Belfagor90 |
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| Bel padre mi ritrovavo: doveva essere l’unico deficiente in tutto il regno a mettersi quei vestiti pesanti col caldo tremendo tipico del deserto. Vero, di notte la temperatura scende moltissimo facendo sembrare che sia sceso improvvisamente il gelo, ma da lì a mettersi il colbacco ce ne passava di strada! E poi cos’era quella passione per il rosso?-Con un padre del genere mi chiedo come sia veramente il figlio.- Pensai tristemente guardandomi attorno. Non avrei dovuto farlo. Vivevo molto meglio senza sapere che esisteva una religione interamente dedicata ad uno sfigato chiamato... Paul!?! Era un bamboccio grasso, con gli occhiali enormi e spessi, capelli a scodella, pantalone ascellare, sandali coi calzini sotto e... no, non ce la faccio a continuare. Vi basti sapere che era l’emblema di tutto ciò che poteva essere considerato NON figo. Eppure ci avevano fatto intorno una religione, la cosa mi dava da pensare.-E che religione. Questo posto è fottutamente immenso!!- Non scherzavo: era davvero un edificio ridicolmente imponente per essere utilizzato come cappella reale. Lungo entrambi i lati venivano mostrati gli “straordinari” eventi della vita del vergine Paul e alcuni sembravano – lo dico col rischio di sembrare vagamente intollerante – delle autentiche stronzate. Una, non scherzo, sembrava Paul che mangiava un gelato! Ok, siamo nel deserto e quindi riuscire a finire un gelato prima che si sciolga potrebbe essere chiamato un “miracolo”, ma sentivo il bruciante desiderio di far partire una guerra atea contro quegli imbecilli. Meglio convertirli ad una qualsiasi altra religione che farli rimanere così nel ridicolo. Il numero di panche però mi faceva sperare che fosse aperto a tutto il popolo in certe situazioni, magari alle incoronazioni o per le festività sacre. Non potei però fare a meno di chiedermi quali potessero essere queste festività e in cosa consistessero.-Anche tu, padre... carissimo. Anche io dovrei dirti una... cosa importante, sì.- Sembravamo soli, anche se non potevo accendere il Byakugan per esserne sicuro visto che mi stava guardando, quindi non vedevo perché sforzarmi troppo nel tenere su una farsa improponibile. Bastava mentire dicendo una cosa come “mi ha assoldato tuo figlio perché c’è un tizio brutto e cattivo che mira alle vostre vite” e portare come prova il fatto che sia riuscito a farmi passare per lui grazie alle sue indicazioni. Potevo farmi passare benissimo per un ninja di Kiri, bastava disfare la trasformazione con un’altra dove modificavo il mio coprifronte. Chiusi saldamente la porta e mi feci avanti con un po’ di ritrosia. Oddio, quel tipo voleva abbracciarmi! Che schifo! Che impressione! Nessuno mi aveva mai abbracciato se non in combattimento per strangolarmi o per evitare che ammazzassi qualcun altro e il mio corpo divenne rigido come una statua del vergine Paul quando sentii le braccia robuste del monarca sfiorarmi i vestiti. Poi mi arrivò un cazzotto nel fegato e subito – figurativamente parlando – mi sentii meglio. Feci un gran volo e mi si mozzò il respiro, ma almeno ero tornato subito nell’ambito da me conosciuto: una bella scazzottata. Davvero, ero così contento che anche dopo aver sbattuto la testa e vedere Isashin che, in un certo senso, mi aveva fregato... sorridevo! Con un colpo di reni fu di nuovo in piedi, pieno di voglia di far sputare sangue al mio prossimo.Di riflesso attivai il Byakugan, ricordandomi solo dopo che Isashin ne era immune, ma stavolta era diverso: davanti a me vedevo una specie di nebbiolina rossa dalle fattezze umane. Forse era la grande quantità di chakra che lui possedeva a renderne impossibile l’occultamento, ma non m’importava. Complice forse la botta in testa non potei far altro che ridere.-CHI È DEI DUE CHE FOTTERÀ IL TACCHINO RIPIENO DI PAURA, ISASHIN? LASCIA CHE TI MOSTRI QUANTO ANCORA POCO HAI IMPARATO A TEMERMI!!- Non lo dicevo tanto per fare il grosso. Awazashì aveva imparato bene quanto potessi far paura e infliggere dolore. Buona parte dei miei coetanei di Konoha e del mio clan lo sanno. Isashin no. A lui avevo solo massacrato gli uomini con una mossa folle. Però avrebbe imparato. Ora potevo almeno indovinare la sua posizione anche usando la mia abilità innata in combattimento. Non potevo chiudergli gli Tsubo, ma almeno il resto poteva andare a segno alla massima potenza. Certo che... era cresciutello. Accarezzava tranquillamente la linea dei tre metri. Non che ne fossi così impressionato, ma in fondo quello strato di rocce doveva essere una difesa abbastanza dura da penetrare con colpi normali e le sue dimensioni mi suggerivano una certa forza fisica. Strano, pensavo fosse più il tipo da sputare lava ovunque.-Non che non mi dispiaccia evitare di trasformare questo posto in un inferno rovente. La sua pelle non sembra neanche così calda.- Ad ogni modo, per quanto eccitato fossi all’idea dello scontro, occorreva testare un pochino le capacità del mio nemico prima di caricare a testa bassa. Per questo motivo lanciai subito una bomba fumogena ai suoi piedi e con un agile salto gli passai sopra per poi attaccarlo alle spalle con un bel Juken alla colonna vertebrale. Vista la sua natura di attacco di chakra, forse sarei stato in grado di attraversare la sua armatura e tirargli un bel colpo pulito grazie alla cortina di fumo. Dovevo scoprire se aveva particolari capacità sensoriali e, in caso di risposta negativa, provare a sfruttare la cosa più avanti nello scontro.-Che cosa strana non pensare subito di finirla in un colpo. Tre anni di sicuro cambiano un adolescente.- Mi ritrovai a pensare mentre vedevo il mio palmo avvicinarsi alla nube rossa che il mio Byakugan identificava come Isashin.
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