Tempio, Bukigami

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view post Posted on 5/1/2014, 18:20
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Senza perdere tempo la kunoichi dagli occhi perlacei aveva lanciato un monito chiaro, impossibile da fraintendere. Non aveva però informato nessuno, nemmeno il generale, del fatto che il diametro della coltre di nebbia forse limitato e circoscritto alla zona più prossima al sacro tempio. Si era esclusivamente limitata a mettere in guardia i suoi compagni di reparto, trascurando quello che poteva sembrare un inutile dettaglio, ma che da lì a breve avrebbe preso sempre più peso dinanzi ai suoi occhi. Tutti gli uomini impugnarono le armi e si prepararono a uno scontro che sembrava imminente, mentre il generale rimaneva impassibile, come pietrificato di fronte alla situazione e incapace di impartire ordini per coordinare le forze sotto il suo comando. Una fiamma si materializzò però dinanzi al suo sguardo, riportandolo bruscamente con i piedi per terra. Fu un attimo e le porte dell'inferno vennero aperte.

Una potente deflagrazione inscritta alla circonferenza tracciata dalla coltre di nebbia investì tutti coloro che si trovavano al suo interno, mentre un boato assordante riecheggiava tra le alture che davano vita a quella piccola catena. Attimi di puro terrore si accavallarono tra di loro, secondi lunghi come interi minuti che venivano scandite dalle urla impregnate di dolore e disperazione dei poveri ninja che si erano fatti trovare impreparati di fronte a quella maledizione. Inutile ricercare tra loro il responsabile che avrebbe potuto evitare quel disastro, nessuno avrebbe potuto prevedere qualcosa del genere, come poteva del resto una mente umana comprendere le sottili trame di un dio? Quando il fumo grigiastro si fu diradato del tutto, ognuno dei presenti si ritrovò immerso in una scena dalle sfumature tragiche. Parecchie vite erano già state spezzate in quei pochi attimi e i cadaveri dei caduti imbrattavano con il loro sangue il suolo arido, divorato dalle fiamme che ancora divampavano alte, piene di vigore, e costellato dalle macerie del tempio, che in parte aveva ceduto a causa della violenza dell'esplosione. Molti altri erano invece i feriti, più o meno gravi. Uno dei più preoccupanti era il giovane Sohaku, che aveva perso il braccio e la gamba destri e strisciava con non poche difficoltà in direzione della Hyuga, tracciando al suo passaggio una scia cremisi sul suolo. La kunoichi invece, insieme a Mitsuaki, non aveva riscontrato che lievi bruciature diffuse in zone diverse del corpo, miracolosamente. La condizione di Kinji era più grave di quella in cui versava la fanciulla: le ustioni erano più gravi e concentrate sul torace, vicino agli organi vitali, e il dolore era così lancinante che gli impediva di muoversi come desiderava e di respirare regolarmente. Ferite simili potevano essere riscontrate nel corpo del seguace di Jashin, che tuttavia non sembrava averne risentito molto, grazie al potere del padrone che serviva.

Ciò che più destava sospetto era il fatto che sul collo di quasi la metà della divisione fosse apparso uno strano simbolo dai tratti luminosi: impossibile intuire cosa fosse e quale fosse la sua provenienza, ma di certo non si trattava di un fenomeno da poter prendere sottogamba. Nella cerchia di coloro che erano stati colpiti rientravano anche Setsuna e Ryuzaki. Gli shinobi, già provati dall'esplosione, non ebbero nemmeno il tempo di riprendersi che dalle fiamme che divampavano sul campo di battaglia vennero partorite decine di piccole entità che sembravano essere composte delle stesso elemento che formava l'incendio che ingordo stava divorando tutto ciò che ostacolava il suo cammino. Si muovevano veloci levitando sopra le loro teste, rapide e letali si abbattevano contro i nemici causando loro ustioni ben più gravi di quelle riscontrate a causa della deflagrazione. Erano creature piccole e difficili da colpire e come se non bastasse sembravano essere invulnerabili, tanto che le armi degli shinobi non riuscivano a scalfirle, limitandosi ad attraversare il fuoco come fosse mera polvere. La maggior parte dell'esercito era nel panico, incapace di reagire di fronte a una minaccia così inaspettata e di riprendersi dallo shock dell'esplosione; spettava al generale l'arduo onere di riequilibrare le sorti della partita e di rimettere in riga i suoi uomini prima che fosse troppo tardi.


Mi dispiace aver saltato alcuni di voi, ma dopo due settimane non ho trovato i vostri post, né MP che mi avvisavano della vostra assenza. Potrete comunque ruolare ciò che è successo prima nel prossimo post.. Vi ricordo che potete anche fare più giri e ruolare liberamente, senza attendere per forza una mia risposta.
Per quanto riguarda il post, sapete dove trovarmi nel caso in cui qualcosa non sia chiaro.

PS. Zero mi ha mandato un MP circa una settimana fa dicendomi che ha deciso di mollare il gdr, per cui continuerete solo voi quattro.
 
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view post Posted on 6/1/2014, 22:26
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Finalmente dopo settimane intere, l'Uchiha era riuscito a parlare alla sua bella naturalmente, senza stupidi filtri dettati dalla carica ottenuta, dalla responsabilità o altro; desiderava stare accanto a Setsuna da troppo tempo, e la vicinanza a quella ragazza gli donava una marcia in più.

Se i miei uomini non hanno fiducia in me non posso dar loro torto, nemmeno io avrei fiducia in un ragazzo dal grado inferiore al mio che di punto in bianco mi da ordini... ma se sono qui sopra c'è un perchè, e lo scopriremo durante la battaglia.

La Hyuga era senza dubbio il suo più grande punto di forza: con lei e per lei avrebbe fatto di tutto, come in passato; ma poteva anche rivelarsi il suo punto debole... se le fosse successo qualcosa, sicuramente avrebbe perso il controllo del demone dentro di se, e allora avrebbero imparato a temerlo non solo le creature di Watashi, ma persino i suoi commilitoni.
Nella zona circostante il Bukigami, il viavai di shinobi si faceva sempre più frenetico, gli animi si infiammavano e si inasprivano con la velocità con la quale una candela si spegne sotto il vento gelido dell'inverno. Kinji avrebbe voluto provare a ravvivare la situazione, ma bisognava guardare in faccia la realtà in quel momento: alcuni di loro avrebbero perso la vita e, se le cose si fossero messe davvero male, nessuno di loro avrebbe lasciato quel posto con le proprie gambe, entrando a far parte di diritto a quella schiera di guerrieri sacrificatisi per una causa più grande che da secoli venivano venerati nel tempio sacro di Kumo.


Kami... non mi rivolgo a voi da tempo ormai... e chissà se le grida di un demone riusciranno mai ad arrivare ai Cieli...

I pensieri negativi però vennero scacciati da qualcosa di insolito: la nebbia che probabilmente a quelle alture spesso e volentieri celava la presenza del tempio divino, si fece strada nella zona circostante in fretta e con dei banchi stranamente densi. Tra le fila di uomini in basso, si iniziò a scatenare il panico: si sentivano suoni di armi sguainate, chi arretrava e chi provava a chiedere che cosa stesse succedendo ai pochi sensitivi presenti.
Nessuno seppe dare una risposta a quel fenomeno anomalo. Tuttavia, Kinji notò nello sguardo di Setsuna qualcosa di insolito. La Hyuga dai capelli cobalto scrutava meticolosamente l'orizzonte, incantata da un qualcosa che ancora non era stato identificato.


E' l'ora...

La kunoichi decise istintivamente di parlare a tutti senza passare prima dall'orecchio del capitano; una scelta saggia, in fondo era l'unica in grado di capire con cosa avessero a che fare, e inutili giri di parole avrebbero solo fatto perdere tempo.

Con questa coltre nebbiosa è difficile persino guardare a pochi metri di distanza, figuriamoci combattere per difendere questo posto. Ma non abbiamo scelta, dovremo fare del nostro meglio e stare attenti a non cadere in trappole posizionate dagli alleati.
Forse questa nebbia può diradarsi con una grossa folata di vento come fece Zu tempo fa con il gas di Watashi...



Ma prima ancora che potesse aggiungere anche solo una parola a quelle della Hyuga, la coltre di fumo che aveva investito l'area del Bukigami prese a condensarsi fino a generare una forte esplosione dal nulla. Lo sguardo vermiglio si fece sempre più grave e il cuore prese a battere all'impazzata... la fase finale della guerra stava per coinvolgerli tutti e non ci sarebbero stati vinti o vincitori... solo vivi e morti.
Per un attimo vi fu un bagliore accecante, poi seguì un possente boato accompagnato da urla di disperazione di coloro i quali si erano lasciati cogliere di sorpresa; ma in fondo chi tra le migliaia di shinobi presenti in quell'ultimo e sperduto avamposto dell'umanità avrebbe mai potuto non essere preso alla sprovvista?
Kinji venne scaraventato a diversi metri di distanza, ma riprese i sensi immediatamente, anche se le sue condizioni non erano delle migliori, e quando il fumo attorno a loro iniziò a disperdersi, poté constatare già le prime vittime di quella che poteva definirsi fino a quel momento, una vera e propria carneficina.
Il petto gli bruciava oltremodo, procurandogli una fastidiosa sensazione di calore e dolore difficilmente sopportabile. Si portò una mano verso la zona colpita maggiormente dall'esplosione, per rendersi conto dell'entità del danno; non da prendere sotto gamba, ma c'era chi aveva più bisogno di aiuto di lui: alcuni uomini avevano già perso la vita, mentre altri si dimenavano e combattevano per tenerla stretta, come il giovane Sohaku.
Un arto inferiore e uno superiore erano stati dilaniati totalmente lasciandolo strisciante al suolo in balia della disperazione e dell'atroce dolore.


Merda! L'esercito è stato del tutto soverchiato, e tra feriti e morti, pochi potranno essere ancora utili! Questi uomini stanno dando la vita per una causa che siamo destinati a perdere!?

Non tardò ad avvicinarsi all'Uchiha, la compagna dai capelli cobalto che, mossa da un naturale istinto di preoccupazione, lo aiutò a rimettersi in posizione supina, facendo attenzione a non toccare le ferite ancora doloranti sul suo petto nudo. Nel frattempo, il generale riuscì a notare sul collo della sua bella uno strano segno luminescente che non aveva mai visto prima... poteva essere comparso durante l'esplosione a chi come lei aveva subito danni minori?
Le fece cenno di star bene, e si fece aiutare a riacquistare la posizione eretta, seppur con fatica; ogni respiro era sempre più difficile da compiere, ma doveva andare avanti per il bene dell'esercito alleato.


Kinji: Setsuna...il tuo collo... fa attenzione... c'è comparso un segno...argh!

Nonostante un iniziale momento di insubordinazione da parte della sua bella, la convinse di potercela fare a camminare da solo, assicurandola di star bene, mentre la vedeva avvicinarsi lentamente al corpo martoriato di Shoaku poco distante dalla sua posizione, prese a respirare meno affannosamente.
Il suo elemento naturale lo stava aiutando a cauterizzare le ferite? Forse.
La frenesia da battaglia stava risvegliando la parte più celata della sua personalità? Sicuramente.
Ma gli alleati non ebbero nemmeno il tempo di riprendersi, che subito dovettero affrontare una nuova minaccia ben più pericolosa delle semplici lingue di fuoco che ardevano nella zona del Bukigami: delle creature, piccole e tanto veloci quanto letali, che parevano essere nate dalle fiamme stesse dal modo in cui le attraversavano senza difficoltà, iniziarono a muoversi sopra le loro teste con fare minaccioso.
I loro attacchi erano mirati, rapidi, e producevano ustioni ben peggiori di quelle che avevano riscontrato i meno fortunati durante l'esplosione.
Kinji ebbe poco tempo per fare il punto della situazione, anzi, in una situazione caotica e disperata come quella, bisognava agire d'istinto, perché fermarsi equivaleva a diventare un pezzo di carne arrosto; eppure, riuscì a notare lo stesso simbolo apparso sul collo di Setsuna su quello di tanti altri commilitoni, che provavano a destreggiarsi e a difendersi con le armi, ma tutto pareva inutile.


Quel simbolo non porterà altro che guai, già lo sento... e questi cosi sembrano imbattibili! Invulnerabili alle armi, invulnerabili al fuoco... magari sono fatti dello stesso fuoco che le ha create, quindi dobbiamo provare a "spegnerle" ed evitare ogni contatto diretto! Ci sarebbe inoltre la possibilità che vede tra le già straordinarie capacità degli avversari, quella di potersi rigenerare con il fuoco divampato...ma è un'evenienza che affronteremo quando ne saremo sicuri.
Dovremmo occuparci anche dei feriti, ma non abbiamo alcuna possibilità di farlo se questi abomini non ce ne danno l'opportunità...tenete duro!


Kinji: Presto, cercate di raggrupparvi qui!

Velocemente, il generale cercò di respirare più a fondo, per poi prendere fiato e parlare ad alta voce, specialmente a quelli più vicini alla sua persona, senza mai perdere di vista le oscure presenze che aleggiavano attorno a loro.
Il suo sguardo si animò di un'ira mai vista prima d'allora; ira dovuta al non essere probabilmente all'altezza del compito affibiatogli, ira per non aver previsto l'attacco, ira per non essere stato in grado di proteggere tutti.


Kinji: Dobbiamo pensare ai feriti, ma prima ci dovremo liberare di queste creature! Bisogna cercare di limitare il contatto fisico il più possibile, visto che le armi non sono utili, dovremo ricorrere a tutte le ninjutsu acquatiche che ogni singolo membro del gruppo conosce, gli altri rimangano in guardia e diano supporto agli altri!
...Spegniamo questi bastardi!


Liberò le mani dalle lunghe maniche del kimono, pronto a fare pieno utilizzo della sua arte oculare per ricreare una delle tecniche d'acqua che avrebbero utilizzato i compagni e dare man forte per abbattere i figli del dio malvagio.
 
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view post Posted on 8/1/2014, 18:54




Il kunai era pronto, sguainato al sol scopo di tranciare le carni nemiche, saldo nelle mani del giovane shinobi. Eppure egli mai si sarebbe immaginato quanto inutile potesse essere quella stretta lama di fronte alla catastrofe che di li a poco li avrebbe colpiti. Prima che potesse dar fiato alle proprie paure una luce lo illuminò completamente, irradiando al contempo ogni cosa nel giro di diversi metri. Aveva gli occhi chiusi eppure quel bagliore riuscì a penetrare le sue orbite oculari, il suo spirito ed il suo animo indomito. Poi, un boato assordante ed una misteriosa forza che lo respinse come fosse una foglia al vento.
Aprì gli occhi dolorante cercando di rimettersi faticosamente in piedi. Quello che vide lo terrorizzò a tal punto da raggelare il suo sangue, nonostante l'inferno da cui era circondato: fiamme ardevano alte e possenti in ogni dove, ergendosi maestose sui corpi anneriti di quei poveri stolti che avevano osato frapporsi alla conquista del dio oscuro. Gente che fino a poco prima era stata al suo fianco ora giaceva inerme al suolo, in preda a quelle roventi fauci che non lasciavano scampo alcuno. Urla disperate, gemiti e lamenti si levarono al cielo come un macabro requiem mentre il sangue fresco dell'alleanza si mescolava al terriccio ormai carbonizzato.


Cosa...cosa diavolo è successo?

Si guardò attorno attonito, esterrefatto. Sulle prime credette d'esser stato vittima di una illusione, di una mera menzogna ordita a chissà quale scopo. Eppure dovette ricredersi poichè troppo reali erano quelle scene, troppo vivide per somigliare anche lontanamente ad un inganno. E poi vi furono i dolori, non eccessivi, ma generalizzati a svariate parti del corpo. Quella sofferenza non poteva essere una illusione.
Iniziò a camminare dinanzi a se nella speranza di trovare qualcuno ancora vivo, notò con la coda dell'occhio alcuni sopravvissuti ma, prima che vi si avvicinasse ancora, quegli uomini furono carbonizzati. Alcune piccole fiammelle trapassarono i loro corpi da parte a parte, logorando quelle carni al solo contatto. Da quella distanza Mitsuaki notò la loro forma vagamente umanoide anche se i tratti erano comunque al quanto stilizzati. Indietreggiò sperando di non essere notato da quegli esseri mentre altri shinobi sopravvissuti tentarono invano di colpirli con le più svariate armi da lancio. Proprio in quel momento udì una voce, già sentita in precedenza. Doveva trattarsi del generale della divisione che, dall'alto del suo grado, stava ordinando a tutti di riunirsi presso un unico punto al fine di riordinare l'armata. Quando finalmente raggiunse il punto da cui quella voce proveniva si accorse di quanto le forze armate alleate fossero state decimate da quella tremenda esplosione. In generale versava in condizioni ben più gravi delle sue a giudicare dalle vesti logore e si teneva in piedi aggrappandosi alla Hyuga sua compagna. Quanto più velocemente possibile si accostò loro, sincerandosi delle loro condizioni e successivamente apprendendo gli ordini dell'Uchiha.


Di solito non sono per la violenza ma questa volta Watashi ha esagerato...vediamo di spegnere questi fiammiferi!

(Sono tanti e sembrano anche veloci...non posso permettermi di mancarli altrimenti farei una brutta fine...sarà meglio puntare sulla quantità che sulla qualità.)

Concentrò il proprio chakra in modo da comprimerlo il più possibile nella gabbia toracica, compose gli appositi sigilli e con un unico sputo pregno d'ira riversò sulle creature composte di fuoco il proprio risentimento, misto ovviamente ad acqua sotto forma di diverse sfere.

CITAZIONE
<ninjutsu elementale a lungo raggio> -Suiton: Proiettili d'Acqua- [Chk: 50][Int: +55] "Impastando il chakra nella bocca e sputandolo fuori, il ninja emette una serie di proiettili d'acqua, piccoli ma letali. Il difensore avrà più facilità a fuggire che a difendersi: in caso di difesa con una tecnica, il bonus della tecnica usata verrà diminuito di 1/4; in caso di Res+Chk, la Res sarà diminuita di 1/6."
 
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view post Posted on 10/1/2014, 14:11
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*L’impensabile si concretizzò in un attimo. Il futile tentativo della kunoichi di preparare i compagni al peggio perse completamente di significato nello stesso istante in cui l’accecante lampo di luce fulminò il Bukigami, precedendo il sordo boato e le grida disumane di quanti venivano investiti dall’inarrestabile fatalità. Letteralmente spiazzata, la fanciulla dai lunghi capelli cobalto non poté fare alcun che per evitare la catastrofe. Come tanti altri in quell’assurda situazione, fu sbalzata a diversi metri di distanza dall’impetuosa onda d’urto generata dall’esplosione e ruzzolò al suolo malamente, riportando miracolosamente soltanto qualche livido e graffio. Gli inquietanti lamenti dei feriti permeavano l’aria satura di nebbia corrosa dal fuoco, surclassando il silenzio tombale della morte. La giovane kunoichi dagli occhi bianchi, scombussolata e confusa dall’improvviso succedersi di questi terribili eventi, fece per sollevarsi da terra facendo leva con ambo gli arti superiori e inferiori. La prima cosa che le venne in mente fu volgere lo sguardo poco più in la, alla disperata ricerca di colui il quale le stava a fianco prima che l’ondata di vento e fuoco li costringesse alla lontananza. Nel momento in cui lo vide, riverso al suolo e con svariate ferite (più o meno gravi) sparse per il petto, il suo cuore parve pompare così dolorosamente il sangue da bloccargli la gola e la sue gambe, agendo sotto l’impulso dell’inconscio, presero a correre in sua direzione.*

Oh, Kami! Kinji-kun, s-stai bene?! Riesci ad alzarti?!

*Esclamò in preda al panico, inginocchiandosi presso di lui e cercando, delicatamente, d’aiutarlo a sollevarsi. Le scottature sulla pelle nuda dell’Uchiha la preoccupavano parecchio, ma quest’ultimo tentò d’assecondarla, provando invano a rassicurarla sulla sua salute e di nascondere al meglio le inevitabili smorfie di dolore che incrinavano il suo sorriso gentile. Fu in quel frangente che, riconquistata con un po’ di fatica una posizione eretta, il giovane dagli occhi d’onice s’accorse dello strano simbolo scintillante ch’era repentinamente apparso sul collo dell’indomabile fanciulla che l’aiutava a sorreggersi. D’altro canto, quegli inscrutabili occhi color della neve s’erano persi nello scrutare l’esercito decimato. Aveva un’espressione attonita dipinta sul bel viso, mista fra l’incredulità e il gelido terrore.*

(Tutto questo.. è avvenuto.. p-per colpa mia..?!)

*Si ritrovò suo malgrado a pensare, interdetta di fronte all’atroce visione a cui il destino l’aveva sottoposta. Una parte della sua anima, chissà quanto importante e profonda, fu irrimediabilmente solcata da un’invisibile ferita: avrebbe potuto evitare un simile disastro? Probabilmente no, ma quell’impercettibile probabilità suggerita dall’ignoranza non poteva certo facilitare il processo di cicatrizzazione di quello squarcio interiore.
A destarla da quei suoi oscuri pensieri v’era la voce familiare dell’uomo al suo fianco, che l’avvisava della comparsa del simbolo luminescente sulla sua pelle. Istintivamente andò a sfiorare il retro del collo, in un gesto che, in circostanze diverse, avrebbe fatto balzare all’attenzione dello spettatore l’estrema sensualità di quel fiore ancora in boccio.
*

(Un simbolo? Cosa diavolo significa..?! E se dovessi essere facile preda del nemico? ..o addirittura..)

Kinji-kun, devi promettermi che, qualsiasi cosa accada, m’impedirai di fare del male a qualcuno dei nostri. A qualunque costo, ok?

*Esordì, interrompendo il sempre crescente flusso dei suoi interrogativi e prendendo fra le mani il viso del suo compagno, costringendolo a guardarla negli occhi. Il suo era uno sguardo risoluto e fu seguito da un sorriso dalle tinte amare al silenzio interdetto del suo interlocutore. Nel frattempo, il campo fu invaso da indecifrabili creature infuocate. Il giovane generale, deciso più che mai a riprendere le redini della situazione, s’avviò di qualche pazzo più in la e cominciò a impartire ordini a quanti dell’esercito erano sopravvissuti. Fra quelli rimasti v’era Mitsuaki, anch’egli superficialmente ferito come lei. Anche a lui aveva rivolto un sorriso, reso cupo dalla situazione disperata. Era felice di saperlo sano e salvo. Presa com’era dall’immane confusione del momento, s’accorse solo in quel momento che qualcuno, con voce spezzata dalle lacrime e dal lancinante dolore, la stava chiamando.*

S-set..suna-sen..pai..!

*Richiamata da quella voce supplicante, volse il capo in direzione del campo devastato e d’improvviso lo vide. Colta impreparata, sgranò gli occhi. Nella più tetra agonia, il giovane compagno che aveva condiviso con lei gli ultimi tempi aveva perso in un attimo sia la gamba che il braccio destro e tentava malamente di strisciare in sua direzione nella speranza di ricevere aiuto da quella che, fino ad allora, aveva rappresentato il suo unico punto di riferimento in mezzo a tanti sconosciuti. Nel vederlo in quello stato, il cuore della Hyuga perse un battito e lacrime infuocate dal dolore le salirono agli occhi con prepotente foga.*

S-sohaku-kun!!

*Fu l’unico suono che le sue corde vocali le permisero di emettere, prima di scagliarsi agilmente verso la sua posizione, coperta dal fuoco incrociato dell’alleanza, nel tentativo di portarlo via e salvarlo in qualche modo.*



// Mi dispiace, non sono riuscita a fare di meglio e non voglio rallentare troppo: ribadisco qui che sto poco bene e che, quindi, i miei post potrebbero tardare ad arrivare.. o nel migliore dei casi arrivare veloci ma fare schifo forte (quest’ultima è una remota possibilità, non mi piace scrivere stronzate apocalittiche). Avvisati insomma, scusate il disagio.

PS. Considerato che Zero °C ha lasciato (ç__ç), e che a quanto ho capito il suo PG rimarrà vittima di questa guerra.. mi è permesso mettere fine alla sua esistenza a modo mio? Mi farebbe comodo per un piccolo tassello di Background. La mi facci sapere. //

Edited by ¬BloodyRose. - 10/1/2014, 20:55
 
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view post Posted on 13/1/2014, 13:43
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Anche se è stata l'ultima a postare, autorizzo BloodyRose a fare un altro post. Dopo avrete il mio :sisi:
 
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view post Posted on 13/1/2014, 18:45
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*Il melanconico lamento degli innocenti accompagnava il veloce incedere della fanciulla, scandito da lunghe falcate e piccole acrobazie atte ad evitare gli ostacoli ch’erano rappresentati dalla morfologia scoscesa del territorio e dai corpi dilaniati degli uomini caduti. Unico obiettivo: soccorrere l’amico. Le vistose ferite ch’egli portava sul suo corpo squassato dall’ondata divina sanguinavano copiosamente, lasciando sulla fredda e nuda roccia una calda pozza rosso cremisi. Uno spettacolo pietoso, considerando lo sforzo immenso che stava compiendo per strisciare, facendosi strada come un verme, in direzione di colei che, forse, avrebbe potuto mantenere la sua antica promessa. Le sue suppliche furono presto accolte, e la kunoichi dai capelli cobalto lo trascinò via da quell’inferno di dolore e solitudine con quella voce cristallina strozzata dalle lacrime.*

S-Sohaku-kun, resisti! T-ti tirerò fuori da questa situazione, devi soltanto stringere i denti e resistere!

*Gli disse, inginocchiandosi presso di lui e facendo in modo di adagiarlo con la schiena rivolta al suolo. Osservare quegli squarci sprizzanti liquido vitale quasi le impedivano di respirare, e nausea e tachicardia non facevano che peggiorare la situazione. Le era impossibile ragionare, in quello stato d’ansia dove lo scorrere del tempo è un nemico mortale. D’istinto fece scivolare dalle spalle la mantella che aveva portato sino a quell’istante e, stracciandola in due parti, cercò di bloccare le problematiche emorragie derivate dalla mancanza degli arti. Le tremavano le mani.*

S-Set..suna-senpai.. a-aiutami, ti p-prego!

*Tormento e disperazione erano dipinti sul volto sporco del giovane shinobi, che stringeva gelosamente il polso della fanciulla insozzata del suo sangue. Resa penosa dalle infuocate lacrime che gli solcavano le gote, quella supplichevole richiesta arrivò all’impotente kunoichi come una pugnalata al cuore. Fu in quel momento che realizzò ciò che la sua coscienza rifiutava.*

(N-no! N-non posso farlo..! Ci deve essere un altro modo, ci d-deve essere!)

*Cercava di convincersi nella speranza di trovare una soluzione alternativa a quella che l’istinto le suggeriva, ma non fu in grado di trovarne. Soggiogata dalla disperazione e dall’inutilità del suo futile intervento, non poté fare altro che mostrargli un rassicurante sorriso fra le grosse lacrime che sgorgavano dal suo sguardo misterioso eppure affascinante.. quello stesso sguardo che il giovane avrebbe voluto tanto decifrare. Nell’atrocità dei suoi dolorosi mugugni, la fanciulla dai lunghi capelli cobalto si protrasse in avanti abbastanza per sentire il suo respiro sulla sua pelle e per coprire l’orrida visuale che l’accompagnava nel momento del suo addio.*

Perdonami, Sohaku-kun..

*Gli sussurrò all’orecchio sinistro, mentre il respiro del moribondo veniva mozzato dall’acuminata lama dall’elsa bianca e nera. La kunoichi chiuse gli occhi per non vedere, ma l’abilità innata che le era stata tramandata sin dalla nascita diresse la sua peculiare attenzione al cuore del ragazzo che giaceva sotto il suo peso. Uno.. due.. tre battiti cardiaci, distanti gli uni dagli altri. La stretta disperata al suo polso s’ammorbidì sino divenire nulla e il dolore insopportabile del giovane svanì. Allora la kunoichi aprì gli occhi, sollevandosi, e, quando questi incontrarono quelli spenti del compagno d’armi, odio e senso di colpa s’intrecciarono generando una sensazione talmente forte che solo la sua voce avrebbe potuto sfogare. Delicatamente gli calò le palpebre, mentre i singhiozzi della giovane riempivano l’aria. Per soffocarli, poggiò la testa sul petto del morto. Si odiava per essersi appropriata d’un diritto ch’era assegnato solo al fato, eppure aveva davvero aiutato quel ragazzo destinato comunque alla morte. Gli aveva evitato di soffrire inutilmente, regalandogli una morte rapida e degna d’uno shinobi.. ma le sue mani macchiate di sangue stringevano l’elsa della katana in una dolorosa morsa di rancore. Quello che aveva ottenuto per lei era un dolore particolare, di quelli che colpisce l’anima. Seppure nel giusto, difficilmente sarebbe riuscita a perdonarselo.
L’atteggiamento autodistruttivo della fanciulla si susseguì per minuti che parvero infiniti, poi la reazione. S’alzo da terra, talmente schiumante di collera che il chakra che fuoriusciva dal suo corpo in maniera del tutto autonoma pareva concretizzarsi in piccole e quasi impercettibili saette. Con un colpo secco estrasse l’insanguinata Ketsueki dal busto del giovane caduto, riponendola nel suo fodero senza premurarsi minimamente di pulirla, e, dunque, corse a ritroso verso i membri dell’alleanza sopravvissuti. S’affiancò all’uomo che amava, col volto sporco di sangue e l’espressione incupita dalla montante ripugnanza verso quegli esseri e quell’essere divino, che aveva di certo assaporato il tormento del giovane Sohaku e il dolore della sua drastica decisione. Sperimentando ancora una volta quell’efficace controllo che l’aveva fatta eccellere su altri, caricò i suoi palmi col rancore che riempiva il suo cuore e scagliò quelle amare ondate in direzione dei suoi nemici. Digrignava i denti mentre lo faceva, come una leonessa.
*

(Lo senti, Watashi?! Dovesse costarmi l’esistenza, io ti distruggerò!)



// Qualora non fosse chiaro, dopo aver ucciso il PG di Zero C°, Setsuna rimane qualche attimo china sul suo corpo per soffocare i singhiozzi (penso possiate sentire anche le urla, dalla vostra posizione) per poi alzarsi, correre indietro, affiancarsi a Kinji (in maniera figurata, non si mette attaccata ovviamente, ma poco distante) e cominciare a sparare palmi di chakra rabbiosi che, se non fanno male, quantomeno con lo spostamento d’aria violento dovrebbero avere all’incirca lo stesso effetto “spegnimento” dell’acqua.. o comunque un effetto di rallentamento nei confronti dei bersagli. //
 
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view post Posted on 14/1/2014, 20:26
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Ottima era stata l'intuizione del generale, che aveva compreso che l'unico modo per sconfiggere quelle creature fastidiose come zanzare era utilizzare il vero antagonista dell'elemento di cui esse erano composte: l'acqua. Il consenso dell'esercito ai suoi ordini fu immediato; tutti coloro che erano in grado di attingere al chakra del suiton indirizzarono potenti tecniche contro l'esercito nemico. Anche Kinji e Setsuna, malgrado possedessero una diversa natura del chakra, riuscirono a sfruttare i loro doujutsu per dare manforte ai compagni che stavano dando l'anima per scacciare l'orda di spiriti che era stata partorita dalle fiamme. Dagli occhi della kunoichi dalla chioma cobalto trapelava la rabbia che stava lentamente logorando la sua anima e il suo cuore macchiato del sangue di un caro amico, di un compagno ormai spacciato che aveva conosciuto la propria fine per mano sua. Adesso sapeva cos'era veramente la guerra e l'odio si era talmente insinuato in lei che poteva sentire le sue vibrazioni raggiungere i propri muscoli, facendoli contorcere contro la sua stessa volontà. Quella che inizialmente era solo una sensazione si trasformò, con il trascorrere dei secondi, in un'amara scoperta. Il suo corpo non rispondeva più ai suoi comandi, mentre un incendio iniziava a divampare nella sua mente; avrebbe sicuramente urlato, se solo ne avesse avuto il potere, per il dolore che la stava divorando come il fuoco ingordo che aveva invaso il campo di battaglia stava facendo con ciò che incontrava. Il suo grido le sarebbe morto in gola, mentre strane parole iniziavano a risuonare nella sua testa in fiamme.

Ne hai ucciso uno.. Facciamolo ancora..

Era impossibile intuire da dove provenisse quella voce femminile e impotente la giovane kunoichi non poté far altro che assistere al macabro teatrino che la propria collera avrebbe messo in atto. Il palcoscenico? Il campo ove i suoi compagni morivano. Le vittime? Loro.
Si mosse rapida e letale come una pantera e con i suoi lunghi artigli pose fine alla vita della prima delle sue prede. Similmente, altri shinobi si lanciarono improvvisamente contro i loro compagni che, incapaci di reagire prontamente a questo evento inaspettato, lentamente perivano sotto i loro colpi ciechi e incontrollati. Risalire alla causa di ciò era un'utopia, ma da un'attenta analisi era possibile ricavare un dettaglio non trascurabile: soltanto coloro che presentavano il marchio sembravano aver perso il senno.
La situazione stava degenerando e il compito del generale diventava sempre più arduo ad ogni minuto che passava, scandito dalle urla e dai lamenti dei caduti.


Unica precisazione per Bloody, nel caso in cui non si sia capito: non riesci nemmeno a parlare. Buon divertimento!
 
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view post Posted on 15/1/2014, 16:29
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Le unità raggruppate nelle immediate vicinanze si stavano prodigando per combattere fino allo stremo delle forze quegli esseri che parevano provenire dalla gola dell'inferno stesso, chi lanciando ninjutsu d'acqua, come richiesto dal giovane chunin, chi armandosi per respingere ugualmente le forze nemiche in maniera differente.
Molti però erano lontani, a terra, e possibilmente in fin di vita; come avrebbero potuto lasciarli li al proprio destino quando ogni attimo poteva divenire per loro fatale?.


Devo mandare qualcuno a riprendere chi è rimasto distante senza rischiare altre perdite... ammesso che vi siano medici, devono essere protetti ad ogni costo per poter rimettere in sesto i feriti. Qualcuno in grado di ergere muri di roccia o comunque protezioni per più di una unità farebbe al caso nostro!

Mentre Kinji era intento a replicare una delle tecniche d'acqua verso i nemici, decise di fermarsi per poter riprendere fiato, e poi nuovamente prese parola per incitare gli uomini e le donne sotto il suo comando.

Kinji: Presto, adesso è il momento per soccorrere i feriti ed avvicinarli qui! Medici, andate ed assicuratevi delle loro condizioni e se possono essere curati, portateli immediatamente qui; utilizzatori dell'elemento terra, voglio almeno uno di voi a coprire i medici e fare in modo che tornino qui sani e salvi con i feriti.
Membri della sabbia e shinobi specializzati in ninjutsu che non siano di fuoco, fornite ulteriore copertura dalla distanza se necessario, e non lasciate spiragli nelle nostre difese a quei bastardi!


La battaglia stava imperversando nella zona del Bukigami ormai da pochi minuti, ma il distacco che si era creato tra gli shinobi dell'alleanza e i nemici, era decisamente troppo ampio, e andava assottigliato il più possibile.
Tutti gli shinobi dovevano dare una mano nel compiere l'impresa più grande della loro vita, che lo volessero o meno, e visto che la loro unione avrebbe fatto la differenza, non avrebbero potuto neanche sognarsi di lasciare al loro destino compagni che potevano ancora dar molto alla causa.
Altri invece, come il giovane Sohaku, non avevano più una fortuna così grande da poterne uscire vivi; con la coda dell’occhio, Kinji osservò con pietà e tristezza la sua compagna, mentre spegneva la vita del più giovane, mossa dal dolore e dalle urla strazianti di disprezzo verso se stessa e verso quello che aveva appena fatto. Non aveva altra scelta, le sue condizioni erano disperate, e anche se se la fosse cavata, non sarebbe mai più stato lo stesso per la sua giovane vita. Voleva parlarle, farla alzare dal petto insanguinato del compagno per dirle che aveva preso la decisione giusta, ma la battaglia era nel vivo, e non poteva lasciare la posizione.


Setsuna… mi dispiace, anche io avrei reagito così… anche tu me lo hai chiesto, se dovessi cadere in mani nemiche… ma avrei il coraggio di farlo? Avrei la stessa fermezza che hai avuto tu per mettere fine alle sofferenze di un innocente che si batteva per la libertà?

Tutti i presenti erano consapevoli a cosa andavano incontro, nonostante in molti volessero negare l’amara realtà che la possibilità di morire fosse alta, forse Sohaku non era all'altezza, ma il suo sacrificio, come quello di molti altri, non sarebbe stato vano. Quando la bella kunoichi tornò, parte del viso e dei capelli erano sporchi del sangue dell’amico, negli occhi le si poteva leggere chiaramente uno stato di rabbia inimmaginabile verso l’atroce fine che il destino aveva riservato per il genin di Kiri; anche lei si mise a dar man forte al gruppo, provando a spegnere il fuoco nemico con i palmi di chakra, mossa dalla sete di vendetta e dalla voglia di rivalsa.
Quando però la situazione sembrò migliorare per il gruppo di ninja, alcuni di loro, tra cui anche la genin dai capelli cobalto, improvvisamente smisero di aiutare la resistenza per passare ad un attacco del tutto inaspettato su alcuni degli alleati.


Kinji: Setsuna!... che diavolo combini !?

Le gridò, mentre la vide muoversi con velocità verso uno degli shinobi che stava aiutando a respingere i nemici, togliendogli la vita in una maniera tanto fredda quanto atroce. Altri, come la Hyuga, la emularono senza dire una parola, ma lasciando che i fatti parlassero per loro.
Le paure e i timori nutriti da Kinji fin dal primo istante in cui adocchiò il simbolo sul collo della compagna, iniziarono a realizzarsi nella realtà, sul campo di battaglia, più reali che mai, e l’angoscia per le parole che gli aveva sussurrato nell'orecchio alcuni minuti prima, lo fecero rabbrividire solo al pensiero.


Che diavolo sta succedendo!? Vuoi vedere che il segno sul collo…?

Effettivamente, gli shinobi mossi dall'improvvisa furia cieca sembravano essere solamente coloro i quali avevano “ricevuto” il marchio luminescente sul collo dopo l’esplosione del bukigami.
Il problema più grande risiedeva nel fatto che molti presentavano quel bizzarro segno, e chissà quanti ancora da un momento all'altro avrebbero perso il senno per attaccare indistintamente amici e nemici. La situazione stava iniziando a diventare insostenibile, ma bisognava prendere decisioni drastiche e subito.


Merda! Il segno sul collo deve essere una specie di marchio che Watashi ha impresso ad alcuni di noi per logorarci dall'interno! Sarà difficile tenere a bada le creature di fuoco e i compagni marchiati… dobbiamo provare a salvarli, non rimarranno in questo stato all'infinito… dobbiamo salvarli!

Kinji: Quelli che hanno un segno fluorescente sul collo verranno presi da una furia cieca… voglio tutti quelli specializzati in genjutsu con me! Dobbiamo neutralizzare quelli posseduti senza fargli del male, assopendoli, mentre gli altri continuino a combattere le creature di fuoco e ci diano copertura costante.
Dopo averli racchiusi nelle genjutsu diverranno facili prede, quindi qualcuno deve racchiuderli in una gabbia di terra per tenerli buoni e al sicuro da possibili attacchi nemici…tutto chiaro!? Andiamo!


Quando i membri da lui richiesti si raggrupparono solerti dietro le sue spalle, partirono in gruppo verso i commilitoni più vicini e con più bisogno di aiuto, iniziando a comporre sigilli e a far fluire il chakra nella mente dei marchiati nel loro raggio d’azione.
Gli occhi scarlatti di Kinji gli facilitavano molto il compito di racchiudere nelle genjutsu qualcuno, ma come avrebbe reagito se quei rubini avessero incrociato lo sguardo perlaceo di Setsuna? Non si sarebbe fatto scrupoli e l’avrebbe fatta assopire come tutti gli altri, poi avrebbero cercato un modo per esorcizzare tutti i marchiati di Watashi.


// La tecnica in questione è comune a tutti i villaggi, quindi immagino la conoscano tutti quelli abili nei genjutsu//
CITAZIONE
<genjutsu> - Tecnica della sonnolenza illusoria – “ Tecnica largamente utilizzata in tutti i villaggi ninja per il suo effetto, che la rende particolarmente utile in combattimento.
Lo shinobi, concentrando la quantità di chakra necessaria, ed immettendola poi, in un secondo momento, nella mente del proprio avversario riesce ad indurre in quest’ultimo uno stato di sonno che sarà più o meno intenso a seconda della quantità di chakra utilizzata per attivare la tecnica. Causa Status Sonno.”
 
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view post Posted on 17/1/2014, 22:40
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*L’oscuro sentimento d’iraconda veemenza corrodeva, lacerava. Quell’animo nobile, ingiustamente colpevolizzato da un’iniqua coscienza, stava provando un’emozione estranea e piuttosto violenta. L’intero corpo, attraversato dalla scoppiettante linfa fulminea alla quale era naturalmente legato, tremava impercettibilmente sotto l’influsso della maestosa mole di negatività. Quei colpi collerici ch’ella portava con tale prestanza ai danni dei nemici avrebbero dovuto fungere da valvola di sfogo, poiché impregnati non solo della potenza fisica ma anche, e soprattutto, del malessere interiore che la giovane Hyuga stava scontando nel silenzio dell’interdizione per la penosa decisione a cui era stata destinata. Per ogni nemico che cadeva sotto la violenza delle sue emozioni, il suo stato d’animo non faceva che peggiorare e i muscoli delle braccia, leggermente affaticati, parevano inspiegabilmente contrarsi spasmodicamente. Determinata quasi più a liberarsi di quell’assurdo dolore che di dare manforte all’alleanza, volente o nolente anch’ella stava contribuendo alla distruzione dell’infuocato esercito divino. La strategia attuata dall’Uchiha s’era dimostrata valida e sagace e questo permise al morale delle truppe d’essere alimentato da un barlume di speranza che, in diverse circostanze, avrebbe senz’altro contagiato anche la giovane fanciulla dai capelli cobalto e i candidi occhi. Malauguratamente, qualcosa dentro il suo essere pareva strangolare quell’illusoria positività. Mentr’ancora le creature venivano irrimediabilmente schiacciate dalla potenza delle jutsu d’acqua, qualcosa d’imprevisto accadde: quell’indelebile simbolo marchiato sul collo della kunoichi cominciò a bruciare.*

(C-cosa diavolo sta..?!)

*Un dolore lancinante la colse alla testa, come se ardenti fiamme d’inferno avessero lambito la sua mente in un rovente abbraccio. Cercò di portare entrambe le mani a stringere la testa dolorante, ma le braccia ch’ella stava utilizzando per lanciare i suoi palmi di chakra non risposero all’istintivo comando del cervello. Un disperato urlo le morì in gola, graffiandola. Costretta a guardarlo con la coda dell’occhio sinistro, la fanciulla dai capelli cobalto cercò d’attirare l’attenzione del suo amato con uno sguardo supplichevole. Fallì. L’Uchiha era impegnato nella coordinazione dell’azione, e non s’accorse di quanto le stava accadendo. Quand’infine quell’adulante voce dal timbro femmineo l’incitò a “farlo ancora”, un freddo brivido di terrore le corse lungo la schiena e le lacrime, che non s’erano mai arrestate, caddero più copiose.*

(No, no, NO!)

*Fuori dal suo controllo, le braccia cessarono di portare avanti l’offensiva contro i nemici così che la destra potesse andare invece a stringere l’elsa dell’insanguinata Ketsueki dormiente nel suo fodero, Con l’agilità d’una leonessa pronta all’agguato si scagliò in mezzo all’esercito alleato e, servendosi d’una elegante evoluzione in aria, estrasse la lama e recise di netto le teste di due commilitoni suscitando l’improvviso panico.*

(No, smettila! Fermati.. FERMATI!!)

*Gridava la sua anima, ammutolita da una potenza sconosciuta. Una furia omicida s’era impadronita delle sue membra, e ogni colpo mortale ch’ella infliggeva a un qualsiasi compagno d’armi non faceva altro che allargare ancor più la ferita ch’era stata provocata dalla repentina morte di Sohaku. Quasi sempre un suo colpo risultava letale e anche quando qualcuno si ribellava alla scelleratezza di quelle azioni, il combattimento ravvicinato non poteva che essere un suo vantaggio. Un doloroso sussulto decretò la fine d’un giovane, stupidamente avvicinatosi per fermarla. Con una portanza degna d’una Hyuga aveva infatti evitato il colpo ch’egli voleva infliggerle e, bloccandogli il volto fra le mani, glielo girò abbastanza da spezzargli la colonna. Nonostante ciò, v’era dell’esitazione prima di ogni colpo. La bella fanciulla dal nobile animo non era facile da piegare e quell’esitazione era un chiaro sintomo della sua forte ribellione.*



// L’ennesima missione da donzella in balia degli eventi? Soffro. ç_ç //
 
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view post Posted on 20/1/2014, 17:09




Ogni colpo portato dal giovane genin e dall'alleanza tutta si infrangeva possente contro quelle esili figure fatte di pure fiamme, spegnendole al sol contatto. Ogni creatura abbattuta accresceva il morale del plotone e di conseguenza la foga con cui l'offensiva era portata. Le fiamme ardevano ora anche nei cuori dell'alleanza e non solo nella grande piazza antistante il tempio. La volontà di non lasciare il mondo nelle mani di quell'essere superiore era oramai tangibile, chiunque avrebbe combattuto l'immonda minaccia allo scopo di regalare un futuro ad un ambiente già troppo martoriato dalla sua sola esistenza. Si guardò attorno Mitsuaki e quello che vide fu la rabbia negli occhi di tutti i presenti, la stessa rabbia proveniente dall'innata consapevolezza di non aver potuto nulla fino a quel momento. Molti erano morti, moltissimi altri erano rimasti feriti. Eppure, il giovane s'accorse che la ferita più profonda non era stata di certo inferta ai corpi di quegli shinobi bensì al loro spirito, al loro animo. Tutti i presenti avevano un motivo per lottare: chi per i propri cari, chi per il proprio paese, chi per pura vanagloria. E l'ira s'intrufolava nelle loro menti al sol pensiero di non poter far fronte alle proprie aspettative. Lottavano, lottavano senza sosta, si aggrappavano alla vita con ostinazione ed ora con forza rinnovata.
Le sortite si fecero più intense quando il generale ordinò di recuperare i molti feriti per poter dar loro maggior riparo. Lo stesso shinobi di Kiri diede fondo a tutte le proprie energie per dare copertura ai poveri sfortunati che giacevano in condizioni critiche. Le sue tecniche acquatiche impattavano contro o corpi luminosi, corrodendoli, dissipandoli. La strategia aveva avuto l'effetto sperato e tutto stava filando liscio. Troppo liscio.
Il vapore rilasciato dal contatto fra l'acqua ed il fuoco copriva gran parte del campo di battaglia e garantiva una scarsa visuale, eppure ciò non gli impedì di scorgere qualcosa che non andava. Alcuni uomini che fino a poco prima appartenevano ai suoi stessi ranghi ora parvero "disertare": molti di essi si scagliarono contro i loro stessi compagni intenti a combattere la minaccia di quelle fiammelle. Le loro lame si bagnarono del sangue dell'alleanza, riversando fiumi cremisi nel terreno. Fuori controllo ed in preda alla furia più ceca si lanciarono all'assalto di altri shinobi, senza la benché minima esitazione o spiegazione.


Che sia un altro trucco di Watashi?!

Osservando i ninja colpiti da quella funesta maledizione, il ragazzo si accorse che tutti riportavano uno strano simbolo luminescente lungo il collo. Che fosse quello la causa della carneficina che pian piano andava a consumarsi? Non seppe darsi una spiegazione ma di una cosa era certo, doveva proteggersi altrimenti avrebbe fatto la fine dei suoi compagni. Un ragazzo si scagliò con foga contro di lui, probabilmente anch'esso controllato dalle oscure trame del dio. Sguainò una lunga katana e con essa iniziò ad infierire sullo sventurato ragazzo delle Nebbie. Sulle prime Mitsuaki riuscì ad evitare i suoi fendenti ma poco dopo dovette iniziare a parare gli stessi con una delle sue lame. Il suono dei ferri che cozzavano era udibile anche a grande distanza e ad ogni contatto scintille si libravano per ogni colpo.

Fermati, non sono io il tuo nemico!

Le sue parole non sfiorarono nemmeno di striscio l'ira del ragazzo che continuava ad offendere con sempre più foga. A quel punto Mitsuaki non poté più trattenersi e prima che la lama della spada potesse calare sul suo capo riuscì a colpire il suo avversario in pieno stomaco, con un pugno ben assestato. In preda agli spasmi il ragazzo si accasciò al suolo, esanime. Tutt'attorno la battaglia imperversava e non c'era più tempo per proteggersi. Il generale ordinò la formazione di una squadra specializzata nelle illusioni con l'intento di intercettare e quindi neutralizzare gli shinobi sotto possessione.
Egli, non essendo propriamente esperto nel campo delle genjutsu, rimase in disparte con il compito di fornire copertura dalla lunga distanza, tenendo a bada gli esseri infuocati. Non perse tempo nell'attuare quanto gli era richiesto e celermente riprese ad impastare il proprio chakra in modo tale da riversarlo contro quelle creature. La stanchezza iniziava a farsi sentire sul suo giovane fisico e le ustioni riportate nell'esplosione non giovavano di certo ma, nonostante questo non poteva permettersi di smettere, non in un momento così complicato.
 
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view post Posted on 21/1/2014, 18:41
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Lo scontro aveva preso una cattiva piega, per i ninja dell'alleanza. Nonostante fossero riusciti a contenere e in seguito estinguere la minaccia delle piccole entità di fuoco, gli shinobi si ritrovavano costretti a lottare contro gli stessi compagni che, fino a pochi minuti prima, li avevano affiancati. Svelta la kunoichi dagli occhi perlacei si muoveva tra la folla, sinuosa ed elegante come una Hyuga degna di tale nome, recidendo come una delle parche il filo della vita di chi si opponeva al suo cammino e di chi, ingenuamente, cercava di aiutarla. Malgrado fosse forte la volontà di opporsi alla sorte avversa, Setsuna non era in grado di spezzare la maledizione che stava condannando la sua anima a scivolare sempre più in fretta verso il baratro della disperazione. La testa continuava a bruciare, anzi sembrava che fosse in procinto di esplodere, e il dolore già lancinante si acuì quando una risata risuonò come una tetra litania nella sua mente.

- Fermarmi? Credo che tu non abbia capito, Setsuna..

Conosceva il suo nome e dal suo tono di voce trapelava una completa sicurezza nei propri mezzi; per un attimo la ragazza poté provare l'impressione che la sua "ospite" conoscesse tutto di lei, nei minimi particolari, sentendosi toccare l'anima da una forza che il suo corpo e la sua anima cercavano di debellare quasi fosse un morbo dispensatore di morte.

- TU.. Devi fermarti.

Prima ancora che i preparativi del piano di Kinji potessero essere ultimati, la bella Hyuga si lanciò contro il suo amato e rapida la sua fredda lama calò su di lui, trafiggendolo da parte a parte. I loro occhi ebbero modo di incontrarsi per qualche secondo, prima che la genin ritraesse la sua mannaia lercia del sangue del generale, che cadde a terra privo di vita, per poi continuare il suo lavoro. Aveva perso del tutto il controllo, tanto da aver ucciso l'uomo che amava senza potersi opporre al volere di quella donna che sembrava intenzionata a spogliarla della sua umanità. L'esercito era caduto nuovamente nel panico: il comandante era morto e le offensive dei marchiati si facevano sempre più violente e letali. La stessa Setsuna, inarrestabile come una mera macchina bellica, si catapultò contro Mitsuaki, pronta a reclamare la sua vita, non appena lui avrebbe commesso il minimo errore.


Non disperare Vale, non sei morto.. non ancora almeno :D tuttavia dovrai continuare qui, mentre gli altri due continueranno in questo topic.
Liberi di combattere senza calcoli, soltanto ruolando. Non limitatevi a fare un solo giro di post magari, vi avviserò io appena dovrete fermarvi.. e siccome gli MP sono un po' scomodi, vi ho inviato una richiesta per la chat.


Edited by .Melo - 21/1/2014, 19:19
 
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view post Posted on 27/1/2014, 15:59
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*Quell’ignobile furia omicida che s’era impossessata di gran parte dell’esercito dell’alleanza stava soffocando qualsiasi tentativo di rivolta nel sangue. Nonostante lottasse sino allo strenuo delle forze nell’impossibile tentativo di contrastare l’innaturale maledizione, mostrando una forza d’animo e una determinazione ben al di sopra della media, purtroppo la giovane kunoichi dai misteriosi occhi bianco neve non otteneva altro che una misera esitazione prima d’ogni colpo. Una macabra risatina le risuonò nella testa in fiamme, mentre la coscienza si contorceva dalla disperazione. Quel lancinante dolore, che si propagava come una continua onda d’urto all’interno della scatola cranica, non faceva che acuire la sensazione di nausea, ma qualsiasi pensiero potesse essere legato a questo passò in secondo piano nel momento in cui quell’odiosa voce femminile le si rivolse pronunciando il suo nome. Una cosa del genere era praticamente impossibile, eppure quella donna pareva sapere ben più di quello che mostrava. Ascoltare inerme quella voce, mentre i suoi muscoli seguitavano ad agire per conto di un’entità sconosciuta, la faceva rabbrividire.. e a peggiorare la situazione v’era anche la collera derivante dalla prigionia, che cresceva esponenzialmente.*

(C-come fai a conoscere il mio nome?! Mostrati e combatti, lurida vigliacca! Non sono io a suggerire alle mie braccia e alle mie gambe come muovermi e chi colpire, non riuscirai ad abbindolarmi a tal punto da farmi credere che questa violenza incontrollata mi appartenga.)

*Le intimò rabbiosamente, provocandola. Aveva capito dove voleva farla arrivare con quel gioco pericoloso e quelle parole ricche di veleno. L’entità voleva farle credere di essere l’unica vera autrice di quegli atti sanguinolenti, ch’ella era l’unica vera ragione per cui molti dei suoi compagni d’armi erano caduti. Certamente aveva fatto male i suoi conti. Quello scricciolo sotto il suo controllo era un osso davvero molto duro, e se avesse continuato in quella maniera probabilmente sarebbe in qualche modo riuscita a ribaltare la situazione. L’unica soluzione per piegare quella volontà, arrivando persino ad annullarla, era recidere il vero e più autentico motivo per cui la giovane non indietreggiava d’un passo nella sua battaglia interiore. Spezzato quel filo, unica ancora della kunoichi, i giochi si sarebbero fatti più semplici. Dunque, manovrando quel corpo agile temprato dagli allenamenti, l’entità fece rivolgere la fanciulla dei capelli cobalto in direzione del generale.*

(N-NO! LUI NO! LASCIAMI ANDARE, MALEDETTA! K-KINJI! NOOOOOOOOOO!)

*Un guizzo, un attimo. L’imprevedibilità colse in fallo il giovane generale e solo quando il dolore prese piede s’accorse della lama, conficcata nel suo busto, che saggiava il suo sangue. Setsuna rimase interdetta e a nulla valse il suo tentativo disperato di fermare gambe e mani. In quei tremendi istanti, che parevano durare un’infinità, la fanciulla dai capelli cobalto macchiata di sangue e sporcizia incontrò gli occhi del suo amato. Un gemito imprevisto fuoriuscì da quelle sue labbra carminee, intriso di disperazione, panico e dolore. Il bell’Uchiha le abbozzò un sorriso, mentre il sangue fluiva copioso dalla ferita e dalle labbra. Quindi i magnetici occhi cremisi dell’uomo si spensero, divenendo del naturale nero pece.. e fu tutto finito. Fuori dal suo controllo, la kunoichi estrasse malamente la katana e lasciò che il corpo senza vita dell’uomo che amava s’accasciasse al suolo abbandonandola. Il pensiero d’averlo fatto con le proprie mani, d’aver ucciso la persona che contava più di qualsiasi altra e persino di se stessa, ebbe l’effetto sperato dall’entità. La furiosa ribellione fu placata da un silenzio tombale, come se l’amina fosse scissa dal corpo e fosse rimasta accasciata al suolo, incredula e addolorata, di fronte al corpo inerme. Un profondo squarcio dilaniò la sua anima: la fanciulla dai capelli cobalto era stata colpita dallo stesso colpo mortale. Apparentemente incurante della morte del generale, la Hyuga voltò il capo e diresse la propria attenzione verso il giovane kiriano. S’avvicinò piano, roteando la lama e fendendo la roccia in una miriade di scintille, poi prese a correre verso di lui. Appena fu abbastanza vicina al bersaglio, prese a fare qualche agile salto per evitare eventuali colpi preventivi e tentò di colpirlo con un fendente laterale all’altezza della gola.*



// Dato che dobbiamo fare più di un giro di post non sono stata autoconclusiva. Se c’è qualche modifica da fare mi facci sapere. //
 
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view post Posted on 30/1/2014, 17:41




Fuoco e fiamme. Ombre danzavano sinuose alla base di esse, diffondendosi su tutto il campo come cupi tentacoli. L'odore di bruciato lambiva l'olfatto del giovane delle nebbie similmente al sentore di morte che da poco era piombato su quel campo di battaglia. Il tempo trascorreva inesorabile e gli istanti si susseguivano come granelli di sabbia all'interno di una clessidra.
Ansimava, gocce di sudore gli rigavano il viso sia a causa del calore generato dal fuoco sia per le tante energie profuse per contrastarlo. La pesante sciarpa cremisi era opprimente mentre cingeva il suo collo eppure non lo sfiorò minimamente l'idea di toglierla. Fin da quando aveva ottenuto il grado di genin l'indumento non lo aveva mai abbandonato, simulacro dell'amore dei suoi genitori che neanche in quell'inferno lo avrebbe abbandonato. Ma sarebbe bastato questo a proteggerlo in quella guerra sanguinolenta? Difficile immaginarlo, pensò Mitsuaki.
Urla si sparsero nell'aria provenienti da poco lontano. Cercando di scorgere qualcosa avanzò di qualche metro, facendosi largo lungo una intensa coltre di fumo. Sgranò gli occhi il più possibile dato che quello che vide lo lasciò basito. La lama della Hyuga conosciuta poco prima era piantata nel corpo di quello che a buon diritto poteva ritenersi il suo spasimante. Nell'estrarre la spada fiotti di sangue si sparsero ovunque mentre il cospo del generale si accasciava al suolo, crollando sotto il peso di quella inspiegabile azione da parte della ragazza.


NOOO SETSUNA!

Il suo urlo si levò esterrefatto, quasi a voler negare ciò che aveva appena visto. Nonostante questo il suo intento si rivelò tutt'altro che utile in quanto la ragazza, dopo aver compiuto quell'atto estremo, si voltò di scatto puntando ora il kiriano. Con la lama ancora grondante di linfa vitale Sestuna stava avvicinandosi a passo lento, fiero. La sua espressione era glaciale ed i suoi occhi perlacei non lasciavano trasparire alcuna emozione. Ciò che aveva appena fatto sembrava non tangere minimamente il suo animo che fino a poco prima era parso gioviale e pieno di vita. Il suo passo iniziò a farsi sempre più veloce fino a quando non mutò in una corsa con l'unico intento di colpire Mitsuaki.

Ti prego, fermati Setsuna!

Un'altra domanda che molto probabilmente non avrebbe avuto risposta alcuna. Fu allora che decise di agire: estrasse alcuni kunai della sua tunica e celermente li lanciò verso la hyuga. Ella, con movimenti felini evitò i coltelli uno dopo l'altro fino a portarsi a pochi passi da lui.

(Come prevedevo li ha evitati tutti, anche se ora posso fare questo...)

Quell'attacco pur senza avere un esito positivo aveva dato lui il tempo di far scivolare lunga la manica del vestito un rotolo di medie dimensioni. Quando la sua mano si posò al di sopra di uno dei simboli al suo interno un densa coltre bianca lo avvolse quasi del tutto, nascondendolo alla vista della posseduta. Proprio quando la sua lama iniziò a fendere la cortina un rumore metallico accompagnò il suo blocco.
Quando le nubi iniziarono a diradarsi tutto si fece più vivido e concreto. La spada della kunoichi era stata fermata dalla katana del giovane, una lucente lama priva di elsa ma dal filo sottile e tagliente come un rasoio.


Perchè lo stai facendo?! Sei ancora in tempo per fermarti...cerca di opporti al suo controllo, sei forte, dimostraglielo!

Con entrambe le mani continuava a premere sulla lama al fine di respingere l'offensiva della sua rivale cercando allo stesso tempo di non farle del male.

//Scusate il post ed il ritardo, periodo di esami...//
 
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view post Posted on 5/2/2014, 00:14
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*Sfruttando diligentemente l’esiguo tempo a sua disposizione, il giovane avvolto dalla soffice sciarpa cremisi s’oppose tempestivamente all’improvvisa offensiva della posseduta. Il violento cozzare delle lame produsse un suono che alle orecchie della Hyuga parve sordo, distante. L’affilato metallo strideva dolorosamente sotto il peso delle due forze avversarie, mentre con vigore entrambi opponevano resistenza. L’apparente insensibilità dipinta nel volto sporco di sangue della splendida fanciulla dai capelli cobalto, che con sguardo arrossato da quelle lacrime acide oramai quasi asciutte osservava l’avversario negli occhi, avrebbe fatto raggelare il cuore di qualsiasi uomo. Innumerevoli erano oramai le vittime, cadute a causa dei suoi ripetuti fallimenti. Molteplici frammenti della sua nobile anima s’erano sparpagliati nel limbo dell’oscurità, ferendola a tal punto da distruggere quella salda volontà ch’era stata una spina nel fianco. Non v’erano scusanti per ciò che aveva compiuto, pur sotto il controllo di qualcun altro. Che senso aveva combattere? L’immagine frammentata del bell’Uchiha non sarebbe mai più sparita, né dalla sua mente né dal suo cuore. La consapevolezza le faceva desiderare nient’altro che la morte. Quand’anche le supplichevoli parole di Mitsuaki giunsero per cercare di scuoterla dall’oblio, la kunoichi non reagì.*

(Fermarmi? Come? Ho tentato.. e ho fallito. N-non merito di vivere, dopo quello che ho fatto. Tutte quelle persone le ho uccise io! Perché non sono riuscita a fermarmi, nonostante lo volessi con tutte le mie forze! Ho ucciso compagni, amici, persino.. lui.. mi dispiace.. mi dispiace tanto! N-non volevo farlo! Se solo potessi cancellare quello che ho fatto, ribaltare la situazione.. ma non posso! Non merito compassione, solo morte! Mi fa male.. mi fa troppo male.. non riesco a sopportarlo..)

*Non faceva che ripetersi quell’anima arrendevole, schiacciata dal peso della consapevolezza e della responsabilità. Quello che stava provando era la giusta punizione per quelle azioni scellerate che non era riuscita ad evitare, eppure il malessere pareva intensificarsi più del necessario sotto la pressione delle accuse ch’ella stessa si rivolgeva. Quello stato di prigionia, dove la sua anima martoriata, spogliata d’ogni volontà, giaceva inerme aggrovigliata nelle spesse catene poste in essere dall’entità sconosciuta che stava approfittandosi di lei, sarebbe continuato sino ad annullarla, se solo le parole del giovane kiriano non avessero avuto il potere di ricordale qualcosa: “sei ancora in tempo.. opponiti.. sei forte, dimostraglielo”. Inizialmente lontane e ovattate, quelle parole non avevano alcun senso per lei.. poi una voce conosciuta, dal timbro cristallino e soave, gliele disse nuovamente.*

(“Sei ancora in tempo per fermati.. non puoi arrenderti in questo modo. Le persone che ami.. cosa penserebbero se ti lasciassi andare come stai facendo?! Alzati e combatti! Sei forte, dimostraglielo.”)

*Lentamente quell’anima un tempo forte levò il volto, rigato da lacrime di sangue, in direzione della fonte di quelle parole, rivedendo nella persona che gliele aveva appena dette la sua immagine riflessa. Temeraria, bella, fiera, elegante.. la Setsuna Hyuga che era sempre stata, combattiva e mai arrendevole, era di fronte a lei ad incitarla ad andare avanti, a non mollare. La Hyuga dai capelli cobalto tese dunque la mano alla fanciulla riversa a terra e questa, spronata dalla voglia non arrendersi a un destino tanto meschino, l’afferrò con decisione. La ribellione della fanciulla dai capelli cobalto non era finita, e si sarebbe fatta ancora più aspra. Nel mentre, applicando una pressione diversa sull’elsa, la posseduta fece scivolare entrambe le lame verso il suolo e con una gomitata in pieno volto allontanò l’avversario facendolo indietreggiare di qualche passo. Da li a poco, un altro fendente si sarebbe abbattuto sul malcapitato.*



// Post corto, noioso e confuso. //
 
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view post Posted on 6/2/2014, 00:03




Le scintille sprigionate dal contatto fra le due masse ferrose si riversavano come lacrime sul terreno, svanendo al minimo contatto con esso. Il filo della sua lama scorreva faticosamente su quello della sua avversaria, producendo suoni striduli e fastidiosi. Su quelle lame incrociate in singolar tenzone si riflettevano le immagini sbiadite e deformi dei due giovani quasi coetanei, entrambi intenti a volgere quella situazione a proprio favore. Ovviamente l'intento di Mitsuaki era quello di fermare la ragazza senza però farle del male, magari stordendola in qualche maniera. Dal canto suo la giovane ormai pienamente sotto il controllo del dio oscuro non accennava a diminuire la foga con cui portava i suoi colpi, al solo scopo di tranciare impietosamente le carni del povero malcapitato. Entrami facevano pressione per guadagnare centimetri preziosi ma nessuno parve avere la meglio in quella contesa senza senso.

(E' molto forte e difficilmente riuscirei a batterla in un duello uno contro uno...se non trovo immediatamente un modo per reagire mi ucciderà senza esitazione, così come ha fatto con il generale...)

Iniziano...iniziano a mancarmi le forze...

Ansimava vistosamente non riuscendo a contenere tutta quella fatica. Era stato uno dei più attivi contro la minaccia di quegli esseri infuocati ed allo stesso tempo aveva consumato ingenti energie. Non rimanevano lui che poche briciole da recuperare da ogni parte del corpo. Sentiva le ferite dolere come non mai, il bruciore aumentare considerevolmente. Le gambe sorreggevano a mala pena il peso del corpo e poco a poco perdevano attrito sul terreno bruciato. Avrebbe resistito non più che qualche altro minuto, soprattutto sotto quella furia ceca.
D'un tratto la ragazza si produsse in un'azione che egli mai avrebbe potuto prevedere: con un veloce movimento fece scivolare entrambe le lame di fianco, procurandosi uno spiraglio nella difesa quanto mai goffa del ragazzo. A quel punto ella lo colpì con una gomitata in piano volto, assestata talmente bene da sbilanciarlo e farlo capitolare al suolo. La vista era appannata ed il dolore al naso non facilitava di certo il compito. Si portò una mano al viso per sincerarsi delle sue condizioni ma poté subito notare come quel colpo non lo avesse danneggiato più di tanto, se non per qualche lieve escoriazione. Ora però giaceva dolorante al suolo, facile preda della prossima offensiva della kunoichi. Con una rapidità disarmante Setsuna si fiondò sul ragazzo brandendo la lucente katana col solo intento di macchiare quella lama del sangue d'un kiriano.
In quelle condizioni nulla avrebbe potuto se non soccombere sotto i colpi della bella ma il tempo per studiare una nuova offensiva era nullo. Si preparò a parare il fendente disponendo la lama sopra il capo, nella stessa posizione utilizzata poco prima ma questa volta disteso sul terriccio. Il cozzare delle lame fu nuovamente accompagnato da una moltitudine di scintille, mentre la pressione si faceva sempre più forte.


Mi hai detto che un giorno ti piacerebbe visitare il mio paese...ti prometto che quel giorno io ti farò da guida. Né tu né io moriremo in questa guerra, non posso permettermelo perché...perché io mantengo sempre la parola data!

Non seppe dire se quelle parole fossero giunte alla vera Setsuna, la fanciulla gentile e di buon cuore, ma provò comunque a farsi forza per poter contrastare l'ennesima minaccia. Faticosamente si rimise in piedi continuando a premere contro la spada dell'avversario con l'intento di spingerlo all'indietro.
Non combatteva quella guerra solamente per se stesso. Lo faceva per i suoi cari, per i suoi amici, per i suoi conoscenti ed infine per la sua patria. Ed ora a tutto ciò si aggiungeva quella promessa fatta alla ragazza dagli occhi di ghiaccio che stava dinanzi a lui. Già una volta non era riuscito a mantenere una promessa, non riuscendo a salvare uno dei gemelli durante una delle sue ultime missioni, non sarebbe ricapitato.
Dando fondo alle ultime energie si protese in avanti richiamando a se tutto il proprio potere che si manifestò sotto forma di un manto di chakra azzurrino, talmente potente da riuscire a sgretolare la terra sotto i suoi piedi. Fu allora che incrociò lo sguardo imperscrutabile della ragazza e, per la prima volta, si sentì all'altezza di quel compito.
Non v'era paura né timore in quegli occhi color nocciola, ma solo pura ed ardente determinazione.
 
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