Non avrebbe dovuto temere per le sorti del suo uomo perché il futuro nel quale poteva portare a termine il suo compito era vicino, più di quanto pensasse. Sorrise a quel pensiero ma presto la sua espressione così gioiosa venne sostituita da un'altra più preoccupata e ansiosa. Il matrimonio era alle porte adesso che la pace sembrava aver ricoperto con un velo floreale, l'intero eremo. Non sarebbe mancato nessuno, un evento del genere avrebbe raccolto la famiglia in un unico punto, avrebbero passato una serata insieme come non facevano da tempo. La vera protagonista di tutto questo però non sembrava Chiaki quanto piuttosto il piccolo furetto aranciato che manovrava tutti i lavori con il suo enorme ago che sventolava come un'arma. Alcuni libri di vestiti erano buttati qua e la, la Hyuga si chiese dove potesse aver rubato dei simili cimeli. Era l'occasione di Fujime: dando sfogo alla sua arte creativa probabilmente sperava in qualche ricompensa a base di elogi che non sarebbe mai arrivata.
Gli esseri dell'eremo non ci tenevano poi così tanto all'abbigliamento, almeno non come gli umani; il loro era prettamente un uso in combattimento o per coprirsi dalle temperature troppo alte. La dolce kunoichi se ne rimaneva immobile nel letto, osservando l'operato come una bambola che aspetta d'indossare il proprio vestito della giornata. S'era proposta anche lei d'aiutare ma il rimprovero dell'animale era stato così pungente che non aveva nemmeno provato a insistere. Quindi non le rimaneva che attendere e lanciare qualche occhiata fuori dalla finestra, quasi per chiedersi cosa stesse facendo il suo amato. Anche il loro allontanamento era stata una decisione della piccola creatura che sembrava essersi informata accuratamente sugli usi e costumi per quelle determinate situazioni. La nukenin si chiese quanto sicuramente quel piccolo scricciolo avesse desiderato non essere relegato a quelle mura arboree che non gli si addicevano.
I piccoli mustelidi intanto a ritmo di rimproveri si muovevano celeri sul piccolo manichino, inserendo fiocchi e affrettandosi a cucire come meglio potevano, prestando particolarmente attenzione per non essere punzecchiati dall'ago del furetto sarto. Tutto si svolgeva in maniera armoniosa ma anche celere, le creature dell'eremo erano famose per la loro precisione e perfezione. La quindicenne spostò lo sguardo e notò immediatamente il palazzo bianco che aveva perso il suo colore così candido per via dell'allestimento di alcuni abitanti. Quel paradiso terrestre stava prendendo una sfumatura diversa, raggiungendo vertici che avrebbe saputo definire a parole. Ogni cosa sembrava essere al suo posto, tranne che lei; avrebbe voluto tanto passare quei giorni tra le braccia del suo partner che s'era goduta così poco. Giocherellava con l'anello di legno che ancora non aveva restituito al legittimo proprietario. Aveva tentato anche lei di realizzarne una simile intagliando il legno ma con diverse difficoltà, quel campo non era il suo; così aveva dovuto chiedere aiuto a una piccola lontra che sembrava intendersene dei vari legni.
S'era dimostrata molto gentile, nonostante la fanciulla non ci avesse mai parlato, forse tutto era condizionato dal nuovo ruolo che aveva ricoperto con la sua nuova missione. Al contrario di molti, Kamatari non aveva voluto sentire repliche per come si era comportato a sproposito, durante la manovra di recupero di Fuyuki. L'evocatrice aveva tentato più volte di prendere parola con lui che l'aveva snobbata con una facilità inaudita. La testardaggine della creatura era a livelli spropositati ma la ragazza dalla chioma blu non s'era arresa, forse con l'aiuto di Yin e Yang gliela avrebbe fatta pagare in qualche modo divertente. I giorni passarono lenti e monotoni. La chunin era un po' delusa da una simile attesa priva di divertimento e con il cuore che le batteva ogni volta all'impazzata. A cosa serviva tutto quel meccanismo e perché doveva rispettare regole umane nel regno dei mustelidi? Se l'era chiesto parecchie volte ma l'unica responsabile poteva essere Fujime.
Sbuffò sonoramente buttandosi a letto in quella che sarebbe stata la sua ultima notte da sola. La finestra aperta sul mondo tramutato in fiori mentre la brezza primaverile invadeva la stanza con i suoi odori. Uno zampettare catturò la sua attenzione e le sue labbra resero visibile il sorriso senza che lei aprisse gli occhi. Sapeva chi poteva essere entrato, nonostante i suoi passi felpati le unghie sfioravano la superficie lignea.
-
Ehi Chiaki...stai dormendo? - chiese curioso il piccolo animale color pece, arrivato ai piedi del letto.
-
No, mi godo solo un po' di pace... - rispose la ninja facendo riferimento alle giornate estenuanti che aveva passato senza fare niente.
Yin s'arrampicò sul letto, ritagliandosi un po' di spazio vicino alla kunoichi. Entrambi se ne stavano a pancia all'aria ad osservare il soffitto pensierosi, poi la bestiola riprese la parola.
-
Senti Chiaki...sei sicura del passo che stai facendo? - fece una pausa per ponderare meglio le parole e non essere pungente come suo solito -
Cioè...non credi che sia meglio aspettare?-
Mmm...perché mi dici queste cose Yin? C'è qualcosa che ti p-preoccupa? - la ragazza si spostò sul fianco e le sue iridi chiare si specchiarono negli occhietti luminosi della creatura.
-
Beh...cioè...mmm...non lo so...sei ancora giovane, guarda me ancora non mi sono messo sulle tracce di nessuna femmina, ne abbiamo di strada da percorrere insieme. E poi Fuyuki...non è detto che sia quello giusto, potrebbe succedere di tutto e magari devi ancora scoprire le verità scomode...non possiamo rimandare? - domandò il furetto in una maniera assolutamente strana, quasi stesse cercando di nascondere qualcosa.
-
Yin se hai qualcosa da dirmi, parla e basta... - disse la chunin incalzando.
Fu in quell'istante che la conversazione venne interrotta dalla porta dell'ingresso che sbatté contro il muro. Un'ombra gigantesca ed inquietante oscurò la luce della luna che si sarebbe dovuta fare spazio nella soglia. Sia la ninja che la piccola evocazione si girarono all'unisono, quasi non si aspettassero un simile fracasso. Che stava succedendo? La donnola dal fisico slanciato e possente abbassò la testa e fece il suo ingresso nella casetta di legno, che ospitava la bella futura sposa. Yin deglutì a disagio per la presenza di Fukuizuna mentre la quindicenne cercava di capire a cosa fosse dovuta la sua presenza. Non aveva mai avuto modo di parlare con lei o perlomeno stare nella stessa struttura che sembrava così estremamente piccola per lei, tanto da farla spazientire.
-
Alzati da quel letto e stammi dietro - disse con voce tonante e quasi arrabbiata la creatura prima di ribaltare un po' di cose ed uscire da li.
Il suolo tremò e la casetta sembrò improvvisamente così indifesa. I due spettatori si guardarono perplessi, poi la Hyuga si alzò di scatto e s'accorciò la luna chioma per evitare d'inciampare durante il tragitto. Il furetto nero che difficilmente si faceva cogliere sorpreso, s'infilò immediatamente tra le vesti di sua sorella, come per scoprire le intenzioni dell'immensa donnola. Non le piaceva, non le era mai piaciuta soprattutto quando trattava le persone in quel modo, come se lei fosse a capo di tutto. Quando la fanciulla ebbe finito con i preparativi, si lanciò all'inseguimento dell'animale che si muoveva troppo velocemente per lei. Non si rivolsero nemmeno una parola ma proseguirono all'interno del fitto della foresta, lontano da tutti. Yin era sempre più convinto che colei che li stesse guidando aveva delle cattive intenzioni ma poco prima che esponesse la sua idea a sua sorella uno strano scenario gli si aprì davanti. Dei piccoli lumi circondavano la radura e molti altri mustelidi se ne stavano li crogiolandosi tra di loro, sarebbe uscito allo scoperto se non avesse notato immediatamente qualcosa che non andava.
Tutte le creature presenti li erano di sesso femminile e ciò poteva significare solo una cosa, era in trappola. La capigliatura folta di Chiaki lo nascondeva per bene ma quanto ci avrebbe messo la donnola a scovare la sua presenza di chakra? Provò a sfruttare la sua immobilità a suo vantaggio, immaginandosi come potesse sentirsi a disagio l'evocatrice in quel posto strano. La nukenin si guardò intorno incuriosita ma incapace di credere a quello che avrebbe vissuto a breve. Alcuni furetti fecero calare le luci con foglie enormi mentre il manto erboso si riempiva di cibo e bevande alcoliche, se ne poteva avvertire l'odore nell'aria. Ben pochi ne conosceva di tutti quegli esserini, riuscì a scorgere da lontano una Fujime stanca e affaticata ma piena d'entusiasmo che le lanciò un rapido saluto.
Ma a cosa doveva tutto questo? Strabuzzò gli occhi mentre le luci venivano proiettate verso dei tipi strani in lontananza che danzavano con delle foglie sotto un cielo coperto di stelle. Qualcuno di poco visibile suonava uno strumento strano che creava un suono acuto ma dava ritmo all'esibizione. Le altre creature sembravano in delirio per qualcosa che la kunoichi non riusciva a capire. Si grattò la testa confusa lasciandosi trasportare dal suono della musica, adesso che era adagiata sull'erba morbida. Fu la voce di Yin che la fece destare dalla sua attenzione.
-
Che cosa disgustosa... - disse suo fratello, cercando di tenere un basso livello di voce.
Eppure ciò non spiegava cosa lui e quelle creature vedessero più di lei in quella folla di mustelidi che ballavano con le foglie. Al suo fianco Fukuizuna beveva in abbondanza e non distoglieva minimamente lo sguardo dalla scena, come se stesse assaporando un piatto prelibato. Avrebbe voluto chiederle ma ripensando al trattamento ricevuto poco prima si morse la lingua, attendendo di capire da sola. Quando gli aspiranti ballerini furono abbastanza vicini, Chiaki non riuscì a trattenere un'espressione stupita per poi successivamente coprirsi gli occhi. Non ne aveva la certezza essendo stata sempre abbastanza pudica per queste cose ma era come trovarsi al mercato, dove si poteva osservare minuziosamente il prodotto: più bello, più fresco e più grande. Passò il resto della serata sperando che l'esecuzione terminasse, tappandosi le orecchie al brusio che di tanto in tanto si udiva tra il pubblico.
Ogni commento era un ago che penetrava nella sua pelle morbida, mettendola a disagio e facendola comportare in una maniera innaturale. Se ne sarebbe andata molto volentieri se i sensi di colpa per la serata organizzata probabilmente per lei, non l'avessero trattenuta li. Quando le luci ripresero vigore uno sguardo freddo e scuro si posò su di lei. La kunoichi sorrise imbarazzata, mostrando la sua totale timidezza che sperava fosse scomparsa con il tempo.
-
Allora ti è piaciuto il regalo? - la voce possente della donnola sembrò quasi far vibrare i massi.
-
Si, si, si...molto c-carino - disse di rimando la più piccola, iniziando a maledire la sua pessima capacità di dire fesserie.
-
Allora evocatrice, domani sarà il grande giorno. Hai avuto l'occhio lungo e a quanto pare più successo di me ma non mi scoraggio per così poco. Sono una cacciatrice nata e uno spirito simile è indomabile, finché non si raggiunge l'obiettivo designato. Non penso che tu possa capire ciò che sto dicendo ma sappi che da oggi in avanti avrai una rivale. Non mi farò mettere i piedi in testa da una sorella spelacchiata - poi rise Fukuizuna trasportata dall'ebbrezza dell'alcol.
Non sapeva cosa credere la giovane che durante la risata saltò per lo spavento. Anche altri della sua specie s'erano voltati a guardarle, forse cercando d'origliare la loro conversazione. Perché dovevano essere rivali? Cosa voleva da lei? Non riusciva ben a capire le reali intenzioni dell'immenso animale armato fino ai denti. Fortunatamente l'argomentazione venne accantonata, finché piano, piano la radura non iniziò a sfollarsi. Il giorno seguente sarebbe stato molto impegnativo. Non restava che tornare a casa e riposare, così da essere al massimo delle forze sotto un tale stress prematrimoniale.
Venne svegliata da una Fujime in perfetta forma e piena d'entusiasmo. Nonostante la serata prima piuttosto turbolenta il piccolo furetto sembrava essere pieno di forze, tanto che svegliò la ragazza diverse ore prima rispetto all'evento. Gli ultimi preparativi dovevano essere ultimati soprattutto il vestito che addosso alla Hyuga iniziò ad assumere una sfaccettatura diversa. I ritocchi di precisione del piccolo animale aranciato, furono d'obbligo e senza rendersene conto era già in ritardo per la cerimonia. La pancia era chiaramente visibile tra le pieghe dell'abito bianco che le stava perfettamente a corpo almeno fino alla vita. Sfumature rosa richiamano gli abbellimenti che circondavano la radura. Iniziò a giocherellare con le unghie adesso che l'ansia era quasi tangibile. Stava sulla soglia della porta circondata da parecchi furetti che le evitavano che l'abito strusciasse al suolo, alcune faine tenevano stretti dei cesti con dei petali di rosa dello stesso colore del bouquet che le avevano appena ceduto una Fujime commossa.
Quando la porta si spalancò e la sua pelle chiara venne baciata dal sole, un suono simile a quello della sera prima catturò la sua attenzione. Sugli alberi qualcuno della famiglia suonava armoniosamente delle foglie, creando una melodia dolce e romantica, rispetto a quella più vivace della sera antecedente. Poi gli occhi di lei si spostarono e incontrarono quelli così simili di lui. Era bellissimo nel suo kimono color del mare anche se una nota di disappunto si formò nel suo viso non appena vide la sigaretta in bocca. Aveva sempre odiato il fumo e sperava che almeno in un momento del genere, il suo uomo si fosse trattenuto ma non c'era niente che glielo potesse impedire. Soprattutto perché la presenza di Okojo non aiutava. I suoi occhi si alzarono e vide che persino Mujinahen aveva abbandonato il suo trono per assistere compiaciuto a un simile evento. Non lo aveva mai visto fuori dalla struttura, aveva persino pensato che tutto ciò fosse dovuto al fatto che avesse qualche problema a combattere ma probabilmente s'era sbagliata.
I suoi occhi luccicarono, emozionata com'era mentre si avvicinava alla base delle scale. Tutto sembrava perfetto come la storia di quella favola che leggeva da piccola. Un unico libro, probabilmente appartenuto a sua madre che lo aveva letto talmente tante volte da consumarlo. L'unico libro nell'immensa libreria che lasciasse sognare, piuttosto che immergersi nella cruda realtà dei libri scientifici del padre. Le gambe le tremavano, i piedi scalzi le davano l'impressione che facessero fatica persino ad alzarsi costretti a essere trascinati come macigni. I giorni che non l'aveva visto le sembrarono così lunghi, avrebbe voluto interrompere tutto e chiuderlo in una stanza dove sarebbero rimasti solo lei e lui.
Forse era un po' egoistico ma la tentazione era tanta. Il vento le accarezzò i capelli portando con se il profumo dei fiori che erano stati incastonati con perizia, formando una treccia e un rigonfiamento studiato solo per lei. Fukuizuna la aspettava vicina all'altare con accanto il piccolo Okojo che le lanciava occhiate piene di dolcezza. Un dettaglio che le smosse il cuore e che le fece ripensare alle parole della donnola. Che si riferisse a lui? Gli dava fastidio che evocasse l'ermellino durante le sue missioni? Erano tante le cose che la coinvolsero in quella giornata ma finalmente di fronte all'ex ANBU, tutto venne messo da parte. Da quel momento in poi sarebbe esistito solo lui.
Edited by Karen91 - 22/8/2014, 10:54