglia non restò che proseguire con il piano.
 
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view post Posted on 22/5/2016, 21:34     +1   -1
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@FuyukiHyuga

Finalmente il morto ricevette la benedizione della verità, che lavò via ogni macchia inflittagli dal presunto tradimento: una morte evitabile, il consueto tributo di sangue che viene versato alla terra in ogni conflitto umano. Quell'infida faina di Masumi ghignava ancora attraverso le labbra di Takayoshi quando abbandonò il suo corpo, certa che il colpo fosse vibrato nuovamente contro il posseduto... il ghigno si specchiò sul volto della donna subito prima di irrigidirsi in una smorfia di morte. L'inganno aveva sortito il suo effetto, e la donna si trovò a fissare le proprie mani intrise di sangue mentre il padre di Chiaki franava in ginocchio con un gemito di stupore -vivo, ma seriamente provato dalle perdite di sangue e dai movimenti forzatigli dalla kunoichi. Fu questione di pochi minuti: Masumi presto si accasciò a terra, mentre la vita abbandonava rapidamente il suo corpo dissanguato.
"È... finita?" esalò la voce forzata dell'inflessibile shinobi di Konoha, mentre fissava l'odiato Fuyuki attraverso una maschera di fatica e sofferenza -"Si direbbe che ora sia giunto il mio turno di regolare i conti con te" lo apostrofò sorridendo senza allegria, mentre studiava le lesioni del ventunenne con l'occhio allenato del veterano. Stava calcolando i danni, o le sue possibilità di farlo fuori nonostante le sue pessime condizioni?



"Non così in fretta"



Non poteva essere. Non poteva essere vero... quella voce!
La riconobbe ancora prima di vedere la figura di quel verme maledetto emergere dai cespugli, come una pessima notizia che giunge in un villaggio già devastato dalle intemperie. Il volto di cera imperlato di minuscole gocce di sudore, gli occhi accesi e febbricitanti: Sanzu si fece strada tra i cadaveri dei suoi sottoposti senza degnarli di uno sguardo né di una lacrima. Avanzava a fatica, curvo in avanti, il respiro affannoso che a tratti si trasformava in un muto lamento trattenuto tra i denti... e il suo sguardo incontrò quello di Fuyuki.
In quell'esatto momento il male sopito dagli intrugli di Toshiro esplose in tutta la sua violenza: il sangue invase la bocca del Nukenin come un fiume cremisi e la fitta al petto morse come non mai, mentre l'odiato nemico lo bersagliava con un sorriso viscido. "Immagino tu sappia cosa vuol dire il fatto che io mi trovi qui" lo carezza mellifluo, poggiando una spalla contro un tronco d'albero per sorreggersi; "come immagino tu sappia quanto tempo ho avuto a disposizione, per far sì che riceviate il trattamento che meritate... tu e la tua odiosa famigliola".


"Dimmi, Fuyuki... come ci si sente ad aver perso tutto?"



off // prima che tu vada nel panico... sta bluffando. Fuyuki naturalmente non può saperlo... libero di muovere Takayoshi // on


@ChiakiHyuga


off // role libera per te: trascorrerai due giorni ad assistere Aiko, nell'abitazione dell'aziana signora. Inventa una scusa plausibile per poterle richiedere asilo; il ragazzo soffrirà di febbre alta e finirà anche per delirare, ma la seconda notte riuscirà a prendere sonno normalmente. L'alba del giorno dopo Chiaki deciderà di lasciarlo solo per andare a cercare Fuyuki: fermati a quel punto // on
 
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view post Posted on 23/5/2016, 07:36     +1   -1
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Una smorfia impregnata di soddisfazione si fece largo sul suo volto, mentre Masumi cadeva inevitabilmente nell'infimo tranello che lui le aveva teso. Fu questione di istanti; non appena ella ebbe nuovamente preso possesso del suo corpo, questo venne investito dal colpo dello Hyuga. Non esplose il proiettile - troppo poco del resto il chakra che vi era stato infuso - ma in ogni caso aveva trapassato senza pietà alcuna il corpo della Yamanaka. Ci volle un po' di tempo in più prima ch'ella spirasse, lasciando Fuyuki con l'amara consolazione di aver vendicato la morte di Toshiro. Un destino che poteva essere evitato, un crimine di cui la sua lama s'era macchiata, un'onta che avrebbe per sempre gravato sul suo spirito già dilaniato dal peso dell'essere shinobi.
Con le gambe tremanti, si voltò per incontrare lo sguardo stanco del suo compagno. Esausto, Takayoshi fu costretto in ginocchio dalla fatica collezionata durante la battaglia. Tuttavia il suo cuore ardeva ancora d'odio nei confronti del giovane che aveva di fronte; una rabbia che era destinata ad estinguersi soltanto con il sangue e con il rumore del ferro cozzante a risuonare sul palcoscenico del loro scontro. La resa dei conti tanto agognata dal ninja di Konoha era finalmente giunta. Lo sguardo dell'eremita si posò sul corpo del più grande: quanto mai avrebbero potuto durare in quelle condizioni? Gli uomini di Sanzu non erano stati abbastanza abili da portare all'inferno anche le loro vite; in quel modo si sarebbero soltanto uccisi con le proprie mani.


- Le tue ferite sono molto più gravi delle mie. Capisco il tuo desiderio, ma-

Non così in fretta.

Una voce vicina, eppure lontana nel tempo e nello spazio. Un timbro che mai avrebbe potuto dimenticare, protagonista di alcuni dei suoi incubi peggiori. L'uomo che tanto odiava, colui che custodiva la verità sul segreto che si celava dietro il tradimento di Konoha e che tra le ombre cospirava per raderla al suolo, si trovava a qualche metro alle sue spalle. Vivo. Una scarica elettrica pervase la schiena dello Hyuga, lasciando che ogni lembo della sua carne iniziasse a tremare, febbricitante. Se Sanzu si trovava lì, poteva significare soltanto una cosa.


No.. non può essere..

Takayoshi - Dove si trova Chiaki, dannato verme?!

Fu questa la domanda del più grande, l'unico in grado di mantenere il sangue freddo per fronteggiare gli occhi iniettati di fiele di quel criminale. Parole che Fuyuki avrebbe voluto pronunciare al posto suo, ma che non riuscivano ad oltrepassare l'ostacolo rappresentato dalla sua gola. Il terrore aveva iniziato a farsi strada nel suo cuore, pronto a dilaniare il suo corpo dall'interno con la foga della più violenta tra le malattie. Per questo motivo, se da un lato desiderava sapere cosa fosse successo alla sua amata, da un altro aveva paura di conoscere la risposta.
Si voltò per incrociare lo sguardo di quel bastardo e la mano tremante si avvicinò all'elsa di Namida, ma suo malgrado l'eremita non ebbe nemmeno il tempo di sfoderarla. Una fitta lancinante al petto lo trovò completamente impreparato. Un dolore assai più debilitante di quello provocato dalle ferite si fece largo nel suo corpo,mentre un sapore metallico tornava a bagnare le sue labbra serrate per trattenere un conato di vomito. Cadde in ginocchio, sputando sangue e in preda al panico. Non era uno stolto e avrebbe saputo riconoscere quella sensazione fra mille.. perfettamente consapevole di quanto gli stesse accadendo, non poté far altro che imprecare i Kami per il pessimo tempismo.


Non adesso, merda!

Eppure, quello sarebbe stata ben poca cosa rispetto a quanto lo attendeva. Riuscì soltanto ad alzare lo sguardo, mentre le parole di Sanzu si levavano alte nell'aere saturo di tensione, trasportate via dal vento impetuoso. Ognuno dei lemmi partoriti da quelle viscide labbra era assai più doloroso di una pugnalata al cuore. Le iridi perlacee dello Hyuga vennero ridotte a fessure, mentre calde lacrime gli rigavano il viso. Aveva già capito tutto non appena i suoi occhi si erano posati su quelli di quel verme.. ma non era riuscito a crederci. In realtà, non ne era capace nemmeno in quel momento.

Takayoshi - Tu menti, brutto figlio di puttana! Ridammi mia figlia!

Di fronte ad una simile notizia persino l'animo inflessibile di Takayoshi vacillò, brancolando fra le ombre della collera. Peggiori erano invece le condizioni di Fuyuki; questo poteva sentire il proprio cuore scoppiare, battere all'impazzata seguendo un ritmo scandito dai pensieri che si affollavano nella sua mente. Chiaki era morta, questa era l'amara verità che non riusciva ad accettare. Uccisa per mano di quel bastardo che, seppur ridotto in pessime condizioni, aveva ancora la forza per ridere. La kunoichi che aveva sempre lottato al suo fianco, colei che non aveva esitato a lasciare il villaggio pur di seguirlo in quella missione lunga e pericolosa lo aveva abbandonato per sempre e, come lui, anche la piccola Amane. Piangeva lo Hyuga, incessantemente, versando lacrime che calde s'infrangevano sul suolo. In ginocchio, non poté che riflettere su quanto insopportabile fosse la perdita della sua amata. Lei era l'unico rimedio per addolcire le sofferenze di quel mondo, la luce che lo guidava fra le ombre.
E così, senza più un barlume di amore ad illuminare la strada, il suo cuore non poté far altro che essere avvolto dalle fredde tenebre.


- Codardo..

Si rimise in piedi, anche se non con poca fatica. Le gambe gli tremavano e il dolore al petto non smetteva di farsi sempre più insostenibile. Occhi di bragia i suoi, non più meri specchi di calma. Odiava Sanzu con tutto il cuore e il suo unico desiderio era quello di strappare la vita da quel freddo involucro di menzogne e crimini. Sostenne lo sguardo di quel bastardo per secondi che sembrarono lunghi quanto interi minuti, con una smorfia impregnata d'ira inarcata sul suo viso imbrattato di lacrime e sangue.

- Me la pagherai cara!

Privo ormai d'alcuna lucidità, non poté che commettere la più avventata fra le azioni. Le sue gambe si mossero e in pochi secondi lo portarono al cospetto di quel folle. Fu allora che il ferro di Namida poté brillare, colpito dai raggi solari che adesso riuscivano a filtrare attraverso la barriera di chakra in disfacimento. Il meglio che lo Hyuga riuscì a fare fu vibrare un fendente, debole e lento come un colpo effettuato da un principiante, che non arrivò nemmeno a sfiorare il bersaglio. Nel frattempo, il dolore sembrava aver superato di gran lunga la soglia del sopportabile. Mentre la vista continuava ad essere avvolta dal buio, venne colto in contropiede da un altro conato di vomito e, dopo aver perso l'equilibrio, per la seconda volta si ritrovò per terra a sputare sangue, stavolta disteso al suolo insieme alla sua katana ai piedi di Sanzu.
Provò a parlare, ma ogni parola gli venne strozzata in gola. Non aveva più fiato né chakra per combattere e si maledì per la propria debolezza. Avrebbe dovuto vendicare la morte della sua amata, ma non ne era stato capace. Combattuto fra la sofferenza e la frustrazione per essere stato un inetto, incapace persino di proteggere la vita della ragazza che aveva sposato e che gli aveva regalato la gioia di divenire padre, si ritrovò costretto ad accettare la propria fine. Tuttavia, anche in quel caso l'egoistico desiderio di rivedere la fanciulla dalla chioma blu si scontrava con la consapevolezza di dover essere presente nella vita di Amane. Nonostante ciò, ancora una volta non spettava a lui decidere. Inerme e privo di forze, non avrebbe potuto far altro che attendere che il suo destino si compiesse, sotto il sole tornato adesso ad illuminare il suo volto sporco di terra e dilaniato dalla sofferenza che lo stava uccidendo. Anima e corpo.

Preciso per correttezza: ho detto che il colpo non è andato a segno per il semplice motivo che, pur essendo stato sferrato, non ha raggiunto il nemico. Il povero Fuyuki non ci prende più, capitelo :asd:
 
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Con immensa fatica la ragazza si trascinò quel corpo martoriato fino alle scale dell'anziana donna che aveva incontrato la notte prima. Con il byakugan ben attivo la Hyuga fece particolare attenzione ad non attirare troppa attenzione su di lei, ma come poteva evitare un simile disguido quando suo figlio lasciava una pioggia cremisi al suo passaggio? Il travestimento, alla luce del sole e con quel peso morto sulle spalle, risultava molto innaturale. L'unica interpretazione giusta del personaggio che rappresentava stava proprio nella sua goffaggine e nelle poche forze a sua disposizione. Non era raro vederla inciampare nel lungo kimono o aggrapparsi ad una ringhiera affaticata. Persino i suoi specchi cristallini rischiavano di tanto in tanto di disattivarsi; troppo il carico di stress da sopportare, troppa la fatica accumulata durante lo scontro. Passo dopo passo, la giovane madre iniziò a percorrere la scala che portava alla casa del suo obiettivo, controllando con la sua doujutsu se effettivamente non si fosse sbagliata la prima volta. La donna si trovava all'interno della struttura, una tazza fumante tra le mani forse impreziosita con il suo regalo salutare. Non appena raggiunse la porta la kunoichi lasciò scivolare il chunin a terra e con la mano ancora tremante bussò. E se si fosse rifiutata? E se tutto quel sangue l'avesse messa in soggezione? Forse poteva pensare d'essere in pericolo anch'ella. Attese pazientemente l'arrivo della padrona di casa, calcolando ogni passo e secondo che ci avrebbe messo. Il suo abito non era proprio la miglior presentazione.

- Chi va la? - chiese la donna con la voce roca, aspettando la risposta prima di girare la maniglia.

- Salve signora, sono la ragazza dell'altra notte; ho bisogno d'aiuto, non conosco nessuno nella zona... per favore - provò ad emulare Chiaki una voce agitata.

Ci fu un rumore di chiavistelli, lucchetti e chissà cos'altro prima che l'anziana signora facesse capolino dall'uscio. Fissò la fanciulla preoccupata e iniziò a squadrarsi intorno, come se qualunque cosa avesse causato ciò potesse trovarsi nascosto dietro l'angolo del porticato.

- Cosa è successo a questo povero ragazzo? - domandò lanciandole uno sguardo incuriosito e allo stesso tempo preoccupato.

- Non lo so... mi avevano consigliato una scorciatoia e poi sono inciampata sul corpo di questo ragazzo. Sono una guaritrice, ma ho bisogno di un posto per poterlo visitare, non so quanto resisterà in queste condizioni. Sento la vita scivolargli via - l'ansia della voce era tangibile.

Non tutto era una menzogna in quelle parole, doveva passare assolutamente e se non glielo avesse permesso la sconosciuta allora avrebbe dovuto farlo con la forza. Un trepidante formicolio le percorse il braccio nell'attesa della risposta alla sua richiesta, pronta a manifestare una delle sue illusioni; sarebbe stato facile con una civile. Forse non si fidava di loro e come dargli torto? Quel villaggio poteva essere anche nel fiore della giovinezza e, come la metafora che incarnava, non era sicuramente tra i più tranquilli.

- Portalo dentro... ma sbrighiamoci - disse con un sussurro di voce - Vi ha visto qualcuno? Non vorrei che lo stato del ragazzo fosse opera di qualche banda di kumi.

Non poté portare molto peso sulle sue spalle stanche la veterana ma fu comunque di grande aiuto e fece alleggerire il carico delle responsabilità alla bella dalla chioma blu. La domanda della donna risultò un po' sciocca alle orecchie della nukenin, ma evitò di risponderle; forse si era fatta prendere dal panico per porle un simile interrogativo. Non era raro vedere delle bande malavitose prendere possesso delle città o dei villaggi, soprattutto quando questi non erano supervisionati da gente preparata. I ninja rimanevano servitori del villaggio e delle leggi che questi gli imponevano mentre beh, i kumi le leggi se le facevano da soli.

- Vivi da sola? - chiese con curiosità Chiaki mentre adagiava il ferito sul piccolo letto cedutole.

Non era un'abitazione molto grande, ma sicuramente nemmeno piccola per una persona sola, bastò allontanarsi un po' con lo sguardo per notare che la camera della vecchietta era da tutt'altra parte, sicuramente meno impolverata rispetto a quella.

- Si da un po' di anni ormai... mia nipote è partita alla ricerca di un po' d'onore e ricchezza - rispose amareggiata la figura brizzolata.

- Mi dispiace... - si trovò in difficoltà l'infiltrata delle Nuvole Rosse, per quella domanda fuori luogo; che avesse parlato troppo?

- Ah non ti preoccupare... - la rassicurò immediatamente l'interlocutrice - Sicuramente le fila di Konoha avranno più bisogno di lei.

Non sembrava così convinta delle sue parole ma, pur di abbandonare la conversazione, decise di lasciare l'ospite da sola con il ferito, approfittando del momento per tornare a sorseggiare la sua bevanda ancora per poco calda.

D7g4Hgy

La stanza, avvolta nella penombra, risuonava di lamenti e gemiti provenienti da quel corpo completamente bendato. Ogni parola insensata per un comune estraneo era una freccia al cuore per la giovane madre che non si era mossa un millimetro dal giaciglio del figlio adottivo. Le ore trascorrevano lente, interminabili, nella speranza che Aiko aprisse gli occhi e la riconoscesse. Quando lo faceva, il suo sguardo era vuoto e tremendamente impaurito, come se ancora il chunin si trovasse al cospetto del nemico, in un blocco temporale non indifferente. Il nome della bella Amane era sempre sulle sue labbra, contornato da qualche richiamo verso la stessa Chiaki. Più volte la kunoichi aveva dovuto rassicurarlo: confortandolo con il suo contatto e rasserenandolo, rendendolo cosciente della sua presenza. Doveva essere cauta e parlare piano ogni volta, ma non le importava quel piccolo sacrificio sopportabile rispetto all'avere salvo il moretto dalle iridi cristalline. Si, perché per gli occhi della sedicenne lui rimaneva sempre quel giovane fanciullo che aveva salvato dalle grinfie di suo padre e da un futuro nero, come il manto della morte. Le mani pallide tremavano a contatto con la pelle ancora più chiara del malato. Se la Hyuga non avesse tenuto un registro mentale dei parametri del ninja della Foglia, sarebbe sicuramente impazzita. Vederlo in quello stato cereo per la gran quantità di sangue versata, con le borse scure a imbrattargli il viso da guerriero che lo aveva forgiato in sua assenza, e le palpebre rosse dovute alla gran quantità di lacrime versate, segno di un dolore inimmaginabile, erano qualcosa che andava fuori dal suo ruolo dell’essere medico. Avrebbe potuto accudire mille pazienti in quello stato, ma nessuno di loro sarebbe riuscito a compromettere la professionalità ed il codice etico con il quale lavorava, nessuno tranne lui e tutte le persone che più amava. A questo punto poteva realmente definirsi una guaritrice? Le bende del travestimento se l'era fatte scivolare fino al collo, mentre con occhi stanchi fissava l'orfano, tenendo ben attivo il byakugan così che potesse seguire il flusso del chakra all'interno dell'organismo. L'arto portante passava in rassegna delle ferite principali e in queste infondeva tutta la sua energia, resa visibile dall'alone verde pallido che risplendeva sulle bende con il suo fascio di luce; affievolendosi di ora in ora, costringendo la ninja a delle pause forzate per riprendere fiato. Senza accorgersene, per il troppo dolore emotivo e la persistenza delle cure, aveva rischiato in diversi frangenti di svenire sulla sedia di legno, accasciandosi con il busto sulle coperte del letto, annaspante. Il fisico del combattente teneva duro, assorbendo tutti gli intrugli che il suo supervisore gli iniettava o che gli sottoponeva per via orale, anche rischiando una e più volte di rigurgitare; doveva stare attenta allo spreco la fanciulla, purtroppo non le rimanevano più chissà quanti rimedi nel suo rotolo, causa proprio le innumerevoli ferite collezionate dal moro dal suo arrivo. La temperatura del corpo continuava a salire, probabilmente dovuta alla gran quantità d'interventi subiti contemporaneamente. La terapia assegnatogli sicuramente non poteva essere paragonata a quella che un qualsiasi sanitario in ospedale gli avrebbe raccomandato; il tempo era agli sgoccioli e il materiale sempre meno. Uscire da quella casa era fuori discussione per il momento, non voleva allarmare troppo la proprietaria né abbandonare il suo pargoletto, a meno che non ce ne fosse stato realmente bisogno. C'erano così tante cose da fare ed ad ognuna di queste veniva boicottata da una forza di causa maggiore a cui la povera kunoichi non poteva rispondere: la guarigione di Aiko dipendeva dal tempo e dalla sua forza di volontà; Fuyuki continuava a non risponderle via radio da quando aveva scovato il covo di Sanzu, lasciandola con il dubbio che potesse essergli successo qualcosa. L'obiettivo per cui erano partiti era scomparso, ma era ancora vivo... e questo significava che il futuro tormentato con il quale aveva dovuto fare i conti il superstite ferito non sarebbe potuto essere cambiato. Si alzò dalla sedia, allungando il braccio per afferrare il panno bagnato poggiato accuratamente sulla fronte dell'infermo, immergendolo nella tinozza d'acqua fredda e riposizionandolo nel rispettivo posto. I movimenti le nascevano meccanici, come un automa ormai eseguiva quei piccoli accorgimenti ogni volta che il suo orologio biologico glielo suggeriva, spaccando il secondo. Per l’ennesima volta nella sua vita si trovava lì con le mani in mano, aspettando che il destino facesse il suo corso. Quei momenti di solitudine non le giovavano, anzi svegliavano in lei i timori di un’esistenza di inettitudine. Cosa aveva fatto realmente di buono in quella missione se non tenere in vita suo figlio? Avrebbe dovuto impedire che prendesse parte a tutto ciò dopo aver visto in che stato vertevano le sue ferite e invece glielo aveva permesso, che sciocca era stata. Si era fatta prendere dalla foga di dover agire subito, dal fatto che il chunin di Konoha conoscesse più informazioni e probabilmente dalla paura che lei e Fuyuki da soli non ce l’avrebbero fatta sapendo come erano andate le cose dal punto di vista del suo piccolo. Avrebbe potuto colpevolizzarsi fino allo sfinimento se una voce fuori dalla porta non l’avesse riportata nel mondo terreno, dove le persone ancora si nutrivano e continuavano la loro quotidianità.

- La ringrazio... arrivo subito – rispose la Hyuga alzandosi dalla sedia faticosamente.

Non poteva nascondersi per sempre in quella stanza, non se non avesse voluto problemi con il suo travestimento. Era già il secondo pasto che saltava e per quanto avrebbe voluto trattenersi ancora tra quelle quattro mura, la buona educazione non glielo permetteva. Aveva bisogno di recuperare energie, anche se purtroppo quello era l’ultimo dei suoi pensieri. Dall’alto fissò il ragazzo con sguardo materno, spostandogli dal viso una ciocca di capelli scuri impregnata di sudore.

- Non temere, sarà come se fossi qui accanto a te... i miei occhi non ti abbandoneranno un attimo – gli sussurrò all’orecchio dolcemente.

E con immensa fatica si voltò scomparendo dietro alla porta di legno, tornando a recitare un copione che iniziava ad odiare con tutta se stessa.

D7g4Hgy

Con passo felino si muoveva per la stanza mettendo in ordine tutte le sue cose. Ormai aveva imparato a memoria quale tra quelle tavole di legno era talmente usurata da scricchiolare, evitando appunto di camminarci sopra. Aiko riposava tranquillo, avvolto nelle bende pulite che gli erano state minuziosamente cambiate qualche ora prima; l’ultima cosa che voleva la Hyuga era proprio che le ferite si infettassero adesso che il chunin finalmente aveva dato segni evidenti di ripresa. La notte era passata tranquilla, forse troppo. Il ninja sembrava essere di nuovo stabile ma anche con quella sicurezza Chiaki temeva a lasciarlo solo. Yori, così aveva detto di chiamarsi la padrona di casa, si era resa disponibile alla sua veglia durante l’assenza della ragazza. Trarla in inganno era stato facile, soprattutto quando una parte della menzogna non poteva definirsi completamente tale. Un villaggio famoso per lo scambio di merci sicuramente avrebbe vantato di qualche commerciante in possesso di prodotti medici: le bende erano terminate e i medicinali ormai si potevano contare sulla punta delle dita; per salvaguardare le escoriazioni del paziente entrambe erano di fondamentale importanza. La paura che qualche nemico pericoloso del moro si nascondesse dietro l’angolo era uscita nella discussione con l’anziana donna, ma era stata prontamente sedata dalla sedicenne. Se avessero voluto trovarlo o se avessero sospettato che fosse ancora vivo, probabilmente già avrebbero sfondato la porta dell’abitazione senza troppo riserbo. Non era mai stata un asso con le bugie ma quando le sue preoccupazioni la distanziavano così tanto dalla realtà era facile pronunciarle senza il minimo sentimento. Per questo motivo all’alba si era già messa in moto, pronta a fronteggiare le temperature ancora fresche del mattino. Avvertì l’aria umida sulla pelle mentre si richiudeva silenziosamente il passaggio alle sue spalle. Finalmente poteva essere se stessa, finalmente non doveva più indossare le sembianze di un’altra persona. Afferrò dalla tasca la maschera da ANBU che gli aveva ceduto il suo amato, un regalo che a detta di lui le sarebbe tornato utile per celare la sua identità nelle situazioni più sconvenienti. Senza troppe onorificenze la indossò immediatamente, iniziando a correre dalla parte opposta al centro nevralgico del commercio. La famiglia doveva essere ricomposta e se Yin non era riuscito a trovare il suo eremita allora ce l’avrebbe dovuta fare da sola, con le sue forze. Un buio presentimento l’aveva avvolta in quelle notti insonni, conscia del fardello della malattia che suo marito ancora si portava dietro. La colpa risiedeva in lei: se non fosse stata sempre un peso in tutte le situazioni, se fosse riuscita a cavarsela da sola quando lo spirito vendicatore le manovrava il corpo, se avesse trovato una cura per il male del suo uomo, sicuramente non avrebbe dovuto raccogliere i cocci del vaso che si stava rompendo sempre più velocemente. Presa coscienza dei suoi fallimenti, poteva guardare solo al futuro. E con occhi indagatori scrutava pazientemente ogni via, ogni anfratto che le permettesse una visione più chiara dello spazio che aveva intorno. Il byakugan era il suo unico alleato ora.
 
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@FuyukiHyuga


Gli occhi febbricitanti seguiro ogni singolo movimento del Namida, lessero e si abbeverarono con gusto nel dolore che gli inondava il viso e nella sua furia sacra, mortificata dal malore che da troppo tempo gli covava nel petto. Stava morendo anche lui, Sanzu come Fuyuki, l'uno per l'orgoglio di aver disprezzato una cura necessaria e l'altro per l'assenza assoluta di una cura a cui fare ricorso. Una risata afona e tossicchiante scosse il criminale al grido di Takayoshi, e le sue ginocchia cedettero a scatti sotto il peso del suo corpo: scivolò sghignazzando lungo il tronco dell'albero e si accasciò alla sua radice, senza staccare gli occhi cupidi dal suo acerrimo nemico.
Se ne sarebbe andato, aveva già accettato la sua sorte, ma si sarebbe portato via per sempre l'immagine del suo eterno rivale che agonizzava, privato delle speranze più care.

"Dannato mostro!"

Fu il ruggito di Takayoshi, dal volto reso irriconoscibile dal dolore più cupo: da inginocchiato si sollevò a fatica in piedi, le chiazze cremisi che si allargavano a macchia d'olio sugli abiti irrigiditi dal sudore e trascinò i propri passi verso l'avversario morente: nelle mani stringeva un kunai sporco di terra, raccattato chissà dove in quel caos di corpi riversi. Il suo respiro era pesante, graffiava la gola e gli occhi vitrei a stento misero a fuoco il suo bersaglio... il petto di Sanzu, in cui affondò con lentezza la lama che quasi gli sfuggiva dalle mani tremanti. Non ebbe nemmeno la soddisfazione di udire un lamento, il padre della defunta, prima di perdere i sensi e collassare sul corpo ormai senza vita dell'uomo a cui davano la caccia.

In tutto ciò Fuyuki ebbe il doppio rammarico di non poter finire quell'animale con le sue mani, e non poter più regolare i conti col genitore della sua amata: presto un velo nero si stese sui suoi occhi ed i suoi sensi piombarono in un buio più nero della notte.

off // il coma di Fuyuki era stato "programmato", se non sbaglio, per giustificare la sua assenza prolungata e la partenza della quest relativa alla scelta di un nuovo eremita. Come sicuramente sapete il concorrente si è ritirato, quindi avremo un problema in meno da appianare; non so come siate organizzati per i prossimi sviluppi, in ogni caso non fatevi problemi a contattarci // on


@ChiakiHyuga


off // a te mi sembra insensato lasciare altre informazioni in -on: è mattina quando esci a cercare Fuyuki, di lui in città nessuna traccia; dopo aver passato al setaccio per un paio d'ore il paese la tua attenzione viene attirata da una colonna di fumo e polvere che si leva al di là delle mura, dal mezzo del bosco: ti dirigerai lì, ma quando sarai giunta troverai il nukenin già in coma circondato da cadaveri. Takayoshi è in fin di vita, potrai scambiarci le ultime parole ma nulla di più. Libera di interagirci: mi pare troppo decidere anche questo elemento, già i traumi abbondano senza aggiungerne altri // on



off per ambedue // per me è l'ultimo post, a voi manca l'ultimo giro: vorrei aspettare l'ultimo post di Melo prima delle valutazioni; per il passaggio rango invece è un altro paio di maniche, la quest è lunga e devono leggerla in più persone. Mi fa piacere che non abbiate abbassato il livello del role, nonostante si veda la luce alla fine del tunnel e non vi stia dando dei papiri su cui meditare. Damn, ho dimenticato che qui scrivo al passato X°D *va a editare*

Per feedback eccetera potete decidere se farlo subito o aspettare la mia valutazione: per quanto mi riguarda immagino che non amiate i post ridotti all'osso: il mio scopo è stato quello di chiudere asap e in modo quanto più possibile coerente col resto della trama, non di fare bella figura... francamente ho avuto poco da dire, evitando di essere ripetitiva o focalizzarmi su dettagli inutili. Sentitevi liberi di esprimervi senza problemi, mi serve per raddrizzare il tiro nelle prossime occasioni // on
 
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view post Posted on 28/5/2016, 12:51     +1   -1
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Poté vedere con la coda dell'occhio il padre della sua amata alzarsi, stringere i denti e con determinazione avanzare fino al cospetto di quel verme. Pur distrutto dalle ferite collezionate, Takayoshi non aveva la benché minima intenzione di permettere che quel bastardo sopravvivesse. Sia lui che Fuyuki erano consci di quanto pericoloso potesse rivelarsi, specialmente ai danni della Foglia; lo avevano già combattuto, del resto, e sapevano bene quanto scomoda fosse la sua presenza. Mentre il suo grido di battaglia tuonava tra le fronde degli alberi della foresta, il jonin azzerò le distanze fra lui e il criminale prima di colpirlo. Lo Hyuga poté solo sentire il rumore ovattato del ferro che penetrava la carne, lentamente, senza alcuna pietà, prima di riuscire ad alzare lo sguardo per vedere entrambi gli shinobi crollare al suolo.
Strinse i pugni l'eremita, sentendosi un vero e proprio inetto. L'onore di vendicare la fanciulla dalla chioma blu era stato riservato all'uomo che l'aveva cresciuta, ma questo non bastava al ninja delle nuvole rosse. Sanzu si era macchiato di crimini atroci, del sangue di persone alle quali lui aveva sempre tenuto. Prima Taki.. e adesso Chiaki. La morte concessagli da Takayoshi sarebbe stata una passeggiata, una grazia che francamente non meritava agli occhi severi del nukenin. Fu così che Namida, digrignando i denti per contenere il dolore, decise di ricorrere all'ultimo barlume di chakra che gli scorreva in corpo per attivare un particolare jutsu. Una tecnica che gli era stata tramandata proprio dal leader che lo aveva guidato in veste di ANBU in diverse missioni; colui che era stato per lui un mentore, oltre che un compagno e amico, finalmente sarebbe stato vendicato.


- La senti.. Sanzu?

Parlare era tutt'altro che semplice nelle sue condizioni, anzi il massimo che riusciva ad ottenere era più simile ad un mugugno. Con l'aspro sapore del sangue ad inondargli la gola anche respirare stava diventando sempre più complicato. Eppure, mentre lentamente si avvicinava alla propria fine, la sua determinazione non vacillò. Non appena ebbe terminato di comporre i sigilli, una sagoma iniziò ad essere partorita dal terreno. La vide prendere forma dinanzi a lui, lasciando che i suoilineamenti si definissero nel giro di qualche secondo. Soltanto quando la fierezza e il portamento regale di quel leone furono palesi dinanzi ai suoi occhi, un sorriso compiaciuto poté disegnarsi sul suo volto rigato dal sangue.

- Questa.. è la NOSTRA vendetta!

Non rimarrà niente di te.. e con la nostra morte anche il tuo ricordo verrà cancellato per sempre..

La sua voce era grave, rigida e tremenda come una sentenza. Fu allora che l'enorme felino si avventò sul cadavere di quel verme, iniziando a dilaniarlo con le proprie fauci. Diverse volte era capitato a Fuyuki di dover ricorrere a quel jutsu per cancellare le tracce di un nemico ucciso in missione, ma mai gli era successo di voler intenzionalmente far sparire il corpo di un avversario per placare la propria rabbia. Sanzu era riuscito a portarlo su di un sentiero impervio, costellato di collera e frustrazione. Quella era la fine che meritava per aver distrutto la sua famiglia. Lanciò un ultimo sguardo al corpo esanime di Takayoshi, prima che la vista diventasse totalmente buia. Le tenebre avvolsero il suo sguardo, mentre un ultimo pensiero lo accompagnava verso il baratro dell'oblio. Aki e Fuyu sarebbero rimasti a vegliare sui loro corpi, prima di decidere cosa farne, ma a lui questo non importava.

Taki.. amore mio.. vi chiedo scusa..

Infine la sua anima scivolò via, lontana da quel corpo che sarebbe presto divenuto un involucro di carne. Ad un uomo morente non restava altro che ancorarsi ad una solita speranza, ma lo Hyuga non poteva di certo immaginare ciò che l'avrebbe atteso. Non la vita, non la morte, ma un lugubre limbo in cui il suo spirito avrebbe dovuto lottare per rimanere in bilico fra la luce e il fondo dell'abisso.

Ci rivedremo presto..

Un'odissea iniziata nel lontano 2014, finalmente terminata. Passo alle valutazioni.

EGERIA

Coinvolgimento: X -> Nulla da dire, come già spiegato in privata sede hai fatto pochi post per ricevere un voto su questo punto. Il tuo compito del resto era terminare la missione, concludendo la trama iniziata dal master precedente. I post scarni - più sulla parte di Chiaki, che sulla mia - sono dovuti proprio alla fretta che avevamo noi tutti di concludere. Ho letto qualcosa sulle tue altre ruolate da master e so che sai fare molto meglio, ma ricevere un testimone così oneroso non è affatto semplice - e ahimè, ne so qualcosa. Per questo voto nullo. In ogni caso, sappi che prima o poi dovrai masterarmi qualcos'altro.. con una trama tua e iniziando dal principio sono certo che confermerai quanto ho detto!
Tempistiche: 10 -> Qui te lo meriti a mani basse. In meno di un mese abbiamo ruolato più del doppio di quanto avessimo fatto nel mese precedente. Sei stata celere, avvisando sempre in caso di assenza e in ogni caso anche in quei momenti hai fatto di tutto per postare. Ti ringrazio nuovamente per esserti presa questa responsabilità.. a quest'ora saremmo ancora in alto mare.


BLOODYROSE

Coinvolgimento: 7 -> Per me la trama era stupenda e, come detto sia a te che a Giammo, avresti potuto ricevere un 10 a mani basse su questo punto. Ma qui valutiamo il coinvolgimento del masterato non solo a livello di trama e te lo dico francamente, mi sono sentito a dir poco preso per i fondelli. Ci hai ripreso come masterati pur non avendo voglia e più volte hai ribadito la tua posizione di master in malo modo. "Vorrei essere contattata via MP dai miei masterati". Per carità, per quanto sia discutibile questa cosa avrei potuto anche darti ragione, alla fine ognuno lavora a modo suo.. ma quando si viene a scoprire che questa cosa fosse limitata a me e Karen - dato che gli altri masterati potevano benissimo contattarti come preferivano - ed essere stato prima ignorato su WA per delle domande e infine addirittura bloccato per i chiarimenti chiesti sulla tua presa di posizione il discorso cambia. A questo punto, vien da sé che se non si è fra le tue grazie, tanto vale evitarti. Come master - e soprattutto come narratrice - dovresti essere imparziale e disponibile con tutti, ma il tuo successo su questo punto è altamente discutibile. 10 come trama, 4 per il mio personale coinvolgimento. Media fra i due, 7.
Tempistiche: 2 -> Qui mi dispiace, ma sarò intransigente. Sapevo fossi lenta e sì, ripeto che come master ti avrei evitata per questo motivo (è la verità, sei brava, ma preferisco giocare). Tuttavia ho sopportato, alla fine sapevo potessi farci divertire in missione e non ho insistito più di tanto. Tuttavia la lentezza ha fatto diventare tutto molto pesante - del resto, attendere una settimana o più per un post di transizione (di cui non ti do colpe, alla fine sono necessari anche quelli) fa lentamente passare la voglia; cosa che è successa, portandomi ad assentarmi dal GDR per quasi un anno. Ritornato insieme a Karen, decido di ridarti fiducia e di farti completare la missione. Il ritmo tuttavia è ancor più lento di quello di prima e ciò, unito all'enorme disponibilità di cui sopra ti ho parlato, ha rimesso di nuovo in dubbio la voglia di giocare. A quel punto hai colto l'occasione e sfruttato il messaggio inviato da me a Makoto per scaricare il barile a qualcun altro.. e stendiamo un velo pietoso sul modo, nessun dialogo, solo un messaggio plateale su questa missione, giusto per fare un po' di scena. Malgrado le giustificazioni date da me e Karen, non hai voluto sentir ragioni. Però boh, dicevi di avere problemi che rallentavano il tuo rate di post e francamente, dopo quanto scoperto sulla storia degli MP ho preferito lasciarti perdere, non ne valeva la pena. Ciò che invece mi ha fatto letteralmente incazzare è stato vederti, dopo aver mollato la nostra missione, riprendere a postare in tutte le tue ruolate con una frequenza che boh, penso non avessi da un bel po' di tempo. A questo punto non vorrei dire che tu volessi rallentarci, ma vien da sé che quantomeno non avevi per nulla voglia di postare da noi.. cosa che, alla fine, ci ha ugualmente rallentato. Ti direi di riflettere sule mie parole, ma mi hai dimostrato che intavolare una discussione con te è praticamente impossibile. Master, narratrice, tutt'altro che imparziale nel trattare con le persone e assai poco disponibile al dialogo. Più di questo non posso darti, mi dispiace.
Giusto per farti capire cosa penso di te: ero indeciso se pubblicare o meno questo feedback prima che tu valutassi Karen. Conoscendoti, temevo che le mie parole potessero provocare una ripercussione su di lei. Però l'ho pubblicata alla fine, per un semplice motivo: anche se non nel topic apposito, hai già detto che la promozione per lei sia meritata. A questo punto se le ripercussioni su di me ci saranno, poco mi importa. Se non ora, non mi aspetterò un tuo giudizio imparziale in un mio eventuale passaggio di rango.. e sono certo - dicesti che i miei commenti ti fecero passare la voglia di essere la nostra master - che quanto detto non ti farà invece passare la voglia di fare la narratrice.
 
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view post Posted on 30/5/2016, 17:43     +1   -1
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Da una Lacrima di Luna

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Si spostava come solo il vento sapeva fare, agile sulle esili gambe intorpidite da quei giorni di reclusione. Passava in rassegna ogni strada, via, anfratto che potesse sembrarle sospetto. Non c’era nulla, nessuna traccia dell’uomo che amava. Era passata già più di un’ora da quando aveva cominciato le ricerche, il sole svettava sempre più in alto nel cielo segnando il mutare del giorno. L’impazienza era il sentimento predominante, lo era stato anche durante l’attesa della guarigione di Aiko; poteva resistere, farsene carico per una seconda volta ma doveva trovare Fuyuki, assolutamente. Il presentimento che gli fosse successo qualcosa si faceva sempre più reale, tangibile. Passò a correre sui tetti, lì dove la visuale era chiaramente migliore e come un falco cercava la vetta più alta, nella speranza che il byakugan vedesse al di là delle mura. Stava perdendo tempo, quel posto era troppo grande per potercela fare da sola. Le serviva un ripiego, una strategia… qualcosa che velocizzasse le ricerche. Afferrò il rotolo di contratto che aveva firmato con il suo uomo e componendo i sigilli, provò in ogni modo a richiamarlo a lei inutilmente. Entrambi erano membri d’Akatsuki e facevano squadra insieme da parecchio tempo, quella era stata una delle loro tante scappatoie nei vari compiti che avevano dovuto ricoprire per l’organizzazione. Smise d’infondere il suo chakra nella pergamena solo al quinto tentativo, scivolando in ginocchio per lo sconforto di quel nuovo fallimento collezionato. L’auricolare era inutile provarlo, quei giorni nella stanza l’avevano portata alla conclusione che uno dei due fosse fuori uso. Che cos’altro rimaneva a sua disposizione? Si portò le mani sulle tempie per concentrarsi con tutta se stessa, isolandosi dal rumore dei traffici mercantili che cominciavano al meglio la loro giornata lavorativa. Avrebbe dovuto rimettersi in moto, invece di perdere tempo in quel modo. Solo l’ultimo appiglio a cui aggrapparsi la fece desistere dal ripartire. Si morse il dito quel tanto che bastava perché una piccola goccia del suo sangue s’infondesse con il chakra e, posizionando la mano a terra, in una piccola nuvoletta di fumo comparvero i suoi due fratelli gemelli. Entrambi sembravano veramente sfiniti e doloranti, anche se il loro stato fisico non sembrava essere così lontano da quello dell’evocatrice.

- E’ bello vederti sana e salva Chiaki – disse rincuorato il furetto dal manto scuro – Potessimo dirlo noi...

La nota sarcastica aveva un significato particolare per Yin, che lanciando un’occhiata al suo sosia albino, voleva in qualche modo risollevare la situazione. Glielo si poteva leggere in volto alla kunoichi che c’era qualcosa che non andava; non era uno stolto il furetto, che conosceva la sua evocatrice da ben tre anni. Yang appoggiò la zampetta sul muro del terrazzo sul quale erano appostati, cercando di riprendere fiato.

- Non puoi immaginare da quanto tempo è che ti cerchiamo... Fuyuki era in pensiero e tuo padre beh... FURIOSO – commentò senza troppi preamboli la creatura.

Suo padre? La Hyuga rimase allibita a quelle parole e si fece raccontare per filo e per segno cosa era successo, almeno finché la palla di pelo bianca era rimasta in compagnia del suo eremita. Come aveva sospettato, il malore del partner era peggiorato e i dubbi se fosse ancora vivo diventavano delle vere e proprie voragini d’ignoto. Come aveva fatto ad essere così superficiale? La rassicurava sempre dicendole che andava tutto bene... e si era fatta abbindolare come una dannata sciocca. Senza nemmeno accorgersene gli occhi le si inumidirono, appannandole la vista. Lo stress emotivo stava diventando più sfiancante di quello fisico.

- Quindi l’ultima volta l’hai visto nel bosco... ma è passato un po’ di tempo quindi probabilmente nemmeno si trovano più lì. Non è da escludere che Takayoshi gli abbia fatto del male vista la nomea che ci siamo fatti a Konoha... chissà come mai anche lui da queste parti – concluse la frase più parlando con se stessa che con i due esserini al suo cospetto.

Che effetto le faceva sapere della presenza di suo padre? Non lo sapeva nemmeno lei. Se fosse stata proprio lui la causa della fine del suo compagno, non glielo avrebbe mai perdonato. Il genitore si era sempre comportato in maniera distaccata nei suoi confronti, costringendola persino a intraprendere la carriera ninja contro la sua volontà. Da quando sua madre era morta però lui era stato l’unico appiglio per la piccola, che si era prodigata a soddisfare ogni sua esigenza pur di renderlo felice. Soffriva proprio come lei per la perdita della donna che aveva sposato, per la quale aveva rinunciato a tutto. La somiglianza della fanciulla con Hazuki era impressionante, per questo ogni volta che i loro sguardi s’incrociavano era una pugnalata al cuore per lo shinobi della Foglia. Quello era il passato della nukenin, un ricordo nostalgico ma anche ricco di sofferenza. Se non fosse stato per il suo sensei che le aveva stravolto la vita, se non fosse stata per la sua nuova famiglia, probabilmente sarebbe rimasta a casa a rincorrere un sogno troppo utopico da poter afferrare. Lui aveva scelto di servire il suo villaggio sacrificando ogni cosa... lei non era stata da meno anche se la motivazione era meno patriottica. Non erano poi così diversi ora come ora. Rimase imbambolata a pensare, stupendosi di quanto potesse essere piccolo il mondo. In una sola volta aveva dovuto fare i conti con il suo futuro, il suo presente e il suo passato. Tornò a contatto con la realtà sentendo qualcosa che le sfiorava le gambe, il mustelide dal manto candido la stava abbracciando.

- Ti sembra il momento? – domandò adirato Yin incrociando le zampette.

- Che vuoi, mi è mancata... – rispose di rimando suo fratello gemello, come se fosse la cosa più scontata del mondo – La prossima volta vai tu con Fuyuki.

- Non ci pensare minimamente – tagliò corto la palla di pelo color pece, guardando l’altro in cagnesco - Sono troppo per lui.

Non poté non trattenere un sorriso la dolce sedicenne nel vedere quella scena che sembrava così quotidiana. Eppure quella gioia improvvisa non poté che sparire con la stessa velocità con la quale era arrivata. L’eremita aveva la priorità, adesso che storia iniziava a delinearsi un tantino meglio.

- Dividiamoci e continuiamo le ricerche di Fuyuki. Quando siete stanchi fate ritorno tranquillamente all’eremo – ordinò alla fine la giovane dalla chioma blu, trovando nuovamente le energie per rimettersi in piedi.

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Stava perlustrando l’area dall’alto delle mura che costeggiavano il villaggio, quando un forte boato attirò la sua attenzione e quella di alcuni passanti diversi metri più sotto. L’esplosione veniva dalla foresta e con questa una densa coltre di fumo fece capolino dalla fitta boscaglia. I più curiosi si avvicinarono per vedere meglio, ma la ninja era già partita verso quella direzione senza il minimo riserbo. Finalmente il primo segno di qualcosa di diverso dopo ore e ore di ricerca. Incrociò le dita mentre planava di tetto in tetto, macinando chilometri con le sue ali taglienti. Forse il filo rosso che la legava al suo coniuge stava per essere ricongiunto. Le sue iridi perlacee scintillarono a contatto con la luce solare, ricche di commozione. Vibravano gli arti trepidanti d’emozione all’unisono con i battiti del cuore, che acceleravano passo dopo passo. E se non fosse stato lui? Se c’era qualche altra battaglia che imperversava fuori dalla cittadella? No, non poteva essere così negativa, non dopo tutta la sofferenza che aveva dovuto provare in quei giorni. Come le avevano sempre detto Hyou e Fuyuki, lei era la personificazione della speranza, colei che forse un giorno avrebbe potuto cambiare il mondo corrotto in cui vivevano. Strinse i pugni, determinata, mentre lo scenario intorno a lei mutava come lo scorrere tempestoso dei suoi sentimenti. La vegetazione era fitta, ma il suo sguardo l’avrebbe guidata ovunque, conscia di avere una marcia in più rispetto a molti altri shinobi. Continuò a correre con il fiatone, facendo salire la sua frequenza fino al sopportabile. Poi lo mise a fuoco, bello come la prima volta che l’aveva incontrato, a terra con il volto rilassato, indifeso, al centro di una scena dalle sfumature macabre. Corpi dilaniati, pozze di sangue ovunque e delle bestie voraci intente a dilaniare la loro preda. Chiaki si fermò di scatto al suo arrivo, alzando un immenso polverone e prendendo la posizione di difesa. Non aveva mai visto nulla del genere, da dove erano arrivate delle simili creature così poco comuni nella zona? Rimase di pietra nel vedere la loro preda fatta a pezzi tra le fauci taglienti delle bestie. Il volto gelido fermo a quel ghigno dolorante che era rimasto la sua firma fino alla morte, era in quel modo che Sanzu diceva addio al mondo terreno. Non avrebbe potuto più fare del male a nessuno. Un conato di vomito salì alla gola della fanciulla, atterrita dalla scena. Quando ebbe appurato che non c’era pericolo per lei, seguì le voci che a qualche metro di distanza richiamavano la sua attenzione. I due furetti con cui l’eremita era solito allenarsi erano rimasti accanto al loro evocatore, preoccupati.

- Cosa stai aspettando... fai qualcosa! – disse sbraitando contro la nuova arrivata la femmina adirata.

Il chakra del giovane era debole, come la luce di una lucciola destinata a morire. Nemmeno ascoltò le parole dure del furetto, troppo intenta a compiangere ciò che restava di quel corpo martoriato dalla malattia. Avvicinò le mani al cuore del sensei e sprigionò tutto il chakra che aveva accumulato, o meglio quello che rimaneva. Suo figlio le aveva portato via così tante energie che doveva fare i conti con gli acciacchi ogni volta che provava a utilizzare un ijutsu. Lo sguardo fisso, vuoto verso quel punto fondamentale per il sostentamento dell’essere umano. Le due creature dell’eremo la supervisionavano con i loro sguardi giudiziosi e le loro preghiere non pronunciate. I muscoli tesi e gli arti posizionati parallelamente al centro del petto. Cadde in avanti la fanciulla, esamine sul corpo del marito mentre si malediceva mentalmente per la sua poca tempestività. E fu a quel punto che si affidò alle semplici conoscenze teoriche: pompando il muscolo, facendo affondare le mani nel torace. Spingeva, dandogli la forza di continuare a battere. Le servivano i suoi strumenti per qualcosa di così delicato, quello che aveva il nukenin delle Nuvole Rosse non poteva essere guarito come aveva fatto con l’orfano di guerra. Gli studi di Seikatsu erano rimasti in sospeso, c’era vicina tanto così da scoprire una cura ma non abbastanza da esserci riuscita. Doveva tenerlo in vita, fosse stata l’ultima cosa che avesse fatto. Presa dall’amore inestimabile che provava per il suo compagno, poco lontano da lei non aveva notato uno sguardo attento che la seguiva meticoloso. Rimase immobile l’uomo che stanco faticava a tenere aperti i suoi occhi verde smeraldo. Quanto era cresciuta la sua piccola Chiaki, quanti progressi aveva fatto nella sua carriera ninja. Una persona come lei sarebbe stata molto stimata a Konoha, quanto tempo era passato da quando l’aveva vista l’ultima volta. E nonostante il corpo non rispondesse più ai suoi comandi, una lacrima gli rigò il volto commosso, emozionato. Le parole di Sanzu erano solo menzogne, lei era ancora viva e se quella fosse stata l’ultima scena che avrebbe dovuto guardare allora andava bene così, si sentiva in pace con se stesso. La bambina che aveva dovuto crescere da solo era sbocciata, diventando una magnifico fiore. Provò l’egoistico sentimento di volerla abbracciare, eppure era così lontana. Allungò la mano istintivamente ma questa cadde a terra con un tonfo a terra. La sua ultima azione bellica aveva finalmente chiuso un capitolo che si muoveva nel tempo da troppi anni. Fu proprio quel movimento eccessivo a catturare l’attenzione della bella dalla chioma blu che si specchiò per un momento in quegli occhi così diversi dai suoi.

*Papà...*

Era ancora vivo, vigile e la fissava in un modo strano. Si sentì un po’ a disagio sotto quello sguardo ferreo addolcito dalla stanchezza per uno scontro che la giovane non aveva vissuto. Lasciò cadere il suo sguardo su Fuyuki come se gli stesse chiedendo il permesso di proseguire prima di avvicinarsi rapida al genitore.

- Ehi tu, dove stai andando? – chiese indignata Aki mentre vedeva la sedicenne allontanarsi.

- Sbrigatevi, riportatelo all’eremo. Kenshin saprà cosa fare – disse cercando di rassicurarli.

Adesso che era tornato a respirare, il pericolo peggiore era passato per l’ex ANBU. Sapeva la Hyuga quanto potesse essere preparato l’anziano furetto nell’arte della guarigione, o meglio nell’uso dello strano liquido alcolico con cui guariva i suoi fratelli. Arrivata al cospetto del tutore qualcosa saltò alla vista dei suoi occhi, qualcosa di umanamente impossibile da guarire. Le sue energie erano troppo poche, e le ferite che il jonin vantava erano innumerevoli. Dalla parte opposta si estendeva una macchia di sangue di quasi un metro, che gli imbrattava i vestiti. Non desistette la ninja, si mise immediatamente in posizione scoprendogli il petto, come aveva fatto per suo marito e l’alone di chakra verde cominciò ad uscire dalle sue mani. Cercava di non guardare l’uomo che le aveva donato la vita, fissava la ferita sofferente mentre rischiava di svenire per lo sforzo. Non si ricucivano, i tessuti non si rimarginavano. Perché? Prese il rotolo dei medicinali che portava sempre con sé e iniziò a fare una selezione delle fiale più utili, doveva bloccare l’emorragia. Afferrò una boccetta d’emostatico ma non ebbe nemmeno il tempo di prelevare il liquido con l’ago che la mano dell’uomo sotto di lei la bloccò. Non ci fu nemmeno il bisogno delle parole, Chiaki continuava a fissare la sua mano tremante mentre calde lacrime sgorgarono come fiumi dai suoi occhi. Lo stava perdendo. Era arrivata in ritardo e lui se ne stava andando, questa volta per sempre come aveva già fatto Hazuki tempo addietro. Non ce la faceva, non riusciva a guardarlo in volto. Per cosa era diventata medico? Avrebbe dato la sua vita per lui. Si ribellò alla presa, posizionandosi di nuovo sopra lo squarcio principale. Il chakra era aumentato d’intensità, quasi come se la nukenin lo richiamasse dalle sue scorte più remote.

- Adesso basta Chiaki. E’ inutile – disse tossendo sangue lo shinobi della Foglia.

Il suo doujutsu si disattivò completamente e dovette appoggiare una mano a terra per non riversarsi sul corpo di Takayoshi. Non ce la faceva, come poteva guardare e ammettere il suo fallimento? Presto quel pezzo di carne sarebbe rimasto vuoto e lei sola davanti alla salma del suo genitore. Era cresciuta fisicamente e basta, il suo fisico aveva mutato le forme ma in cosa poteva dirsi migliore? Cosa aveva fatto di giusto nella sua vita? Con la mano fredda, il ferito, le afferrò delicatamente il mento, costringendola a voltarsi. Non poteva schivare ancora il suo sguardo, come una calamita pretendeva il suo polo opposto.

- Sei diventata bellissima come tua madre – disse il ninja accennando un sorriso affaticato – E vedo che hai sviluppato molte qualità interessanti, più di quante me ne ricordi.

Eccola la parte pungente dell’ANBU che non scompariva mai, nemmeno in punto di morte. Un singhiozzo interruppe il lento discorso agonico del moro. Lo spirito della kunoichi stava andando in mille pezzi, come i suoi ultimi residui di sanità mentale.

- Mi dispiace d’essere stato così cieco per tutto questo tempo, Hazuki me lo farà sicuramente scontare – disse ridacchiando, sorbendosi il dolore causato dalla contrazione dei muscoli – Sei cambiata. Lo vedo dai tuoi occhi... sono diversi. Anche tu ora combatti per qualcosa ora...

Le parole le morivano in gola, incapace di poter rispondere al ferito. Quali dovevano essere le sue ultime parole? Non ce n’erano di adatte e non si era preparata per nulla a quel momento inaspettato. Si era immaginata sempre una vita prospera per il genitore, forse perché lo aveva visto come una colonna portante, il più forte in assoluto. Vederlo ridotto così le raggelava il sangue, rendendola incapace di poter fare qualsiasi ragionamento.

- Credi in quel qualcosa e fallo tuo... ti darà la forza di resistere anche quando le tenebre oscureranno il sole. Veglierò su di te... al fianco di tua madre... come avremmo dovuto sempre fare... insieme – terminò infine dandole un buffetto.

Il braccio si era fatto troppo pesante per tenerlo sollevato, il petto si alzava più lentamente trasportando sempre meno ossigeno al cuore, gli occhi pretendevano riposo e il corpo si faceva sempre più freddo. Più di quello non poteva chiedere ai Kami, essendo riuscito persino a parlare con sua figlia. Quasi gli sembrava di vederlo quell’immenso cancello che avrebbe dovuto varcare, e una sagoma di luce avvicinarsi verso di lui. I capelli fluttuanti e quel sorriso magnifico, come quello che gli aveva regalato al loro primo incontro. Hazuki gli tendeva la mano, incantevole come una ninfa. Le labbra gli si incresparono in un sorriso, mentre la voce della sua bambina che lo richiamava diventava sempre più ovattata, troppo distante ed impercepibile. Chiaki era arrivata ad urlare e a scuotere quel corpo senza vita che stingeva tra le sue braccia. Si abbandonò in un pianto disperato, tutte le lacrime trattenute fino a quel momento sgorgarono come un’acerba cascata, fino a che questa non crebbe d’intensità, finché le forze non le vennero a mancare e cedette persino lei al peso del dolore.

*Papà... grazie. Ti voglio bene*

Ed eccoci qui giunti alla fine dal lontano 2014. Scusate se sono stata troppo prolissa ma sinceramente tutto m’aspettavo tranne che Takayoshi morisse, quindi ho dovuto esprimere tutto il mio dolore. ç.ç Visti i recenti riscontri, ho deciso che non darò dei voti... ho chiesto il permesso e dato che, da quello che ho capito, non ci sarà una vera e propria valutazione mi sembra inutile; già la situazione è così assurda di suo, dato che stiamo parlando di un gioco. Chiusa la parentesi vorrei ringraziare entrambi i master per essersi presi la briga di farmi questo passaggio di rango, soprattutto Egeria per essere riuscita a prenderla in mano alla fine tenendo una velocità strepitosa (sicuramente più della mia). Devo dire che il cambio totale di stile dei due master mi ha destabilizzato... anche per questo dovevo riflettere di più sui miei post finali, quindi scusa Egeria se avrò scritto qualche corbelleria. Per la missione in sé è stata strutturata molto bene sul BG del mio PG, l’unica nota dolente era appunto la velocità ma ho già discusso a tal proposito con l’interessata. Come ho già fatto notare da questo preludio sono rimasta particolarmente scioccata dalla morte del mio NPG, cioè sono ancora del partito “al master pieno potere” ma forse mi aspettavo che prima mi venisse comunicata questa decisione. Capisco che è una A ma mi è parecchio dispiaciuto perché volevo sviluppare delle cose future nel BG, anche perché nella missione Takayoshi è stato sempre e solo nella parte di Fuyuki. Dopo questo evento penso che il carattere di Chiaki cambierà totalmente (spero in meglio) ma appunto ancora mi trovo un po’ spiazzata dalla fine, devo capire bene che influenze possa dare un simile risvolto. Non credo che ci sia nient’altro d’aggiungere... ci si vede GDR ON per chi vorrà di nuovo ruolare con me!! ^^

Quasi mi dimenticavo... in realtà me ne sono dimenticata nell'altro post di scriverlo. I kumi sono dei gruppi violenti che solitamente fanno parte della Yakuza. Boh forse si sapeva ma era a titolo informativo per capire meglio il post. XD
 
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view post Posted on 31/5/2016, 11:12     +1   -1
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sono ancora del partito “al master pieno potere”

... io no, ad essere sincera. Mi dispiace di aver mandato gambe all'aria le idee di trama, mi sono focalizzata troppo sul chiudere questa storia e non ho realizzato che fosse un pezzo importante -il problema non me lo sono posto proprio. Credo si fosse capito anche un po' dalla tranquillità eccessiva con cui ne ho parlato su whatsapp. Per le prossime occasioni non ripeterò l'errore, anche questo mi serve per migliorare.

Veniamo alla kvestione numerica: con i valori a disposizione un voto devo metterlo comunque, anche se per la parte dei calcoli non posso attribuirne uno; perdonate la brevità ma non amo sfornare papiri in sede di valutazione.
- Ambedue avete tenuto un livello di role ottimo dall'inizio alla fine, nonostante il cambio brutale di stile -come ho già detto non mi sono minimamente curata di renderlo omogeneo a quello di Rose... per esperienza personale, quando provo ad imitare qualcosa che non mi appartiene risulto solo pesante. Vi siete anche trovati a giocare situazioni di pesantissimo stress emotivo, e anche lì non avete perso colpi.
- Come scrittura mantenete un ottimo livello ambedue, faccio la pignola e non metto 10 per un paio di sbavature nei primi post. Non c'erano typo manco a cercarli col lanternino, si vede che ci tenete.
Ragà... "infracicare" è dialetto <3 il mio dialetto preferito, ma dialetto resta; "si dà adito a dubbi", non alito; normalmente non mi sogno manco di notte di scassare su queste cose, ma siamo in una A/S, mi concedo il lusso di fare la pignola. Liberissimi di mandarmi a cagare u.u mi assumo tutte le mie responsabilità

- Come strategia sono contenta, avete usato tutti i mezzi a vostra disposizione senza tralasciare nulla. In particolare è molto bello il rapporto con le evocazioni; il gioco di squadra è stato chiaramente ucciso dalle esigenze di trama, ma siete stati molto coesi finché ne avete avuta l'occasione. Unica sbavatura -a cui per la promozione non do peso, ma un po' qui sì- è stata la scelta del travestimento di Chiaki: come dicevo nell'altro topic da un lato era ottima, dall'altro aveva un bel punto debole.

Ora aspettiamo la votazione in staff per la promozione; per il resto restiamo a vostra disposizione. Spero di aver espresso un parere equilibrato, non è stato semplice spararmi 72 post di missione per arrivare a concluderla e non sono abbastanza presuntuosa da dire che non mi sia sfuggito nulla^^ alla prossima e buon GdR

edit: cvd. Inserita la suddivisione tra role e combattimenti nell'attribuzione degli exp.
edit2: inseriti i PT per Chiaki

CITAZIONE
@Karen

Role: 10
Scrittura: 9
Strategia/Approccio: 8.5
Conoscenza del Regolamento: //

Voto Medio: 9.2

Ricevi:
- 4.140 exp, di cui il 60% (2.184) per il role e il restante 40% (1.996) per i combattimenti
- 8 PM
- 18 punti stat
- 18 PS
- 5 PA
- 3 PT
- 10 bonus Evo

CITAZIONE
@Melo

Role: 10
Scrittura: 9
Strategia/Approccio: 9
Conoscenza del Regolamento: //

Voto Medio: 9.3

Ricevi:
- 5.580 exp, suddivisi equamente tra combattimenti e role (2.790 ciascuno)
- 10 PM
- 23 punti stat
- 23 PS
- 5 PA
- 2 PT
- 15 bonus evo


Edited by -Egeria- - 31/5/2016, 18:20
 
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view post Posted on 8/6/2016, 18:58     +1   -1
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♫ Peace ♫

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|| La trama è stata letteralmente cucita addosso ai due giocatori, separarli è stato un bene e più coinvolgente di così secondo me si muore :asd:. Tralasciando polemiche varie sulla velocità di posting e accordi fatti in partenza sulla stessa, direi che di fatto è venuta fuori una signora missione. Egeria nel suo piccolo è riuscita a portare a termine il tutto - velocemente - seguendo la trama iniziale e inserendo anche quello è stato il colpo di scena finale con la morte di Takayoshi; valutare la sua parte per calcolare il compenso tuttavia mi risulta alquanto difficile senza i voti dei giocatori e visti anche i pochi post fatti. ||

Coinvolgimento Personale (Melo): 7
Tempistiche (Melo): 2
Trama e impostazione: 10
Scrittura: 9
Ambientazione e Caratterizzazione NPC: 10
    Voto BloodyRose: X
    Paga: 911 ryo


Coinvolgimento Personale: //
Tempistiche (Melo): 10
Trama e impostazione: //
Scrittura: 9
Ambientazione e Caratterizzazione NPC: //
    Voto -Egeria: X
    Paga: 200 ryo



 
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