Missione A/S Unmei 運命 – Gli Amanti, per Fuyuki e Chiaki Hyuga

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view post Posted on 5/10/2014, 18:13     +1   -1
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*Quei riflessi cremisi, generati dall’elsa dell’elaborata spada nera che l’uomo dalla zazzera corvina portava gelosamente legata al fianco sinistro, non poterono non attirare l’attenzione d’entrambi i nukenin. Avevano già avuto modo d’apprezzare la bellezza e la potenza di quella lama, e uno di loro ne era l’indiscusso padrone. Luccicò ancora, favorita dai pallidi riflessi della luna e i ruggenti bagliori dei lampi, mentre lo sconosciuto fece per rotearla nella mano destra e riporla nel suo fodero. Non v’erano dubbi al riguardo: quella era la lacrima cremisi, Namida. Nel momento in cui realizzò tutto questo, Fuyuki ebbe come un fremito e parve ricollegare tutti i dettagli legati a quell’oscura figura ammantata di mistero. La sua zazzera corvina, gli occhi color del ghiaccio, pungenti ma la contempo colmi di purezza, quel sorriso e quella profonda sicurezza nei confronti di due presunti sconosciuti dall’aria assai pericolosa.. non poteva sbagliarsi. Anche Chiaki aveva avuto quelle stesse sensazioni non appena l’ebbe visto per la prima volta, ma a differenza del coniuge ella non poteva credere a quello che il suo cuore pareva suggerirgli con tanta semplicità. Solo quando il nukenin prese parola e chiamò per nome l’uomo sconosciuto ella parve capire ciò dentro di se gridava “conosci quest’uomo, lo conosci da tanto tempo!”. Il bambino ch’egli avevano adottato e allevato sino a quel momento era davanti ai loro occhi, impavido, d’un incantevole bellezza nonostante la cicatrice che deturpava l’armoniosità dei nobili lineamenti del viso.
Al sentire il suo nome, il giovane uomo sentì correre un brivido gelido lungo tutta la schiena e, per un solo istante, dovette combattere fra la consapevolezza d’esser stato scoperto, e quindi d’aver generato delle conseguenze più o meno gravi nella storia e nell’animo dei due nukenin, e la felicità dell’esser stato riconosciuto dalle persone più importanti della sua vita. Sospirò, voltandosi verso Fuyuki mentre Chiaki parve ammirarlo con più attenzione, incredula.
*

Mi hai riconosciuto alla fine..

*Gli rispose, sorridendogli mestamente. Aveva davvero seguito le sue orme, e aveva tentato di rimediare a tante cose. Aveva cercato di proteggere l’eremo, di proteggere Chiaki, di proteggere Amane e il Konohagakure No Sato esattamente come stava tentando di fare Fuyuki, il padre ch’egli aveva desiderato emulare sin dall’inizio del loro rapporto padre-figlio. Ma fino a dove era arrivato, il piccolo Aiko? Fin dove era riuscito ad emulare le gesta del grande Fuyuki Hyuga? Fece per rispondere alle domande successive del nukenin, ma il giovane venne colto alla sprovvista dall’abbraccio della donna che gli aveva regalato la serenità d’una casa e l’amore di una madre. Rimase interdetto, mentr’ella affondava il viso sul suo petto fradicio di pioggia ed esprimeva quell’amara felicità nel sapere che il piccolo era cresciuto bene e che era tornato da loro per salvarli tutti e cambiare il loro tragico destino. Quando però la donna chiese della piccola Amane, l’adulto Aiko ebbe un sussulto e sgranò gli occhi. Il cuore parve accellerare i battiti e questo, unito alla respirazione per controllarli, fece capire tante cose alla bella Chiaki.. cose che probabilmente non avrebbe voluto sapere.*

A-Amane..?

*Sussurrò, cercando un contegno che non riusciva a trovare. L’abbracciò dunque di rimando, come un figlio protettivo nei confronti dell’amata genitrice e cercò di non guardare negli occhi Fuyuki, che senz’altro attendeva anch’egli delle informazioni riguardo all’adorata figlia.

.. è bellissima, e testarda quanto te sai? Le piace canticchiare e rendermi la vita più difficile! Ma nonostante questo è sempre dolce e premurosa.. una sognatrice.. una ragazza di saldi principi..

(..una ragazza speciale, che non voglio perdere..)

*Spiegò, non scendendo troppo nei dettagli che stavano tormentando il suo cuore come fossero spine dal grosso diametro. Non poteva parlare con loro del futuro, rimarcando ogni cosa. Era già abbastanza doloroso doverli mettere a confronto con il loro fallimento e con le reazioni a catena scaturite dalle falle delle loro azioni.. se avesse aggiunto troppa carne al fuoco avrebbe distrutto ogni cosa, e lui era tornato per evitare che ciò accadesse. Nessuno dei due ebbe modo di distinguere le lacrime che rigavano il viso del figlio, ma fu quando questi accusò un più evidente malessere che s’allarmarono. Aveva chiuso gli occhi con violenza, come se un fulmine gli avesse attraversato il cervello.. quindi, digrignando i denti come per resistere, s’accasciò fra le braccia della madre privo di forze e i muscoli si rilassarono subito dopo.*



// Scusate l’attesa spropositata. Fra malesseri miei e questo clima complottistico la voglia stava lentamente andando a donnine. Riprendiamoci. u.u //
 
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view post Posted on 6/10/2014, 11:15     +1   -1
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Come aveva immaginato era lui, l'adorato orfanello che aveva accolto così piccolo nel fantastico regno dell'eremo. Non si scansò al gesto avventato della giovane dalla chioma blu, ma rimase immobile accogliendo la ragazza più mingherlina tra le sue possenti braccia. Era cambiato tantissimo e stando a contatto con il suo corpo Chiaki lo capì immediatamente. La conformazione dei muscoli, il suo odore da uomo, non era rimasto niente di quel bambino dagli occhi come il cielo se non lo spirito. Si sentiva fiera, felice e orgogliosa. Appoggiò dolcemente la testa sul suo petto e quando arrivò a porre la domanda a cui più teneva, sentì il corpo di Aiko irrigidirsi, sussultare e il suo battito accelerò improvvisamente. Un sorrisetto s'increspò sulle labbra della fanciulla, aveva già capito. Eppure non era infastidita, anzi quel sentimento molto simile a ciò che lei sentiva per Fuyuki era un attaccamento che avrebbe permesso una vita lunga e longeva alla sua adorata bambina, nonostante la loro assenza.
Non sapeva come ringraziare quel ragazzo, non trovava le parole adatte quindi lasciò che fossero solo le sue calde braccia a dargli modo di sentirsi a casa. Se la sua vita da quel momento in poi sarebbe stata un mero inferno, non le importava, non dopo che aveva visto quel bocciolo diventare uno dei fiori più colorati e stupefacenti del mondo. La sua creatura invece sarebbe rimasta sempre speciale e avrebbe portato con sé una parte di Fuyuki e una di lei. Quella semplice descrizione le bastò per farla emozionare e a quel punto l'abbraccio si strinse ancora di più, mentre delle calde lacrime scendevano dal viso occultato dalle vesti del ninja. Non ebbe né tempo né modo per chiedere altro la dolce kunoichi, dato che improvvisamente il corpo pesante del figlio adottivo gli piombò addosso.
Riuscì a non farsi sopraffare solo all'ultimo secondo, aiutata dal suo uomo. Gli afferrò la testa e l'appoggiò sulle sue gambe. Lo sguardo della Hyuga era preoccupato, ma non poteva nemmeno rimanere a non fare niente. Avvicinò la mano al polso per avvertire i battiti del cuore mentre con l'altra già era andata a creare un alone curativo sopra il corpo del giovane. Avrebbe dovuto fare una diagnosi più accurata per capire ciò che Aiko non le aveva voluto dire e quel posto non era assolutamente adatto. La pioggia oscurava tutto e il fango intralciava ogni possibile controllo. Senza contare che il pericolo imminente alitava sul loro collo da quello che aveva affermato lo shinobi.

- Fuyuki torniamo all'eremo, ci serve un luogo più riparato. Non posso fare niente in queste condizioni - disse preoccupata la nukenin, alzandosi le maniche del vestito per poter lavorare meglio.

*Se solo ci avesse dato più informazioni...*

Con l'aiuto del suo amato i due riuscirono a sollevare il corpo del giovane. Il cielo sembrava non essere per niente intenzionato a far cessare il suo pianto, che li seguì fino a destinazione. Yin e Yang erano tornati a posizionarsi sulle spalle della ragazza dopo che il loro piano era andato in fumo, ed il primo era consapevole che tutto ciò che stava succedendo poteva essere più che reale. Sarebbe stato meglio che l'Aiko piccolo non vedesse il nuovo arrivato, Chiaki non aveva idea di quali potessero essere le conseguenze di un simile confronto.
Con passo felpato come dimostravano le abilità dei ninja più preparati, riuscirono a intrufolarsi nella stanza segreta di Fuyuki. Il sottosuolo si alzò e la luce delle candele sostituì definitivamente i lampi che fuori avevano fatto strada ai due membri dell'organizzazione più pericolosa e famigerata al mondo. L'eremita sarebbe rimasto sconvolto osservando la sua creazione, quel luogo utilizzato per gli allenamenti e la meditazione adibito a un vero e proprio laboratorio chimico. La kunoichi si ricordò solo in quel momento perché tutte quelle fialette si trovassero li e non poté che giustificarsi.

- Ehm si mi ero scordata di dirtelo. Non ci fare caso - disse sorridendo imbarazzata, mentre procedeva dritta verso uno dei letti.

Adesso non restava che provarle tutte, finché il paziente non fosse rinvenuto. La vena carina e dolce dell'evocatrice si era spenta per far spazio a una figura più autoritaria, nella quale la risoluzione del problema aveva ogni priorità.

<ijutsu> - Konji Kin: Piccola Cura - (Chk: 40) “Questa è la più semplice tecnica di cura esistente, ma quella che di solito è anche la più utile, poiché la rapidità d'esecuzione è velocissima, permettendo al ninja di poter ritornare a combattere. Manipolando dunque il suo chakra il medico lo concentra quanto più possibile sul palmo della propria mano, poi avvicina questa alla propria o altrui ferita, mantenendo la distanza di circa tre pollici, dopodiché fa fluire l'energia spirituale nei labbri della lacerazione, tentando di ricostruire il tessuto. La Ijutsu fa recuperare 2 Punti Vita, ma tale valore aumenta di 1 per ogni 20 Punti Chakra utilizzati oltre i 40 base. Se si cura la lacerazione con lo stesso valore di Vita persa allora svanirà anche il Malus, non superiore al Quinto Grado. Se viene utilizzato il triplo del chakra necessario per sanare la ferita questa verrà considerata come Attivazione utilizzabile solamente una volta per turno, naturalmente tale clausola vale solo se la Ijutsu viene utilizzata su se stessi. Non può togliere il Malus Congelamento e quello d'Accecamento, ma quest'ultima solo per il rango Jonin.”
 
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La voce del nuovo arrivato si alzò nuovamente in cielo, confermando le congetture del nukenin. Il sorriso compiaciuto sul viso di quest'ultimo venne improvvisamente rimpiazzato da una smorfia traboccante di sorpresa non appena i suoi occhi misero a fuoco la figura di Chiaki, che incapace di contenere l'entusiasmo si era gettata tra le braccia del figlio adottivo. Non poté che gonfiarsi di gioia il cuore dell'eremita, ma per un attimo sentì una scossa di rimpianto percorrergli la schiena. Al contrario della kunoichi, lui era sempre stato assente e forse non aveva dedicato al piccolo orfanello le dovute attenzioni che invece avrebbe meritato. Eppure lui, nonostante tutto, l'aveva sempre visto come un modello e imitato; chi aveva davanti altro non era che un riflesso di sé, un figlio che aveva seguito il percorso tracciato dalle orme del padre e che adesso si ergeva fiero e forte dinanzi a lui, mostrando quanto il suo corpo fosse cresciuto e il suo spirito maturato. Fuyuki non poté che essere orgoglioso dell'uomo che Aiko era diventato e fare tesoro della lezione che lui gli aveva impartito, rimproverandosi per le proprie mancanze e quindi ripromettendosi di adempiere pienamente alle proprie responsabilità di padre nei confronti di chi, anche se senza alcun legame di sangue, considerava a tutti gli effetti suo figlio.
Quando poi la figura di Amane venne descritta dalle parole del ragazzo, l'animo del ventunenne venne riempito d'una gioia indescrivibile. Il fatto che la propria adorata bambina fosse cresciuta in quel modo, sana e forte, e che persino assomigliasse a lui era la cosa più bella che un padre potesse sentirsi dire e, secondo dopo secondo, un bagliore di felicità si rispecchiò negli occhi del jonin, che non smettevano di incrociare quelli del giovane che aveva davanti. Notò in quelle iridi fredde come il ghiaccio una sfumatura di disagio, ma non riuscì a collegarla a ciò che invece la sua amata aveva già scoperto. L'entusiasmo si spense però quando vide gli occhi di lui chiudersi improvvisamente e il suo corpo farsi pesante. Cadde tra le braccia di Chiaki, ma prontamente il soldato delle nuvole rosse l'aveva raggiunta per aiutarla a sostenere quel peso.


Non ci voleva, senza ciò che aveva da dirci ci troviamo con in mano un pugno di mosche.

Si morse le labbra, frustrato, mentre intanto la sua amata cercava di farlo rinvenire facendo ricorso alla propria conoscenza medica. Non si stupì quando lei dichiarò che fosse necessario condurlo in un posto riparato; nessuno di loro non avrebbe potuto fare molto, sotto una tempesta simile, e anzi lo scrosciare dell'acqua incessante avrebbe potuto peggiorare le condizioni del ragazzo. Lo aveva visto provato, ma non pensava che la situazione fosse così precaria. In ogni caso non vi era tempo da perdere e annuendo lo shinobi si caricò in spalla il corpo privo di sensi del figlio, lanciando un'occhiata di intesa a Chiaki.

- Andiamo, so già dove portarlo.

E' meglio che nessuno oltre noi lo veda.. non conosciamo le conseguenze che un simile evento possa portare.

Non era complicato intuire quale fosse il posto designato per ospitare il nuovo arrivato e dopo poco tempo, muovendosi rapidi come ombre affilate attraverso le fronde illuminate dai tuoni che squarciavano il cielo scuro, i due amanti giunsero infine a destinazione. Componendo un sigillo il jonin rivelò la presenza di una botola che si aprì, rivelando sotto al manto erboso una rampa di scale che conduceva al rifugio segreto del nukenin. Sgattaiolò svelto al suo interno, ma una brivido di stupore lo investì quando i suoi occhi misero a fuoco le numerose fialette baciate dalla fioca luce delle candele che percorrevano le pareti umide di quella stanza. Cercò subito lo sguardo della fanciulla e quando questa si giustificò in maniera sbrigativa la curiosità del suo uomo venne alimentata, come benzina sul fuoco. Si impose di rimandare la questione il giovane, al momento vi era altro di più importante a cui pensare. Adagiò Aiko sopra uno dei giacigli presenti nel rifugio e incontrando nuovamente le iridi perlacee della kunoichi prese parola, sforzandosi di essere il più risoluto e calmo possibile.

- Lo affido alle tue cure.

Non aggiunse altro, consapevole del fatto che la sua utilità in quel frangente fosse alquanto limitata e che tutte le responsabilità erano nelle mani della dolce Hyuga. Fu così che, infine, attivo il byakugan. Perlomeno avrebbe vigilato con attenzione, accertandosi che nessuno dei loro fratelli avesse notato qualcosa di sospetto e che nessun altro ospite indesiderato circolasse a piede libero in quelle terre immacolate.

 
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view post Posted on 10/10/2014, 17:32     +1   -1
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*L’improvviso mancamento dell’uomo dai glaciali occhi celesti aveva messo in grande agitazione tanto la dolce madre, ancora fermamente stretta in quell’abbraccio che le aveva suscitato dentro al cuore una sensazione di protezione molto simile a quella che provava con la vicinanza del suo coniuge, quanto l’impavido padre che, notando la smorfia del suo ragazzo e il conseguente cedimento delle gambe, era scattato velocemente in sua direzione per sorreggerlo insieme alla sua amata. Delicatamente lo accompagnarono al suolo, adagiandolo con la nuca sulle gambe piegate della nukenin. Prontamente quest’ultima gli prese la mano e fece per tastarne il polso che, con somma gioia d’entrambi, pareva essere regolare. Con dolcezza, e forse anche un po’ di timore, accarezzò i bei lineamenti del volto del figlio e fece per diffondere sul suo corpo esanime quell’alone bluastro tipico delle avanzate cure mediche degli shinobi, ma oltre alla certezza d’un sicuro sollievo non ebbero cenni di ripresa da parte di Aiko. Non capendo cosa potesse avere il ragazzo sotto di lei e non potendo fare una diagnosi fra l’acqua e il fango, la dolce Chiaki convinse l’amato a portare il figlio al riparo dalla tempesta che imperversava sopra le loro teste e questi, intuendo sin da subito la necessità d’un luogo riparato e al caldo, sapeva già dove portarlo. Con cautela lo sollevò a mezzo busto e con un minimo d’impegno riuscì a sollevarlo sino ad adagiarlo sulle proprie spalle. Il ragazzo era ben delineato nei muscoli del corpo e anche abbastanza alto, eppure non pesava così tanto. Era snello, asciutto. Corsero silenziosi nella notte, com’erano abituati a fare sin dai tempi dell’accademia ninja, e giunsero nei pressi della casa dove il piccolo Aiko e la piccola Amane avrebbero dovuto già dormire beatamente. Componendo velocemente un sigillo dinnanzi a un punto non meglio precisato dell’immensa zolla erbosa di terreno che la circondava, Fuyuki fece apire una botola e senza fermarsi si fiondò giù per la rampa di scale appena scoperta per raggiungere quello ch’egli aveva adibito a rifugio segreto. La dolce Chiaki era ovviamente dietro ai due e s’affrettò non solo a chiudere la botola sopra le loro teste, rendendo l’eco della pioggia e dei tuoni più ovattato e meno pressante, ma anche, una volta arrivata in fondo, a direzionare l’attenzione del coniuge su altri argomenti che non fosse la presenza di ampolle con strani liquidi colorati che facevano sembrare quel rifugio un laboratorio chimico. Per il bene del ragazzo che portava in spalla, Fuyuki s’impose di non indagare oltre per il momento. S’avvicinò a uno dei lettini preceduto da Chiaki e delicatamente vi adagiò il figlio che, nonostante fosse al contatto col morbido, s’irrigidì in un’altra smorfia di dolore e sobbalzò digrignando i denti.
Il nukenin, probabilmente ancora più preoccupato, lasciò Aiko nelle mani esperte della coniuge e s’apprestò a controllare i dintorni con i suo byakugan che, fortunatamente per loro, non mostrava altro che una calma piatta. Voltandosi nuovamente verso il figlio maggiore avrebbe certamente notato, con la sua vista acuita dall’innata, l’insolita macchia scura vicino al fianco destro.
Chiaki, d’altro canto, s’adoperò subito per capire il problema ch’aveva colto impreparato Aiko. Anch’ella aveva finalmente notato quella brutta smorfia di dolore sul viso del figlio nel momento in cui Fuyuki l’aveva adagiato sul letto, e credette di capire cos’avesse.. quindi cercò di testarlo in più punti: sul petto, sulle braccia, sui fianchi. Appena una pressione un po’ incentivata sul fianco sinistro e il giovane sobbalzò dal dolore, spalancando quei suoi occhi azzurro ghiaccio e reprimendo le grida di dolore.
*

N-no.. non d-deve.. vedermi.. i-il me del passato non-...!

*Disse in maniera sconnessa quando la fitta parve quietarsi, mettendo malamente a fuoco il luogo in cui si trovava e ricordando perché fosse tornato nel passato. Fece per sforzarsi ad alzarsi, ma prontamente i genitori lo costrinsero a letto. Con cautela la nukenin medico slacciò la giubba verde, stranamente intrisa di sangue scuro nella parte interna, e sollevò quanto bastava la maglietta scura del figlio per rivelare il motivo del suo dolore e della sua repentina perdita d’energie: una profonda ferita da taglio pareva essersi aperta e forse anche infettata. Come avesse fatto a nascondere quel dolore dietro quella maschera d’apparente sicurezza e serenità era un mistero per entrambi. Soffriva terribilmente, eppure la forza che metteva per cercare di divincolarsi era stranamente possente. Quel repentino atteggiamento di ribellione fece capire al medico che il suo paziente non era del tutto “conscio” e che probabilmente il dolore stava cominciando a farlo vaneggiare, tanto che anche al tatto con la sua pelle bagnata aveva sentito un’insolito e pericoloso calore.*

N-non posso- rimanere.. d-devo ucciderlo p-prima che-...!

 
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view post Posted on 11/10/2014, 11:59     +1   -1
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Fuyuki la guardò con fare curioso come non mai e questo le avrebbe strappato una risata, se non avesse dovuto occuparsi dell’ormai adulto Aiko, che sembrava non dare segni di rinvenimento da quando avevano lasciato lo spiazzale nella foresta. Lo shinobi dalla chioma castana si fidava di lei e non appena ebbe lasciato il ninja di Konoha sul comodo giaciglio, diede modo alla sua amata di prenderlo in custodia. L’eremita avrebbe vigilato con la loro arte oculare, mentre la dolce Chiaki si sarebbe sporcata le mani con il sangue. Si, perché non appena ebbe modo d’allentare le vesti strette e appiccicate per colpa della pioggia, una chiazza di sangue attirò immediatamente la sua attenzione. Se fino a quel momento il suo alone verde non aveva avuto un punto preciso su dove operare adesso la sua mano si era spostata meccanicamente tra le stoffe impregnate di quel liquido cremisi.
La paura che l’acqua del cielo avesse creato più danni di quanto pensasse appiccicando il capo a quel punto delicato si dimostrò immediatamente nell’espressione dolorante del ragazzo dai capelli sbarazzini, che non riuscì a non trattenere qualche gemito di dolore. La situazione si faceva critica. Nonostante le basi mediche e la sua esperienza nei tonici sviluppatasi soprattutto accanto ad Iris, la salamandra medica dell’Eremo delle Salamandre, trovarsi da sola davanti a un corpo deturpato le metteva ancora più soggezione. Sapeva come muoversi, di questo non c’erano dubbi ma un supervisore o un assistente le avrebbero fatto comodo. Stava per fare l’operazione più delicata, lasciando libera di respirare quella brutta ferita sanguinante per riuscire anche a vedere l’origine più accuratamente, quando Aiko rinvenne improvvisamente. Parole disconnesse le sue ma alle quali la Hyuga aveva già pensato mentre giungevano in quel posto.
Che cosa avrebbe potuto causare la vista dei due Aiko? Se il ragazzo veniva dal futuro poteva rompere qualcosa di delicato come l’equilibrio del mondo? Domande che al solito non avrebbero trovato risposta in quel momento, ma potevano essere utili per tenere sveglio il ninja, tenerlo attaccato alla loro realtà piuttosto che lasciarlo andare; non prima di averlo finito a curare.

- Se il piccolo Aiko t’incontrasse hai idea di cosa succederebbe? – chiese la nukenin con una voce calma e cercando d’infondere tranquillità nelle sue parole.

Il suo era un sussurro. Non voleva infastidire un paziente in quelle condizioni, ma le sue conoscenze le imponevano anche di rimanere in contatto con lui come poteva. Continuava a ripetersi questo, nonostante odiasse dare fastidio agli altri. Si provò ad alzare il loro nuovo ospite, ma fu immediatamente sedato dalla forza dei due membri delle Nuvole Rosse che riuscirono a farlo rimanere disteso. L’importante era che nessuno a parte la fanciulla toccasse quel punto. Insieme i due coniugi ce l’avrebbero fatta, dato che avevano già affrontato parecchie vicende.

- Devi rimanere calmo, altrimenti non potrò r-rimetterti in sesto il prima possibile e questo significherà una nuova disfatta per tutti e tre. Sei un ninja di Konoha, sai di cosa sto parlando... - disse con tono più crudo la kunoichi dalla chioma blu.

Azzardare una mossa in quel frangente non avrebbe giovato a nessuno. Doveva guarire e rimanere a riposo affinché quel taglio avesse modo di rimarginarsi. La foga del ragazzo nel voler uccidere probabilmente chi l’aveva ridotto in quelle condizioni doveva essere tenuta in considerazione in quanto il pericolo sembrava essere imminente, ma in quello stato l’ago della bilancia puntava completamente dalla parte del nemico in ombra. Non poteva più perdersi in chiacchiere, occorreva reagire.

- Fuyuki tienilo fermo così che p-possa fare tutto il più velocemente e accuratamente possibile – comunicò in tono frettoloso a suo marito la bella sedicenne.

Afferrando un kunai riuscì immediatamente a lacerare la maglia che teneva nascosta la ferita. Un taglio netto ed effettuato senza troppi ripensamenti. A quel punto i movimenti di ribellione aumentarono sotto le mani ferme del medico, che non badava minimamente a ciò che la circondava, ma solo al suo obiettivo. Un’enorme macchia scura le si parò davanti. Ma da quanto tempo la aveva? Sembrava quasi aver già fatto infezione, oppure si trattava di veleno? S’allontanò fugacemente tra le sue ampolle cercando i suoi panni sterilizzati e del liquido disinfettante.

- Adesso proverai un po’ di dolore – affermò quasi dispiaciuta, prima d’entrare nel vivo del lavoro.

Tenne ferma con la sinistra il pezzo di stoffa bianco candido, intenta a pulire minuziosamente ogni residuo di impurità o sporco intorno e dentro la ferita. Era profonda, troppo profonda per riuscire ad arrivare ovunque. Utilizzò la pinza per riuscire a vedere fino in fondo, ma comunque doveva intervenire, troppo liquido vitale era stato versato. Con la destra si sfilò dalla lunga chioma un ago, era solita cucire e quindi non insolito che avesse sempre con sé un simile oggetto, come una brava casalinga a tutti gli effetti. Occorreva sterilizzarlo per bene ma non c’era nemmeno così tanto tempo, così decise di buttarci sopra il disinfettante e sfilandosi un filo ricucire immediatamente il taglio con un normale filo di stoffa, più spesso.

*Veloci e precisi*

Si ripeteva questo dentro la mente la nukenin per non sentire i gemiti di dolore del ragazzo che le facevano più male di una corona di spine che le circondava cuore. Si sfilò il rotolo che aveva sulla gamba e con un unico sigillo riuscì a tirare fuori tutto l’ occorrente. Medicinali, siringhe e oggetti medici di ogni sorta adesso si presentavano davanti a lei, a sua completa disposizione. Il sangue sembrava voler sfondare persino le barriere della cucitura, tanto era pericolosa quella ferita. Dovette far ricorso a tutte le sue scorte per riuscire nell’impresa. Il siero era nelle sue mani insieme alla siringa che quando fu riempita andò a conficcarsi proprio nell’addome. Sembrò quasi che il flusso diminuisse e quando Chiaki ne fu certa si preparò i tamponi e gli enormi cerotti per bloccare definitivamente il tutto. Forse aveva quasi terminato, fece mente locale fissando i suoi strumenti e poi prese un'altra fialetta.

- Bevi, questo dovrebbe alleviare il dolore – disse sorridendo dolcemente e lasciando correre il suo sguardo indagatore sulle reazioni del giovane.

Nel caso non fosse bastato, avrebbe continuato a contribuire con il suo chakra verde in quello stesso punto. Seikatsu era stato un ottimo insegnante, per quanto la sua presenza con lei fosse stata così limitata.

Emostatico: una piccola fiala di vetro contenente un liquido fluido e trasparente che blocca istantaneamente la perdita di sangue nella località in cui viene iniettato. Diminuisce le ferite da Taglio o Perforazione di 2.5. [3 oggetti occupano 1 spazio]

Tampone: ferita da taglio - 4 utilizzabile solo assieme al cerottone. [3 oggetti occupano 1 spazio]

Cerottone: ferita da taglio - 2 [6 oggetti occupano 1 spazio]

Acqua Rinvigorente: ripristina tutta la Stamina e un quantitativo di Vta pari a 30% della Stm ripristinata e cura status veleno. [1 occupa 1 spazio item]

<ijutsu> - Konji Kin: Piccola Cura - (Chk: 40) “Questa è la più semplice tecnica di cura esistente, ma quella che di solito è anche la più utile, poiché la rapidità d'esecuzione è velocissima, permettendo al ninja di poter ritornare a combattere. Manipolando dunque il suo chakra il medico lo concentra quanto più possibile sul palmo della propria mano, poi avvicina questa alla propria o altrui ferita, mantenendo la distanza di circa tre pollici, dopodiché fa fluire l'energia spirituale nei labbri della lacerazione, tentando di ricostruire il tessuto. La Ijutsu fa recuperare 2 Punti Vita, ma tale valore aumenta di 1 per ogni 20 Punti Chakra utilizzati oltre i 40 base. Se si cura la lacerazione con lo stesso valore di Vita persa allora svanirà anche il Malus, non superiore al Quinto Grado. Se viene utilizzato il triplo del chakra necessario per sanare la ferita questa verrà considerata come Attivazione utilizzabile solamente una volta per turno, naturalmente tale clausola vale solo se la Ijutsu viene utilizzata su se stessi. Non può togliere il Malus Congelamento e quello d'Accecamento, ma quest'ultima solo per il rango Jonin.”
 
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Niente di sospetto. Nonostante i suoi occhi avessero adempiuto con zelo al compito per il quale erano stati adoperati, la ricerca non portò nessun frutto, mostrando al ventunenne una quiete e una calma invidiabili. Non stava accadendo nulla lì fuori, o così almeno sembrava per il momento, e ciò gli permetteva perlomeno di concentrare le attenzioni sul figlio adottivo, che era stato affidato alle mani esperte della dolce kunoichi dalle splendide ciocche blu. Nessuno dei due sapeva ancora cosa avesse provocato il cedimento improvviso del corpo del giovane, ma quando il byakugan mise a fuoco una macchia che svettava per imponenza sul fianco sinistro del malcapitato, tutto fu chiaro. Chiaki era ormai entrata in azione da diversi minuti e sembrava essere già arrivata alla conclusione, dato che aveva pensato bene di privare il paziente degli indumenti che avrebbero potuto ostacolare o anche solo rallentare le cure di cui aveva bisogno. Gli occhi del jonin vennero sgranati per lo stupore, mentre preoccupati percorrevano il taglio disegnato dalla lama mossa da una mano ancora sconosciuta. Aiko era stato gravemente ferito al fianco ed era incredibile pensare come fosse riuscito a mostrarsi indifferente al dolore prima di quel momento; lo aveva visto parecchio affaticato il padre, che si rimproverò per non aver nemmeno supposto una simile evenienza. Le urla del ragazzo venuto dal futuro intanto stavano riempendo la stanza in cui i genitori lo avevano condotto, alimentato con quella tetra cantilena le preoccupazioni e i pensieri di Fuyuki. Si chiedeva chi potesse celarsi dietro ciò che era accaduto al ragazzo e, anche se non poté trovare immediatamente una risposta, era probabile si trattasse di colui che il ninja ferito stava parlando, mentre pronunciava parole affaticate che venivano soffocate dal dolore lancinante che provava. Una figura ancora avvolta da una fitta coltre di mistero, una presenza che sembrava ancora aleggiare sopra le loro teste, pronta a colpire al minimo segnale di distrazione; e non era da escludere che si trattasse proprio del pericolo di cui Aiko aveva intenzione di avvertirli.

La ferita è ancora recente e nel suo stato non si sarebbe sottoposto a un simile sforzo, se non fosse stato qualcosa di urgente. Ma allora, ciò significa che forse..

- Aiko, devi assolutamente dirmi chi è stato a ridurti in queste condizioni! Ho paura che chiunq-

Fu proprio quando i suoi pensieri imboccarono la via per una risposta che avrebbe potuto giustificare i misteriosi avvenimenti che si stavano verificando, abbattendosi su di loro con la forza di un crescendo inarrestabile, che la voce allarmata della sua amata lo riportò bruscamente con i piedi per terra. Gli spasmi di Aiko si stavano facendo sempre più incontenibili e da sola difficilmente avrebbe potuto tenerlo fermo e curarlo in maniera adeguata. Annuì deciso il nukenin, pronto a fornire alla bella Chiaki il supporto di cui aveva bisogno per affrontare la precaria situazione che la vedeva come unica protagonista; non l'avrebbe lasciata sola a combattere e mai ciò sarebbe accaduto. Per questo motivo il soldato delle nuvole rosse decise di creare un nuovo bunshin, che avrebbe aiutato Chiaki a contenere la forza indomita del paziente, che si dimenava nel letto, combattuto tra il dolore e il desiderio di rimettersi in piedi per affrontare chiunque fosse stato a ferirlo in quel modo. In quelle condizioni tuttavia non avrebbe potuto fare molto ed era a questo che il vero Fuyuki avrebbe pensato. La fioca luce delle candele che circondavano la camera si rispecchiò nel suo sguardo, accentuando il bagliore di determinazione e preoccupazione che trovava dimora in quelle iridi cerulee. L'intero eremo, purtroppo, non era al sicuro.

.. colui che ha ferito Aiko si trova ancora nei paraggi.

Il byakugan era un ottimo alleato, se sfruttato nel modo corretto, ma già diverse volte, nelle esperienze che l'ex ANBU aveva collezionato durante la sua carriera da shinobi, aveva fatto cilecca. Non poteva fidarsi ciecamente dei suoi occhi e ciò significava anche una cosa: anche se fuori sembrava regnare la calma più assoluta, non era detto che ciò corrispondesse alla realtà dei fatti. Per questo motivo il ventunenne si mise seduto, incrociando le gambe e chiudendo gli occhi per entrare in uno stato di meditazione. Non sarebbe stato facile concentrarsi, non con le urla di Aiko che riempivano la sua mente e con la preoccupazione crescente che stava dilaniando come una fredda lama il suo cuore, ma doveva farlo per dissipare finalmente il seme del dubbio che era stato piantato nel suo animo; e, qualora questi si fossero rivelati fondati, agire prontamente per evitare il peggio. Avrebbe accumulato quanto più chakra della natura possibile per entrare in Sennin Mōdo e sfruttare i poteri sensitivi che l'arte tramandatagli da Kenshin-sensei gli avrebbero concesso. L'arte senjutsu non sbagliava mai e in quella modalità avrebbe potuto percepire il chakra di chiunque si trovasse nella zona, in un raggio di diversi chilometri. Un modo perfetto per controllare che tutti, specialmente Aiko e la piccola Amane, stessero bene e accertarsi della presenza di eventuali ospiti indesiderati. Non avrebbe abbassato la guardia, nemmeno qualora non avesse riscontrato nulla nemmeno in quel modo. I suoi poteri potevano ingannarlo, ma non il suo cuore, tormentato da una preoccupazione sempre più opprimente.

 
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* Non fu difficile scovare la brutta ferita sul fianco sinistro del giovane dalla chioma corvina, debilitato dalla probabile infezione dovuta all’acqua piovana e dalla copiosa perdita di sangue. La dolce kunoichi medico dovette combattere strenuamente contro quella visione sangiunolenta a causa dell’identita del suo improvvisato paziente, che l’avrebbe messa alla prova sia all’atto pratico che, soprattutto, sul piano emotivo. Il giovane Aiko, soggiogato fisicamente e mentalmente dal dolore, non poteva fare altro che di cercare di divincolarsi: contrastare il continuo bruciore e reagire alla conseguente perdita di sangue non era stato problematico, così come non lo era stato simulare un atteggiamento parallelamente opposto al suo stato.. ma la consapevolezza d’un dolore ancora più grande di quanto sopportato fino a quel momento gli faceva paura, e in quelle condizioni mentali d’oscuramento e confusione era l’istinto a far da padrone alla ragione. A causa della foga del figlio nel volersi rimettere in piedi, persino Fuyuki fu costretto ad intervenire per tenerlo fermo. Compose i sigilli per l’ennesimo bushin per dar manforte alla sua bella e al proprio figliol prodigo, mentre il suo vero io cercò di estraniarsi dalla faccenda per poter richiamare il chakra della natura e sbloccare i suoi poteri da sensitivo. Nel disperato tentativo di far prevalere la ragione del problematico paziente, la dolce Chiaki dovette essere più severa di quanto non avesse voluto nei confronti del ragazzo. Questi, forzatamente tenuto giù dalla forza congiunta del padre e della madre adottivi, sembrò placarsi nonostante i consueti spasmi di dolore. Addirittura, con grande stupore della più grande, fece leva sul fianco destro e, mesto, lasciò campo libero alla sua guaritrice. Quelle parole aveva probabilmente risvegliato la sua ragione, o forse quella risolutezza gli aveva ricordato qualcosa.. o qualcuno.*

N-non ne sono s-sicuro, ma p-potrei scappare s-spaventato e cacciarmi in qualche g-guio.. o p-potrei impazzire, nella p-peggiore delle i-ipotesi.. ma- AAAHRG!

*S’interruppe bruscamente, sentendo l’ennesima stilettata dolorosa mozzargli il fiato in gola nel momento in cui la donna prese a passare il disinfettante sulla brutta ferita. Cercava di resistere il ragazzo, e ci riusciva egregiamente. Sovente digrignava i denti per attutire le grida e combattere quel violento bruciore che gli attraversava la carne ogni qual volta quel panno toccava il suo fianco, oppure stringeva spasmodicamente il cuscino per scaricare il dolore o, alle volte, anche il braccio del padre. Il bushin di Fuyuki non poteva che riempirsi ulteriormente di fierezza, nel sentire il proprio ragazzo reagire in quella maniera così stoica nei confronti d’un malessere che, con molta probabilità, avrebbe messo a dura prova anche il migliore di loro.*

D-dobbiamo tr-ovare quel f-farabutto.. S-san-AH-AAAAAHRG!!

*La pinza che gli sollevava la carne fu spietata con lui, che per cercare di non pensare al dolore cercava di comunicare al padre qualcosa d’estremamente importante. Non ebbe nemmeno il tempo di riprendere fiato che lesta la dolce Chiaki, con l’intento di metter fine al calvario per quel suo povero figlio, tirò fuori ago e filo e, solo dopo aver bagnato di disinfettante gli utensili, prese a ricucirgli la ferita. Questa volta le urla del giovane dagli occhi di ghiaccio furono più pregne di dolore e più difficili da controllare. Fuyuki dovette far più pressione per tenerlo fermo e probabilmente Chiaki avrebbe dovuto resistere molto più emotivamente di quanto non stava già facendo. Aiko faceva fatica a stare fermo e a trattenere le urla, tanto che più volte tentò di soffocarle contro il cuscino.. ma la violenza generata istericamente dalle sue corde vocali era difficile da tenere a bada. Persino il vero Fuyuki, che fino a quel momento aveva avuto modo di concentrarsi e tenere d’occhio la situazione placida che circodava l’intero perimetro dell’eremo fu messo a dura prova. Il piccolo Aiko e la pargoletta Amane era al sicuro in casa, controllati dal deluso ermellino dalla folta pelliccia bianca.. ma per quanto anche il ventenne Aiko fosse sotto l’ala protettiva della consorte e del bushin da lui creato, quelle sue urla parvero distruggere ogni concentrazione. Al termine della delicata operazione, la presa del figlio sul braccio del bushin era andata scemando e il suo respiro era davvero troppo corto. Con la fronte imperlata di sudore e i segni della stanchezza a deturpare quel suo bel viso, alla fine il giovane non riusciva nemmeno più a parlare.*

(M-mi esplode la testa.. n-non ce la faccio più..)

..anf..anf.. S-san..zu.. anf.. è l-lui.. l’a-artefice.. anf...anf.. del m-mio.. infer-..

*Non riuscì a terminare l’ultima parola, che l’oscurità prese di nuovo il sopravvento su di lui. Il dolore lancinante l’aveva sfiancato e gli aveva generato un forte mal di testa, che l’aveva nuovamente portato nell’oblio del mono onirico. Ma nonostante tutto il loro “piccolo” era riuscito a fornirgli un elemento importante per comprendere la gravità della situazione. Aveva fornito loro un nome, un nome che Fuyuki conosceva fin troppo bene.*



// Bene, adesso avete elementi concreti per ragionare e congetturare. Il carissimo Sanzu (era questo il nome del tipo che nella Missione S che ha visto protagonista Fuyuki è riuscito a scappare e ad apprendere del suo doppio gioco? Spero di si, sennò ditemelo che modifico) c’ha messo lo zampino! In che modo lo scoprirete solo attraverso Aiko, ma dovrete aspettare il mattino seguente. Ruolatemi questa bella nottata fatta di preoccupazioni, illuminazioni, congetture, sospetti reciproci e chi più ne ha più ne metta. E rendetemi partecipe anche del risveglio di Fuyuki e Chiaki, se dormiranno dopo quello che sono venuti a sapere. Enjoy! //
 
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Mentre la tensione cresceva esponenzialmente con il trascorrere crudele dei secondi, a tal punto da divenire addirittura tangibile, le dita della natura iniziarono a pizzicare la cute del giovane e dopo qualche minuto il chakra eremitico inondò il suo corpo come un fiume in piena le cui acque indomabili ruggiscono con prepotenza. Concentrarsi con le urla agghiaccianti del ferito che laceravano l'aere era stata un'impresa a dir poco ardua, ma quando riaprì gli occhi, che adesso s'erano ammantati di tenebra ed erano coronati da delle occhiaie ambrate, poté finalmente una chiara visione della situazione. Grazie ai poteri del senjutsu, non aveva più bisogno del byakugan per percepire la presenza di chi popolava l'eremo e per accertarsi delle condizioni della sua adorata bambina. Poté tirare, anche se solo per un istante, un sospiro di sollievo, ma per il resto fu consapevole di non potersi permettere il lusso di abbassare la guardia. Anche se non vi erano tracce sospette, avrebbe fatto bene a mantenere vigile la concentrazione per evitare sorprese indesiderate. Il nervosismo dello shinobi era palpabile, tanto che non era nemmeno conscio di sfregare le dita in maniera anche piuttosto ossessiva. Intanto Chiaki, aiutata dal bunshin del suo uomo, era finalmente riuscita a terminare la delicata operazione che aveva indubbiamente messo alla prova la sua fibra morale, tuttavia, estremamente provato per lo sforzo e il dolore lancinante che l'aveva tormentato fino a quel momento, il ninja dalla zazzera corvina aveva nuovamente perso i sensi. Non prima però di aver pronunciato un nome il cui suono fu in grado di scavare brutalmente nell'animo già prostrato alla preoccupazione dello Hyuga.

S a n z u ..

Erano ormai passati parecchi mesi da quando quello sporco traditore aveva incrociato il suo cammino, eppure il ricordo di quel volto deturpato dalla vendetta era rimasto indelebile nella sua memoria. Lui, l'uomo che aveva ucciso colui che aveva insegnato a Fuyuki ciò che lo aveva reso uno dei migliori ANBU, era riuscito a scampare alla sua lama perdendo sì un braccio, ma conservando con sé un segreto che avrebbe potuto compromettere la copertura che il jonin stava usando per proteggere il suo amato villaggio. Mentre il sangue gli ribolliva nelle vene per la rabbia, mille congetture iniziarono a prendere forma nella sua mente, confusa e ormai schiava di un caos nel quale non riusciva ancora a fare luce. Come aveva già ipotizzato in precedenza, non era detto che quello che l'aveva proiettato nel passato fosse l'unico portale aperto dal male causato da Watashi e l'idea che Sanzu ne avesse trovato un secondo, quello che conduceva in una dimensione futura, non era poi così remota. Anche seguendo una simile versione erano ancora molte le domande che non riuscivano a trovare risposta; qual era il pericolo dal quale il moro aveva tentato di metterli in guardia? Possibile che quel bastardo fosse a conoscenza dell'ubicazione dell'eremo e adesso avesse intenzione di completare il proprio disegno di vendetta e distruzione? Dubbi irrisolti che soltanto le parole di Aiko avrebbero potuto dissipare e a quel punto era palese quale fosse la cosa da fare. Proteggere e vegliare su di lui, a qualsiasi costo.

Ha detto che potrebbe impazzire il piccolo Aiko se dovesse incontrarlo, per cui per il momento lasciarlo riposare qui basterà a tenerlo al sicuro..

- Mettiti comoda Chiaki, ho l'impressione che ci vorrà un po'..

Lasciò alla fanciulla giusto qualche minuto per riprendersi dallo shock e dallo sforzo che l'operazione aveva richiesto; avrebbe voluto lasciarle più tempo, ma la situazione in cui si trovavano richiedeva celerità e ormai lui non poteva più attendere per metterla al corrente di ciò che avrebbe già dovuto dirle tempo addietro.
Parlò di Sanzu, di come era riuscito a inimicarsi la sua lama durante la sua carriera da ANBU, della morte del suo mentore e del desiderio di vendetta di quel folle, del portale che l'aveva condotto nel passato e dello scontro che aveva visto Namida cozzare contro lo stesso ferro che aveva aperto quella brutta ferita sul fianco di Aiko. Le raccontò tutto, senza dimenticare di scendere nei dettagli.. o meglio, quasi. Omise volontariamente i particolari che riguardavano l'incontro con Hazuki, anzi decise di non menzionarla affatto. Non voleva turbare l'animo della sua amata con storie ormai impregnate polvere e appartenenti a un capitolo chiuso. Erano altre le priorità in quel momento e non potevano permettersi di pensare ad altro; fu questo il messaggio che lo sguardo preoccupato di lui cercò di trasmetterle. Ancora una volta avrebbero dovuto rimboccarsi le maniche per proteggere coloro che avevano a cuore.


- Adesso andrò a parlare con Mujinahen-sama.. rimani qui a vegliare su Aiko, io vedrò di tornare il prima possibile.

Commentò rapidamente per poi lasciarla con un'ultima occhiata di complicità e sgattaiolare in superficie, mentre l'energia naturale si estingueva come una fiamma spenta da un getto d'acqua improvviso.

EkNWK

Vi era soltanto una figura alla quale l'eremita poteva rivolgersi per raccontare quanto accaduto. Era meglio che il minor numero di persone possibili fosse a conoscenza della presenza dello shinobi giunto da una seconda dimensione e proprio per questo motivo il ragazzo aveva deciso di condividere le proprie preoccupazioni con chi ne era già al corrente. Con chi aveva già percepito il chakra di Aiko e ne aveva sondato l'anima, venendo quindi a conoscenza dell'incontro fra lui e i genitori adottivi. In quel momento le iridi cerulee di Fuyuki, illuminate dalle candele che costellavano la sala del sommo nascosta nella torre bianca, erano perse negli occhi scuri e profondi dell'anziano tasso, il cui spirito continuava a toccare la mente del suo fratello più giovane per far prendere vita alle parole senza che queste venissero pronunciate.

Mujinahen - (Quindi pensi che Sanzu possa attaccare l'eremo?)

- E' ancora troppo presto per dirlo, ma non possiamo escludere questa ipotesi.. dobbiamo prepararci a combatterlo, nella peggiore delle ipotesi.

Dalla sua voce trapelava una chiara nota di preoccupazione, che era impossibile non cogliere, specialmente per una figura autorevole come quella del sommo. I due rimasero in silenzio per secondi che sembravano essere lunghi quanto interi minuti, ma non molto dopo fu sempre la calda voce del mustelide a riprendere il filo del discorso, stavolta pronta a mettere il ragazzo con le spalle al muro.

Mujinahen - (Dimmi la verità, Fuyuki. Tu hai.. paura?)

I lemmi che echeggiarono nella sua mente riuscirono a perforare la sua anima con la stessa facilità di una lama ben affilata. Mujinahen lo conosceva fin troppo bene, forse anche meglio di quanto lui potesse dire di se stesso, e aveva colto nel centro. L'eremita temeva Sanzu, forse anche più del segreto di cui lui era venuto a conoscenza, e l'attesa di ricevere informazioni più concrete da parte del figlio adottivo lo stava logorando lentamente. Sentiva il proprio cuore ardere per l'ansia e colto in contropiede non poté far altro che voltarsi e tuffarsi di nuovo nelle viscere della torre, tenendo per sé la propria risposta. Ma all'anziano saggio poco importava: lui la conosceva già.

EkNWK

Una volta tornato al rifugio segreto, trovò Chiaki ancora sveglia, intenta a vegliare sul ragazzo proprio come le era stato richiesto. Non serviva di certo un occhio esperto per notare quanto fosse stanca e provata e proprio per questo motivo il jonin tentò di convincerla a riposare, ma invano. Forse troppo preoccupata e sconvolta da quel crescendo di eventi sconvolgenti, non aveva intenzione di abbandonarsi al caldo abbraccio di Morfeo, decise fermamente di non voler dormire e di continuare a svolgere il proprio compito. A quel punto anche lo shinobi si accomodò ai piedi del letto, avvolgendo l'esile figura della fanciulla tra le proprie braccia, per scaldarla e consolarla in quella notte resa fredda dalla tempesta e dal timore di ciò che poteva accadere da quel momento in avanti. Come aveva immaginato, bastò poco prima che la ragazza cedesse alla stanchezza e si addormentasse, accoccolata nell'abbraccio del suo amato. Lui invece sarebbe rimasto a controllare la situazione, badando a entrambi e monitorando di tanto in tanto la zona con il proprio byakugan. Era anch'egli stanco, tanto da sentire i propri muscoli doloranti, ma finché non avrebbe ottenuto delle risposte da parte di Aiko difficilmente avrebbe chiuso occhio.

Edit. Ho corretto gli errori, ieri sera ero troppo stanco.


Edited by .Melo - 16/10/2014, 11:07
 
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Cadde sullo sgabello distrutta. Dalla fronte impallidita alla luce delle flebili candele luccicavano delle goccioline di sudore nate dall'estrema concentrazione che aveva provato per tutta la durata della delicata operazione. Avrebbe voluto azzerare la mente, appoggiarsi su uno di quei letti liberi e chiudere gli occhi dimenticando la folle corsa per salvaguardare se stessa e la sua famiglia. Se ne stava li, immobile con le spalle curvate fissando il suolo mentre suo figlio ormai riposava beatamente. Erano poche le informazioni che aveva avuto modo di dare ai due giovani o almeno così le sembrava. Quel nome pronunciato con tanta fatica per lei non aveva nessun significato, ma era contenta d'esser riuscita a tenerlo destato fino a quel momento. Tirò un lungo respiro mentre sentiva i muscoli ribellarsi per la stanchezza e per quegli straordinari non previsti. La tempesta era passata o almeno così sperava. Avvertì il suo uomo avvicinarsi e solo in quel frangete alzò il suo sguardo pallido e il viso acciaccato dalla preoccupazione.
Doveva dirle qualcosa, glielo leggeva negli occhi anche prima che le sue labbra si schiudessero. Segreti? Altri segreti omessi per il suo bene? Attese pazientemente non mostrando nessuna emozione se non impassibilità davanti alla sfilza d'informazioni che doveva recepire in così poco tempo. Sanzu. Ne aveva combinate di marachelle il tipo. La voce dell'eremita le continuava a rimbombare in testa, ma era come se fosse troppo distante per poter afferrare la paura che lui stava provando. La Hyuga era una semplice spettatrice che veniva messa davanti a una storia che era già iniziata, forse aveva già raggiunto buona parte della metà. Omettere, quella era la parte che sapeva fare meglio Fuyuki e ormai non era una novità.
Ogni giorno sembrava conoscere una nuova parte di lui, quando era completamente convinta di sapere bene chi stava al suo fianco. Il passato, perché lei non aveva avuto modo di finire nel passato? Avrebbe potuto incontrare sua madre forse, avrebbe potuto ringraziarla della sua scelta, avrebbe potuto sentire ancora il suo caldo abbraccio. Le fortune andavano sempre al jonin. Nonostante lui le stesse narrando del pericolo che correvano, sembrava quasi che la mente corrotta della kunoichi non guardasse ad altro che agli effetti negativi che ciò creava tra loro due. Effettivamente chi poteva sperare in armonia e pace in un mondo in cui il richiamo alla battaglia era dietro ogni albero? Avrebbe voluto concentrarsi più su questo Sanzu ma le informazioni dell'ex ANBU erano così flebili.

- Sappiamo come si muove o attacca solitamente il nostro "nemico"? - chiese con voce atona spostando il suo sguardo su Aiko e poi sulla brutta ferita che ormai era stata fasciata alla perfezione.

Se persino a Fuyuki era riuscito a sfuggire, sicuramente non si trovavano davanti ad uno sprovveduto. Occorreva mantenere alta la guardia e muoversi nel momento più opportuno. Non venne tralasciato niente, nemmeno le tecniche che aveva avuto modo d'osservare il ragazzo e quella che più temeva era proprio quella di bloccare il tempo. Quell'uomo forse avrebbe definito il giorno della loro fine, ma in quel momento i due ninja stringevano in mano una previsione che poteva ancora essere modificata. Il ventunenne non appena ebbe finito s'allontanò in direzione dell'alta torre bianca dove il sommo vegliava su tutti loro. Mujinahen già sapeva e forse parlando con il suo amato sarebbero giunti ad una conclusione per quanto la fanciulla fosse scettica in tutto ciò. Se non aveva proferito parola fino a quel momento comunicando nella loro testa poteva significare solo che anche lui stava aspettando l'evolversi della vicenda. Non aveva nessuna intenzione di seguirlo e alla raccomandazione del nukenin a rimanere li non rispose minimamente.
Aiko aveva bisogno di continui controlli soprattutto perché quella macchia scura la preoccupava. Mai nulla di simile era stato puntato dai suoi specchi acquosi. Gironzolò impaziente per la stanza, controllando di tanto in tanto fuori con il byakugan nella speranza che i suoi bambini stessero bene e lo stesso valeva per il suo uomo, poi tornava a sedersi ma muoveva le gambe ritmicamente per ritrovarsi pochi secondi dopo di nuovo in piedi frenetica. La scarica d'adrenalina non si era ancora dissolta, forse era per questo che sembrava di nuovo vigile dopo pochi istanti di riposo. S'avvicinò nuovamente al paziente e di tanto in tanto rilasciava il suo chakra verde sulla ferita che finiva per spegnersi dopo pochi secondi. Il suo corpo accusava stanchezza da ogni lato eppure continuava imperterrito a carburare come appena sveglio. Prese una coperta da un altro letto e la mise delicatamente sopra all'ospite che sembrava accusare il freddo della sera, delle medicine e della debolezza. Non si vedeva minimamente la fine di quella lunga notte, la luna spendeva in cielo lasciando che i suoi raggi illuminassero l'uscio lasciato aperto dal ninja dalla zazzera castana. La sua mente sembrava chiusa in uno spazio confinato, non ce la faceva a pensare a un nemico che non aveva mai visto.
Poteva avvertire i sentimenti spaventati negli altri ma si sentiva strana a non riuscire ad avvertire quella sensazione. Si sentiva fuori dal gruppo, una presenza che non avrebbe potuto far altro se non aiutare. Stava giocherellando con qualche boccetta carica di liquido colorato quando la botola si chiuse nuovamente, attirando la sua attenzione. Fuyuki era tornato. Lasciò tutto come stava e tornò nel punto del loro ultimo ritrovo. Non c'era nulla da fare a parte aspettare ma non se la sentiva di dormire, non dopo aver sentito quelle urla. Se non fosse stata rapida ad intervenire dopo qualche altro attacco, se ne sarebbe pentita per tutta la vita. Fu così che desistette ad ogni tipo di tentazione del suo amato, rimanendo fedele alla sua idea iniziale. Purtroppo le idee, per quanto forti, possono essere vinte da altri fattori. Senza accorgersene e con gli occhi ormai pesanti si lasciò cullare dal calore emanato dal sensei, crollando definitivamente in un tempo e uno spazio totalmente astratto.

Se ci sono errori correggerò in seguito, adesso mi toccano i miei masterati prima che mi linciano. :asd:


Edited by Karen91 - 16/10/2014, 23:20
 
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*Il nome pronunciato debolmente dall’inaspettato ospite di quell’epoca aveva violentemente scosso l’animo provato della spia sotto copertura. Conosceva fin troppo bene l’uomo a cui il figlio aveva fatto riferimento poco prima di cadere vittima dei suoi stessi limiti, ed era giunto il momento di spiegare alla sua amata quanto le aveva taciuto. Quella tempestosa notte se la sarebbero ricordata negli anni a venire, e sapevano sin da principio che quell’amara sensazione e quel presagio di morte che oscurava il futuro della loro famiglia l’avrebbero resa infinita ed estenuante per entrambi. La profonda spaccatura creatasi dalla mancanza di dialogo pareva allargarsi a ogni interazione, ma quel ragazzo pallido con la scomposta zazzera corvina sarebbe potuto divenire il mezzo per risanare ciò che, in nome del bene comune, quei due stavano distruggendo senza quasi accorgersene.
Mentre Fuyuki s’avviava fuori dal rifugio per conferire con il saggio Mujinahen in merito alla situazione, la donna rimase con il malato. Quest’ultimo pareva dormire beato, quasi come se quel dolore che l’aveva messo duramente alla prova non fosse mai esistito. Constatare quanto bene fosse cresciuto e quanto forte fosse diventato col passare degli anni era l’unico barlume di felicità che Chiaki avesse potuto provare in quei cupi momenti, peggiorati dall’insofferenza dello stare ferma e dalla crescente preoccupazione. Non sapeva chi fosse il nemico, non sapeva se sarebbe riuscita con le sue forze a proteggere la sua famiglia e a preservare la vita del suo uomo. Con questi oscuri pensieri a turbare gravemente la poca serenità che custodiva, continuava a far su e giù per l’intero rifugio e a curare e accudire il suo Aiko. Quando l’eremita fece ritorno la vide decisamente provata in volto, seduta ai piedi del letto intenta a vegliare ancora sul figlio. Le si avvicinò con garbo e la tenne stretta, in modo da confortarla e farla sentire protetta. Fu allora che Chiaki cedette, abbandonandosi alle braccia di Morfeo per recuperare le energie. Anche Fuyuki era stanco e pieno di pensieri, ma per buona parte del tempo tenne sotto controllo sia il ferito che la situazione esterna. Lampi e tuoni erano cessati da un pezzo, lasciando soltanto una pioggerella molto fine.. e infine anche il nukenin cedette alla stanchezza, senza nemmeno rendersene conto.
*



EkNWK



*Lo spettacolo ch’ebbe davanti ai suoi occhi, ancora offuscati dalla pesantezza del sonno, non era quello che ricordava d’aver lasciato. Il giovane dagli occhi color del ghiaccio s’era ritrovato disteso su di un giaciglio d’erba in un punto non ben precisato della foresta che, dedusse, doveva distare poche miglia dalla sua casa sull’eremo. Non riusciva a capacitarsi di cosa fosse accaduto durante l’oblio del suo improvviso svenimento e del perché, adesso, non accusava alcun dolore al fianco sinistro. Incuriosito da quelle circostanze, fece per controllarsi il fianco sollevando delicatamente la maglia scura, ma della ferita non v’era più alcuna traccia. Frastornato, decise d’alzarsi e di sondare visivamente i dintorni per maggiore sicurezza.. e fu allora che la vide avvicinarsi, con grazia e semplicità. A quella visione rimase immobile, seduto sul giaciglio: era bella come il sole, con quei lunghi capelli color corteccia mossi dall’inesistente movimento d’aria e gli occhi chiari splendenti come due stelle.*

S-sto sognando?

*Chiese incredulo alla giovane conoscenza, ammaliato dalla sua beltà e rassicurato dalla sua improbabile presenza.*

Si.. questo è un sogno, e ti devi svegliare.

*Gli rispose lei, con una tonalità melodicamente dolce ma piena d’una forte determinazione.*

Non voglio svegliarmi.

Hai una missione da compiere, te ne sei dimenticato?

..non posso.. non sono in grado..

*Confessò, sentendo quegli occhi verdi accarezzargli la pelle e sfiorargli l’anima. La giovane bellezza s’avvicinò di qualche passo e, quando gli fu abbastanza vicina, s’accasciò davanti a lui e l’abbracciò, accoccolandosi contro il suo petto. Una sensazione di pace pervase il giovane dalla zazzera corvina, che tenne stretto a se quel sogno meraviglioso.*

Sei l’unico che può farlo, l’unico che può cambiare il nostro futuro. Salvali, e cambia il nostro destino!

*Non ebbe il tempo di risponderle, che mentre s’accingeva ad accarezzarle il viso vide la propria mano inumidita dal sangue dell’amata e quegli occhi pieni di vivacità e determinazione spegnersi nel giro di pochi secondi. Spaventato, spalancò gli occhi e si ritrovò ansante sul lettino del rifugio dei genitori e questi ultimi stretti l’uno all'altra. *

(..era solo un sogno.. soltanto un sogno..)

*Cercò di convincersi, chiudendo gli occhi e strofinando le dita della destra sopra di essi. Quand’ebbe rimesso a fuoco l’intera situazione, cercò d’alzarsi dal letto. Il dolore al fianco sinistro non era del tutto scomparso e questo avrebbe potuto compromettere le sue qualità di shinobi, ma la sua bravura a celare il dolore dietro una maschera di “spavalderia” era una qualità che i suoi genitori avevano appreso amaramente qualche ora prima. Mentr’egli cercava di recuperare una posizione perfettamente eretta per potersi avvicinare alla sua spada e alla giubba verde macchiata del suo sangue, Fuyuki ebbe un sussulto e si destò improvvisamente da quello stato di dormiveglia che l’aveva colto. Poco dopo, anche Chiaki aprì i suoi occhi color perla.*

Non volevo svegliarvi così presto..

*Confessò il giovane, sorpreso mentre cercava d’agguantare le sue cose.
Stava quasi per albeggiare, forse era giunto il momento per i due nukenin di scoprire a cosa andavano incontro.
*

 
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La notte trascorreva lenta e i secondi, scanditi dall'impetuoso scrosciare della pioggia sul manto erboso di quel piccolo angolo di paradiso e dal fragore maestoso dei lampi che squarciavano l'aere, sembravano lunghi quanti interi minuti. Mentre Chiaki giaceva inerme tra le braccia del suo amato, quest'ultimo dedicava anima e corpo alla protezione del ragazzo che dormiva dinanzi a loro e che a quel punto sembrava rappresentare l'unico barlume di speranza che avrebbe potuto far luce attraverso le tenebre che Sanzu aveva condotto sopra la loro famiglia. Quel nome impediva al ventunenne di chiudere occhio; troppo intento a guardarsi le spalle, troppo timoroso di ricevere un attacco che, in quel momento, non rappresentava poi un'ipotesi così remota. Non era però detto che ciò si verificasse e in effetti non era da escludere il fatto che Fuyuki si stesse semplicemente preoccupando troppo, come era suo solito fare, facendosi carico della responsabilità della vita di tutti. Da quando era diventato il protettore di quel luogo sacro non era trascorso minuto in cui il giovane non aveva pensato ai suoi cari e con l'arrivo della piccola Amane il suo istinto protettivo si era fatto decisamente più spiccato. Sapeva bene che proprio quello fosse il suo punto debole, ma non riusciva a comportarsi diversamente. Dopo Ayame, non aveva più intenzione di dire addio a una persona che gli stava a cuore. Non voleva rimanere da solo, anche se forse era questo il destino che un'anima sciagurata e deturpata dal peso che gravava sulle sue spalle come la sua meritava. E mentre questi pensieri lo dilaniavano tanto quanto la minaccia rappresentata da quello sporco traditore, l’oblio lo vinse. Venne trascinato in un profondo sonno senza sogni, malgrado i vani tentativi di combattere una stanchezza che aveva tentato di imporsi in ogni modo.
Fu un rumore sospetto a destarlo dalle braccia di Morfeo, il mattino seguente. Quando ebbe riaperto gli occhi, questi riuscirono in fretta ad abituarsi alla luce debole che rischiarava come poteva il rifugio sotterraneo e a mettere a fuoco la figura del giovane dalla zazzera sbarazzina. Sembrava essersi ripreso dalla notte di pene e inferno che aveva trascorso e adesso svettava in piedi imponente, pronto a riappropriarsi del proprio equipaggiamento, quasi fosse intenzionato ad abbandonare in quel preciso istante il luogo che aveva ospitato il suo ricovero.


- Dovresti riposare e soprattutto non dovresti sottovalutare la ferita che hai ricevuto.

Commentò con voce profonda lo shinobi, spostando lo sguardo sulla propria amata, anch'ella svegliatasi da poco. Le sue parole nascondevano una nota di rimprovero nei confronti del ragazzo, già deciso a rimettersi in moto nonostante la delicata operazione a cui era stato costretto a sottoporsi. Attese che la kunoichi si riprendesse, prima di mettersi in piedi a fatica e di spazzare con le mani la polvere dal proprio manto. Con fare nervoso infilò una mano in tasca, tirandone fuori una sigaretta. La portò alla bocca e l'accese in fretta; in quel momento di confusione ne aveva tanto sentito il bisogno, ma nonostante i tiri lunghi e profondi lo stress non sembrava intenzionato a placarsi. Sentiva le dita delle mani tremare, tant'era la frustrazione e la preoccupazione che provava in quel momento.

- Non intendo aspettare oltre, Aiko. Hai detto che è stato Sanzu a procurarti quel taglio sul fianco, quindi voglio che tu mi dica con precisione cosa è accaduto e qual è il motivo per cui ha deciso di venire in questa dimensione. Vuoi avvisarci di un pericolo.. ma quale?

Non perse tempo l'eremita , che senza troppi convenevoli era giunto al nocciolo della questione. Non avrebbe avuto pace finché non avrebbe ottenuto le risposte che desiderava da ormai troppo tempo; Aiko doveva conoscere bene la sua necessità di difendere l’incolumità della famiglia, anzi era probabile che anche lui avesse ereditato lo stesso nindo dal padre. Per questo motivo il jonin si avvicinò a lui rapidamente, così da poggiargli una mano sulla spalla per infondergli fiducia, ma soprattutto per incrociare i suoi occhi e lasciare che lui leggesse nel suo sguardo quanto fosse ardente il fuoco che bruciava nel suo animo.

- Quel bastardo ne ha combinate anche troppe e non intendo lasciarlo ulteriormente a piede libero.

Devo proteggere Chiaki, Amane e l'intera famiglia.. anche se ciò dovesse costarmi quel poco che mi rimane da vivere..

 
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Stava sognando e se ne accorse immediatamente, perché quello che aveva sotto gli occhi era una distesa d'abitazioni che per la loro conformazione erano facilmente distinguibili. Konoha. Il villaggio, non era solita starci troppo data la sua poca capacità d'orientamento ma il profumo, le luci nelle case e la leggera brezza che veniva dalle alte montagne, tutto era come l'aveva lasciato. La sua casa non era al centro e da li, non sarebbe stato nemmeno facile vederla per colpa degli enormi alberi che la occultavano, proteggendola però al tempo stesso. Non ci voleva un genio per capire chi l'avesse convocata li, le sembrava piuttosto strano il posto più che altro. Alzò lo sguardo verso la luna pallida che illuminava le superfici dei tetti e poi la vide, candida proprio come quell'astro che lontano vegliava su tutti loro. Saltellò per qualche secondo finché non giunse su uno dei tetti più alti. Da li la vista era spettacolare; sembrava quasi che la città le appartenesse.

- Come mai questa scelta? - chiese con curiosità la bella dalla chioma blu, fissando la creatrice di quel mondo effimero.

- Ho pensato che ti facesse piacere rivedere il tuo luogo natio - rispose con semplicità la donna ammantata di mistero con cui condivideva quello spazio di tetto.

- Beh ormai se non lo vedo in sogno, sicuramente non lo rivedrò più - disse con una nota sarcastica, nonostante sul volto si leggesse parte della tristezza che provava nello stare li a guardare - Immagino che se mi hai c-convocato in uno dei tuoi mondi immaginari, tu mi debba dire qualcosa.

Il discorso si spostò immediatamente, quasi come se la ragazza avesse fretta di concludere quella faccenda. Forse perché si era addormentata, come aveva potuto farlo in un momento del genere? Si morse il labbro mentre pensava ad Aiko e a quello che stava succedendo nel mondo reale.

- Si Chiaki, avevo bisogno di parlare con te. Riesco sempre con più precisione a controllare i miei poteri ma spesso non ho modo di manifestarli. Da quanto tempo è che non dormi per più di mezz'ora? - chiese Yume nonostante già conoscesse la risposta della sua protetta - Sai, quello che ho mostrato a Fuyuki era il passato, una parte del tuo trascorso e lui...

- Non importa. Ormai è un argomento chiuso - rispose in fretta la nukenin, quasi per chiudere il discorso - Piuttosto che ne sai tu del futuro? Penso che tu sia riuscita ad avvertire cosa sta succedendo la fuori.

Non voleva parlare del suo amato, non in quel momento, non con Aiko in pericolo. La sua vita era diventata un inferno e adesso era stato costretto a compiere un viaggio nel passato per interrompere ciò che il destino aveva deciso per loro come famiglia. I segreti tra lo Hyuga e lei stavano diventando troppi, si ingarbugliavano e si attorcigliavano intorno a lei trasformandosi in una gabbia. Per quanto avrebbe potuto resistere?

- Il futuro è ignoto. Può essere plasmato e modificato in qualsiasi momento, non tutto è scritto. Se mi avessi chiesto del passato sarei stata qui a parlarti del tuo primo antenato fino ad oggi, ma per quanto riguarda l'avvenire è tutt'altra storia - disse con semplicità la divinità - Questa volta non sarò io la tua guida ma l'Aiko del futuro. Lui sa ma deve essere sincero con voi, Sanzu sa essere molto subdolo.

- Lo conosci anche tu? Sai dirmi q-qualcosa in più rispetto a quello che mi ha raccontato Fuyuki? - chiese in fretta e furia la giovane madre.

- Quello che conosco di lui riguarda solo il passato. Le cose potrebbero essere cambiate a suo favore, chissà. In questo corpo sono limitata ma farò di tutto per proteggerci. Il nostro tempo qui è finito, fermalo prima che faccia tutto da solo - disse infine la magnifica creatura, facendo sfumare il tutto.

D7g4Hgy

Il risveglio non fu così traumatico come s'immaginava. La notte era stata sostituita dalle candele della stanza piuttosto che dai primi raggi dell'alba e questo diede modo alla kunoichi d'ambientarsi più facilmente. Si ridestò lentamente e la prima cosa che vide fu Aiko e le gambe del suo amato, dove probabilmente aveva consumato il suo sonno.

*Letto, Aiko in piedi, vestiti...se ne sta andando? Non avrà...*

- Non avrai intenzione d'andare da qualche parte da solo? - domandò improvvisamente l'evocatrice alzandosi di scatto in piedi - Siamo una famiglia e non ho più nessuna i-intenzione di rimanere in disparte a guardare.

Il suo sguardo si posò immediatamente da quello del ragazzo dagli occhi color cielo a quelli chiari, quasi trasparenti del suo amato. Il tono era pungente e indignato e l'eremita sapeva alla perfezione perché. In quel momento non aveva fatto nulla ma quante volte era dovuta rimanere in un angolo a guardare mentre gli facevano del male? Si era sempre ripetuta che fosse troppo debole, ma non poteva vivere la sua vita con quella scusa. Si morse il labbro, quel tono che aveva appena usato non le apparteneva. Come poteva rimediare alla sua uscita?

- E poi la ferita non è ancora guarita. Non sono un medico alle prime armi - disse cambiando nuovamente discorso e portandosi le mani sui fianchi.

Per il resto rimase in silenzio. Fuyuki aveva già posto le domande giuste al momento giusto. Lui conosceva meglio di tutti il loro nemico, era inutile mettere bocca in qualcosa che per il momento le risultava così lontana. Aiko non era così affaticato da non poter rispondere, anzi il fatto che fosse stato in grado di alzare in piedi dimostrava dei grandi miglioramenti. Adesso occorreva che le cose si chiarissero una volta per tutte, doveva essere dettagliato il ragazzo se non avesse voluto causare l'ira del jonin. Non era passato inosservato il nervosismo nei suoi atteggiamenti e nel suo modo di fare. La paura che potesse accadere qualcosa ai loro due bambini poteva portare a gesti estremi.

Al solito correggo stasera quando torno a casa. Spero non sia un problema.


Edited by Karen91 - 21/10/2014, 22:55
 
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*Guadagnare la posizione eretta non sarebbe stato facile con uno squarcio sul fianco come quello dell’affascinante Aiko, eppure egli c’era riuscito. Non fece una piega nell’alzarsi dal suo giaciglio, e non emise fiato nel momento in cui percepiva il pungente dolore che pareva coglierlo ad ogni movimento brusco. Digrignava i denti e strizzava gli occhi per resistere alle improvvise stilettate. Con cauta discrezione s’era avvicinato ai suoi effetti personali, addossati alla parete poco distante dalla sua posizione. Afferrò la giubba macchiata di sangue e fece per metterla, ma il rimprovero del padre adottivo e la cruda apprensione della sua bella lo colsero di sorpresa. Convinto di non aver smosso nulla e di non aver fatto alcun rumore per destarli dal loro sonno ristoratore, il giovane dalla zazzera corvina perse un battito e, voltandosi verso i suoi genitori, confessò loro di non aver avuto l’intenzione di svegliarli così d’improvviso.*

Non volevo andare da nessuna parte, e conosco la gravità della ferita che porto sulla pelle. Non avevo calcolato che mi avrebbe colto così impreparato, ma era mia intenzione creare un impacco per affievolire il dolore e consentire una rapida cicatrizzazione una volta che vi avressi avvertito. Qui nei dintorni ci sono erbe ottime per questo tipo d’utilizzo.

*S’intromise, confermando quello che nelle menti dei due nukenin era solamente una supposizione. Quel giovane uomo sapeva della sua brutta condizione sin dal principio, quindi non sarebbe stato strano s’egli avesse intrapreso il suo viaggio nel tempo sotto l’effetto di un qualche potente antidolorifico. Non s’era arreso alla sua condizione sin da principio, e quel portamento dignitoso che riusciva a mantenere nonostante le sue condizioni era davvero encommiabile. Mentr’ancora l’intrepido Fuyuki esprimeva la sue perplessità e poneva le fatidiche domande, Aiko ebbe il tempo d’infilare la giubba.. ma non quello di chiuderla. Il nukenin s’era infatti avvicinato rapidamente al figlio e ponendo una mano sulla spalla aveva cercato di dare enfasi al suo discorso. Quella stretta lo fece trasalire, eppure parve anche trasmettergli una certa sicurezza. Quel fuoco che bruciava negli occhi pallidi del suo genitore bruciava anche dentro al suo cuore, e quel bruciante sentimento d’odio nei confronti dell’uomo che aveva rovinato tutto quello che avevano costruito pareva essere palpabile nell’aria. Quel ragazzo gli somigliava più di quanto desse a vedere, e questo Fuyuki parve percepirlo ancora più intrinsecamente con quella stretta.*

Ho detto questo..? No.. non è stato lui a menare il colpo su di me, ma è come se l’avesse fatto. E’ stato lui a muovere i sottili fili del destino, e le marionette si sono mosse esattamente come lui aveva previsto che facessero. Ma questo non basta per farvi capire..
Ti prego, Fuyuki.. siediti. E anche tu Chiaki. Mettetevi comodi e ascoltate la mia storia.


*Chiese ai suoi genitori, mentre un lieve tremore s’impadronì delle sue membra. Aveva posto una mano su quella del padre sulla sua spalla e l’aveva stretta prima di lasciarlo andare, come se con quel contatto avesse voluto dirgli le cose mai dette. Che sapesse della sua precaria condizione? Avvicinandosi al letto sul quale aveva giaciuto per tutta la notte, il giovane Aiko abbassò lo sguardo e trasse un profondo sospiro. Non era facile ripercorrere tutti gli orrori che avevano preso parte della sua vita, e certamente non era facile mettere di fronte alla cruda verità due delle persone più importanti della sua esistenza. Ma doveva farlo, per il bene di tutti.. avrebbe dovuto farsi carico del dolore per poterlo cancellare e sostituire con un sentimento più roseo.*

Conosci Sanzu, Fuyuki.. un uomo viscido, un mago nell’abbindolare.. un codardo, che avrebbe il coraggio di rovinare qualsiasi cosa senza nemmeno sporcarsi quella lurida mano che gli è rimasta. Ed è proprio così che ha agito contro di te e contro tutti noi.. da dietro le quinte.

*Cominciò il suo discorso, facendo una premessa che di certo avrebbe messo la dolce Chiaki nella condizione di capire con chi diavolo avevano a che fare. Per come ne parlava Aiko, l’uomo che aveva sporcato il loro futuro era un uomo molto astuto e probabilmente abile nel muovere le pedine della scacchiera per trarne un enorme vantaggio.*

Non so di cosa sei a conoscenza, ma devi sapere che Fuyuki ha incontrato quell’uomo nel passato. E’ riuscito a mozzargli un braccio, ma quel viscido è riuscito a guadagrare un’arma ben più potente: la verità. Conosce il gioco di Fuyuki.. conosce la sua lealtà al Konohagakure No Sato e la sua appartenenza all’organizzazione delle nuvole rosse..

*Continuò, rivolto questa volta alla madre.*

Sono passati mesi da quell’avvenimento, eppure la minaccia è più viva che mai. Non so come abbia fatto, ma è riuscito a “vendere” quell’informazione ai membri dell’Akatsuki e a manovrare il disastro che ne è seguito. Guardatevi bene dai vostri compagni, perché saranno loro a muovere la mano di Sanzu.
Loro staneranno Fuyuki, troveranno la nostra casa e cercheranno in tutti i modi di distruggere la nostra famiglia.


*Fece una pausa, deglutendo. Ogni parola fluiva quasi senza un nesso fra le sue labbra, eppure il nesso era più che chiaro. Sanzu aveva trovato qualcuno dell’Akatsuki e aveva venduto quell’informazione.. che fosse per mero gusto di rovinare colui che aveva osato strappargli il braccio, o che fosse per un guadagno addizionale poco importava. Era una minaccia più che viva, e questo l’avevano perfettamente capito i due nukenin.*

Non scorderò mai quel giorno.. è come se fosse stato marchiato a fuoco nella mia memoria. Fuyuki era tornato da poco a casa dopo una missione e Chiaki.. tu stavi aiutando Amane a costruire una bambola. All’improvviso qualcuno bussò alla porta e la sfondò pochi secondi dopo. Un biondo, un folle.. con la veste dell’Akatsuki..

*Sospirò, trattenendo l’odio e le lacrime nel ripercorrere la stessa paura e lo stesso dramma ch’egli aveva provato quell’apocalittico giorno.*

Ricordo che tu, Fuyuki, ordinasti a Chiaki di portarci via e tu lo facesti Chiaki. Prendesti Amane in braccio e trascinasti me fuori dall’abitazione per condurci qui dentro.. nel rifugio segreto. Ci ordinasti di rimanere qui sotto, e tornasti in superficie per aiutare Fuyuki. Ricordo che Amane piangeva.. forse aveva intuito tutto.. io.. non sapevo cosa pensare.. cercavo di trattenermi e di dare forza a lei, stringendola a me e stando attento ai rumori fuori per ricostruire mentalmente ciò che stava succedendo. Ricordo d’aver sentito una risata.. una macabra risata.. e solo dopo poche ore il silenzio era piombato sull’eremo, ma voi non tornaste a prenderci.

*Chiuse gli occhi, questa volta non riuscendo a trattenere una lacrima.*

Uscimmo cautamente da questo rifugio, e ciò che videro i nostri occhi segnò per sempre la nostra esistenza.. l’eremo era in fiamme, la nostra casa distrutta.. e Chiaki era riversa a terra in una pozza di sangue. Di te era rimasta solo Namida, Fuyuki..
Decisi di prenderla, di stringere Amane e di scappare da li. Mi imposi di raggiungere Konoha, e ci riuscii.. fummo aiutati, allevati e addestrati. Pensavamo che quel passato, un giorno lontano, non avrebbe più fatto male e non avrebbe influenzato negativamente le nostre vite. Scioccamente, pensavamo che il tempo potesse guarire la ferita della nostra anima.. ma così non fu. Scoppiò una guerra, un’aspra guerra fra l’Akatsuki e il villaggio della foglia. Molti shinobi e kunoichi sono morti per arrestare l’attacco, e anche io e Amane ci siamo schierati in prima fila per scongiurare il pericolo.
Mi raccontasti tu del portale, Fuyuki. Era uno dei racconti che, di tanto in tanto, ti piaceva narrarmi.. “l’eroe che viaggia nel tempo” lo chiamavamo. Al tempo credevo fosse soltanto un racconto per bambini, ma poi scoprii che un altro portale era stato aperto.. lo stesso portale che ho sfruttato per venire in questo tempo. Ne parlai con Amane, e lei mi disse che avrei dovuto sfruttare quell’occasione per aiutarvi e aiutarci. Mi fece strada e mi accompagnò, cercando di proteggermi come meglio poteva insieme ad altri shinobi del Konohagakure no Sato. Nessuno sa della sua esistenza, nessuno è riuscito a seguirmi grazie a loro.. ma sono riusciti comunque a lasciarmi questo bel ricordo prima che facessi perdere le mie tracce.


*Concluse quel nefasto racconto, indicando il fianco sinistro. Sospirò profondamente, come per scacciare la tensione dal suo animo. Aveva raccontato loro cos’era successo, come era successo.. ma aveva deciso di sua spontanea volontà di omettere alcuni dettagli nella sua narrazione. Non fece menzione infatti delle condizioni di Amane, che sino a poco prima ch’egli giungesse era impegnata in prima linea nella guerra.. e il fatto che egli avesse subito una ferita così profonda poteva far credere che qualsiasi cosa poteva essere successa. Oltretutto non fece menzione della malattia di Fuyuki.. se questa avesse seguitato il suo corso o se Chiaki avesse trovato finalmente una cura. Che sapesse anche del segreto di Chiaki?*

(..non posso raccontarvi tutto, dovete concentrarvi sulla vostra missione adesso e non compiangere un futuro che deve ancora essere scritto..)

Secondo le mie ricerche, tutto è avvenuto in questo tempo. Quando divenni un ANBU, rintracciai e seguii gli spostamenti di quel viscido. Scoprii che prima che potesse vendere la sua informazione, era solito passare da una città minore e li scoprii dove si trovava il suo covo. E’ questa la nostra missione: sorprenderlo e stanarlo, prima che possa parlare e rovinare tutto quello che avete costruito.. di nuovo..

*Adesso sapevano tutto. Avrebbero solo dovuto oganizzarsi al meglio, per evitare di essere colti impreparati una seconda volta.*



// Che faticata. Adesso sapete a grandi linee la storia del vostro Aiko (quello cresciuto praticamente da solo, che è dovuto diventare un uomo molto prima del suo tempo), e sapete cos’è successo.. qual’è stato “l’errore fatale” che ha portato a questo risultato. Avete piena libertà di azione, come sempre. Vi chiedo solo di non modificare i messaggi dopo averli postati: scrivetevi il post nel blocco note e correggetelo lì prima di postarlo. Evitiamo possibili problemi. =P //
 
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Non si fece attendere la risposta del giovane dalle iridi gelide, giungendo rapida e precisa a chi non attendeva altro che un chiarimento per i numerosi dubbi che erano nati dopo gli ultimi eventi. Stando a quanto egli stesso diceva, Aiko aveva già pensato di sfruttare i poteri medici delle erbe che impreziosivano l'eremo per debellare gli effetti più devastanti della ferita che aveva subito, ma forse sottovalutandone la gravità ne era rimasto sconfitto; tuttavia, grazie all'intervento effettuato dalle mani abili ed esperte della kunoichi dalla chioma blu, adesso era nuovamente in piedi, pronto a far alzare in cielo le parole non ancora spese a favore di una più nitida comprensione di quanto stava accadendo. Non appena ebbe sentito il tocco della mano del figlio sulla propria, il nukenin poté cogliere il sentimento condiviso da entrambi venire alimentato da una fiamma del tutto nuova. Quel calore riuscì a placare per un istante l'ansia che covava dentro e così il ventunenne si impose di allentare la tensione dei nervi, pur rifiutando l'invito ad accomodarsi che gli era stato posto. Incrociò le braccia davanti al petto e con pazienza si limitò ad ascoltare quanto l'ospite avesse da raccontare. La verità giunse inaspettata e dolorosa come una lama che crudele si infila fra le costole di chi è inerme di fronte a essa. Non era Sanzu il diretto colpevole del brutto taglio apertosi sul fianco dello shinobi dalla zazzera corvina, ma in ogni caso era stato proprio lui l'artefice delle sventure che si erano abbattute con violenza sopra lui e la sua dimensione. Quel bastardo non aveva esitato prima di sfruttare l'arma più potente che aveva in mano: la verità sul tradimento dello Hyuga. Era stato in grado di vendere il segreto più prezioso che custodiva a chi avrebbe potuto infierire con più efficacia su di lui e la sua famiglia, l'Akatsuki, ed era poi rimasto dietro le quinte ad assistere alla morte del suo acerrimo nemico e della sua amata, ottenuta per mano di un criminale la cui descrizione calzava a pennello con una personalità che, suo malgrado, entrambi i coniugi avevano avuto modo di conoscere. Jagura. Mentre la narrazione proseguiva e la sigaretta che aveva acceso continuava a consumarsi, il jonin poté avvertire chiaramente una collera indomabile ribollire nelle proprie vene. Per quanto si fosse ripromesso più volte di proteggere Chiaki, i bambini e l'intera famiglia, non poteva negare l'evidenza. I nemici che aveva collezionato nel corso degli anni erano molti e la sconfitta era praticamente dietro l'angolo; non per niente la disfatta lo aveva colto, condannando a morte lui e colei che aveva sempre e solo desiderato proteggere. Le fiamme di un nuovo conflitto erano poi divampate fino ad abbracciare le porte di Konoha e lì Aiko e Amane, ormai divenuti ninja fedeli al servizio del villaggio che aveva cresciuto i loro genitori, avevano combattuto insieme ai loro compagni l'offensiva inarrestabile delle nuvole rosse. Proprio per quel motivo il più grande dei due aveva deciso di sfruttare il portale scoperto in precedenza per tornare indietro nel tempo, così da evitare che ciò potesse riaccadere. Quando il mozzicone di sigaretta cadde infrangendosi contro suolo e il racconto fu concluso, solo rabbia bruciava nelle iridi perlacee dell'eremita. Era già giunto alla conclusione prima ancora che Aiko potesse annunciare quale fosse lo scopo della missione che avrebbero dovuto affrontare: stanare quel bastardo di Sanzu affinché non sputasse il rospo, né accendesse la scintilla che avrebbe scatenato l'inferno.

- Come si chiama il posto in questione? Essendo una città minore, la presenza di ninja dovrebbe essere assente o in ogni caso fortemente limitata. E' un grosso vantaggio, ma sarà comunque necessario camuffare la nostra identità per evitare di correre rischi inutili. Quali altre informazioni puoi darci riguardo al covo di quella serpe? Si trova in un punto specifico e nascosto o si mimetizza tra le abitazioni della città? Sono presenti guardie? Più hai da aggiungere, più alta sarà la precisione con la quale potremo operare. In ogni caso, almeno che tu non abbia già in mente come agire avendo già scoperto queste cose, credo sia meglio esaminare la situazione da vicino, così da poter elaborare un piano d'azione più mirato ed efficace.

Non aveva intenzione di perdere tempo l'ex ANBU, consapevole di quanto fosse essenziale intervenire prontamente per scongiurare la possibilità che quel circolo vizioso di morte e distruzione prendesse nuovamente vita anche nella loro dimensione. Aiko, Amane, Chiaki, i suoi fratelli.. e Konoha. Il pensiero di poterli perdere lo distruggeva e proprio per loro avrebbe rischiato la vita in prima linea. Non avrebbe permesso a quel vile traditore di torcere anche un solo capello a chi aveva a cuore. Aveva già perso il proprio mentore per mano sua e, nonostante ciò, quel bastardo era riuscito a sopravvivere alla sua lama.

Non commetterò di nuovo lo stesso errore, non adesso che è in ballo la vita di tutti loro e la sicurezza del villaggio. Questa volta un braccio non mi basterà.. puoi starne certo, Sanzu.

 
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Gli occhi preoccupati di lei si specchiarono in quelli glaciali del ragazzo, che sembrava essere stato colto alla sprovvista. Ci fu un attimo di silenzio e poi spiegazioni e giustificazioni inondarono la stanza. "Non volevo andare da nessuna parte". A quelle parole la kunoichi rilassò i muscoli, lasciandosi ricadere sullo sgabello dove aveva consumato il suo sonno. Un sorrisetto le si accentuò sulle labbra non appena ebbe udito il suo vigoroso bambino parlare di impacchi ed erbe. I suoi insegnamenti erano stati utili, era solita portarlo con sé alla ricerca di radici, piante e determinata linfa arborea che aveva effetti benefici; aveva persino cominciato a scrivere un libro con nuove specie in compagnia del fanciullo. Watashi aveva portato disperazione e odio nel mondo ma allo stesso tempo dietro di se aveva lasciato parecchie cose bizzarre, che usate con le giuste mani avrebbero portato dei benefici, proprio come il portale in cui si era intrufolato Aiko. Se ne rimase immobile fissando il vuoto. Le rughe della stanchezza la fecero apparire diversi anni più grande quando probabilmente aveva persino meno del loro ospite.
Fuyuki sembrava cambiato, Aiko in qualche modo lo rendeva orgoglioso; forse era dovuto tutto a quello che aveva provato sulla sua pelle. Non aveva mai dato tutte quelle attenzioni al pargoletto, invece ora era sempre li a spronarlo nell'andare avanti, dandogli forza e coraggio come se non ne avesse mai abbastanza. Il sorriso della nukenin si mantenne in volto, non troppo evidente ma lasciò che le sue iridi trasparenti abbandonassero l'oscurità del suolo per immergersi in quella scena toccante per il suo cuore. Riusciva ad assaporare ogni momento, ogni secondo come se quelli fossero i suoi ultimi attimi nel loro mondo. Se anche Aiko non fosse giunto in tempo se ne sarebbe fatta una ragione, lei era li con un compito; Yume l'avrebbe perdonata un giorno. Quello che successe dopo lasciò compressi quei suoi futili pensieri, il momento tanto atteso era finalmente giunto. Aiko ammise che non era stato propriamente Sanzu a ridurlo in quelle condizioni ma piuttosto il potere che aveva conquistato con l'informazione ottenuta sul conto di Fuyuki. Suo marito era stato ingannato e aveva lasciato sfuggire uno dei segreti più pericolosi che avrebbe potuto mettere in difficoltà l'intera famiglia per non parlare dell'eremo, e tanto era stato.
Proprio da quell'insulso errore era nata la guerra che costringeva Konoha a rimanere chiusa tra le sue mura e la fine delle due uniche figure che erano rimaste al ninja dalla chioma corvina come alla loro adorata bambina. Chiaki cercava di non pensare ad Amane, perché nonostante il bene che volesse ad Aiko, il vincolo che l'aveva unita a lei per nove mesi era qualcosa che una madre non sapeva spiegare a parole; sapere troppo di lei forse l'avrebbe portata a compiere azioni estreme, fuori da ogni logica, dettate solo dall'istinto. Sanzu era senza un arto, strappato dall'eremita proprio prima che lo perdesse di vista, ma alla sua mente malvagia non occorreva quel pezzo del corpo, soprattutto quando aveva altri modi per corrompere le persone. Non c'era stato bisogno che lo shinobi dicesse il nome del loro carnefice; entrambi i coniugi avevano già compreso. La sedicenne lanciò un'occhiata al partner come ad attendere la consapevolezza che anche lui avesse capito proprio come lei. La minaccia di K era stata chiara, un giorno avrebbe strappato la sua vita insieme a quella del suo amato e del povero fiore che non era ancora sbocciato. Amane era stata protetta da Aiko e quindi il lavoro di quel pezzente non era stato mai portato a termine. Che fosse stata lei il suo prossimo obiettivo?
Probabile, ma non sicuro. Al di là del passaggio c'era la sua giovane ragazza già alle prese con un destino crudele e la colpa era soltanto la sua: non era riuscita a fermare quel folle. Non poteva permettere che tutto si ripetesse di nuovo, anche se non aveva vissuto ancora nulla, se non l'angoscia di quelle informazioni. I suoi bambini erano salvi ma che prezzo avevano dovuto pagare per la stoltezza dei loro genitori? E i loro fratelli? Sospirò profondamente cercando il tavolo da lavoro con la mano destra per aggrapparsi. Poteva svenire e dimenticare tutto ma non era il momento per una simile debolezza. Non le era sfuggita la lacrima del "piccolo Aiko" come quel tremolare della voce, doveva reagire e farlo per tutti loro. Lasciò parlare l'ex ANBU e solo quando ebbe posto le domande principali che gli scorrevano in testa intervenne anche lei.

- Qualcuno di voi sa come sbaragliare quella strana tecnica di cui Fuyuki mi ha parlato ieri sera? Quella del tempo...penso che potrebbe avere un forte v-vantaggio su di noi semmai venissimo scoperti o dichiarati sospetti. Sempre che con una mano riesca a eseguirla con la stessa precisione... - intervenne la Hyuga, più riflettendo con se stessa ad alta voce che raccogliendo dettagli - Se Aiko ha più informazioni potremmo buttare giù una mappa o un piano, altrimenti credo che dovremmo accontentarci d'improvvisare, anche perché non sappiamo con e-esattezza quando ci sarà questo scambio di segreti con L'Akatsuki o sbaglio? Starei più sicura se arrivassimo in tempo, piuttosto che rendere futile la venuta di Aiko.

Effettivamente il tempo scorreva e per quanto si fidasse del fanciullo, Chiaki non credeva a dei ricordi esatti per ogni tipo di movimento, come poteva esserlo il passaggio della succulenta verità. Aveva raccolto informazioni il giovane, ma quanto gli erano costate e quanto potevano essere precise? Non diceva che occorreva essere scoperti, non era una sciocca, ma dovevano prendere una decisione velocemente prima che fosse troppo tardi. Il racconto del nuovo arrivato le era bastato, non aveva nessuna intenzione di fare lo stesso errore dell'altra se stessa.
 
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