Zona Centrale , Strade del Villaggio

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•Yatagarasu•
view post Posted on 28/1/2014, 14:12




Il bunshin atterrò, ripiegando le ali e disattivando il sigillo maledetto. Era una modalità che consumava parte della sua energia vitale, e non ne aveva poi molta, meglio conservarsi per lo scontro finale... e tuttavia, non sapeva se ci sarebbero arrivati: l'orda di bestie carnivore sembrava infinita, e già aveva perso uno nel suo gruppo, probabile perdesse anche gli altri, se continuava così, e avrebbe preferito di no.
Quando lo Hyuga rimase ferito capì che non potevano più restare lì. Shogun era il più forte nel gruppo, e se riuscivano a ferire lui...
Aprì una mano, lasciando partire tre minuscole sfere a raggio di fronte a sè. Le sfere esplosero, incendiando e consumando all'istante chiunque si trovasse lì davanti, creando un'ampia zona sgombra... ed erano mirate a colpire altrettante carte-bomba ancora inattive, che reagirono a catena, staccando un bel pezzo di montagna, servitori di watashi inclusi. Fece segno a Karasu di coprirli con le difese, mentre analizzava la ferita del mukenin... segni di infezione, probabilmente di natura sovrannaturale, e non aveva idea a cosa avrebbero portato. Forse un veleno?
Giunse le mani, evocando chakra positivo di cura, per poi applicarlo senza tanti complimenti sulla ferita, se non altro guarendola e riducendo gli effetti del veleno. Se aveva fortuna, visto che era stato tempestivo, poteva ancora salvare il braccio. Se non ne aveva, non avevano comunque tempo per una cura più intensiva.

-...ritiriamoci verso il centro. Il mio clone rimarrà indietro a proteggervi le spalle.-

Karasu aveva parlato con il solito tono monocorde, istruito a dire quella frase ad un dato segnale. Yo, il clone, fece cenno agli altri di andarsene, proprio quando Yuki spuntava dal baratro, arrancando. Un solo sguardo gli bastò per capire che quel ragazzo era praticamente spacciato. Strinse i denti e un pugno... odiava quelle situazioni.
Aspettò che gli altri fossero fuori vista, voltandosi quindi verso l'orda in arrivo. Scrocchiò le nocche delle mani e si tolse la maschera.


-Aaaaah, non si respira sotto quel coso.-

Yuki si stava ancora avvicinando, barcollando, mentre le mante stavano riorganizzandosi dopo le esplosioni, e i vermi strisciavano oltre le macerie della valanga. Sì, era ora di fare sul serio.
Si morse un dito, poggiandolo a terra... una tecnica di evocazione, e la più potente che conoscesse.
Un serpente a tre teste, alto venti metri, comparve con una nuvola di fumo sotto i suoi piedi, gettando la sua mostruosa ombra sulle bestie in arrivo. Un ghigno malefico, decisamente più adatto al genere di persona che Yo era in realtà, si aprì sul volto del burattinaio, mentre il braccio destro scattava e scrocchiava, aprendosi in varie sezioni e mostrando una serie di orifizi.


-...balliamo, feccia demoniaca.-

Il primo raggio di luce rossa decapitò di netto Yuki, ponendo fine alle sue sofferenze. I successivi cento falcidiarono in profondità le linee nemiche, accompagnate da una carica spaventosa del mastodontico rettile e una risata di esaltazione del jonin, che finalmente poteva dedicarsi al massacro senza badare ad alleati da proteggere, o all'incolumità personale... poteva semplicemente fare a pezzi tutto ciò che si trovava di fronte a lui, e tanto bastava: usare i suoi burattini al massimo possibile era la sua più grande ambizione.
 
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view post Posted on 31/1/2014, 16:50
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La melodia ottenne l'effetto sperato, cosa che fece sorridere sadicamente la giovane musicista che, con occhi estasiati, osservava quelle creature volanti cadere al suolo, tranciate a metà, eppure, tanti ne abbattevano, tanti altri ne ricomparivano, di quelle immonde creature. E Keigai, sinceramente, iniziava a stufarsi, di questa situazione.
Ma perché non morite, perché non morite...
Farfugliava in piena crisi isterica, senza smettere di pizzicare le sue corde, continuando a colpire mostri a destra e manca, ma quelli continuavano a lanciarsi contro di loro, nonostante gli sforzi che, sia lei che gli altri, continuavano a fare.
CREPATE MALEDETTI BASTARDI!
Urlò infine, con le lacrime agli occhi, mentre con un'ennesima onda d'urto tranciava alcune mante che si erano avvicinate troppo alla ragazza di Suna, rischiando quasi di staccarle la testa, con quell'ultima folata.
Gli occhi acquamarina erano sgranati, mentre il sangue delle creature che uccideva le imbrattava i vestiti, la poca lucidità che aveva andata perduta.
Calmati, piccola mia. Ci sono io, al tuo fianco. Non hai nulla da temere.
La solita voce che le sussurrava all'orecchio parve per un attimo calmarla, facendola sorridere tra le lacrime.
Lo so questo, ma quei cosi non vogliono morire. NON VOGLIONO MORIRE!!
Strepitò, tra un singhiozzo e l'altro, facendo vibrare un'ultima volta la corda della chitarra, ma saltando malamente la nota giusta. Fortunatamente l'intervento di Yo/Karasu fu tempestivo. Le esplosioni che ne scaturirono dal suo attacco crearono una frana che portò giù con se parecchie creature immonde, cosa che fece saltellare dalla gioia la diciottenne Kumiana.
Visto? Yo-chan... Ehm, Volevo dire Karasu, si! Karasu-chan li ha schiacciati, quei brutti vermi... Crepate bastardi, CREPATE!
Disse, con un tono di voce leggermente distorto, mentre saltava con rabbia su un grosso masso che aveva appena maciullato una delle mante. Fu allora che il burattino con le fattezze di Karasu disse loro di ritirarsi vero il centro, mentre sorreggeva il mukenin che era stato ferito.
Keigai smise di saltellare, per posare il suo sguardo sulla brutta ferita del ragazzo. Con la sua tipica apatia, lo sguardo completamente vuoto, dapprima puntò il dito sulla ferita infetta, per poi uscirsene con una frase del tipo:
Toh, l'hanno morso. Quanto ci metterà a morire?
Il tono con cui aveva pronunciato quella frase era tanto cristallino e ingenuo da far venir voglia di prenderla a sberle in faccia, poco ma sicuro; ma la ragazza non era così stupida, come voleva far credere e così, seguendo le indicazioni di Karasu-burattino, iniziò ad andargli dietro, però...
Voltati.
Le sussurrò la voce e lei non ci pensò due volte dal farlo. E ciò che vide le fece balzare il cuore in gola, gli occhi sgranati e la bocca spalancata dallo stupore. Il Yo-clone si era tolto la maschera da Karasu e, non riusciva a crederci, era in groppa ad un serpente con tre teste...
Urlava, urlava con quanto fiato aveva in corpo, il viso completamente schizzato di sangue e il kunai che calava, una, due volte, senza sosta, al ritmo con le urla della ragazzina. Urla tanto acute che, dalla casetta in cui abitava, uscì trafelato un uomo, messo in allarme dalle urla della piccola, e la trovò inginocchiata per terra, in mezzo all'erba screziata di sangue, il kunai stretto con forza nella mano minuta, il piccolo corpo da bambina scosso dai singulti. La chiamò con voce calma una prima, una seconda volta, e solo allora la bambina mise giù il braccio, voltandosi a guardarlo. Gli occhi acquamarina, allora ben visibili dal taglio a caschetto dei capelli rosa, erano pieni di lacrime; il viso macchiato qua e la di sangue, mentre calde lacrime glielo rigavano, impiastricciandola ulteriormente.
Keigai, cos'è successo piccola?
La bambina si morse il labbro, tremando visibilmente. Era indecisa su cosa rispondere, ma poi, tirando su col naso, indicò il kunai infisso nel terreno, circondato da una irriconoscibile poltiglia sanguinolenta che, osservando bene, doveva essere la testa di una grossa biscia nera.
Sensei... Il serpente... Se l'è mangiato... Il parrocchetto che mi avevi regalato...
Disse, tra un singhiozzo e l'altro, mentre cercava di asciugarsi le lacrime con le piccole manine strette a pugno. L'uomo le si inginocchio, posandole amorevole una mano sul capo, per poi lanciare uno sguardo su quella massa ormai informe.
Ti avevo avvisata di non lasciar volare lontano il tuo uccellino. Visto che è successo? Però tu non dovevi uccidere quel serpente...
La bambina, allora, alzò lo sguardo su di lui, piena di rabbia.
Ma è cattivo e brutto! Doveva morire, DOVEVA!
L'uomo lasciò che la piccola si sfogasse, ma poi le diede un pizzicotto sulla guancia, sospirando.
Ah, il mio piccolo coniglietto rosa... Gli animali non meritano tanto accanimento da parte tua. Gli uomini, forse, ma gli animali... E poi, a te piacciono gli animali!
Messa alle strette a quel modo, la bimba incassò la testa nelle spalle, assumendo una tenera espressione imbronciata.
A me piacciono solo gli animali che apprezzano la mia musica. E i serpenti sono brutti e cattivi.
Tu dici, coniglietto? E se io ti dicessi che ci sono serpenti che l'apprezzerebbero? E che, anzi, accompagnerebbero la tua musica, esattamente come fanno gli uccellini col loro canto?
La bambina alzò di scatto la testa, sorpresa da quelle parole...

… Il giorno successivo l'uomo tornò a casa con una scatola di cartone col coperchio forato. Keigai aveva visto più volte quelle scatole e sapeva cosa potevano contenere: farfalle colorate o splendidi uccellini colorati. Solo che stavolta il suo sensei la sorprese. Non c'era alcun tenero uccellino, ne tanto meno qualche colorata farfalla. Appena sollevò il coperchio, due occhi gialli, dalla pupilla a fessura, la scrutarono, mentre una lingue biforcuta e rossa sibilava sinistra, facendola indietreggiare.
Coniglietto rosa, ti presento il Serpente a sonagli.
La bambina si sporse verso l'apertura, osservando, con un misto di timore e curiosità, quella creatura arrotolata su se stessa. A differenza dell'esemplare che aveva ucciso, quello aveva le squame coloratissime, che sfumavano dal nero, al verde fino rosso cremisi. Niente in confronto ai suoi adorati pappagallini. La cosa che la lasciò più ammaliata, di quella creatura, fu l'estremità della sua coda, che emetteva un suono che sinistro, ma che le piacque all'istante.
Visto coniglietto? Anche i serpenti meritano la tua attenzione, non è così?
A quel punto la bambina scoppiò a piangere con forza, gettandosi tra le braccia dell'uomo e facendo volare in aria la scatola con tutto il serpente.
Perdonami, non volevo ucciderlo, NON VOLEVO...
Disse, in preda al più profondo senso di colpa....
La vista di quell'enorme serpente le riportò alla mente tanti vecchi ricordi, ma quella creatura aveva un fascino anche maggiore di quel primo serpente a sonagli che aveva visto.
Una mano posata sul cuore, Keigai guardò rapita la creatura muoversi con la sua elegante sinuosità, le tre teste mostrare i denti affilati come rasoi, ma Yo... L'espressione sul suo viso, il fervore che lo animava... Mai lo aveva visto in uno stato del genere. Non che l'avesse visto tante volte, precisiamo, ma vederlo così, con quel ghigno sadico sul volto...
Keigai arrossì vistosamente, stringendosi la mano al petto. Si sentiva stranamente accaldata, il cuore che le batteva a mille. Cosa le stava succedendo?
<i>Cosa c'è, piccola mia? Ti piace quello che vedi, non è forse così?
La giovane donna si passò la lingua sul labbro inferiore, senza staccare gli occhi dal ninja di Oto. Il suo sguardo era incantato, completamente estasiata da ciò che vedeva.
Oh si... Si... Si che mi piace... Il mio Yo-chan...
Disse con voce estasiata, piena di un misterioso desiderio che non aveva mai provato prima. Ah, quanto avrebbe desiderato mietere vite insieme a lui.
Se rimani qui impalata, però, dubito farai una buona impressione su di lui.
Keigai strabuzzò gli occhi, voltandosi basita. Assolutamente no! Quella era esattamente l'ultima cosa che voleva.
Io... Io non posso assolutamente deludere il mio Yo-chan! Oh no, assolutamente! Io voglio solo dar piacere al mio Yo-chan.
Concluse con una risatina accattivante. Diede un ultimo sguardo al combattimento alle sue spalle, sospirando eccitata. Oh si, non l'avrebbe deluso. E così corse dietro al resto del gruppo, in preda ad una potente euforia. Se il suo Yo-chan voleva che si ritirassero verso il centro, lei l'avrebbe fatto. E avrebbe sventrato chiunque gliel'avesse impedito.
”Spero che il vero Yo-chan stia bene... Sicuramente sta bene! Se il suo clone è tanto magnifico, chissà com'è lui dal vivo!”
E quel pensiero l'accese di un desiderio tanto viscerale che mai aveva provato prima.

//Scusate per il ritardo >.<
Ah, Silvio. Congratulazioni! Yo ha fatto impazzire la pazza XD //
 
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view post Posted on 1/2/2014, 13:38
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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// Chiedo scusa per il ritardo ma mi ero dimenticata di dover rispondere ç__ç //


Misato iniziava a sentirsi davvero molto stanca, stava usando un quantitativo di chakra che non era abituata a controllare e adesso iniziava ad avere il fiato corto. Quella guerra iniziava ad essere troppo lunga per i suoi gusti, iniziava a non poterne più. Avrebbe voluto fare qualcosa di importante, aiutare a far terminare tutta quella sofferenza, invece non era nemmeno capace di fermare i loro nemici. Osservò per un attimo le mante sorvolare il suo mare di sabbia, mentre alcuni fili d’oro si avvolgevano intorno al loro collo diventando sempre più spessi. Purtroppo non era sufficiente, infatti servì soltanto a rallentare quelle creature, ma purtroppo non riuscì a fermarle. La sabbia ricadeva a terra a fiotti tuffandosi nuovamente nel mare di oro che era sparso davanti a loro.

”Maledizione! Maledizione, ma perché non sono più forte?”



Si chiese, stringendo i denti e digrignandoli arrabbiata con sé stessa per non essere abbastanza per quella guerra. Strinse ancor di più i pugni, mentre era ancora nella protezione del suo vortice di sabbia. Ormai venivano attaccati da tutti i fronti e sembrava quasi che il nemico si stesse riorganizzando, quasi meglio di come avevano fatto loro. I vermoni, pedine sacrificabili, si avvicinavano a loro pronti alla morte, mentre le mante, decisamente più pericolose, volavano loro in circolo. Come potevano uscire da questa situazione? In quel momento le tornarono in mente tutte le volte che rimaneva a guardare il deserto con suo padre, dal tetto della loro casa, a volte anche con l’ausilio di telescopi o macchinari simili. Era sempre bello vedere come madre natura avesse dato ad ogni creature di quel mare d’oro una funzione; c’era chi viveva per essere mangiato, c’era chi viveva per mangiare e c’era chi invece viveva soltanto per mordere, per vivere la propria natura.

”La natura dell’uomo e cercare di sopravvivere, tenersi stretta la propria vita!”



Già…loro, piccoli esseri umani non avevano grandi potenzialità, la cosa che madre natura aveva loro dato era l’intelletto, valeva la pena cercare di sfruttarlo, soprattutto contro un Dio. Se quelle creature erano riuscite ad organizzarsi perché non potevano farlo loro? L’occhio di sabbia si voltò per un attimo, fino a soffermarsi su Karasu. Lo vide lanciare delle sfere oscure e far saltare un bel pezzo di montagna, nemici inclusi. Notò anche che Shogun era stato morso e ferito e chissà quali schifezze gli avevano iniettato nel corpo. Sentì anche le parole del generale, ma come poteva andarsene proprio ora. Si avvicinò al clone.

<<karasu, se vuoi posso occuparmi io di lui, quanto meno lo posso difendere fino a portarlo in un posto al sicuro dove potrete finirlo di curare!>>



Provò a dire. In fondo con le sue tecniche era in grado di difendere soltanto un’altra persona oltre a lei….per ora almeno. Misato lo osservò bene, prima di prendere in consegna lo shinobi dell’akatsuki, sempre se Karasu l’avesse fatto, poi si sarebbe allontanata, ma non di molto dal momento che aveva notato karasu iniziare la lotta evocando un enorme serpente. Per un attimo la ragazzina sentì un palpito del cuore mancarle….lei ODIAVA i serpenti! Come nient’altro su quella terra. In pochi secondi sbiancò, ma cercò di tenersi in piedi, non poteva mollare proprio ora e di sicuro non poteva farlo per una stupida fobia. Chiuse per un attimo gli occhi cercando di controllare il suo respiro e continuando a camminare.

”non ci pensare è solo un animale come un altro e soprattutto è un alleato…smettila di avere paura, dovresti temere di più questo Dio imbecille!”



Già, forse in quelle circostanze c’era solo un modo per non cedere alla propria fobia: ascoltare la paura. Qual era la sua paura più grande? Guardare un serpente troppo cresciuto o morire in quel campo di battaglia!

”Io non voglio morire!”



Beh, in fondo la scelta non era poi così difficile, non i voleva molto. E forse c’era ancora qualcosa che poteva fare! Si allontanò ancora per un attimo fermandosi ad una buona distanza di sicurezza e voltandosi e, quello che vide non le piacque per niente. Uno dei loro compagni, lo Yuki, forse quello più debole, era tornato. La pelle putrida e gli occhi pece erano un chiaro segno che non era più come loro…non era vivo!

”Maledizione….quel bastardo intende per caso farci combattere tra alleati?”



Ma in fondo quello non era più un loro alleato, era soltanto un surrogato di demone. Si, non poteva lasciare Karasu a combattere da solo, ma probabilmente era troppo debole per potergli essere d’aiuto così. Quindi si nascose dietro uno dei detriti dell’esplosione che era volato via proprio sulla strada della ritirata e iniziò a guardare il mare di sabbia che era poco distante dal suo generale. Si, forse con quella poteva aiutarlo. Allungò una mano davanti a sé, mentre richiamava tutto il chakra che le era rimasto e questo iniziò a muoversi, come se un vento inesistente stesse ordinando a quei piccoli granelli di andare altrove. Il mare di sabbia strisciò, proprio fino ai piedi dello Yuki, del loro vecchio compagno e di tutti quei vermi schifosi che tentavano di risalire e di avvinarsi al loro generale. Alla fine chiuse le dita del palmo della mano e fili sottili di sabbia iniziarono a salire, cercando di bloccare nuovamente i vermoni e lo stesso Yuki. Per quanto riguarda le mante, cercarono di raggiungerle, ma forse controllare tutto era uno sforzo eccessivo per lei. Tutto questo sarebbe servito solo a rallentare il nemico e permettere così a Karasu e alla sua evocazione di poterli uccidere!

”Forza Karasu! Falli fuori tutti!”




Edited by Misato Kojima - 2/2/2014, 19:31
 
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view post Posted on 1/2/2014, 21:27
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La difesa del gruppo capitanato da Karasu continuava strenuamente e incessantemente. I marchingegni del burattinaio, La sabbia e le note mortali delle due Kunoichi e il Juken di di Shog continuarono a mietere vittime tra le fila nemiche incessantemente per parecchi e parecchi minuti, ma il loro numero non sembrava diminuire minimamente. Il nukenin di Akatsuki continuò il suo ciclo d'attacco incessantemente,sfogando tutta la sua rabbia in ogni singolo colpo, riuscendo ad annientare in quel lasso di tempo centinaia e centinaia di quei demoni. Dopo che però la frenesia iniziale del combattimento si affievolì e la stanchezza iniziò a prendere il sopravvento anche lui si accorse della brutta piega che la situazione stava prendendo. Cessò per un momento quelle meccaniche di attacco che ormai erano diventate naturali e si fermò ad osservare la situazione. Il Numero di Mante e di vermi non accennava a diminuire, anzi, sarà stato per lo stordimento causato dall'esplosione o per via della stanchezza ma avrebbe giurato addirittura che quei schifosi esseri fossero aumentati. Gli sembrò di rivivere una situazione simile a quella provata con gli scheletri sulle cose di Kumo nella precedente missione, qui però,era l'esatto opposto. Non vi erano infatti pochi scheletri che però essendo immortali si rigeneravano sempre ma bensì milioni di demoni facilmente abbattibili che però non sembravano finire mai. Respirò affannosamente cercando di riprendere fiato e recuperare un po di Chakra. Non era una situazione gestibile ancora per molto. Fissò il resto della squadra, erano messi peggio di lui, e non c'era da sorprendersi visto che in quel team era il più forte e il più capace sicuramente a gestire le energie. Karasu scese a terra al loro livello disattivando quella strana forma alata. La sabbia della Kunoichi di Suna diventava sempre meno potente ed efficace via via che passava il tempo e la ragazza dai capelli rosa sembrava quasi sul punto di impazzire per via dell'elevato numero di quelle creature. La cosa che però più di tutte fece preoccupare lo Hyuga era che quei demoni non solo aumentavano ma sembravano pian piano adattarsi sempre di più alle difese dei ninja e adoperare nuove tattiche d'attacco. Le Mante iniziarono a vorticare in cerchio intorno al gruppo di 4 ninja e due di esse casualmente attaccavano li attaccavano rapidamente. Shog fu costretto quindi a dover spendere ancora più chakra per difendersi da quegli attacchi casuali con la sua rotazione suprema per poi al momento opportuno attaccare nuovamente con il suo pugno gentile. Quest'altro meccanismo andò avanti per altri incessanti minuti, prosciugando velocemente quasi tutte le energie dello Hyuga. Uno di quei attacchi casuali poi, andò a segno. Infatti Shog vuoi per distrazione, vuoi per stanchezza, perse per un attimo l'attenzione totale sul vortice di mante non riuscendo quindi a percepire in tempo il prossimo attacco e ad attivare la rotazione suprema, che , comunque fu attivata all'ultimo per istinto ma la quantità di chakra immessa era ancora poca e venne così sfondata da una manta che azzannò il braccio destro del nukenin provocandogli una ferita significativa all'altezza dell'avambraccio.

Argh Cazzo !

Si trattenne dall'urlare anche se il dolore era lancinante. Come prima cosa sferrò un violento cazzotto alla manta ancora attacca al suo braccio disintegrandola, poi rivolse lo sguardo sulla ferita. Non era molto profonda, non sembrava nulla di grave se non fosse per il fatto che il sangue che usciva dalla zona interessata aveva assunto un inquietante colorito nero come quello assunto poco prima dalla gamba ferita dello Yuki. Si strinse il punto della ferita più forte che poté con la mano, quasi a strapparsi la carne. Gli bruciava, gli bruciava maledettamente. Che fosse stato avvelenato o simile ?

Che diavolo succede ? perché il sangue ha assunto questo colorito nero, cazzo !

Appena Karasù nella foga dello scontro si accorse che Shog era stato ferito nello scontro capì che se anche il membro più forte era stato messo fuori gioco quel posto era diventato indifendibile ed era ora di ripiegare, per il bene di tutti. Lasciò partire dalla sua mano destra tre sfere esplosero in una vampata di calore che si estese per chilometri incendiando un migliaio di quelle creature e innescando l'esplosione di tre carte bomba che fecero crollare una parte della montagna portando via e travolgendo con loro altre prole demoniaca. Subito dopo con gli attimi guadagnati da quell'attacco corse verso lo Hyuga ancora agonizzante a terra e si mise ad osservare la sua ferita senza proferire parola. Shog però, poteva osservare la sua espressione facciale grazie ala sua abilità oculare e poté vedere lo sguardo interdetto e preoccupato che assunse alla visione di quella ferita anomala. Concentrò del chakra curativo nelle mani i cui palmi poi adagiò sulla ferita curandola come meglio poté. Il sangue si fermò e il dolore sparì quasi del tutto, ma l'inquietante colorito nero intorno alla ferita rimase.

Sto iniziando a preoccuparmi.

Karasu intimò poi con la solita voce apatica di ritirarsi verso il centro e che il suo clone avrebbe coperto la ritirata. Era l'unica cosa da fare se volevano salvarsi tutti, e Shog sapeva bene quando era il momento giusto per ritirarsi da una battaglia. Misato si offrì,rivolgendosi a Yo, di proteggerlo con la sua sabbia fino al centro se ce ne fosse stato bisogno, mentre la ragazza dai capelli rosa continuava a farfugliare frasi senza senso come al suo solito scommettendo tra l'altro su quando sarebbe giunta la morte per lo Hyuga. Shog ignorò tutte quelle parole e stizzito balzò in piedi borbottando innervosito con tutti i presenti.

Non mi serve aiuto, fatevi gli affari vostri e muoviamoci a ripiegare se neanche io che sono il più forte tra voi fecce riesco a difendere questo posto non abbiamo alcuna speranza. Lasciate che Yo ci copri la ritirata, anche se muore è solo uno stupido clone.

Appena prima di iniziare la ritirata verso il centro insieme agli altri shinobi,notò con la coda dell'occhio la figura dello Yuki che sbucata dai detriti avanzava con passo anomalo verso di loro. Lo osservò nel dettaglio appena fu possibile e il suo sangue nelle vene si gelò. Aveva un colorito pallido, le iridi e le pupille erano sparite per lasciar spazio a degli occhi completamente privi di vita e la gamba ferita era completamente nera e putrefatta.

Cazzo. Non può essere che anche io farò la stessa fine, non ci posso credere. Magari non è lo stesso tipo di ferita. Lui è stato morso dai vermi più grandi e non è stato curato in tempo come me....CAZZO !

Era totalmente paralizzato da quei pensieri che opprimevano la sua mente come macigni. Cercava di trovare mille scuse e mille rassicurazioni ma più guardava quella ferita nera così simile a quella dello Yuki più ci credeva meno. Decise di ignorare il tutto e di arrancare verso il centro il prima possibile lasciandosi alle spalle quell'orribile visione. Con la coda dell'occhio poté notare che un enorme serpente alto venti metri era apparso nel mezzo del campo di battaglia sulla cui cima vi era clone di Yo che stava dando il tutto per tutto per coprire la ritirata dei suoi compagni.
 
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view post Posted on 5/2/2014, 01:35
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*Di fronte alle nuove minacce, il clone di Yo aveva scelto di ripiegare verso il centro piuttosto che rimanere in quel fronte ormai attaccato da ogni lato. C'era da chiedersi se sarebbero davvero stati più al sicuro più in là quando la progenie aveva ormai invaso tutto il loro quartiere, e a ogni istante si vedevano i loro compagni di divisione, ormai divisi in tanti piccoli gruppetti, allo sbando dopo la sparizione del generale, cedere uno dopo l'altro al nemico.
Molti di questi si rialzavano, ma in uno stato ben diverso da prima, osservato nel caso di Dairen Yuki e presto in quello di Shogun Hyuga, che sperimentava uno dopo l'altro i passaggi.
Yo-clone rivelò altre carte, pronto a sfoggiare il meglio del suo arsenale evocando prima il temibile Serpente a Tre Teste, in seguito sfoggiando i suoi laser contro nemici ed ex-alleati. Forse si aspettava un bersaglio facile, nel caso del genin ormai considerato succube del nemico e condannato a morte senza possibilità di spiegarsi o di dimostrare che sotto sotto vi era ancora la personalità di Dairen. Invece il ragazzo aveva una sorpresa: sfoggiando la sua finora non rivelata kekkei genkai, ed evocando di fronte a sè non uno ma ben due muri ghiaccio dalla parvenza di specchi. Il raggio cozzò contro il primo di essi distruggendolo ma affievolendosi al punto di cozzare contro il secondo senza intaccarlo. Inoltre, le leggi della fisica erano sfavorevoli per Yo, in quanto l'onda di luce venne, seppur solo in minima parte, riflessa dallo specchio, ritornando a lui sotto forma di piccolo proiettile luminoso, da cui avrebbe dovuto difendersi.
Dairen non proferì ulteriori parole, nè per giustificarsi nè per difendersi, che avesse ceduto al nemico o meno, era difficile che dopo essere stato attaccato ritornasse al loro fianco, e i fatti lo dimostrarono. Compose i dovuti sigilli con una sola mano, e generò intorno a sè una zona glaciale, con temperature parecchi gradi sotto zero, e tormente di ghiaccio al suo interno. L'area si estendeva verso il gruppo in fuga e lo raggiunse data la velocità di espansione maggiore di quella a cui i ninja stavano fuggendo. Il freddo sarebbe stato un problema, soprattutto per i ninja meno coperti o abituati a temperature torride, ma più che il freddo era chiaro che il problema principale era ciò che Watashi sapeva fare con quelli che passavano dalla sua parte. Per quanto anonimo potesse essere quel ragazzo, era pur sempre un genin, e la tecnica che avevano di fronte era ben fuori dalla sua portata, quantomeno era classificabile tra quelle proibite.
Una raffica di ghiaccio si scatenò in direzione delle due genin e del rappresentante di Akatsuki. Indubbiamente la temperatura non rendeva facile combattere, eppure la sensazione fu che quell'attacco rappresentasse solo un antipasto, e che ben maggiori erano le possibilità di questo "nuovo" Dairen. Intanto ovviamente le altre creature non sentivano minimamente gli effetti del gelo, e continuavano incessantemente i loro attacchi sui vari ninja. Ciò che faceva tirare un sospiro di sollievo, era che anche se di poco, sembravano calare di numero ora, pur non essendo chiaro il perchè. Inoltre, nei loro attacchi ora risparmiavano non solo Dairen, ma anche Shogun.
Lo Hyuga traditore si trovava infatti in una situazione ben più problematica, tanto che difendersi da quell'attacco di ghiaccio si sarebbe presto rivelato l'ultimo dei suoi problemi. L'infezione sembrava progredire, e una sostanza nera dalla consistenza viscosa ma resistente si stava formando a partire dalla ferita su tutto il braccio, mentre sentiva che anche dentro a esso, nelle vene e nei nervi, qualcosa stava succedendo. Rimuoverla era inutile, si sarebbe riformata, e la velocità di propagazione sembrava lasciargli ancora un paio di minuti prima di oltrepassare il braccio e passare al resto del corpo. La cura del dottore non era bastata, e Shogun sperimentava ora gli effetti della terapia Watashi: la sensibilità del braccio nelle zone ormai infette era nulla, non sentiva freddo, caldo, nè dolore. Nè tantomeno riusciva a muoverlo, ormai il braccio non era più sotto il suo controllo, e i sempre più frequenti tic che osservava in esso lasciavano intuire che presto il controllo sarebbe passato a un altro.
Problemi vi erano anche a livello mentale, dove sembrava che qualcosa stesse divorando il suo cervello dall'interno. Gli sarebbe voluta ogni sua energia mentale per resistere al crollo, e in quello stato ogni sua azione rischiava di essere l'ultima, per questo avrebbe probabilmente riflettuto un momento prima di scegliere di difendersi da quell'attacco incombente. In mezzo a tutto quel caos psichico una voce, o meglio un istinto, gli suggeriva di rialzarsi e di attaccare. Non il nemico, ma le sue stesse compagne, coloro che fino a poco fa si erano offerte in momenti diversi di proteggerlo; quella sarebbe stata l'unica azione che sarebbe riuscito a compiere senza venir ostacolato dal suo stesso corpo. Sarebbe riuscito a resistere alla tentazione?*


// Spero che i vostri pg abbiano vestiti pesanti :mki:
Shog hai un bivio ruolistico di fronte: puoi "cedere" all'istinto e attaccare i compagni, oppure "resistere" all'impulso - per ora - conscio che la cosa ti impedisce di attaccare e perfino di muoverti. Ogni opzione ha pro e contro che naturalmente non ti svelerò, scegli pure liberamente quale scenario ruolare.
Silvio, prova un'altra volta a scavalcarmi nell'uccidere qualcuno e ti ritrovi una marionetta nella cavità anale. E Yo diventa calvo. //
 
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view post Posted on 9/2/2014, 16:31
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In preda ad una leggiadra frenesia, Keigai andava dietro per dietro al gruppo composto dai suoi compagni.
Saltellando divertita, la giovane diciottenne di Kumo continuava imperterrita a colpire i mostri che si avvicinavano troppo a loro. Che fosse un colpo ben assestato con la lama nascosta della sua chitarra, o una folata di vento creata con la vibrazione delle corde, la donna continuava, con un sorriso sul volto, a mietere vittime, o quanto meno ad intralciare le creature che avevano l'ardire di avvicinarsi troppo a loro. Yo voleva che si spostassero verso il centro, e lei avrebbe fatto in modo che tutti arrivassero lì. Con il Karasu marionetta impegnato a sorreggere lo Hyuga ferito, restavano solo lei e la “Candy girl” a tenere alla larga quei mostri...
“Combattere usando la sabbia... Non vedo come possa essere utile, lanciare un po' di sabbia negli occhi...”
Pensò la donna dai capelli rosa, mentre assisteva ad una performance della giovane Suniana. Non riusciva a comprendere queste “tecniche di combattimento alternative”. Se dovevi ammazzare qualcuno, doveva per forza esserci uno svisceramento, un bagno di sangue, e non una sabbiatura! Che cosa patetica...
Sospirando, volse lo sguardo verso lo scontro che si teneva alle sue spalle. Avrebbe preferito di gran lunga assistere al clone di Yo, piuttosto che mettersi a fare quella sorta di baby-sitter. Voleva uccidere e sventrare nemici con lui, allora perché diamine i Kami glielo impedivano?
I suoi occhi acquamarina, però, notarono qualcosa che non le piacque per niente.
Ma quel tipo non se l'erano mangiato i vermi?[/coral]
Sentenziò, notando il giovane di Kiri in mezzo ai nemici. Era certa che Yo non avrebbe avuto alcuna difficoltà a farlo fuori, però c'era qualcosa, in quel ragazzo, che non la convinceva... Forse per via del colorito malsano che aveva? Forse dell'odore nauseabondo che veniva trasportato dal vento?
Sta di fatto che la donna sentì quasi un campanello d'allarme suonarle nelle orecchie, o meglio... Fu la voce stessa, a sussurrarle di tenersi alla larga da quel tizio, e lei era sempre solita dare retta a quella voce.
E, di fatti, il giovane subito si era apprestato a fare la sua mossa, rivelando le abilità che tanto l'avevano distinto in vita. Perché, era certo, quel coso non doveva essere più vivo che morto, vero?
[color=coral]Eh! Ma che razza di mondo incivile è mai questo? Ma io dico, i morti... Sono buoni solo da sbudellare, anche se... Bhe, anche i vivi sono buoni solo da sbudellare, ma allora... Oh! Per la miseria! Odio i morti che non muoiono!
Esclamò, esasperata, tanto stizzita che, coi pugni serrati, aveva iniziato a trascinare per terra i piedi e... Un fiocco di neve le scivolò sulla punta del naso. Gli occhi acquamarina si incrociarono, andando a guardare il fiocco che, al calore della sua pelle, si era ben presto sciolto, e subito si alzarono verso il cielo, che, nella sua banalità,non sembrava affatto in procinto di una nevicata; ma allora da dove diavolo arrivava quel fiocco?
Una folata d'aria gelida la investì in pieno, facendole stringere le braccia contro il petto, mentre gli occhi si posavano nuovamente sul giovane. A quanto pare, era in grado di controllare il clima, interessante...
Ma che cazzo mi frega se quello può cagare ghiaccioli dal culo! Deve morire! I morti devono morire!!!
Strepitò, furente a tal punto che l'aria sembrava surriscaldarsi intorno a lei. Quella stessa aria che ora si compattava in nuvolette di fumo denso quando lei parlava, quella stessa aria che ora si era fatta secca e gelida, il freddo tanto pungente da insinuarsi fin dentro le ossa.
I denti iniziarono a batterle frenetici, in una convulsione dovuta al freddo che, attraverso i suoi vestiti fin troppo leggeri, riusciva a farle prudere la pelle. Forse non era stato un bene indossare solo pantaloni di cuoio attillati e una semplice giacca di pelle rossa...
I-io l-lo am-ammazzo a q-quello sgorbio sch-ch-schifoso. L-lo s-s-ssventro e m-mi ci faccio un sa-sa-sanguinaccio bello caldo, altroché!
Balbettò, tirando su col naso. Almeno, se loro avevano freddo, anche quei mostri avrebbero avuto freddo e.... No, a quanto pareva quelle creature immonde nono pativano il freddo come loro, cosa che fece saltar su tutte le furie la giovane Keigai.
Digrignando rumorosamente i denti, iniziò a correre, urlando come un indemoniata, scagliandosi su qualsiasi delle creature che le capitavano a tiro. Buon per lei, almeno, muovendosi in quel modo ossesso, avrebbe patito di meno il freddo, ma repentino com'era arrivato quell'attacco di follia omicida, subito si spense, facendole volgere lo sguardo sullo Hyuga. Per la precisione sulla sua ferita che, grondante una sostanza disgustosamente puzzolente, aveva contaminato tutto il suo braccio.
“Si, hai ragione.... Ha lo stesso odore del frigo ambulante....”
Constatò pensierosa, rispondendo mentalmente all'osservazione che la voce le aveva fatto. Cosa poteva comportare, quella ferita, specie se associata a quell'odore putrido?
L'idea di sventrare il giovane mukenin le si insinuò tra i pensieri. In questo modo, si sarebbero liberati della zavorra che può creare un ferito, però... E se fosse tornato in vita, proprio come quel ragazzino?
Pensierosa, abbassò lo sguardo sul sottile strato di ghiaccio che aveva iniziato a ricoprire il terreno... Ghiaccio, neve bianca macchiata di sangue...
Spaventata, alzò nuovamente il capo, ansimante, ma non c'era sangue ai suoi piedi, ne tanto meno neve candida e compatta sul terreno... Che fosse stato un flashback improvviso, quello che aveva avuto?
Lo sguardo si puntò nuovamente sul gruppo, su quelle persone a cui Yo aveva dato ordine di recarsi al centro, quelle persone che dovevano proteggersi l'un l'altro nello sconfiggere il nemico....
Un sorrisetto subdolo le apparve sulle labbra tremanti, ora che era nuovamente infreddolita. Che senso aveva proteggere quei tizi? Karasu era una marionetta – lo capiva dall'odore di metallo e ingranaggi oleati - , lo Hyuga era con un piede nella fossa, stando allo stato della sua ferita, la ragazzina di Suna, invece.... Bhe, lei aveva le caramelle gommose, questo si, ma con quella sabbia non sarebbe sopravvissuta a lungo, almeno lei intuiva.
“Però lei mi voleva offrire le caramelle! Nessuno è mai stato gentile con me, a parte il Sensei e Yo... Cosa dovrei fare? Cosa?”
Gli occhi si acuirono, mentre andava a stringere con maggior saldezza la chitarra. Se li avesse uccisi, Yo, poi, come avrebbe reagito? Avrebbe rischiato di mandare all'aria i suoi piani, probabilmente, e, peggio ancora, l'avrebbe deluso, ma se non faceva qualcosa....
oEmzQmN
Ehi, Candy Girl. Tappati le orecchie, perché questa canzone devono ascoltarla solo i morti.
Così dicendo divaricò leggermente le gambe, la chitarra portata davanti a se, sostenuta dal braccio destro e dalla fascia di sostegno che la teneva ancorata al corpo. Le corde iniziarono ad essere avvolte da una strana luminescenza azzurrognola, per via del chakra che stava fluendo al loro interno. E la mano destra andò a pizzicare un unica corda.
Il suono che ne uscì, amplificato tante e tante volte dal chakra, si propagò nell'aria, stridulo e acuto, a frequenza tanto elevata da infastidire chiunque l'avesse ascoltato. Più fastidioso delle unghie che stridono sul vetro o su una lavagna, il suono si propagò nell'aria intorno a lei, facendo urlare di dolore qualsiasi creatura dotata di apparati uditivi, quel tanto che bastava per permetterle di colpirli mortalmente... Il suo obbiettivo, però, non erano le creature di Watashi, ma lo stesso Hyuga. Se il giovane avesse in qualche modo mostrato segni di ostilità nei loro confronti, non avrebbe esitato a colpirlo con la lama, provando a ferirlo in pieno petto; ma se notava che, nonostante il contagio, non era pericoloso, per loro, l'avrebbe colpito con il manico della chitarra alla bocca dello stomaco, con l'intento di tramortirlo, permettendo così a Karasu di caricarselo direttamente in spalla e di allontanarsi rapidamente dalle creature stordite.


//Scusate la schifitosità del post >.< //
 
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view post Posted on 14/2/2014, 17:29
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Avanzava verso il centro della piazza affannando. Il respiro irregolare, così come il battito del cuore, la vista sfocata, la stanchezza asfissiante e il dolore lancinante al braccio destro che stringeva con forza. Shog dovette sopportare tutto questo mentre si ritirava dal campo di battaglia e man mano che i minuti passavano la sensazione di malessere aumentava.

Che mi sta succedendo anf anf ?!

Si guardava intorno ogni tanto per vedere cosa stesse succedendo nel campo di battaglia che aveva lasciato da qualche minuto. Le Kunoichi erano dietro di lui e lo stavano seguendo mentre la figura di Yo spiccava ancora sul capo dell'enorme serpente a tre teste. Tutt'intorno a loro i ninja degli altri gruppi cadevano incessantemente sotto i colpi degli attacchi della progenie che erano ripresi con intensità addirittura maggiore rispetto a prima. Improvvisamente lo Hyuga avvertì un enorme quantità di chakra che si propagava dal campo di battaglia verso di loro. Girò velocemente il capo e sbarrò gli occhi quando vide una violentissima bufera di neve dirigersi verso la loro direzione. Li raggiunse in pochi attimi data la differenza di velocità, il terreno si gelò sotto i loro piedi così come le montagne intorno divennero spessi ghiacciai mentre un vento gelato che si estendeva per tutta quell'aera sferzava la loro pelle con violenza.

CHE DIAVOLO ? una tecnica ? no ! una tecnica di tale efficacia e potenza dovrebbe essere stata eseguita da un ninja del livello di un Kage e nel nostro gruppo non c'è nessuno di un tale livello. A meno che Watashi non annoveri tra le sue fila anche progenie con un tale livello. Se così fosse e ora stesse combattendo contro Karasu saremmo tutti spacciati.

Il gelo pungente intanto attanagliava tutti gli shinobi della loro squadra, comprese le Kunoichi che non abituato a quelle temperature mal lo sopportavano. Anche lo Hyuga non era abituato a quelle temperature provenendo da un paese dal clima mite come quello del Fuoco ma, l'esperienza maturata tra i gelidi picchi innevati del freddo paese del Ferro e l'abbigliamento abbastanza pesante, gli permettevano di sopportare un po quel gelo incessante.
Come se non bastasse la progenie di Watashi sembrava non aver nessun problema tra quelle temperature rigide e anzi sembravano muoversi ancora più velocemente tant'è che gli attacchi delle mante e dei vermi non diminuirono ma anzi aumentarono d'intensità, anche se, finalmente dopo ore di resistenza il loro numero sembrava finalmente diminuire lievemente. La cosa che però insospettì lo Hyuga fu che le Mante gli volavano accanto ignorandolo e concentrandosi solo sui restanti ninja.


Che diavolo significa ?

Non ebbe il tempo di pensare molto a una risposta per l'interrogativo appena postosi che un dolore lancinante come non ne aveva mai provati in vita sua gli attraversò il braccio destro facendolo cadere in ginocchio. Osservò subito il braccio notando che era completamente avvolto dalla sostanza nera che era fuoriuscita dalla ferita precedentemente inflittagli. Ormai abituato a stringerlo da parecchi minuti lasciò la presa che non sentiva più iniziando a dare piccoli colpetti al braccio notando con terrore che aveva perso ogni sensibilità ad esso,non avvertendo infatti più ne il dolore ne il freddo pungente. Non riusciva ne tanto meno più a muoverlo e la cosa più terrificante era che la sostanza scura non si era fermata al braccio ma si stava propagando anche oltre e in pochi minuti avrebbe oltrepassato la spalla.

CHE CAZZO MI STA SUCCEDENDO ? ANF ANF

Intanto la sua salute generale peggiorava sempre più, era ora quasi completamente accasciato a terra, con il ginocchio e la mano sinistra come unico appoggio. Ansimava vistosamente, la vista era sempre più appannata aveva una forte nausea e cosa peggiore sentiva qualcosa muoversi dentro il suo sangue e i suoi nervi sotto la pelle,era una sensazione insopportabile.
Peggiorava di minuto in minuto che passava, era allo stremo delle sue forze. Il ginocchio sinistro aveva ceduto e ora l'unico appoggio rimastogli era quello del braccio sinistro. I sintomi precedentemente elencati erano peggiorati ancora mentre si era aggiunta una fastidiosa sensazione di asfissia che gli attanagliava la gola.


Non ce la faccio più anf anf che sia veleno ? sarò spacciato di questo passo anf anf maledizioneeeeeeee !

Il peggio doveva ancora venire, infatti, pochi minuti alla componente fisica sopraggiunse anche quella psichica. Iniziò a sentire qualcosa corrodergli la testa dall'interno e arrivare in pochi attimi fin in fondo al cervello. Era un chakra estraneo, oscuro, aveva già provato in altre occasioni quella sensazione di essere violato, durante le visioni di Watashi per la precisione. Ma, questa volta, la sensazione era amplificata all'infinito. Il Chakra non era lontano come le precedenti volte, era li, nel suo corpo, sotto la sua pelle, nel suo cervello, poteva sentirlo e maledizione quanto faceva male ; Era una sensazione orribile.
Ormai era allo stremo delle forze psico-fisiche, era crollato a terra del tutto e si accorse che aveva perso quasi la totalità del controllo del suo corpo che ora pesava come un macigno. Solamente una voce, fredda, perfida ma allo stesso tempo così affascinante faceva capolinea nella sua mente incitandolo a non arrendersi, ad alzarsi per combattere non la progenie...ma i suoi compagni stessi. Si guardò intorno spaesato, la vista era offuscata ormai quasi del tutto, era sudato, stanco, ansimava e si sentiva soffocare, aveva quasi perso del tutto coscienza di se stesso come se fosse entrato in una dimensione parallela. E quella voce gli suonava così familiare, così ammaliatrice, quella voce che gli insinuava di attaccare i suoi compagni così che tutto dopo fosse andato bene.


Nn-o, non posso anf anf non posso arrendermi anf non posso cedere. Ogni alleato, per quanto debole,può tornare utile per uscire vivo da questo posto anf anf e cedendo a Watashi non saprei neanche se perderei poi il controllo del mio corpo anf Non so che fare DIAMINE !

La situazione era ormai giunta al limite, lo Hyuga rantolava per terra dal dolore, mentre il suo sguardo spaesato fissava il vuoto. Stava resistendo con tutte le sue forze sia ai dolori che alla voce assillante nella sua testa ma non sapeva ancora per quanto la situazione poteva andare avanti in quel modo. Il dolore era veramente sopportabile e presto la sua coscienza , la sua lucidità di pensiero stava venendo seriamente offuscata dall'insinuarsi del dubbio.

Attaccandoli però mi libererei da questo dolore. Così mi dice la voce, in fondo che altra scelta ho ? morire come un cane soffrendo per salvare la vita a della feccia di cui non mi importa nulla ? anf anf è vero che per il buon intento della missione c'è bisogno dell'aiuto di tutti ma per me rischia di non esserci un proseguo della missione se muoio qua anf anf AHHHHHHHH ! che dolore

Una fitta improvvisa gli penetrò la testa, alla prima volta che la sua coscienza vacillò l'entità ne approfittò per insinuarsi ancora più in fondo nel suo cervello. Ormai il dolore era insopportabile e lo Hyuga sentiva quella sostanza avanzare incessantemente nel suo corpo sempre più, doveva fare qualcosa e subito. Ormai stava per cedere, quell'ultima fitta alla testa fu decisiva, aveva risvegliato e portato a galla l'istinto animale e la sete di sangue che solitamente fuoriusciva solo con l'intensità degli scontri, azzerando quasi del tutto la parte razionale del suo cervello. Improvvisamente la volontà di attaccare i suoi compagni prese il sopravvento e il dolore alla testa e al corpo sembrarono diminuire notevolmente così che potette riacquistare parte della mobilità del suo corpo e rimettersi in piedi.
Ansimava quasi in modo animalesco, famelico, mentre fissava con il sangue agli occhi le due Kunoichi del suo team. Avanzò verso di loro silenziosamente pronto ad attaccarle non appena avessero accennato una reazione. Aveva ceduto a quell voce, aveva rinunciato al suo orgoglio lasciandosi controllare come un burattino per liberarsi da quel dolore, lasciando prendere il sopravvento alla sua vera natura, quella avida di sangue che si mostra durante i suoi scontri più eccitanti.
La Kunoichi dai capelli rosa intuite prima di tutti le intenzioni negative di Shog grazie ai suoi sensi sviluppati impugnò la sua chitarra, cercando prima di stordirlo con un suono stridulo e acuto della sua chitarra intrinseca di chakra per poi attaccarlo con la lama presente in essa. Shog non ci pensò due volte, il suo corpo si mosse in automatico richiamando a se tutto il suo chakra, pronto a rispondere con ferocia all'offensiva della musicista.


Edited by Shog. - 14/2/2014, 22:42
 
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view post Posted on 15/2/2014, 11:12
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Non aveva avuto poi così gran torto, ed ecco che rapida arrivò la conferma.
Il ragazzo aveva fallito la sua lotta interiore, cedendo al lato oscuro della forza... E la cosa la fece sogghignare divertita.
Ci speravi così tanto, piccola mia? E perché mai?
Gli occhi acquamarina della giovane erano accesi di un divertimento che mai le si sarebbe visto sul volto.
"Uccidere quei cosi orrendi non mi da alcuna soddisfazione, e poi..."
Un sorriso malato e sadico le si dipinse sul volto, facendo intravedere al mondo esterno la sua completa pazzia.

z95E5MG

Disse con voce gelida e tagliente, completamente distorta dalla follia.
Si, voleva vedere il rosso del loro sangue scorrere sotto i suoi piedi, sopra di lei, mischiarsi col sangue nero di quelle creature orrende. Voleva sentirne l'odore, il sapore... Lo agognava disperatamente, ma più per se stessa, per la voce che la galvanizzava.
Indegno era, a suo parere, offrirle quelle creature orripilanti. Meglio carne fresca, che non putrescente. Meglio carne viva, che non morta. Meglio carne umana.
E si accanì sullo Hyuga con tutta la ferocia che possedeva, ormai fuori controllo.


//Ho fatto sto posticino striminzito più che altro per far cagare addosso il pg di Mary ancora di più :3
W le carneficine! XD//
 
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•Yatagarasu•
view post Posted on 16/2/2014, 20:13




Clone:

Yo rimase... sorpreso. Una sensazione che odiava profondamente, ma che puntualmente gli capitava di provare. Karakasa non aveva letto il valore di combattimento di quel genin... non ne aveva bisogno, prensava: era un genin ferito mortalmente, uccidendolo gli avrebbe fatto un favore. E invece no, eccolo che difendeva i suoi attacchi con facilità e rispondeva pure, e con ferocia terrificante. Quello era un genin? No... quello era un posseduto.

-...Okami Rei...-

Una fitta gli attraversò l'arto fantasma, una fitta non collegata a niente, visto che non era un braccio fatto di carne e sangue, ma di metallo e meccanismi. Okami Rei, un tattico posseduto da Watashi, era riuscito a farglielo sacrificare, per quanto in teoria non avesse che la forza di un guerriero normale, senza alcun potere delle arti ninja. Ed ecco cosa succedeva se Watashi decideva di possedere qualcuno non solo dotato di quelle arti, ma addirittura in grado di utilizzare una kekkei genkai.
L'ondata di Gelo lo trovò avvolto nelle spire del serpente a tre teste, che sibilò in modo irritato. Cavoli suoi, era stato chiamato proprio per quello... il burattinaio aveva altro a cui pensare.


"Genjutsu... assolutamente inutili. Il mio raggio laser non riesce a superare le sue difese, non da solo. E' posseduto da qualcuno di potente, ma sembra... monodirezionale. Non sempre non avere un cervello è un vantaggio."

scrocchiò le dita della mano sinistra, uscendo dal riparo. Lasciò il riparo, lanciando l'alleato rettile a badare ai demoni in arrivo e concentrandosi sul ragazzino posseduto. Non aveva la potenza dell'originale -non era sicuro sarebbe in ogni caso bastata- ma aveva la sua memoria e le sue conoscenze. Cominciò a tessere fili di chakra attorno al campo di battaglia, avvicinandosi rapidamente mentre il mantello a nuvole rosse svolazzava nell'aria glaciale. Si aspettava un ovvio attacco a quella carica frontale, ma non pensava che sarebbe servita a qualcos'altro se non a distrarre. Lanciò una rapida pioggia di spiedi contro i punti vitali del ragazzino, aspettandosi che venissero parati.
All'attacco, avrebbe risposto con una sostituzione, lasciando al suo posto un pupazzo e la veste nera, riapparendo direttamente alle spalle del ragazzino e facendo scattare la trappola. Immobilizzato, sperava che in quel modo potesse colpirlo di sorpresa, decapitandolo con la lama nascosta nel suo braccio meccanico, estratta all'occorrenza.
E se non avesse funzionato... aveva ancora un paio di assi nella manica.


Karasu:

I burattini non hanno molte reazioni emotive. Di fatto, non ne avrebbero nessuna, non fosse per l'ingegno del burattinaio che l'aveva creato e un certo errore di progettazione che dava a Karasu una forma limitata di coscienza e autocontrollo. Senza che Yo se ne fosse accorto, infatti, Karasu era diventato in qualche modo autocosciente, ma questo non cambiava di molto i suoi rapporti con il padrone e creatore, e di certo non gli dava libero arbitrio.
In compenso gli dava molto a cui riflettere.
Mentre l'ondata gelida venne deviata dalle difese combinate del gruppo, a cui lui partecipò con una muraglia di fuoco da uno dei suoi trucchi, non era del tutto sicuro su come affrontare la situazione interna al gruppo stesso.
Una riflessione gli apparve in mente: proteggere il gruppo si intendeva anche dal gruppo stesso? Poteva eventualmente ferire parte del suo gruppo per difenderlo? Era un enigma e un paradosso, e per poco non perse il momento in cui i due membri più instabili del suo gruppo non cominciarono a darsele di santa ragione... per poco.
Mentre il colpo della musicista calava, pronto a venire respinto dall'ansimante, stremato Hyuga, il corvo apparve tra loro, deviando la lama della ragazza con un colpo di mano. Ovviamente non aveva bisogno di armi per farlo, ma per precauzione a deviare il colpo stesso fu una delle lame nascoste nel suo braccio, che ora spuntava, letale, dalla ampia manica della veste akatsuki.
Fu allora che i suoi sensori impazzirono, percependo il pericolo proveniente da Shogun stesso, che aveva deciso di perdersi nella follia di Watashi. Il colpo, diretto alla ragazza che l'aveva attaccato, sarebbe stato sufficiente a staccarle la testa di netto, ma non poteva dirsi altrettanto delle difese del burattino. Un muro di luce rossa apparve a coprire lui e la ragazza. Un muro che colpito a mani nude avrebbe causato ustioni terribili a chiunque.
Era questa la strada giusta? Karasu non lo sapeva. Non sapeva neanche se la barriera avrebbe retto -era solo un burattino, alla fin fine- ma sapeva, ed era certo, che quello era l'unico modo a sua disposizione per gestira la faccenda senza una guida a cui rivolgersi. Dov'era il padrone?


-Shogun... non voglio combatterti-

Il tono era amorfo e inespressivo. Privo di anima.

-Ma lo farò, se è per difendere questo gruppo.-

Nel caso la sua difesa fosse andata a buon fine, un fascio di luce, simile a quelli usati dal suo padrone, sarebbe fuoriuscito dalla manica della veste, puntando a ferire gravemente il suo avversario... e in particolare, a recidere di netto il suo braccio ferito. Se aveva ancora qualche speranza di salvarlo, era una amputazione di quell'arto infetto.
 
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view post Posted on 17/2/2014, 15:54
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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No, ciò che la circondava iniziava a non piacerle per niente. Il tutto si stava facendo più pericoloso di quello che già era e stava sfuggendo loro di mano. Cosa potevano fare? Karasu stava combattendo contro quell’enorme serpente, lo Yuki loro compagno sembrava quasi essere diventato uno di loro e anche lo shinobi dell’Aka non sembrava stare molto bene. Misato rimase ferma mentre guardava la sua sabbia distesa a terra, ai piedi dello Yuki che però non produceva alcun risultato né alcun aiuto e cercò di fare il punto della situazione. Era nettamente in svantaggio con due persone fuori gioco e una di queste addirittura si era ritorta contro di loro.

”Non va per niente bene!”



Pensò a denti stretti, mentre ritirava la sabbia nella sua giara che tornava a lei silenziosa. In fondo doveva cercare un altro modo per muoversi, di sicuro quello che stava facendo non andava bene per niente. In quel momento la temperatura intorno a loro diminuì drasticamente, tanto da far rabbrividire la giovane genin, abituata com’era alle temperature calde di Suna. Adesso pure quello ci voleva…la sua sabbia probabilmente avrebbe reagito molto male, ma qualcosa si doveva fare, non potevano arrendersi in quel modo, non al punto in cui erano giunti per lo meno. Si guardò intorno, cercando di capire le intenzioni dei suoi compagni e subito i suoi occhi si calarono sulla giovane ninja che aveva rifiutato le sue caramelle e che l’aveva guardata quasi come se non la vedesse davvero. La giovane sembrava quasi intrappolata in un mondo tutto suo che non permetteva l’accesso alle altre persone. Qualcosa però la distrasse si nuovo, mentre una raffica di ghiaccio si scatenava contro di loro.

<<doton: roccia friabile…>>



Sussurrò appena, mentre un alto muro si formava davanti a lei per difenderla dall’attacco del suo amico nemico. La barriera che l’aveva appena difesa fece in tempo a scendere che Misato sentì le parole della ragazza con la chitarra sguainata. Candy girl?

[COLOR][purple]<<il mio nome è Misato!>>[/color][/CENTER]

Era più una cosa a titolo informativo, non un rimprovero dal momento che il tutto era stato detto con molta dolcezza. Però sentiva che era il caso di seguire il suo consiglio. Della sabba uscì dalla giara, prendendo la forma di due tappi e ficcandosi poi da soli nelle orecchie della giovane che rimase per un attimo a guardarla. Capì solo dopo che tutto quello era un’arma contro lo shinobi dell’Akatsuki. Già, ma in fondo quello era ancora un loro compagno, non poteva ucciderlo così.

<<non ucciderlo, stordiscilo soltanto! È sempre un nostro compago, sono sicura che si possa fare ancora qualcosa per lui!>>



Urlò, non potendo sentire la propria voce a causa dei tappi nelle orecchie, in fondo lei non voleva morire, non lì, non in quel modo. Mentre la giovane iniziava a suonare, vide le sue labbra muoversi ancora, senza però poterne sentire le parole e vide alla fine il suo volto. Il gelo intorno a lei non era niente davanti a quello sguardo che la sconfortò terribilmente, spaventandola addirittura. Sentì la bocca dello stomaco stringersi, vedendo in quello sguardo qualcosa che forse era meglio non notare. Quella ragazza non solo sembrava aver voluto creare un mondo solo per lei e le persone che le piacevano, ma vedeva come carne da macello chiunque le si avvicinasse, nemico o amico. Era una mina vagante, come avevano potuto mandarla sul campo di battaglia? L’unica cosa che riuscì a non farla fuggire era che lei sembrava paicerle…o almeno le sue caramelle. Sperava però vivamente che la giovane dai capelli rosa non decidesse poi di ucciderla per rubargliele. Alla fine scosse la testa.

”Insoma, ti sei ritrovata davanti al tuo peggior incubo e non sei crollata, vuoi farlo ora?”



Si disse, ricordando di nuovo il serpentone uscito fuori durante la sua prima missione. Doveva tenere gli occhi fissi sulla sua peggiore paura, quindi guardò di nuovo l’evocazione di Karasu, riportando anche alla mente la figura della sua stessa madre che tentava di ucciderla. Non doveva assolutamente dimenticarlo.

”Tieni gli occhi fissi sulla paura, solo così potrai domarla!”



Mentre era ancora sorda al mondo, compose dei sigilli e la sabbia uscì nuovamente a fiotti dalla sua giara con qualche difficoltà a causa del gelo, per poi cercare di raggiungere il giovane Hyuga e poterlo così imprigionare per cercare di non fargli fare danni. Mentre la giovane suonava la sua chitarra, quei fiotti oro iniziarono a circondare Shogun per imprigionarlo in un bozzolo di sabbia e Misato sperava che diventasse ancora più duro e impenetrabile con il freddo. Sperava di riuscirci, sperava che quell'attimo di perdita di sé stesso permettesse a loro di imprigionarlo per non permettergli di uccidere tutti loro.



//SCusate il ritardo ç___ç sono stata molto impegnata ç__ç //
 
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view post Posted on 21/2/2014, 16:37
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*Shogun aveva abbracciato la tentazione di Watashi come Dairen prima lui. O forse lo Yuki aveva dovuto morire prima di avere quel potere? In ogni caso, i risultati si sentivano, ogni volta che agiva con l'intenzione di far del male agli altri, lo Hyuga sentiva di riguadagnare il controllo del corpo, poteva parlare, poteva attaccare, poteva usare i suoi poteri incredibilmente meglio del solito, sfoggiando abilità nuove, tecniche prima sconosciute, e capacità ai limiti dell'umano, grazie all'aiuto di quello che sembrava essere un parassita interno. Non importava che avesse contro sabbia, musica, raggi laser, se voleva poteva bloccare ogni cosa. In compenso, ogni tentativo di resistere lo riportava alla condizione di sofferenza e passività di prima, una condizione che sentiva non addicersi a lui. Tuttavia era improbabile che non ci sarebbero state conseguenze, il braccio su cui l'infezione cresceva sempre di più avvicinandosi pericolosamente alla spalla era un countdown verso qualcosa di peggiore della morte.
Le due kunoichi provavano a bloccare lo Hyuga, coi loro deboli ma determinati attacchi. A distinguerli erano in particolare le loro motivazioni, da parte di Misato un blocco di sabbia creato non con l'intenzione di ferire ma semplicemente di calmare, nella convinzione di poter ancora salvare Shogun, mentre Keigai manifestava una vera e propria furia omicida, che si sarebbe fermata solo di fronte all'evidenza del non pericolo rappresentato dal due volte traditore.
Anche i due burattini di Yo avevano cominciato a muoversi per fermare i due posseduti, uno creò una barriera di energia dopo aver fermato il colpo finale della sonata di Keigai, che non potè così vedere compiuta la sua tecnica, ammesso che fosse servita a qualcosa, visto che i due nemici non sembravano dare segni di cedimento. L'altro invece cercava di intrappolare lo Yuki, che tuttavia non si fece trovare impreparato, nè agli spiedi nè alla trappola, entrambi non raggiunsero nemmeno il suo corpo, bloccati da una robusta barriera di ghiaccio, come qualsiasi attacco che le marionette o gli umani avessero provato.
Eppure, stavolta il genin non attaccava.La tormenta ancora infuriava attorno a loro, soprattutto ora che il suo epicentro era in mezzo a loro. Neve gelata e patine di ghiaccio sulla pelle erano ormai la regola, eppure non ripetè l'attacco di prima, rimase semplicemente a fissare i suoi avversari. Prima i due cloni/burattini, da cui distolse lo sguardo come disgustato dalla loro entità di macchine, poi Keigai, con il suo sguardo folle e le sue intenzioni tutt'altro che pacifiche, e per ultimo si soffermò su Misato. Nel suo caso, l'incrocio di sguardi durò molto di più, anzi sembrava che non avesse intenzione di distoglierlo. Eppure, quelli che la kunoichi aveva di fronte erano occhi vuoti, privi probabilmente sia della vita che del controllo. Ma cosa poteva significare quell'occhiata, stava puntando l'elemento più debole come bersaglio per il prossimo colpo, o c'era altro che Dairen - o quello che ne restava - voleva da lei?*


// Edit: mi son scordato di dire che fine fa l'attacco di Shogun. Ecco... diciamo che questo mio post si svolge durante il suo attacco. Karasu si è interposto e ha creato la sua barriera, che in un certo senso interrompe la carica, ora Shog può scegliere se cercare di oltrepassarla o provare altre strade per colpire. //

Edited by Dr. Xetos - 21/2/2014, 21:53
 
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view post Posted on 21/2/2014, 20:24
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥

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Misato era ancora ferma, con la mano immobile davanti a sé a palmo chiuso. Doveva rimanere ferma e forte, doveva dimostrare di possedere la stessa forza del deserto, quella forza che da sempre aveva contraddistinto il suo clan, quella forza che permette ai padroni del mare di oro di intrappolare il proprio nemico. Purtroppo però lei non vedeva Shogun come il suo nemico, ma bensì come un alleato da proteggere anche da sé stesso. Cercava di tener duro e di rendere la sua gabbia di sabbia sempre più forte e resistente, facendo scivolare granelli su granelli e rendendoli duri insieme al suo chakra, eppure la cosa diventava sempre più difficile e sentiva lo hyuga dimenarsi più forte di prima probabilmente…o forse era il suo stesso chakra a sentire l’immane potenza non riuscire più ad essere contenuta? Eppure non era ancora in grado di capire quanto fosse grave la situazione e che probabilmente salvarlo sarebbe stato più impossibile che difficile.

”No, mi rifiuto di perdere o di lasciare indietro qualcuno. Mio padre non l’avrebbe mai fatto! Non intendo disonorare il suo ricordo e nemmeno disonorare il mio clan e il mio villaggio….ci metterò tutte le mie forze per poter tornare sana e salva da Arashi e così di portarmi dietro tutti questi compagni, traditori o meno!”



Pensò la ragazzina, cercando di tenere duro, anche se le sue energie avevano iniziato ad esaurirsi già da un po’, però lei era la difesa, senza quella non sarebbe sopravvissuta a lungo in un mondo come quello. In quel momento, però, sentì il gelo attorno a lei aumentare e la tempesta infuriare. Solo ora si accorse di quanto il suo stato d’animo era simile all’attacco che stava subendo. Anche dentro di lei stava infuriando una tempesta, una tempesta di paure e di emozioni che non riusciva ad incanalare bene per poter placare il suo spirito e potersi concentrare meglio sulla lotta. Per un attimo però stava prendendo in considerazione l’idea di lasciarsi andare a quella tempesta e lasciarsi trasportare. Forse poteva anche essere un modo per fuggire, per andare via da lì e non affrontare più tutte quelle cose brutte. Non voleva più affrontare la perdita di qualcuno, anche se questo qualcuno era un traditore del proprio villaggio e, a parer di Misato, del proprio credo ninja. Chiuse per un secondo gli occhi, lasciandosi accarezzare da quella tempesta che si accaniva sulla sua pelle come carta vetrata.

”Certo, posso scappare….ma se lo faccio cosa mi resta?”



Nella sua strada per giungere fino a lì aveva perso molto, compagni di squadra, sua madre ma, soprattutto, suo padre, la sua perdita più grande; eppure non poteva mollare, nonostante tutte le disgrazie che erano state disseminate sulla sua strada c’era comunque troppo in ballo. C’era in ballo una vita di riscatto insieme ad Arashi…un riscatto della loro felicità.

”no, non posso mollare ora!”



Pensò alla fine con fermezza, aprendo gli occhi di scatto e corrugando la fronte. No, non poteva mollare, non ora, non lì ma, soprattutto, non in quel modo! Fece vagare per un attimo il suo sguardo nella tempesta, prima di vedere nuovamente Dairen che stava osservando tutti i presenti. Prima guardò i due burattini, prima di distogliere lo sguardo disgustato, poi notò la giovane chitarrista sorvolando sulla sua presenza senza troppe smorfie, alla fine guardò lei, la giovane Misato. I loro occhi rimasero a lungo l’una nell’altra anche se lei non riusciva a capire perché. Forse non era stato ancora completamente posseduto da quell’entità e attaccava perché si sentiva spaventato. Quello sguardo poteva essere una richiesta di aiuto?

”Attenta…ha solo capito che qui se la catena debole….”



Disse una vocina dentro di lei. In fondo Misato era sempre piena di buoni propositi, cercava di non pensare mai male delle persone, ma in quel caso un piccolo campanello d’allarmo squillo dentro di lei, in fondo non sarebbe stata una cosa così strana che quell’entità avesse deciso di partire proprio da lei che era la più giovane, la più debole, la più inesperta.

<<perché mi stai guardando? Perché hai smesso di attaccare? Cosa vuoi da me?>>



Alla fine aveva deciso di dare retta al suo campanello di allarme piuttosto che alle sue buone intenzioni. Stava guardando Dairen con uno sguardo deciso e fermo, proprio come il deserto che niente e nessuno era in grado di muovere. Le domande che avevo posto erano solo alcune di quelle che avevano iniziato a frullarle per la testa. Forse in fondo non sapeva nemmeno bene quello che stava facendo in tutto quel disastro che si stava scatenando su di loro. Eppure aveva paura di un attacco e la sabbia in giro iniziava a tornare a lei pronta a difenderla in caso si fosse rivelato necessario. Le sue difese non potevano crollare. Non ora.



//CHiedo scusa per i miei futuri ritardi, ma a casa sono senza linea internet momentaneamente (vi sto rispondendo da casa di Tiziano) quindi vi terrò informati tramite Je riguardo la mia possibilità di postare ç__ç chiedo a tutti scusa! //
 
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view post Posted on 27/2/2014, 17:53
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Il suo attacco era stato bloccato. Il suo attacco era stato fottutamente bloccato dal burattino!
Keigai sgranò gli occhi, rimanendo immobile, con la chitarra a penzolare inerte nella sua mano.
Non era giusto, voleva essere lei a maciullare quel tipo, perché il burattino di Yo-chan si era messo di mezzo?
Le labbra iniziarono a tremarle, non per il freddo pungente che cresceva intorno a lei, ma per la frustrazione.
E vaffanculo, volevo essere io a stroncarlo, e che merda proprio...
Si lasciò sfuggire, con la voce stridula e gli occhi lucidi, pronti al pianto.
Fortuna che c'era quella voce nella sua testa a darle sostegno, rincuorarla e riscaldarla.... Peccato che tutto quel freddo pungente, stesse iniziando a darle fastidio, e non poco.
"Se non potrò ammazzare quello, allora ammazzerò qualcun'altro.... E mi riscalderò col suo sangue. Si, mi piace l'idea! Un bagno caldo nel sangue appena spillato... Trentasei gradi di pieno godimento."
E lo sguardo acceso, folle, si volse verso l'altro membro del suo gruppo... Non lo Yuki, ormai preda della volontà di Watashi, ma su lei, la ragazzina di Suna.
Oh si, il suo sangue sarebbe stato caldo al punto giusto, ne era certa, però....
Si, mia piccola... Prima fermi il gelo, così potrai goderti al meglio il tuo bagno caldo.
<b>Una risatina le scappò dalle labbra, facendola tremare da capo a piedi. Che stupida, perché non ci aveva pensato prima?
Si incurvò in avanti, quasi la chitarra fosse diventata troppo pesante per lei, ma non smetteva di ridere divertita.
Solo quando ebbe smesso, gli occhi acquamarina squadrano, da dietro i capelli, i due ninja che ora si guardavano in cagnesco.
Ambarabà cicci coccò, chi per primo ammazzerò?
Come se la scelta fosse difficile, ma le piaceva terribilmente vedere come lo sguardo di quella ragazzina si inquietasse.
Ho deciso, ammazzerò prima te!
Con uno scatto olimpionico, dimentica del peso immane che le premeva sulle spalle, si lanciò contro... Misato, si, proprio contro di lei.
Appena le arrivò di fronte, interrompendo il contatto visivo tra lei e Dairen, il sorriso e lo sguardo folle si spensero e...
Mettiti giù!
Le ordinò in una maniera tanto lucida e severa che mai le si sarebbe visto, per poi caricare il colpo, sfruttando una rotazione a 360°, creando così una raffica di vento, amplificata dalla lama, potenziata dallo slancio che si era data. E il suo bersaglio altri non era che lo stesso Yuki....
 
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view post Posted on 1/3/2014, 18:19
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*Un'espressione sconsolata si dipinse sul volto dello Yuki, o di quello che ne rimaneva. Per un attimo aveva avuto un momento di coscienza, una sorta di colpo di reni della sua mente che tentava di sovrastare l'influenza di Watashi e della sua prole. E per guadagnare forza mentale per mantenere la presa, aveva cercato la comprensione dei suoi compagni, qualcosa che gli dicesse di non mollare, ma non aveva visto altro che nemici, che addirittura lo attaccarono. Perfino Misato, su cui aveva concentrato a lungo lo sguardo perchè la riteneva tra tutti la più umana, espresse con le sue parole chiara diffidenza,e lui non aveva la possibilità di risponderle. Fu così che, forse per dimostrare ai suoi compagni di valere ancora qualcosa, forse per farli pentire di avergli dato così poca fiducia in quei momenti di difficoltà, o forse solo per sè stesso e per avere un'ultima soddisfazione, raccolse tutte le energie che gli rimanevano per guadagnare ancora pochi istanti di coscienza, per rimanere sè stesso ancora quel poco che bastava per avere una morte da vero ninja, piuttosto che una vita da schiavo.
Watashi aveva risvegliato le sue potenzialità nascoste tramandate dall'eredità genetica del suo clan, e aveva a disposizione un potere che i jonin del villaggio gli avrebbero invidiato. Ora era suo, non in mano a Watashi, e poteva sfruttarlo per il suo canto del cigno.
L'area di infuenza che aveva si espanse esponenzialmente, se prima aveva un range di un centinaio di metri, ora nella tormenta aveva avvolto l'intero quartiere, e il gelo sviluppato dalla sua tecnica per quanto focalizzato non potè risparmiare appieno i suoi ex compagni, a cui il freddo patito fino a quel momento sembrò una tiepida giornata di sole al confronto. Ghiaccio si formò su diverse parti del loro corpo, altre sentirono comunque l'effetto sotto forma di ustioni da freddo, e i brividi accompagnavano ormai ogni azione, ma perlomeno, loro erano vivi. Attorno a loro, videro tutte le creature di Watashi congelarsi in un batter d'occhio, stavolta i poteri di Dairen avevano effetto su di loro, e tutti i mostri finora materializzati precipitarono a terra sotto forma di statue di ghiaccio, facili da frantumare, e comunque già morte. Tra di esse, Dairen stesso crollò a terra sotto forma di ghiacciolo, aveva scelto di gelare i suoi organi interni e il suo corpo ben oltre la sua capacità di sopportazione, questo per evitare di finire nuovamente nelle mani di Watashi e divenire così un'arma nelle mani del nemico.
Riguardo a Shogun Hyuga, l'altro ninja posseduto, questi venne inondato dal gelo e portato alla perdita dei sensi, ma non ucciso. Il messaggio del ragazzo che si era sacrificato era chiaro: come lui anche lo Hyuga poteva reagire, e comunque la presa di Watashi non poteva durare per sempre.

Per il resto della divisione, decimata da quell'attacco, lo scenario fu indubbiamente difficile da digerire. Un istante combattevano, poi la glaciazione, e tutti i nemici morti subito dopo. Anche loro non versavano nelle migliori condizioni, e intorno a loro vedevano solo un inferno di ghiaccio, ma la mancanza di nemici da affrontare li rincuorò.
In buona parte le creature di Watashi erano state liquidate dai ninja, e uno di loro da solo aveva posto fine all'assedio, almeno in quella zona. Rimaneva il problema dell'isolamento del generale, sparito insieme a un finto soldato, ma a parte ciò, quella era una vittoria, di cui i ninja potevano essere fieri, oltre che grati a chi aveva dato la vita per permetterla.

Ma una minaccia era ancora in agguato: Watashi non avrebbe digerito quella sconfitta, e sarebbe sceso in campo in prima linea contro l'esercito, se necessario. Si sarebbero dovuti preparare anche a quello.*


// Shog la tua "possessione" finisce quando Watashi passa in forma umana, perchè sì xD Ergo devi postare al limbo come gli altri.
Gli altri, sono liberi, scusate il finale sbrigativo, ma questo sono riuscito a fare dovendo chiudere in un giro tutto quanto. Spero almeno vi siate divertiti per il resto della prova e vi abbia fornito qualche spunto per ruolate future tra di voi, e se avete ancora qualche curiosità sulla prova, sapete dove trovarmi ^^ Buona libertà gente //
 
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•Yatagarasu•
view post Posted on 2/3/2014, 16:16




Yo arrivò sul campo di battaglia dopo aver assistito alla... grazia... ricevuta dal servo di Watashi. Poteva essere morto, ma non lo era. Per sberleffo? Per conservare energie? Superfluo chiederselo. Ma comunque irritante.
Quello che trovò fu una distesa gelida, i mostri morti e i suoi cloni perplessi quanto lui. Uno di questi portava in spalla Shogun Hyuga svenuto. L'altro, indossava nuovamente il completo di Akatsuki... con discrezione, fece svanire entrambi, fuori dalla vista.
Cosa fare di quel tizio?
Si toccò le labbra con un dito, indeciso. Sapeva della sua doppia identità, ed era completamente in sua mercè. Poteva ammazzarlo e dire che la possessione l'aveva consumato del tutto, nonostante i suoi tentativi di salvarlo. Niente di più semplice... ma poteva ancora essergli utile?
Saito non lo sapeva. Lo preparò per un lungo sonno di morfina e si diresse verso il punto in cui si radunavano le forze restanti per la battaglia finale. Era tempo di concludere quella faccenda.
 
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46 replies since 4/12/2013, 18:25   1117 views
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