| Finalmente dopo settimane intere, l'Uchiha era riuscito a parlare alla sua bella naturalmente, senza stupidi filtri dettati dalla carica ottenuta, dalla responsabilità o altro; desiderava stare accanto a Setsuna da troppo tempo, e la vicinanza a quella ragazza gli donava una marcia in più.
Se i miei uomini non hanno fiducia in me non posso dar loro torto, nemmeno io avrei fiducia in un ragazzo dal grado inferiore al mio che di punto in bianco mi da ordini... ma se sono qui sopra c'è un perchè, e lo scopriremo durante la battaglia.
La Hyuga era senza dubbio il suo più grande punto di forza: con lei e per lei avrebbe fatto di tutto, come in passato; ma poteva anche rivelarsi il suo punto debole... se le fosse successo qualcosa, sicuramente avrebbe perso il controllo del demone dentro di se, e allora avrebbero imparato a temerlo non solo le creature di Watashi, ma persino i suoi commilitoni. Nella zona circostante il Bukigami, il viavai di shinobi si faceva sempre più frenetico, gli animi si infiammavano e si inasprivano con la velocità con la quale una candela si spegne sotto il vento gelido dell'inverno. Kinji avrebbe voluto provare a ravvivare la situazione, ma bisognava guardare in faccia la realtà in quel momento: alcuni di loro avrebbero perso la vita e, se le cose si fossero messe davvero male, nessuno di loro avrebbe lasciato quel posto con le proprie gambe, entrando a far parte di diritto a quella schiera di guerrieri sacrificatisi per una causa più grande che da secoli venivano venerati nel tempio sacro di Kumo.
Kami... non mi rivolgo a voi da tempo ormai... e chissà se le grida di un demone riusciranno mai ad arrivare ai Cieli...
I pensieri negativi però vennero scacciati da qualcosa di insolito: la nebbia che probabilmente a quelle alture spesso e volentieri celava la presenza del tempio divino, si fece strada nella zona circostante in fretta e con dei banchi stranamente densi. Tra le fila di uomini in basso, si iniziò a scatenare il panico: si sentivano suoni di armi sguainate, chi arretrava e chi provava a chiedere che cosa stesse succedendo ai pochi sensitivi presenti. Nessuno seppe dare una risposta a quel fenomeno anomalo. Tuttavia, Kinji notò nello sguardo di Setsuna qualcosa di insolito. La Hyuga dai capelli cobalto scrutava meticolosamente l'orizzonte, incantata da un qualcosa che ancora non era stato identificato.
E' l'ora...
La kunoichi decise istintivamente di parlare a tutti senza passare prima dall'orecchio del capitano; una scelta saggia, in fondo era l'unica in grado di capire con cosa avessero a che fare, e inutili giri di parole avrebbero solo fatto perdere tempo.
Con questa coltre nebbiosa è difficile persino guardare a pochi metri di distanza, figuriamoci combattere per difendere questo posto. Ma non abbiamo scelta, dovremo fare del nostro meglio e stare attenti a non cadere in trappole posizionate dagli alleati. Forse questa nebbia può diradarsi con una grossa folata di vento come fece Zu tempo fa con il gas di Watashi...
Ma prima ancora che potesse aggiungere anche solo una parola a quelle della Hyuga, la coltre di fumo che aveva investito l'area del Bukigami prese a condensarsi fino a generare una forte esplosione dal nulla. Lo sguardo vermiglio si fece sempre più grave e il cuore prese a battere all'impazzata... la fase finale della guerra stava per coinvolgerli tutti e non ci sarebbero stati vinti o vincitori... solo vivi e morti. Per un attimo vi fu un bagliore accecante, poi seguì un possente boato accompagnato da urla di disperazione di coloro i quali si erano lasciati cogliere di sorpresa; ma in fondo chi tra le migliaia di shinobi presenti in quell'ultimo e sperduto avamposto dell'umanità avrebbe mai potuto non essere preso alla sprovvista? Kinji venne scaraventato a diversi metri di distanza, ma riprese i sensi immediatamente, anche se le sue condizioni non erano delle migliori, e quando il fumo attorno a loro iniziò a disperdersi, poté constatare già le prime vittime di quella che poteva definirsi fino a quel momento, una vera e propria carneficina. Il petto gli bruciava oltremodo, procurandogli una fastidiosa sensazione di calore e dolore difficilmente sopportabile. Si portò una mano verso la zona colpita maggiormente dall'esplosione, per rendersi conto dell'entità del danno; non da prendere sotto gamba, ma c'era chi aveva più bisogno di aiuto di lui: alcuni uomini avevano già perso la vita, mentre altri si dimenavano e combattevano per tenerla stretta, come il giovane Sohaku. Un arto inferiore e uno superiore erano stati dilaniati totalmente lasciandolo strisciante al suolo in balia della disperazione e dell'atroce dolore.
Merda! L'esercito è stato del tutto soverchiato, e tra feriti e morti, pochi potranno essere ancora utili! Questi uomini stanno dando la vita per una causa che siamo destinati a perdere!?
Non tardò ad avvicinarsi all'Uchiha, la compagna dai capelli cobalto che, mossa da un naturale istinto di preoccupazione, lo aiutò a rimettersi in posizione supina, facendo attenzione a non toccare le ferite ancora doloranti sul suo petto nudo. Nel frattempo, il generale riuscì a notare sul collo della sua bella uno strano segno luminescente che non aveva mai visto prima... poteva essere comparso durante l'esplosione a chi come lei aveva subito danni minori? Le fece cenno di star bene, e si fece aiutare a riacquistare la posizione eretta, seppur con fatica; ogni respiro era sempre più difficile da compiere, ma doveva andare avanti per il bene dell'esercito alleato.
Kinji: Setsuna...il tuo collo... fa attenzione... c'è comparso un segno...argh!
Nonostante un iniziale momento di insubordinazione da parte della sua bella, la convinse di potercela fare a camminare da solo, assicurandola di star bene, mentre la vedeva avvicinarsi lentamente al corpo martoriato di Shoaku poco distante dalla sua posizione, prese a respirare meno affannosamente. Il suo elemento naturale lo stava aiutando a cauterizzare le ferite? Forse. La frenesia da battaglia stava risvegliando la parte più celata della sua personalità? Sicuramente. Ma gli alleati non ebbero nemmeno il tempo di riprendersi, che subito dovettero affrontare una nuova minaccia ben più pericolosa delle semplici lingue di fuoco che ardevano nella zona del Bukigami: delle creature, piccole e tanto veloci quanto letali, che parevano essere nate dalle fiamme stesse dal modo in cui le attraversavano senza difficoltà, iniziarono a muoversi sopra le loro teste con fare minaccioso. I loro attacchi erano mirati, rapidi, e producevano ustioni ben peggiori di quelle che avevano riscontrato i meno fortunati durante l'esplosione. Kinji ebbe poco tempo per fare il punto della situazione, anzi, in una situazione caotica e disperata come quella, bisognava agire d'istinto, perché fermarsi equivaleva a diventare un pezzo di carne arrosto; eppure, riuscì a notare lo stesso simbolo apparso sul collo di Setsuna su quello di tanti altri commilitoni, che provavano a destreggiarsi e a difendersi con le armi, ma tutto pareva inutile.
Quel simbolo non porterà altro che guai, già lo sento... e questi cosi sembrano imbattibili! Invulnerabili alle armi, invulnerabili al fuoco... magari sono fatti dello stesso fuoco che le ha create, quindi dobbiamo provare a "spegnerle" ed evitare ogni contatto diretto! Ci sarebbe inoltre la possibilità che vede tra le già straordinarie capacità degli avversari, quella di potersi rigenerare con il fuoco divampato...ma è un'evenienza che affronteremo quando ne saremo sicuri. Dovremmo occuparci anche dei feriti, ma non abbiamo alcuna possibilità di farlo se questi abomini non ce ne danno l'opportunità...tenete duro!
Kinji: Presto, cercate di raggrupparvi qui!
Velocemente, il generale cercò di respirare più a fondo, per poi prendere fiato e parlare ad alta voce, specialmente a quelli più vicini alla sua persona, senza mai perdere di vista le oscure presenze che aleggiavano attorno a loro. Il suo sguardo si animò di un'ira mai vista prima d'allora; ira dovuta al non essere probabilmente all'altezza del compito affibiatogli, ira per non aver previsto l'attacco, ira per non essere stato in grado di proteggere tutti.
Kinji: Dobbiamo pensare ai feriti, ma prima ci dovremo liberare di queste creature! Bisogna cercare di limitare il contatto fisico il più possibile, visto che le armi non sono utili, dovremo ricorrere a tutte le ninjutsu acquatiche che ogni singolo membro del gruppo conosce, gli altri rimangano in guardia e diano supporto agli altri! ...Spegniamo questi bastardi!
Liberò le mani dalle lunghe maniche del kimono, pronto a fare pieno utilizzo della sua arte oculare per ricreare una delle tecniche d'acqua che avrebbero utilizzato i compagni e dare man forte per abbattere i figli del dio malvagio.
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