Missione B - A volte è per sempre, Quest tecniche clan chunin per Karen91

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view post Posted on 9/6/2014, 13:05     +1   -1
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Le parole della fanciulla erano affilate come rasoi e pronte a penetrare il muro di vendetta e morte che Kyōbō aveva eretto intorno a sé. Cosa gli sarebbe rimasto, quando la sua sete di sangue sarebbe stata saziata? Sarebbe rimasto da solo e la gente lo avrebbe rispettato, ma solo perché al tempo stesso lo avrebbe temuto per il suo potere. Aveva colto perfettamente il punto la ragazza, ma sul viso del suo interlocutore non era possibile trovare nemmeno una minima traccia del desiderio di ascoltarla. Era accecato dai suoi loschi fini, a tal punto da divenirne schiavo. La sua vita non aveva più senso, se non collegata al piano che aveva coltivato durante gli ultimi anni, lo stesso che Chiaki doveva sventare a ogni costo, se non voleva rinunciare ai suoi cari fratelli. Per questo motivo non si arrese e in poco tempo il suo corpo venne inondato dal chakra della natura; era come se il Seishin no Tsurī le avesse donato un'energia spropositata, decisamente maggiore rispetto a quella che era abituata a percepire. La stessa trasformazione non si svolse nel metodo convenzionale. Non vi erano tratti animaleschi sul suo volto, o sul suo corpo, ma quest'ultimo era stato circondato da una potente aura rosea. Un chakra tangibile, una nuova forza che si insinuò in lei risvegliando le sue membra stanche e dandole così l'opportunità di spezzare le catene che la relegavano a quel freddo altare. L'uomo iniziò a indietreggiare rapidamente, sconvolto per la scena che si parava dinanzi ai suoi occhi sbarrati per il terrore. Chiaki svettava dinanzi a lui con l'aria di una divinità, tremenda e bellissima al tempo stesso. Cercò di parlare, ma le parole gli morivano in gola e ben presto comprese che il suo intero corpo era come paralizzato, terrorizzato per la potenza che la ragazza sembrava aver acquisito. Adesso toccava a lei farsi avanti e decidere cosa fosse giusto per lui. Era inerme e completamente indifeso, bloccato come in una fotografia dinanzi a lei. Se voleva mettere la parola fine a quel tremendo incubo, la Hyuga avrebbe dovuto approfittare di quel momento, dato che entro pochi secondi la modalità sennin sarebbe stata smorzata dal suo ancora imperfetto controllo del chakra.

 
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view post Posted on 9/6/2014, 15:25     +1   -1
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Pazientò nell'attesa che le sue domande trovassero una risposta ma quell'uomo trasudava solo vendetta. Non c'era uno spiraglio di luce in lui, nulla che lei potesse raggiungere con il suo discorso. Avrebbe voluto che capisse, che fosse cosciente di ciò che stava facendo e della posizione che avrebbe rischiato d'assumere. Aveva attaccato l'eremo per i suoi sogni di gloria, non colpendolo direttamente ma utilizzando gli anelli deboli della catena. Non le piaceva il fatto che il piccolo avesse dovuto patire chissà quali trattamenti ma ci doveva essere qualcosa di più sotto. Non poteva essere solo un sogno di potere, non poteva aver creato tutto quello spettacolo solo per un frutto. Eppure le sue parole gli scivolarono addosso come acqua piovana.
Stava sprecando tempo e fiato, di tornare indietro sui suoi passi Kyōbō non ne aveva la benché minima intenzione. Avvertì il chakra dell'albero insinuarsi dentro di se mentre il suo corpo cercava d'abituarsi alla nuova presenza. La sensazione che quest'ultimo emanava era strana e diversa. Quando la preparazione fu portata a termine, la sua aura aumentò esponenzialmente, rinvigorendole i muscoli non troppo accentuati. Le occorse solo uno scatto per frantumare quelle catene che la tenevano ferma e immobile alla mercé del suo aguzzino. Colui che l'aveva condotta li iniziò ad indietreggiare, spaventato dalla nuova forza che si stava sviluppando dentro di lei. La Hyuga sapeva perfettamente quanto potessero durare poco le arti della senjutsu, anche se non si riusciva a spiegare se si trattasse proprio dell'arte eremitica quella con cui aveva a che fare.
I suoi tratti erano rimasti umani e tutto sarebbe sembrato normale se non avesse spezzato i fili di metallo come fossero ramoscelli secchi. Il nemico avvertì immediatamente la superiorità energetica, costretto a indietreggiare come un vile insetto troppo spaventato. Prese a camminare verso di lui con tanta grazia da intimorirlo con la sua calma inaudita. Il vento iniziò a mutare intorno a lei iniziando a comportarsi in maniera innaturale, fendendo attacchi taglienti che andarono a infierire sul corpo già martoriato del traditore. Non era sua intenzione porre fine alla sua vita e più si avvicinava e più si rendeva conto di quanto potesse essere futile un gesto del genere con qualcuno che aveva perso tutto.
Lo compativa ma il gesto che aveva fatto contro il suo amato, contro l'eremo e contro di lei era imperdonabile. Proprio come Fuyuki aveva dovuto decidere le sorti di Kokuma, adesso spettava a lei il prossimo passo. Continuò ad avvicinarsi mentre lui rimaneva pietrificato, incapace di poter fare qualcosa. La forza del ninjutsu lo fece piegare costringendolo ad arrendersi cadendo sul morbido prato.

- Avrei preferito che almeno mi dicessi il tuo punto di vista ma a quanto pare dovrò accontentarmi di ciò che ho visto con i miei occhi... - disse con tono abbastanza tranquillo la quindicenne.

In quel preciso istante si morse il dito, proprio come faceva quando evocava i suoi amati fratelli.

- Io non ti ucciderò, non ne ho il diritto ma tu qui non dovrai più rimettere piede - disse con tono solenne iniziando a marchiare la fronte dell'uomo - Con lo stesso sangue, come tua s-sorella dell'eremo, ti impongo questo sigillo bandendoti definitivamente dalle nostre terre. Non sarò l'eremita ma pensala in questa maniera, ti sarebbe potuto andare peggio...

Il sangue sulla fronte dell'uomo prese una forma più definita diventando nero come la pece per poi scomparire sotto la pelle come se l'inchiostro che non era mai esistito fosse evaporato. Il suo verdetto era stato pronunciato e per quanto potesse essere sembrato magnanime, in realtà lei sapeva cosa significava. Avrebbe dovuto vivere una vita di redenzione, non avrebbe potuto più portare a termine nessuna vendetta e sprofondare nell'odio delle creature che in passato riteneva fratelli. Destinato ad essere dimenticato per sempre nello scorrere del tempo. Nonostante la vita ancora salva quello era destinato ad essere un addio.

<fuuinjutsu> - Sigillo di contratto - (Chk: variabile)(Eff: variabile) "Sigillo molto variabile e utilizzato spessissimo come difesa da tradimenti, va inciso direttamente sulla pelle dell'interessato (Serve quindi consocere anche il sigillo di incisione). Il sigillo di contratto stabilisce delle clausole a cui la persona marchiata deve sottostare, pena vari effetti negativi, fino alla morte. E' importante notare come questo sigillo sia tanto più forte quanto più chakra vi è stato immesso, e nel caso l'altro non sia consenziente, va applicato mentre il proprio avversario è paralizzato o immobilizzato in qualsiasi altro modo. Per applicare un sigillo di contratto si dovrà sprecare un intero turno, nel quale non si può fare nient'altro. Il sigillo non funziona se applicato ad un clone.
Ecco la scaletta di potenza:
- 0-100 chakra: Le clausole comportano impedimenti di poco conto e situazioni minori (esempio: non si può bestemmiare). Le penitenze sono ignorabili o comunque non così dannose (scosse elettriche, tipo incontrollabili).
- 100-200 chakra: Le clausole comportano impedimenti e situazioni mediamente importanti (esempio: non si può rivelare in alcun modo un dato segreto). Le penitenze sono dolorose, ma non permanenti (si subisce un danno alla salute pari al chakra del sigillo con uno status negativo a scelta).
- 200-300 chakra: Le clausole comportano impedimenti e situazioni importanti, debilitanti per chi le riceve (esempio: non si può uscire da un dato paese/combattere un certo gruppo di persone). Le penitenze sono dolorose e permanenti (malus ad una caratteristica permanenti e cumulabili, malus da status ugualmente permanenti).
- 300-400 chakra: Le clausole comportano impedimenti terribili e tassanti (esempio: non si può uscire da una determinata stanza, non si può usare il chakra). Le penitenze sono mortali.
Gli ultimi due livelli di sigillo vanno sbloccati apprendendo la tecnica come jonin e jonin-s, rispettivamente. E' possibile rimuovere questo sigillo (o alterarlo) solo se si è la stessa persona che l'ha applicato."
 
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view post Posted on 9/6/2014, 19:13     +1   -1
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Aveva preso la sua scelta la dolce fanciulla, optando per una punizione esemplare, ma che al tempo stesso avrebbe rispetto la condizione di quel pover uomo che, privato ormai di tutto, non poteva far altro che aggrapparsi alla vita come un bimbo alle braccia materne. Il sigillo impresso sulla sua fronte rappresentava un chiaro monito, un divieto che non avrebbe dovuto violare, se non voleva incorrere in un tremendo castigo. Con il corpo costellato di ferite sanguinanti, l'uomo strisciò lontano per diversi metri, rimettendosi poi in piedi e fuggendo lontano da lì, venendo presto inghiottito dalla vegetazione lussureggiante che circondava quel luogo magico. Poco dopo l'aura che aveva avvolto il corpo della kunoichi si estinse come una fiamma spenta da un soffio, mentre il vento le accarezzò la splendida chioma blu, consentendole finalmente di tirare un profondo sospiro di sollievo.

- Scusa per il ritardo, ma perlomeno sono arrivato giusto in tempo per vedere cosa hai fatto.

Fu una voce familiare a destarla dalla gioia per il successo, un timbro che anche spezzando il silenzio quasi religioso che regnava in quel luogo sacro non avrebbe mai potuto spaventarla, caldo e armonioso com'era, quasi come una dolce melodia. Non appena lei si fu voltata, poté vedere il suo uomo, rimasto fino a quel momento nascosto dietro il grosso tronco dell'albero, uscire allo scoperto e avvicinarsi a lei con passi lenti e cadenzati. Aveva detto di essere appena arrivato e guardandolo bene, la ragazza non avrebbe potuto trovare alcun segno dello scontro che si era consumato sul ponte Owari. Il nukenin sembrava in perfetta forma e il suo volto trasudava energia, oltre che una grande soddisfazione che si palesava nei suoi occhi impregnati di vita. Arrivò a pochi centimetri da lei e si fermò, le mani posate sui fianchi e gli occhi compiaciuti che la guardavano dall'alto, ammirando lo splendido fiore che quel bocciolo era diventato negli ultimi giorni. Aveva compiuto passi da giganti, ma non era stato solo il suo fisico a maturare. Ciò che aveva più sorpreso l'eremita era la saggezza e la temperanza con le quali la quindicenne era riuscita ad affrontare quel pericoloso ninja, nonché il coraggio grazie al quale si era lanciata in una missione con alta percentuale di insuccesso, disposta a perdere la vita pur di salvare il suo uomo. Fu pensando al modo in cui lui si era comportato, che lo sguardo del ventenne si tinse di una sfumatura di tristezza, ma al tempo stesso di felicità.

- Sono stato uno stupido, avrei dovuto avere più fiducia in te e non comportarmi da egoista. Ti chiedo scusa, Chiaki.

Era seriamente dispiaciuto per ciò che era accaduto, ma non riuscendo a trattenere la gioia di poterla ancora stringere tra le sue braccia non esitò a placare il suo desiderio, avvolgendola in un caloroso abbraccio che avrebbe finalmente allentato la tensione che era aumentata in un crescendo che aveva scandito il ritmo frenetico di quella giornata fin troppo intensa e caotica. Rimase in quella posizione per diverso tempo, decidendo di staccarsi da lei solo per tornare a fissarla con sguardo vibrante di soddisfazione e orgoglio per ciò che lei era diventata.

- Sai, non avrei permesso a quel tizio di lasciare vivo questo posto..

Commentò serio, ma poi un sorriso radioso si dipinse sul suo volto, mentre la sua voce calda si levava tra le fronde rosee del magnifico albero sotto il quale i due amanti si erano rincontrati.

- .. ma non mi permetterei mai di contrastare il giudizio della nuova custode del Seishin no Tsurī.

 
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view post Posted on 11/6/2014, 23:15     +1   -1
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Lo vide strisciare come una verme, impaurito e in un certo senso grato che avesse avuto un'altra opportunità. Scivolò sul muschio umido relegato alle imponenti radici dell'albero sacro, che sembravano fare appositamente da sgambetto al violatore. Chiaki lo guardò allontanarsi senza abbassare mai lo sguardo. I suoi occhi erano seri e speranzosi della luce pura che l'avevano sempre caratterizzata. Rimase li qualche secondo nonostante il corpo dell'uomo fosse ormai lontano, nascosto dalle fronde degli alberi. I capelli tornarono a posarsi delicatamente sulle sue spalle mentre il corpo riprendeva la sua naturale ricarica di chakra. Lo spirito rosa era sparito, come i poteri che avevano circondato per pochi secondi la dolce fanciulla.
Tirò un sospiro di sollievo, potendo mettere la parola fine a quella brutta storia che l'aveva vista come protagonista. Fu una voce vicina e familiare che la fece voltare di scatto, come se non avesse minimamente fatto caso a quella presenza di troppo. Ripensò al suo operato e mille dubbi s'impossessarono di lei, lui tutto quel tempo era stato li ad osservarla? Cosa avrebbe pensato di lei? Aveva scelto di lasciare andare il suo nemico, vietandogli la possibilità di poter tornare tra i suoi fratelli ma era veramente abbastanza? Lo guardò con sguardo timoroso temendo un giudizio che non arrivò mai. Abbandonò l'albero usato come nascondiglio lui ma poté osservare con certezza la dolce kunoichi come le sue condizioni fisiche fossero state ripristinate. Era felice di trovarlo in forma smagliante, Yin aveva svolto un lavoro impeccabile; solo pensando a quante gliene avrebbe dette al suo ritorno però le fece accapponare la pelle. Solo quando il jonin le fu davanti poté scrutare meglio la soddisfazione che s'era impossessata del suo viso. Che non ce l'avesse con lei?
Non sapeva come elargire ancora leggermente sconvolta per tutte le informazioni e la serie d'eventi che era accaduta successivamente allo svenimento del suo uomo. Da dove cominciare? Fu di nuovo lui a parlare e quando sentì quelle parole, il ricordo vivido di quella mattina che s'era svegliata sola e con una lettera bagnata di lacrime come ultimo regalo, le provocarono una reazione che nemmeno lei si sarebbe immaginata. Scattò in avanti puntando l'indice sul petto del ragazzo, in modo accusatorio.

- Non capisco perché continui ad ostinarti a lasciarmi sempre indietro. Ho sacrificato tutto quello che avevo per te e sarei disposta persino a dare la mia vita per amore...e allora perché ancora non r-riesco a raggiungere la tua mano? Perché non mi permetti di farlo? - disse la chunin picchiettando il dito sullo stesso punto - Sparisci per settimane e non so nemmeno dove tu sia, che tipo di lavoro stai svolgendo, se tornerai...poi magicamente compari e decidi personalmente che è meglio t-tenermi da parte, lasciandomi in eredità l'eremo...

Il tono di voce s'era fatto più veloce ma le parole venivano ben scandite, con lo scopo di far entrare il concetto in profondità. La sua reazione fu alquanto improvvisa ma lo stress eccolo che tornava a farsi vivo, dovuto probabilmente alla tensione che aveva accumulato sull'albero nel momento in cui era costretta ad osservare senza poter fare niente per non rivelare la sua presenza. Il loro volto era a pochi centimetri e adesso la rabbia si mischiava alla voglia di baciarlo e sentire il sapore delle sue labbra. Quando si ha la paura di aver perso qualcosa di veramente importante, solo in quel momento si può dare un valore reale a ciò che si è rischiato di perdere per sempre. Si stava scusando, invece lei aveva incalzato in maniera spropositata. Quando ebbe finito lasciò andare le mani lungo i fianchi e abbassò lo sguardo rassegnata.

- Hai detto che avremmo affrontato tutto questo insieme... - si sfiorò la pancia la quindicenne, rendendo partecipe anche il loro discendente della vicenda.

Sentì delle braccia forti avvolgerla e poi i suoi occhi si sgranarono di stupore. Pochi secondi e il volto triste ed arrabbiato dell'evocatrice tornò a sorridere. Non poteva negarlo, quelle braccia erano meglio di ogni altra cosa, erano la sua casa. Avrebbe voluto piangere, colpa degli ormoni che si divertivano a prenderla in giro ma non lo fece, approfittando per qualche minuto del calore del suo uomo. Come poteva ancora controbattere? Come poteva dire qualche altra cosa contro di lui? Chiuse gli occhi, respirando solo l'odore della pelle appena scottata dal sole estivo del suo partner.

- Sai, vorrei rimanere così per sempre... - disse con un fil di voce la giovane dalla chioma blu.

Stava ancora immersa nel suo mondo fantastico quando qualcosa la destò da li. Che significava quell'ultima cosa che aveva detto? Custode? Sbatté più volte le ciglia, cercando di riagganciare i pezzi della conversazione poi i suoi occhi si posarono sull'albero alle spalle del nukenin. I rami luminosi li circondavano, lasciando che quel posto fosse magico. Se non avesse sentito la storia di Kyōbō avrebbe pensato che quello fosse un posto magnifico per una coppia.

- Cosa intendi per c-custode dello Seishin no Tsurī? - chiese con una nota di dubbio la ragazza.
 
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view post Posted on 12/6/2014, 12:55     +1   -1
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Aveva ragione la bella kunoichi. Proprio lei, che aveva già sacrificato tutto pur di seguire il nukenin e tuttora si dimostrava disposta a dare la propria vita per proteggerlo, aveva il diritto di rimanere al suo fianco, di combattere insieme a lui qualsiasi avversità si fosse presentata. E invece lui, cosa aveva fatto? L'aveva lasciata indietro, accecato dal suo carattere protettivo, alimentato maggiormente dalla notizia del bambino in arrivo, prendendosi il privilegio di decidere per lei. Eppure Fuyuki aveva visto qualcosa in lei, una nuova fiamma che non era ancora riuscito a scorgere, non prima di quel momento almeno. Chiaki era cresciuta, non era più la ragazzina timida e indifesa che aveva strappato alla sua prigione il giorno del suo tredicesimo compleanno; quella che si ergeva dinanzi a lui era una ninja ormai in grado di badare a se stessa e pronta a difendere i suoi cari, come aveva appena fatto scontrandosi con quel traditore. Chiuse gli occhi l'eremita, mentre in lui quelle convinzioni si rafforzavano, come se lei fosse riuscita a cementificare quelli che all'inizio erano stati solo sospetti. Era pronta.

- Se lo vorrai, quando i tempi saranno maturi, potrai seguirmi e rimanere sempre al mio fianco.

Le sussurrò con un fil di voce, accarezzandole dolcemente il ventre per farle capire che ciò avrebbe potuto verificarsi soltanto dopo la nascita del bambino. Una via pericolosa e costellata di ostacoli era quella che l'attendeva, ma se ciò che desiderava di più era rimanere al suo fianco, lui non si sarebbe più opposto, non ora che era certo di quanto lei fosse maturata, come kunoichi e come donna. Le nuvole rosse danzarono sul suo manto scuro, smosso dal vento. Il tempo era propizio.
Quando lei pose l'ultimo quesito, perplessa al riguardo di ciò che aveva udito, il sorriso sul volto del jonin si fece radioso come mai. Compose rapidamente una serie di seal e una coltre di fumo lo avvolse. Quando questa si fu diradata, la quindicenne poté vedere il suo uomo stringere un magnifico arco e una faretra traboccante di frecce dall'impennaggio raffinato, vestito di sfumature che ricordavano le fronde rosee dell'albero sacro ai piedi del quale i due guerrieri si trovavano.


- Quel che ti dico non è frutto di una mia decisione, o di quella di uno dei nostri fratelli. E' stato il Seishin no Tsurī a scegliere te come suo custode.

A quel punto tutto fu chiaro. L'aura che l'aveva avvolta, una volta accumulato il chakra naturale, e che le aveva donato quel potere era la volontà dell'albero, che già aveva colto l'essenza del cuore della ragazza, che ne aveva dato subito prova risparmiando la vita di Kyōbō.

- Solo uno spirito immacolato può difendere il tesoro più puro dell'eremo. Quest'albero è il simbolo della nostra armonia, del sentimento che ci lega come il sangue del patto. Quest'arco è stato costruito con lo stesso legno del tronco del Seishin no Tsurī. E' uno strumento di pace che non conosce la morte e mai questo candore dovrà essere violato.. altrimenti le stesse frecce, tue compagne, spezzeranno il vincolo che ti lega all'albero sacro. Ma ciò non accadrà..

Parole severe le sue, ma necessarie per far intendere alla ragazza ciò a cui andava incontro. Non poteva sottrarsi, non dopo che l'albero aveva proclamato il suo verdetto. Si avvicinò nuovamente a lei il membro delle nuvole rosse, legandole al corpo la faretra e consegnandole delicatamente l'arco, il simbolo del legame che l'avrebbe per sempre legata a quel luogo magico. Poi sguainò Namida, lasciando che i suoi riflessi cremisi splendessero, baciati dalle prime luci del giorno appena nato. La lama sfiorò dolcemente il legno dell'arco e subito il vento soffiò, omaggiando i due custodi dei tesori dell'eremo. Le fronde rosee vennero mosse da quella dolce brezza, accarezzando la splendida chioma blu della Hyuga, quasi come se fossero animate da vita propria.
Era deciso. Da quel momento in avanti, entrambi avrebbero lottato insieme per proteggere ciò che avevano più a cuore.


- .. perché un fiore può anche seguire il soffio del vento, ma da esso non verrà mai spezzato.

Tadan! Missione terminata :D
Devo dire che mi sono divertito parecchio e sono contento che la missione, specialmente in determinati punti, si sia sviluppata anche meglio di come avevo immaginato inizialmente. Questo perché con le tue scelte hai influito molto sull'andamento della missione, facendole assumere pieghe che non avevo minimamente previsto. Ma tutto è bene ciò che finisce bene!
Per quanto riguarda la tua valutazione invece, ribadisco che il tuo stile è quello che più preferisco tra quelli che ho letto qui dentro. Scrivi benissimo e ruoli Chiaki in maniera impeccabile, non accontentandoti delle banalità, ma cercando sempre di trovare un modo originale per approfondire i lati del suo carattere, in qualsiasi sfaccettatura. La tua pg sta crescendo gradualmente e per fortuna, seguendola direttamente, sto avendo modo di cogliere ogni passaggio di questa evoluzione, non affidata al caso, ma ruolata in maniera eccellente in ogni post che scrivi. Se proprio devo trovare il pelo nell'uovo, posso solo pensare a qualche raro errore di battitura e una certa difficoltà nel ruolare i post di addestramento. Ma in quello non mi trovo bene nemmeno io, a dimostrazione che nessuno è perfetto e che bisogna sempre migliorarsi! In numeri:
CITAZIONE
Missione B
+5 PM

Voto: 10
Exp: 3000 (1500 pesabili)
Stat: 15
PS: 15
Evo: 10
PA/PT: 4
Paga: 300

Ricevi anche come ricompensa un Arco chunin di liv. 3, con annesse Faretra e Frecce.
Quest

Voto: 9
Exp: 540

Detto questo, spero che ti sia divertita anche tu e che la missione ti sia piaciuta. Se vuoi lasciare un commento su di me puoi farlo in questo post, altrimenti andiamo avanti e via.

PS. A chi valuterà: i post che seguiranno non rientrano nel conteggio della quest/missione, che è finita con questo post. E' solo uno sviluppo del BG dei nostri pg, per cui potete anche risparmiarveli se volete XD


Edited by .Melo - 12/6/2014, 19:03
 
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view post Posted on 12/6/2014, 18:53     +1   -1
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Si lasciò cullare dalle parole del giovane, percependo che lui aveva capito quello che provava dentro. Non c'era motivo per rimanere arrabbiata con lui, non c'era nemmeno la forza per farlo. Era come se tutto quello appena accaduto non fosse realmente successo, come se ci fosse stata una breve interruzione a quel momento intimo che avevano vissuto nella foresta. Chiaki era convinta delle sue idee ma non era mai riuscita ad esprimersi a pieno con il jonin, era mancato così tanto e dopotutto lui di lei aveva visto soprattutto una bambina balbettante e impaurita. S'era sempre chiesta cosa fosse mutato nel loro rapporto e quando ma nemmeno lei se lo sapeva spiegare quindi rinunciò al primo tentativo. Piuttosto le parole del nukenin la incuriosirono e quando i loro occhi chiari s'incrociarono di nuovo non poté evitare di sciogliere la sua lingua in domande.

- Potremmo affrontare delle missioni insieme come i vecchi tempi? Mmm...ma l'Akatsuki sarà d'accordo su questo punto? - sembrò essere pensierosa la dolce kunoichi come se qualche punto di tutto ciò non le tornasse.

Comunque avrebbe dovuto ancora aspettare per quel momento, il gesto del ventenne fu chiaro portando attenzione al piccolo cullato nella pancia dell'evocatrice. Lasciò che lui si prendesse cura di lei come una bambina nei confronti del proprio genitore. Le attenzioni non durarono troppo perché sembrava che Fuyuki avesse qualcosa da mostrarle, qualcosa che difficilmente riusciva a trattenere per l'entusiasmo. Compose velocemente i sigilli e poi qualcosa che sembrava avere vita propria spuntò dalla nebbia fitta. Un arco. Ne aveva visti parecchi nella sua vita ma mai s'era destreggiata con uno strumento del genere. In fin dei conti era una Hyuga, perché mai avrebbe dovuto fare uso di qualcosa del genere. Poi si ricordò che lei del clan aveva ben poco e capì che poteva essere ancora più diversa, seguire una strada tutta sua che un giorno le avrebbe permesso di liberare Mirai dalle sue catene invisibili.
Aveva rifiutato l'importante ruolo di diventare eremita ma aveva conquistato qualcosa di meglio, qualcosa che non si sarebbe mai aspettata. Una custode, la custode dell'albero sacro con il compito di donare armonia all'eremo. Sul viso della quindicenne si formarono delle rughe di stupore. Non poteva credere a quello che stava udendo, come se dopo tutte le cose che aveva vissuto quella fosse la più strana anche se non era così. Il suo credo era condiviso per la prima volta da quella creatura silenziosa ma viva. Una nuova arma con cui combattere ma in cambio non avrebbe dovuto rapire nessuna vita, un patto da rispettare per portare con se il nuovo alleato. Fissò l'albero poi tornò a guardare la manifattura pregiata dell'arco. Non sapeva se ringraziare l'eremita o lo Seishin no Tsurī.

- Beh... - guardò prima il soldato delle nuvole rosse poi i suoi occhi trasparenti e puri fissarono l'enorme corteccia sfumata dell'albero - Grazie della f-fiducia che hai riposto in me, non ti deluderò...

Sembrava in imbarazzo e leggermente a disagio nel pronunciare quelle parole. Non aveva mai pensato che un albero potesse sentirla, cioè con il dominio del chakra naturale aveva visto il mondo in modo diverso ma ancora non riusciva ad immaginarsi le scoperte che le avrebbe potuto fare nel corso della sua esistenza. Quella era una delle tante che ancora la lasciavano interdetta e incuriosita dalla vicenda, come una pargoletta alle prese con la sua prima esperienza. Tornò a guardare lo Hyuga e i suoi occhi già sorridevano prima che la sua espressione mutasse. Lo shinobi estrasse la sua katana nera come la notte e le sfumature rossastre splendettero riflettendosi nei primi colori del mattino. Due oggetti sacri che s'incontrarono, entrambi con lo stesso scopo ma utilizzatori di mezzi differenti. Un momento idilliaco impresso nel tempo e nello spazio, con le uniche parole del giovane a rimbombare nel fitto della foresta. Insieme per proteggere i loro fratelli, insieme per amore, insieme per raggiungere i loro sogni.

Dai anche se è finita la missione, possiamo continuare la storia beautiful mettiamola così. Mi sono divertita un bordello come al solito e sono felice di ruolare con te per la tua bravura. Sopratutto perché non devo forzare il carattere del mio pg. Che altro dire? Ormai Chiaki la conosci alla perfezione e sembra anche sciocco stare qui a prolungarsi. Sei stato bravissimo e la trama è stata spettacolare. Finalmente la mia PG ha fatto un level up, non picchia solo alberi a random ma ne è anche custode ahahah! Spero che ti diano un voto alto perché te lo meriti tutto. Anche io pensavo che la quest durasse di più per questo mi sono trovata in difficoltà con i post a descrivere intere giornate, penso che siano stati i post più impegnativi tra tutti. La missione invece è stato qualcosa di veramente emozionante, alcuni post mi sono messa anche a piangere, tipo quello della lettera. Cioè boh non mi è mai successo di piangere per un post se non per i miei quando mi concentro troppo su cose tristi XD Beh cosa dire...grazie di tutto.
 
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Curiosa per ciò che il suo uomo le aveva appena detto, la ragazza pose un quesito dovuto, al quale però il più grande rispose scuotendo la testa in segno di assenso. Lei non poteva conoscere i meccanismi che governavano l'Akatsuki, una fredda e spietata organizzazione che fondava la sua politica sul mero calcolo razionale. Ciò che era richiesto ai suoi membri era efficienza e precisione durante i vari incarichi, anche i più vili, e insieme i due Hyuga formavano un'ottima squadra, capace di far fronte a qualsiasi missione. Come i vecchi tempi, proprio come aveva detto lei. Tuttavia si trattava di un futuro sì prossimo, ma al tempo stesso ancora lontano, difficile da afferrare; altre erano le priorità che andavano rispettate, tra le quali svettavano innanzi tutto il bambino e il matrimonio.
Furono giorni intensi e frenetici quelli che si susseguirono in seguito, ore che con il loro vento di novità spezzavano la monotonia che spesso congelava l'eremo in un continuo fluire di vita privo di alterazioni. Un evento simile non era cosa da poco, specie se si considerava che a sposarsi erano l'eremita e la custode dell'albero sacro, e per l'occasione furono in molti a mettersi in moto per i preparativi. Tra i più attivi indubbiamente Fukuizuna, dedita a cacciare le bestie che avrebbero costituito le portate principali del lauto banchetto che avrebbe preso vita dopo la cerimonia e che Shirotari, ammantata della sua superbia per quanto concerneva la cucina, si era subito offerta di preparare. Forse il più entusiasta, più che ciò che precedeva il matrimonio che per quest'ultimo, fu Okojo che, nemmeno a dirlo, si occupò di organizzare l'addio al celibato di Fuyuki. Non si trattò di niente di speciale: si riunirono entrambi sotto lo stesso albero, a fumare e a chiacchierare sotto il manto celeste macchiato di stelle. Il piccolo ermellino dal candido pelo non risparmiò tuttavia al giovane il suo dispiacere per l'aver perduto un amico, quasi vedesse Chiaki come una divoratrice di uomini, mito che l'eremita sfatò prontamente con una sonora risata e parole rassicuranti spese a tal proposito.
Il fatidico giorno giunse infine, svegliando l'intero eremo, preparato per l'occasione. Decorazioni floreali ornavano i ruderi vicini alla lunga scalinata che conduceva in cima alla torre bianca, ai cui piedi avrebbe preso luogo la cerimonia. Lo stesso Mujinahen si era deciso ad abbandonare il suo scranno per prendere parte all'evento e i suoi occhi serafici erano posati sul futuro padre, in piedi dinanzi alla scalinata. Avvolto in un kimono dai riflessi blu che non ostentava opulenza, né distacco da ciò che lo circondava, sensazione che invece lasciava trapelare la sigaretta accesa che teneva in bocca. Non si era smentito nemmeno per quell'occasione il jonin, che attendeva la sposa senza curarsi di nascondere un po' di nervosismo. Avevano affrontato entrambi numerose peripezie per arrivare alla coronazione del loro sogno, si era preparato a lungo per quel momento, eppure sembrava palesemente a disagio; l'attesa era snervante e forse soltanto la vista della sua splendida amata gli avrebbe permesso di ingurgitare il nodo alla gola e riacquistare la sicurezza che sempre lo aveva contraddistinto, la cui scomparsa rappresentava però un semplice insegnamento. Neanche un ninja poteva rimanere impassibile davanti ai grandi passi della vita.

 
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Non avrebbe dovuto temere per le sorti del suo uomo perché il futuro nel quale poteva portare a termine il suo compito era vicino, più di quanto pensasse. Sorrise a quel pensiero ma presto la sua espressione così gioiosa venne sostituita da un'altra più preoccupata e ansiosa. Il matrimonio era alle porte adesso che la pace sembrava aver ricoperto con un velo floreale, l'intero eremo. Non sarebbe mancato nessuno, un evento del genere avrebbe raccolto la famiglia in un unico punto, avrebbero passato una serata insieme come non facevano da tempo. La vera protagonista di tutto questo però non sembrava Chiaki quanto piuttosto il piccolo furetto aranciato che manovrava tutti i lavori con il suo enorme ago che sventolava come un'arma. Alcuni libri di vestiti erano buttati qua e la, la Hyuga si chiese dove potesse aver rubato dei simili cimeli. Era l'occasione di Fujime: dando sfogo alla sua arte creativa probabilmente sperava in qualche ricompensa a base di elogi che non sarebbe mai arrivata.
Gli esseri dell'eremo non ci tenevano poi così tanto all'abbigliamento, almeno non come gli umani; il loro era prettamente un uso in combattimento o per coprirsi dalle temperature troppo alte. La dolce kunoichi se ne rimaneva immobile nel letto, osservando l'operato come una bambola che aspetta d'indossare il proprio vestito della giornata. S'era proposta anche lei d'aiutare ma il rimprovero dell'animale era stato così pungente che non aveva nemmeno provato a insistere. Quindi non le rimaneva che attendere e lanciare qualche occhiata fuori dalla finestra, quasi per chiedersi cosa stesse facendo il suo amato. Anche il loro allontanamento era stata una decisione della piccola creatura che sembrava essersi informata accuratamente sugli usi e costumi per quelle determinate situazioni. La nukenin si chiese quanto sicuramente quel piccolo scricciolo avesse desiderato non essere relegato a quelle mura arboree che non gli si addicevano.
I piccoli mustelidi intanto a ritmo di rimproveri si muovevano celeri sul piccolo manichino, inserendo fiocchi e affrettandosi a cucire come meglio potevano, prestando particolarmente attenzione per non essere punzecchiati dall'ago del furetto sarto. Tutto si svolgeva in maniera armoniosa ma anche celere, le creature dell'eremo erano famose per la loro precisione e perfezione. La quindicenne spostò lo sguardo e notò immediatamente il palazzo bianco che aveva perso il suo colore così candido per via dell'allestimento di alcuni abitanti. Quel paradiso terrestre stava prendendo una sfumatura diversa, raggiungendo vertici che avrebbe saputo definire a parole. Ogni cosa sembrava essere al suo posto, tranne che lei; avrebbe voluto tanto passare quei giorni tra le braccia del suo partner che s'era goduta così poco. Giocherellava con l'anello di legno che ancora non aveva restituito al legittimo proprietario. Aveva tentato anche lei di realizzarne una simile intagliando il legno ma con diverse difficoltà, quel campo non era il suo; così aveva dovuto chiedere aiuto a una piccola lontra che sembrava intendersene dei vari legni.
S'era dimostrata molto gentile, nonostante la fanciulla non ci avesse mai parlato, forse tutto era condizionato dal nuovo ruolo che aveva ricoperto con la sua nuova missione. Al contrario di molti, Kamatari non aveva voluto sentire repliche per come si era comportato a sproposito, durante la manovra di recupero di Fuyuki. L'evocatrice aveva tentato più volte di prendere parola con lui che l'aveva snobbata con una facilità inaudita. La testardaggine della creatura era a livelli spropositati ma la ragazza dalla chioma blu non s'era arresa, forse con l'aiuto di Yin e Yang gliela avrebbe fatta pagare in qualche modo divertente. I giorni passarono lenti e monotoni. La chunin era un po' delusa da una simile attesa priva di divertimento e con il cuore che le batteva ogni volta all'impazzata. A cosa serviva tutto quel meccanismo e perché doveva rispettare regole umane nel regno dei mustelidi? Se l'era chiesto parecchie volte ma l'unica responsabile poteva essere Fujime.
Sbuffò sonoramente buttandosi a letto in quella che sarebbe stata la sua ultima notte da sola. La finestra aperta sul mondo tramutato in fiori mentre la brezza primaverile invadeva la stanza con i suoi odori. Uno zampettare catturò la sua attenzione e le sue labbra resero visibile il sorriso senza che lei aprisse gli occhi. Sapeva chi poteva essere entrato, nonostante i suoi passi felpati le unghie sfioravano la superficie lignea.

- Ehi Chiaki...stai dormendo? - chiese curioso il piccolo animale color pece, arrivato ai piedi del letto.

- No, mi godo solo un po' di pace... - rispose la ninja facendo riferimento alle giornate estenuanti che aveva passato senza fare niente.

Yin s'arrampicò sul letto, ritagliandosi un po' di spazio vicino alla kunoichi. Entrambi se ne stavano a pancia all'aria ad osservare il soffitto pensierosi, poi la bestiola riprese la parola.

- Senti Chiaki...sei sicura del passo che stai facendo? - fece una pausa per ponderare meglio le parole e non essere pungente come suo solito - Cioè...non credi che sia meglio aspettare?

- Mmm...perché mi dici queste cose Yin? C'è qualcosa che ti p-preoccupa? - la ragazza si spostò sul fianco e le sue iridi chiare si specchiarono negli occhietti luminosi della creatura.

- Beh...cioè...mmm...non lo so...sei ancora giovane, guarda me ancora non mi sono messo sulle tracce di nessuna femmina, ne abbiamo di strada da percorrere insieme. E poi Fuyuki...non è detto che sia quello giusto, potrebbe succedere di tutto e magari devi ancora scoprire le verità scomode...non possiamo rimandare? - domandò il furetto in una maniera assolutamente strana, quasi stesse cercando di nascondere qualcosa.

- Yin se hai qualcosa da dirmi, parla e basta... - disse la chunin incalzando.

Fu in quell'istante che la conversazione venne interrotta dalla porta dell'ingresso che sbatté contro il muro. Un'ombra gigantesca ed inquietante oscurò la luce della luna che si sarebbe dovuta fare spazio nella soglia. Sia la ninja che la piccola evocazione si girarono all'unisono, quasi non si aspettassero un simile fracasso. Che stava succedendo? La donnola dal fisico slanciato e possente abbassò la testa e fece il suo ingresso nella casetta di legno, che ospitava la bella futura sposa. Yin deglutì a disagio per la presenza di Fukuizuna mentre la quindicenne cercava di capire a cosa fosse dovuta la sua presenza. Non aveva mai avuto modo di parlare con lei o perlomeno stare nella stessa struttura che sembrava così estremamente piccola per lei, tanto da farla spazientire.

- Alzati da quel letto e stammi dietro - disse con voce tonante e quasi arrabbiata la creatura prima di ribaltare un po' di cose ed uscire da li.

Il suolo tremò e la casetta sembrò improvvisamente così indifesa. I due spettatori si guardarono perplessi, poi la Hyuga si alzò di scatto e s'accorciò la luna chioma per evitare d'inciampare durante il tragitto. Il furetto nero che difficilmente si faceva cogliere sorpreso, s'infilò immediatamente tra le vesti di sua sorella, come per scoprire le intenzioni dell'immensa donnola. Non le piaceva, non le era mai piaciuta soprattutto quando trattava le persone in quel modo, come se lei fosse a capo di tutto. Quando la fanciulla ebbe finito con i preparativi, si lanciò all'inseguimento dell'animale che si muoveva troppo velocemente per lei. Non si rivolsero nemmeno una parola ma proseguirono all'interno del fitto della foresta, lontano da tutti. Yin era sempre più convinto che colei che li stesse guidando aveva delle cattive intenzioni ma poco prima che esponesse la sua idea a sua sorella uno strano scenario gli si aprì davanti. Dei piccoli lumi circondavano la radura e molti altri mustelidi se ne stavano li crogiolandosi tra di loro, sarebbe uscito allo scoperto se non avesse notato immediatamente qualcosa che non andava.
Tutte le creature presenti li erano di sesso femminile e ciò poteva significare solo una cosa, era in trappola. La capigliatura folta di Chiaki lo nascondeva per bene ma quanto ci avrebbe messo la donnola a scovare la sua presenza di chakra? Provò a sfruttare la sua immobilità a suo vantaggio, immaginandosi come potesse sentirsi a disagio l'evocatrice in quel posto strano. La nukenin si guardò intorno incuriosita ma incapace di credere a quello che avrebbe vissuto a breve. Alcuni furetti fecero calare le luci con foglie enormi mentre il manto erboso si riempiva di cibo e bevande alcoliche, se ne poteva avvertire l'odore nell'aria. Ben pochi ne conosceva di tutti quegli esserini, riuscì a scorgere da lontano una Fujime stanca e affaticata ma piena d'entusiasmo che le lanciò un rapido saluto.
Ma a cosa doveva tutto questo? Strabuzzò gli occhi mentre le luci venivano proiettate verso dei tipi strani in lontananza che danzavano con delle foglie sotto un cielo coperto di stelle. Qualcuno di poco visibile suonava uno strumento strano che creava un suono acuto ma dava ritmo all'esibizione. Le altre creature sembravano in delirio per qualcosa che la kunoichi non riusciva a capire. Si grattò la testa confusa lasciandosi trasportare dal suono della musica, adesso che era adagiata sull'erba morbida. Fu la voce di Yin che la fece destare dalla sua attenzione.

- Che cosa disgustosa... - disse suo fratello, cercando di tenere un basso livello di voce.

Eppure ciò non spiegava cosa lui e quelle creature vedessero più di lei in quella folla di mustelidi che ballavano con le foglie. Al suo fianco Fukuizuna beveva in abbondanza e non distoglieva minimamente lo sguardo dalla scena, come se stesse assaporando un piatto prelibato. Avrebbe voluto chiederle ma ripensando al trattamento ricevuto poco prima si morse la lingua, attendendo di capire da sola. Quando gli aspiranti ballerini furono abbastanza vicini, Chiaki non riuscì a trattenere un'espressione stupita per poi successivamente coprirsi gli occhi. Non ne aveva la certezza essendo stata sempre abbastanza pudica per queste cose ma era come trovarsi al mercato, dove si poteva osservare minuziosamente il prodotto: più bello, più fresco e più grande. Passò il resto della serata sperando che l'esecuzione terminasse, tappandosi le orecchie al brusio che di tanto in tanto si udiva tra il pubblico.
Ogni commento era un ago che penetrava nella sua pelle morbida, mettendola a disagio e facendola comportare in una maniera innaturale. Se ne sarebbe andata molto volentieri se i sensi di colpa per la serata organizzata probabilmente per lei, non l'avessero trattenuta li. Quando le luci ripresero vigore uno sguardo freddo e scuro si posò su di lei. La kunoichi sorrise imbarazzata, mostrando la sua totale timidezza che sperava fosse scomparsa con il tempo.

- Allora ti è piaciuto il regalo? - la voce possente della donnola sembrò quasi far vibrare i massi.

- Si, si, si...molto c-carino - disse di rimando la più piccola, iniziando a maledire la sua pessima capacità di dire fesserie.

- Allora evocatrice, domani sarà il grande giorno. Hai avuto l'occhio lungo e a quanto pare più successo di me ma non mi scoraggio per così poco. Sono una cacciatrice nata e uno spirito simile è indomabile, finché non si raggiunge l'obiettivo designato. Non penso che tu possa capire ciò che sto dicendo ma sappi che da oggi in avanti avrai una rivale. Non mi farò mettere i piedi in testa da una sorella spelacchiata - poi rise Fukuizuna trasportata dall'ebbrezza dell'alcol.

Non sapeva cosa credere la giovane che durante la risata saltò per lo spavento. Anche altri della sua specie s'erano voltati a guardarle, forse cercando d'origliare la loro conversazione. Perché dovevano essere rivali? Cosa voleva da lei? Non riusciva ben a capire le reali intenzioni dell'immenso animale armato fino ai denti. Fortunatamente l'argomentazione venne accantonata, finché piano, piano la radura non iniziò a sfollarsi. Il giorno seguente sarebbe stato molto impegnativo. Non restava che tornare a casa e riposare, così da essere al massimo delle forze sotto un tale stress prematrimoniale.

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Venne svegliata da una Fujime in perfetta forma e piena d'entusiasmo. Nonostante la serata prima piuttosto turbolenta il piccolo furetto sembrava essere pieno di forze, tanto che svegliò la ragazza diverse ore prima rispetto all'evento. Gli ultimi preparativi dovevano essere ultimati soprattutto il vestito che addosso alla Hyuga iniziò ad assumere una sfaccettatura diversa. I ritocchi di precisione del piccolo animale aranciato, furono d'obbligo e senza rendersene conto era già in ritardo per la cerimonia. La pancia era chiaramente visibile tra le pieghe dell'abito bianco che le stava perfettamente a corpo almeno fino alla vita. Sfumature rosa richiamano gli abbellimenti che circondavano la radura. Iniziò a giocherellare con le unghie adesso che l'ansia era quasi tangibile. Stava sulla soglia della porta circondata da parecchi furetti che le evitavano che l'abito strusciasse al suolo, alcune faine tenevano stretti dei cesti con dei petali di rosa dello stesso colore del bouquet che le avevano appena ceduto una Fujime commossa.
Quando la porta si spalancò e la sua pelle chiara venne baciata dal sole, un suono simile a quello della sera prima catturò la sua attenzione. Sugli alberi qualcuno della famiglia suonava armoniosamente delle foglie, creando una melodia dolce e romantica, rispetto a quella più vivace della sera antecedente. Poi gli occhi di lei si spostarono e incontrarono quelli così simili di lui. Era bellissimo nel suo kimono color del mare anche se una nota di disappunto si formò nel suo viso non appena vide la sigaretta in bocca. Aveva sempre odiato il fumo e sperava che almeno in un momento del genere, il suo uomo si fosse trattenuto ma non c'era niente che glielo potesse impedire. Soprattutto perché la presenza di Okojo non aiutava. I suoi occhi si alzarono e vide che persino Mujinahen aveva abbandonato il suo trono per assistere compiaciuto a un simile evento. Non lo aveva mai visto fuori dalla struttura, aveva persino pensato che tutto ciò fosse dovuto al fatto che avesse qualche problema a combattere ma probabilmente s'era sbagliata.
I suoi occhi luccicarono, emozionata com'era mentre si avvicinava alla base delle scale. Tutto sembrava perfetto come la storia di quella favola che leggeva da piccola. Un unico libro, probabilmente appartenuto a sua madre che lo aveva letto talmente tante volte da consumarlo. L'unico libro nell'immensa libreria che lasciasse sognare, piuttosto che immergersi nella cruda realtà dei libri scientifici del padre. Le gambe le tremavano, i piedi scalzi le davano l'impressione che facessero fatica persino ad alzarsi costretti a essere trascinati come macigni. I giorni che non l'aveva visto le sembrarono così lunghi, avrebbe voluto interrompere tutto e chiuderlo in una stanza dove sarebbero rimasti solo lei e lui.
Forse era un po' egoistico ma la tentazione era tanta. Il vento le accarezzò i capelli portando con se il profumo dei fiori che erano stati incastonati con perizia, formando una treccia e un rigonfiamento studiato solo per lei. Fukuizuna la aspettava vicina all'altare con accanto il piccolo Okojo che le lanciava occhiate piene di dolcezza. Un dettaglio che le smosse il cuore e che le fece ripensare alle parole della donnola. Che si riferisse a lui? Gli dava fastidio che evocasse l'ermellino durante le sue missioni? Erano tante le cose che la coinvolsero in quella giornata ma finalmente di fronte all'ex ANBU, tutto venne messo da parte. Da quel momento in poi sarebbe esistito solo lui.



Edited by Karen91 - 22/8/2014, 10:54
 
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I secondi si trasformarono ben presto in minuti che scandivano la snervante attesa della sposa. Se ne stava in piedi il giovane eremita, palesemente ansioso per la cerimonia che si sarebbe svolta a breve; ripassò mentalmente ciò che avrebbe dovuto dire, lemmi che gli erano stati insegnati dallo stesso Okojo, ma che adesso non rimembrava, quasi come se l'ansia avesse offuscato ogni ricordo dei giorni di preparazione che avevano preceduto il matrimonio. Quando però il momento giunse, il ragazzo fu colto alla sprovvista. La sigaretta cadde inesorabilmente dalle labbra del jonin, aperte in una smorfia impregnata di stupore e meraviglia che la vista della sua amata aveva generato. Era bellissima, avvolta in quel lungo vestito dalle rifiniture preziose e curate, esattamente come le punte della sua splendida chioma blu. Non si preoccupò nemmeno di essere stato colto in flagrante, con una sigaretta in bocca proprio durante il loro matrimonio. Era troppo intento a fissarla con occhi sognanti, mentre percorreva con passi lenti i metri che li separavano, attraversando il corridoio che i mustelidi avevano creato con la loro disposizione. Come una musa dalla bellezza impossibile da cantare, Chiaki aveva colpito il cuore del suo uomo e, adesso che lei si avvicinava secondo dopo secondo, il cuore di lui iniziava a battere seguendo un ritmo più frenetico, quasi caotico. Quando fu giunta al suo cospetto, il membro delle nuvole rosse si ritrovò bloccato per un attimo, incapace di trovare le parole giuste da dire. Poi riuscì a sciogliere la lingua, ma questa si fece portavoce soltanto di uno dei tanti pensieri che in quel momento gli stavano affollando la mente.

- Sei stupenda.

Gli era stato proibito di vederla durante gli ultimi giorni, per rispettare quei riti scaramantici ai quali lui non credeva nemmeno un po' e che anzi adesso aveva imparato a odiare, durante quelle ore di attesa in cui non aveva desiderato altro che fuggire e correre da lei. Nonostante la tentazione di toccarla, accarezzarle il viso e baciarla fosse parecchio alta, si sforzò tuttavia di mantenere il contegno, ora che tutto era finalmente pronto per l'inizio della cerimonia. Sarebbe stato Mujinahen - che ovviamente era il più indicato fra i presenti - a dare ai due amanti la benedizione per i loro futuro e per l'occasione il vecchio tasso si decise a sfoggiare la sua vera voce; tutti erano stati invitati e parecchi sospiri traboccanti si levarono in cielo non appena l'anziana creatura ebbe pronunciato la prima parola. La cerimonia durò diversi minuti, durante i quali l'attenzione del jonin, attratto dalla sua amata come un corpo metallico da una calamita, scemò in parecchie occasioni. Avrebbe voluto essere altrove, da solo con lei per poter finalmente godere del suo amore in santa pace, di sentire il sapore delle sue labbra. E tale desiderio si manifestò in tutta la sua prepotente vitalità quando, al momento fatidico, il tasso venne prontamente interrotto dal suo allievo.

Mujinahen - Vuoi tu, Fuyuki Hyuga, prender-

- Lo voglio.

Un grosso sorriso, caldo e radioso, si dipinse sul suo volto. Si era finalmente liberato di quel fastidioso nodo alla gola e, non appena anche Chiaki ebbe esternato il suo reale desiderio, la baciò senza nemmeno attendere il consenso del sommo. Un'espressione bonaria si disegnò sul viso di quest'ultimo, che conosceva bene i sentimenti che in quel momento ardevano nei cuori dei suoi due fratelli, le cui vite e anime adesso erano legate per l'eternità. Avvolto nel calore di quel bacio, nessuno dei due avrebbe prestato attenzione agli applausi che si sarebbero levati alti in cielo. Non importava, ciò che veramente era essenziale per ognuno dei due era l'amore dell'altro, racchiuso in quel momento magico che entrambi avevano atteso a lungo e che adesso sbocciava come un fiore maturo, mostrando tutta la sua delicatezza e la sua bellezza.

 
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Fuyuki da vicino era una cosa spettacolare e poté notare dalla sua espressione che probabilmente lui pensava di lei le stesse cose. Lanciò un occhiata a terra dove giaceva ormai la sigaretta che era caduta dalle sue labbra carnose e non poté trattenere un piccolo sorriso. Stava palesemente in imbarazzo per quanto potesse sembrare strano dato che conosceva l'eremita quasi da una vita. Le sue guance divennero rosse al complimento appena pronunciato dallo Hyuga e la costrinsero ad abbassare lo sguardo per pochi secondi. La loquacità di lui sembrava essere stata scavalcata dalle emozioni che lo rendevano fragile e insicuro in quel momento. Riuscì a sbiascicare una specie di grazie ma in sussurro talmente basso che fu quasi impercettibile. Ancora non completamente girata poté notare che non c'erano solamente una distesa di mustelidi a ricoprire il prato alle fondamenta della torre bianca ma dalle fronde degli alberi si vedevano anche altri animali incuriositi dallo sfarzo della festa che i piccoli lavoratori avevano allestito.
Il disagio crebbe ma venne presto estinto dalla voce del sommo che tossì fragorosamente. Quando finalmente entrambi sembrarono prestare attenzione la cerimonia iniziò, guidata dalla possente voce di Mujinahen. Era la prima volta che lo vedeva e sentiva parlare con la propria bocca, fu per quel motivo che sobbalzò scoprendo quella sua strana abilità. In realtà non era così fuori dal comune dato che tutti gli esseri viventi sapevano parlare ma si era sempre chiesta come mai lui preferisse raggiungere telepaticamente i suoi fratelli. Lo fissava allibita e perplessa, affiancata dal suo uomo che non smetteva di lanciarle sguardi compiaciuti. Si chiedeva cosa mai ci stesse facendo li, quando avrebbe in realtà voluto passare una giornata da sola con l'eremita. Perché dovevano rendere tutti partecipi del loro amore? Stare al centro dell'attenzione non era stato mai il suo forte, odiava sentire tutti quegli occhi addosso per quando potessero essere familiari.
Brividi percorrevano le sue braccia nude, brividi di tensione e di stress. Sembrava tutto così perfetto, quasi magico tanto che avesse il terrore di svegliarsi e vedere tutto sfumare nel nulla. Cercò la mano del suo amato, scossa da quel pensiero improvviso mentre si perdeva gran parte del discorso del tasso. Il protettore dell'eremo sapeva cosa brulicasse nelle loro menti e nel loro cuore, ormai nulla era più un segreto per lui ma non rinunciò a continuare la cerimonia animato da una fiamma di gioia e vigore. L'eremo sarebbe vissuto nella prosperità per altri millenni ma un po' d'intrattenimento occorreva anche alla famiglia. la calma che regnava li era surreale, s'aspettava che da un momento all'altro qualcuno avrebbe potuto interrompere quel fantastico momento ma fortunatamente per una volta non dovettero subire l'ira di nessuno. Arrivò Aiko nel suo kimono delle stesse tonalità del suo uomo e portò loro su un manto di foglie i due anelli di legno. La kunoichi non si era nemmeno resa conto che qualcuno avesse potuto sfilarglielo di tasca, li guardò stupita ma poi sorrise al piccolo pargoletto raccogliendo il regalo.
La lontra aveva fatto un ottimo lavoro i due monili sembravano assolutamente identici, nella loro splendente semplicità. Le parole sacre vennero pronunciate e il giuramento di eterno amore sarebbe stato spezzato solo dalla morte, come era stato indetto nei secoli dei secoli. I Kami testimoni della loro unione, avrebbero onorato le parole che si persero nel folto della foresta. Persino l'eremita fattosi prendere dall'agitazione non riuscì a far terminare il tasso, troppa era la foga d'assaporare le labbra della sua amata. S'unirono in un bacio dolce e passionale allo stesso tempo mentre la folla alle loro spalle saltava e lanciava fiori. Chiaki non badò a nessuno immersa nel suo mondo e dedita a quel bacio, così tanto agognato. Sembrarono passati minuti e persino ore quando si staccarono e solo in quel momento lei poté di nuovo specchiarsi nelle iridi chiare di lui e sbloccare la tensione con una piccola battuta.

- Ehi vacci piano altrimenti mi consumi - disse ridacchiando la quindicenne nella sua solita espressione solare.

Il loro era un arduo cammino, un percorso che la morte avrebbe ostacolato diverse volte ma tanto valeva viversi quelle piccole gioie terrene adesso che finalmente erano stati vincolati per sempre. Fu Fujime a interromperli mentre si scambiavano parole di dolcezza e conforto. Le fece un gesto indicativo alla sua mano occupata dal bouquet, indicandole che cosa dovesse farci. Non conosceva bene le tradizioni per quell'evento e il furetto aranciato le faceva da guida. Sorrise annuendo e lasciando per pochi istanti il suo uomo, notò che una piccola folla di creature s'era già affollata a qualche metro di distanza. Le partecipanti per lo più erano le stesse della festa. Fissò gli occhi profondi dell'imponente Fukuizuna e capì immediatamente che gli altri animali non avrebbe avuto nessuna possibilità. La sua stazza imponente li sovrastava come la sua determinazione ad ottenere qualcosa che già reputava come suo. Si voltò di spalle la chunin e quando il mazzo di rose volò non riuscì nemmeno a raggiungere la sua meta perché qualcuno fu più abile e veloce.
Con una capriola a regola l'arte il piccolo Okojo aveva afferrato i fiori, ghignando con un'espressione soddisfatta. La stessa cosa non si poteva dire per l'evocazione maestosa che aveva cacciato la sua immensa mannaia e adesso la puntava al collo della piccola bestiola. L'ermellino deglutì ma non si lasciò scoraggiare, saltellò sul pezzo di metallo dispensatore di morte e raggiunse il suo obiettivo donandole quel tributo come gesto d'amore. Lei di rimando lo fissò con occhi severi ed esasperata e dopo aver riposto l'arma s'allontanò scocciata dalla festa non accettando il gesto del piccolo mustelide. La scena fu un po' triste ma venne presto sovrastata dalla musica più gioiosa che avevano iniziato a suonare i piccoli animali sugli alberi. Adesso toccava al banchetto e alle danze.

Edited by Karen91 - 5/7/2014, 10:53
 
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L'attenzione degli invitati si spostò immediatamente dai due sposi al piccolo Okojo, al centro del palcoscenico dopo il duro rifiuto di Fukuizuna, che senza curarsi di nascondere il fastidio che quel gesto aveva provocato si allontanò dalla folla. L'eremita rimase accanto alla sua donna ancora per qualche minuto, ma quando fu giunto il momento del banchetto riuscì a ritagliare un po' di tempo per il piccolo amico, il cui orgoglio era stato mortalmente ferito dalla reazione inaspettata che la femmina che lui corteggiava aveva avuto. Nonostante il ragazzo avesse evitato di metterlo davanti alla cruda verità - cosa che aveva già fatto alcune sere prima, in seguito al litigio che aveva avuto con Chiaki - per non far scendere il suo morale a livelli indicibili, ben presto fu lo stesso ermellino a rifiutare la sua compagnia, seguendo l'esempio dell'imponente donnola e abbandonando i presenti, rendendo vano ogni tentativo di Fuyuki di trattenerlo alla festa per farlo sfogare un po'. Il nukenin si rese subito conto che, probabilmente, il mustelide aveva soltanto bisogno dei suoi spazi per attutire il colpo subito e per questo motivo si decise a lasciarlo fare, tornando quindi a sedere al tavolo del banchetto, prendendo posto accanto alla sua amata.
Fu durante il pasto che gli invitati mostrarono la loro vera natura, mettendo finalmente da parte la compostezza che avevano mantenuto durante la cerimonia, caratteristica che stonava parecchio con simili creature, libere da ogni freno che invece gli uomini erano soliti imporsi. Lo stesso Fuyuki addentò con notevole voracità la carne che era stata servita a tavola, come per sfogare su di essa il nervosismo e la tensione accumulate durante gli ultimi giorni. Ciò che però stupì lui e i suoi fratelli fu la frenesia con la quale Chiaki consumava il suo pasto. Tuttavia, se da un lato il ventenne riuscì a comprendere che ciò fosse dovuto al fatto che la kunoichi avesse anche una seconda bocca da sfamare, diversi mustelidi ingordi si videro costretti a sottrarle il cibo per evitare che la loro sorella divorasse tutto, lasciandoli a bocca asciutta. Per sua fortuna, fu il suo uomo a correre in suo soccorso, capace di fare a meno di un pasto così abbondante e di passarle da sotto il tavolo diverse portate, senza che nessuno - eccetto Mujinahen, sul cui viso di dipinse una smorfia divertita - se ne accorgesse.
Fu poi il turno delle danze che, ovviamente, vennero aperte dai due sposi, al centro della pista che le movenze di quelle creature disegnavano attorno a loro. Uniti in quel contatto intimo e dolce, i due amanti danzarono per ore, senza mai stancarsi di incontrare lo sguardo della persona amata. Nonostante lo shinobi si trovasse parecchio a disagio, poiché non in grado di danzare in maniera dignitosa, grazie all'aiuto della bella fanciulla riuscì presto a mostrare i suoi progressi, veri e propri passi da gigante rispetto al misero spettacolo che solo poche ore prima avrebbe potuto offrire. Nemmeno quando il sole calò, dando il suo ultimo saluto ai neo sposi, le loro gambe smisero di muoversi all'unisono. Anzi, il pallore perlaceo della luna accarezzò i loro volti innamorati, avvolgendo i loro cuori e le loro anime in un unico abbraccio, in una dolcezza che riuscì a sussurrare loro ciò che, dopo parecchie peripezie, loro avevano ormai imparato.

A volte è per sempre.

 
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view post Posted on 16/6/2014, 09:06     +1   -1
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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La confusione che si propagò dopo fu un ottimo modo per isolarsi e passare la serata più in tranquillità. Mentre l'eremita cercava di dare conforto al suo fedele compagno, Chiaki si sedette delicatamente sull'erba morbida dando sfogo alla fame che aveva represso fino a quel momento. Era strano sentire quei gorgoglii prepotenti, soprattutto quando la portata principale erano diversi tipi di carne. La Hyuga non aveva mai visto chissà quanto bene quella pietanza che faceva in modo d'uccidere altre creature per sfamare il loro appetito, eppure quella volta non riuscì a sottrarsi alla morsa della fame. Fujime se ne stava seduta comodamente accanto a lei, spingendola a prendere quello che più desiderava. Con un primo momento di titubanza, la kunoichi si lasciò andare e poi fu quasi impossibile fermarla. Come se nel suo stomaco ci fosse un buco nero, non avvertiva nessun senso di pienezza riuscendo a mangiare anche se piano gran parte delle scorte che erano state racimolate dall'imponente donnola.
Fukuizuna aveva preferito non partecipare all'evento ancora scocciata per l'intromissione del piccolo Okojo che nonostante i vani tentativi dell'eremita aveva deciso di abbandonare la festa. Stava già al suo quinto o sesto pezzo di carne quando i suoi occhi perlacei s'incrociarono con quelli di alcuni fratelli che sembravano shockati ma anche stizziti. Probabilmente avevano deciso di mettersi accanto alla ragazza proprio nella speranza di poter accaparrarsi molte più cose ma i loro piani erano falliti miseramente. Il liquido che il furetto aranciato versò nel bicchiere della quindicenne peggiorò la situazione, non riuscendo più a bloccare la sua morale. Nemmeno Fuyuki poté niente quando il danno era stato già in stato d'avanzamento. La fanciulla faceva battute pessime e ondeggiava in continuazione, quasi avesse perso la sua naturale compostezza.
L'enorme vestito in quello stato le stava d'impiccio, bloccandole i movimenti; fu per questo che la maggior parte delle volte lo afferrava con le sue esili braccia trasportandolo come fosse un pacco oppure si limitava a rimanere accanto al suo compagno ma con il viso imbronciato. Poteva sicuramente andare peggio dopo quello che aveva vissuto l'ex ANBU quando lei aveva usufruito della vasca del sakè per guarire le sue ferite ma vederla in quello stato era se da un lato preoccupante dall'altro divertente. Le parti migliori furono dedicate anche alle frasi senza senso che di tanto in tanto la ninja affermava, senza contare la provocazione che fece a una puzzola costringendola a usare la sua arma migliore. Insomma, il rispetto che si era creata stando all'eremo venne distrutto in un unica serata al limite della follia. Forse quella sarebbe stata una saggia lezione per l'eremita a tenere lontano per sempre la sua amata dall'alcol. Lo stomaco continuava a gorgogliare fu per questo che non poté rifiutare il cibo che le passò il soldato dalle nuvole rosse.
In una normale circostanza sarebbe sicuramente arrossita per quel suo atteggiamento ma in quel lasso di tempo accettò senza troppi ne se ne ma. L'aria di festa ormai era quasi alla chiusura, alcuni mustelidi avevano perfino mangiato e bevuto troppo da non riuscire ad alzarsi dalla loro postazione, lasciandosi cullare dal sonno e dalla musica che non aveva smesso un attimo di suonare. Il jonin invece si alzò di scatto e afferrandole la mano, la condusse in quella pista immaginaria dove la loro immaginazione prendeva vita. Chiaki gli sorrise, nonostante il suo equilibrio precario risultasse parecchio in difficoltà, vedendo tutte quelle creature muoversi a cerchio risvegliarono qualcosa in lei che si era assopito da tempo.: l'amore per la danza. Si, le aveva insegnato Hyou quei movimenti semplici e perfetti che si potevano creare con il proprio corpo solo seguendo il ritmo delle note.
Lei aveva ballato su altre canzoni ma in fin dei conti adattarsi non le costava nulla. Non perse mai di vista il suo amato e nonostante le prime risate iniziali dovute all'alcol e al modo di ballare dello Hyuga la giovane rimase tranquilla, esternando solo qualche frase assurda e senza senso per lo shinobi.

- Che cosa comporta essere sposati? Qual'è la differenza tra il prima e il dopo? - chiese dubbiosa la più piccola - Io credo di amarti allo stesso modo...

Per quanto potesse sembrare una domanda sciocca fatta da una bambina incapace di comprendere a pieno quel gesto, non c'era niente di sbagliato in quell'interrogativo. I due continuarono a ballare a cerchio, incrociando gli altri fratelli nel loro percorso. Quando la musica terminò e la notte fu scesa su di loro, un ultimo bacio coronò il bel tempo passato insieme. E se invece fosse stato il primo di una lunga serie? La loro storia era appena iniziata, il loro cammino arduo ma lo avrebbero percorso insieme.

Edited by Karen91 - 5/7/2014, 10:52
 
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view post Posted on 18/1/2015, 16:09     +1   -1
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.::VALUTAZIONE MASTER::.

Leggere questa quest/missione è stato un parto, come sempre, e mi tocca anche dare due valutazioni distinte e separate - una riguardante la Quest Tecniche Clan Chunin e l'altra riguardante la Missione B - e agire sulle due medie. Ma andiamo con ordine..

La Missione B mi è piaciuta abbastanza da tenermi incollata alle pagine nonostante mi fossi ripromessa di valutarla con la mia dovuta calma. Qualche errorino nello scritto - mannaggia a voi che non rileggete - ma, tutto sommato, la trama è avvincente e ben strutturata. Lo scorrere del tempo si percepisce bene e gli addestramenti sono ben diluiti all'interno dei dieci giorni di "tregua", anche se sai meglio di me che la Modalità Eremitica è un regolamento ancora embrionale e che quindi non era il caso approfondire così tanto. Ma questo e un discorso a parte, dato che già se n'era discusso e, alla fine, ti hanno lasciato continuare. Ottima l'interazione con l'eremo e con le evocazioni principali, ben strutturate nei caratteri e nelle interrelazioni con gli evocatori.. anche se, ammetto amaramente, vi siete salvati in calcio d'angolo sulla bellezza e credibilità dell'eremo perché - non per male, la cosa mi ha strappato anche un sorriso - alludere ai furetti spogliarellisti durante il "nubilato" mi ha fatto venire gli incubi. xD
Da questo punto di vista, quindi.. un bel 9 e 720 ryo non te li può togliere nessuno. Ottimo lavoro.

La Quest Tecniche Clan Chunin, mi duole ammettere, che fa sorgere un grosso e spiacevole problema. La mia domanda mentre leggevo la parte riguardante appunto questo aspetto era - e malgrado i ripetuti controlli, è tutt'ora - "Dov'è la quest?"
Passo a spiegare meglio: nei famosi dieci giorni di "tregua" in cui si è cercato di inserire la quest per le tecniche chunin, vi siete soffermati fin troppo sulla semi Modalità Eremitica - che ricordo non ancora approvata/regolamentata ufficialmente - che doveva prendere pochi post in più rispetto alla totalità della quest/missione (per maggiori chiarimenti, vi rimando a QUESTO post). Il risultato è stato una quest su una parte del regolamento inesistente, che ha schiacciato la quest per le tecniche di clan a - su per giù - due giri di post in cui il maestro mette alla prova l'allieva, mostrandole la rotazione e facendo in modo di far capire il punto debole (senza che l'allieva utilizzi o apprenda effettivamente l'utilizzo della tecnica), e un passaggio GDR OFF da parte del master - che indica alla masterata che in 4 giorni impara anche le tecniche chunin - e un assecondare di questo passaggio in GDR ON con le seguenti parole:

CITAZIONE
Lo Hyuga la istruì sulle tecniche di clan, quelle che lei non aveva mai avuto modo d'imparare.

..e un piccolo periodo di digressione in cui figurano dei ricordi sulle movenze, ma nulla che appunto dia concretezza alla rotazione, alle chiusure e ai palmi di chakra. Tutto questo per passare di nuovo alla Modalità Eremitica.
Considerato tutto questo, abbiamo una quest non quest. Quattro post su un totale di all'incira ventuno (che equivalgono a 1,5 pagine circa) mi sembra quasi un insulto a chi, dette quest, le ha sempre fatte separatamente. Sull'exp data alla masterata non posso e non voglio intervenire, perché purtroppo è passato tanto tempo e Karen è oramai al Jonin e, soprattutto, la colpa non è sua.. ma le conseguenze ricadranno inesorabilmente sulla media quest del master, che in poche parole ha preso un forcone e se l'è dato sul piede.
Il mio voto è un 4, giusto perché sullo scritto ho poco da dire se non per gli errorini di battitura.. avrei potuto tranquillamente stampare un due, ma non voglio infierire più di tanto. Paga di 120 ryo, e un sincero monito a non fare più quest/missioni insieme in un unico topic e in un unico filone narrativo - unito anche al vivissimo consiglio di non utilizzare pezzi di regolamento non pubblicato e ufficializzato, a voi come a chiunque leggerà queste righe. La prossima volta non sarò "magnanima", ma segerò direttamente le gambe (perché non è giusto nei confronti dell'utenza tutta).
 
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72 replies since 7/5/2014, 09:41   928 views
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