I fiori del male, Quest medica per Karen91

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 7/3/2014, 12:58     +1   -1
Avatar

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


Group:
Konoha
Posts:
8,623
Location:
Da una Lacrima di Luna

Status:


Gli occhi le si chiusero, stanchi di quella pesante giornata. Sperava che almeno il sonno sarebbe stato un buon rifugio, un posto dove potesse nascondersi dalle avversità che aveva dovuto affrontare ma purtroppo fu solo un aspettativa che non sarebbe mai stata soddisfatta. Questo lo capì non appena il buio invase completamente il suo mondo, l'oscurità sembrava precedere sempre una di quelle visite di Yume. Rimase in attesa di ricevere un segno o quant'altro ma al solito lo spirito desiderava farsi attendere. Era passato parecchio dall'ultima volta che aveva mostrato la sua presenza in sogno. Watashi era stato sconfitto e la sua vita all'eremo proseguiva a meraviglia. Improvvisamente la sua attesa venne ripagata e il muro d'oscurità crollò sotto le sue iridi perlacee mostrando il folto di un boschetto.
La foresta, un luogo pieno di pace e dove spesso quella ninfa la portava. Davanti a lei un laghetto di dimensione medio piccole ricopriva il centro di una radura. La luna splendeva in cielo e la notte governava su tutto, illuminando con la sua luce diafana. Quasi come se spinta dal vento, la Hyuga si avvicinò alla limpidezza dell'acqua che con un dolce gorgoglio sembrava richiamarla a se. Entrambi i suoi elementi si erano alleati per attrarla li, per condurla da qualche parte. Quando fu abbastanza vicina alla superficie trasparente, vide il suo volto riflesso. Gli occhi del colore dell'astro che splendeva in cielo, i capelli blu scuri che le ricadevano morbidamente sulle vesti, la pelle candida e quello sguardo curioso e gioioso che aveva sempre caratterizzato la dolce fanciulla.
A fare contorno alla sua immagine alcune ninfee, simbolo di purezza, galleggiavano nell'acqua. Tutto sembrava così perfetto e rispettare un giusto ordine. Solo la sua presenza in quel luogo disabitato sembrava una nota di stono a quel paesaggio mozzafiato. Si mise in ginocchio e sfiorando l'elemento cristallino, increspò la sua immagine idilliaca che sembrava essere entrata a far parte di una ristretta cerchia, una figura armonica sigillata nel tempo di quella foresta. Il suo tocco, modificò l'immagine, un ologramma senza più un volto preciso. Pochi secondi e quel viso cambiò. Al suo cospetto non aveva più una copia di se stessa ma la bella Yume che la guardava con il suo stesso sguardo stupito. Cosa stava cercando di dimostrare con quel sogno? Continuò a fissarla ma questa non mutava espressione e non parlò. Solo i rumori della natura, facevano da sfondo a quella scena misteriosa.

- Cosa vuoi dirmi con questo? - disse Chiaki cercando una risposta alla sua stessa domanda.

Niente di tutto quello era reale e lo immaginava ma ogni cosa che quella creatura le mostrava aveva sempre un significato dietro. Le sorrise, trascurando il fatto di essere una semplice copia. E una voce rimbombò nella testa della nukenin.

- Guarda meglio... - disse la voce eterea dell'essere che popolava quel lago.

La bocca non si mosse minimamente nel pronunciare quelle parole. Si avvicinò alla superficie la fanciulla dalla chioma blu e vide scomparire l'immagine della Dea velata. A sovrapporsi un'altra scena e una giovane che conosceva bene. Hazuki in ginocchio sulla sponda di quel laghetto. Gli occhi rivolti al cielo mentre calde lacrime ricadevano sulla sua palle marmorea baciata dalla luce celestiale. Stava fissando gli astri e le sue labbra si muovevano faticosamente tra un singhiozzo e l'altro.
La chunin non riusciva a udire le sue parole e questo l'amareggiò. Voleva raggiungerla, voleva essere li presente con lei e abbracciarla così che non potesse più piangere. La sua sofferenza la devastava e senza accorgersene la vicinanza con l'acqua la portò a immergere il viso nel laghetto. I suoi capelli fluenti ondeggiarono sulla superficie, mimetizzandosi con l'ambiente mentre le parole del suo genitore iniziarono a invaderle la mente.

- Sono secoli che la mia famiglia ti venera, sono anni che ascolto i tuoi consigli e li rispetto ma adesso ti devo chiedere un favore più grande. Mi devi aiutare, la mia bambina... - il discorso di Hazuki s'interruppe improvvisamente per colpa del pianto.

La quindicenne conosceva perfettamente quella sensazione in cui le parole ti muoiono in gola. Sembrava fare fatica a proseguire ma Chiaki voleva sapere. Stava parlando di lei e solo in quel momento si accorse del pancione che la donna si accarezzava costantemente. Quell'episodio doveva essersi svolto probabilmente prima della sua nascita ma non capiva ancora perché sua madre fosse così disperata. Fu in quel momento che quella figura splendente uscì dal nulla. Le sue vesti ondeggiavano in un vento immaginario e i suoi piedi sfiorarono la superficie dell'acqua, senza smuoverla minimamente. Si vedeva che non era umana, ogni cosa di lei era perfetta.

- Quello che mi chiedi Hazuki è qualcosa di pericoloso. La vita e la morte non vanno sottovalutate. Giocare con loro ha dei rischi, sei disposta a correrli? - disse la figura svolazzante davanti a lei.

- Si sono disposta a tutto. Farò qualsiasi cosa mi chiedi - rispose la donna in preda alla disperazione.

- Ti ho protetta per tutti questi anni, vederti così mi duole ma non posso negarti il mio ultimo aiuto. Se sei sicura delle tue scelte allora ti dirò le condizioni. La sua vita in cambio della tua. Avrai modo di vivere con lei e vederla crescere ma ogni giorno potrà essere l'ultimo per te. La tua energia interiore sarà incanalata in lei tramite le mie forze spirituali. Ciò comporterà che io condivida il corpo con lei per sempre. Sei disposta anche a destinarle un futuro del genere? - disse con tono fermo lo spirito, fronteggiando la sua protetta in attesa di una risposta.

Il pianto e i singhiozzi continuavano a contaminare l'aria silenziosa che la foresta emanava. Non sapeva quello che rispondere la donna dai capelli blu e Chiaki osservava la scena shockata. Quella rivelazione scottante le aveva eliminato ogni capacità pensante. Gli occhi sgranati e la bocca semiaperta era l'unica cosa che riusciva a fare in quel momento. Le vesti della ninfa continuarono a ondeggiare e la mancata risposta di Hazuki la fecero sospettare di una risposta negativa. Il prezzo che doveva pagare era grande, le occorreva più tempo per pensarci. Un tempo che quella creatura non poteva permettersi. Iniziò a librarsi in cielo, lasciando li abbandonata a se stesso quel futuro genitore disperato.

- Accetto. Qualsiasi cosa ma... - dovette riprendere fiato la bella Hyuga per completare la frase - Ma quando non ci sarò più, ti prego proteggila. Non rendere...il mio sforzo inutile.

Fu un grande peso per quella povera anima ma mai e poi mai avrebbe abbandonato sua figlia. Anche se non era ancora tra loro, ormai era parte integrante di lei. Solo una madre avrebbe potuto capire il sentimento che adesso la spingeva a quel gesto estremo, a quella rinuncia fatta per amore.

- Se a lei succederà qualcosa, anche io finirò la mia esistenza con lei - le parole di quella divinità erano un chiaro monito alla donna.

Se la piccola fosse morta per qualsiasi ragione anche lei sarebbe perita con lei. Uno spirito potente come Yume non si sarebbe mai lasciata andare. Ne valeva del suo orgoglio, ne valeva della sua vita e del suo futuro. Hazuki non era l'unica a dover fare una rinuncia con quel gesto ma anche lo spirito avrebbe avuto le sue ristrettezze. La sua curiosità sugli umani sarebbe stata appagata ma allo stesso tempo avrebbe concorso una rinuncia dei propri poteri. L'acqua tornò ad essere cristallina e la quindicenne estrasse improvvisamente il suo volto dallo stagno, riprendendo aria. Il liquido che le scolava lungo la pelle e andava a inzuppare le sue vesti. Avrebbe voluto piangere, intervenire nella discussione ma per l'ennesima volta era solo una spettatrice.

D7g4Hgy

Riaprì gli occhi e sopra di lei l'intreccio di legno catturò la sua attenzione. Le ci volle un po' per riuscire a capire dove si trovava. Gli eventi che erano passati nei giorni seguenti riaffiorarono nella sua mente. Rimase qualche secondo in quella posizione senza muoversi. Ripensando al suo sogno. Troppe cose aveva scoperto, cose che mai si sarebbe immaginata. Ma quello che non si riusciva a spiegare era che problemi avesse quando ancora era dentro la pancia. La sua morte era imminente? Perché sua madre aveva fatto quella rinuncia per un esserino che nemmeno conosceva? Come aveva potuto già sacrificare la sua vita senza sapere chi lei fosse?
Domande che nessuno avrebbe saputo rispondere se non Yume ma quando entrava in contatto con lei, era sempre lo spirito a scegliere i loro argomenti di conversazione, sempre che si potessero chiamare così. Mosse leggermente le gambe per vedere se ancora le dolevano dopo tutta la camminata e voltando lo sguardo verso la finestra notò le prime luci dell'alba illuminare la stanza. Come suo solito era mattutina, infatti i due furetti ancora versavano in uno stato di sonno pesante ai suoi piedi. Scivolò giù dal letto, preferendo non svegliarli. La discussione della sera prima anche se breve, aveva inciso molto sul suo animo. Aveva bisogno di rimanere da sola e dopo quel sogno, la sua testa vagava oltre non riuscendo a rimanere concentrata. Un buon modo per cominciare il suo lungo periodo di studio sull'arte medica.
Dopo essersi accuratamente preparata come il suo solito, scese le scale e trovò Seikatsu che proprio come lei era già sveglio. Questo la rincuorò dato che muoversi in una casa sconosciuta in assenza del proprietario le sembrava una mossa un po' scortese. Un'ondata improvvisa di freddo la pervase, fu per questo motivo che preferì di gran lunga rimettersi il suo mantello nero. Era sempre stata parecchio freddolosa ma la sua ostinatezza di girare scalza sembrava non degnarsi minimamente del gelo della casa. Sicuramente prima o poi si sarebbe presa un raffreddore. Il terrore che il loro addestramento si fosse svolto fuori la terrorizzò nell'attimo che non vide assolutamente niente ad attenderla. Si aspettava di vedere qualche animale in fin di vita o chissà cosa, invece la casa era in perfetto stato proprio come la sera precedente. Solo i tizzoni del fuoco sembravano essere totalmente spenti ma ciò lo si notava già abbastanza dalle nuvolette che riusciva a creare con il suo fiato.
Il saggio lasciò la kunoichi vagare con la fantasia prima di rivelare la sua carta nascosta. Utilizzando un segno con le mani, il pavimento improvvisamente si spostò, rivelando la dura roccia della montagna. Per un breve istante pensò che quel posto fosse perfettamente adatto per uccidere una persona e far scomparire ogni prova dalla faccia della terra ma mentre scendeva gli scalini scosse la testa esasperata. Ma cosa andava a pensare in una situazione del genere? Seguì l'uomo fino alle profondità di quel luogo misterioso, scoprendo un posto scuro illuminato solo da alcune fiammelle che danzavano circondando quel posto. L'odore di chiuso le invase le narici come anche quello di strani intrugli che erano appoggiati su uno scaffale non troppo lontano.
Non era niente d'eccezionale quella sottospecie di caverna e sembrava che ogni possibile distrazione fosse stata levata. Al centro un enorme tavolo di lavoro svettava, cercando di annullare il così precario utilizzo di mobili o quant'altro. Sopra di esso gli occhi perlacei della Hyuga misero subito a fuoco diversi rotoli. Sarebbe stato quello il suo studio d'apprendimento? La risposta era scontata ma aspettò pazientemente che l'eremita, le spiegasse come meglio poteva la sua prima prova. Adorava leggere e se si fosse trattato di quello, sapeva già che avrebbe fatto faville. A detta di Seikatsu la prova che l'attendeva non sarebbe stata facile ma di questo ormai ne aveva la certezza. Essere medici non era per tutti, pregava solamente che lei fosse tra quei pochi eletti. Anche se il tono serio e fermo del medico avrebbe potuto scoraggiarla, lei non si lasciò impressionare.
Gli avrebbe fatto vedere quanto valeva. L'eremita le mostrò il giusto utilizzo di una di quelle pergamene. Il chakra verde fuoriuscì dalle mani del saggio, trasformando quella serie di sigilli scuri di un colore rosso acceso con al centro uno strano kanji. Quel colore speranza l'aveva visto parecchie volte curare le sue ferite ma mai avrebbe pensato di doverlo riprodurre lei. Lo sguardo stupito dalla strabiliante abilità del suo maestro, si spostò dalle mani dell'uomo al suo volto. Konji Kin, una delle tecniche basi. Ecco di cosa si trattava. Rimase in ascolto, cercando di non farsi sfuggire nemmeno una parola.

*Ricucire i tessuti lacerati, un abbondante quantità di chakra e precisione. Speriamo in bene*

I concetti chiave li aveva capiti adesso il problema era applicarli. Non appena l'eremita ebbe voltato le spalle dopo averle lasciato qualche parola d'incoraggiamento la quindicenne si buttò a capofitto sul lavoro. Il tempo passava lento e gli occhi nell'oscurità della stanza sembravano chiudersi ogni tanto per la stanchezza. Le candele andavano consumandosi ma mai la dolce kunoichi aveva distolto il suo sguardo dal suo compito. Il sudore scendeva dalla sua fronte copioso mentre la concentrazione acquistava sempre più valore nei suoi tentativi. Aveva seguito ogni minimo dettaglio, ogni spostamento o mossa che aveva utilizzato il suo mentore. Eppure c'era sempre qualcosa che non andava.
Proprio come era già successo con il petalo di pesco, sembrava che il suo chakra anche se riusciva a fuoriuscire in buone quantità non trovasse in giusto equilibrio con la precisione. Ogni volta che era sul punto di arrendersi le ritornavano in mente le parole del suo nuovo sensei, "conosci te stessa". Si lei conosceva se stessa, sapeva quello che voleva più di ogni altra cosa al mondo. Solo quando ripensava a Fuyuki improvvisamente riusciva a mettere mano su energie che pensava d'avere. Provare e riprovare non era più un problema.
Proprio come quelle volte in cui l'allenamento diventava troppo duro da sopportare e sveniva nella foresta, anche in quella grotta a volte si ritrovava talmente senza energie che crollava addormentata su quei rotoli. Al suo risveglio le pieghe della pergamena le rigavano il viso rendendola uno spettacolo divertente per i due furetti che di tanto in tanto le tenevano compagnia. Naturalmente il fatto che non fosse stata lasciata completamente sola un po' la sollevava ma tenere a freno la curiosità di Yang a volte le costava qualche distrazione di troppo. Cosa che non poteva permettersi. Come quella volta in cui il piccolo mustelide aveva provato a saltare sul mobile dove alcune fialette impolverate e ripiene di liquidi strani erano riposte e aveva rischiato di far cadere tutto. Fortunatamente lei e Yin erano riusciti a intervenire prontamente e niente era andato rotto.
Persino la tensione con la creatura dal manto nero sembrava essersi affievolita, almeno all'apparenza. Era tornato a giocare e scherzare con la kunoichi come avevano sempre fatto ma sentiva che c'era qualcosa di diverso, come se in cuor suo sapesse che si era segnato quel piccolo avvenimento. Avrebbe voluto tornare indietro nel tempo ma ormai era troppo tardi, la sua scelta era stata fatta e probabilmente l'avrebbe rifatta nuovamente. Si morse il labbro, facendo uscire una piccola goccia di sangue quando per l'ennesima volta la pergamena le fece credere che c'era riuscita. Il kanji trasparente si era quasi formato ma poi improvvisamente non era riuscita a mantenere tutto quel chakra. Avrebbe voluto prendere quel rotolo e lanciarlo contro il muro ma trattenne i suoi istinti ribelli per continuare l'esercizio.
Ormai era passato parecchio tempo anche se non riusciva a regolarsi da quanto stesse li sotto. Raramente era salita al piano di sopra se non per mangiare qualcosa ogni tanto. Persino il suo letto da quell'ultimo sogno con Yume non aveva più rivisto nessuno occuparlo. L'eccessivo stress che adesso sormontava le sue spalle, non era un bene ma la fretta e la voglia d'imparare sembravano avere acquisito un controllo sul corpo della giovane. Solo dopo diversi tentativi mal riusciti, notti passate insonni e piccoli momenti di pazzia in cui avrebbe voluto volentieri sbattere la testa contro il muro, riuscì a completare la prova con successo.
Quello che avvenne dopo fu soltanto la liberazione dal suo stato di reclusione. Iniziò a saltellare entusiasta intorno al tavolo facendo uno strano ballo con i furetti che la seguivano. Una danza della vittoria? Non lo sapeva nemmeno lei ma un sorriso a trentasei denti adesso incorniciava il suo volto troppo magro e scarno.

Edited by Karen91 - 22/8/2014, 10:31
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 7/3/2014, 20:01     +1   -1
Avatar

Group:
Meccanici
Posts:
23,986
Location:
Albuquerque

Status:


Tanta era la gioia per il risultato ottenuto. Seppur minimo, il traguardo che la kunoichi aveva raggiunto a costo del sudore che le aveva rigato la fronte era importante e lo sottolineavano sia il suo sorriso, che i suoi gesti, impregnati di gioia e soddisfazione. Come se avesse percepito il clima di festa che permeava l'aria, l'eremita apparve davanti all'ingresso della sala in cui la sua dolce allieva si era allenata durante gli ultimi giorni. Sul suo volto era stampato un sorriso traboccante di soddisfazione e i suoi occhi erano posati sulla pergamena, la quale aveva modificato il suo aspetto al contatto con il chakra curativo che la ragazza aveva concentrato sulle mani. Con passi lenti e cadenzati si avvicinò a lei, poggiandole una mano sulla spalla in segno di riconoscimento. Uno schiocco delle dita dell'altra fece tornare il rotolo al suo stato originale e a quel punto giunsero finalmente le parole che lei stava aspettando.

Seikatsu - Ottimo lavoro, Chiaki.

La sua voce trasudava orgoglio, era fiero che la sua nuova apprendista avesse imparato la tecnica di cura in così poco tempo; ciò dimostrava inequivocabilmente la sua predisposizione all'arte medica e le spianava la strada verso quello che era il suo vero obiettivo: Eien no Jutsu. Tutto però mutò quando gli occhi di Seikatsu si posarono sugli scaffali che si trovavano attaccati alla parete. Immediatamente si allontanò da lei, avvicinandosi preoccupato a quel mobile. Aveva visto qualcosa fuori posto; ciò era indubbiamente frutto di ciò che aveva fatto Yang, che qualche giorno addietro aveva rischiato di far cadere ciò che era riposto su quegli scaffali impolverati.

Seikatsu - Chi è stato? Non dovete toccare queste cose.. MAI!

Lo disse quasi ringhiando, sfiorando con le dita una fiala in particolare, posizionata in un angolo dello scaffale più alto, come se volesse accertarsi di qualcosa. Ritrasse poi la mano, voltandosi di scatto verso la kunoichi e le due piccole creature, fissandoli con occhi gelidi, specchi di collera che avrebbero terrorizzato chiunque.

Seikatsu - Continua a esercitarti, sei riuscita nel tuo intento ma devi ancora perfezionare il controllo del chakra.

Concluse in fretta, ritirandosi nuovamente al piano superiore e lasciando Chiaki, sola con i suoi dubbi e le sue domande. Seikatsu fino a quel momento si era mostrato cordiale e gentile nei suoi riguardi, forse anche più del dovuto, mostrandosi come modello di calma e temperanza. Eppure in quel frangente sembrava aver perso le staffe, per un motivo che ancora rimaneva un segreto. La questione si stava facendo sempre più intrigante e misteriosa, mentre una domanda più che legittima si insinuava nelle menti dei presenti. Cosa nascondeva il medico?

 
Top
view post Posted on 18/3/2014, 15:52     +1   -1
Avatar

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


Group:
Konoha
Posts:
8,623
Location:
Da una Lacrima di Luna

Status:


Non riuscì a trattenere la gioia e la felicità nella buon riuscita del suo compito. Aveva fatto delle rinunce ma finalmente riusciva a vederne i frutti, finalmente era stata ripagata dell'enorme fatica. Se lo sentiva, quel chakra color della speranza aveva sempre fatto parte di lei. La sua enorme pazienza e il suo spirito non intaccato ancora totalmente dal male ne erano la prova. Come aveva potuto dubitare? Si bloccò di colpo non appena vide il volto soddisfatto del suo mentore. Doveva tenere un atteggiamento più serio, almeno davanti a lui.
Non voleva che pensasse fosse solo una sciocca ragazzina che cercava di realizzare un sogno. Yang tamponò con la gamba della dolce Hyuga non vedendola arrestarsi, al contrario di suo fratello che cercava di mantenere un portamento più composto anche se aveva partecipato volontariamente anche lui a quel balletto. Essere colto in flagrante in un simile gesto superficiale però non era nei suoi piani, soprattutto da una persona saggia e misteriosa come quella di Seikatsu. Non appena Chiaki sentì la mano forte e grande dell'uomo stringerle la spalla compiaciuto, abbassò lo sguardo leggermente imbarazzata, lasciando che le sue guance s'imporporassero leggermente di rosso.
L'ultima persona che si era complimentata con lei risaliva al superamento dell'esame genin e sentire quelle parole uscire di nuovo dalla bocca di qualcuno le provocò una strana sensazione nostalgica. Suo padre quella sera era riuscito a donarle la voglia di migliorare, di poter diventare più forte solo per compiacerlo. Di potergli dare quelle briciole di felicità che sua madre non era riuscita a dargli, di portare avanti quell'amore che non poteva più ricevere dalla donna che amava. Eppure adesso era una nukenin e quel desiderio bambinesco, non restava che qualcosa d'incompiuto e che non sarebbe mai riuscita a ricomporre.
Chissà che stava facendo Takayoshi? Chissà se adesso la odiava? La sua mente viaggiava e le sue espressioni mutavano considerevolmente da un momento all'altro. Venne richiamata dal suo mondo da un improvviso innalzamento di voce. Il medico si era allontanato da lei e ora fissava in maniera maniacale delle fiale, dando particolarmente attenzione a una. Quel tono ringhiante le era entrato nelle ossa ma non sapeva come giustificare la sbadataggine del piccolo furetto dal pelo bianco. In fin dei conti sia lei che Yin erano riusciti ad evitare il peggio perché se la prendeva così tanto l'eremita?

- Mi dispiace. Non l'abbiamo fatto a-apposta - disse la piccola kunoichi abbassando lo sguardo dispiaciuta.

Gli elogi che aveva sentito poco prima furono sovrapposti da delle critiche sul controllo del chakra. Eppure le sembrava d'essere riuscita ad attivare le pergamene come aveva detto lui. Forse non era abbastanza, forse doveva impegnarsi di più invece di perdete tempo in inutili balli. Rimase con la testa bassa finché non sentì la botola del piano superiore chiudersi e fare eco nella stanza. Non ce l'aveva con i due furetti, erano una famiglia e si sarebbe presa anche la loro colpa.
La stessa cosa però non fu vista di buon occhio da Yin che dopo aver lanciato un occhiataccia a suo fratello, continuò a scrutare quello scaffale. Qualcosa non gli tornava in quella storia e la sua poca fiducia lo spinse ad infrangere le poche regole che gli aveva chiesto il padrone di casa. Chiaki si rimise all'opera iniziando ad aprire tutte le pergamene che ricoprivano il tavolo prima di notare suo fratello che silenziosamente s'arrampicava agilmente.

- Yin torna qui! Che stai facendo? - bisbigliò la quindicenne, dando una rapida occhiata alle scale.

- Devo controllare una cosa - disse il piccolo animale dal manto nero, iniziando ad annusare diverse fialette.

Continuò ad arrampicarsi, finché non raggiunse uno degli scaffali più alti. Fu in quel momento che spazientita la kunoichi afferrò la piccola creatura, cercando di non aumentare il carico di guai che già aveva dato modo di far spazientire colui che la stava aiutando. Nello stesso istante che Yin venne afferrato, anche lui afferrò una fialetta. La stessa che l'uomo aveva toccato, la stessa che aveva colpito anche la giovane.

- Smettila di fare sempre di testa tua. Seikatsu ci sta a-aiutando - disse con tono fermo Chiaki.
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 18/3/2014, 16:36     +1   -1
Avatar

Group:
Meccanici
Posts:
23,986
Location:
Albuquerque

Status:


Imbarazzata per essere stata colta di sorpresa durante dei festeggiamenti forse troppo esagerati e dispiaciuta per aver alimentato la collera del suo nuovo insegnante, Chiaki aveva ascoltato il suo consiglio e si era messa nuovamente all'opera. Sebbene fosse riuscita nel suo intento, doveva ancora migliorare nel controllo del chakra, o almeno era questo che aveva affermato l'eremita: se per aiutarla o se per sfogare la rabbia, questo non le era ancora chiaro. Tuttavia, prima che lei potesse riprendere ad allenarsi, il piccolo furetto si era avvicinato agli scaffali con la chiara intenzione di infrangere le regole che erano state imposte alla sorella; la reazione di quell'uomo gli era forse sembrata fin troppo esasperata in confronto a ciò che loro avevano realmente fatto e le sue critiche, anziché metterlo a disagio, non avevano fatto altro che nutrire la sua curiosità e spingerlo a indagare sulla faccenda. La kunoichi si accorse immediatamente delle intenzioni della creatura, facendo notare immediatamente il suo disaccordo: in fin dei conti Seikatsu la stava aiutando e suscitarne l'ira non era di certo il modo migliore per ringraziarlo. Non riuscì però a intervenire in tempo e, quando ebbe afferrato Yin, questo a sua volta si era già impossessato della fialetta sulla quale il padrone di casa si era maggiormente soffermato.
Tutto a un tratto la parete dinanzi ai loro occhi iniziò a tremare e in breve tempo gli scaffali scivolarono lungo di essa, rivelando un passaggio rimasto celato fino a quel momento. Si trattava di un cunicolo scavato probabilmente in un secondo momento rispetto alla stanza in cui si era addestrata fino ad allora; esso conduceva ancora più in profondità nel cuore della montagna e dopo pochi minuti la fanciulla ebbe modo di raggiungere una sala ancora più buia della precedente, dove l'aspro odore del sangue dominava incontrastato. Diversi cadaveri in putrefazione costellavano il pavimento lercio di tracce cremisi, così come numerosi rotoli dalla misteriosa utilità, mentre sulle umide pareti della caverna svettavano simboli e kanji che nessuno avrebbe saputo decifrare. Infine, in fondo alla stanza si trovava quella che sembrava essere una grossa tela, coperta però da un drappo strappato che lasciava intravedere qualche chiazza di colore.
Comprendere cosa l'eremita avesse fatto era praticamente un'utopia: a chi appartenevano quei corpi privi di vita e quale segreto custodiva quel luogo?

 
Top
view post Posted on 18/3/2014, 17:40     +1   -1
Avatar

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


Group:
Konoha
Posts:
8,623
Location:
Da una Lacrima di Luna

Status:


Una serie di scricchiolii interruppe il battibecco tra l'evocazione e la sua evocatrice. Non avevano idea di quale meccanismo avevano innescato, perché la parete davanti ai loro occhi improvvisamente iniziò a tremare. Yang senza pensarci due volte si nascose sotto al tavolino, terrorizzato dal fatto che potesse trattarsi di un terremoto mentre Chiaki e Yin rimase allibiti davanti a quegli scaffali che iniziarono a scorrere davanti a loro quasi gli fosse stata donata vita propria.
Ma che cosa stava succedendo? Ci misero un po' a tornare con i piedi per terra e notare che quello che avevano davanti era un nuovo passaggio. La kunoichi allentò la presa delle sua mani, dando modo a Yin di muoversi liberamente, atterrando sul pavimento roccioso.

- Immaginavo che il nostro caro Seikatsu ci nascondesse qualcosa - disse con tono fiero, fissando la Hyuga di sbieco per averlo ripreso.

- Forse hai ragione... - rispose di rimando la ragazzina dalla chioma blu, quasi affranta da quella scoperta.

- Dove porterà questo cunicolo? - chiese incuriosito Yang che adesso aveva affiancato entrambi nella nuova scoperta.

- Non saprei. Non ci resta che scoprirlo, no? - affermò Chiaki osservando le scale dove era scomparso l'eremita, sperando che non avesse udito nessun rumore.

- Così mi piaci! - intervenne Yin, arrampicandosi sulle vesti della fanciulla, trovando il suo posto sulla sua spalla.

La ragazzina afferrò una candela per farsi luce e con la massima prudenza iniziò ad addentrarsi in quel nuovo percorso. I brividi le percorrevano la schiena, ogni scalino che scendeva sentiva una vocina che la incitava a tornare indietro ma nell'abisso della sua incoscienza un altra vocina bramava conoscenza. La verità, ecco cosa agognava. Storse il naso non appena un odore nauseabondo le invase le narici. Quel liquido ferruginoso lo conosceva bene, ne aveva sentito in gran quantità durante la guerra con Watashi. Ma cosa nascondeva li dentro l'eremita di così segreto?
La fantasia sciocca che aveva avuto precedentemente sulla sua morte, adesso non sembrava più tanto uno scherzo. Più si addentrava nell'oscurità e più riusciva ad avvertire il calore della montagna. Ogni tanto lanciava uno sguardo indietro, temendo il peggio. Solo quando i suoi piedi nudi furono a contatto con il pavimento della stanza poté notare come la dura pietra sembrava essere più scivolosa. Al suolo in stato di decomposizione alcuni cadaveri, adornavano il pavimento spoglio. Ritrasse il piede in un gesto istintivo, schifata dal colore rossastro che aveva assunto la sua pianta.
Aveva una voglia matta di andarsene da li e come lo aveva scoperto risigillare quel posto per sempre. Ma qualcosa attirò la sua attenzione. Tra tutto quel caos, fatto di pergamene, sigilli e disegni sulle pareti. Un pezzo di stoffa in fondo alla stanza nascondeva qualcosa. Le sue iridi perlacee si spostarono ripetutamente dalla parete a ciò che calpestava. Non voleva provare più quella sensazione disgustosa. Più si avvicinava silenziosamente più riusciva a mettere a fuoco una tela che si nascondeva all'ombra dei lumi.
Arrivò li davanti mentre i furetti avevano abbandonato il loro posto sicuro accanto alla Hyuga per indagare autonomamente sulla faccenda o perlomeno ci provavano. Yin era alle prese con alcuni rotoli sul tavolo, ispezionando e controllando il loro possibile contenuto diabolico; Yang invece si divertiva a far cambiare espressione a quei poveri cadaveri, lasciati li a marcire. Ognuno aveva un suo compito chi più sensato e chi più inutile ma tutti sembravano essersi messi all'opera. Strinse più saldamente la candela, sentendo come se potesse spezzarla da un momento all'altro e con uno scatto afferrò il drappo. Che cosa le stava nascondendo precisamente Seikatsu?
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 18/3/2014, 18:57     +1   -1
Avatar

Group:
Meccanici
Posts:
23,986
Location:
Albuquerque

Status:


Mentre Yang si divertiva a stuzzicare i corpi inermi di chi aveva perso la vita in quel luogo dimenticato dal mondo, Yin cercava invece di rendersi più utile, esaminando i rotoli che si trovavano sul pavimento. I tratti neri impressi sulla carta ingiallita sembravano essere vecchi di parecchi decenni e non era per niente facile decifrare quella calligrafia così particolare, ma dopo un'attenta analisi poté intuire di cosa si trattava: appunti di Seikatsu su una pericolosa tecnica da mettere a punto, scritti sotto forma di un diario dai tratti quasi autobiografici. Ciò che tuttavia attirava più l'attenzione dei presenti era la tela di fronte alla quale si trovava la dolce fanciulla. Questa si decise infine a spostare con convinzione il drappo che la copriva, ma non appena questo ebbe toccato il suolo uno spettacolo orrendo si presentò ai suoi occhi.
Una figura era stata dipinta e attraverso quei colori spenti, privi di alcuna vitalità, prese vita muovendosi dietro quelle sbarre costituite dalla cornice del ritratto. Un uomo vecchio, dalla pelle secca e insozzata di sangue, gli indumenti lerci di fango e lunghi capelli bianchi che incoronavano il suo viso olivastro. Le dita scheletriche si muovevano in direzione dell'ospite indesiderata, mentre un sorriso sfregiato lasciava intravedere denti orridi e acuminati. Occhi di bragia, scanati in quel volto scarno, fissavano minacciosi la dolce kunoichi. Iridi che, in mezzo a quel tremendo gioco di luci e colori misteriosi, erano impossibili da confondere: Seikatsu. Era lui l'uomo dipinto sulla tela, ma per quale motivo le sue fattezze erano così diverse? Improvvisamente una voce spezzò il silenzio venutosi a creare e voltandosi, la ragazza ebbe modo di incontrare gli stessi occhi che aveva davanti. L'eremita era apparso all'improvviso e la fissava con un'espressione impassibile, che non lasciava trapelare alcuna emozione. Prese parola e la sua voce risuonò grave in tutta la stanza, pesante come un macigno e tagliente come una lama ben affilata.


Seikatsu - Adesso conosci il mio segreto, Chiaki.

 
Top
view post Posted on 18/3/2014, 22:54     +1   -1
Avatar

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


Group:
Konoha
Posts:
8,623
Location:
Da una Lacrima di Luna

Status:


Yin aiutandosi con le zampette anteriori cercò di tenere aperte quelle vecchie pergamene, percorrendo con le sue iridi smeraldine quella scrittura incomprensibile. Non aveva nessuna base di medicina per poter comprendere di cosa si trattassero tutti quegli appunti ma ogni tanto leggeva qualcosa che lo aiutava a capire. La prima persona e strane formule matematiche erano un chiaro segno di qualcosa. Che stesse studiando qualcosa? Si perse nel vuoto il piccolo mustelide mentre rifletteva, guardando storto suo fratello che continuava a divertirsi a modo suo lasciandoli il lavoro più grosso.
Quei simboli sulle pareti poi, non aveva minimamente idea di cosa fossero. Qualche collegamento con gli appunti? I segni di penna sbavati e il tempo che sembrava aver logorato quelle pagine, solo l'eremita stesso poteva interpretare quei suoi appunti. Alzò la testa il piccolo furetto mentre continua a spremersi le meningi nella speranza d'avere qualche sorta d'illuminazione e la vide, sua sorella immobilizzata da ciò che le stava di fronte. Teneva ancora quel vecchio straccio in mano la dolce kunoichi quando quella creatura disgustosa apparve davanti a loro. La sovrastava dall'alto della sua altezza ma la tela la divideva dal suo mondo.
Un brivido le percorse la schiena mentre si rendeva conto di quanto stesse diventando pericolosa la situazione in cui s'era cacciata. Prima se ne fosse andata da li e prima avrebbe salvaguardato la sua incolumità. Eppure le gambe sembravano non volersi muovere e i suoi occhi pallidi si annullavano in quel rosso scarlatto. I suoi tratti somatici erano troppo simili a quelli di Seikatsu ma la fanciulla non riusciva a comprendere il nesso che vincolava le due presenze. Una persona così gentile perché nascondeva quella parte di se, orribile e malvagia in quel posto isolato da tutto il resto? Cosa si nascondeva dietro al segreto di quella tela?
La pelle decadente e la figura dello scheletro sempre più evidente, i sospetti di Yin e infine il segreto della vita eterna. Bingo! Che fosse quella la ragione per cui l'eremita ancora era vivo? Quel quadro era orripilante eppure nel suo marciume riusciva a vedere una piccola luce, come se ciò che fosse li poteva essere spiegato. Un'anima persa con tratti demoniaci, questo avrebbe dovuto diventare lei per salvare Fuyuki? Quella settimana di studio intenso, sembrava essersi annullata mano a mano che riusciva a rendersi conto di quanto le fosse stata inutile. Quell'uomo aveva avuto seriamente intenzione d'aiutarla?
Tanti furono i dubbi che iniziarono a invaderle la mente. Strinse forte il drappo, prima di lasciarlo andare definitivamente, lentamente avvicinò la mano per sfiorarne la tela. Non sapeva quello che stava facendo ma una forza magnetica l'attirava in quella direzione. Fu una voce proveniente dalle sue spalle che interruppe il suo cammino. Sapeva perfettamente chi fosse, anzi si aspettava che prima o poi avrebbe fatto il suo ingresso in quella stanza. Si erano trattenuti troppo li, avrebbe dovuto andarsene da li prima. Non aveva giustificazioni per essersi intromessa in faccende che non le avrebbero dovuto interessare.
Con calma si voltò, fissando quello sguardo meno violento ma identico a quello del dipinto. Capire le sue intenzioni non era facile ma nonostante tutto decise di rimanere quieta. Ormai era in trappola e scappare non le sembrava la mossa più furba. Vide Yin avvicinarsi con qualcosa tra le zampe, prima di cederle un rotolo, forse l'aveva trovato interessante oppure semplicemente preferiva rimanere sulla difensiva accanto alla Hyuga e aveva abbandonato la sua ricerca; nemmeno lei sapeva spiegarselo.

- Di cosa si tratta esattamente? - chiese incuriosita la quindicenne, cercando di non far trasparire nessuna emozione ma indicando frettolosamente in quadro.

I suoi occhi non si staccarono nemmeno un istante dai suoi. Non avrebbe perso il contatto con quell'uomo, non adesso che era alla sua mercé. Ogni movimento, ogni passo poteva essere un'arma contro di lei.
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 19/3/2014, 16:05     +1   -1
Avatar

Group:
Meccanici
Posts:
23,986
Location:
Albuquerque

Status:


Stava in guardia la kunoichi, seguiva con attenzione ogni spostamento del suo interlocutore, pronta a intervenire al minimo sospetto. La misteriosa situazione in cui si trovava l'aveva costretta ad agire con maggiore cautela; fino a quel momento aveva visto Seikatsu come una figura magnanima e cordiale, che si era commosso ascoltando la sua storia e che per questo motivo non si era tirato indietro, anzi l'aveva aiutata a combattere le avversità del suo percorso. Adesso invece si chiedeva se fosse veramente quella la ragione per la quale aveva deciso di prenderla come allieva. Troppi erano i cadaveri che costellavano il pavimento freddo della caverna e temere per la propria incolumità non era poi tanto strano, bastava soltanto spostare lo sguardo su quei corpi pallidi e vuoti, come meri involucri senza più un'anima. Doveva sapere, capire cosa si celasse dietro il nome, gli studi del suo eremita e quella tela che sembrava custodire un mostro. La sua domanda non si fece attendere, arrivando chiara e nitida alle orecchie di chi aveva davanti.

Seikatsu - La medicina mi ha sempre affascinato, sin da piccolo sognavo di poter diventare un ottimo medico. Desideravo conoscere ogni segreto di questa arte, apprendere ogni singola tecnica, così da poter curare ogni male.

I suoi occhi non lasciavano trapelare nessuna emozione, era come se fosse una macchina a parlarle, eppure improvvisamente il tono della sua voce cambiò, macchiandosi di una nota di frustrazione e rimpianto.

Seikatsu - Sono stato anch'io uno shinobi, esattamente come te. Ero un medico di Iwa, dicevano fossi il migliore del villaggio.. eppure non sono riuscito a salvare la vita del mio migliore amico, né quella di mia sorella. Mi sono presto reso conto che il mio sogno era irrealizzabile. Una vita non sarebbe bastata per riuscire nel mio intento. Per questo motivo dovevo prima superare questo limite.. dovevo sconfiggere la morte.

Si era fatto serio e le sue iridi cremisi scrutavano la dolce fanciulla che avevano davanti, come se volessero studiare ogni sua reazione e leggere dentro la sua anima. Fece una piccola pausa l'eremita, per poi indicare con un cenno del capo il dipinto e prendere nuovamente parola.

Seikatsu - Ho dipinto personalmente quel quadro. In seguito, con un fuuinjutsu proibito, ho sigillato la mia anima al suo interno. Da allora il mio corpo è rimasto uguale, mentre la figura rinchiusa in quella cornice porta al mio posto le mie ferite e i segni del tempo. Quel mostro sono io, quella è la mia anima.. e riesco a vedere quanto sia sporca e corrotta.

La sua voce aveva assunto un tono frustrato, quasi di disgusto nei confronti di quell'orrida creatura imprigionata in quei colori spenti, che ringhiava contro la dolce Chiaki come se lottasse per divincolarsi da quelle catene che lo relegavano a quella triste esistenza.

Seikatsu - Da allora, per più di duecento anni ho studiato per creare una tecnica che potesse allungare la vita altrui, così da sconfiggere definitivamente la morte. Tuttavia è stato tutt'altro che semplice.. quei corpi privi di vita appartenevano a uomini, che ho dovuto sacrificare per raggiungere quel traguardo. Più ne uccidevo per i miei scopi, più la mia anima si sporcava di male, più la mia metà diveniva orrenda e potente. Troppo è il male che ho fatto e adesso lei vuole prendere il mio posto, piegando una volta per tutte la mia volontà per soddisfare quella sete di male che io stesso ho creato.

Era quello dunque il segreto che si celava dietro l'enorme conoscenza di Seikatsu, un uomo che era riuscito a infrangere le barriere della vita e a entrare in possesso di tecniche che i più non avrebbero potuto immaginare nemmeno nei loro sogni più reconditi. Tuttavia quel genio che Fuyuki aveva tanto elogiato nel suo diario altro non era che un folle che aveva venduto la propria anima pur di riuscire nel suo intento. Eppure nella sua voce si intravedeva una nota di rammarico, segno che la sua umanità non era ancora del tutto sconfitta. Continuò a fissare la sua giovane interlocutrice, per poi concludere con una domanda alla quale, purtroppo, entrambi avevano già dato una risposta.

Seikatsu - Ci sono riuscito. Adesso conosco ogni segreto dell'arte medica e nessuna ferita, nessun male, per me rappresenta un ostacolo insuperabile. Volevo solo fare del bene e adesso il mio sogno è realizzato. Ma a che prezzo?

 
Top
view post Posted on 20/3/2014, 12:34     +1   -1
Avatar

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


Group:
Konoha
Posts:
8,623
Location:
Da una Lacrima di Luna

Status:


Si era sempre ripromessa che non avrebbe giudicato le persone, eppure non ci riusciva. Più guardava quelle espressioni nei volti dei cadaveri e più si chiedeva se la loro famiglia avesse saputo della loro triste sorte. Da quando aveva letto quel diario fino a quel momento aveva provato un enorme rispetto per quel medico che era riuscito a salvare Fuyuki. Se magari invece di aiutarlo lo avesse ridotto come quei corpi morti, probabilmente lei non avrebbe conosciuto lo Hyuga, non sarebbe diventata una nukenin e il segreto dell'eremita sarebbe rimasto celato per altri secoli.
Che brutto scherzo gli aveva giocato il destino. Ma adesso che era sola e il pericoloso individuo s'avvicinava cosa poteva fare? La sua domanda rimbombò nella stanza semivuota, avvantaggiata dalla dura parete rocciosa. Non smise di guardarlo negli occhi, nonostante fosse difficoltoso per lei mantenere il contatto visivo così a lungo.
Yang si era allontanato cercando riparo all'ombra di qualche oggetto mentre Yin con sguardo di sfida non aveva nessunissima intenzione d'allontanarsi dalla spalla della fanciulla. Quello sguardo dello stesso colore del fuoco non lasciava spazio a nessuna emozione. Avrebbe voluto Yume li a spronarla, a capire cosa volesse adesso quell'uomo da lei ma lo spirito come aveva sempre fatto rimase rintanato nel suo corpo. I suoi pensieri instabili vennero al solito spezzati dalla voce serafica di quell'uomo.
Il tono era impassibile ma la storia che le stava per raccontare probabilmente pochissime orecchie erano riuscite a sentirla se non praticamente nessuno. Il battito irregolare del suo petto finalmente venne sovrastato. Un medico, Seikatsu aveva avuto sempre quel sogno al contrario di lei. Beh, Chiaki immaginava la sua vita leggermente diversa almeno finché Hazuki era in vita, finché non ebbe visto suo padre distrutto dal dolore. Aveva approvato la decisione di prendere la medesima strada dell'uomo ma la sua era una scelta forse sbagliata, voleva dare compiacimento e soddisfazione al genitore affranto dalla perdita di sua moglie.
Un sogno altrui realizzato su se stessa per il bene dell'altro. La sua vita era sempre dipesa dagli altri adesso che ci pensava, anche il fatto che fosse una reietta del villaggio lo dimostrava. Non aveva esitato per amore ad abbandonare tutto, proprio come quella sera quando si era decisa a diventare una ninja. Forse lei e l'eremita non erano poi così tanto diversi. Il fato aveva destinato loro due storie diverse ma in fin dei conti si rimaneva pur sempre esseri pensanti e capaci di combattere il vento degli eventi. Anche lei ne aveva passate di cotte e di crude per la sua giovane età eppure mai si era piegata, mai aveva abbracciato la via più facile per raggiungere i suoi obiettivi.
Il male, aveva promesso di combatterlo. Nessuna vendetta, nessun odio, nessun pregiudizio. Il ruolo che ricopriva sarebbe stato messo da parte solo quando avesse sentito quei giorni sulla sua pelle. La vita eterna. A cosa le sarebbe servita se non per aiutare Fuyuki? Vedere le persone care morire, l'amore della propria vita diventare vecchio e lei rimanere bella e idilliaca nel tempo, come quelle statue di marmo che ricoprivano le ville più lussuose. Un essere intoccabile ma che aveva perso tutto.

- La morte non si può s-sconfiggere. Se non porterà via te, trascinerà con se chi ti sta accanto. Anche io ho visto morire parecchie persone, anche se non le conoscevo, anche se non sapevo nulla di loro, v-vederle morire senza che io potessi fare niente è stato un dolore atroce. Mi sono sentita debole, incapace ed inutile ma queste esperienze mi hanno resa più forte. Non mi hanno fatto perdere la retta via... - rispose la quindicenne abbassando leggermente lo sguardo.

Aveva letto il tono della voce del medico. Frustrazione e rimpianto, ecco cosa traspariva da ogni dichiarazione che quest'ultimo le rivelava. Immaginava quanto si sentisse deluso nel dichiarare a qualcuno i suoi sbagli. Una confessione che però gli avrebbe levato un peso, proprio come prima la dolce kunoichi non era riuscita a trattenere quel torrente d'emozioni che da giorni la tormentavano. Ashi aveva colpito nel segno rivelando quel segreto.
L'anima della giovane era stata colpita e affondata, quel lungo viaggio e quella determinazione nello studio delle tecniche mediche ne erano la prova. Le sue iridi diafane passarono dal pavimento lercio all'immagine su quella tela che continuava a muoversi inquietantemente quasi volesse oltrepassarla. Proprio come aveva immaginato da quando i loro sguardi erano entrati in contatto, quell'essere spregevole era il caro Seikatsu o almeno la parte di lui che aveva voluto nascondere per tutti quegli anni.
Chissà come poteva essere bello un tempo quel quadro, le doti creative di quell'uomo erano sensazionali. Ma quel pensiero superficiale si perse immediatamente non appena i suoi specchi cristallini misero a fuoco di nuovo quei corpi tumefatti. Come aveva potuto fare una cosa del genere per raggiungere i suoi obiettivi!

- Hai sacrificato delle vite per raggiungere i tuoi scopi. Tua sorella e il tuo migliore amico cosa p-penserebbero di te guardando questi poveri innocenti? Non potranno più vedere i loro amici, i loro cari e chissà che qualcuno non li stia ancora cercando. Sei un medico dovresti g-guarire persone e non fare da tramite per raggiungere l'altro mondo - disse tutto d'un fiato la piccola nukenin.

Il suo era stato più uno sfogo a tutte quelle informazioni che stava raccogliendo. Che la strada fino a quel posto fosse stata inutile? Poteva seriamente accettare da quell'uomo una cura che aveva sacrificato così tante vite? Si morse il labbro nervosamente. Non ce l'aveva con lui, quella che stava combattendo era più una battaglia interiore. Cosa doveva fare? Il fatto che Seikatsu fosse cosciente di ciò che aveva fatto però poteva significare solo una cosa. La sua anima non era totalmente perduta. Poteva rimediare, poteva fare qualcosa se solo avesse voluto.

- Lui non può uscire da quella tela, almeno credo - disse la kunoichi fissando inquietata quel mucchio di ossa - E tu puoi ancora fare molto. C'è ancora s-speranza per il mondo con una persona come te. Sei saggio e so che li dentro c'è ancora voglia di fare del bene. Potresti redimerti, viaggiare, aiutare le persone b-bisognose, potresti sfruttare le tue conoscenze per un mondo migliore. Potresti...riportare a casa queste persone.

Osservò di nuovo quei corpi privi di vita. Nel suo tono però qualcosa era cambiato. Un accenno d'entusiasmo per la sua idea, aveva reso più corposa quella voce piatta e rattristata.
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 20/3/2014, 16:51     +1   -1
Avatar

Group:
Meccanici
Posts:
23,986
Location:
Albuquerque

Status:


Quelle di Chiaki furono parole impregnate di una saggezza che di certo non apparteneva alla sua età. O forse non si trattava di mera sapienza, bensì di una spontaneità e di una purezza che avevano sempre accompagnato ogni suo gesto, ogni lemma che le sue labbra avevano pronunciato. Ciò che aveva detto era la pura verità. Niente avrebbe potuto giustificare i crimini di cui Seikatsu si era macchiato, nemmeno quello che in origine era stato solo un desiderio di fare del bene; era stato accecato dal suo stesso sogno e da esso spinto a stroncare vite innocenti, pur di ottenere ciò che desiderava. Eppure l'uomo sembrava essersi reso conto, anche se soltanto adesso, di quanto le sue azioni fossero state ingiuste, sebbene si fosse rassegnato a una realtà alla quale nemmeno la sua infinita conoscenza avrebbe potuto porre rimedio. Chiaki invece non sembrava essere d'accordo, anzi un barlume di speranza si era acceso nei suoi occhi e un nuovo entusiasmo la ispirava, alimentando la fiamma che le ardeva dentro. Sosteneva che lui potesse ancora redimersi, cancellando ciò che aveva fatto mettendo al servizio di tutti le proprie capacità e, magari, restituendo la vita a coloro che aveva sacrificato per il bene del suo progetto. Udendo quelle parole il medico scosse la testa, inconsolabile.

Seikatsu - Non si può riportare in vita qualcuno così facilmente, purtroppo. La bilancia del mondo è simbolo di giustizia: una vita in cambio di un'altra.

Ciò a cui alludeva era chiaro: avrebbe dovuto sacrificarsi per poter riportare in vita soltanto una delle numerose vittime che la sua sete di conoscenza aveva mietuto. Tuttavia non era certo per egoismo che l'eremita aveva evitato di procedere in quel modo. La verità era un'altra e le sue labbra non tardarono a rendere Chiaki partecipe di essa.

Seikatsu - La mia vita però non può essere donata a nessuno. Essa è legata indissolubilmente a quel quadro e può essere spezzata soltanto in un modo ben preciso.

Il che era facilmente intuibile, ma per il momento preferiva non approfondire l'argomento, lasciando la soluzione allo spiccato intuito di chi aveva davanti. Sapeva che lei stava cercando di aiutarlo e apprezzava i suoi sforzi, ma al tempo stesso era consapevole che non avrebbe mai potuto cancellare le tracce di sangue che avevano insozzato la sua anima. Si rivolse nuovamente alla Hyuga, senza distogliere le proprie iridi cremisi da quelle di lei.

Seikatsu - Più il tempo scorre, più quel ritratto diventa orrendo, più la mia anima diventa corrotta. Ce la faresti tu a sopportare un simile peso?

Le chiese incalzandola, con un tono di voce che lasciava trapelare chiaramente la sensazione di annientamento che provava nel contemplare la triste sorte che lui stesso aveva tracciato per sé.

 
Top
view post Posted on 20/3/2014, 17:50     +1   -1
Avatar

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


Group:
Konoha
Posts:
8,623
Location:
Da una Lacrima di Luna

Status:


L'uomo gli rispose atono, come se quello che lei gli avesse chiesto fosse troppo per lui. Una vita per una vita era questo il patto che sanciva la morte quando veniva richiamata ma quello che intendeva la dolce kunoichi non era ciò che il medico aveva compreso. Non sapeva infatti se la tecnica di risurrezione fosse possibile da utilizzare di seguito o a proprio piacimento ma aveva quasi la certezza che quell'uso inadeguato di un simile potere avrebbe mandato in confusione l'ordine naturale delle cose.

- Io non ti sto chiedendo questo...ma di riportare alle loro famiglie anche solo la salma dei loro cari - disse non facendo trasparire nessuna emozione la quindicenne - Hai preso queste vite contro la loro v-volontà, adesso è giusto che riposino in pace nei luoghi dove avevano lasciato il loro cuore. R-restituire ciò che è stato portato via.

Nonostante tutto, nonostante le incomprensioni, Chiaki venne a conoscenza di altri segreti. La tela era vincolata a lui e finché essa non fosse andata distrutta lui non avrebbe trovato la pace, almeno questa era l'idea che si era fatta la nukenin. Uno zombie con le sembianze di un ventenne che percorreva quei territori. Chissà quante cose aveva visto con quegli occhi, quante scoperte avesse fatto. Eppure era stanco, combattuto e la fanciulla non riusciva a capire perché avesse aspettato tutto quel tempo, avesse sopportato tutto quel peso da solo.
Come c'era riuscito? Fino a qualche attimo fa si era imbestialito quando avevano mosso le fialette e adesso che il suo segreto era stato scoperto, sembrava aver perso vigore. Non ce la faceva più lo notò dal tono incalzante con cui cercava delle risposte dalla ninja, domande a cui lei non aveva una risposta precisa ma alle quali poteva mettere del suo.

- A me la tua anima non sembra completamente corrotta. Quando mi sono presentata a te in cerca d'aiuto non ti sei a-affatto tirato indietro, quando ti ho raccontato la mia storia mi hai ascoltato. Dici che la tua anima diventa corrotta perché tu ti stai auto c-convincendo di questo ma... - fece qualche passo in avanti la chunin, appoggiando la mano sinistra sul petto dell'uomo - Se riuscissi a convogliare ciò che hai imparato per fare del bene? Non sarà facile continuare a vivere con questo peso ma sarebbe troppo facile lasciare questo mondo, sarebbe come s-scappare dai propri errori. Se ognuno di noi s'impegnasse a fare qualcosa di positivo per gli altri nel suo piccolo penso che molte cose andrebbero in modo d-diverso.

Lo guardava negli occhi, cercando di leggere cosa provasse nel sentirsi dire quelle parole. Sembrava una mamma che faceva la ramanzina al proprio bambino. Era un discorso difficile e forse lei non aveva nemmeno il diritto di poter affermare certe cose, soprattutto nei confronti di un uomo che aveva come esperienza più di duecento anni.
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 20/3/2014, 21:07     +1   -1
Avatar

Group:
Meccanici
Posts:
23,986
Location:
Albuquerque

Status:


Aveva inteso male l'eremita, altro era ciò a cui la sua giovane interlocutrice alludeva. Restituire i cadaveri di chi era stato sacrificato ai loro cari? Forse resuscitarli sarebbe stato più semplice. Le sue mani erano lerce, insozzate del sangue di poveri innocenti immolati per soddisfare la sete di conoscenza di un pazzo. Un folle che tuttavia conservava ancora un briciolo di umanità, che si rendeva conto di quanto atroci fossero le malefatte che aveva compiuto e che era consapevole che reggere lo sguardo accusatore di chi aveva perso un marito, un fratello o un figlio sarebbe forse stato l'ostacolo più grande e impervio mai comparso sul suo cammino, prolungatosi per più di due secoli. Tuttavia non poteva tirarsi indietro, Chiaki aveva ragione. Poter riposare serenamente, piuttosto che marcire in quella caverna umida e buia, era un diritto sacrosanto e inviolabile di quelle povere vittime ed era l'unica cosa che poteva fare per alleviare le pene che lo tormentavano. Il rimorso e la colpa l'avrebbero seguito per sempre, niente e nessuno avrebbe potuto curare lo squarcio aperto nella sua anima corrotta e logorata dal male. Nemmeno quel piccolo angelo dalla chioma blu, che però era riuscita a risvegliare un barlume di speranza anche nel cuore di Seikatsu, traboccante di odio e commiserazione per ciò che era diventato.

Seikatsu - Forse non tutto è perduto..

Tutto a un tratto i suoi occhi stanchi presero ad ardere, a trarre vigore ed entusiasmo da una nuova fiamma accesasi nel petto di quel medico afflitto, incapace di sostenere il peso delle sue colpe. La guardò in maniera diametralmente opposta rispetto a come aveva fatto fino a quel momento e afferrò svelto la mano che lei aveva poggiato sul suo petto, prendendo nuovamente parola, stavolta con un tono di voce più determinato, quasi persuasivo.

Seikatsu - Tu puoi porre fine a tutto questo! Se distruggerai quel quadro tutto tornerà esattamente come prima.. la maledizione verrà spezzata e questi uomini potranno tornare in vita, mentre io avrò finalmente la fine che mi merito.

Aveva totalmente ignorato ciò che lei gli aveva detto, nel tentativo di dissuaderlo da ciò che intendeva fare e di spronarlo piuttosto a sfruttare le conoscenze che aveva ottenuto per operare nel giusto e onorare finalmente il sogno che aveva sempre nutrito con i suoi sforzi. In men che si dica unì le mani a comporre dei seals e da una nuvoletta di fumo venne partorita una lunga katana dalle sfumature smeraldine. La consegnò a lei, riponendola tra le sue mani, per poi guardarla con un'espressione seria dipinta sul viso. Ciò a cui serviva quella lama era chiaro, neanche uno stupido avrebbe potuto fraintendere quella che era la richiesta disperata di Seikatsu.

Seikatsu - Ti prego, Chiaki.. devi farlo. E' l'unico modo.

 
Top
view post Posted on 21/3/2014, 13:03     +1   -1
Avatar

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


Group:
Konoha
Posts:
8,623
Location:
Da una Lacrima di Luna

Status:


Non la voleva ascoltare. Vane erano le parole che gli stava dicendo, pur di convincerlo a non fare pazzie. Eppure fu proprio una di queste che arrivò dritta al petto della giovane, sgretolando il suo cuore. Lui richiedeva il suo aiuto, se lei avesse distrutto per sempre quel quadro la vita sarebbe tornata a scorrere in quegli uomini martoriati. Eppure fino a qualche secondo prima aveva detto di non poter donare la sua vita in cambio della loro e aveva aggiunto che una sola vita richiedeva il sacrificio di un'altra. Forse era solo una sensazione ma il suo tono incalzante sembrava volerla a spronare in quel gesto.
Che si stesse lavando le mani di tutto ciò che aveva detto Chiaki scaricando su di lei quella responsabilità? Lo fissò ma non emise suono la dolce kunoichi, nell'attesa di vedere fin dove si volesse spingere il medico. Sotto le sue dita affusolate sentiva il battito dell'eremita, costante e leggermente alterato come lo era il suo quando si agitava. Non avrebbe mai spento un suono tanto bello, non avrebbe mai scelto di togliere la vita a qualcuno. Lei aveva fatto tutta quella strada per salvare il suo amato ma parecchie volte avrebbe voluto conoscere i segreti delle arti mediche per aiutare gli altri, persino i nemici. Quella richiesta andava contro il suo nindo, persino contro quello di un medico. Continuò ad ascoltare, muovendo le labbra solo per mordicchiarsi il labbro superiore.
Quell'uomo era ostinato e il fatto che non ascoltasse minimamente le sue parole non l'aiutava. Inizialmente aveva avuto paura di lui, soprattutto quando era comparso alle sue spalle con quell'espressione atona; invece adesso iniziava a capire cosa provasse. Ma lei non poteva aiutarlo, non poteva essere il mezzo che lo avrebbe condotto all'altro mondo. Non appena lo shinobi unì le mani componendo alcuni sigilli la fanciulla indietreggiò di qualche passo, impressionata da quel cambio d'atteggiamento. Fissò la lama dello stesso colore della speranza, prima di incontrare nuovamente gli occhi color rubino dell'uomo.
Perché si ostinava a scaricarle quel peso? Gliela cedette senza aver modo di rifiutare ma il suo sguardo era perso tra la brillantezza della lama e i suoi pensieri. Non poteva, non poteva. Scosse la testa e lasciò che quell'arma dalla manifattura perfetta cadesse a terra. Un rumore metallico rimbombò nella stanza mentre il suo corpo s'irrigidiva.

- Non posso, non posso farlo. Non aspetta a me decidere la morte di qualcuno. Non sono degna di l-levare la vita e non lo sarò mai. Hai ancora tanto da insegnarmi, resta con me. Aiutami a mettere in pratica le tue conoscenze, g-guidami - disse in un tono di preghiera la bella Hyuga.

Si era ripromessa di non versare lacrime, di non farsi vedere debole di fronte a quell'uomo ma senza volerlo i suoi arti tremavano e i suoi occhi iniziavano a vedere appannato. Non voleva perderlo, anche se lo conosceva poco sapeva che poteva ancora dare tanto. Fuyuki si era fidato di lui e anche lei nonostante quella scoperta, si era messa praticamente nelle sue mani.
Ormai arrivare alla conoscenza dell'Eien no jutsu era passato in secondo piano. Non voleva lasciare andare quell'uomo, non voleva che buttasse così la sua vita. Forse il suo era solo un atto egoistico dopo tutto quello che aveva passato la figura davanti a lei. Eppure non ci riusciva. Lo guardò supplichevole, nella speranza che capisse.
 
Web Contacts  Top
view post Posted on 21/3/2014, 14:05     +1   -1
Avatar

Group:
Meccanici
Posts:
23,986
Location:
Albuquerque

Status:


Il suono del ferro che cozzava contro la pietra ruggì tra le pareti umide della caverna e mentre le parole di Chiaki si alzavano, risuonando quasi come una supplica, sul viso di Seikatsu, logorato dal dolore e dal senso di colpa, si fece spazio un sorriso ancora più raggiante di quello che aveva accolto la ragazza al suo arrivo in quel luogo isolato e dimenticato dal mondo. La guardò intensamente e a quel punto tutto gli fu chiaro: fino a quel momento l'idea lo aveva soltanto sfiorato, ma adesso.. adesso era sicuro di ciò che era giusto fare.

Seikatsu - Non spetta a me decidere la morte di qualcuno.

Annunciò quasi fosse una sentenza, ripetendo le stesse parole che erano state partorite dalle labbra della sua interlocutrice. Le strinse nuovamente la mano, ma stavolta lei poté avvertire una sensazione del tutto diversa rispetto a quella che il suo contatto gli aveva donato in precedenza: non stava più chiedendo il suo aiuto. Lo aveva già aiutato e adesso non poteva fare altro che ringraziarla.

Seikatsu - Forse consegnare quei corpi non è l'unica cosa che posso fare per redimermi dalle mie colpe.. il mondo ha bisogno di qualcuno che conosca ogni segreto dell'arte medica, qualcuno che possa curare ogni male e salvare le vite di chi combatte per il bene o di chi è stato condannato da una sorte ingiusta. Ma quel qualcuno non posso essere io.

Il suo tono era estremamente serio, molto più di quanto lo era stato fino a quel momento e le sue iridi cremisi incontrarono quelle di lei, mentre la sua presa veniva alimentata da un nuovo vigore.

Seikatsu - E' di te che sto parlando. E' a te che voglio affidare ogni mia conoscenza. Questi rotoli contengono tutti i miei segreti e tu sei l'unica persona che è degna di ereditarli.. perchè il tuo animo è puro, immune da ogni traccia di male. Ti ho messa alla prova e non hai deluso le mie aspettative. Conosci il valore della vita e lo rispetti, molto più di quanto abbia fatto io. Per questo sono certo che possa essere tu la luce della speranza in grado di far luce in mezzo alle tenebre del mondo.. perché so che non farai mai il mio stesso errore.

Non stava mentendo, in quel momento i suoi occhi traboccanti di entusiasmo e speranza non avrebbero potuto celare nient'altro. Aveva deciso di affidare a lei la sua eredità e il compito di prendere il suo posto; tutta la sua esperienza secolare era stata trascritta in quei manufatti e grazie a essi la dolce kunoichi avrebbe potuto veramente diventare un'ancora salvezza per chi lottava contro la morte, una speranza per chiunque l'avesse persa. Fra tutti era proprio lei la persona giusta. Lei, che sapeva di non avere il diritto di decidere per la vita altrui e che sapeva rispettarne l'importanza e l'inviolabilità. Lei, che era disposta a qualsiasi sacrificio pur di salvare la persona che amava.
Il suo animo puro aveva salvato anche Seikatsu, facendogli capire quale fosse la cosa giusta da fare.


Seikatsu - Sigillerò questi corpi e li porterò dai loro cari, così che possano finalmente riposare in pace. Farò lo stesso con quel quadro e quando avrò finito, lo distruggerò. Sarai tu a prendere il mio posto.. direi che forse ho già vissuto abbastanza.

Commentò con un sorriso, riuscendo a sdrammatizzare per alleviare la tensione che si era accumulata. Ma fu solo questione di un istante, dopo il quale ritrovò la serietà di prima e pose il suo ultimo quesito alla sua allieva.

Seikatsu - Ti senti pronta?

 
Top
view post Posted on 22/3/2014, 10:48     +1   -1
Avatar

Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


Group:
Konoha
Posts:
8,623
Location:
Da una Lacrima di Luna

Status:


Il suo volto era affranto ma le parole della fanciulla vennero accolte con gioia ed entusiasmo. Il medico ripeté la stessa frase della giovane, lasciandola basita con quel sorriso pieno di vita. Quel sentimento che l'uomo aveva nascosto fino a quel momento venne fuori così all'improvviso che la Hyuga rimase interdetta. Che cosa significava? Aspettò che continuasse a parlare mentre i suoi occhi grandi e perlacei l'osservavano. Le prese la mano, gliela strinse ma quella stretta era totalmente diversa. Quel contatto le faceva avvertire che qualcosa dentro quell'uomo era cambiato. Non riusciva bene a intercettare i suoi sentimenti ma lo sentiva più sereno.
Sicuramente il potere di Yume stava diventando più forte se riusciva ad avvertire delle sensazioni tali. Una cosa che aveva visto fare solo a Yukiko quando i loro sguardi si erano incrociati. Proprio come aveva suggerito lei stessa, l'uomo si sarebbe incaricato di riportare i corpi di quelle povere persone alle loro famiglie e forse c'era una speranza, forse non tutto era perduto. Che avesse deciso di rimanere con lei in quel mondo? Purtroppo i suoi sogni vennero infranti con l'ultima frase. Non stava parlando di lui, colui che avrebbe ristabilito l'ordine, che avrebbe tramandato le sue conoscenze e curato i mali che avrebbero attraversato il suo cammino, era Chiaki.
Abbassò lo sguardo come se non fossero propriamente le parole che si voleva sentir dire, come se la sua insistenza e la sua loquacità non fossero servite a nulla. Nonostante il contatto con lo shinobi diventava più forte, non riusciva a reggere il suo sguardo. Occhi rossi fiammeggianti che divampavano d'energia. La Hyuga sarebbe stata la persona che lo avrebbe aiutato a redimersi ma non riusciva a rendersi conto quanto questo pesasse sulle spalle della bella kunoichi. Non avrebbe commesso il suo stesso errore, la vita per la quindicenne aveva un valore molto importante. Non tanto la sua ma quella degli altri, troppe volte aveva preferito sacrificarsi per dare modo agli altri di andare avanti. La sofferenza per il legame spezzato con sua madre, l'aveva resa debole ma aveva trovato solo ora una forza nuova.
Una cosa che pochi riuscivano a vantare. Quei rotoli significavano tutto, con loro la kunoichi sarebbe riusciva a scoprire ogni segreto della medicina. Dentro di lei era felice, in fin dei conti era quello che voleva eppure no, non ci riusciva a mostrare quella sensazione d'entusiasmo esteriormente. Non lo voleva lasciar andare ma affermare una simile cosa le sembrava ignobile. Lui aveva sofferto e lei gli voleva negare la morte? Avrebbe potuto? Più di duecento anni sulle sue spalle, lei sarebbe mai riuscita a reggere quel peso? S'interrogava ma non trovava risposta. Fu per questo che con tono di rassegnazione, rispose alla domanda del ninja.

- Ci posso provare... - disse l'evocatrice continuando a guardare il suolo in pietra, sporco di sangue secco.
 
Web Contacts  Top
33 replies since 2/3/2014, 17:55   535 views
  Share