Area Est, Centro storico e piazza principale

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 7/1/2014, 21:15
Avatar

la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

Group:
Admin
Posts:
7,412

Status:


||Calcoli? Che sono?||

Era il generale dell'alleanza e come tale non poteva permettersi di perdere la calma, nemmeno in quella situazione. Akane sospirò, ascoltò le parole di coloro che sembravano ancora in sé e tramite lo Yamanaka si rivolse all'intero esercito mentalmente. Nara a fermare i ninja sui tetti, manipolatori della sabbia a intrappolare quelli a terra e altri ordini che avevano lo scopo di immobilizzare chiunque fosse finito sotto l'influenza di Nerigal. Inizialmente la tattica funzionò, le potenti ombre bloccarono i manipolatori del fuoco appostati sui tetti e dal cielo continuò a cadere soltanto la pioggia di sangue, senza le pericolose meteore infernali che avrebbero raso al suolo l'intera Kumo. A terra la situazione era più tragica: gli uomini dell'ala Est si erano già quasi dimezzati e mentre chi cercava di resistere senza combattere veniva sopraffatto, chi decideva di reagire finiva per uccidere un compagno o peggio, un familiare. Dopo circa un'ora, il lavoro di squadra formato da Nara, marionettisti e manipolatori della sabbia cominciò a dare i suoi frutti, riducendo, seppur di poco, l'intensità della battaglia. A quel punto Akane decise di agire anche per conto suo, aveva tutta l'intenzione di scoprire cosa si celava dietro l'"influenza" che aveva colpito all'istante un intero quartiere. Mirò allo spadaccino con i capelli rossi, osservò i suoi lineamenti contorti in quel sorriso innaturale e decise di agire proprio su di lui. Era un esperimento, un tentativo come un altro per fare luce sull'intero attacco, quindi concentrò quel tanto di chakra che era sufficiente per interagire con la sua mente e attivò un particolare genjutsu.

Shinta sgranò gli occhi confuso ma il sorriso sul viso non scomparve. Quindi si voltò verso l'Hokage e incredibilmente si avvicinò senza quell'aria ostile che contraddistingueva tutti i ninja finiti vittima dell'influenza. Rimase lì fermo a scrutare il viso di Akane per interminabili attimi mentre dal cielo scendeva sangue. Poi ancora quella voce, calda, profonda, riecheggiante per tutta Kumo:


Nerigal - L'abilità di uno stratega e il calore di una madre. E' sensazionale quanto può essere unito il mondo sotto il comando di una kunoichi abile quando una minaccia gigantesca incombe. Fino a che punto però?

Quel discorso diveniva sempre più pesante ogni volta che una goccia di sangue toccava il terreno, poi divenne anche più preciso, più diretto, come se si generasse direttamente nelle orecchie di tutti coloro che quella pioggia rossa stava bagnando.

Nerigal - Finché i figli non si svegliano e decidono che non saranno mai più i genitori i loro confini. Non fare la mamma, Akane. Non fare colei che salverà tutti, sarebbe Folle. Combatti!

A quell'ultima parola, due globi di energia esplosero dai suoi palmi e un'onda d'urto devastante scosse l'intero quartiere Est. Ogni shinobi fu distratto, come strattonato da un'illimitata forza invisibile e la pioggia di sangue si fece più fitta. Oltre quel particolare non sembrarono verificarsi cambiamenti importanti nel campo di battaglia, i ninja sotto l'influenza rimanevano ancora di più ma l'alleanza "sana" resisteva seguendo gli ordini di Akane. Solo una cosa mutò e ben presto se ne sarebbero accorti tutti: gli occhi di Shinta cambiarono colore e oltre al sorriso, adesso anche le sue iridi mostravano la sua devozione a quel signore che stava governando il cielo sanguinante. Lo spadaccino sentì il proprio chakra crescere in maniera spropositata, pronto ad esplodere contro chiunque gli si fosse parato davanti, Hokage compresa. Era la potenza delle parole di Nerigal riassunte in una lama e in un uomo.

Intanto, dall'altra parte dello schieramento, Tatsumaru vagava in cerca di alleati, cercando di non attaccare chi era finito vittima dell'"influenza" e contemporaneamente di restare vivo. Sfortunatamente le due cose sembravano non poter coesistere e in breve tempo si ritrovò circondato da cinque shinobi, di Kiri e Suna, con il diabolico sorriso sul viso. Sembrava non esserci più scampo, cinque contro uno poteva essere troppo anche per Akane se si fosse trovata in quella situazione. Improvvisamente però, due degli shinobi persero la testa tranciata da qualcosa a grandissima velocità, mentre uno fu trafitto da una lancia caduta dal cielo. Era splendida, alla base della punta si allargavano due ali bianche che però, sotto lo strano temporale, si erano tinte di rosso. Il manico era inciso e le scritture sembravano risplendere come carboni ardenti. Gli ultimi due shinobi "malati" vennero dunque fatti a pezzi dall'uomo che giunse con un balzo e riprese possesso di quell'arma. Quindi alzò l'elmo scintillante a forma di drago che gli copriva il volto e si rivelò: era Cain.

Cain - Seguimi ragazzo, forse so come fermare questa follia... ma ho bisogno di te

E si diresse verso una delle case dell'ala Est, facendosi largo tra la folla in guerra.

La battaglia continuava, le ore sembravano passare come istanti, peccato che gli istanti sembravano interminabili.


||Il pg di tiziano è forte tipo dieci volte di più di quanto dovrebbe essere e sempre più "influenzato". NABBELVA insomma.||
 
Top
°Tatsumaru°
view post Posted on 8/1/2014, 11:52




Narrato
*Pensato*
"Parlato"




Non attaccare nessuno, questi gli ordini, ma come poteva durare in mezzo a quella bolgia? Tatsu eseguì, e componendo i sigilli, pose le mani a terra, evocando una selva di radici che si strinsero attorno a coloro che stavano combattendo. Alcune ressero, altre andarono in frantumi, sgretolate dalla potenza dei ninja più forti, in ogni caso un tentativo inutile. Per ognuno che riusciva a fermare, cento altri continuavano a combattere, spargendo sangue di fratello, amico, compagno o familiare. Si spostò, immergendosi nella folla sanguinaria, percependo il chakra dei suoi semi segnalatori come un mare di fiammelle in un oceano di gocce rosse. Non era difficile riconoscere gli amici dai nemici, i lineamenti distorti degli ultimi risaltavano ancora di più nella viscida lucentezza del sangue. Si trovò spalla a spalla con un ninja, che come lui non era stato corrotto dal morbo di Nerigal, e insieme lottarono per rimanere in vita, e per risparmiare le vite di molti altri. Non servirono parole, nel caos della battaglia un semplice sguardo poteva risuonare più forte del clangore delle lame. Tatsu eresse una barriera lignea attorno a loro, lanciando i suoi jutsu d'acqua per placare gli animi delle belve assetate di sangue. Non durò a lungo. Sangue caldo, non dal cielo, ma dalle sue spalle, investì i suoi lunghi capelli. Non conosceva il nome del ninja che aveva combattuto al suo fianco, e a malapena avrebbe ricordato il suo volto. Questo erano tutti loro, un esercito di guerrieri senza nome e senza volto.

Di nuovo si spostò, restare fermi significava diventare un bersaglio facile. La voce di Nerigal risuonava nelle sue orecchie, una voce soave e al contempo cacofonica, così la percepiva, mentre la testa gli pulsava. Una parte di se avrebbe voluto porre fine a tutto quanto, combattere fino a cadere in ginocchio, in un ultimo disperato guizzo d'onore. Ma sentiva che doveva sopravvivere, che non poteva lasciarsi morire in quel modo. Doveva vivere, per riabbracciare Yukiko, e dare una spinta in più verso la vittoria.

Si trovò ben presto circondato. Sfoderò la spada, che urlò la forza del chakra che in essa scorreva. Un lampo azzurro che risuonava delle vibrazioni dell'acciaio e dell'anima di Tatsu, pronto a farsi largo tra i loro corpi se necessario. Forse era l'aria pesante, pregna dell'odore della morte, quell'aria che pesava sul suo capo come un macigno, o forse era qualcosa dentro di lui, sopito ed ora risvegliato dall'urgenza della battaglia. Non pensava di avere tutto quel coraggio, non pensava che la sua anima potesse infiammarsi a tal punto, ma proprio come era successo contro Kuromori, sotto pressione l'istinto prendeva il sopravvento sulla mente. Un lampo, altro sangue che si aggiungeva al mare nelle strade. Un guerriero dorato, un drago che brandiva una lancia alata, sconfisse gli accerchianti, salvando Tatsu da un destino ormai segnato. Quando alzò la celata, Tatsu riconobbe il volto del chunin che lo aveva accompagnato a Kumo.

*Cain... Sono felice di vederti. *



Era stato in sua presenza che aveva osservato per la prima volta il sorriso distorto sui volti delle vittime di Watashi, e non ebbe alcuna esitazione quando gli intimò di seguirlo. Benchè non lo conoscesse a fondo, sentiva di potersi fidare di lui, che lui sapeva qualcosa in più in merito a quello strano morbo, o maledizione che fosse. Inoltre non aveva scelta. Annuì con decisione, rinfoderando la spada, cercando di stargli dietro meglio che poteva.

 
Top
view post Posted on 8/1/2014, 16:18
Avatar


Group:
Nukenin
Posts:
7,322

Status:


Un anima che ormai annegava in un mare nero e rosso cremisi; onde che si infrangevano, pazze e malevola, sulla sua mente portando via con sé, in un tetro abbraccio, la sua volontà. La sua forza svanita e la sua anima persa: rimaneva solo un guscio vuoto. Vuoto e marionetta in mano di altri.
Beffardo il destino; malevolo e sinistro: lui che tanto combattè, che tanto si sforzò per non cedere vittima, cadere e arrendersi ora era perduto. Lui aveva da sempre lottato contro il destino e la sua malattia; non si era arreso mai avendo visto la morte e lottandoci fin da quando era nato. Aveva vinto, aveva sofferto e ancora oggi quel destino gravava sulle sue spalle…eppure cercava di essere se stesso, di non arrendersi e continuare ad avere la sua vita tra le mani: flebile, certo, ma pur sempre sua. Soltanto sua. Suo il destino; sua la vita; sue le scelte. Ma oggi non sarebbe andata così: se solo avesse avuto un attimo, un breve attimo, come battito di ciglia, per poter riavere la sua anima avrebbe gridato di ucciderlo. Almeno sarebbe morto da Uomo e non da verme schiacciato da un potere così enorme, così grande che mente umana non poteva concepire.
L’influenza di quel Dio era forte e la sua anima perduta in nere pieghe e di Shinta Himura rimaneva un corpo – mera macchina agli ordini di altri – usata per uccidere. Usata per devastare e sollazzare la volontà e la bramosia di un altro: quel eriga che come un Deus Ex Machina rideva di loro e della loro condizione.
Quanto avrebbe voluto uccidersi e togliergli quel divertimento! Ma tutto era nelle mani di Akane e se mai avesse potuto raccogliere il grido della sua anima avrebbe inteso che voleva essere ucciso. Ucciso e che fosse libero da ogni cosa e non un burattino; proprio lui che aveva sempre cercato di spezzare quelle catene, legacci che aveva. Misero destino…misera vita…e neanche nella morte lo avrebbero fatto morire come desiderava!
Ma come fare a resistere se ormai era preda di quella marea nera che lo portava ad essere così simile ai figli di watashi?! Eppure una soluzione vi doveva essere: Akane tentò una strada che non era quella giusta e la conseguenza fu terribile. Ancora più in profondità scese la sua anima perdendosi, forse, per sempre al suo posto uno Shinta bestiale. Un chakra imponente; lame che non ronzavano più ma silenti tagliavano e non vi era più l’anima in loro. Le mani erano di altri non le sue e lui era solo un mero strumento; combattere contro Akane Uchiha era da pazzi ma quel chakra, quell’urlo, quegli occhi satanici, malevoli, demoniaci che guardavano la bella Uchiha denotavano la completa perdita di quel ragazzo e della sua anima.
Del sorriso tenue e delicato, del ronzar d’armi, in quegli occhi splenditi l’umanità era volata via. L’anima persa, forse distrutta, e di Shinta Himura rimaneva quella figura bestiale che si ergeva di fronte al Kage di Konoha.

NESSUNO DI VOI USCIRà VIVO DA QUI! disse tranciando mani, gambe, corpi, teste e il sangue schizzò dappertutto: nella sua follia lui vedeva solo nemici e una voce che lo incitava a dare sempre di più a combattere…a resistere…a vincere…




COMBATTI!
COMBATTI!
COMBATTI!
COMBATTI!




Parole riecheggiarono in quella testa; un anima nera che sorgeva; un chakra oscuro e potente, lame malevole grondanti sangue. Non era più Shinta e l’Hogake dovette far fronte a quella terribile forza che si scatenò su di lei e su tutti coloro che vi si trovavano in quel frangente.




OuyrqdR




Lame e vento; una forza che non poteva essere contrastata e in quell’attimo tutto fu cremisi e pezzi di carne volarono nel cielo mischiandosi al tetro cielo nero. Pozzanghere di sangue e tutto era un inferno. Shinta sorideva malevolo sollazzandosi con quella bramosia che lo pervadeva, che lo incitava; parole che riempivano il vuoto creato dalla perdita della sua anima.
Erano granitiche; come piombo fuso nelle pieghe di quello che restava del fu Shinta Himura. Lame che d’argento passarono a cremisi che neanche la pioggia riusciva a lavare; chiazze sui suoi abiti, una lingua turpe ad assaporare il nettare cremisi: un diavolo redivivo.
Un viso d’angelo e un animo malvagio questo aveva creato watashi. Questo era il sollazzo di eriga e la gogna, la tortura per quel ragazzo già così massacrato da un destino infame.
Ma si sa gli dei sono malevoli e si aggrappano con ferocia alle disgrazie degli uomini e mai fu più vero: vedere quello spettacolo faceva stringere il cuore ma non era tempo per i sentimentalismi: se mai avesse avuto fiato e una flebile luce dentro di sé avrebbe gridato di ucciderlo. Liberarlo da quel giogo tiranno e concentrasi su chi veramente era il motore di tutto. Quel Nerigal che in quel cielo turpe elargiva miseria, morte e disperazione agli uomini!
Un degno figlio di un padre bastardo…





/Utilizzo il mio talento personale e lo switcho sul vasto raggio: per cui ogni attacco semplice chakrato si trasforma in un attacco a vasto; utilizzando l'esaltazione si trasforma in una ninjutsu XD In più infondo il chakra elementale del vento per creare veri e propri tornadi. Credo che possa farlo anche se ancora non l'ho attivato ;)
Se vi sono errori ricontrollo stasera che ora vado di fretta. E tra parentesi: Gasp ma 'tacci tua! Ma proprio a me XD?!//
 
Top
view post Posted on 10/1/2014, 15:06
Avatar

Group:
Member
Posts:
488

Status:


La guerra impazzava già sul fronte Est del villaggio. Ryu era uno dei pochi Shinobi fermi immobili in quel caos. La sua mente tentava di non cadere sotto il gioco crudele di Nerigal, che si era presentato come figlio di Watashi nonché come dio allietato dalla follia. Le parole di quel mostro erano calde e procaci, molto carismatiche in un certo qual modo. Il corpo di Ryu tentava di muoversi secondo gli ordini di quello, ma il giovane in un primo istante, che però parve durare mesi, sembrò riuscire a contrastare quella forza. Ma lo sforzo immane riuscì solo a tardare di pochissimi secondi l'inevitabile misfatto.



Io..io non mi controllo più

Per la prima volta la forza di volontà di Ryu la sua determinazione e il suo cuore erano stati sopraffatti da un male che in pochi, forse nessuno, avrebbero potuto sconfiggere. La sua testa si alzò in un modo innaturale piegando il collo all'indietro rendendo possibile a quella pioggia di sangue bagnare il suo volto angelico, puro, ancora "Infantile".
Ma, come è ben noto, il sangue corrompe gli animi anche dei più puri anche dei ragazzini come lui. Quelle gocce gli scivolavano copiose sulle guance chiare e sulla calzamaglia che si trasformò da verde splendente ad un verde scuro in un batter d'occhio. lo stesso destino seguirono le fasce che gli bendavano caviglie e polsi. Da bianche divennero rosse. Solo gli occhi ancora così tremendamente azzurri e intensi riuscivano a spezzare con la rozzezza di quell'essere sudiciamente sporco di sangue.

Ryu iniziò a vagare, folle. Ed appena un ninja gli si parò davanti non esitò a tagliarli la testa con un colpo netto di Katana.

Il sangue usciva copioso dal collo di quel ninja, a giudicare dall'uniforme appartenente a Suna e la testa rotolava in terra quasi come fosse ancora viva. Ormai il villaggio di Kumo così arioso e potente aveva l'aspetto di una putrida fogna. O meglio...di una vergognosa fossa comune. Cadaveri erano sparsi per il campo, trucidati anche nelle peggiori maniere. La guerra era iniziata senza la progenie, i vari ninja erano diventati vassalli di Watashi e forse solo questa mossa sarebbe bastata a mettere sotto scacco un intero esercito.

Tutto era nelle mani della sapiente Akane. Elaborò un piano per imprigionare i vari ninja colti da quell' "influenza" in modo da non ucciderli e il suddetto sembrò funzionare. Intanto però quelli che , come Ryu, non erano ancora stati catturati avrebbero continuato a combattere, o peggio ad uccidere. L'enorme esercito alleato rischiava di essere sgretolato ancora prima della battaglia. Mentre Ryu continuava la sua avanzata folle e sghignazzante, un ninja alle spalle tentò di intrappolarlo con la tecnica del controllo dell'ombra. Rapidamente però il giovane ninja della foglia, o sarebbe meglio dire a questo punto il giovane Araldo di Watashi, riuscì ad evitare l'ombra balzando dopo aver sentito pronunciare la formula della tecnica. Giratosi verso il nara poi sfoderò la sua Katana Bilame continuando a ridere. I suoi denti sembravano diventati marci per tutto il sangue che li aveva coperti. Anche la Katana era paurosamente minacciosa. La sua forma di gru infatti era molto suggestiva, e col sangue che gocciava dal becco faceva quasi impressione. Rapidamente Ryu si avventò contro il giovane e inesperto Nara trucidandolo. Purtroppo quel ninja di Konoha era molto inesperto e si era trovato lì per eseguire gli ordini del suo Generale. Ryu aveva ucciso un compagno di villaggio, nonchè un ragazzo ancora più giovane di lui, seppure di poco. C'era solo da sperare che quei momenti venissero rimossi dalla mente del giovane che altrimenti molto difficilmente si sarebbe lasciato alle spalle gli attimi di quei nefandi accadimenti.

Quel ragazzo sarebbe potuto essere un suo compagno di accademia, un suo cugino, qualsiasi cosa. Addirittura quel ragazzo poteva essere lui in una situazione diametralmente opposta a quella che s'era verificata.Tuttavia Ryu L'aveva ucciso senza pietà spinto dalla forza misteriosa e malvagia di quel Dio, l'aveva massacrato a colpi di Katana infierendo anche sul corpo senza vita... Il ninja che intendeva gloriarsi della sua determinazione e della sua volontà s'era piegato senza riuscire ad opporre resistenza alla violenza psicologica di quel dio Infame.
Che infausto destino era toccato a Ryu..beffato dalla sorte e dalla volontà di quegli esseri immondi di soggiogare la cosa con la quale più si distingueva dalla massa: la forza di volontà.

La guerra però non fa sconti a nessuno...


//ho già scritto in tag ma penso sia d'obbligo scrivere due righe anche qui! Mi scuso per il ritardo ma Purtroppo ho avuto un problema familiare per il quale sono dovuto andare in Sicilia...Spero di non aver creato troppi intralci al narratore e ai compagni //
 
Top
view post Posted on 13/1/2014, 01:07
Avatar

la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

Group:
Admin
Posts:
7,412

Status:


Shinta era una furia, un insieme di esperienza ninja, forza bruta, eleganza da spadaccino e follia che Nerigal gli stava fornendo su un piatto d'argento. Tutto ciò, unito al fatto che il suo chakra si era improvvisamente amplificato in maniera impressionante, diede vita ad un ciclone di lame che devastò gran parte dell'esercito che aveva avuto la sfortuna di finire in balia di quell'uomo, divenuto un mostro. Anche l'Hokage, impietrita davanti ciò che stava assistendo, non poté far altro che incassare la tecnica del ninja con il coprifronte che lo rendeva membro dell'alleanza ma con lo sguardo che chiedeva soltanto altro sangue, altre menti da far impazzire. A quel disastro, fece eco Nerigal che lasciandosi andare ad una piccola risata, riempì le pareti della piazza centrale di altro terrore e inquietudine. La sua voce era ormai una tortura per chiunque non fosse ancora finito sotto la strana influenza e un rinvigorimento per coloro che avevano sul viso il sorriso scavato sotto le loro membra.

Intanto, lo spadaccino di Kumo aveva lasciato intorno a sé un lago di sangue e morte e i ninja che avevano avuto la fortuna di ritrovarsi con ancora tutti i pezzi del proprio corpo attaccato erano davvero pochi, se non assenti. Akane era finita sotto un cumulo di corpi, di brandelli di quelli che un tempo erano i suoi ninja, e solo dopo essersi rialzata capì che qualcosa nel suo corpo era cambiato: Non sentiva muoversi il proprio braccio sinistro e quando abbassò il capo per osservare che fosse ancora presente, ebbe la sensazione di dover girare la testa più di quanto fosse normale. Lo capì a quel punto, consapevole di essere ancora viva per la sua grande esperienza ed abilità, ma anche di altro: la parte sinistra del suo corpo era stata quasi tagliata via. Le ferite erano molteplici ma era uno il taglio che stava per ucciderla, che partiva dalla pancia e finiva all'occhio sinistro, che le aveva distrutto, forse irrimediabilmente, uno dei due suoi Sharingan e le aveva aperto un taglio pericoloso al braccio da cui sgorgava una grandissima quantità di sangue. Anche l'occhio buono si appannò dunque a quel punto, probabilmente a causa del dissanguamento.


Nerigal - Una madre uccisa dai propri figli. E' profetico... ma così deludente

La furia di Shinta non si era però ancora placata, anzi, vedere l'Hokage in quello stato sembrava invogliarlo a finire il lavoro lasciato a metà. Prima che potesse infierire sulla bella generale dell'alleanza però, una scarica di elettricità si insinuò tra le nubi cariche di sangue e quella che sembrò una vera e propria saetta discese a colpire Shinta che si accasciò al suolo dal dolore e in preda ai sintomi della paralisi. A quel punto una voce di insinuò nella mente dei presenti, dei più vicini, similmente a come era avvenuto con Nerigal, ma stavolta non fu il figlio di Watashi a parlare.

??? - La follia sta nell'esitare di fronte un proprio alleato impazzito, rischiando di morire, o attaccarlo e ucciderlo?



Poi una donna dai fluenti capelli dorati e un bastone si fece largo tra coloro che erano rimasti in vita, che fossero "influenzati" o meno, e affiancò l'Hokage puntando la punta della propria arma verso quella bestia di forza e spade. Il suo sorriso era velato dalla sofferenza della guerra e per quanto mostrasse abilità e sicurezza, era come tutti vittima di quel delirio.

Donna - Forza Hokage, si svegli!

Non aveva il coprifronte, non era una shinobi di un qualche villaggio, eppure era lì a combattere Watashi, in qualche modo.

Tatsumaru aveva invece deciso di fidarsi di Cain che nonostante avesse messo fine all'esistenza di tutti quei ninja che dovevano al principio essere suoi alleati, dimostrava di essere l'unica ancora di salvezza in quella circostanza. Il guerriero del dragone si mosse celere tra i mobili di una delle case evacuate e portò il Genin oltre le scale, al piano di sopra. Qui rallentò la sua corsa e sospirando aprì una delle porte presenti, facendo cenno al compagno di entrare.

Cain - Qualsiasi cosa deciderai di fare, sappi che sono dalla parte degli Shinobi. Shinobi, Tatsumaru. Ricorda chi stiamo combattendo, ricorda chi è il nemico di questa guerra. Difenderò l'entrata della casa, dandovi il tempo di parlare

"Dandovi". Dentro quella stanza c'era qualcuno e Tatsumaru lo capì bene. Cain scese dunque le scale con tra le mani la fidata lancia e lasciò che il Senju varcasse la soglia, notando nella penombra creata dalle nubi sgorganti sangue, la sagoma di una persona dai colori familiari. La chioma bionda, il fisico slanciato e nel momento in cui si voltò per osservare il nuovo arrivato, la cosa che più di tutte caratterizzava quell'uomo: gli occhi dorati. Prima di qualsiasi reazione da parte del Genin, Kai parlò, lasciando riecheggiare nella camera le sue parole.

Kai - Non mi perderò in chiacchiere, Tatsumaru. Esiste un solo modo per spezzare la maledizione di Nerigal ed è "restituire la vita" a coloro che hanno perso il senno

Voleva giungere subito ad un punto, ma preferì attendere ancora qualche istante per arrivare all'unica richiesta che avrebbe potuto salvarli da quel declino... forse. Si voltò dunque e prese dall'angolo della stanza un particolare bastone con una scintillante pietra su un lato e continuò.

Kai - I Senju hanno la facoltà di donare la vita ma tu non saresti pronto a sopportare un simile potere. Questo bastone ti priverà della tua abilità innata e io, sfruttandola, sarò in grado di fermare questa guerra

Chiaro e semplice, né più, né meno.

Kai - Non puoi fidarti, lo so bene ma l'alternativa è soccombere a Watashi. Hai visto la tua Hokage? Sta morendo come tutta l'alleanza. Nerigal non è come gli altri figli, lui... vive delle paure, insicurezze e non risponde a Watashi. Io posso fermarlo, con il tuo potere

I suoi occhi profondi e indecifrabili e le solite parole sincere ma criptiche. Il giovane Senju poteva forse scappare convincendo Cain dell'errore, forse avrebbe potuto chiedere qualcosa ma Kai era colui che più di tutti, dopo Watashi, aveva minacciato le persone che gli erano più care. Più di tutti... dopo Watashi.

Nel bel mezzo della guerra, che continuava sanguinosa tra l'alleanza, Ryu uccideva i suoi compagni, i suoi compaesani e magari anche i suoi amici, finché non colpì con forza anche Takahiro, in quel delirio, gettando al suolo il giovane Inuzuka di fianco il suo animale. Erano di fronte, mentre intorno a loro infuriava la morte e Ryu rideva di tutto ciò.

Shinta si stava intanto riprendendo.


||"Piccola" punizione per Angy che non ha postato e anche per Komu. Non tardate ancora senza avvisare, non sarebbe piacevole.||

Edited by Griever_ - 13/1/2014, 14:38
 
Top
°Tatsumaru°
view post Posted on 13/1/2014, 13:56




Narrato
*Pensato*
"Parlato"




Una fitta al cuore, un calore divampante che gli bruciava il petto, formicolando fino alle estremità, acuendo i suoi sensi. Rabbia, sorpresa, timore. Estrasse la spada, che cantò nuovamente del suo chakra, incandescente della sua manifestazione.

Davanti a se aveva un fantasma, un nemico che sperava scomparso. In cuor suo maledisse Cain, anche lui infimo traditore, al pari di Masumi, e in quel momento capì il significato delle sue ultime parole. In un sogno oscuro, tempo fa, aveva visto un falco dorato allontanarsi da lui, mentre la minaccia di Watashi avanzava. Ora il falco era tornato, e i suoi occhi dorati lo scrutavano in quella stanza.

"Kai..."



Un sussurro a denti stretti, un odio risvegliato. Il misterioso traditore che aveva accompagnato gli inizi del suo cammino da ninja, che lo aveva giocato per uno scopo ignoto, era proprio davanti a lui, oltre la lama sguainata. Un nemico pericoloso, un nemico che ora poteva essere l'unica speranza per Akane e tutta la divisione dell'Area Est.

CITAZIONE
Kai - Non mi perderò in chiacchiere, Tatsumaru. Esiste un solo modo per spezzare la maledizione di Nerigal ed è "restituire la vita" a coloro che hanno perso il senno

Il nukenin si voltò, e Tatsu rafforzò la guardia, pronto a contrastare la sua eventuale mossa. Non era sordo alle sue parole, solo cauto, molto cauto. Da quando lo conosceva, aveva udito solo menzogne, sia da lui che da tutti coloro che avevano a che fare con lui. Raccolse un bastone, un'arma forse?

CITAZIONE
Kai - I Senju hanno la facoltà di donare la vita ma tu non saresti pronto a sopportare un simile potere. Questo bastone ti priverà della tua abilità innata e io, sfruttandola, sarò in grado di fermare questa guerra

Una "semplice" richiesta. Ma non ci fu modo di ribattere, poichè Kai continuò a parlare, quasi riuscisse a leggergli nel pensiero.

CITAZIONE
Kai - Non puoi fidarti, lo so bene ma l'alternativa e soccombere a Watashi. Hai visto la tua Hokage? Sta morendo come tutta l'alleanza. Nerigal non è come gli altri figli, lui... vive delle paure, insicurezze e non risponde a Watashi. Io posso fermarlo, con il tuo potere

Tatsu non aveva idea di cosa stesse facendo il suo Hokage, ma Kai sembrava saperlo, e stando alle sue parole si trovava in grave pericolo. Era combattuto, lacerato a metà da un dubbio che lo divorava più dell'odio che in quel momento stava provando. Watashi era certamente una minaccia incombente, mentre Kai al momento stava offrendo il suo aiuto all'Alleanza. Tuttavia ciò che chiedeva era davvero troppo. Rinunciare al suo potere, al dono nel suo sangue, per incanalarlo in un oggetto nelle mani di un pericoloso individuo. Forse cominciava a capire, forse ora intuiva il piano di Kai. Lentamente, si costrinse a rinfoderare la spada. Era stato un gesto istintivo il suo, di autodifesa, ma sapeva che una spada non avrebbe impedito a Kai di farlo a pezzi, se solo avesse voluto. Restò a distanza, lo sguardo attento, la voce ferma.

"Dunque è per questo che hai cercato di uccidermi l'ultima volta che ci siamo incontrati. Volevi il mio dono, e quello corrotto di Konora, così hai ordinato a Kuromori di strapparcelo con la forza. Lui ha fallito, e così lo hai ucciso, per evitare che questo andasse perduto per sempre... Ed ora provi tu stesso a prendertelo con l'inganno."



Tatsu si avvicinò di qualche passo. Non si era mai sentito così sicuro, una piacevole sensazione, una delle cose che la guerra gli aveva lasciato.

"Forse hai ragione, forse è davvero questa l'ultima speranza per l'Hokage e per i miei compagni la fuori... Ma che garanzie puoi offrirmi che una volta sconfitto Nerigal, il mio potere mi verrà restituito, o che non venga usato per i tuoi loschi fini?"



Faccia a faccia, come mai lo erano stati. Gli occhi azzurri di Tatsumaru fissi in quelli gialli di Kai. Voleva spiegazioni, e le voleva subito.

"Dimmi perchè proprio io e Yukiko, dimmi dove sono finite Konora e Masumi, dimmi ogni cosa. Dimmi quali sono i tuoi piani, e fai in fretta, prima che altre persone muoiano. Allora forse deciderò se donarti i miei poteri."



Rischio, onore, salvezza. Il sangue di Tatsu ribolliva, mentre quello sui suoi capelli colava in grosse gocce sul suo viso. Non era più il ragazzino innocente di Konoha, adesso era un soldato, la cui decisione avrebbe potuto significare tutto, oppure niente. Il suo sguardo non si mosse da quello di Kai. Avrebbe percepito la menzogna da quegli stessi occhi, e lui era assetato di verità.

*Quando questa battaglia avrà fine, potremmo essere tutti morti. Io devo sapere ora! *



Si trovava su di un confine. Dall'altra parte vi erano tutte le risposte che aveva cercato invano, insieme alla salvezza dei suoi compagni.

 
Top
view post Posted on 13/1/2014, 17:49
Avatar

♫ Peace ♫

Group:
Member
Posts:
67,179

Status:


*Mentre la pioggia di sangue continuava a infittirsi lordando le strade, nella la grande piazza il caos continuava regnare solenne così come in tutta l'area Est. Il tentativo di rimediare all'influenza di Nerigal sullo spadaccino di Kumo fu del tutto vano e anzi dopo quel suo discorso infamante un'onda d'urto scosse l'intero campo di battaglia andando come ad ampliare il suo maleficio sugli shinobi. L'espressione folle di Shinta infatti si intensificò e la furia dei suoi attacchi andò ad abbattersi con nuova forza sui compagni che cercavano inutilmente di bloccarlo. Inarrestabile la sua forza aumentò a vista d'occhio e la stessa Akane ne subì l'impeto. L'inevitabile avvenne mentre proprio mentre aggirava una delle torri con un'acrobazia, si trovava tra i vicoli in cui il ragazzo stava facendo strage e mentre lei da poco aveva terminato di legare alcuni ribelli con shuriken e filo se lo trovò di faccia impossibilitata ad evitare la raffica di colpi. Nei pochi istanti che precedettero l'impatto lo sharingan le permise di osservare da vicino il nuovo potere fornitogli dal dio, nel suo scorreva a fiumi un chakra oscuro e potente, animava le sue lame e la sua volontà trasformando quegli occhi prima così devoti in due fari ciechi alla promessa che le aveva fatto prima dell'inizio dell'inferno. La determinazione di sconfiggere quel Dio sceso in Terra era stata annullata e nessun genjutsu o richiamo avrebbe mai raggiunto la sua mente: poco prima di essere colta alla sprovvista l'Hokage lesse in quegli occhi odio allo stato puro.

"Shinta! Ribellarti al controllo di quel mostro se mi senti!
Ascolta la mia voce!
"

... ... ..
.. .

*Dopo quell'attacco percepì appena le esplosioni e lo sferragliare tutt'attorno, il senso dell'equilibrio compromesso e il buio poi fecero il resto. Confusa si trovò a soffrire di un dolore lancinante all'addome e al braccio sinistro senza quasi accorgersi che la sensazione di caldo che provava non avrebbe dovuto donarle sollievo in quanto era il suo sangue a sgorgare vivo dalle ferite. Schiacciata da qualcosa cercò di farsi spazio, le mancava l'aria e pur respirando con la bocca il puzzo acre del sangue la nauseò al punto tale da mandarla quasi nel panico. La pioggia intanto continuava a scendere senza sosta andando ad infangare tutto e quando capì al tatto che stava spostando cadaveri o pezzi di essi il ribrezzo che provò fu indescrivibile. *

"TU SIA MALEDETTO NERIGAL! "

*Un'esplosione di energia folgorante creò una voragine in quel mucchio di corpi lasciando nel mezzo solo la figura ansimante dell'Uchiha che urlava al cielo. Fu agghiacciante osservare la situazione attraverso il velo di luce che offuscava la sua vista, le sagome erano confuse e non capendo più dove si trovasse si maledisse per il tempo perso a studiare mappe e cartine. A cosa era servito prepararsi quando mai nessuno si sarebbe aspettato dei risvolti simili e se per quanto ci stessero provando tutto stava andando a rotoli. Osservando le ferite riportate questa volta Akane non potè più preoccuparsi per gli altri e anzi isolandosi dopo quell'urlo di rabbia sembrò non percepire più nessuno stimolo dall'esterno. Chiusa in sé rimuginò sulle parole del suo avversario e al modo in cui continuava a chiamarla "madre". In un certo senso lesse nelle sue parole un paragone tra lei e Watashi stesso, possibile che cercando di trovare una soluzione di sua mano stava limitando le possibilità di successo dei suoi shinobi, li stava ostacolando? E Nerigal si sentiva limitato dal padre? Lesse frustrazione nelle sue parole e ripensando a tutti gli avvertimenti i dubbi non fecero che aumentare.
Domande su domande alla quale non seppe dare una risposta se non nello scendere in campo con ritrovata determinazione. A spronarla ulteriormente fu la voce di un alleato comparso dal nulla e la sua voce docile anticipò la sua venuta fulminea. Si trattava di una donna dalla folta chioma bionda che impugnando un bastone carico di forte energia spirituale pareva pronta ad abbattere Shinta. Ingoiando poi uno dei rimedi estratti Akane dai rifornimenti che portava in vita tornò al presente.*


"Folli contro folli, non serve fare molte distinzioni. Dobbiamo neutralizzarli e trovare un modo per arrivare a chi manovra i fili.
Cosa puoi fare con quel bastone? Mi serve un po' di tempo per raccogliere le energie e attaccare Nerigal, inizio a ripulire le strade, puoi coprirmi?
"

(Non so se funzionerà ridotto com'è il mio occhio ma devo provarci)

*Impugnate con maggior vigore le sue wakizashi Akane vi fece scorrere il chakra elementale di tipo fulmine e una volta estesa la portata delle lame si mise in posizione d'attacco con entrambe le estremità rivolte verso l'esterno. Strinse i denti per il dolore e mantenendo l'occhio sinistro chiuso e in concentrazione si lanciò contro lo spadaccino per distrarlo dagli altri bersagli. Consapevole delle forze e delle risorse che aveva le sue gambe si mossero con decisione dapprima a protezione di nuovi attacchi e poi a controbattere. Shinta non era l'unico ad aver fatto stragi, non poteva permettersi di perdere tempo con lui e se questo significava neutralizzarlo lo avrebbe fatto.*

"Hachi, le nostre voci non li raggiungono e la furia degli infetti continua ad aumentare. Passa l'informazione a tutta l'area di neutralizzare i più pericolosi: quelli che non sono stati catturati devono essere disarmati e trattenuti, bloccate le loro abilità e quando diventano troppo pericolosi metteteli KO. Siamo obbligati a combattere."

"Come comanda. Intanto la avviso che non ho ricevuto ancora segnalazioni dagli altri caposquadra, non sono riusciti a ricavare nessuna informazione utile o stanno subendo anche loro l'infezione.
Diamo un po' di vita a quest'area Hokage-sama!!
"

*Impegnata in una danza di fendenti abbaglianti lo Yōkai di Konoha sembrò essere finalmente sceso in campo, le ferite riportate certo rendevano i suoi movimenti meno fluidi e precisi del solito ma compensò certe mancanze con una forte intenzione. Ogni colpo inferto gli alleati impazziti era come autoferirsi ma per quanto penasse per la situazione la battaglia doveva essere combattuta e convincendosi sempre più a ogni passo il suo sguardo non perse mai di vista Nerigal. Partirono diverse piogge di fuoco per mano sua che come meteore andarono ad abbattere diversi avversari; nessuno dei malcapitati tuttavia restò ucciso, calibrare bene gli attacchi fu uno sforzo ulteriore che continuava a metterla in una posizione sfavorevole ma non poteva farne altrimenti.
Le serviva il campo sgombero per potersi fermare a meditare e raccogliere il chakra della natura così iniziando a concentrarsi puntò il suo occhio ferito al cielo plumbeo dove pian piano iniziò ad aprirsi una voragine nel punto in cui si ergeva la figura di Nerigal. Non poteva sapere se la distorsione temporale avrebbe funzionato su quell'essere ma il nuovo tentativo insieme all'azione congiunta di chi la affiancava le avrebbe fatto guadagnare abbastanza tempo per ricorrere ai Senjutsu. *


(Non ti temo bastardo, sto venendo a prenderti. Dovessi perdere entrambi gli occhi, le braccia e le gambe continuerò a provare!)

"Combattete Shinobi, per la Vita! Per la Libertà! Cancellate le vostre paure, restiamo Uniti e facciamoci sentire!!"

*Un battito martellante le animava il cuore e la mente. Ritrovata la convinzione necessaria per continuare la battaglia cercò di trasmettere quel suo sentimento a tutti i presenti, bisognava reagire e dovevano farlo giocandosi il tutto per tutto. Non c'era spazio per i tentennamenti e le paure, in quella guerra bisognava andare avanti senza alcuna esitazione.*

OT//In sintesi attacca un po' tutti gli influenzati senza ucciderli, li ferisce fino a quando quasi morti restano privi di sensi. Liberata un po' l'area attorno si fa coprire le spalle dalla nuova arrivata, che suppongo si intratterrà con Shinta. Tenta quindi un Kamui su Nerigal (se lo sharingan sinistro funziona ancora perchè la tecnica è sigillata in quell'occhio z.z) anche se lo allontana per poco per poi ricomparire o lo distrae solo un po', sfrutterà il tempo guadagnato per raccogliere chakra della natura.
Ancora pardon per il ritardo e il post caccoso ma non sono proprio in vena e il tempo a mia disposizione è quello che è. //OT

 
Web  Top
view post Posted on 13/1/2014, 21:22
Avatar


Group:
Nukenin
Posts:
7,322

Status:


Nulla vi era più del guerriero di Kumo; vi era solo morte e distruzione accanto a lui. Akane era ormai un trancio di carne: sventrata e tagliata dalla furia omicida di Shinta che vedeva solamente demoni, ombre, sussurri che scuotevano la sua anima facendola annegare in un mare nero. Lui era un demone uguale a quelli che vedeva dentro la sua testa: lui era un demone; lui era la mano di Watashi e di Nerigal; lui non era più nulla. Era solo pazzia e furore; solo rabbia ed odio; lame e sangue ma non più guidati dalla sua anima – che fosse malvagia o meno – ma solo un guscio vuoto riempito della potenza oscura di un Dio, e di un figlio bastardo che si sollazzava vedendo un tale spettacolo. La sua mente era bloccata, le sue lame avevano quasi ucciso Akane, che solamente grazie alle proprie abilità, non era stata fatta a pezzi ma il colpo era stato, ugualmente, brutale: lo sharingan era stato strappato via insieme al suo braccio sinistro, un lungo squarcio dalla pancia fino all’occhio si mostrava in tutta la sua macabra essenza e dell’Hogake che, prona, tentava di resistere era solo una pallida imitazione della fiera donna di pochi minuti prima.
Ma negli occhi di Shinta tutto questo non era. Vi erano solo demoni che tentavano di ucciderlo ed uno, più grande, più forte e temibile di altri che si rialzava benché menomato. Ma lo guardava ancora…ancora con occhi nefasti dove si evinceva che nulla della sua forza vitale era andata persa.
Lo guardava, si ergeva di fronte a lui e stavolta lo avrebbe abbattuto: lo avrebbe tagliato in mille pezzi con la tecnica più segreta che aveva: la kamaitachi! Un attacco, o meglio, una serie di raffiche di lame e vento che avrebbero spezzato, tagliato qualsiasi difesa. In condizioni normali non avrebbe potuto usarla, troppo lo sforzo per il suo cuore malato, ma ora…

Il fulmine tanto caro a Kumo,così potente, così amico fraterno di Kumo stessa calò su di lui. Il fulmine, il lampo era Kumo: era la sua essenza, il suo Io più profondo, la sua verità e la sua realtà. Il fulmine era Kuo dato al villaggio per proteggerlo, per ricordargli il patto stipulato con questa forza primigenia che niente e nessuno poteva imbrigliare. Calò su di lui per punizione? O per salvarlo? Il fulmine lo percorse, si irradiò nei suoi muscoli, nella sua psiche; un dolore allucinante e la puzza di carne bruciata. Le lame caddero sul suolo con un rumore sordo, lui era svenuto a terra…ma era davvero finita così? Era bastato il fulmine?
Ma già un occhio attento poteva vedere come Shinta si stava riprendendo: troppo forte era ancora; troppo Perduto tra voci nefaste, immagini maligne e odio. Un mare di paura, di odio, insicurezze…tutto questo era come pesanti catene che legavano a sé Shinta lasciandolo schiavo…viticci di odio che ghermivano, come dita scheletriche e gelide, il suo cuore già di per sé malato e debole. Ma debole Shinta non era…ma troppo forte era watashi…ma forse il fulmine poteva ancora salvarli tutti. Forse.



La follia sta nell'esitare di fronte un proprio alleato impazzito, rischiando di morire, o attaccarlo e ucciderlo?




La voce che si levò era diversa dalla voce empia di Nerigal. Alta come quella del Demone ma era più giusta, più leale…più reale. Scuoteva non faceva perdere: mentre il Demone aveva malignità e perdizione questa aveva forza, volontà e scuoteva facendo ritrovare forze, pensate o credute, perdute.
Una donna dai fluenti capelli dorati e un bastone si fece largo tra coloro che erano rimasti in vita e affiancò l'Hokage puntando la punta della propria arma verso quella bestia di forza e spade. Si proprio verso il fu Shinta Himura: il sorriso era velato dalla sofferenza della guerra e per quanto mostrasse abilità e sicurezza, anche lei faceva parte di quell’incubo conscia di essere una protagonista di quel quadro delirante. Era lì per aiutare?
Ma Shinta si stava alzando e per i suoi occhi lei era un altro nemico; ancor più temibile di quello che stava abbattendo.

QUANTI NE SIETE? QUANTI?! VI UCCIDERò TUTTI…TUTTI! PER QUANTI VOI SIATE…PER QUANTO VI IMPEGNIATE NESSUNO DI VOI MI UCCIDERà MAI!




Ryu Tsuisen!





Questa era la vera essenza di Shinta Himura: il suo stile di spade unico ed inimitabile perchè inventato da lui stesso. Uno stile che si adattava alla guerra, ai continui mutamenti della battaglia: il Mitsurugi Hiten! Capire, immergersi nelle correnti della battaglia; coglierle istintivamente e poi colpire. Lo scorrere della battaglia; quella corrente impetuosa e occhi scintillarono quando saltò. Saltò per colpire quelle correnti e generare un vero e proprio tornado che si sarebbe abbattuto dall’alto verso il basso contro i suoi nemici. Il chakra di vento si era fuso con quello di terra rendendolo ancora più pericoloso il colpo: era una vera e propria “martellata” – appunto come era la traduzione di quella tecnica COLPO DEL DRAGO MARTELLANTE – che si sarebbe abbattuto su di loro con la forza di una valanga. Come se una montagna stesse crollando…

 
Top
view post Posted on 14/1/2014, 20:09
Avatar

la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

Group:
Admin
Posts:
7,412

Status:


Il sangue, i fulmini, le nubi, il male, la morte. Tutto ciò circondava Shinta che lentamente si stava riprendendo dal fulmine paralizzante caduto dal cielo. I suoi occhi erano sempre più colmi di rabbia, di un bisogno che non aveva niente a che vedere con tutto quello che l'etica ninja gli aveva insegnato fino a quel momento. Voleva soltanto il sangue di tutti coloro che lo circondavano e visto che gli unici ancora in piedi erano l'Hokage e quella nuova ragazza, formavano il suo nuovo bersaglio. Mentre Akane cercava di riprendersi dal brutto colpo subito, pensò a come poter abbattere il proprio avversario senza ucciderlo, ma soprattutto, come attaccare la fonte di tutti quei problemi: Nerigal. Era lui a giostrare la guerra, era lui a tirare i fili dell'esercito dell'alleanza. L'Uchiha si sfiorò dunque l'occhio ferito e chiuse anche l'altro per un istante quando intuì l'unica tecnica che avrebbe potuto, forse, dare qualche problema al suo avversario. Era sigillato proprio nella sua iride sinistra però, sotto il sangue che le sgorgava lungo lo zigomo e il dolore che sarebbe seguito a quell'esecuzione avrebbe potuto comprometterla definitivamente. Non importava, ci avrebbe provato, mentre la nuova giunta avrebbe tenuto a bada la furia dalle lame danzanti che era tornata già in piedi a concentrare energia.

Donna - Cosa posso fare... con questo bastone?

Un piccolo risolino uscì sponetaneo, ma effettivamente l'Hokage non poteva conoscere la bella dai capelli biondi, colei che era giunta bagnata dalla pioggia di sangue e aveva adesso battuto con forza un'estremità della sua arma al suolo. I suoi capelli si alzarono per l'alta pressione che si generò e lentamente una serie di saette cominciò a volteggiare per tutta l'area aprendo un vero e proprio campo elettromagnetico che mostrò la propria potenza in una grossa cupola di energia che ricoprì un diametro di almeno venti metri. Dentro quella barriera non giunse più neppure una goccia di sangue e continuò ad accumulare forza elettrica finché l'intera cupola non venne risucchiata dal bastone che si accese di una luce azzurra potente, elettrica e con tanto chakra al suo interno da poter forse radere al suolo l'intero quartiere Est.

Donna - Ecco che cosa posso fare!

Shinta si lanciò verso i suoi avversari tentando una delle sue tecniche più potenti e quando la terra intorno a lui si raggruppò in un potente tornado di lame e ciò che rimaneva dei ninja morti, la particolare kunoichi batté nuovamente il bastone al suolo e stavolta rilasciò tutta quella carica elettrica accumulata sotto forma di un alto e spesso scudo che si frappose fra lei e Akane e quell'angelo della morte. L'impatto fu terrificante: un'esplosione di fulmini e lampi colpì il quartiere Est e l'impatto scaraventò lo spadaccino ad almeno venti metri, in preda agli effetti del chakra elementale del fulmine. Akane aveva intanto fatto piazza pulita di coloro che ancora si reggevano in piedi in quell'area, provando a non ucciderli, ed infine si decise ad accumulare chakra nell'occhio ferito per utilizzare anche quell'estrema risorsa. Quando lo riaprì dunque, a parte il dolore che avrebbe ucciso la maggior parte degli shinobi, si rese conto di essere in qualche modo riuscita ad evocare il potere di quella che era una delle più potenti tecniche del Mangekyou Sharingan. Il campo gravitazionale colpì Nerigal tra le nubi insanguinate ma l'unica cosa che risultò chiara nei minuti che seguirono, furono alcune parole, forti e pesanti come ogni volta che quel demone diceva qualcosa.

Nerigal - Attacchi me? Non sono io il tuo nemico. Stai forse... diventando pazza?



Il campo di battaglia cambiò forma, il sangue si tramutò in pezzi di shinobi che piovevano dal cielo in un turbine di fuoco che stava distruggendo l'ossigeno dell'area Est. Non si riusciva più a vedere, a respirare, solo a sentire i lamenti di coloro che strisciando si erano portati ai piedi dell'Hokage, afferrandogli le gambe, col viso in lacrime ma perennemente sorridente. Erano tutti feriti, alcuni menomati, ma vivi, vivi ma non coscienti e nel loro momento di follia continuavano a vedere Akane come una nemica. L'Hokage riuscì a quel punto a vederli, quando il tornado si placò, la quindicina di soldati con sulla testa il coprifronte di Konoha e tra le mani i coltelli con cui avrebbero lacerato ciò che rimaneva della loro "Madre". Ancora un frammento di istante e sarebbe finita, risolta in un bagno di sangue, sangue del Kage di Konoha, e lei non riusciva a muoversi, non riusciva a scappare. Tra la vita e la morte, tra la ragione e la pazzia, vide soltanto ciò che si mostrò come un grosso sorriso tra le nubi che cominciavano ad aprirsi, ma non era la luna e non era neppure Nerigal. Il suo colore era violaceo, inquietante, lo stesso di quel maledetto signore oscuro: era Watashi. Poi ancora quella voce:

Nerigal - I genitori non ucciderebbero mai i propri figli... ma i figli? Chissà. Fa parte della follia. E tu, Akane, che cosa farai?



Era tutto nella testa dell'Hokage. Un Genjutsu? Forse, quell'essere usava qualcosa di più. Akane doveva rispondere a quella domanda, in un modo o nell'altro.

Poco distante da quell'area, Tatsumaru aveva di fronte il potente ninja dagli occhi dorati. Forse per la prima volta, da quando aveva scoperto che cosa era in grado di fare, non lo temeva, o almeno, aveva il coraggio di osservarlo o parlargli, che volesse dire fronteggiarlo e rischiare di morire. Kai sorrise di fronte quell'intraprendenza e incrociando le braccia si accinse a rispondere, ancora una volta senza mezzi termini.

Kai - Garanzie che riavrai la tua abilità? Non riavrai mai più il tuo potere. La capacità di creare la vita in mano ad un semplice Genin che crede di essere pronto a parlarmi in questo modo? Oh no... non hai capito nulla

Un movimento, talmente veloce che il Senju non lo vide nemmeno, e la mano di Kai si ritrovò sulla gola dell'interlocutore, sbattuto alla parete.

Kai - Senti la paura crescere dentro di te? Questa ti consumerà, che tu abbia il tuo potere o meno. La scelta è decidere di non accettare la mia offerta e morire contro Watashi o assecondare le mie richieste e vincere la guerra. Ti importa davvero del dopo? Avere la certezza di sopravvivere oggi non basta?

Era un patto col diavolo. Vendere la propria anima per salvare l'alleanza, vincere la guerra e non far crollare il mondo. Importavano davvero i piani di Kai se nessun'alba sarebbe più sorta per la terra dei ninja? La vittoria di Watashi avrebbe portato a questo.

Il ninja dorato mollò la presa e tornò sul bastone dando le spalle al Genin.

Kai - Mi hai chiesto quali sono i miei piani. Essere libero, è l'unica cosa che voglio, e Watashi comincia ad intralciarmi!

Il suo tono si alzò e la casa che li stava ospitando venne scossa da un'energia che fremeva, ribolliva, attendeva il momento per esplodere e devastare qualsiasi cosa si fosse intromessa tra lei e i suoi obbiettivi. Le parole di Kai dicevano la verità, ma fino a dove si sarebbe spinto per poter coronare quel desiderio? Si voltò nuovamente tornando ad osservare gli occhi di Tatsumaru e dopo un sospiro, prese nuovamente la parola.

Kai - Konora e Masumi? Oh, loro hanno capito da tempo da che parte stare, quanto a Yukiko... penso di non avere più bisogno di lei, per quanto sia un fiore che sboccerà molto presto

Sembrò accennare a un sorriso ma tornò subito sul punto della questione.

Kai - Per l'ultima volta, Tatsumaru. Accetti le mie condizioni?
 
Top
KOMU
view post Posted on 15/1/2014, 17:58




caos e morte , non c'era altro in giro. La calma che qualche minuto prima riempiva tutta quella zona era svanita completamente, come se non fosse mai esistita.
A tutta quella confusione s'aggiungeva la pioggia di sangue che non accennava a smettere, rendeva tutto più macabro
A grande rapidità evitavo lame, kunai, tecniche magiche e pugni dai vari ninja impazziti che provavano ad assalirmi ma non sempre riuscivo ad evitare quei colpi. Qualche ferita me l'ero beccata pure io; un pò di sangue mi scorreva dal braccio destro e avevo una brutta botta alla guancia.
Ero intento a pensare alle ferite e ad asciugarmi il sangue dagli occhi quando un ninja, forse di Kumo o di Kiri, mi sparò contro un masso . Feci in tempo ad abbassarmi per fortuna, posizionai le mani per il sigillo di una tecnica quando una ragazzo identico a me ma con tratti più animaleschi mandò a terrà il ninja avversario.
Grazie Hikari dissi sollevato , il cucciolo di cane, sotto l'influenza della sua tecnica della trasformazione, mi abbaiò felice e mi saluto con la sua zampa umanizzata.
Mi girai verso un altra direzione e posizionai le mani per una tecnica del fuoco Katon , terra bruciata ! e sputai per terra una grande fiammata che incendiò la zona vicino a me. Quello avrebbe tenuto lontano per un pò i posseduti che avrebbero provato ad avvicinarsi.
Mi avvicinai alla mia copia selvaggia, pure lui sembrava affaticato e un poco ferito più ... più dura di quel che pensavamo , vero? Hikari sembrò annuire. Ragionai su cosa potevamo fare mentre mi toglievo ancora il sangue dai capelli neri oramai rossi.Dovevamo cercare di svegliare i nostri compagni impazziti ma non sapevo come fare, alcuni ero riuscito a colpirli con tutta la forza di cui ero capace ma non aveva funzionato , forse a una delle base mediche avevano trovato una qualche cura. Era una speranza ben flebile, chi avrebbe potuto mettersi ad elaborare una cura in un simile casino? Non sapevo se era la scelta giusta ma volevo provarci.
ok , andiamo alla base medica più vicina e poi.. ma la mia voce si strozzò in gola quando vidi uno spettacolo agghiacciante.
Alcuni ninja , sotto il controllo del dio della follia, stavano attraversando le mie fiamme senza esitare. Ma il dolore probabilmente lo sentivano , urlavano , si dimenavano, provavano a strapparsi la pelle ma continuavano a camminare in quel piccolo inferno che avevo creato. Sorridevano , non la smettevano di sorridere.
Quella specie di zombie ghignanti si avvicinarono velocemente a me e al mio amico , divennero delle specie di torce viventi . Hikari , sbrighiamoci! e posizionai le mani per la mia tecnica di trasformazione. Sentii un nuovo calore ma non proveniente dalle fiamme intorno a me ,ma spirituale. Avvertì caldo ma non di morte, ma di speranza. Sentii il chakra che mi riempiva e lo modellai per poi farlo esplodere nella mia anima.
Mi sentii subito meglio e "mannarizzato" , mi misi a quattro zampe come il mio compagno FORZA!!e corremmo verso i ninja nemici.
fu difficile prendere la mira , durante una corsa ad alta velocità con tutto il sangue che pioveva ma riuscì comunque ad colpire qualche posseduto , cercando di evitare di ferirli mortalmente.
Colpì velocemente e lo stesso fece Hikari che vedevo distante da me ma avevo fiducia in lui, sapevo che poteva sopravvivere qualche minuto senza di me.
Dopo essermi fatto strada a furia di morsi e zampate finalmente raggiunsi un punto della piazza abbastanza calmo .. Di lì a qualche istante piombò anche Hikari che indicò un edifcio mezzo distrutto in lontananza si, ecco la base medica ,.... in quel momento vidi un ninja impazzito più o meno della mia età, proveniente da non so quale paese, lanciarsi verso il mio amico con una grossa katana. Hikari! Giù! corsi verso di lui, con la mano destra lo buttai a terra e con la sinistra puntai un kunai contro il nemico che mi stava venendo contro .
La mia arma si conficcò in profondità nel petto del giovane ninja , aggiungendo altro sangue a quello che c'era per terra. In pochi secondo , il ragazzo era morto ,ma anche come cadavere conservava quel sorriso folle e quegli occhi vitrei.
Non potei fare a meno di sentirmi in colpa; avevo ucciso una persona , una ragazzo come me. Avevo privato un villaggio di un abitante, avevo strappato un figlio ad una famiglia, avevo troncato sogni, speranze come i mie ad un ragazzino.
Ma ... sapevo che andava fatto, in un certo senso. Eravamo in guerra e stava per uccidere HikariVE L'HO DETTO, TOCCATE HIKARI E IO VI AMMAZZO!! gridai agli altri folli , con una voce mista alla rabbia e al rimorso.
Poi , nel mezzo delle urla e delle esplosioni, sentii un voce dal cielo. Era di nuovo Nerigal che si beffava di una qualche donna, poi seguì un'altra voce .Ma non era il dio della follia.
CITAZIONE
??? - La follia sta nell'esitare di fronte un proprio alleato impazzito, rischiando di morire, o attaccarlo e ucciderlo?

cos'è un indovinello?un consiglio? chiesi a Hikari, lui scosse la testa per far capire che non lo sapeva .
Non ebbi tempo di pensarci bene su perchè qualche altro ninja folle mi buttò a terra . Ma non era uno sconosciuto.
Era Ryu Zen
Ryu ?!? chiesi e urlai in un misto di orrore e sorpresa.
Pechè proprio lui? non potevo ucciderlo. Hikari si accucciò , pronto a saltargli addosso e sbranarlo ma io no! lui no,
rimasi lì fermo un attimo, a guardare il viso del giovane ninja che era stato mio compagno in accademia trasfromato in una pazza marionetta di un dio.
il campo intorno noi cambiò . al posto di sangue piovevano parti umane. gambe, bracccia, teste ancora sorridenti.
Sentii anche il dolore fisico più forte che mai, Hikari poco distante da me piangeva , era tornato nella sua forma canina,. Era accucciato, inerme, solo e indifeso.
con grande sforzo posizionai le mani per una tecnica del fuoco , con Ryu per un attimo fermo e a breve distanza da me.per favore Ryu spostati , non voglio ucciderti
se esiste davvero l'inferno, in quel momento mi ci trovavo dentro.
 
Top
view post Posted on 15/1/2014, 18:45
Avatar

♫ Peace ♫

Group:
Member
Posts:
67,179

Status:


*Alla domanda dell'Hokage la donna armata di bastone come ad accettare una sfida fece per attivare il suo potere. Akane pur non conoscendo il suo nome o la provenienza, senza nemmeno che il suo viso le fosse vagamente familiare, compiaciuta dall'enorme quantità di energia che le vide manipolare la lasciò fare dando piena fiducia alle sue potenzialità: quella guerra stava dando i suoi frutti e la fede che li univa avrebbe continuato a tenere accesa la forza della speranza. Così, nei pochi attimi che seguirono e in cui la barriera deviò il corso della pioggia rossa, le sembrò di poter tornare a respirare a pieni polmoni e improvvisamente libera da un peso immane riuscì a intensificare la sua concentrazione sul mangekyou. Progressivamente grandi quantità di chakra fluirono verso la parte alta del corpo, dalle tempie poi fino ai bulbi oculari e quando fu abbastanza l'Uchiha scostò la mano insanguinata dall'occhio sinistro per dar spazio al Kamui e permettergli di manifestarsi. Non sapeva nemmeno se era ancora integro lo sharingan ma dietro al sangue e al dolore che stava per farle esplodere le cervella avvertì qualcosa mettersi in modo e dentro di lei nacque la consapevolezza che non tutto era perduto. A pugni stretti trattenne le urla e accecata dal dolore e dalla pioggia che aveva ripreso a battere, quando credette di aver raggiunto il suo obiettivo ecco che non fu più sicura di nulla. La distorsione era stata avviata, poteva giurarlo, il suo chakra si era messo in moto e aveva visto le nubi deformarsi.
Restò a guardare senza la grazia del meditare. Vide apparire qualcosa che mai nessuno avrebbe potuto raccontare, le infinite gocce di sangue che colavano dall'alto si fusero, o almeno così sembrò dietro quel velo opaco che non voleva abbandonare i suoi occhi; fusi in agglomerati, forme squarciate di arti e pezzi mutilati di uomini, membra sciolte e disarticolate mentre le fiamme divamparono tutt'attorno in un vortice. Con quel riflesso caldo e accecante riuscì ad avvertire la presenza di diversi nemici avvicinarsi, dieci, quindici dei suoi soldati, shinobi di Konoha. Soffrivano ma quell'infezione continuava a storpiare i loro volti con sorrisi insani. Sadici. *


(q-quel bastardo crede di potermi ingannare costringendomi ad attaccarvi.. ma se è vero che un genitore non ucciderebbe mai i propri figli.. )

*Sudava ma non per stanchezza e il cuore fingendo un certo distacco pulsava con violenza, incatenata davanti a quell'inferno non riuscì a muovere un muscolo e paralizzata fu costretta a guardare. Nell'insieme a spaventare fu quel sorriso maligno che si aprì tra le nubi, una mezza luna oscura che maligna riportava una presenza oscura e famelica che non lasciava spazio a troppi dubbi: era Watashi che da dietro le quinte manifestava il suo divertimento per la situazione. Per lui era un gioco volto solo a saziare la sua fame ma Nerigal, uno dei suoi figli, che ruolo aveva in quella guerra, stava recitando solo un ruolo o cercava qualcosa di più? Diceva di non essere lui il nemico ma allora perchè portare alla follia un esercito, come tutta la progenie anche lui combatteva per quel Dio, che lo volesse ammettere o meno.*

"I figli.. "

(cosa ne posso sapere io.. tutti loro mi hanno seguita in questa battaglia e guarda che fine hanno fatto.. e Hikarikage, lui più di tutti soffre nella sua innocenza.. buffo che mi trovi a pensare a lui in un momento del genere, lui che nemmeno doveva essere a questo mondo e che giace ancora sotto il controllo di Watashi.. Ojisan, dovevo agire prima come mi dicesti, questi occhi non hanno la forza necessaria.. mi sono illusa)

*Barcollando allentò la presa sulle armi e tenendosi il braccio ferito restò a guardare compassionevole i corpi che strisciavano contorcendosi verso lei, tremolanti le sagome non accennavano a fermarsi nè l'immagine divenne più limpida. Combattuta capì di essere il bersaglio da manovrare in quella che era la realtà che Nerigal, nel sangue e nelle contraddizioni, stava dipingendo appositamente per lei. Ma quale premura o urgenza c'era se stava lottando contro sé stessa in quella follia, fu perfino ironico vivere quegli attimi in una sorta di illusione. Bloccata com'era non poteva reagire ma doveva, per non perire e spostando ogni volta più in la il limite psicofisico di resistenza con la sola scusa dell'autocoscienza, la kunoichi capì di potersi fidare solo di sé stessa. Le parole, le domande e le insinuazioni, cosa potevano mai valere dinnanzi alla sofferenza del genere umano?*

Hachi " Hokage-sama a Nord in molti sono stati presi alla sprovvista, sono giunti rinforzi dai monaci Yotsuki delle montagne ma non resisteranno a lungo ... .. ai Confini stanno combattendo un'orda infinita... sono bloccati al fiume ma non resisteranno ancora per molto... Mi sente? Cosa devo riferire HOKAGE-SAMA sono anche alle porte! Per le strade è il putiferio, vermoidi! Sono usciti dal sottosuolo! "..

*Come sorda ai richiami si isolò completamente, le paure e le indecisioni accantonate in un angolo. Fiutò la forza di volontà di chi restava a combattere al suo fianco come l'energia folgorante di quella donna e di decine e decine di shinobi in quell'area e di chi tramite Hachi chiedevano a lei di reagire. Quelle vite purtroppo e per fortuna non dipendevano da lei, ognuno stava dando sfogo a tutte le sue risorse per vincere, molti si erano già sacrificati e molti altri avrebbero seguito il loro esempio. Per uscirne doveva impuntarsi anche lei e stabilire le regole del suo gioco.*

"I figli appartengono ai genitori, potranno ribellarsi quanto vogliono ma resteranno sangue del loro sangue. Per quanto odio o rancore possano covare potranno arrivare a ferire il padre, distruggere la madre ma i genitori consapevoli dei propri errori continueranno ad accoglierli a braccia aperte, sempre! Watashi che vi sacrifica non è un buon padre, Io che sto perdendo i miei uomini, la mia forza, non sono una buona Madre.

E tu.. non sei un Dio. I kami non pongono quesiti, loro hanno le risposte.
"

*Fu il Ruggito di una leonessa ferita segno di un orgoglio e di una volontà ancora intatti. Ancora immobile prima di venir attaccata diede sfogo alla sua frustrazione ammettendo le proprie debolezze e facendo notare le mancanze del suo avversario. La tempesta di fuoco e fiamme intanto si era calmata ma il chakra della natura raccolto non era ancora sufficiente a contrastare il blocco che la teneva incatenata a quella realtà. Presto gli infetti l'avrebbero presa e con la sua vita appesa ad un filo Akane rafforzò la consapevolezza acquisita nell'ultimo periodo di non potersi far carico di tutto da sola, doveva continuare ad aver fiducia in quell'alleanza e nella volontà del singolo.

Una volta schiacciata la testa il ragno avrebbe continuato a muovere le sue numerose zampe.
Che lei, il Generale o che Watashi, il Dio, fossero stati uccisi dai propri figli e uomini, la guerra non sarebbe cessata.

Doveva sconfiggere Nerigal in questo mondo o nell'altro, continuò a ripeterselo fino allo svenimento e mentre l'energia crescente si accumulava nei tessuti il suo spirito combattivo si rafforzava creando vampate di chakra abbagliante attorno a quel corpo ormai agli sgoccioli. Era avvolta in fuoco che faticava ad animarsi ma che presente ardeva dal profondo: inconsapevolmente quel chakra audace iniziò ad avvolgerla come durante la manifestazione del suo guerriero protettore, quando lo Shinigami impugnava la falce e tutto si tingeva di nero.*

GdrOff//Prova a continuare la raccolta di chakra della natura fino all'ultimo quando appunto risponde alle provocazioni. L'ultima frase è solo un paragone e un contrasto tra la difesa e la consapevolezza che sta cercando di materializzare con la Sage mode e il Susano'o con la sua furia cieca che evoca con il mange.//GdROn
 
Web  Top
view post Posted on 16/1/2014, 22:46
Avatar

Group:
Member
Posts:
488

Status:


La furia della guerra e la follia di quel dio spostato infuriavano nel campo di battaglia rendendo Kumo sempre più un villaggio oscuro e tetro differentemente da quando, in pace, si caratterizza per la gioia e i colori forti e vivi.
Lo stesso cambiamento repentino era toccato a Ryu, sembrava quasi che Nerigal si fosse divertito a convertire gli animi dei più determinati e volenterosi quasi come a voler dimostrare la sua forza oppure quasi come a volersi divertire con le anime che più si sarebbero potute opporre alla sua volontà. Purtroppo senza successo. Nessuna volontà umana sembrava poter piegare quella di Nerigal.


Ucciderò chiunque mi si parerà davanti

Ryu sghignazzava mentre mormorava a bassa voce quelle parole tetre. La follia di Nerigal e la sua violenza l'avevano così contaminato che neanche sembrava più lui fisicamente. Girava con la Katana Bilame in mano sporchissima di sangue, e ogni tanto quando non riusciva a bagnarsi il viso col sangue del nemico rivolgeva gli iridi azzurri verso il cielo permettendo a quel sublime liquido di sporcargli la faccia. Non era conciato meglio dei fantasmi che aveva affrontato nella sua missione. Essere conciato così male così sudicio di putrido sangue lo rendeva quasi spaventoso, e gli occhi sgargianti spezzavano così tanto con il resto del corpo orribilmente combinato tanto da renderlo quasi surreale, semmai qualcosa in quella situazione sarebbe potuta sembrare surreale.

Il giovane continuava a camminare come uno Zombie. Sempre ridendo con quel ghigno spaventoso e malvagio. D' un tratto gli si parò un nuovo ninja davanti, con una forte spinta lo scaraventò via. Si sarebbe divertito con quello shinobi non l'avrebbe ucciso a sangue freddo come aveva fatto con altri. Casualmente quel ragazzo era un amico di Ryu...Takahiro Inuzuka.

Quello gli si mise subito davanti pronto a scagliare una tecnica, ma non aveva intenzione di ricorrere alle mani se non ne fosse stato costretto.Per questo intimo il folle a scansarsi, senza successo....


Tu..tu sei.. Takahiro...

Ryu sembrò sussultare, quasi come se quella visione avesse destato in lui qualcosa, qualcosa di buono logicamente...
Purtroppo non fu così. Il ragazzo aveva riconosciuto Takahiro ma la sua intenzione era quella di aggredirlo per ucciderlo...e come lui avrebbe seguito lo stesso destino il piccolo Hikari. Stava per iniziare uno scontro tra quei due ragazzi che avevano affrontato l'accademia e poi l'esame insieme. La parte buona di Ryu non riusciva a prevalere, le mani si alzarono a forza brandendo quella terribile Katana...Lo scontro stava per iniziare, quel giovane e sorridente Ryu era ormai trasformato in un terribile assassino che provava piacere soltanto dall'uccidere e dal causare sofferenza, quasi come gli adepti di un altro dio folle: Jashin.
Tutto era diventato l'opposto di tutto in quei momenti, e così la mente di Ryu, o meglio quella di Nerigal a cui ormai era subordinato, ordinò al corpo di attaccare e il giovane ragazzo si scagliò contro l'Inuzuka tentando di colpirlo con un fendente.


Takahiro sarà un piacere ucciderti. AHAHAHAHA

La risata tetra squarciò l'aria, era una risata di quelle che fanno venire i brividi, e come questa era riuscita a squarciare l'aria probabilmente il colpo di katana se fosse andato a segno avrebbe squarciato il petto del giovane Inuzuka.



//Ho notato che non sei uno che guarda i calcoli quindi mi sono limitato a dire che attacco con la Katana! Tanto immagino che deciderai tu se il colpo andrà a segno o meno! Se non si fosse capito comunque sto usando "Stile della Mattanza: Unico Fendente" con la mia bilame^^//
 
Top
°Tatsumaru°
view post Posted on 17/1/2014, 09:59




Narrato
*Pensato*
"Parlato"




La mossa di Kai lo sorprese, e in un lampo si ritrovò sbattuto contro la parete, la mano del ragazzo che gli stringeva il collo. Un leggero panico si impadronì di lui, e un'espressione di sorpresa si sostituì sul suo volto. Nonostante quel gesto però, non perse la determinazione che lo aveva spinto a tanto.

"Per definirti degno del dono della vita, mi pare tu abbia un pò troppa fretta di uccidere... "



Ormai era in ballo, quasi fuori di se, dai suoi soliti schemi. La guerra vista in quegli anni, gli orrori di Watashi, tutte quelle esperienze lo avevano segnato in maniera indelebile. Sentiva i morsi della paura che lo divorava? Certo, ma sentiva anche qualcos'altro, qualcosa che non riusciva a spiegare, a definire. La mano di Kai gli stringeva la gola, ma lui non si dimenava, era pronto ad accettare il suo destino, qualunque esso fosse, purchè fosse per il bene di qualcosa più grande di lui. Sebbene il suo corpo potesse essere debole, potesse cedere da un momento all'altro, il suo sguardo non si allontanava mai dagli occhi di Kai.

Quando il traditore mollò la presa, Tatsumaru prese un'ampia boccata d'aria, e mentre questi continuava il suo discorso, si massaggiò il collo la dove la stretta lo aveva colto impreparato. Non aveva intenzione di rivelargli i suoi piani, come era prevedibile, tuttavia ciò che disse lo sorprese. Una volta ripreso fiato, riuscì a rispondere al suo interlocutore.

"Libertà... un nobile ideale, qualcosa che da te non mi sarei aspettato... Ma ciò che tu chiami libertà, io la chiamo anarchia. Nessuno di noi è davvero libero, ne lo sarà mai. Ci sono le convenzioni sociali, il dovere, e soprattutto i diritti del prossimo. Cercare la libertà individuale a scapito di quella degli altri è aggiungere altra legna sulla pira del caos. Per questo i paesi si fanno la guerra in nome della loro libertà, per questo Watashi riversa la sua corruzione su queste terre. Dobbiamo capire quale è il confine della nostra libertà, e accettare le giuste catene che essa ci impone."



Aveva espresso un concetto che serbava dentro di se da anni, ma che solo ora riusciva a riconoscere ed esternare. Per quanto si possa credere che la propria idea di libertà abbracci chiunque, ci sarà sempre qualcuno che la riterrà schiavitù. La vera libertà finisce dove comincia quella dell'altro. Il compromesso, l'ago della bilancia che stando nel mezzo equilibra le due parti, oppressione e anarchia. L'equilibrio è sempre la scelta esatta. Cercò di ignorare il commento su Yukiko, ma non riuscì a trattenere un'espressione di odio e disgusto nei confronti di Kai. Ciò lo convinse ancora di più a perpetrare la sua scelta.

"La minaccia di Watashi va fermata una volta per tutte, questo è indubbio... tuttavia, perchè usare un bastone, quando puoi usare me. Sarò io il tuo bastone, il canalizzatore del mio stesso potere. Dici che sono troppo debole per resistere? Allora morirò, e con me morirà il mio potere, ma non sarà stato invano, se ciò che mi hai detto non è una menzogna."



Tatsu era pronto. Inspirò, ansioso, le budella che gli si torcevano in corpo. Ma andava fatto, era il suo dovere. Non poteva consegnare il suo potere, lui era anche quello, e una parte di se sarebbe sparita per sempre. Senza contare che avrebbe consegnato ad un traditore un importante segreto di stato. Un ninja doveva essere pronto a morire per conservare i suoi segreti, ma lui lo faceva per il bene dell'esercito, per sconfiggere Watashi.

La determinazione nel suo sguardo era palese. Kai avrebbe dovuto prendere o lasciare, e se davvero Watashi lo intralciava così tanto, non avrebbe rischiato di perdere quel potere.

 
Top
view post Posted on 17/1/2014, 13:14
Avatar

la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

Group:
Admin
Posts:
7,412

Status:


Il cuore di un soldato, di un ninja, di un ragazzo che aveva imparato a vivere e combattere. Si strofinò lì dove Kai l'aveva braccato ma non abbassò mai lo sguardo, continuando a reggere quello diabolico del suo nemico. Dorato, fiero, potente, eppure infastidito dalla piega che gli eventi stavano prendendo. Durante quegli anni di Watashi, Kai era riuscito anche a sfruttare il potere del Dio malvagio per ristabilire ordine e potenza alla sua organizzazione ma adesso era il momento di stabilire chi avrebbe continuato a primeggiare sotto quel cielo normalmente terso, ma che in quella scura notte di battaglia faceva battere al suolo il sangue di tutti i morti che avevano colpito la terra per anni. L'uomo si limitò a sorridere per l'affermazione di Tatsumaru, quel Genin non si aspettava una simile risposta? Credeva davvero che Kai non fosse altro che un mostro pronto a devastare la terra per diventarne l'unico padrone?

Kai - Anarchia?

Disse semplicemente quando il Senju terminò il suo discorso. Quindi continuò con quel suo tono perennemente calmo ed eloquente inclinato solo poco prima dalla presenza di quel Dio che non voleva saperne di morire.

Kai - Sai che cosa succederebbe se i Kage vincessero questa guerra? Watashi morirebbe e il mondo sarebbe in gloria per la grande vittoria dell'alleanza, e dopo? Kumo ha subito troppe perdite, il villaggio è andato distrutto e immediatamente uno degli altri villaggi maggiori andrebbe ad assediarla sotto il comando del suo Kage. Kiri forse? Può darsi, in fondo perché un paese di assassini avvolto nella nebbia dovrebbe farsi scrupoli quando la possibilità sarebbe conquistare senza sforzo l'intera terra del fulmine? A quel punto Oto, alleata di Kiri, prenderebbe le sue difese ed entrambi organizzerebbero un attacco a Suna e poi Konoha. Capisci dove voglio arrivare? Finché ci sarà qualcuno a comandare, questo mondo è destinato a combattersi fino al collasso

Parole schiette, quasi profetiche, e non parlava dal fondo della sua ignoranza. Kai aveva vissuto abbastanza per guardare il mondo corrodersi da solo, già molto prima che Watashi facesse la sua apparizione.

Kai - Conosci Fuyuki, vero? Il maestro di Yukiko. Lui si è allontanato da Konoha per inseguire un obbiettivo preciso, non per poi distruggerla successivamente. Capisci dove voglio arrivare? Voi mi considerate un nemico, eppure non sono stato io ad uccidere la sua famiglia, non sono stato io ad innescare il conflitto che anni fa aveva permesso ad Oto di invadere Kiri, non sono stato io a manovrare la guerra che ha consumato questo mondo negli anni prima di Watashi. Sono stati i Kage, sono stati i rivoltosi, coloro che avevano il desiderio di superare gli altri e comandare terre sempre più grandi, sempre più potenti. Davvero proprio TU non capisci? Finché ci sarà qualcuno a comandare sopra gli altri, altri vorranno quel privilegio facendo ricominciare il giro. L'assenza di esponenti non sarebbe anarchia, ma libertà. Un mondo in cui nessuno ha più il bisogno di provare invidia, di arrivare alla potenza o addirittura oltre di colui che comanda. Io... io non sono un capo, sono il mezzo che porterà a questa condizione

Questa fu la risposta alla decisione di Tatsumaru di sacrificarsi per non permettere al mondo di avere un altro tiranno, ma Kai un tiranno non lo sarebbe stato mai, evitare la nascita di un altro "capo" era proprio quello che voleva fare.

Kai - Posso farlo se vuoi, posso sfruttare tutta la tua vita da Senju per evocare il potere che mi serve ma tu morirai e io troverò un altro modo per liberarmi dei confini imposti

Strinse con una mano il bastone carico di chakra e con l'altra compose un singolo sigillo che fece letteralmente tremare l'abitazione, che venne avvolta da un velo rossastro. Intanto una voce dal piano di sotto chiamò all'attenzione il potente ninja, era sicuramente Cain:

Cain - Gli infetti, diventano sempre più forti! Non riuscirò più a tenerli fuori!

Kai abbassò la testa senza rilasciare l'energia accumulata, poi tornò ad osservare gli occhi di tatsumaru e sospirò creando delle crepe sul legno del pavimento e facendo barcollare le travi su cui si sosteneva la casa.

Kai - Per l'ultima volta. Accetta le mie condizioni



Stavolta le parole furono diverse, pesanti, direttamente nella testa del Senju. Insieme a quelle si svilupparono in un istante delle immagini, come fossero ricordi, anche se il Genin sapeva bene di non averle mai vissute: un uomo dai capelli argentati alzava in aria una spada trionfante. Intorno a lui una massa di persone e un corpo al suolo nel sangue. Nel cielo la nebbia, intorno il mare, nei loro occhi la Rivoluzione. Tutto scomparve, tutto tornò nero e rosso sotto la pioggia del Dio del male e Kai si chinò in ginocchio come attraversato da un dolore che mai Tatsumaru avrebbe pensato di vedere nel suo nemico. Il ninja dagli occhi dorati sanguinò dal naso e dalle orecchie, poi alzò nuovamente lo sguardo verso l'interlocutore.

Kai - C-che cosa hai visto? Era un mondo di pace? Io... io non credo

Nel piano di sotto si udirono le grida di Cain e dei passi celeri che stavano salendo le scale dove si trovavano Tatsumaru e Kai. Poi l'aura rossastra tornò a sovrastare la stanza e il bastone brillò di una luce soffocante.

Kai - Non c'è più tempo. Ti sacrificherai davvero per un mondo corrotto?

Ancora un istante per la sua scelta, ma che cosa gli aveva fatto vedere Kai?

Nel centro della battaglia nel frattempo, Ryu e Takahiro si erano scontrati e riconosciuti ma niente poté fermare la furia omicida che si stava ormai irrimediabilmente sviluppando nel sangue del senza clan. Proprio lui afferrò la sua katane bilame, scattò in avanti e andò deciso a squartare definitivamente l'esistenza del suo compagno di accademia. Il cucciolo di Takahiro però riuscì a balzare per tempo sotto lo scrosciare del sangue sull'asfalto e oltre a quello che copioso scendeva dal cielo, a schizzare sul volto dell'Inuzuka fu anche quello di Hikari che subì in pieno il colpo al posto del suo padrone. L'esercito era ormai quasi del tutto sterminato e chi rimaneva in vita era ben visibile nel campo. Un pugno di soldati che si osservava senza sapere se dover temere il proprio amico o attaccare il rispettivo familiare. Ed erano lì quei due Genin giù toccati dalla guerra così giovani e messi di fronte a quella che era la vera morte. Hikari gemette in fin di vita e Ryu era ancora lì pronto ad attaccare nuovamente quello che per lui era ormai un nemico. Takahiro era macchiato del sangue del suo amico, fratello, compagno di sempre, sotto il sangue nefasto del cielo di Kumo e di fronte la lama insanguinata di un suo amico. Doveva agire alla svelta, nonostante tutto. Nella morte non c'è tempo, nella sopravvivenza non c'è scelta, nella vita non c'è scampo.

Shinta continuava invece a combattere contro la donna dei fulmini senza esclusione di colpi, facendo tremare la terra e il cielo. E Akane? Scomparsa insieme a Nerigal, mentre nel cielo si apriva un sorriso violaceo.

||Per Angy continua Qui||
 
Top
view post Posted on 17/1/2014, 21:22
Avatar

Group:
Member
Posts:
488

Status:


//KOMU SCUSA T________T //
Il colpo di Ryu era troppo forte ed era partito prendendo alla sprovvista il giovane genin Inuzuka che sembrava essere in procinto di morire. Il piccolo e fragile Hikari tuttavia, nel suo ultimo e commovente atto di fedeltà verso il padrone, verso il compagno, o più semplicemente verso un amico, balzò subendo il terribile fendente di Ryu.

Straziante il suo ultimo guaito colpì, probabilmente, il cuore di Takahiro più di forte di quanto la spada di Ryu avrebbe potuto. Oltre il danno poi arrivò la beffa: il sangue zampillante del piccolo cagnolino macchiò il viso dell' Inuzuka che ora non sarebbe potuto più rimanere impassibile davanti a tale scempio.Ryu dal canto suo s'era fermato dopo aver mandato a segno, sebbene contro il bersaglio sbagliato, il suo colpo. Molto difficilmente quel cucciolo si sarebbe salvato, probabilmente se i genin avessero continuato il combattimento il cucciolo sarebbe morto dissanguato...Magari raggiungendo qualche medico lì intorno invece qualcosa si sarebbe potuto fare, chissà... La testa di Ryu non vedeva altro che morte e non desiderava nulla oltre il creare mera sofferenza. Come avrebbe potuto mai essere perdonato da Takahiro, nonostante tutto? Proprio quel ragazzo che fondava tutto sull'amicizia e sui valori morali aveva molto probabilmente tranciato per sempre i legami con uno dei suoi amici più di vecchia data. Ma a Nerigal questo non bastava, non divertiva abbastanza. L'influenza criminale del maledetto dio continuava a deviare la mente di Ryu ponendo tutte le attenzioni del ragazzo solo ed esclusivamente all'obiettivo di uccidere e trucidare il prossimo.

Che destino beffardo.

La pioggia continuava a battere, Ryu però non sembrò minimamente scalfito dall'aver ucciso quel povero cagnolino. Prese la spada insanguinata la guardò e ,fiero nel vederne il sangue caldo sgocciolare a terra, tirò fuori la lingua leccando il filo della lama pregno dell'anima di Hikari.


Quella stupida bestia ha un buon sangue...Chissà come sarà quello del padrone...Sei un rammollito Takahiro te ne stai lì a guardare quel cane rognoso invece di preoccuparti della tua vita..sei patetico...Per questo ti colpirò, ti stritolerò TI UCCIDERO'. Stavolta non ci sarà nessuno a salvarti dal mio fendente, CODARDO!

Sghignazzando pazzamente Ryu s'avventò nuovamente contro Takahiro, con la stessa tecnica utilizzata poco prima: quella più forte del suo arsenale.

Probabilmente però la vista del cucciolo ferito e le dure e "bastarde" parole di Ryu avevano risvegliato qualcosa nel genin Inuzuka. Sicuramente le scelte tra cui poteva essere indeciso erano solo due ormai: seguire il suo istinto e tentare di uccidere il suo avversario per vendicare il cuccioletto oppure agire d'anticipo e tentare la fuga per provare almeno a far curare il cane. Il requisito imprescindibile per la seconda scelta però, oltre all'amore per il suo cane che doveva ergersi oltre la voglia di vendetta, era quello di capire che Ryu era solo un avversario e non il suo amico, era quello di capire che non erano sue le parole bensì di quel maniaco di Nerigal che si divertiva a far soffrire le persone ma soprattutto era quello di capire che uccidere il suo amico avrebbe significato quasi con certezza la morte del suo cagnolino,che non avrebbe ricevuto in tempo le cure che forse avrebbero potuto salvarlo, oltre che quella del suo compagno d'accademia o peggio ancora la sua.

La scelta era ardua dunque, tentare di vendicarsi oppure tentare di salvare il cane con quella misera percentuale che il cagnolino aveva di rimanere in vita. Il tempo per scegliere però era poco in quanto Ryu era già a ridosso del suo avversario pronto a squarciarne il petto.
 
Top
42 replies since 6/12/2013, 19:07   1195 views
  Share