Confini , Alle Porte del Villaggio

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view post Posted on 27/1/2014, 16:05
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Nukenin
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Combattere ancora…e un'altra, l’ennesima, volta. Combattere per difendere la sua nazione anche se in essa vi erano tutte le nazioni del mondo. Combattere per difendere quegli uomini che morivano e intorno a loro vi era solo la morte e lui era solitario: solo come uno scoglio che si erge tra le onde tumultuose di quel caos chiamato battaglia. Solo…solo lo era sempre stato: combattere solo; cercare da solo; piangere da solo; portarsi dietro una croce…sempre da solo. Tutto da solo.
Era abituato e non voleva essere un generale, non voleva il potere, non voleva essere la pietra angolare dell’eremo voleva solo essere un semplice contadino. Ma la vita è un mare che pochi riescono a solcare; non si decide da quale porto partire ma si può decidere dove approdare. E lui lo aveva scelto: la sua strada era la sua sola; nessuno lo aveva costretto e benché, ancora in una parte del suo cuore non voleva quelle responsabilità, lui combatteva ancora. Per la libertà e la vita di tutti: potevano ucciderlo certo ma finchè avesse avuto fiato si sarebbe alzato e avrebbe impugnato le sue armi e dato battaglia.
E tutto intorno a lui era un mare in tempesta di chakra mentre i suoi occhi diamantini erano chiusi al mondo e il suo cuore batteva con regolarità e nulla poteva turbarlo; mentre le Sorelle Maledette continuavano a fare strage intorno a lui, mentre i rantoli e le urla erano sempre di più, mentre il ronzio accompagnava, come una lenta marcia funebre, coloro che morivano. Morire per qualcosa che andava ben al di là delle mere beghe dei villaggi e ognuno difendeva il nemico di ieri…spalla contro spalla; braccio che aiutava l’altro; lame che danzavano insieme e occhi che si guardavano con reciproca fiducia; i nemici di un tempo facevano da scudo ad alleati impensabili e che mai avrebbero pensato. Era quello il mondo che lui e Jagura volevano creare? Si era proprio questo! Per quella luce che lui combatteva ancora, per quella stilla di bontà che nel mondo vi era ancora; per la luce di un padre che proteggeva il figlio; per la luce di tre amici divisi dal destino e dalle convenzioni…si era una strada oscura ma non era più solo.
Le salamandre erano con lui e con lui vi erano anche i suoi amici che vedeva combattere ed erano forti. Forti e alti e la loro risata riecheggiava in quei cunicoli mentre gli Yotsuki combattevano e non retrocedevano di un passo, così come non retrocedevano chiunque era con loro e sorrise sentendo le loro aure…le sentì forti e invincibili ed era contento che per un momento, solo per un breve attimo, lui potesse di nuovo tornare a combattere con e per loro. Si era felice di combattere per difendere e non per attaccare: per la prima volta si sentì libero dalle catene e dai suoi dubbi. La mente viaggiò a ricordi di un tempo, quando tutto era più facile, e le montagne facevano da cornice e gli allenamenti erano un gioco e una passione. Quando suo nonno era vivo e gli insegnava a combattere…e allora come ora quelle parole riecheggiarono nella sua mente, incise nel suo cuore che ora batteva sempre più veloce. Respirò profondamente e dentro di lui qualcosa si smosse: a lungo era stata tranquilla nella sua anima ed ora ruggiva dalla voglia di combattere anche lei; di aiutare i suoi compagni – i suoi fratelli – di scendere in battaglia mostrando artigli e zanne. Sentiva quella forza che non lo aveva mai lasciato dal primo momento su quelle alte montagne, dove una fascia rossa era ancora sul suo braccio destro, dove aveva combattuto e aveva iniziato ad incamminarsi su quella strada. Così come allora sentiva acuire le sue percezioni, un accresciuta visione delle cose, l’istinto e la volontà…e quelle parole riecheggiarono, come un gong, nella sua anima.

ACUISCI LA MENTE…SOLO LA GOCCIA D’ACQUA PUò BUCARE L’ASSE DI LEGNO…LA CORRENTE…



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NON Può SCIOGLIERLA!





I suoi occhi diamantini fiammeggiarono e un sorriso si dipinse sotto le bende a nascondere il viso. Il suo pugno si strinse fino a far sbiancare le nocche; sentiva pulsare quell’energia dentro di sé. E come un tempo, in una gabbia di terra e sabbia, sentì di nuovo il suo vero Io mostrarsi e di nuovo quelle parole…

La raiton è come un armatura è vero... ci sostiene ci da forza, una forza incredibile. E il simbolo di noi Yotsuki! Solo noi possiamo indossarla, senza venirne abbrustoliti... ma credi che sia così importante?! Non è l'armatura ad essere potente, ma il nostro spirito, la nostra volontà… quello che si chiama nindo.
Tanto più avrai questa volontà tanto più l'armatura sarà potente.... senza il cuore l' armatura è solo un' estensione inutile di chakra.


E per la prima volta Hyou si mosse: un passo pesante e un vento che turbinava intorno a lui.

Ti racconterò una cosa: tanto tempo fa, anche io credevo che la raiton fosse invincibile...ma dopo capii che non era così... la cicatrice sul mio petto è li a ricordarmelo: non è la tecnica a far forte lo shinobi ma il suo cuore... e quel shinobi era forte... non brillava particolarmente per le sue tecniche, ma aveva uno sguardo una volontà che spezzò la mia armatura....

Un altro ancora…un altro seguito da un altro…un altro..un altro…sempre più veloce e gli occhi chiusi.

Per cui non far affidamento solo sulla raiton, affronta i tuoi nemici con la tua forza, col tuo cuore... Tanto più avrai questa volontà tanto più diventerai forte. Come quel ghiacciaio. Si dice che siano secoli che non si scioglie, che resta li forte, impassibile di fronte ai raggi del sole. Così devi diventare te... PRENDI ESEMPIO DAL GHIACCIAIO RYU! Volontà! Non fare affidamento solo sulle tecniche, non sono nulla ma fai affidamento sul tuo cuore.... come quel ghiacciaio che non si scioglie mai così il tuo cuore deve rimanere calmo e freddo di fronte ai nemici, impassibile e sicuro di sè...




VOLONTà
VOLONTà



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E sorrise mentre si lanciò sui suoi nemici. Finalmente Hyou entrava in guerra! Finalmente la Pantera scendeva in campo e i suoi occhi erano fulmini che squassavano il cielo; i suoi colpi erano come montagne che franavano ma quel cuore…quel cuore rimaneva tranquillo e calmo. Un cuore che si batteva per ognuno di loro anche se era un traditore ma non loro: era un traditore di idee e convenzioni per mantenere quel mondo in catena; ma mai avrebbe alzato il suo braccio contro di loro. Ed ora si batteva come un leone – una pantera – per difenderli tutti: potevano piegare le sue ossa ma mai, mai, avrebbero piegato la sua volontà!

La mente concentrata sul presente e i suoi occhi si posavano su un punto all’altro della battaglia e scattò: era un semplice fascio di luce bianca, pura, che zigzagava sul quel campo di battaglia avendo un obbiettivo solo.
I suoi occhi erano fulgidi come stelle mentre passò sopra Ashi e un altro ragazzo e finalmente potè combattere. I suoi pugni fracassavano quegli insetti, schivava i colpi e le sue armi erano tutto il suo corpo. Rapidi gesti e le salamandre attaccarono: un mare che si infrangeva contro quella muraglia mostruosa di insetti e Ryu combattè e sembrava davvero un felino. Movimenti sinuosi, agili e quegli occhi che erano sempre più animaleschi ma i suoi colpi erano devastanti.




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Un aura di energia straripante, squame sulla sua pelle come le salamandre – come un Drago – un corpo da bestia e si gettò nella mischia con una risata. Aiutò chiunque fosse in difficoltà; spezzo ossa, gusci, zampe e teste; difese ogni uomo, donna o ferito che poteva mentre le salamandre ingaggiavano battaglia per mantenere al sicuro i feriti e dargli il tempo di risistemare le difese e passare al contrattacco.
Non importava quante ferite ciò li creasse sul corpo perché non voleva più lasciare le mani di nessuno: non era riuscito a prendere la mano di Kyodai, di Shinjitsu, delle persone che erano morte per la sua debolezza…non voleva più che qualcuno morisse sotto i suoi occhi…non finchè lui avesse avuto forza e fiato nel suo petto.

Combatti bene per essere un traditore… disse un ragazzo con occhi azzurri e capelli corti a spazzola. Adoperava un enorme Bisento e la sua raiton era potente e l’aria era elettrica; i suoi colpi forti e la sua risata era alta e senza paura.

Oh…mille grazie pupo bello…anche voi non siete così male dopotutto!

Ci ricordi qualcuno…un qualcuno che ora è morto… intervenne la sua compagna che combatteva forse meglio di un uomo. Si spalleggiavano a vicenda e ognuno si preoccupava dell’altro.

Era fortino ma aveva più la lingua lunga che il braccio forte! L’ultimo era più grasso con capelli radi e accenni di calvizie; una sigaretta in bocca e crani di nemici nelle sue mani.

Davvero?! Ancora i colpi e le lame che cozzavano, le Raiton brillavano fulgide e vi fu un sorriso tenue e malinconico sotto bende che celavano il viso; che celavano un identità e un cuore: sotto l’armatura di cinismo, di sadismo, di potenza selvaggia vi era un cuore di uomo. Un cuore sincero e malinconico; con i dubbi, con le paure con la fragilità di ogni essere umano. Ma era propria da quella fragilità che Ryu trovava la sua vera forza, il suo vero Io- selvaggio – per dare battaglia e combattere in quello che credeva.





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Bè neanche voi siete così male…fermateli e aiutate chi ne ha bisogno. Abbiamo i medici sventrati: aiutate i genin tornate indietro e rinsaldate le difese. Distruggiamoli del tutto…

Un pensiero.

Fratelli…



[...]






A quanto pare cè l’abbiamo fatta… disse con tono affannato guardandosi intorno. I medici erano stati annientati del tutto così come i nemici ma ora…ora erano topi in trappola. Aveva fermato la loro offensiva ma si era in una situazione di stallo e questo favoriva l’assediante: perché non potevano rimanere immobili in quella situazione; in più tutta Kumo era in pericolo non solo i Confini. Era diventata una lotta di logoramento che li avrebbe visti perdere…clamorosamente anche. La situazione di stallo dava ai suoi nemici la possibilità di muoversi mentre loro non potevano fare nulla e senza medici…chiuse gli occhi: rifletteva e mille pensieri passavano nella sua mente.
E poi i suoi nemici…non si preoccupava degli insetti ma di chi stava dietro quegli attacchi e percepiva chiaramente le loro aure. Erano lontani ma vi erano ed erano in attesa…ma di un’aura in particolare gli fece correre un brivido freddo dietro la schiena: un chakra oscuro, enorme, maligno e potente come mai ne avvertì in vita sua. Che fosse il generale di quelle armate? In più ora capiva molto bene perché avvertiva quella specie di interferenza nel chakra naturale: vi era un altro chakra che permeava l’ambiente circostante creando questa interferenza; in più grazie ad esso che riusciva a controllare gli insetti. Restando al sicuro lontano, non visti, riuscivano a portare questi attacchi precisi: per cui non erano guidati dall’istinto, o dalla furia, ma da una mano e da una mente che sapevano esattamente cosa fare, quando farlo e come.
Accanto ad essi poi riconobbe l’aura del messaggero….e i suoi occhi divennero fessure; stava pensando ai perché di quella proposta. Eppure non aveva ancora chiara la situazione. Né i loro poteri. Ed era proprio questo che lo inquietava: il non sapere con chi diamine avessero a che fare e poi….poi ve n’era un altro.
Troppi nemici poche informazioni. Era inquieto e passeggiava su e giù per poi sedersi a riflettere.

- A cosa pensi girino?!
Proruppe Reshef.

Siamo in una situazione di stallo…lucertolone bello… la mano era appoggiata sulla guancia destra e la voce era bassa. Troppo bassa ma non aveva perso nulla della sua rabbia e forza.

Questa è una guerra di logoramento e all’atto pratico la stiamo perdendo… a prima vista sembrava tranquillo ma se uno si fosse avvicinato di più avrebbe notato come, il suo pugno sinistro, fosse con nocche sbiancate e vi fosse un aura elettrica intorno a lui. Piccole scariche si vedevano nell’aria e sotto le bende la bocca era un ghigno di rabbia.

- E vogliamo restare qui come topi in trappola?! le fiamme divamparono sempre di più.

- Preferisco uscire e massacrarli che aspettare qui…
E a dirla tutta era lo stesso pensiero di Ryu; ma fu han a capire quail erano le preoccupazioni di quell ragazzo.

- Te pensi a quelle aure vero… occhi negli occhi.

- Non possiamo però attendere! Siamo in una situazione di stallo che ci vede perdenti. Abbiamo guadagnato tempo... ma fino a quando?! Dobbiamo riuscire a portare un attacco a sorpresa…

Proprio quello che voleva fare Ryu, si alzò e controllò di persona i feriti e si sincerò delle condizioni dei più gravi. Alcuni sarebbero morti, a causa delle ferite, e gli dette una rapida morte. Un gesto di pietà per chi aveva dato tutto in quella battaglia e vide gli occhi di quelle persone: chiedevano aiuto, chiedevano cosa si dovesse fare…la responsabilità era solo sua ora.
Da un grande potere derivano grandi responsabilità e da esse non sarebbe scappato ma le avrebbe affrontate; certo i suoi pensieri erano a loro ma prima doveva pensare a come uscire da quella situazione di stallo.

- Portiamo un attacco inaspettato…

- Noi porteremo un attacco! Questi vermi non hanno fatto nulla: rane dentro un pozzo che non sanno nulla del grande oceano…tsk…mi verrebbe voglia di ucciderli.

Calmo lucertolone bello! Sono alleati e come tali possiamo sfruttarli per vincere. Da soli non faremo granchè… e si alzò per controllare la situazione e dare una mano ai feriti. Certo anche lui era ferito: tagli, graffi e chiazze del sangue nemico ma era in ottima forma ma altri…doveva sincerarsi della condizione del suo esercito.

Dobbiamo fare qualcosa. Evita di perdere tempo con feriti e moribondi! la lingua velenosa di Ithaqua si fece sentire al suo orecchio. Guizzava da un punto all’altro la giovane dama dell’eremo posizionandosi sulla sua spalla, com’era solita fare, e guardò intensamente lo Yotsuki che staa tornando dove si trovavano Han e Reshef.

Io non lascio nessun compagno indietro! Mi hanno dato da difendere questa zona e porca puttana la difenderò ad ogni costo! Un ghigno strano sul volto di Ithaqua.

Hai un piano vero?! Qual è?!

Cercheremo di aprire una piccola fessura nei condotti di aereazione, tra la cenere e quei schifosi, e te ti ci infilerai in mezzo!

Ma anche no! Non mi và assolutamente di fare una pazzia del genere! E poi a che pro?!

Facile: sei piccola; sei agile e veloce per te sarà facile…facile uscire e con la tecnica del richiamo inverso richiamare me, Han, Reshef, Kagari e Raishin! Dobbiamo portare un attacco e aprire le porte per passare al contrattacco!

- Un azzardo…
Disse la voce profonda di Han. I suoi occhi erano profondi, la sua voce calma e il Grande Saggio soppesava tutte le possibilità rendendosi conto, purtroppo, che non avevano grandi alternative.

- Ma potrebbe funzionare. Non si aspetterebbero mai un attacco del genere… disse Reshef pregustando finalmente a battaglia. Ma era stranamente inquieto e la sua coda si agitava: il Signore del Magma non era stupido e sapeva che quella guerra non era una guerra qualsiasi. Ryu spiegò bene quello che aveva percepito e tutto questo lo lasciava inquieto; si guardò a lungo con Han e vi ritrovò le sue stesse preoccupazioni.

Anche se…quel bastardo che manovra gli insetti potrebbe capire che lo stiamo facendo. Il suo chakra crea una risonanza che rende difficile le comunicazioni e, soprattutto, del Senjutsu! Per cui forse riesce ad avere una peculiarità con il suo chakra nel capire in che modo e come manovrare questi insetti anche senza vedere dove essi siano…una specie di radar e di controllo?!

- Una valida alternativa e dubbi. Ma restare qui chiusi significa sconfitta! E non voglio rimanere sottoterra come un verme! Io sono Reshef!

Reshef aveva occhi profondi e neri come pozzi infernali e le sue fiamme guizzavano, i suoi artigli tagliavano la pietra e la sua coda si agitava furiosamente.

- Ma non possiamo uscire e basta! I dubbi del ragazzo sono più che giusti ma non vedo soluzioni…

Significa forse che dovrò fare una cosa del genere?! intervenne Ithaqua tagliente. E trovò quegli occhi che la guardavano.

Lo farò allora ma ad una condizione… occhi che cercarono l’eremita; un sorriso malevolo; una richiesta che covava nel suo cuore da molto…molto tempo.
Do ut Des… scandì le parole. Voglio la testa di chi sai tu! Promettimelo qui! Davanti ad Han e Reshef! Questa è la mia volontà…la volontà dell’eremo! Promettimelo e ti aiuterò! Lo sapeva che quella richiesta sarebbe arrivata. Lo sapeva e in cuor suo voleva che quel cretino patentato avesse fatto meno l’idiota e più l’eremita. Non si scherzava con le salamandre e Ithaqua si gingillava nel vedere Ryu combattuto tra il dovere e il cuore. Perché sapeva cosa vi era dall’altra parte; ma in ogni caso non si sarebbe fermata e voleva la sua vendetta! Voleva rifarsi il trucco con il sangue di quel bastardo!
Ryu la guardò negli occhi e, anche se non voleva farlo per il bene verso Chiaki, non poteva scordare quello che aveva fatto Fuyuki…un’eremita dovrebbe avere maggior giudizio!

Te lo prometto! disse lapidario. Parole granitiche che furono accolte con una risata e un cenno di quel capo.

Allora ben venga il tuo piano… sorrise turpe e malevola. Ma prima ora avrebbero pensato a quella guerra; poi ad un'altra…sempre se fossero rimasti vivi. Ryu la guardò scattare e allontanarsi ed ebbe uno sguardo enigmatico. Ma i suoi pensieri furono solo suoi…




Akinobu Yotsuki. Un pazzo?! O solo un disturbato a cui Watashi aveva solamente acuito le sue problematiche? Eppure aveva come la strana impressione che la pietra angolare di tutto fosse proprio lui: il suo odio per lo sporco, per la cenere, quegli insetti che divenivano cenere…che fosse tutto collegato? Oppure era solo una fortuita coincidenza?
A quanto pare non credeva molto alle coincidenze ma in ogni caso erano due braccia e un corpo che potevano servire. Si avvicinò con delle bende in una mano.

Come stai?! disse lento, pacato stranamente innaturale ma con occhi fissi sul giovane. Sei ferito?! una pausa studiata; premeditate tanto per dargli il tempo di abituarsi alla sua presenza, a calmare il suo cuore, a riflettere e fare mente locale. Nessun gesto fuori posto, solo occhi negli occhi e basta.

Abbiamo combattuto bene ma… si voltò per far si che lui potesse seguire il suo sguardo. Non c’è la passiamo molto bene….ma dovremmo combattere nonostante tutto…te che cosa vorresti fare? Vuoi aiutarmi in questa guerra? Hai ancora la tua Raiton no Yoroi?! Sei ancora uno Yotsuki nell’anima?! Ho bisogno di te da solo non c’è la faccio contro tutti loro…

Attese: il suo destino non era nelle sue mani. Forse poteva ritrovare il suo orgoglio, la sua luce in caso contrario avrebbe combattuto senza. Toccava ad Akinobu ora vincere la battaglia che aveva dentro la sua anima e quel pugno, il pugno che sanciva l’alleanza tra i guerrieri di Kumo, fu posto davanti al suo volto. Da fratello a fratello…da Yotsuki a Yotsuki…Anche perchè di tempo ve n'era davvero poco: nessuno di loro sapeva che l'aria stava mancando, che il lor corpo stava lentamente perdendo energie e forze, imputandolo alla stanchezza della battaglia appena trascorsa, o alle ferite. Anche Ryu stava accusando quei sintomi ma non ci fece caso concentrato com'era a trovare una soluzione e, stupidamente, pensando fosse che ancora il suo corpo non reggeva bene il Senjutsu; ma l'aria stava finendo...una lenta morte scandita da una clessidra di aria. Avevano poco tempo e non se ne rendevano conto ma l'istinto suggeriva a Ryu di fare presto con il suo piano: ma non per il lento soffocare di cui non sapeva nulla ma a causa di quell'esercito immane che se ne restava fuori; senza sospettare che il vero nemico ora erano tutti loro: ogni respiro, ogni torcia che bruciava, ogni rantolo, non faceva che consumare sempre di più l'aria.
Ithaqua doveva fare presto...se ce l'avesse fatta le salamandre avrebbero finito di emettere veleno e le porte si sarebbero aperte...ma si sarebbero aperte prima le porte oppure sarebbe terminata prima l'aria?!




//Metto il bonus a DEF/RES/INT/CHK per cui ho:
def 259+50=309
chk 161+50=211
int 306+50=356
res 284+50=334

Detto ciò mi scuso per il papiro e la super immane increscioso qui pro quo del post precedente. Spero che ora sia più chiaro tutto.
Molto semplice: dopo che Ryu attiva la modalità eremitica entra finalmente in battaglia anche lui cercando di proteggere e portare al sicuro quante più persone possibili mentre le salamandre fanno il grosso del lavoro. In modo tale da evitare inutili morti e rinsaldare le difese – visto che siamo senza medici(argh che idea malefica!) e finire il lavoro di disinfestazione con calma e poter attaccare senza preoccupazioni.
A quel punto cerco di conquistarmi la fiducia di scopettino: vorrei sapere cosa davvero gli è accaduto e se i dubbi sono solo farneticazioni di un PG che vede nemici ovunque oppure che tutto sia collegato. Se vuole parlare e darmi una mano è ben accetto in caso contrario non insisterò e lo lascerò al suo destino.
Conscio che è una lotta di logoramento e stiamo perdendo opto per il tutto per tutto: cerco di mandare Ithaqua fuori dalle mura, passando per i condotti di ventilazione – viste le sue dimensioni ridotte, la sua velocità forse posso aprire un piccolo varco tra cenere e insetti – in modo tale da effettuare la tecnica del richiamo inverso.
Se scopettino è dei nostri mi piacerebbe che accompagnasse Ryu in questo assalto. Per cui l’idea è: tecnica del richiamo inverso per richiamare fuori Han, Reshef, le due evo di supporto e Ryu – eventualmente anche scopettino – e creare una testa di ponte per farci aprire le porte e attaccare. Mentre Han e le due evo prenderebbero posizione sul ponte io e Reshef ci dirigiamo verso la fonte di tutti questi guai e tentiamo di dare battaglia. In modo tale da tentare il tutto per tutto perché all’atto pratico aprire i condotti di aereazione significherebbe ritrovarci da capo a dodici, restare fermi così significa morire asfissiati – ma Ryu non lo sa ma in ogni modo non può restarsene rintanato come un sorcio – anche perchè senza medici durerebbe poco anche solo restando in difesa; per cui tenta il tutto per tutto. Le salamandre cessano di creare veleno e che la fortuna ci assista XD.


Postate tutti dopo la risposta di Belfa.//
 
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Belfagor90
view post Posted on 1/2/2014, 10:27




La salamandra aveva accettato lo scambio, un rischio per una testa, e Ryu avrebbe dovuto adempiere alla promessa... sempre che fosse sopravvissuto. La sua strategia era portare un terrificante attacco a sorpresa sfruttando l’enorme potenza di fuoco, letteralmente parlando, dell’Eremo delle Salamandre portando morte e distruzione nel bel mezzo delle linee nemiche era audace. Gli insetti di certo non conoscevano l’emozione chiamata “sorpresa”, ma forse i loro padroni sì. Era una strategia che giocava sul vedere quanto fossero ancora umani i loro nemici. Prima di muoversi però doveva essere sicuro di non aver tralasciato nulla e per questo rivolse la sua attenzione all’invalido che non si era mai mosso dal quartiere di comando. Akinobu Yotsuki, la sua storia rimaneva un mistero così come quello che sembrava passargli per la testa, ma i kami che sua zia professava forse avevano un disegno per lui in quel difficile giorno. Grande o piccolo che fosse questo ruolo non era ancora chiaro... per il momento però il quartier generale era pulitissimo.
Ryu lo trovò infatti intento a passare l’aspirapolvere su ogni possibile superficie che gli capitasse sott’occhio e qualunque cosa finisse nelle sue mire un attimo dopo splendeva. Non reagì prontamente alle calorose parole dello Yotsuki, ma non ne sembrò neanche completamente immune. Di combattere, tuttavia, non sembrava in grado. Nonostante interagisse col generale e fosse consapevole del suo strano aspetto, sembrava che pulire e pulire di nuovo tutto da capo fosse l’unica cosa nella sua mente. Anzi, sapere che le cose fuori non andavano bene non lo rese più partecipe.

Se va male vuol dire che è morta tanta gente. Fa niente, ormai ho capito che toccherà a me pulire tutto dopo. È importante pulire “dopo”. Se poi non pulisci succedono pasticci. Malattie, parassiti... si nasconde di tutto in mezzo allo schifo.



E con un colpo veloce di aspirapolvere pulì il pugno teso dello Yotsuki passando poi al resto del corpo togliendogli di dosso tutta la polvere degli insetti morti, il sudore e lo sporco di dosso.

Ecco, ora sei bello pulito. Ora cambio la carica e passo a fuori che sembra esserci tanto lavoro da fare.



Svitò con la perizia tipica dell’abitudine una sezione della sua... “arma” e la posizionò con cura in una cassa lì vicino che ne era praticamente piena dopo averci applicato un bollino rosso. C’erano molti contenitori marcati con bollini rossi in quella cassa, ma anche parecchi ancora vuoti.

Belli vero? Ci ho messo un po’ a crearli, ma ora ognuno di essi può contenere fino ad un quintale di sporco! Le uniche pecche è che non posso metterci niente di più grosso di quanto può entrare nella bocchetta della mia aspirapolvere e non funziona sulle cose vive. È davvero brutto dover prima schiacciare gli insetti prima di risucchiarli, poi mi tocca farmi la doccia per togliermi di dosso la sensazione di sporco... pulire, pulire, pulire... la zia Shiroko mi ha detto di tenere pulito questo posto, non uscire... pulire... pulire...



La sua voce si affievolì mentre inseriva una nuova carica nella sua aspirapolvere e procedeva verso il tunnel principale. La sua mente rotta era oltre le capacità di Ryu. Era triste, ma lui non poteva salvarlo e forse nessuno poteva farlo se non Akinobu stesso. Col tempo, forse, sarebbe tornato normale.

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Lo sterminio delle api che erano riuscite ad entrare riuscì senza particolari problemi. C’era da ringraziare la tempestiva chiusura delle feritoie per questo, ma quello aveva portato ad altri problemi di cui però i ninja non erano ancora a conoscenza. Lo sforzo fisico dei ninja e l’utilizzo occasionale di Katon aveva creato un ulteriore deficit di ossigeno e ormai tutti quelli che combattevano nei tunnel delle feritoie vedevano strane macchie nere nel loro campo visivo. Alcuni tentavano pure di colpirle pensando che fossero degli altri insetti, ma ovviamente dove colpivano vi era solo aria. Alla fine cominciarono ad imputarlo a giochi di luce causati dalle torce e dalle ombre, ma un velo d’inquietudine si stava facendo strada nei loro cuori. Non potevano però dedicarvi molto tempo, i cadaveri dei ninja punti dalle api avevano cominciato a gonfiarsi orridamente e ad emettere un odore putrido. I segni delle punture si fecero grossi e bianchi e se si rompevano usciva un viscoso liquido simile a pus, solo completamente bianco e pieno di strani puntolini neri. Siccome Watashi era un nemico infido, si decise a malincuore di bruciare i cadaveri per evitare qualsiasi tipo di trucco. Di nuovo, il fuoco poteva significare la loro salvezza, ma inconsapevolmente li stava anche avvicinando alla loro disfatta. Sarebbe stato saggio bruciarli all’esterno, portando i cadaveri verso Kumo per creare grandi pire comuni ed evitare di affumicare l’aria, per questo venne richiesto se c’era qualche Senju da quelle parti per creare il legname necessario e qualche utilizzatore di Katon. Vennero raccolti volontari, soprattutto Genin per allontanarli dal fronte, i cadaveri furono impilati su dei carri messi a disposizione proprio per quel triste compiti e la carovana partì rapidamente per lasciare spazio di manovra alle truppe. Non che potessero fare molto visto l’isolamento.



//Ora tutti possono postare. Echo, Nekomata e Flo, se volete potete unirvi al gruppo di inumazione, la cosa è facoltativa. Se andate con loro comincerete subito a stare meglio in quanto raggiungerete una zona con più ossigeno, ma comunque non vuol dire che vi lascerò in pace. Potete iniziare anche subito a descrivere le prime cremazioni di massa, poi ci penserò io a rendere le cose interessanti ^^
Il luogo che viene usato per la cremazione è in cima al tunnel che porta a Kumo. Una volta arrivati là vi trovate in quella che sembra una fessura nella montagna, stretta in alto (si vede comunque una striscia di cielo nuvoloso dal colore violaceo) ma abbastanza larga nel punto dove siete voi per richiedere la presenza di un solido ponte di pietra per attraversare il burrone. L'uscita del tunnel che avete percorso è una piccola fortezza con pesanti cancelli, non formidabili come quelli in basso ma comunque molto spessi e di metallo, che si apre in una piazza fortificata con delle mura. In quella piazza vi sono solo due uscite: quella verso il tunnel da dove siete arrivati voi e quella che da sul ponte. Alla fine del ponte, lungo 15 m, si può scorgere una fortezza apparentemente identica che porterebbe su fino a Kumo con un altro corto tunnel. La piazza permette di bruciare all'incirca 100 morti ogni pira e avete in continuo arrivo coi carri un totale di 778 morti.
Ok, mi sembra di aver detto tutto e forse anche troppa roba XD

Tiziano, Itaqua riesce ad uscire ed effettuare la tecnica del richiamo inverso, scegli tu quante salamandre portare (anche tutto l’eremo se vuoi) ma sappi solo che Itaqua sarà gravemente ferita dall’impresa a causa dei ripetuti morsi degli insetti mentre si scavava una via nei condotti e sarà costretta al ritorno sull’eremo. Ti chiedo solo di non arrivare subito dal gruppo dell’Araldo perché vorrei ruolare qualcosa in quel gruppo.

State freschi, chi posta bene in questo giro è facile che arrivi alla fase V.//

Edited by Belfagor90 - 1/2/2014, 16:04
 
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view post Posted on 4/2/2014, 21:38
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Nukenin
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La sua mente era rotta. O meglio era rotta e non voleva riaggiustarla; non voleva riprendere in mano la sua vita…era così debole? Si era davvero lasciato andare del tutto? Il suo destino non era più nelle sue mani…anzi non lo era mai stato ma vederlo così, come una zattera in mezzo ad un mare tumultuoso e sconosciuto, gli lasciava addosso una sorta di pietà; di commiserazione. Però anche nella nebbia, anche nella sua pazzia forse gli stava dando una mano. Lo lasciò lì solo con le sue paure, con i suoi ricordi e la sua anima tormentata e più non lo disturbò.
Non gli dette neanche per una volta uno sguardo mentre si chiudeva la porta alle spalle: la sua scelta e il suo orgoglio erano solo di quel ragazzo, il suo destino rimaneva nelle sue mani – tremanti e nevrotiche – ma non poteva raggiungerlo. Era lontano dalla pantera e aveva altre migliaia di persone, un villaggio e quelle Porte da difendere.
Chiuse lentamente la porta e si tuffò tra i sui pensieri…già pensieri. Vorticavano nella sua mente…poi un mancamento sulle scale, il respiro accelerato, ombre davanti a lui e il cuore che batteva, stranamente, più veloce. Anche pensare era faticoso e si sentiva stanco…troppo stanco. Dovette appoggiarsi e attendere qualche minuto: sudore freddo imperlava la sua fronte e sembrava come se l’aria non gli bastasse mai. I suoi polmoni bruciavano alla ricerca dell’aria e vedeva male: come se la sua vista si fosse d’un tratto ristretta e i colori sembravano alterati: era verde la scalinata o era bianca? Se la ricordava bianca eppure ora se la vedeva verde; si sentiva stanco, maledettamente stanco e voleva solo dormire. Mise un piede in fallo e ruzzolò per le scale: cosa gli stava succedendo? Il gradino era lì eppure lo aveva mancato; non stava bene lo avvertiva chiaramente come avvertiva i suoi muscoli più deboli: cercò un appiglio sullo scorrimano e dovette far appello a tutte le sue energie per tirarsi su. Forse era ancora il senjutsu di cui non aveva ancora una perfetta padronanza a lasciarlo così ma non poteva farsi vedere dolorante, in difficoltà o sconfitto: lui era la pietra angolare di quella strenua difesa. Era il generale – sebbene non amasse tale ruolo e non gli fosse congeniale – per cui doveva resistere. Senza sapere che avevano tutti loro una Spada di Damocle sulal testa: e che il filo che la reggeva lentamente, per causa di ognuno di loro, si stava consumando. Infatti quel filo era l’ossigeno che, lentamente, ma inesorabilmente stava mancando e un esercito che aveva appena combattuto, le ninjutsu usate – soprattutto quelle di katon – le torce, i rantoli, i feriti diminuivano sempre di più l’ossigeno a loro disposizione.

Devo ancora abituarmi…forse è a causa di quel bastardo. Però…non è il momento…’rca troia proprio ora no… Disse inspirando sempre più a fondo: si rimise in piedi senza il sospetto di nulla.
Lentamente stavano soffocando ma non avendo medici, purtroppo, non lo potevano sapere: erano in trappola…una trappola costruita da loro stessi e mai come adesso, la velocità di Ithaqua e la sua intelligenza, erano così importanti.
Da quella piccola, odiosa, sadica bastarda dipendeva la vita di tutti loro: forse istinto, forse perché Ryu non amava starsene rinchiuso come un topo in trappola, aveva fatto l’unica cosa che poteva salvarli…




[…]





Maledetto…

Graffi, artigli e fuoco.

Yotsuki…avrò la tua testa… disse rabbiosa la salamandra mentre il suo fuoco incendiava e gli insetti, il suo sangue gocciolava e le ferrite erano sempre di più sul suo corpo; così come le maledizioni, le imprecazioni che lanciava sia verso Ryu che verso un altra persona.
Ma non si arrendeva ancora e, anche se in quei cunicoli la sua velocità era stata azzerata, il suo orgoglio divampava dalle narici che soffiava fuoco e magma investendo chiunque si frapponesse tra lei e l’uscita. Gli insetti avevano ostruito completamente i condotti di aereazione e forse era facile immaginare come questo significasse una cosa sola.

Tra la cenere e i loro corpi che spingono da dietro non passa un filo d’aria…credo che lo Yotsuki soffocherà lentamente e neanche se ne accorgerebbe….aaah come vorrei vederlo contorcersi e sprofondare nella morte senza che neanche sapere il perché! un bieco sorriso su un muso di lucertola ancora più malevolo e sadico.

Ma così facendo non potrei avere la testa di quel bastardo! Ma sicuramente mi dovrà ricompensare…e richiederò molto…oh si che richiederò molto… Combatteva, uccideva, inceneriva e squartava eppure sembravano infiniti, ma anche in quella situazione Ithaqua non smetteva mai di pensare allo Hyuga che l’aveva offesa e ferita. E neanche allo Yotsuki che l’aveva cacciata in quel budello di cunicoli presidiati da cenere, insetti e morte ma sorrideva al solo pensiero di sapere che la sua vendetta era più vicina. Ad ogni passo, unghiata, ad ogni insetto carbonizzato si avvicinava sempre di più all’uscita…e alla sua vendetta!
Solo questo contava e solo questo importava. Occhi come pozzi neri in cui brillavano due fuochi rossi; un ultimo scatto con un corpo martoriato, ferito e sanguinante; la forza al limite, il respiro affannato e gli occhi che vedevano un mondo grigio e smunto…ma non si sarebbe arresa. Non ora; non adesso; non quando una fievole luce era comparsa tra decine e decine di insetti. Quella luce stava a significare che era vicina all’uscita e non si sarebbe arresa ora. Non contava nulla per lei né le promesse né i debiti ma l’orgoglio…l’orgoglio quello si. L’orgoglio di essere una salamandra, di essere una guerriera, di essere invincibile e di essere mille volte superiore a quegli essere senza midollo spinale né volontà. Erano schiavi, succubi di una volontà altrui ma lei…lei era schiava solo delle sue passioni, dei suoi desideri e della sua volontà che ora la spingeva – come se dietro di lei vi fosse un mare in tempesta – verso quell’uscita.
Il magma. Un urlo. Artigli e sangue. Zanne su quel corpo e poi…il sole. L’aria fresca, libera di un mondo mai domo che con coraggio ancora combatteva per la loro libertà, per il loro diritto di vivere e che si erano guadagnati di fronte agli Dei.

Un ringhio selvaggio; il sangue; le ultime forze concentrate solamente per il suo obbiettivo; occhi che brillarono e un pensiero. Un pensiero che rimase suo e poi svenne. Ithaqua non partecipò alla battaglia finale ma dette, forse, una speranza. E questa vale più di ogni tecnica segreta, Jutsu o rango. Ithaqua si era dimostrata ancora una volta degna della fiducia dell’eremo, degna del loro orgoglio e della loro stirpe…



Gyaku Kuchiyose no Jutsu!




[…]






- Dobbiamo bruciare i cadaveri!
Disse lapidario Reshef.

Un altro, l’ennesimo, problema come se non c’è ne fossero troppi. Ryu passava tra quei corpi, osservandoli e rendendosi conto che i guai erano solo all’inizio: i cadaveri dei ninja punti dalle api avevano cominciato a gonfiarsi orridamente e ad emettere un odore putrido. I segni delle punture si fecero grossi e bianchi e se si rompevano usciva un viscoso liquido simile a pus, solo completamente bianco e pieno di strani puntolini neri. Ma senza medici chissà che diavoleria era mai quella…

Non vorrei farlo ma… che alternative avevano?

- Chissà che diavoleria è mai questa! Non possiamo rischiare pantera

- Non è questo a preoccuparti vero?!

La Grande salamandra Bianca comparve di fronte a lui e lo guardò intensamente.

Già una volta ho avuto a che fare con qualcosa di simile…e il risultato non è stato piacevole affatto! Ma senza medici non possiamo neanche capire di che si tratta…ma conoscendo Watashi e sapendo quali assurde diavolerie sia capace mi aspetto di tutto. E poi un pensiero: “ È importante pulire “dopo”. Se poi non pulisci succedono pasticci. Malattie, parassiti... si nasconde di tutto in mezzo allo schifo.”
Le parole di Akinobu…era nipote di Shiroko e, per quanto odiasse Shiroko, il suo buonismo, il suo essersi paragonata ad un Dio, sapeva anche che non era stupida ma accorta e intelligente. Perché metterlo lì a guardia dei Confini? Gli faceva male la testa e non riusciva a mettere a fuoco bene la situazione: una mano davanti al viso e occhi fissi per terra. C’era qualcosa che non andava…

Siamo in trappola e contro qualcosa che non conosciamo…mi sento inutile…perché non riesco a trovare una soluzione o forse c’è l’ho davanti agli occhi e non mi viene in mente. Quanti devono ancora morire? si girò verso le porte.

Ho sempre pensato questa guerra come ad una guerra personale ma…

Ma capisco che bisogna trovare la forza di reagire alle avversità e che ho una responsabilità verso tutti questi uomini. Sono debole…sono fragile…sono solo un uomo…ma proprio da questa mia debolezza…proprio dalla debolezza umana che forse potremmo riscattarci. Sono felice di essere fragile…sono felice di essere umano… Quella guerra lo stava ponendo di fronte a mille avversità eppure ancora il suo spirito non cedeva: era fragile, era solo un uomo – meglio dire un ragazzo – ma combatteva conscio della sua condizione.

Generale! Cosa facciamo? Quali sono gli ordini?! una voce lo riportò al presente e non perso nei ricordi. Uno shinobi dell’alleanza…una voce persa e sentì in quella voce le mille altre che portava con sé: di un intero esercito sotto il suo comando. Poi cercò lo sguardo di Reshef – come di un padre quasi – e sorrise perché sapeva quello che doveva fare: dovevano essere prese delle decisioni e solo lui poteva sopportare il peso di questa responsabilità, di questo potere perché proprio dal potere, da un grande potere, derivano grandi responsabilità.
Respirò profondamente e a chiare parole, scandendole, dette l’ordine.

Bruciate i cadaveri! Ci perdoneranno, credo, quando li rincontreremo…

Ma le parole di Akinobu forse nascondevano più di quello che all’apparenza volevano dire. La cenere, quegli insetti, lo sporco e quelle strane putrescenze sui cadaveri…perché volevano che aprissero le porte?
Dal loro attacco si vedeva come sapevano, bene, come attaccare e in che modo farlo, così come metterli in difficoltà…perché chiedere di aprire le porte? Per pazzia? Ma anche no! Si trattava di un Dio non di un pazzo e di chi era quell’enorme chakra oscuro che aveva avvertito? Il suo istinto lo stava avvertendo di un pericolo imminente ma che era avvolto dall’ombra e dalle nebbie: Akinobu forse sapeva cosa fare ma la sua mente era a pezzi mentre nemici misteriosi si erano profilati all’orizzonte.
Era dubbioso infatti che per manovrare tutti quegli insetti il suo chakra funzionasse sia come radar che come catalizzatore…se così era ogni mossa che facevano veniva studiata e soppesata con largo anticipo mentre loro non sapevano che cosa e con chi, soprattutto, avessero a che fare. In più c’era il problema dei cadaveri; erano, ovunque la si guardasse la situazione, in trappola. Se il loro intento era di aprire le porte, per chissà quale ragione, l’avevano ottenuta….ma forse un attacco a sorpresa poteva ristabilire un equità e attaccarli direttamente, ingaggiare combattimento, poteva essere una soluzione: non potevano continuare a subire e a prendercele!
Anche han e Reshef erano dello stesso avviso così come l’intero eremo: preferivano morire in battaglia piuttosto che sotto terra per mano di un nemico invisibile. I loro occhi erano seri, il loro cuore fermo la loro volontà ruggente come il magma: non si sarebbero arresi e se volevano le loro vite…bè sarebbero morti vedendo per l’ultima volta il cielo.
Avrebbero aperto quelle porte, avrebbero combattuto – forse- vinto o forse no. Forse non avrebbero più rivisto le loro case ma avrebbero difeso quello che di più prezioso ha l’uomo: la sua vita e la sua libertà. La libertà di scegliere, la libertà di vivere, la libertà di camminare su quella terra che si erano guadagnati senza essere schiavi di chicchessia. Avrebbero combattuto e le loro vite avrebbero suonato tutte insieme per l’ultima grande battaglia.
L’eremo non era per stare fermo, impassibile, come un vecchio elefante che attende la morte: se la morte doveva scendere su di loro li avrebbe visti con le armi in mano, gli artigli ricolmi di veleno, ferite sul corpo sopra un mucchio di cadaveri! Se volevano le porte allora dovevano rischiare la loro vita: guardandoli negli occhi, incrociando le armi con tutti loro. Forse non poteva salvare tutti, forse molte delle sue sorelle e fratelli non gli avrebbe più rivisto, così come i suoi amici perché non era un Dio – e non voleva esserlo – e lo sapeva tutto questo.
Sapeva anche che non era in suo potere ma poteva ancora combattere con le armi in pugno: forse per narcisismo, per egoismo, per quella voglia che mai lo abbandonava di scontrarsi contro chi era più forte di lui, solo per il gusto di combattere e risentire il ruggito del suo animale totem…forse per tutto questo o forse per altro ma per quanto watashi picchiasse forte, per quanto fossero forti i suoi servi lui si sarebbe alzato avrebbe impugnato le sue armi, la raiton sarebbe sfavillata lucente come non mai e avrebbe dato guerra!

Dette rapide disposizioni: per la prima volta si comportò seguendo le responsabilità della sua carica. Mandò con i genin alcuni chunin e gli dette alcuni ricetrasmittenti per comunicare con lui: non si fidava di quei cadaveri e il ricordo di quel villaggio, dei suoi abitanti tramutati in mostri era ancora impresso nella sua testa. Voleva sapere se ci fossero state problematiche e dette ricetrasmittenti anche ai capitani delle varie divisioni: in mezzo alla battaglia sarebbe stato problematico comunicare e in questo potevano comunicare e dirigere meglio gli attacchi e gli sforzi e avvertirsi dei pericoli o se servivano rinforzi in vari punti. Spiegò il suo piano e informò i comandanti delle divisioni cosa aveva scoperto e quali fossero i nemici che da dietro le quinte manovravano quell’esercito. Il suo sguardo era fermo e la sua voce atona e poi il suo sguardo si perse lontano. Un momento solo. Un pensiero espresso sottovoce…

Sbrigati amica mia… Si. Il tempo era tutto e l’aria poteva terminare da un momento all’altro.


Le salamandre si posizionarono in prima linea. Tutto era pronto e si voltò per l’ultima volta verso ognuno di loro, verso tutti i suoi uomini e le salamandre.

Devo essere sincero…combattere con voi è stato un onore! Quando apriremo le porte combattete come avete dimostrato… E si tolse il mantello dell’aka: la fascia rossa di Hani al braccio, le bende da combattimento e un ultimo pensiero…avrebbe combattuto come uno shinobi e un uomo qualunque. Non c’erano né copri fronte né mantelli; non esisteva né akatsuki né Furikami ma solo uomini che si battevano per la prima volta uniti!

Grazie per aver combattuto al mio fianco…fratelli!

Le ultime parole di Ryu: il fumo lo avvolse – così come tutte le salamandre – che sparirono davanti ai loro occhi e si ritrovarono sul ponte.
Ithaqua ce l’aveva fatta ora il grosso spettava a loro: Reshef ruggì con tutta la sua collere mentre Han e tutto l’eremo iniziarono la loro battaglia. Uno scontro frontale come amavano fare senza remore, senza pietà, senza dubbi solo con forza, risate selvagge e una forza ruggente come un vulcano. Han e Reshef sorrisero malevoli: la salamandra Bianca sembrava molto più giovane ora, le sue cicatrici molte di meno e quegli occhi erano come vulcani in ebollizione, splendevano quasi e si specchiarono in quegli di Reshef.
Tra fuoco e magma le due salamandre più forti unirono le loro forze per il bene comune: come tempo prima han unì le salamandre sotto un'unica bandiera, sotto un'unica egida, così ora Reshef e il Grande saggio univano le loro forze a quelle degli Shinobi. In un ultimo, orgoglioso impeto di vittoria.





- Andiamo a prendere le loro teste!

Andiamo! Lucertolone bello! Se devo morire almeno vedrò in azione per l’ultima volta il signore del magma!

- Morto te ne sceglieremo un altro…tranquillo! Ma ora andiamo! Che tutto quell’immobilismo mi ha fatto addormentare i muscoli… ruggì mentre schiacciava qualunque cosa si frapponesse tra lui e il suo obbiettivo e guardò quel ragazzo.
Combatteva e non si risparmiava: ogni suo colpo era forte ma quegli occhi erano selvaggi come quel giorno…come in quella battaglia…e così come allora così oggi. Reshef ringhiò e vomitò fiamme e magma di fronte ai suoi nemici e poi guardò Ryu: mastodontico e fiero il Sire dell’eremo lo guardò e un brillìo strano vi fu nei suoi occhi. Forse un accenno di sorriso?! Forse per la battaglia che lo stava soddisfacendo…forse…ma in ogni caso fu un attimo e poi

- In groppa girino! Andiamo a staccarli le teste!

E mentre Ryu saltava in groppa, e vedendoli combattere insieme nessuno avrebbe mai detto che tra quei due vi era un rapporto di odio e amore tanto erano affiatati, le salamandre, aiutate da Han, iniziarono a fare pressione sul nemico per cercare di respingerlo: in modo tale da permettere agli shinobi di aprire le Porte e iniziare la vera battaglia.




//La strategia è questa: le salamandre vengono richiamate sul ponte da Ithaqua e senza neanche pensare troppo partono all’attacco. Già da prima avevano fermato l’attacco con il veleno per rendere l’aria respirabile a tutti e cercano di spingere gli avversari lontani dalle porte e dal ponte. Sia han che Reshef uniscono le forze e creano una Jutsu combinata per rendere più facile questo obbiettivo; se ci riesco le porte si apriranno e inizia la vera offensiva.

Ho diviso l’esercito in divisioni, in modo tale che tutti possano avere chiari i loro obbiettivi: la prima divisione è formata da attaccanti puri. Per cui loto, kaguya, hyuga, inuzuka, le sette spade di kumo, akimichi tutti espansi e belli grossi, tai user e buki user. Dietro di loro vengono gli Yotsuki. La divisione aerea è formata dagli argillosi che cercheranno di colpire – di fatto sono i primi ad uscire – le retrovie dell’esercito grazie alle loro cavalcature d’argilla. In groppa con loro ci sono un sabbioso o uno del ranton in modo tale da proteggerli da eventuali attacchi alati e massimizzare la loro offensiva dall’alto. In caso andranno a scontrarsi con gli insetti volanti.
La seconda divisione viene dietro alla prima: ci sono tutti manipolatori di elementi per la lunga distanza. Vanno in coppia per massimizzare gli effetti dell’elemento debole. Per cui il clan dei ventagli sarà vicino ai manipolatori del katon, chi ha l’acqua starà vicino a chi ha il fulmine o la terra. Gli yuki cercheranno di ghiacciare i nemici mentre lo Yoton della lava lavorerà a stretto contatto con le salamandre per aumentare la potenza dei ninjutsu di lava. Gli shakuton, gli aburame( se ci sono tenterei anche uno scontro insetti contro insetti e capire di che cosa sono formati quest’ultimi e se nascondono bastardate). Anche il clan della sabbia darà il suo contributo in attacco cercando di intrappolare, schiacciare, sprofondare - senza dimenticarsi mai di difendere gli alleati obbiettivo primario – quanti più insetti possibili. La gomma invece tenterà di bloccare l’offensiva degli insetti e rispedirla indietro dando ai genjutsari – questa è l’ultima divisione – il tempo per mettere in atto la loro offensiva.
Gli uchiha tenteranno una soppressione del demone sul quartetto per tentare di destabilizzarli e permettere a Reshef e Ryu un primo colpo sicuro. Anche perché in questo modo il controllo sugli insetti dovrebbe cedere –spero.
Con loro ci sono yamanaka e tutti quelli che possono disporre di genjutsu, insieme ai nara in modo tale da proteggerli e passare poi al contrattacco.
Con un occhio sempre alle proprie spalle: il fatto che i cadaveri abbiano quei sintomi ricorda a Ryu una sua missione dove gli infetti si trasformavano in progenie per cui non si fida di e conscio della sua precedente missione avverte chi è nelle retrovie di guardarsi le spalle. E dà anche a chi và con i cadaveri un auricolare in modo tale da tenersi costantemente in contatto.

Tengo lo yoton della gomma i manipolatori del Doton e chiunque abbia buone capacità difensive dietro sia per dare supporto agli attaccanti sia, eventualmente, per proteggere una ritirata se le cose dovessero andare malissimo e tentare di ristabilire una testa di ponte e asserragliarci per resistere. I marionettisti daranno il loro contributo con i loro marchingegni e attaccheranno anche loro da lontano come ninjutsari e tenteranno qualche sorpresa stile burattinaio malevolo. Se è possibile i genin daranno supporto o si metteranno a manovrare le macchine d’assedio, oppure faranno da staffetta in mezzo a stò casino per coordinare ancora meglio il tutto disgraziatamente qualcuno dei capitani delle divisioni dovesse suonare l’arpa su una nuvoletta( mi sembra una sceneggiatura da film di guerra!)
Ogni divisione è capitanata da un Jonin con un auricolare in modo da coordinare meglio attacchi e difese e la divisione aerea potrà dare una mano stile vietnam e napalm!

Se tutto và come spero e riusciamo a rispedirli indietro e a penetrare profondamente nel loro esercito, Bethor assume il comando delle salamandre, mentre Han e le due evo di supporto si staccano andando dal quartetto. Così cercano di distrarli e non permetterli di potersi coordinare e attaccare e difendere.
Le salamandre sono in primissima fila e combatteranno con tutte le loro forze e non retrocederanno di un passo, secondo loro natura, ma per la prima volta faranno fronte compatto con gli shinobi aiutandoli, proteggendoli e cooperando per la vittoria.

Credo ci sia tutto e speriamo di non rimetterci le penne ^^//
 
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view post Posted on 10/2/2014, 02:45
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Qualcosa iniziò a mutare. Finalmente la situazione sembrò sbilanciarsi in favore dell'esercito di Shinobi che iniziò a far razzia di quegli insetti che diminuivano man mano che la battaglia continuava, lasciando riempire quella galleria sempre più di polvere e carcasse. Per quanti nemici riuscissero ad abbattere infatti, le vittime erano smisurate così come i feriti... Erano stati colti alla sprovvista, nessuno di loro avrebbe potuto immaginare un attacco del genere ne tantomeno che Watashi potesse mandare loro un esercito formato da esseri così ripugnanti ed orripilanti capaci di infilarsi in ogni pertugio possibile. Le vespe e quelle api dai pungiglioni pericolosi erano però la preoccupazione maggiore, poche punture avrebbero causato una morte veloce e dolorosa, per questo Ashi cercò di non farsi minimamente sfiorare da quelle creature che iniziavano ad avere la peggio. Qualcosa o qualcuno aveva ridotto la loro carica verso l'interno, riusciva ad udire la battaglia riversarsi all'esterno di quelle porte, ma era troppo impegnata ad affettare e carbonizzare quegli insetti per poter badare all'eremo e soprattutto a Ryu. L'aveva perso di vista ormai, ma non era preoccupata per lui. Era forte, così come lo era Fuyuki. Lui avrebbe protetto Chiaki, mentre per quanto riguardava la giovane Kunoichi dalla chioma corvina... Lei avrebbe badato a se stessa da sola, sebbene un ragazzino nel quale era inciampata le aveva appena proposto di coprirsi le spalle a vicenda. Stizzita lo squadrò da capo a piedi, evitando di rispondergli sarcasticamente o anche solo gelidamente riguardo quell'alleanza che in quegli attimi di battaglia era l'unica soluzione per poterne uscire indenni.

- Od io coprirò le tue... -

Continuarono a combattere, la ragazzina usando la sua Katana ed il Katon per limitare la vicinanza con quelle bestiacce mentre quell'Uchiha servendosi dello Sharingan per muoversi più agilmente. Ashi aveva riconosciuto subito quegli occhi cremisi, ma ciò che non aveva mai notato in se stessa era l'aspetto agghiacciante che quella dote innata donava loro... Tutti erano concentrati nella battaglia, scontro nel quale finalmente entrò in campo Ryu. Con un balzo passò dinanzi la Kunoichi, che riconoscendo subito il suo eremita ne restò ancora una volta affascinata. Non era la prima volta che lo vedeva combattere, ma pur apprezzando la sua forza ed il suo carisma, non riuscì a trattenere perlomeno mentalmente uno dei suoi soliti commenti sarcastici...

- E' quasi peggio delle Salamandre... Quale migliore eremita per loro, se non Ryu... -

Il suo corpo era cambiato, la sua pelle mutata simile a quella delle sue alleate, ma Ashi non potè continuare a lungo a guardarlo... Doveva difendere la sua zona, eliminare il nemico e ripulire una volta per tutte quel tunnel ormai invaso dalla sporcizia ed un odore maleodorante. Alla fine ebbero seriamente la meglio, ognuno di loro aveva eliminato una quantità immensa di quelle emanazioni che sembrarono essere svanite nell'aria. Di loro non restò nient'altro che polvere, granelli che calpestavano tutti per poter correre in soccorso dei pochi ninja feriti e sopravvissuti a quell'ondata. Troppi erano invece i corpi riversi sul terreno, privi di vita e pieni di punture o morsi dovuti a quelle bestie fameliche ormai annientate. Era soltanto il principio però, al di fuori del portone si udiva ancora il suono della battaglia ma al momento la loro preoccupazione primaria era badare ai feriti. I medici sembravano essere svaniti nel nulla, probabilmente tutti caduti vittima durante lo scontro, e per quanto la ragazzina non fosse un'esperta in materia cercò di rendersi utile e soccorrere i più bisognosi nei quali incappava. Era stanca però, per quanto avevano avuto a che fare con quelle bestiacce? Nonostante la spossatezza però non si fermò un attimo, continuò a gironzolare medicando e rattoppando i suoi alleati per quanto le fosse possibile e con i pochi mezzi a sua disposizione, finchè qualcosa di anomalo iniziò a farle sentire sempre meno le forze... Inizialmente percepì semplicemente una leggera confusione mentale, ma addossò il tutto alla battaglia terminata da pochi minuti e le urla dei suoi compagni doloranti, che ancora le riecheggiavano nella testa. Non avrebbero potuto salvarli tutti, così come nessuno avrebbe potuto salvare loro dal soffocare lì sotto se qualcuno non avesse capito cosa stesse accadendo. Al leggero stato di stordimento si aggiunse ben presto anche uno spossatezza che la portò a muoversi molto più lentamente, fino a che le divenne quasi impossibile restare in piedi troppo a lungo. Poteva la stanchezza causarle così tanto disagio? Accantonando per qualche minuto la sua mansione da soccorritrice, si lasciò andare contro una parete strofinandosi gli occhi e respirando profondamente. Forse la puzza di sangue e qualcosa di indefinito che riempiva quella grotta iniziava a giocarle brutti scherzi, o semplicemente si trattava di stanchezza unita al suo stato emotivo vacillante. Perfino i suoi occhi smeraldini sembrarono perdere delle funzioni essenziali... Qualche colore iniziò ad apparirle differente, così come delle piccole macchioline nere le apparvero dinanzi alla vista che iniziava a farsi sempre più confusa. In un primo momento pensò addirittura si trattasse di ombre, forse dovute alle torce appese alle mura, ma nulla si muoveva se non i suoi alleati che iniziarono a far sollevare un chiacchiericcio maggiore. Udì soffocate perfino le loro voci, prima che si decidesse nel rimettersi in piedi per capire cos'altro stesse accadendo. Quell'odore nauseabondo che aveva iniziato a sentire era legato ai cadaveri dei loro caduti, che non solo presero a gonfiarsi inumanamente ma a presentare lungo la pelle dei bozzi enormi e viscosi dai quali iniziò a fuoriuscire un liquido bianco che copiosamente ricadeva su quei corpi senza vita.

- Cosa diavolo sta succedendo? -

Portandosi una mano sul naso e la bocca, la ragazzina dovette combattere contro l'istinto di rimettere a quella visione scioccante e nauseante. Non poteva credere che i corpi dei loro compagni fossero ridotti in quelle condizioni... Non solo dovevano convivere con il senso di colpa per non averli potuti aiutare, ma adesso non avrebbero avuto più dei corpi da poter riportare alle loro famiglie. Per timore che quella reazione fosse una macchinazione di Watashi, Ryu giunse perfino ad un atto estremo. Bruciare i cadaveri. Ashi avrebbe voluto contestare quell'ordine, ma quale altra alternativa avevano? Quei corpi ormai irriconoscibili non avrebbero potuto più tornare dai loro cari, non col rischio che quella sostanza purulenta potesse essere nociva o pericolosa. Se il veleno iniettato dai pungiglioni di quegli insetti aveva causato ciò, non avevano altra alternativa che liberarsi di tutti i loro compagni che avrebbero sicuramente capito, ovunque adesso fossero. I cadaveri vennero lentamente impilati su dei carri, erano tanti, troppi per poter essere arsi in quella grotta in cui l'aria sarebbe venuta ancor meno a mancare... Ma tutti non erano ancora a conoscenza di quel problema, che sicuramente avrebbe portato l'Uchiha a risentirne maggiormente se non avesse deciso di offrirsi come volontaria per seguire la carovana. Sebbene sentisse ancora il suo corpo poco collaborativo e la mente offuscata, pensò che probabilmente camminando e lasciando quel luogo di morte avrebbe ritrovato lucidità e stabilità... La Kunoichi si ritrovò a risalire verso Kumo, con un'andatura molto più lenta del normale e ritrovandosi vicina a quello Shinobi di Konoha col quale aveva combattuto poco prima. Anche lui era nelle medesime condizioni? Non gli riservò comunque molte attenzioni, ne tantomeno instaurò un dialogo con lui anche solo per chiedergli se sentisse anche lui quella stanchezza che iniziò a sfumare lievemente man mano che la loro risalita si faceva più vicina alla cima del tunnel. Arrivati nei pressi del punto prestabilito, una fessura nella montagna permise loro di osservare perlomeno un pezzo di cielo. Alzando il viso verso quella fessura, Ashi riuscì a scorgere nitidamente le sfumature violacee di quelle nuvole che avevano ricoperto l'esterno, ma non ci fu bisogno di formulare ipotesi sul perchè il cielo fosse tinto da quel colore che aveva da sempre rappresentato Watashi in quegli ultimi anni.

- Chissà se finirà mai... -

Sospirando lanciò un'occhiata verso uno di quei carri, lì dove i corpi ammassati dei suoi compagni giacevano senza vita... Avrebbe potuto esserci anche lei fra loro, pronta ad essere bruciata per il bene comune, ma ancora una volta era riuscita a scampare al pericolo. Forse per fortuna, non si sentiva così forte e temeraria per poter attribuire la sua salvezza alle sue capacità ancora di per sè limitate. Superato un ponte in pietra, si ritrovò in una piazza dalle mura fortificate... Lì avrebbero detto addio ad i caduti che iniziarono ad essere ammassati in delle pire, per poi servirsi del fuoco ed iniziare il lento processo di inumazione. La vista di quello scempio portò Ashi a rabbrividire, nonostante cercasse di fingere di non esserne dispiaciuta od intaccata, il solo immaginare che tutti quegli Shinobi non sarebbero tornati a casa riuscì a farla rabbuiare maggiormente in viso mentre aiutava i suoi compagni in quel triste compito. Quanti altri di loro avrebbero perso la vita nel vano tentativo di sconfiggere una volta per tutte quel Dio?

 
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view post Posted on 10/2/2014, 03:23




//scs per il mini post ma oggi lavoro mi ha distrutto//

Nonostante le richieste del giovane Senju e la professionalità che stavano mostrando i vari comandanti ed ufficiali c'era tuttavia una piccola confusione generale. Chi si limitava di dare ordini a destra ed a sinistra, chi invece correva all'impazzata ovunque senza nemmeno sapere cosa stesse facendo, chi invece stava agonizzando a terra, in preda alle allucinazioni dovute dal forte dolore, altri invece morivano nell'indifferenza assoluta, abbandonati a loro stessi e soli, spiravano per l'ultima volta. Katai si trovava ancora al centro di comando, non erano passati che un paio di minuti quando un corriere aveva fatto rapporto circa le condizioni nelle gallerie, nulla da fare occorreva tutto l'aiuto possibile, così il ninja di Konoha armato di speranza si buttò a capofitto giù per le scale prima ed in gran velocità si diresse verso le gallerie. Qui si trovò difronte ad una scena raccapricciante, la devastazione era tale che a malapena si riusciva a capire qualcosa, tutto era stato distrutto, innumerevoli i cadaveri da entrambe le parti, un vero e proprio massacro. Il ninja proseguì ancora più in là, nelle profondità delle grotte, dove la luce era fiocca e la visibilità era scarsissima a causa della fitta coltre di fumo derivata dai vari fuochi accesi. L'istinto di sopravvivenza era tale da sopraffare qualunque emozione dettata anche dalla più nobile delle intenzioni. Lì sotto si continuava a combattere anche se sembrava che l'attacco nemico fosse stato in qualche modo rallentato, nonostante le ferite, arti recisi, nessuno aveva intenzione di mollare. Katai si avvicinò ad un giovane ragazzo di non più di 15 anni, era chino sul corpo esanime di un altro ragazzo.

Devi lasciarlo andare è morto. Su forza ti auto ad alzarti

Katai lo prese per un braccio e notando che non aveva alcuna arma con sè decise di consegnarli uno dei suoi tanti kunai.

Ecco tieni, ti servirà

Stava per dare l'arma, quando una di quella vespe giganti lo colpì in pieno, nell'impatto nessuno dei due sopravvisse. Il ninja non riusciva a credere ai propri occhi di quello che era appena accaduto

Veramente?...Dannazione quella era proprio la sua ora. E così alla fine me ne sono andato via dalle feritoie per ritrovarmi qui, ancora un'altra volta nella mischia, ma quando tutto questo avrà fine?

Non c'era tempo dei ma e dei sè, la sua attenzione fù richiamata altrove quando un medico gli si presentò affianco per chiedergli aiuto

Ho bisogno del tuoi aiuto

Katai aveva iniziato a tossire in continuazione, quasi gli era difficile parlare

dannato, questo fumo, non riesco a respirare, che genere di aiuto ti serve?

Dobbiamo portare fuori tutti i cadaveri degli alleati e li bruceremo all'esterno, una parte dell'unità medica è all'esterno che sta allestendo i punti per i roghi, senti per caso non è che ai visto l'altra unità?

Si, sono alle feritoie

Perfetto, prima di darmi una mano, che ne diresti di andare ad avvertirli, almeno per avere qualche aiuto in più

I due continuavano a discutere mentre si aiutavano a vicenda per trasportare quanti più corpi all'esterno

Non credo che sia possibile

e perchè no?

Sono tutti morti

Dannazione!

A proposito, vi abbiamo considerato per dispersi, che fine avevate fatto?

Ci siamo separati per poter curare quanti più feriti che potevamo, però una delle grotte era crollato il soffitto e ci siamo rimasti intrappolati lì dentro, abbiamo perso altri due medici prima di riuscire a trovare una via di fuga, fortunatamente siamo riusciti ad aprire un varco tra le macerie poi prima di andarcene lo abbiamo richiuso con dell'esplosivo che abbiamo trovato lì a terra

fortunati allora

Guarda non me ne parlare, è un disastro, mai vista una cosa del genere, eccoci qua lì c'è l'uscita

I due si avviarono verso la più vicina uscita, non appena Katai mise un piede fuori, smise quasi del tutto a tossire e ricominciò di nuovo a respirare a pieni polmoni. Si era lievemente rilassato. Seguendo le indicazioni dell'unità medica, iniziarono a caricare i corpi sopra alcune cataste di legno e di lì iniziarono a ammassarli gli uni sugli altri. Katai si stava rendendo utile per quanto poteva e provvedeva a procurare il legno necessario per la cremazione, intanto ad alcune pile erano già state appiccate con il fuoco e l'odore di carne bruciata si stava diffondendo nell'aria, l'odore sgradevole e penetrante ad alcuni faceva venire la nausea mentre altri che si erano seduti per riposarsi un pò vomitarono. Non era proprio un bello spettacolo, non c'era il tempo di compiangere i morti ne di dargli una degna sepoltura, il tempo l'unica cosa di cui avevano bisogno. Per quei dieci, quindici minuti nei quali si stavano bruciando i corpi, anche Katai si sedette per riposarsi un pò, non sapeva quando gli scontri sarebbero ricominciati e guardando quelle pile di corpi bruciare, la sua mente era campeggiata da pochi pensieri. La guerra è guerra, e la sofferenza è tanta.
 
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view post Posted on 12/2/2014, 16:33
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//Chiedo scusa sia per il ritardo sia per il post orrido, purtroppo mi mancano le forze fisiche e mentali ultimamente.. //

Il tempo scorreva senza mai fermarsi e la battaglia raggiunse il suo apice, molti furono i caduti, le loro salme senz’anima si adagiarono sul terreno duro dando un ultimo saluto a quel mondo materiale, un mondo che gli aveva traditi e che aveva permesso all'abbraccio oscuro di Watashi di portali con sé, lontani dal caldo tepore delle persone amate, era questa la guerra? L’uchiha stringeva con forza e rabbia l’elsa dell’Himogatana, per ogni insetto ucciso ve n’era uno nuovo a prendere il suo posto, logorando e alla lunga sfinendo corpo e mente. La figura del ragazzo si mosse agile, una determinazione man mano crescente si impadronì del suo corpo, improvvisamente non vi era più nessuno, si dimenticò di tutto e tutti, compresa quella ragazza tutta pepe che poco prima gli era arrivata addosso, erano solo lui e il suo nemico, due forze che si contrastavano, rumore di lama che trafigge le carni, gemiti di dolore e morte.

Ormai siamo quasi alla fine dei giochi, mi rifiuto di credere che Watashi ci dia così tanta libertà..



Pensò tra se e se mentre anche gli ultimi esseri vennero sconfitti dai colpi dell’alleanza, fu proprio in quel momento che il capo della divisione, il Mukenin Hyou passò sopra la nuca dell’Uchiha, il suo sguardo era quello di chi amava uccidere, sembrava quasi che si stesse divertendo, come se non sentisse il peso dei morti sulle proprie spalle, com’era possibile? Ormai senza speranze rilasciò stancamente un sospiro, non doveva preoccuparsi per lui, erano alleati e come tale sarebbe stato costretto a guardargli le spalle, mettere da parte il suo odio per un fine comune.. Probabilmente Ayumi sarebbe stata d’accordo, era lei il vero problema, non riusciva a togliersi dalla mente il pensiero che potesse essere in pericolo, nonostante lei fosse di gran lunga più forte non desiderava altro che proteggerla, esser lì e sostenerla in un momento così delicato.

Devo smetterla di farmi tutti sti trip mentali inutili, non sono affatto salutari.



Con la fine delle ostilità le iridi dell’Uchiha riacquistarono il loro colore originario, incalcolabile il numero di corpi ormai riversi sul terreno, in ognuno era ben visibile l’espressione mista di dolore a paura, ancora non credeva di esserne uscito illeso, non potè abbozzare un mezzo sorriso che quasi non riuscì a mantenersi in piedi, le gambe tremarono, le forze lo abbandonarono e sentì tutto intorno muoversi senza controllo, aveva voglia di dormire e riposarsi, inizialmente pensò che la causa fosse lo Sharingan, non era abituato a quel nuovo stadio e non era troppo strano che gli prosciugasse le energie, basti pensare a quanto era stato costretto a farne uso.
In guerra non c’era tempo per riposarsi, la lezione primaria per un buono shinobi, vi erano un gran numero di feriti e stranamente i medici sembravano svaniti, imprecò mentalmente poco prima di preoccuparsi di quei poveretti, sul loro corpo erano ben visibili i segni delle punture d’api ben più letali dei loro simili naturali, grosse “bolle” dalle punte bianche che non aspettavano altro se non implodere su se stesse.


- Ho bisogno di oggetti appuntiti e delle bende, mh.. Spiedi! Qualcuno ha degli spiedi? -



La richiesta fu chiara ma solo una bassa ragazzina dai capelli scuri si decise ad aiutarlo, aveva il corpo leggermente ricurvo in avanti e le spalle timidamente strette, quasi volesse farsi piccola, per un attimo gli ricordò di una ragazzina incontrata quello stesso giorno, una Hyuga sin troppo dolce e gentile per esser considerata una Kunoichi.
Kazuto non era mai stato avvezzo alle arti mediche, al contrario le aveva sempre scansate quasi fossero un morbo da cui allontanarsi, fortunatamente però conosceva le basi più comuni e fu grazie a quelle che potè dare un minimo aiuto ai feriti, reggeva delicatamente lo spiedo con la punta rivolta verso il basso per pungere le bolle, quando ciò accadde un strana e viscida sostanza solcò la pelle già martoriata del poveretto, rapido l’Uchiha fece l’unica cosa che poteva, si strappò la lunga manica dell’haori e andò a ripulire lo sporco intorno alla ferita, era fondamentale essere il più efficiente possibile.


Bruciare cadaveri, questa guerra si mette di bene in meglio devo dire..



Pensò sarcastico tra se e se quando gli ordini raggiunsero le sue orecchie, era l’unico modo per tenersi lontano dalla battaglia, era sopravvissuto al primo attacco ma non poteva non sentirsi un peso, era un semplice genin, qual migliore compito se non occuparsi dei morti? A testa bassa seguì il resto del gruppetto, era così intontito che non si accorse della presenza della ragazza al suo fianco, riusciva solo a seguire i movimenti degli uomini innanzi a lui, libero da preoccupazioni e pensieri.
Raggiunsero in breve il luogo in cui avrebbero salutato i caduti, lì un pezzo di cielo fece da spettatore silente a quel macabro teatrino, quello fu anche il momento in cui l’aria tornò ad ossigenargli il cervello, un po’ come se si fosse svegliato da un brutto incubo.
Il ragazzo dai capelli corvini rilasciò un forzato respiro, la puzza di morte gli aveva impregnato le narici ed e rendeva difficile rielaborare la situazione, in breve solo il rosso fuoco fu l’epilogo all’eterna pace..
 
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Belfagor90
view post Posted on 12/2/2014, 16:37




Una carica improvvisa dopo aver sfruttato la tecnica del richiamo inverso. Una tattica azzardata e poco prevedibile, ma ciò non voleva dire che i nemici non sperassero in qualcosa di simile. Mentre l’Eremo imperversava e l’esercito alleato si riversava a fiumi fuori dai cancelli finalmente spalancati, le labbra rinsecchite dello scheletrico ambasciatore alzarono gli angoli verso l’alto in un sorriso compiaciuto.

Come c’era da aspettarsi. Alla fine il prolungato assedio li ha costretti ad uscire se non volevano incontrare una fine lenta e agonizzante. In fondo è un peccato, in questo modo la morte di molti sarà troppo rapida... non trova, mia signora?



Nel dirlo si rivolse all’unica donna del gruppo, un esemplare femminile così bello da togliere il fiato, coi suoi capelli dorati e la pelle perfetta, ma che al tempo stesso trasudava un’aura malvagia come pochi. Era la Tentatrice, l’Araldo di Watashi capace di piegare le menti degli uomini col sesso e il desiderio per fargli tradire famiglia e patria. Moltissimi avevano provato le dolcezze del seguirla, ma pochi erano sopravvissuti a lungo ai suoi capricci. Era lei che era stata incaricata dal falso Dio di prendere una delle difese più possenti di quel villaggio e per farlo aveva usato l’astuzia di uno dei suoi servitori migliori.

-Devo ammetterlo, caro. La tua strategia ha portato frutti che sembrano pronti per essere raccolti. Una volta finito, avrai un premio...-



Davanti a quella voce ammaliante le schiene degli uomini che erano con lei ebbero un fremito di piacere... e di odio. Tutti loro bramavano il tocco di quelle mani e l’abbraccio della carne e si odiavano tenacemente l’un l’altro, invidiando i successi altrui così come godendo delle disgrazie dei loro rivali in quell’amore pericoloso e imprevedibile come le onde in una tempesta. L’uomo scheletrico, tuttavia, fu colui che ebbe la reazione più debole. A lungo era stato suo servo e questo lo aveva lasciato svuotato, molto lontano dall’uomo che era stato un tempo, ma nell’abbandonare il suo vecchio io aveva guadagnato un potere che non gli faceva rimpiangere il passato.

Troppo buona, mia signora.



-Non esaltarti troppo, Messaggero. Senza i miei insetti non avresti potuto far niente.-



Quella voce così simile ad un sussurro sommesso proveniva da un uomo coperto da un grosso mucchio di stracci. I vestiti che indossava erano così tanti e logori da rendere difficile perfino capire la sua anatomia, ma la cosa non colpiva l’osservatore quanto il terribile fetore che egli emanava. Tanto per fare un’analogia, era come se credesse che il metodo più efficace per togliere il puzzo fosse coprirsi con altri vestiti invece che lavarsi. Era lui l’Aburame in grado di controllare quell’oceano di creature abominevoli, da solo era capace di affrontare e mettere alle strette un intero esercito!

-I tuoi insetti stanno venendo massacrati in questo preciso momento come se niente fosse. L’unica cosa per cui sono buoni è trasportare la mia polvere!-



Un’altra voce, un altro personaggio. Stavolta si trattava di un uomo alto, magro, con capelli e occhi di un grigio spento, ma non era vecchio, anzi, era giovane e con un’aria beffarda e strafottente. Aveva solo l’espressione stanca, forse per l’enorme quantità di chakra e concentrazione che doveva richiedergli cospargere ogni singolo insetto creato dal suo “collega” con la misteriosa polvere nera che rimaneva dopo che ognuno di essi veniva ucciso. Darne in buona quantità ad ognuno di essi doveva essere un’impresa titanica, ma lui ci stava riuscendo egregiamente.

-Modera il linguaggio, dannato spazzacamino, stai parlando dei tesori che ho cresciuto per mesi interi in vista di un’operazione come questa!!-



-Su, ragazzi, non litigate. Dove sono arrivati i tuoi tesorini, caro?-



L’intervento della donna ancora una volta cambiò completamente la situazione. Li manipolava senza sforzo, erano suoi schiavi.

-Fin dentro i loro condotti dell’aria. È stata una buona idea fargli risalire quei cunicoli forzando un po’ il richiamo dell’esca, ma per qualche motivo sembra siano bloccati. Ad ogni modo basteranno anche solo quelli fuori per finire tutto l’esercito nemico in un colpo solo. Sembra che siano proprio usciti tutti a giudicare dal numero.-



Il giovane canuto scoppiò in una risata sguaiata.

-AHAHAH, che vengano, gli idioti! Certo non si aspettano che ciò che quegli scarafaggi stanno trasportando non è altro che la mia particolare Kayaku no Jutsu! Heimaru-sama qui presente li farà saltare tutti in aria con la mia miscela speciale di polvere da sparo!!-



Dunque era questo il terribile piano dei generali nemici... e Ryu ci era caduto dentro con tutte le scarpe! Avevano pianificato tutto: gli sciami d’insetti apparentemente infinito e l’attacco costante avrebbero spinto all’attacco anche il più prudente dei generali, dovevano solo aspettare che facessero una sortita quando sul campo di battaglia si sarebbe accumulata abbastanza polvere nera e a quel punto far saltare in aria tutto distruggendo tutto l’esercito con un’unica potente deflagrazione. Conquistare i condotti d’aereazione poi si era rivelata una fortuna imprevista, ma grazie ad essi potevano trasformare tutto il tunnel in un inferno infuocato. Nessuno si sarebbe salvato, neppure le retrovie: era una vittoria completa per Watashi!!
La donna si fece avanti guardando con delizia il mare di ninja che combattevano disperatamente per la riscossa, ma il loro impegno era una lotta inutile. In quel momento, tutto era finito.

-Heimaru-kun, mostrami come solo tu fai mangiare la polvere ai miei nemici. Voglio veder sparire quegli indegni con un boato di tuono tanto potente da far tremare il cielo e crollare le montagne. Mi mostrerai ciò che voglio, giusto?-



-AHAHAHAH!! Sarà un’esplosione abbastanza grande da bruciare pure Kumo! Non ti deluderò, pupa.-



Saltò davanti a tutti, fronteggiando la carica dei più potenti dell’Eremo delle Salamandre e del loro Eremita, un sorriso di superiorità sulle labbra che scatenò il ruggito furioso di Reshef.

-Va all’inferno, bestione. Crepa assieme a tutta la tua dannata specie!-

KATSU!!!



La montagna s’illuminò di una luce abbagliante. Ogni insetto brillò come una piccola stella per un attimo prima che quelle catene montuose vedessero il più grande cataclisma dai tempi della loro nascita quando la terra era giovane e violenta. Perfino Reshef e le sue salamandre, essere nati e vissuti nel cuore di un vulcano, vennero sopraffatti, sollevati, schiacciati e martoriati dalla potenza di quelle milioni di piccole esplosioni. Gli animali più rapidi e furbi capirono il pericolo in tempo e riuscirono a tornare all’Eremo con ferite non troppo gravi, ma per i lenti e la marea di Shinobi e Kunoichi che ancora combattevano non ci fu niente da fare. Ryu ebbe fortuna, l’enorme e pesante corpo di Reshef gli fece da scudo e la Modalità Eremitica lo rendeva più robusto, ma il terribile rumore e le fiamme lo avvilupparono comunque mentre volava in aria. Il suo corpo si sollevò come una bambola di pezza e viaggiò per centinaia di metri atterrando pesantemente contro il fianco di una montagna vicina.
Dietro di lui solo la morte. Tutti coloro che erano usciti con lui nella sortita erano morti. L’esercito alleato era stato mutilato e anche l’Eremo era stato decimato dal potere dei ninja traditori asserviti a Watashi. Solo i leggendari battenti d’acciaio e roccia resistevano ancora nella loro posizione, ma tutto il resto, finanche le nuvole in cielo, era scomparso.

Le Porte erano Cadute.



Ma nel successo c’era qualcosa che non faceva assumere al ninja della polvere. La montagna avrebbe dovuto rimanere completamente polverizzata, ma il suo potere gli dava totale dominio su qualsiasi tipo di polvere. Quello che percepiva era che il tunnel era saltato in aria solo per una cinquantina di metri dentro la montagna, mentre invece avrebbe dovuto essere molto di più. Ecco, lì i suoi sensori di polvere gli indicavano che l’esplosione era giunta fino ai quartieri di comando, eppure c’era ancora un manipolo di ninja sopravvissuti. Le retrovie, non si sa come, erano sopravvissute!!
Il disappunto e la confusione dovevano essere ben visibili sulla sua faccia perché il manipolatore d’insetti lo schernì.

-Qualcosa non va, oh incredibile Heimaru-sama?-



Il giovane fissò con odio il mucchio di stracci puzzolenti. Un gesto violento e la polvere dell’esplosione cominciò a vorticare attorno al corpo del suo rivale, infiltrandosi sotto i vestiti e facendolo urlare di dolore tremendo.

-Sentito la donna? TUTTI gli indegni devono morire. E chi più di te qui è indegno di LEI!?-



L’uomo si contorse nella frenesia di scappare, ma ora che tutti i suoi animaletti erano morti lui si trovava senza le sue armi predilette, mentre Heimaru era avvantaggiato dall’enorme polverone che poteva manipolare. L’uomo puzzolente lanciò un urlo d’aiuto, implorando la sua signora affinché lo salvasse da quell’attacco sleale, ma lei rise cristallina davanti al suo terrore calpestando tutto ciò a cui quell’uomo aveva sacrificato ogni cosa. E lo lasciò morire. Quando il vortice di polvere si dileguò del manipolatore d’insetti non rimaneva neppure un brandello dei suoi stracci puzzolenti.

-Finalmente l’ho ammazzato, non avrei sopportato la sua presenza un secondo di più. Com’è che si chiamava a proposito?-



La donna avanzò ancheggiando finché non si portò al suo fianco e gli passò le braccia attorno al collo baciandolo appassionatamente.

-Non ricordo. Tendo a dimenticarmi i nomi dei miei spasimanti quando mi stufo di loro. Grazie per esserti liberato di lui, mi hai risparmiato la fatica di toccare quel puzzone. Ora però se vuoi qualcosa di più devi andare a finire il lavoro, sento ancora dei respiri tra quelle macerie e non è ciò che mi hai promesso...-



Il sorriso soddisfatto del giovane si pietrificò.

-Non per molto, dolcezza. Conta fino a cento, no, a cinquanta e i loro cuori avranno smesso di battere, divorati dalla mia polvere.-



Si staccò da lei facendo svolazzare le vesti. Questo sembrò richiamare una grande quantità di polvere che si compattò sotto i suoi piedi formando una nuvola che lo portò in volo attraverso il campo di battaglia. La donna lo guardò partire con un sorriso soddisfatto sulle labbra. A quel punto il Messaggero, rimasto in disparte fino a quel momento, si fece avanti. Sapeva come sarebbero andate le cose adesso.

Mia signora, mi dica, come si chiama colui che è appena partito? Proprio non ricordo...



Lei si voltò verso di lui facendo ondeggiare i suoi perfetti capelli dorati e rispose candidamente.

-Sai una cosa? Neanche io. Ma dimmi, cosa ti piacerebbe fare adesso, tesoro?-



Lo sapeva. Anche quell’uomo era diventato inutile agli occhi della loro Padrona, ormai la conosceva. Dopo quell’enorme spettacolo pirotecnico lei doveva essere giunta alla conclusione che non avrebbe mai più fatto niente di più grande e incredibile, quindi ormai era semplicemente noioso. E dire che poco prima quel tipo pure urlato il suo nome, ma per lei ormai non valeva più nulla.

Andrò a sincerarmi che il generale sia morto. L’esplosione è stata tremenda, ma non c’è garanzia che sia morto davvero. Lei, mia signora, se vuole può venire con me...



Lei sembrò soppesare la cosa inclinando alternativamente la bella testolina, i lunghi capelli le ondeggiarono ad un ritmo ipnotico mentre compiva quel gesto apparentemente innocente.

-Sembra noioso, quindi no. Finora non sono riuscita a consumare nessuno e comincio a sentire un po’ di fame. Andrò avanti, magari rimarrà vivo qualcuno e potrò divertirmi con lui prima di ucciderlo.-



Il cavaliere ossuto s’inchinò.

Come lei desidera.



Un fischio e il suo destriero scheletrico fu accanto a lui, pronto ad essere montato. Montò in sella con un sol balzo ed ecco che già si allontanava a rapido galoppo verso il punto dove era atterrato Ryu. Lo avrebbe ucciso e sarebbe arrivato a Kumo da conquistatore. Che la Tentatrice si divertisse quanto voleva, lui avrebbe raccolto i frutti del lavoro.


//Tiz, per te continua QUI
Per voi altri, i vostri pg riescono a sentire la tremenda esplosione sotto forma di tremendo terremoto fin da dietro tutta la montagna, ma da voi, misteriosamente, non arriva l’enorme ondata di fuoco prevista da Heimaru. Percepite che qualcosa sta andando storto, ma non potete più ritirarvi perché il ponte che portava verso Kumo è crollato a causa del terremoto (nulla che qualche accorgimento non possa sostituire). Inoltre i bubboni sui cadaveri sembrano muoversi in maniera strana e quindi viene dato l’ordine di sbrigarsi a bruciarli mentre alcuni Chunin provano a scendere per vedere cos’era successo visto che non vi è più contatto radio con i cancelli. Passano poco più di dieci minuti prima che le teste mummificate dei Chunin scesi di sotto non tornino rotolando nella piazza seguite da niente popò di meno che la Tentatrice in persona!! Essa vi sorride teneramente mentre si asciuga il sangue dalla bocca e fa un bell’occhiolino a Kazuto che tanto la conosce.
Pensavate che se la sorbisse Tiziano? E invece no! MUAHAHAHAHAHAHHH!!

BA DUM TSSSS!! ^__^

P.S. potete decidere anche di non postare sto giro, basta che me lo diciate così non sto ad aspettarvi inutilmente.//
 
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view post Posted on 19/2/2014, 23:02
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In ben poche occasioni era accaduto che Kazuto perdesse la sua vivacità e voglia di vivere, ancor più raro era vederlo in silenzio e completamente assorto nei suoi pensieri. Guerra, una parola dai mille significati che stava cambiando il ragazzo dalle fondamenta, fu sin troppo ingenuo a prender con leggerezza il cammino scelto, essere un vero Shinobi era ben diverso rispetto a come se l'era immaginato e i bei giorni in accademia non eran altro che un illusione, un lontano ricordo, mere immagini ormai perse nel vuoto.
Faticava a respirare, la puzza di morte e disperazione era così viva che per un attimo la vide tra loro, li aspettava sorridendo soddisfatta mentre stringeva tra le sue mani una falce, allucinazioni probabilmente dovute all'eccessiva pressione psicofisica a cui era sottoposto.


Ma che!?!? Hyou! Che stai combinando?



L'intera montagna iniziò a tremare sotto i suoi piedi, rapide e potenti vibrazioni sprigionavano un'energia incredibile, era la prima volta che assisteva ad un fenomeno del genere e non riuscì a immaginare cosa potesse provocarlo, dubbi su dubbi, quesiti a cui non vi era una risposta, che fosse tutta opera di Watashi? L'uchiha concentrò una minima quantità di chakra sui piedi per non perdere l'equilibrio, non appena fu sicuro di esser ben saldo alla fredda roccia si guardò intorno confuso, poteva leggere l'insicurezza e la paura nei volti dei compagni, un mix di emozioni che avrebbero soddisfatto Watashi in persona.. Tutto accadde nel giro di qualche secondo e rumori caotici pilotarono l'attenzione verso la discesa che portava alle porte, era dunque giunta la fine?

- Che diamine sta succedendo!?!? -



Sbraitò con ferocia il sedicenne rompendo il silenzio che si era venuto a creare, l'ambiente intorno era mutato visibilmente, delle crepe quasi invisibili dividevano la dura roccia, il ponte che risaliva a Kumo sembrò essersi volatilizzato e solo un fosso apparentemente senza fondo li divideva dal villaggio. Dopo diversi istanti di tira e molla alcuni chunnin si decisero ad andare a controllare, furono i minuti più lunghi ed intensi della sua vita, se le porte fossero cadute tutti i suoi buoni propositi sarebbe andati in frantumi, i suoi pensieri andarono per l'ultima volta ai suoi genitori, piuttosto che deluderli avrebbe preferito morire con onore, da leone proprio come un vero Uchiha.

- Non possiamo bruciarli tutti, ci metteremmo sin troppo tempo. Propongo di lanciarli tutti da lì Esclamò il sedicenne indicando il profondo fosso lì vicino. Se non altro ottimizzeremo il tempo a nostra disposizione, in più non mi fido di quei maledetti bubboni, consiglierei di rimanere a distanza e usare il Doton se possibile come barriera tra noi e loro, se qualcuno dispone del fuuton poi userà quello per spingere i cadaveri di sotto. -



La mente del ragazzo lavorava in fretta, era estremamente necessario sbarazzarsi di quei corpi nel più breve tempo possibile, i bubboni causati dalle punture d'api avevano iniziato a dar strani segni di vita, danzavano vivaci proprio come se qualcosa stesse cercando di farsi strada tra i tessuti ormai senza vita, la necessità di correre ai ripari non dava altra scelta ma dovette convincere i pochi chunnin rimasti, impresa non da poco.

Un libro, una perfetta opera d'arte ricca di colpi di scena.. Erano passati poco più di dieci minuti quando le teste mozzate dei chunnin vennero platealmente mostrate alle forze alleate, era proprio lei.. Non vi era alcun margine di errore, ricordava perfettamente quegli occhi malefici e le perfette labbra che ne adornavano il viso.

..Maledetta Puttana..



Sibilò a denti stretti tra se e se, come se ciò non bastasse lo sguardo della donna si posò sulla figura del ragazzo, l'espressione su quel candido volto fu molto simile a quella di un affamato innanzi ad un dolce, l'occhiolino poi fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Il sedicenne donò uno strano sorriso a colei che una volta attentò alla sua vita, vi era una particolare luce nei suoi occhi, una voglia ed una determinazione mai mostrata prima.. Lentamente mosse passi costanti frapponendosi tra lei ed i suoi compagni, le loro iridi si incontrarono, era la resa dei conti..


- Chi non muore si rivede.. Sbaglio o hai detto di amare i tipi tutto muscoli di kumo? A quanto vedo non riesci a starmi lontano un attimo. -



Per chiunque vedeva quella scena era impossibile capire cosa intedesse fare, la verità era che il ragazzo si sentiva responsabile della morte dei suoi compagni, in passato aveva avuto la possibilità di fermarla e se solo ci fosse riuscito.. Se solo non fosse stato così dannatamente coniglio.. Forse a quel punto decine, centinaia di persone sarebbero ancora in vita.

- Noto che ti si è ricresciuto il braccio.. Bene, così non avrai scusanti quando sarà la TUA testa a rotolare ai miei piedi. -



Nascondeva con astuzia una rabbia accecante, l'intero corpo venne invaso da una scarica d'adrenalina impressionante e lui.. Lui si mostrava sicuro, rilassato, provocante.
Per un ultima volta volse lo sguardo all'indietro e li guardò tutti uno ad uno, solo un sorriso forzato venne donato alla ragazzina dallo sguardo di ghiaccio.


- Prima che inizino le danze dimmi.. E' dunque questo che sei in realtà? che VUOI essere? un'arma? Ti sei data così tanto da fare per essere usata come un oggetto? -



//ho lasciato un piccolo spazietto nella narrazione, decidete voi se vi va di seguire quello che ho proposto o meno, per me è indifferente xD

Ps. Belfa sei un bastardone :D ahahh //
 
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view post Posted on 25/2/2014, 13:53
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Quel lento processo di inumazione occupò molto più tempo del previsto; troppi erano i corpi, così come divenne insostenibile restare impassibili di fronte a quello spettacolo di morte e dolore. Più corpi venivano ridotti in cenere, maggiormente quell'odore acre di carne bruciata riempiva l'aria rendendo il compito ancora più arduo, specialmente per quella giovane Genin che dovette prendersi una pausa per evitare di sentirsi male. Tossendo si allontanò un minimo da quella catasta di resti, distogliendo lo sguardo e piegandosi sulle ginocchia mentre cercava di riprendere possesso del suo corpo e la mente che aveva cercato di tenere occupata con altro... Non voleva apparire debole, ma non avrebbe mai potuto immaginare che quel compito assegnatogli da Ryu si trasformasse in qualcosa di così difficile da portare a termine. Non sopportava più la vista di quei cadaveri deformi per via delle punture, così come non resisteva a quella puzza di carne putrida e marcia che aumentava man mano che i corpi venivano arsi dalle tecniche di Futon e Katon. Probabilmente sarebbe stato più semplice restare col resto dell'esercito, aspettando la prossima mossa di Watashi ed accompagnare le Salamandre al di fuori della porte, ma ciò che la ragazzina non potè immaginare fu quello che si verificò dopo pochi minuti... Accadde tutto in un istante, un attimo durante il quale tutto tremò ed un suono sordo riecheggiò fra quelle mura che vibrarono, frantumandosi e sgretolandosi sotto gli occhi increduli dei pochi fortunati mandati lì in alto. Lontani dall'esplosione, distanziati dalle porte, subirono soltanto gli effetti minori di quella strategia attuata dal loro nemico fin dal principio. Lo scheletro, gli insetti, le api... Erano serviti semplicemente come copertura per il vero e reale piano, che non solo portò la montagna a sgretolarsi e tremare, ma segnò la fine della Divisione legata ai Confini. Quei pochi superstiti, quel gruppetto mandato a liberarsi dei corpi dei loro compagni, era probabilmente l'unica traccia di vita rimasta lì sotto. Ma loro, estraniati dal resto del loro esercito, non erano ancora consapevoli di ciò che era appena accaduto a loro insaputa. Le salamandre, il resto dell'esercito, Ryu... Un'esplosione che aveva cancellato la montagna, le porte, i Confini; spazzando ogni cosa sul suo passaggio. Solo un miracolo aveva salvato la giovane Genin e quel sparuto gruppetto, troppo intenti a pensare ad ardere quei corpi. Si era trattato di un piano articolato. Un piano creato e attuato dai loro nemici solo per uno scopo: la distruzione assoluta.

- Ah, ades-so che altro succede?! -

Tutto vibrò, le pareti di roccia si sbriciolarono e perfino il ponte di pietra che portava verso Kumo subì danni irreparabili per via di quel susseguirsi di esplosioni che portò Ashi a perdere l'equilibrio. Tutto accadde velocemente, nessuno ebbe il tempo di prevederlo, ma la Kunoichi dopo essere rotolata al suolo riuscì a concentrare minimamente il chakra nei piedi così da limitare i danni di quel cataclisma che non aveva nulla di naturale probabilmente. La preoccupazione, la paura e l'angoscia si dipinsero immediatamente sul volto di tutti i presenti in quella piazza sopravvissuta all'esplosione ed il terremoto. Cos'era appena accaduto? Le ipotesi erano tante, il timore che Watashi avesse valicato le porte sempre più grande, ma ciò che assillava la mente di Ashi in quei minuti di confusione era un sentimento dal quale avrebbe voluto restar lontana proprio per evitare di finire in quelle condizioni. Era preoccupata, non solo per il loro esercito che sembrava essere svanito perfino dalle conversazioni radio, ma sopratutto per Ryu... Lui era forte, ne era consapevole. Così come l'eremo... Ed allora perchè quel senso di oppressione e nervosismo iniziò ad assalirla? Avrebbe voluto scendere con i Chunin, ritornare alle porte e scoprire che non fosse accaduto nulla di tragico, ma un'oscura sensazione aleggiava ormai nell'aria. Oltre alla preoccupazione per i loro compagni però, un'altra minaccia arrivò a distrarli momentaneamente da quell'esplosione. Quei bozzi presenti sui corpi dei loro compagni caduti, quelle protuberanze viscide e gonfie iniziarono a pulsare, muovendosi come se possedessero vita propria e fossero sul punto di reagire in qualche assurda maniera. Non potevano permettersi di essere sbeffeggiati nuovamente, ne tantomeno essere colti di sorpresa semmai quei bubboni purulenti nascondessero un'ulteriore macchinazione dei loro nemici. Ricevettero l'ordine di accelerare la cremazione dei cadaveri, ma quel giovane ragazzino col quale si era scontrata sembrava non essere d'accordo con quel lento processo... E se avessero infettato i cadaveri con delle malattie strane? Non potevano rischiare: Watashi era infido così come i suoi poteri e le sue arti oscure; non poteva sottovalutare nulla di quello che stava succedendo. Se Ryu aveva preso quella decisione voleva dire che ci aveva pensato bene: certo era stupido, irruente, selvaggio e non perdeva occasione per farle perdere la pazienza, ma sapeva che non era uno sprovveduto. Non se in gioco c'erano tante, troppe vite... Avrebbe bruciato i cadaveri e lo avrebbe fatto subito.

[...]



Pochi minuti trascorsero, abbastanza per far aumentare l'angoscia e la trepidazione in Ashi che girò la testa non appena un urletto improvviso attirò la sua attenzione: vide delle teste mozzate rotolare verso di loro, orrendamente mummificate, e che avrebbero dovuto appartenere ai Chunin scesi verso le porte per accertarsi della situazione. Vide il sangue, una figura femminile avvicinarsi e quegli occhi che non promettevano nulla di buono, così come quelle labbra carnose da cui colava un liquido cremisi. La vide e fu come un incubo ad occhi aperti: chi o cos'era? Domande semplici ma che ne nascondevano mille altre. Quell'altro ragazzo sembrava addirittura conoscerla, non solo le si avvicinò ma la provocò a parole, lasciando entrare in allerta la ragazzina... Aggrottando la fronte strinse istintivamente un kunai in una mano, non sapeva nulla ma da sola quella donna aveva probabilmente sgominato ed ucciso vari uomini... Ma allora Ryu? Cos'era successo? Cos'era successo a quel ragazzo che la mandava su tutte le furie ed il resto del loro esercito? Forse quell'oscura figura, dalle fattezze fin troppo piacenti, era riuscita ad intrufolarsi in qualche maniera approfittando del terremoto e le esplosioni... O forse nel peggiore dei casi la loro divisione era stata clamorosamente sconfitta. Sentimenti... Che cosa stupida. Odiava essere così maledettamente debole, non avrebbe sopportato l'idea di restarsene in disparte ancora una volta ma ora si limitava a stringere il kunai e guardare dritto di fronte a sè. Verso quella donna ed il ragazzino del suo stesso villaggio che ostentava tanta, troppa sicurezza e sfacciataggine di fronte una possibile minaccia. Lei non era sicura di sè, non in un momento del genere e con troppi pensieri e quesiti che le affollavano la mente. Così come sentiva una tensione che cresceva e che si avvicinava pericolosamente alla paura, ma che la spingeva ancor di più a combattere. Sapeva di essere destinata a quello, anche se l'avrebbe spinta alla morte non avrebbe mai assunto degli atteggiamenti che andavano contro il suo modo d'essere.

- La conosci?! -

Disse con un filo di voce non perdendo però di vista quella donna, riferendosi a Kazuto dopo che le ebbe lanciato uno sguardo ed un mezzo sorriso complice. Era per caso impazzito? Se era arrivata fin lì significava realmente che tutte le loro forze erano distrutte? Troppe domande e sensazioni, ma tutto ruotava su di lei e un pensiero andò a Ryu... Verso di lui e poi a se stessa e quel gruppetto di superstiti.





 
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Belfagor90
view post Posted on 25/2/2014, 22:08




La Tentatrice si leccò le labbra davanti a tutto quel ben di dio. Tanta carne giovane riunita tutta in un unico luogo, senza possibilità di fuga... credeva di andare a combattere e invece era finita nel bel mezzo di un buffet. Una delle portate poi aveva il gusto di un maialino in salsa agrodolce. Ancora le bruciava che quel mostriciattolo con l’afro le avesse staccato un braccio quando stava per mangiarsi quel piccolo Genin arrogante e avesse pure ucciso il suo piccolo cucciolo. Avrebbe voluto ottenere vendetta per conto suo, ma simili preoccupazioni le avrebbero fatto venire le rughe, così come rispondere ad inutili provocazioni.

-Guarda chi si rivede. Sembra sia stato solo ieri quando ho provato ad ucciderti. Carina la tua amichetta, è forse la tua ragazza? Oh, mi fai sentire proprio gelosa... fatevi dare una bella occhiata.-



Tese la mano e invitò i due ad avvicinarsi a lei. Un invito a dir poco strano e poco accogliente, ma le gambe dei due Uchiha si mossero da sole come in preda ad un incantesimo e li portarono docilmente al cospetto della donna che ridacchiò della loro confusione.

-Che bello essere così giovani. Si è tutto un mare di ormoni e le proprie azioni sono spinte dalla libido più che da un vero ragionamento, diventa così facile controllarvi. Oh, hai veramente un corpo niente male, tesorino. Faresti bene a mostrarlo un pochino di più e far cadere ai tuoi piedi un paio di uomini ben carichi di soldi, avresti davanti una vita di totale agio...-



Quest’ultimo apprezzamento fu rivolto alla piccola Ashi. Però mentre i suoi occhi scarlatti fissavano il corpo della piccola Uchiha, alla donna scappò un sorrisetto. L’abbracciò con voluttuosità mentre annusava ogni centimetro del corpo inerte come quello di una bambola.

-Oh, come mi dispiace per te, ragazzo. Sembra che la signorina qui abbia addosso l’odore di un altro uomo. Un odore forte, virile, quasi di zolfo e di selvatico... proprio come il bel generale là sotto. Peccato che sia morto, mi stavo divertendo con lui...-



Era una bugia, ma il suo naso le aveva suggerito che se l’odore dell’eremita delle salamandre era addosso alla piccolina, un motivo doveva esserci. Lo sentiva su tutto il suo corpo, in particolare attorno alle labbra... quell’uomo si era scelto bene la sua piccola puttanella. Quel corpicino era un invito a metterle le mani addosso e lei di certo non era il tipo da farsi scrupoli nel prendere qualcosa che attirava la sua attenzione.

-Non preoccuparti, tesorina,ho fatto sì che gli ultimi istanti della sua vita fossero piacevoli e intensi prima di consumarne l’essenza. Un uomo così brutale non ti si addice, ma penso che prima di ucciderti potrei farti lo stesso favore. Eccoti un piccolo acconto.-



E tenendole su il mento con un dito s’impadronì delle sue labbra mentre la mano libera le scendeva al sedere, palpandolo. La ragazza poteva provare a resistere, ma lei aveva baciato migliaia di persone, sia uomini che donne che bestie, e non c’era nessuno che aveva potuto resistere al tenue massaggio con la lingua. Penetrò le difese delle sue labbra sigillate e fece sua tutta la bocca della ragazza. La tenne lì qualche secondo prima di lasciarla andare ridacchiando.

-È stato indiretto, ma vedilo come l’ultimo bacio che riceverai da lui. Ma veniamo a noi...-



La sua figura si dissolse nel nulla. Rapida come un battito di ciglia ora lei si innalzava sopra di loro stando seduta sopra l’entrata del tunnel.

-Io sono l’Araldo del Dio Watashi che domina sulla Lussuria, la Tentatrice, e sono qui da voi perché tutto l’esercito che stava di sotto è stato sterminato. Siete. Rimasti. Solo. Voi. Quindi ora mi farete divertire un pochino prima che vi ammazzi tutti come agnellini.-



Ad un suo gesto i cadaveri si scossero, i bubboni si gonfiarono e si ruppero. Da essi emersero grosse larve biancastre, prive di occhi e viscide di umori di cadaveri. Quelle che emersero dai cadaveri avvolti nelle fiamme abbrustolirono contorcendosi con acuti sibili, ma tutti i cadaveri ancora interi si trasformarono in una massa di viscida e pulsante che strisciò fuori cercando il contatto con i propri simili. A quel punto formarono cumuli sempre più grandi e di colore sempre più scuro mentre le larve che li componevano maturavano la loro pelle rendendola spessa e resistente come il cuoio.
Avevano portato con loro i semi della loro distruzione.



In tutto le larve avevano creato cinque mostri. Erano dei vermi fatti di vermi, niente artigli o fauci, ma già le loro dimensioni li rendevano avversari ragguardevoli. Lunghi almeno sei metri ognuno per un metro di diametro, quei bestioni dovevano pesare diversi quintali e farsi travolgere avrebbe rotto parecchie ossa. E poi c’erano le minuscole bocche di ognuna di quelle larve, troppo piccole per far veramente del male, ma se si veniva travolti e inghiottiti in quella massa brulicante si poteva star certi che non se ne sarebbe usciti tutti d’un pezzo. I mostri si gettarono su chiunque avessero più vicino e quello fu il segnale d’inizio per quella battaglia a porte chiuse.

-Giocate con i miei piccoli, kukukuku...-




//La situazione è chiara: potete sconfiggere i larvoni oppure tirare dritti per la Tentatrice, a voi la scelta. Comunque Echo si trova subito attaccato e travolto da uno di quei bestioni, quindi vorrei da lui un bel post principalmente descrittivo per vedere come intende reagire a questa cosa. Non tirar via questa occasione perché purtroppo la media dei tuoi post mette seriamente a rischio il tuo pg e ho bisogno di un post conclusivo ben fatto.
Ovviamente i pg di elio e rita ora sono liberi dall'influsso della tentatrice e possono muoversi.//

Edited by Belfagor90 - 25/2/2014, 22:31
 
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view post Posted on 28/2/2014, 00:14
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Provocarla di certo non era stata la migliore delle idee, quella donna era sin troppo furba per cadere in simili trucchetti e difficilmente avrebbe commesso errori, basti pensare con quanta facilità fosse riuscita ad arrivare sin lì. La ragazzina con cui aveva combattuto quella guerra si fece in avanti, era chiara la confusione sul suo volto e non poteva biasimarla, sarebbe stato abbastanza semplice far credere all'intero esercito che lui fosse dalla parte di Watashi soprattutto dopo l'occhiolino della bellezza dai capelli ramati, fortunatamente la tentatrice non sembrò pensarci, aveva ben altri piani..

L-le mie gambe, può controllare il mio corpo? Che razza di essere è mai?.. Prima di questa guerra non mi sarei mai immaginato di poter incontrare personaggi simili, queste sono capacità che vanno ben oltre i miei limiti..



Le più infime delle provocazioni, colpi d'arco dritti a ferire l'orgoglio del giovane uchiha. Era diventato un vero e proprio burattino nelle sue mani, perse completamente il controllo sul proprio corpo, le gambe si muovevano disobbedendo ai comandi, per quanto si sforzasse era impossibile sottrarsi dalla mano nera della donna. In condizioni anche peggiori vi era la ragazzina dal nome ancora sconosciuto, la tentatrice cercò di minare il morale del sedicenne tentando di colpirlo al cuore, il suo obiettivo era far leva su uno dei sentimenti più antichi e puri del mondo, l'amore.. Sarebbe servito negare il rapporto? Probabilmente la tentatrice non avrebbe mai creduto alle sue parole per quanto veritiere fossero, non conosceva nulla della genin eppure aveva il desiderio ardente di proteggerla, salvarla dalle torture che a breve sarebbe stata sottoposta, infondo era tutta colpa sua, aveva provocato la persona sbagliata e quello era il risultato, una profonda umiliazione.

Il profumo del generale, quella ragazzina.. Su mille persone dovevo incrociare proprio LEI!? Questa vita ha una sottile ironia, devo ammetterlo. Da adesso non è un mio problema, non più.

Era stranamente deluso da quella notizia, che il padre avesse manipolato la sua mente a tal punto? Non riusciva a credere come una sua compaesana avesse accettato di vivere con un mukenin, aveva sentito di sin troppe storie su traditori folli con manie di grandezza, prima o poi arrivavano tutti a desiderare la conquista del mondo, in tal caso lei cosa avrebbe scelto? Konoha o Hyou? Vita o morte? Un pensiero era sempre più vivo e preoccupava il ragazzo, una sola parola dai molteplici significati, spia! Non poteva fidarsi di lei, non più, anche il suo nome non aveva più importanza, ognuno sarebbe andato avanti per la sua strada e con un pò di fortuna non l'avrebbe mai più rivista.

Rispetto, orgoglio, cosa significavano realmente? Lei era la ragazza di Hyou, ma allora perchè i gesti della tentatrice lo ferivano? La risposta fu semplice quanto immediata, era riuscita a colpirlo laddove nessuno aveva mai osato prima, si era sentito in qualche modo inferiore a Hyou, una formica innanzi ad un leone selvaggio, come poteva reggere il confronto? Come se ciò non bastasse vi fu la consapevolezza di non essere in grado di difendere la donna amata in caso di pericolo, non poteva accettarlo, semplicemente non ne era in grado.



Toglierò quel ghigno dalla sua faccia, fosse l'ultima cosa che faccio!



La donna dai capelli ramati non era però l'unico problema di quel ristretto gruppo di sopravvissuti, era importante non dimenticare i bubboni sui cadaveri dei morti, furono proprio questi ultimi ad esplodere rivelando una nuova minaccia, si trattava di veri e propri mostri di morte e distruzione, vermi dalle dimensioni mastodontiche e quantomai pericolose che attaccarono ogni cosa fosse sul loro cammino. L'uchiha digrignò i denti in frustrazione, fissava carico di odio quella donna e fu in quel momento che lo capì, non era lì per uccidere, bensì provava godimento e soddisfazione nel dolore altrui. Occhi pieni di sangue e desiderio di vendetta.. Ecco che il potere degli Uchiha fissava quell'essere immondo, lo Sharingan era attivo e Kazuto elaborò ogni possibilità, se vi era anche solo un punto debole, una strategia attualizzabile, lui l'avrebbe scovata. Per prima cosa bisognava pensare a contrastare le inumane capacità della rossa, erano finalmente liberi dal suo influsso, ma per quanto? Necessità primaria era ridurre l'elevata velocità e capacità d'elusione, successivamente intaccare il più importante dei cinque sensi, la vista!

Prima che potesse partire all'attacco le parole della ragazzina attirarono la sua attenzione, voleva unirsi a lui in quella lotta, combattere uniti per un fine comune, non era forse l'obiettivo di quella guerra? Due coppie di iridi rosso fuoco si incontrarono e lui quasi perse un battito, quella piccoletta era un Uchiha proprio come lui, già rabbrividiva al solo pensiero che il proprio sangue potesse essere accostato a quell'Hyou. Purtroppo non c'era scelta, per la prima volta sarebbe andato contro i suoi valori, era consapevole di non poter far molto da solo, si fidava di lei, doveva e non si sarebbe tirato indietro.

- Dobbiamo rallentare i suoi movimenti o non riusciremo a toccarla, la via più semplice è quella di tentare un illusione, purtroppo dubito che sia abbastanza efficacie contro di lei.. Mormorò piuttosto pensieroso mentre la mancina afferrava due oggetti sferici. Sono delle bombe lucenti, con il giusto tempismo potremo oscurarle la vita per un pò di tempo, infine.. Non ci resterà che attaccarla e sperare che la fortuna sia con noi.. Funzionerà, dobbiamo solo crederci. -



- Sai anche tu che non funzionerà. -



- Forse, ma non ci resta che provare, io non mi arrendo proprio adesso e tu? Insieme non moriremo, usciremo da quest'inferno. -



- Mi basta uccidere quella stronza -



- Questo è lo spirito giusto -





Ed era vero, difficilmente quel piano avrebbe funzionato eppure lui ci credeva, ormai si era deciso e avrebbe portato entrambi fuori da lì a qualsiasi costo. Le gambe si mossero rapide verso colei che era la loro nemica, poco prima di risalire la dura roccia eseguì i sigilli necessari per eseguire la Sonnolenza illusoria, stancarla e rallentarla era solo la prima parte del piano. Il sedicenne portò un ultima volta lo sguardo verso la sventurata compagna, per la prima volta in quella guerra sentiva di non esser il solo a combattere, una sensazione che avrebbe volentieri provato altre mille volte e lo sapeva, non avrebbero fallito!
Non vi era paura nel suo sguardo, ogni passo mosso verso la tentatrice era pieno di speranza, movimenti rapidi e scattanti che lo portarono sempre più vicino alla verità, se la donna non si fosse allontanata troppo i due avrebbero lanciato le bombe lucenti (Facendo ben attenzione ad un probabile effetto boomerang), solo a quel punto avrebbero scatenato il vero potere uchiha, dentro o fuori, inferno o paradiso, cosa gli aspettava?


Video

//l'attacco che in caso Kazu userà è la pioggia di fuoco xD //
 
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Belfagor90
view post Posted on 2/3/2014, 22:27




L’attacco dei giovani Uchiha non fu completamente a vuoto. La Tentatrice aveva sì valutato la possibilità di un attacco diretto verso di lei, ma le bombe accecanti furono un po’ una sorpresa. Il lampo le ferì gli occhi, ma quando i due giovani si lanciarono su di lei per ferirla lei non era già più lì. Sfuggente con gli uomini così come con gli attacchi, il suo potere le permetteva di teletrasportarsi a piacimento rendendola estremamente difficile da colpire per chiunque.
Le Progenie non rendevano neppure le cose più facili. Enormi e numerose in quello spazio chiuso da mura, i mostri fecero una strage dei deboli Genin lì presenti. Tantissimi furono divorati e schiacciati, molti altri subirono pesanti menomazioni, fortuna volle che i Chunin avessero capito dai falò che quei mostri erano deboli al fuoco e riuscissero a tenerli a bada coordinandosi tra loro.
Improvvisamente però la figura della donna ebbe un sussulto, un urlo strozzato le uscì dalla gola mentre il suo corpo venne avvolto da una nube nera sempre più fitta.

-M-mio signore... per-perché!? NO!!!-



Un urlo lacerante fu l’ultima cosa che i presenti udirono. La Tentatrice scomparve e le Progenie improvvisamente persero tutta la loro coordinazione, sfaldandosi e vagando senza meta ognuna per conto proprio come un mare di orribili bambini improvvisamente privi della madre. Non era chiaro come, ma erano sopravvissuti... più o meno.



//Ok, finale indegno, ma sono stanco e voglio permettervi di postare nel limbo con la massima tranquillità. Peccato per i voti, avrei voluto alzarveli un po’ con questo combattimento, ma il tempo ci è stato nemico. Echo, aspetto una risposta al tuo mp per editare qui decretando il destino del tuo pg.
Ragazzi (e ragazza) è stato un piacere avermi tra le mie grinfie ^^


Edit: Echo non risponde, quindi a malincuore mi tocca dire che Katai Senju è morto per le ferite riportate dall'attacco della Progenie.//

Edited by Belfagor90 - 7/3/2014, 19:10
 
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view post Posted on 2/3/2014, 23:52
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Non le servì la risposta di quel ragazzino, non appena quella donna misteriosa prese parola Ashi capì che probabilmente quei due si conoscessero e non di certo per fortunate circostanze. Lei aveva cercato di ucciderlo? Ecco il motivo di tanto astio fra di loro, anche se a giudicare dall'espressione divertita della sconosciuta, tutto quello le appariva quasi come un gioco in cui potersi sbeffeggiare di loro. Era stata mandata da Watashi, su di questo non aveva dubbi, ed allora perchè si perdeva in chiacchiere e provocazioni anzichè liberarsi subito di loro? Se aveva sfondato le porte, sconfitto l'esercito lì sotto, niente l'avrebbe fermata dal poter sbarazzarsi di quel pugno di Shinobi sopravvissuto all'esplosione. La piccola Genin cercò di mantenere i nervi saldi, nonostante la presenza e la lingua lunga di quel nemico la portassero a perdere sempre più pazienza e razionalità, sapeva che se avessero ceduto alla paura e soprattutto quelle provocazioni non avrebbero avuto più scampo. Erano in numero maggiore, forse coalizzandosi avrebbero potuto sconfiggerla, ma quella strana donna non pensava a combattere ne tantomeno sbarazzarsi di quei sopravvissuti. Qual era il suo intento?

- Amichetta? -

Corrucciando lo sguardo, dovette controllarsi pur di non risponderle in maniera fin troppo colorita, anche se mentalmente imprecò smisuratamente contro quel Dio non appena capì che stesse parlando proprio di lei... Non ebbe modo di resisterle, nell'attimo in cui la invitò con un gesto a raggiungerla sembrò essere un mero burattino fra quelle mani delicate che probabilmente avevano spezzato tante vite, più di quante la ragazzina potesse immaginare. Sebbene cercasse di controllare il suo corpo, le gambe iniziarono a muoversi senza il suo volere, portandola lì dove la donna desiderava sotto lo sconcerto e la rabbia sempre crescente dei due Genin ritrovatisi di fronte un nemico troppo forte per le loro capacità. Come ci era riuscita?

- Hai intenzione di continuare a parlare a lungo? -

Cercò di reagire, muoversi e liberarsi da quello strano stato di immoblità in cui il suo corpo sembrava essere stato catapultato. Anche Kazuto al suo fianco era nelle stesse condizioni, ma se Ashi cercava di mantenere più freddezza e razionalità, lui sembrò perdere quella pazienza che ben presto avrebbe abbandonato anche la Kunoichi. Non riuscì a restarsene zitta, lanciò perfino occhiatacce verso quell'oscura figura che continuò a stuzzicarla ed addirittura darle dei consigli... Il suo intento era forse istigarla a reagire? Se solo avesse potuto muoversi l'avrebbe già colpita su quel faccino sfacciato, ma fu probabilmente una fortuna per lei dover restare immobile contro il suo volere. Non avrebbe avuto chance contro un nemico di quel calibro, da sola... Ma più quella "donna" continuava a parlarle maggiormente sentiva il sangue scorrerle nelle vene, insieme all'adrenalina che l'avrebbe sicuramente portata ad agire irrazionalmente a breve. Alle parole ben presto aggiunse anche le azioni quella bionda, non solo avvicinandosi all'Uchiha ma anche avvolgendola in un abbraccio fin troppo passionale per i suoi gusti. Sgranando gli occhi esterrefatta, Ashi cercò di liberarsi invano da quella presa, non riuscendo a capire ne razionalizzare sul perchè quella donnaccia l'avesse presa di mira. Purtroppo quella sorta di incantesimo che la teneva bloccata le impedì di poter reagire, costringendola a restare fra le braccia del nemico mentre le si strusciava contro e la... Respirava? Sentì il fiato caldo della donna lungo la pelle scoperta, cosa che la disgustò e le fece partire un brivido anomalo lungo la schiena. Era inerme, completamente esposta al nemico, che se non avesse pensato a giocare con la sua preda avrebbe potuto ucciderla in qualsiasi momento... Gli altri avrebbero potuto approfittare di quegli attimi di stallo per attuare un piano, una strategia qualsiasi per poter sconfiggere quella donna di cui nessuno sapeva nulla probabilmente, a parte Kazuto che assisteva a quella scena esattamente come Ashi. Sembravano tutti terrorizzati però, cosa che mandò ancor di più su tutte le furie la Kunoichi che irrigidì maggiormente i muscoli non appena la Tentatrice le parlò di Ryu... Aveva il suo odore addosso, cosa che non aveva notato fino a quel momento, ma non le sembrava un problema finchè non notò gli sguardi infuocati dei suoi compagni. Kazuto compreso. Ryu era un traditore, lei una Konohana. Quella dannata donna la stava mettendo nei guai, ma tutto passò in secondo piano non appena la voce voluttuosa di quella creatura la mise al corrente di un'oscura notizia: Ryu era morto? Quella sensazione di oppressione l'investì nuovamente, perfino le avance di quella donna finirono coll'essere ignorate dalla Kunoichi che cercava di non credere a quelle parole.

- Non ti credo. -

Riuscì a sibilare silenziosamente, prima che quella provocatrice continuasse a parlarle e stuzzicarla su quello che capì fosse il suo punto debole. Non avrebbe ceduto a quelle istigazioni, ma anche se continuava a ripromettere a se stessa di non ascoltare quella donna, i sentimenti presero ben presto il sopravvento sul suo sangue freddo. Cosa aveva voluto farle capire con quelle ultime frasi? Istanti piacevoli ed intensi? Confusa ed in preda alla gelosia e la rabbia tentò ancora una volta di riprendere possesso del suo corpo, guardando quella sottospecie di essere umano sempre più aspramente mentre le si avvicinava.

- Ma che diavo-lo... -

Col mento immobilizzato, si ritrovò le labbra della donna minacciosamente vicine alle sue, finchè avvenne il contatto che la portò ad imbambolarsi per qualche istante. La stava baciando, forzatamente e richiedendo accesso alla sua bocca con quella lingua tagliente che le avrebbe volentieri preso a morsi se non fosse stata talmente scioccata. Non provava nulla, baciare Ryu le aveva scaturito talmente tante sensazioni che il solo pensiero che fosse realmente morto, la spinse a lottare pur di liberarsi dalle grinfie di quella sconosciuta. Era impossibile però sfuggire a quella stretta, che venne accentuata maggiormente perfino da un leggero palpare lungo il suo sedere. Più si agitava cercando di sottrarsi, più l'araldo sembrava divertita da quelle effusioni saffiche che fortunatamente terminò nel giro di pochi tocchi di lingua e labbra. Non per quello terminò di parlare però, anzi riprendendo parola osò infierire maggiormente riguardo la morte di Ryu... Che fosse vero o meno, Ashi ostentò a non voler credere nemmeno ad una parola. Lui non poteva essere morto, non poteva e non voleva credere ad un'eventualità del genere.

- Dannata stronza! -

Riprese possesso del suo corpo, troppi tardi per poter però reagire contro quella donna che le scomparve dinanzi agli occhi. Si era dissolta nel nulla, per poi riapparire a distanza, innalzata sulle loro teste e comodamente seduta sull'entrata del tunnel dal quale era arrivata. Un gemito strozzato e colmo di risentimento sfuggì dalle labbra della ragazzina, che strofinandosele con la mano, ascoltò ancor più infastidita ciò che quella che si presentò come la Tentatrice avesse da dir loro. Era un araldo, aveva sterminato tutto il loro esercito alle porte, ed allora loro come avrebbero potuto contrastarla? A peggiorare la situazione si unì quella minaccia che avevano cercato di tenere a bada, carbonizzando quei corpi che ben presto iniziarono a reagire maggiormente, lasciando scoppiare e rompere quei bubboni dai quali ne fuoriuscirono degli esseri viscidi ed umidi. Delle piccole larve bianche, che unendosi e compattandosi formarono dei cumuli sempre più grossi e minacciosi...

- Non so cosa ti stia passando per la mente, ma se vogliamo uscirne vivi dobbiamo unire le forze... -

Lo pensava sul serio, rivolgendosi velocemente verso Kazuto sperò che stavolta fosse lui ad accettare quell'alleanza che li avrebbe forse salvati da quella lotta contro il tempo. Non ne avevano molto per poter attuare una strategia ed un piano in comune, quella sottospecie di vermoni formati da altri esseri obbrobriosi stava ormai compiendo la propria formazione, proprio per questo Ashi attivò immediatamente la sua abilità innata che l'avrebbe sicuramente aiutata a muoversi più agilmente e scaltramente. Concentrando il chakra negli occhi, quelle iridi smeraldine lasciarono il posto a quelle cremisi che contraddistinguevano gli Uchiha. Anche lei apparteneva allo stesso clan del ragazzino, ma non si trattava di una scampagnata la loro ed anche se notava e percepiva a pelle il risentimento che lui provava nei suoi riguardi, non poteva far altro che collaborarci. Un araldo non avrebbe mai potuto essere sconfitto da un Genin, ma forse in due avrebbero potuto perlomeno indebolirla.

- Sai anche tu che non funzionerà. -

Quel piano improvvisato dal suo compagno era forse l'unica soluzione per poter scampare a quella situazione, anche se razionalmente l'Uchiha non credeva fosse minimamente possibile pareggiare un nemico del genere. Non per loro due, che ritornarono a combattere insieme dopo quei pochi istanti di intesa. Avrebbero dovuto rallentare i movimenti della Tentatrice, così da poterla avvicinare maggiormente e poterla accecare con quelle bombe lucenti che Kazuto aveva fornito; solo in ultimo avrebbero tentato di attaccarla, il più simultaneamente possibile.

- Mi basta uccidere quella stronza. -

Scattò in direzione della parete dove la Tentatrice era appollaiata, eseguendo i sigilli necessari per poter utilizzare quella genjutsu e lanciando un ultimo sguardo verso Kazuto prima di concentrarsi esclusivamente in quell'attacco strategico. Concentrato il chakra nei piedi riuscì a risalire la fredda roccia che poco prima era stata vittima di quelle esplosioni, doveva avvicinarsi sempre più alla causa della sua ira sempre crescente. Lasciarsi sopraffare dalle emozioni non era la giusta via, ma quella donna aveva osato fin troppo ed Ashi avrebbe tentato di utilizzare tutte le sue abilità pur di far svanire da quel faccino quell'espressione compiaciuta. Non riguardava soltanto se stessa, ne ciò che aveva sentenziato riguardo le sorti di Ryu. Era un qualcosa che andava al di là delle questioni personali ormai... Un qualcosa che li avrebbe spinti ad uscirne vittoriosi se solo quel Dio non si fosse intromesso improvvisamente. Quella creatura oscura con un ultimo urlo straziante scomparve in una nube nera, sotto lo sguardo attonito ed incredulo dei pochi superstiti ormai lì presenti. Cos'era appena accaduto? Che si trattasse di un'altra macchinazione di Watashi?

 
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