Area Ovest , Campi di addestramento e Palazzi portanti

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^Shinodari^
view post Posted on 7/1/2014, 15:10




Rimase a fissarlo per qualche minuto, mentre la sua mente percepiva chiaramente una serie di stati d'animo contrastanti. Dapprima fu la gioia e il compiacimento, poi inspiegabilmente una sorta di chiusura, qualcosa che tendeva a nascondere emozioni ben più profonde.



CITAZIONE

- Vorrei che nessuno senta più il bisogno di proteggermi, vorrei poterlo fare da sola ed essere io a proteggere gli altri.


Quelle erano state le sue parole quando, sulla panchina aveva incontrato per la prima volta colui che sarebbe poi diventato il suo mentore. Le ricordava benissimo e le parve quasi di sentire ancora il sorbetto che teneva nella mano destra e che si scioglieva lentamente, imbrattandola della sua appiccicosa consistenza.
Una luce brillò nei suoi occhi. Lui ricordava perfettamente quell'attimo, il suo mantello si confuse con lo sfondo e per un momento tornò ad essere il Fuyuki che conosceva.



CITAZIONE

- Non ho dimenticato.. E non dimenticherò. Mai.


Ne fu lieta e non lo nascose, il sorriso illuminò nuovamente il suo volto almeno finché non venne affondato nell'abbraccio liberatorio che il suo Sensei gli riservò.



“Qualunque cosa tu mi stia nascondendo, perché è questo ciò che percepisco, sono sicura che lo fai per un valido motivo ..”



Disse sottovoce facendosi udire solo da lui.
Quando sciolse l'abbraccio fraterno qualcosa pungolò le sue percezioni, qualcosa di vagamente ostile e fortemente sofferente. Ci mise solo un momento per capirne la provenienza e dedurne le ragioni.



CITAZIONE

- Yukiko, lascia che ti presenti Chiaki.. Anche lei è una mia allieva e come te fa parte della nostra famiglia.


La ragazza dai capelli blu. Colei che aveva visto stringersi a Fuyuki poco prima. Non era difficile sommare l'evidenza e capire che quella giovane, carina, fanciulla era in intimità con il suo Sensei. Era oltremodo facile intuire il suo stato d'animo in quel momento, nel momento in cui il suo amato stava abbracciando un'altra donna.



CITAZIONE

- Piacere - Fuyuki mi ha p-parlato molto di te...


Sorrise amabilmente e le si avvicinò, le prese la mano che aveva alzato in segno di saluto e la strinse nelle sue.



“Il piacere è mio, Chiaki. Sono lieta di conoscerti, di conoscere l'allieva speciale di Fuyuki ..”



Le fece l'occhiolino nel tentativo di sdrammatizzare la situazione, poi proseguì.



“Spero non ti abbia raccontato cose sconvenienti .. come il mio pessimo rapporto col sakè ..”



Guardò il Sensei, chissà se ancora ricordava l'ubriacatura all'Eremo.



“Sarebbe stato meglio conoscerci in circostanze migliori, lontane da questa guerra, ma sono davvero felice di incontrare una sorella.”



Voleva tranquillizzarla in qualche modo, non desiderava affatto che lei avesse dubbi di alcun genere sul suo ruolo, tanto meno nel bel mezzo di una battaglia, quindi le si avvicinò ulteriormente e le sussurrò all'orecchio.



“Non devi temere nulla, io e Fuyuki siamo fratello e sorella, se stai provando gelosia sei in errore, credimi.”



Poter percepire i sentimenti altrui poteva essere un'arma a doppio taglio, a volte soffriva per la sofferenza degli altri, altre volte poteva risolverla aiutando apertamente.


I loro convenevoli, fin troppo protratti nel tempo, avevano finito per infastidire il resto della truppa e non passò molto tempo che alcuni capisquadra si rivolsero direttamente allo Hyuga domandando ordini. I cuori di alcuni di loro erano pregni di odio, o quanto meno rancore e non fu difficile capirne il motivo. Il mantello che prima ai suoi occhi si era dissolto confondendosi con lo sfondo lattiginoso di Kumo, ora tornava a sventolare come la bandiera del tradimento. Lei continuava ad ignorarlo, ma evidentemente non era così per tutti quegli Hyuga e quegli Yamanaka che lo circondavano. Lei sapeva per certo che il comportamento all'apparenza scorretto del suo Sensei nascondeva ben altro. Lei lo conosceva bene, conosceva il suo nindo, che poi era anche il suo.

Ad ogni modo lui diede loro ciò che chiedevano e organizzò le linee difensive come riteneva fosse meglio, lei avrebbe fatto parte della sua squadra, con Chaki e altri due shinobi. Si volse a guardare i nuovi compagni e li esaminò attentamente.
Il primo era un ragazzino molto giovane, non più di undici anni si disse, con i capelli bianchi e gli occhi neri, l'altro condivideva con il primo solo il colore degli occhi che facevano il paio con i capelli corvini, Non conosceva nulla di loro, nemmeno i loro nomi, quindi ritenne saggio almeno presentarsi.



“Dato che lavoreremo insieme .. mi presento .. sono Yukiko Yamanaka”



Tese la mano a ognuno di loro, ma poi venne gelata da una voce che proveniva da una ragazzina, Ayame, il quinto membro della squadra citato da Fuyuki. Nel momento in cui la sentì parlare capì che non poteva che essere la sua sorellina, di cui lui le aveva parlato in più di una occasione. Anche per lei era un traditore, nemmeno lei quindi conosceva il mistero celato nella sua mente.
Aggrottò la fronte fino a formare piccole rughe, quella era un'altra situazione da risolvere.
Il prima possibile.
Prima che fosse troppo tardi.



Scusate l'assenza, ma ero in vacanza nel Sol Levante (a Est, a Venezia XD). La parte dell'azione la inserirò nel prossimo post, aspetto ordini dal capo ^^
 
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view post Posted on 8/1/2014, 13:38
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Il ragazzo dalla capigliatura scura sembrò acconsentire la proposta di Chiaki, che omaggiò con un sorriso il nuovo membro del suo gruppo. Non sembrava pienamente convinto di ciò che la sua voce aveva appena emesso ma la fanciulla non badò a questi inutili dettagli. Poteva sembrare stupido in un momento come quello che stavano passando, eppure era emozionata di combattere al fianco di così tanti valorosi shinobi.
Finalmente vedeva sempre più chiara la libertà, l'uguaglianza di cui Hyou le aveva parlato; il sogno irraggiungibile che si era promessa di realizzare. Nessuna barriera tra villaggi, il fatto che ci fosse riuscito solo Watashi era un po' triste ma molte volte non era importante il mezzo ma l'obiettivo. Rimase assopita nei suoi pensieri, cercando di non far pesare il suo sguardo sui due ninja che poco lontano da lei interloquivano. Distrarsi mentalmente era un buon modo per non pensare a cosa stava succedendo. Solo dopo che Fuyuki la ebbe nominata cercò un contegno dentro di se, una stabilità che non era facile da trovare in quella situazione.
Quegli occhi azzurri la scrutarono e per un attimo le parve quasi che le fosse entrata dentro l'anima, una sensazione che venne immediatamente recisa dal tocco caldo della sua mano. Il suo corpo immediatamente si calmò, come se quel gesto avesse spento ogni paura, ogni dubbio. Qualcosa dentro di lei le diceva che quella era una persona buona, cara ancor prima che parlasse e che dicesse cose a lei strane.

*Allieva speciale di Fuyuki? Cosa intende?*

Non si era mai considerata come tale e non sapeva nemmeno nel suo gergo che cosa intendesse. Rimase li un po' perplessa mentre ascoltava incuriosita i racconti di Yukiko. Il sakè, nemmeno lei aveva mai avuto un ottimo rapporto con l'alcol e anche se i suoi ricordi erano stati annullati proprio da quella sostanza che lei ora vedeva come un acerrimo nemico, non poteva scordarsi quando durante la sua prima missione aveva scambiato il suo bicchiere di tè con quello del suo vicino di posto, durante la festa in suo onore.
Era divertente pensare che avessero una cosa in comune ma non intervenne, lasciò che l'albina continuasse con la sua allegria a travolgerla. Non era stata mai molto espansiva ma ascoltare gli altri era qualcosa che la rasserenava. Associare la voce d'ognuno dei suoi interlocutori a un canto la rassicurava e un po' la rendeva sognante, priva di insicurezze almeno in quegli istanti. Era quasi assorta dalla melodia delle parole che uscivano dalla bocca dell'altra firmataria che l'attenzione della Hyuga si soffermò su una determinata parola. Sorella. Questo significava avere una sorella? Ma una sorella non si sarebbe dovuta conoscere meglio? Il loro era solo un rapporto di formalità o ci poteva essere realmente qualcosa in più? Pensò ad Ashi, con lei non aveva nulla in comune se non il villaggio d'appartenenza e la stessa storia triste alle spalle eppure era quanto più stretto avesse.
I suoi sentimenti per lei la identificavano come una sorella, qualcuno da voler bene smisuratamente. Aveva avuto sempre un carattere un po' burbero e difficilmente esprimeva le sue emozioni ma agli occhi di Chiaki appariva perfetta. Dal non aver mai avuto una famiglia, solo in quel momento si accorse di quanto fosse vicino quello che sentiva dentro all'amore che si prova per qualcuno di caro. Avrebbe voluto abbracciarla, perché con quella semplice parola aveva svegliato in lei molti pensieri ma rimase immobile perché fu proprio la Yamanaka ad avvicinarsi a lei. Un soffio di vento sfiorò il suo orecchio, lasciando la kunoichi ancora più perplessa.

*Gelosia? Cos'è la gelosia?*

Non sapeva dare un significato a quella parola, qualcosa che non aveva mai provato o perlomeno non aveva avuto modo di provarla. Sentiva solo fitte al suo cuore ma come aveva fatto a capire quella ragazza che qualcosa in lei non andava? Iniziò a divincolarsi, imbarazzata, allontanandosi da quella figura minuta.

- Io...ehm...io...non so...scusa - finì di farfugliare improvvisamente la nukenin abbassando lo sguardo.

Probabilmente Fuyuki non aveva sentito cosa le era stato rivelato ma preferì non incontrare i suoi occhi perlacei e investigativi. Si vergognava di quello che avvertiva dentro ma non riusciva a spegnerlo, soprattutto quando prepotentemente le compariva nuovamente la scena di loro due che si abbracciavano. Non avrebbe dovuto sospettare di sua sorella ne del suo amato, come poteva guardarla negli occhi ora che sapeva il suo segreto? Si morse il labbro di nuovo agitata e insicura ma poi fortunatamente le attenzioni di tutti si spostarono ben oltre. Ci mise un po' per riprendersi conto dello sguardo contrariato di molti degli altri shonobi dell'alleanza. Aveva dato uno sguardo in giro ma solo ora notava apertamente quanto i loro occhi trasudavano odio alla vista del traditore del loro villaggio.
Chiaki per un momento fu grata di non essere così conosciuta come Fuyuki, odiava essere al centro dell'attenzione, fu per questo che si nascose leggermente dietro il mantello scuro del suo amato. Da li poteva studiare tutto e non infastidire nessuno. Una ragazzina più piccola di lei era a terra, appoggiata sul suo ginocchio in segno di rispetto. Ayame, così l'aveva chiamata Fuyuki e si sarebbe unita a loro. Sapeva che il jonin avesse una sorella ma di lei non sapeva nemmeno il nome, che fosse quella ragazzina che ora si prostrava davanti a lui? Sbirciò di sottecchi il volto dell'ex ANBU, cercando di leggere le sue emozioni a quel gesto.
Chissà come si sentiva in quel momento? Stava male per lui solo a vedere quello sguardo duro su tutti i volti dei presenti. Aveva scelto di tradire il villaggio ma il suo cuore era puro, era ingiusto vedere come loro si fermassero solo alle apparenze, come non cercassero di capire. Uno stupido coprifronte, non faceva la differenza ma quasi tutti a parte poche eccezioni sembravano convinti di si. Molti nella loro divisione erano Hyuga, a lei non interessava molto in quanto era stata cresciuta lontana dal clan ma per Fuyuki? Quanto erano importanti per lui quelle persone? La risposta di Ayame arrivò fredda, proprio come il suo sguardo che ora fissava il traditore. Non c'erano dubbi, nemmeno lei come gli altri accettava quello che aveva fatto o stava solo recitando? Se c'era una persona che conosceva l'eremita era sicuramente sua sorella, come poteva sospettare di lui? Lo conosceva meglio di lei.
Si, numerose volte aveva fatto il resoconto di quante cose sapesse del suo partner ma ogni volta si rendeva conto che erano veramente poche. Eppure lei sentiva di non riuscire a fare meno di lui, che si stesse aggrappando solo al fatto che avesse bisogno d'affetto? Chi era veramente Fuyuki e perché non riusciva mai a parlare con lui se non di sfuggita? Avevano trascorso tanto tempo insieme, eppure il gioco dei ninja, gli portava via troppo tempo. Ma il tempo delle chiacchiere era terminato, lo Hyuga aveva dato degli ordini e ora stava a loro eseguirli. Il clan Yotsuki sarebbe stato il nucleo delle comunicazioni e come tale doveva essere protetto da tutti gli shinobi ne andava della sopravvivenza anche degli altri reparti.
A loro aspettava la parte più esterna ma questo non preoccupò eccessivamente la giovane. Se Watashi avesse voluto avrebbe potuto attaccare direttamente l'interno del loro centro, una disposizione valeva come un'altra ma perlomeno illudeva i ninja al comando del nukenin di avere almeno un buon assetto tattico. Qualcosa che li illudesse che potessero farcela. Il silenzio regnava nella landa, finché uno scoppio alle loro spalle non fece girare di scatto la quattordicenne. Delle urla spaventate, doloranti, di ogni genere, seguirono e immediatamente il gruppo si trovò fronteggiato da delle creature uscite dal nulla.
Forme allungate e non ben definite le loro mentre prendevano forma dall'oscurità proiettata dal suolo. Occhi rossi e una bocca spalancata era tutto quello che li distingueva dall'oscurità. Non era la prima volta che aveva a che fare con delle creature simili, non era la prima volta che le fronteggiava. Fissò il suo sensei, cercando i suoi occhi candidi. Anche lui probabilmente ricordava la loro missione insieme nel Paese delle Terme.

- Fuyuki sono sempre loro? - chiese allarmata la dolce genin - La luce questa volta sarà la nostra f-forza o la nostra tomba?

Non voleva fare una mossa azzardata ma si affettò a far uscire dal rotolo posizionato sulla sua gamba due bombe lucenti, lasciandosene cadere una in tasca mentre l'altra la stringeva forte in mano. Non sapeva se le sarebbero state utili ma per il momento se avesse avuto bisogno di tempo e la situazione si metteva male, quegli oggetti sarebbero stati un ancora di salvezza.

E' iniziato il periodo esami quindi accontentavi :sese: Aspetto le direttive del grande capo, almeno si fa un po' lo scaltro con Fuyuki. Lasciamogli campo libero :asd:
 
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view post Posted on 10/1/2014, 19:35
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Parole taglienti e acuminate come rasoi vennero partorite dalle labbra di Ayame, serrate in un'espressione che lasciava trapelare il disgusto che provava nel mettere a fuoco le nuvole rosse che imbrattavano le vesti di suo fratello, che inesorabilmente aveva insozzato l'onore della famiglia. Il cuore di Fuyuki sanguinava, ferito dalla lingua della sorella, più affilata della lama che aveva diffuso il nome dello shinobi nelle cinque grandi nazioni. Fino a quel momento era stato convinto che la kunoichi lo conoscesse bene, più di ogni altra persona a lui cara, eppure lentamente questa sua convinzione stava scivolando, dopo aver perso il valido sostegno su cui si poggiava: chi, effettivamente, poteva affermare di conoscerlo? Forse nessuno avrebbe mai avuto l'onore, o la sfortuna, di essere a conoscenza di tutti i segreti di quella personalità contorta, forgiata da troppe esperienze che avevano distrutto anche la sua base più solida e fermamente ancorata nella difesa dei suoi più intimi segreti. La stessa Chiaki, la sua amata, era all'oscuro della maledizione che aveva ormai contagiato lo shinobi. Gradualmente si rendeva conto di quanto la sua esistenza fosse in bilico tra la verità e la menzogna e che forse nessuno avrebbe potuto salvarlo dal baratro in cui, giorno dopo giorno, stava scivolando.

- Ogni parola sarebbe superflua, spesso ci fidiamo delle orecchie meno che degli occhi.

Non riuscì a dire altro e cercando di non scomporsi dinanzi ai suoi uomini si sforzò a mantenere un contegno adatto al ruolo che ricopriva, stringendo i pugni per sfogare la rabbia e la frustrazione che gli stavano divorando l'animo.
Così tutti raggiunsero il posto che era stato loro assegnato dal generale, che avrebbe combattuto in prima linea insieme agli altri a difesa del nucleo centrale, per la cui importanza doveva essere protetto a ogni costo. L'attesa sembrava interminabile e mentre i sensitivi svolgevano in maniera impeccabile il loro compito, informando il leader sugli spostamenti della progenie - che per fortuna faticava ancora a oltrepassare le porte - e tenendo sotto stretto controllo l'evoluzione degli eventi, i minuti continuavano a trascorrere veloci. La quiete precaria venne però spezzata quando al nukenin venne comunicata l'allerta, a causa di una variazione del chakra nella zona rilevato dai suoi uomini.


- Tenete alta la guardia, sta succedendo qualcosa di strano.

Non ebbe nemmeno il tempo di concludere la frase che un urlo proveniente da un punto indefinito delle fila del suo esercito segnò l'inizio dello scontro. In pochi attimi dall'ombra di ognuno di loro venne partorita una figura dai lineamenti impossibili da distinguere, della quale era possibile soltanto riconoscere gli occhi dalle sfumature cremisi e la bocca spalancata. In silenzio il nemico si era insinuato nel loro schieramento, cogliendo di sorpresa lo stesso generale, che nonostante fu in grado di reagire prontamente. La sua stessa ombra si catapultò contro di lui, ma con destrezza l'eremita riuscì ad allontanarsi di qualche metro, affiancando la sua amata.

- Non posso dirlo con certezza. In qualche modo mi sembrano diversi.. Non sappiamo niente su di loro, per il momento possiamo solo combatterli.

In men che si dica diede vita a un bunshin, che senza perdere tempo si fiondò in direzione della residenza del clan Yotsuki, per constatare se anche il nucleo centrale fosse stato raggiunto dal nemico. Le comunicazioni via radio erano state interrotte e nessuna notizia gli giungeva da uno degli Yamanaka presenti, perciò avrebbe controllato di persona per poter decidere quali manovre difensive usare per contenere l'avanzata nemica.
Per loro fortuna le ombre non sembravano essere particolarmente potenti, tanto che il jonin non ebbe nessun problema a eliminare la propria grazie ai fendenti della sua fidata Namida, e come lui anche buona parte degli shinobi più esperti che erano stati assegnati alla sua divisione. Tuttavia potevano rappresentare un problema per le nuove leve e in quanto generale era suo compito ridurre al minimo il numero delle perdite, salvaguardando l'incolumità di ognuno dei suoi uomini.


- Fatele fuori e aiutate chi è in difficoltà, nessuno deve restare con le mani in mano! Tenete gli occhi ben aperti, se il nemico è riuscito ad aggirarci una volta significa che può farlo ancora senza problemi.

Dobbiamo aspettarci di tutto, non è un battaglia che possiamo prevedere e organizzare anzitempo.

Le sue gambe si muovevano svelte in direzione di Chiaki, che da poco aveva ingaggiato lo scontro con il nemico che era nato dalla sua ombra. Si era promesso di proteggerla, anche a costo della sua vita, e non sarebbe rimasto di certo immobile ad attendere che la ragazza che amava se la cavasse da sola. Era necessario che ognuno dei ninja presenti si prodigasse e combattesse al fianco dei propri compagni, soprattutto senza lasciarsi condizionare dai coprifronte che essi indossavano. Fu così che, una volta giunto al cospetto della dolce kunoichi, l'eremita si avventò con tutta la sua furia contro l'ombra che la minacciava, riuscendo dopo pochi secondi a perforare la sua difesa e a tranciarla di netto con un fendente rapido e preciso. Per il momento affrontare quell'orda di nemici non costituiva un problema, ma il ragazzo era più che certo che il potenziale dell'esercito di Watashi fosse decisamente maggiore e che lo scontro fosse soltanto iniziato. Si voltò per pochi istanti, incrociando gli occhi della sua amata nel tentativo di trasmetterle la determinazione che infiammava i suoi. Poi si gettò di nuovo nel furore della battaglia.

- Forza, aiutiamo gli altri!



Edited by .Melo - 10/1/2014, 19:56
 
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Kira956
view post Posted on 11/1/2014, 16:25




Dopo essersi allontanato dal comandante che stava riabbracciando persone che probabilmente non vedeva da molto tempo, Kira rimase con Akira, il neo genin di Kiri che si era ritrovato catapultato nella guerra. L’Uchiha sapeva che parlare, stringere un rapporto, conoscersi, non sarebbe servito a nessuno dei due in quella battaglia; anzi forse uno dei due avrebbe provato pena, sofferenza o dispiacere per la sorte che sarebbe capitata all’altro, o più probabilmente a fine giornata si sarebbero rincontrati nell’aldilà. Volontariamente il ragazzo non scelse discorsi da affrontare troppo personali, come per esempio quelli riguardanti la famiglia o gli amici, ma preferì parlare della sua esperienza passata. Più trascorreva il tempo, più iniziava a sentire uno strano fastidio: iniziò a guardarsi intorno e stranamente notò che alcuni ninja si stavano ammassando vicino a lui, nessuno però parlava.. Tutti si limitavano ad osservare con aria di disprezzo. Il ragazzo iniziò a domandarsi il perché quei ninja lo osservassero in quel modo e solo dopo un po’ capì. Quegli sguardi non erano rivolti a lui. Nei volti cupi e scuri dei ninja di Konoha si leggeva tutto il disprezzo per il comandante che si trovava a pochi metri da lui. Già, come aveva fatto a non pensarci prima.. Di certo il ragazzo non era l’unico che provava disprezzo verso di lui, ma mentre l’Uchiha stava cercando di andare avanti e superare quel problema, molti dei suoi compaesani sembravano non volerne sentire di prendere ordini da un ninja del genere. Un po’ egoisticamente il ragazzo sentì un po’ di sollievo da ciò che stava accadendo. Tutti quegli abbracci e quelle parole dolci avevano fatto sembrare Kira come “l’anormale”, lui stesso aveva pensato se non fosse stato un po’ esagerato a provare tutto quel disprezzo per un uomo che non conosceva nemmeno. Adesso vedeva che non era il solo, anche i suoi compaesani la pensavano alla stessa maniera. Ciò però faceva scaturire un problema non poco grave: la loro divisione era quella sensitiva e delle comunicazioni, quella che doveva orchestrare tutte le truppe alleate, ma come avrebbero potuto dirigere tutte le truppe quando non vi era ne comunicazione ne collaborazione all’interno della stessa divisione? Se quel gruppo non avesse funzionato o avesse funzionato male, l’esito della battaglia sarebbe stato a senso unico. Cosa fare allora per migliorare la situazione?
*Sarebbe inutile intervenire o dire qualcosa, quegli uomini si sono già fatti un’idea chiara… Se prendessi la parola e provassi a convincere gli altri a superare i limiti dettati dai nostri vestiti e dai nostri coprifronte probabilmente sprecherei solo fiato e tutto ciò farebbe apparire il comandante come qualcuno che non sa difendersi da solo. Screditerei solamente la sua immagine. Sembra un tipo che non si fa mettere i piedi in testa, sono curioso di sapere cosa farà per farsi rispettare.*
Fuyuki non si scompose più di tanto ma da quel momento smise di parlare e riabbracciare amici e amori per dedicarsi totalmente al suo compito. Si avvicinarono diversi capigruppo chiedendo ordini e spiegazioni su dove posizionarsi e come agire. I ninja con maggiore esperienza e di alto rango si raccolsero tutti a parlare e scambiarsi idea sulla tattica decisa da Fuyuki e poi mandarono un chunin a consigliare allo Hyuga di rivedere le sue decisioni. Era un ninja di Kiri e a differenza di tutti gli altri non sembrava dare troppo peso a quel mantello con nuvole rosse tanto disprezzato. Il chunin faceva notare che in quella divisione non vi erano moltissimi medici o guerrieri forti per la prima linea e che la maggior parte erano semplici sensitivi non molto utili in uno scontro ravvicinato. Così il comandante riorganizzò i ninja presenti: Tutti i sensitivi e coloro in grado di coordinare le varie divisioni si sarebbero riuniti nel palazzo del clan Yotsuki. Un piccolo nucleo formato da ninja esperti li avrebbe scortati e protetti dall’interno del palazzo, tutti gli altri avrebbero circondato la residenza di quel clan per respingere i possibili attacchi che sarebbero arrivati.
*Ohhh ottimo.. sarò ancora più vicino alla morte.. in prima linea. E io che credevo che mi sarei occupato solamente di curare i feriti*
Lo Hyuga accompagnò i ninja sensitivi all’interno del nucleo centrale e diede loro le disposizioni, l’Uchiha lo seguiva insieme alle due ragazze, vecchie conoscenze del sensei e al neo genin di Kiri.
*Stare nello stesso team insieme al comandante sarà utilissimo. Sarò sempre al centro dell’azione, ascolterò tutte le strategie e tattiche e certamente sarà un’incredibile esperienza per la mia vita da ninja.. Certo sempre se non muoio a fine giornata!*
Bene, adesso tutti avevano il proprio compito e la loro posizione. Kira, insieme agli altri si trovava fuori, sotto il cielo aperto. Molti non parlavano e continuavano a guardarsi intorno, impauriti di un possibile attacco a sorpresa. Il genin sapeva che prima di venir attaccati, la progenie avrebbe dovuto superare le prime file, e se fosse arrivate fin la di certo l’esito della guerra sarebbe già stato scritto: quella divisione non avrebbe potuto resistere ad attacchi di massa e quindi Watashi avrebbe vinto. L’uchiha confidava quindi nelle abilità dei suoi alleati al fronte.
Dopo qualche minuto di quiete si iniziarono a sentire i primi rumori della battaglia. Watashi aveva fatto la sua mossa e molti ninja del fronte avevano iniziato a combattere. Come previsto la battaglia sarebbe arrivata decisamente dopo in quei monti in cui si trovava.
*La guerra è iniziata… Quanti saranno i fortunati che supereranno questo giorno?*
Ad un tratto però il ragazzo udì una forte esplosione: il rumore era troppo forte per poter provenire dal fronte, in qualche modo Watashi era riuscito a raggiungerli! Di scatto si voltò verso il punto in cui era avvenuto l’esplosione. Ad un tratto iniziò a vedere che dalle spalle di ogni ninja presente qualcosa stava prendendo vita. Era come se le loro stesse ombre si alzassero da terra prendendo forma. Quegli esseri non fecero alcun rumore, come esperti assassini in silenzio si prepararono a colpire alle spalle i ninja. Molti erano distratti dall’esplosione ed alcuni non si accorsero della minaccia. Solo dopo qualche istante lui stesso si voltò per vedere se anche dalla sua ombra era fuoriuscito uno di quegli esseri. Sotto i suoi occhi vi era quel mostro con gli occhi scarlatti e delle pericolose fauci. Istintivamente fece un balzo indietro per allontanarsi dalla minaccia ed evitò il morso che gli era stato scagliato contro. Poi urlò:
Kira: STATE ATTENTI DIETRO DI VOI! NON PENSATE ALL’ESPLOSIONE!
Con la coda dell’occhio vide il suo comandante che era già andato all’attacco sconfiggendo senza problemi il suo nemico e quello della sua amata mentre dalle sue labbra arrivavano gli ordini: Bisognava eliminare il proprio avversario e aiutare coloro in difficoltà.
*Chi penserà a quelli del nucleo centrale? Gli hyuga che li scortano riusciranno a sconfiggere tutte le minacce? Forse dovrei andare lì.. Ma prima devo liberarmi di lui!*
Negli occhi dell’Uchiha apparve lo sharingan, dalla sua schiena tirò fuori le tonfe e con veloci movimenti si scaraventò contro l’ombra. I suoi movimenti erano facilmente prevedibili e dopo aver evitato per due volte le sue fauci colpì forte con le sue tonfe. Il nemico non cadde subito ma rimase come stordito dal colpo ricevuto. Caricò allora il suo colpo con il chakra eliminando definitivamente la minaccia.
*Akira.. Anche lui avrà bisogno di aiuto*
Iniziò a guardarsi intorno cercando la chioma chiara di Akira. Una volta trovato corse verso di lui e attaccò alle spalle l’ombra contro cui stava combattendo. Kira sapeva bene che se c’era qualcuno che aveva bisogno di aiuto quello era di certo Akira. Era un suo compagno e non poteva lasciarlo da solo. Il colpo di Kira colpì in testa il mostro che si accasciò al suolo, adesso era un facile bersaglio per il ninja di Kiri.
Kira:- Finiscilo tu Akira! Se sei in difficoltà non esitare a chiedere aiuto!
Guardandosi intorno, vide vicino lui sia Fuyuki che la ragazza con i capelli blu.
Kira:- Fuyuki.. Qualcuno dovrebbe andare ad aiutare i ragazzi che si trovano all’interno non credi?
 
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view post Posted on 12/1/2014, 12:43
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Rimase immobile fronteggiando quella creatura che adesso la fissava inquietantemente con le sue iridi cremisi. Non aveva molto tempo per studiarla perché probabilmente avrebbe fatto la sua prima mossa. Il jonin intanto le comparì al fianco, ognuno di loro era tenuto impegnato da quella che doveva sembrare la propria ombra. Fuyuki non sembrò convinto che fossero le stesse creature che avevano già combattuto, forse qualcosa dentro di lui glielo diceva oppure semplicemente lo aveva notato dal loro aspetto fisico.
Chiaki estrasse la sua arma prediletta che teneva sulla vita mentre con l'altra mano iniziava a sudare freddo, a contatto con quella pallina esplosiva. Forse tirarla poteva combattere il nemico ma chi le diceva che non avrebbe distratto gli altri combattenti rischiando di farli perdere contro quell'essere? Aveva ragione il nukenin, non avevano certezze li e ogni loro azione era un rischio. Fece cadere anche quel piccolo oggetto dentro le sue tasche ed affettò la sua seconda himokatana. Si aveva delle armi adesso ma era sinceramente intenzionata a combattere? Si mise in posizione difensiva e quando quell'essere si decise ad effettuare la prima mossa, iniziò a rispondere adeguatamente ad ogni attacco che le arrivava.
Fortunatamente al contrario delle ombre che aveva già incontrato queste sembravano essere molto deboli, riusciva facilmente a colpirle e questo le suscitava abbastanza turbamento. Mostri o quello che fossero anche loro erano delle creature, anche loro vivevano e respiravano, non voleva essere lei a disintegrarle, non voleva togliere la vita direttamente a qualcuno. Sospirò abbattuta mentre meccanicamente continuava a rispondere agli attacchi ma la sua testa era troppo lontana da quel campo per poter dare un colpo deciso a chi la combatteva. Le parole del capitano risuonavano nella sua mente scombussolata, quasi come fosse un incitamento a tutti gli shinobi nel dare il loro meglio.
Era proprio tipico di Fuyuki voler salvare tutti e questo le lasciò un sorriso sulle labbra che durò pochi istanti prima che il suo volto tornasse a essere inespressivo. Chiunque l'avesse vista avrebbe pensato che non stesse combattendo seriamente, sia chi la conosceva ma persino un estraneo. Il suo cuore continuava ad essere frantumato. Aveva deciso di partecipare alla guerra, aveva deciso di mettere fine a tutto quell'odio ma non aveva mai pensato a cosa comportasse tutto quello. Quante vittime avrebbe visto morire sotto i suoi occhi quel giorno? Lei che non aveva mai visto morire nessuno se non dei grossi insetti raccapriccianti.
Cosa si provava in quei momenti? Provare quelle emozioni non la faceva stare bene, le turbe del suo spirito la deviavano dal suo vero obiettivo, dal compito che l'eremita le aveva dato. Aveva creduto in lei, la dolce kunoichi sapeva che l'aveva sempre fatto; altrimenti non le avrebbe rivelato il suo segreto proprio a lei invece che a Yukiko o sua sorella. Eppure si accorse che in quell'istante era rimasta immobile davanti al nemico, quasi imbambolata. Fu proprio questo gesto che spinse l'ombra a cercare di terminare la sua vittima; un percorso che venne interrotto da qualcuno di alto e imponente che oscurò la visuale alla piccola genin.
Fuyuki era davanti a lei e al contrario di quello che aveva provato a fare la fanciulla fino a quel momento, fu rapido e letale. Non sapeva quello che dire o come giustificarsi ma fortunatamente il ragazzo sembrò non accorgersi di quella scintilla gioiosa che viveva in lei, assopita e spenta. Forse dava la colpa alla guerra e chi non l'avrebbe fatto? Eppure se da una parte era contenta che lui avesse pensato a lei, che cercasse di prendersi cura della sua amata qualcosa la infastidiva. Un senso d'impotenza e inutilità, lei che aveva promesso di rimanere al suo fianco per tutta la vita, lei che lo avrebbe protetto a costo di perdere per sempre se stessa, continuava a chiedersi se veramente lui avesse bisogno di una persona così debole dentro. Aveva incrociato molti shinobi nella sua breve vita, ninja che l'avevano incoraggiata, che credevano in lei ma la domanda che adesso le sorgeva era lei stessa avrebbe mai scommesso su se stessa?
Guardò il suo riflesso negli occhi del suo uomo, prima che il suo sguardo si soffermasse su una ragazzina poco distante da loro. Avrà avuto qualche anno meno di Chiaki e sembrava in seria difficoltà con quella creatura. Ancora si chiedeva perché i grandi villaggi dessero la possibilità a certe persone a far parte di tutto quello.

- Fuyuki non pensare a me, c'è chi ha più bisogno del tuo aiuto... - il suo interesse cambiò subito direzione e prima che lo Hyuga potesse aggiungere altro la ragazzina era già scappata ad aiutare quella povera anima.

Il suo non voleva essere un rimprovero ne quant'altro solo che ripensando al neogenin che si era presentato qualche ora prima e vedendo quella sua coetanea così in difficoltà non poteva che pensare a salvarli, a rendergli una vita migliore. Proprio come aveva fatto il suo sensei le si buttò davanti, costringendo quell'ammasso non uniforme ad indietreggiare. Le sue armi ben strette in mano, il byakugan vigile controllava la situazione intorno. Adesso doveva fare una scelta. Avrebbe perso la sua anima sconfiggendo quell'essere? Ma se gli avesse lasciato fare i suoi comodi su quella giovane non l'avrebbe persa comunque? Si morse il labbro esasperata e prendendo tutto il coraggio che aveva dentro, attaccò decisa bloccando ogni possibile ripensamento.
Solo il viso innocente e quegli occhi verdi nella sua mente. Un po' le ricordava Ashi. Chissà lei come stava, Hyou la stava proteggendo? Serrò i denti e dopo una serie ripetuta di colpi finalmente poté dire addio a quella strana creatura. Rimase immobile a guardare il suo operato mentre solo le sue labbra mimavano una sorta di preghiera che nessun altro poteva ascoltare. Qualcosa che non veniva direttamente da lei ma era Yume a suggerirgliela. Non appena finì la bella Hyuga sembrò ritrovare la sua coscienza. Quella era la stessa poesia che aveva trovato insieme alla spada di sua madre, perché adesso lo spirito che viveva in lei le aveva fatto pronunciare quelle parole, cosa significavano veramente?
Era inutile farsi domande in quel momento, sapeva che quella dea non le avrebbe mai rivelato quel segreto, almeno per il momento. Eppure sembrava che la sua mente avesse imparato a memoria quelle frasi, impresse a fuoco per sempre. Chissà magari come gesto scaramantico forse le avrebbe riusate. Si girò a fissare quella giovane leva che le sorrideva. Non sembrava dispiaciuta come lei del suo intervento, forse aveva trovato un alleato per quella battaglia. Le lanciò un grazie che non fece altro che rammaricarla ancor di più; era troppa quella tenera carne, non avrebbe potuto salvare tutti i nuovi ninja come lei. Forse rimanere al suo fianco sarebbe stata una buona cosa.

Spero che non sia un problema se mi sono creata un NPG per il background ^^
 
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•Yatagarasu•
view post Posted on 12/1/2014, 19:44




//off: ragazzi... non ho mai scritto che vi attaccavano :) //

Una vibrazione scosse le fondamenta del campo di battaglia, agitando cavi e ponteggi, facendo perdere per un attimo la presa a tutti i ninja meno esperti. Quindi un'altra. Le ombre parevano tranquillamente stabili, invece, e si limitavano a venire falcidiate dai ninja che li attaccavano con urla di silenzio, squarci si aprivano nelle loro forme fosche, che si comportavano come teli neri di seta, aprendosi con leggerezza e senza fatica.
Caddero a terra come stracci leggeri, quindi, e i ninja ebbero un momento di esultanza... misero, rispetto a ciò che avvenne immediatamente dopo.
Fu infatti solo con un ritardo leggero, che gli effetti del tranello si mostrarono: laddove le ombre erano state colpite, similmente i ninja a cui appartenevano erano stati feriti, anche se in misura molto minore... e tuttavia, proporzionale al colpo inferto. Ferite inferte da jonin e chunin erano ben più profonde di quelle inferte da genin, e dipendeva anche da quali genin, e quanto erano stati pronti a reagire. Ironicamente, i più lenti o quelli bloccati dal terrore non si erano fatti nulla... a meno che non fossero stati proditoriamente salvati da benintenzionati superiori in grado. Ovunque, nel campo di battaglia, guerrieri impavidi avevano di fatto abbattuto i loro compagni con arte e perizia.
Era stata una trappola, pura e semplice, in cui più o meno tutti erano caduti. Un diversivo con l'interruzione delle comunicazioni, l'aspetto pauroso di quelle ombre. Tutto in funzione del massimo effetto possibile... peggio per coloro che eroicamente avevano salvato i loro compagni, di fatto condannandoli.
La copia di Fuyuki esplose, mentre l'originale si sentì squarciare le carni sotto il vestito, ferendosi parallelamente ai suoi colpi. Ancora peggio, la sua compagna crollò similmente, ma nel suo caso le ferite erano tanto più gravi Gli altri ninja non stavano certo meglio: l'aiuto dato da Kira ad Akira si ritorse contro il suo compagno. In un solo momento, l'intera truppa sensitivi era diventata cieca, sorda e ferita, e questo prima ancora che il nemico avesse sferrato un solo colpo.
L'ennesimo tremito scosse la struttura del campo di battaglia, smuovendo i feriti. Il piano stesso del pavimento si inclinò, facendo rotolare ninja doloranti verso il bordo del burrone. Sui palazzi si aprirono crepe, così come su ogni struttura e superficie. I chunin ancora in piedi cercarono di aiutare i genin feriti... alcuni non si muovevano più, e non c'era più niente da fare. Il mondo sembrò gemere, mentre la roccia si contorceva e piegava come una cosa viva e ferita.
In lontananza, il fumo proveniente dalla torre centrale del clan Yotsuki sembrò diradarsi, mostrando la possente colonna ancora in piedi... ma attorniata da ombre vorticanti, attraversate da fulmini rossastri, non dissimili da quelle che li avevano "attaccati"... di nemici visibili, ora, non ve ne erano.
Ridicolmente, l'unica che non era rimasta ferita era Yukiko, che aveva preferito studiare la situazione invece di abbattere ciò che si trovava davanti. La sua ombra si era semplicemente riassorbita nel pavimento senza fare nulla. Tutti gli altri avevano ferite più o meno gravi, laddove la più grave era la giovane Hyuga dubbiosa.
Quello scontro iniziava nel modo peggiore possibile.


//liberi di ruolare come preferite le vostre ferite, ma Chiaki è ferita gravemente, e senza cure mediche morirà entro pochi minuti. Akira, Kira e Fuyuki sono entrambi in grado di combattere, ma consideratevi feriti ugualmente in modo abbastanza grave da impedirvi di combattere al massimo. La lentezza di Shinodari (o la sua furbizia?) le ha impedito la stessa sorte.//

Edited by •Yatagarasu• - 12/1/2014, 20:07
 
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^Shinodari^
view post Posted on 13/1/2014, 13:12




Confusa, intimorita, imbarazzata. Era questo che Chaki provava in quel momento. Probabilmente la bella kunoichi non conosceva le sue doti, non sapeva che lei, una Yamanaka, poteva percepire le sue emozioni e quindi le riusciva difficile spiegarsi il motivo per il quale aveva pronunciato quelle parole. Si divincolò improvvisamente abbassando lo sguardo. Sicuramente era timida e lei la lasciò fare, senza aggiungere altro, ripromettendosi di parlarle in seguito. Era una sorella e la sentiva vicina, per questo era determinata ad approfondire il rapporto con lei, ma forse quello non era il momento adatto.

Ayame aveva vomitato addosso al fratello tutto il suo disprezzo e lui, apparentemente distaccato non volle discuterne, ma lei sentiva la sua frustrazione e la sua delusione che venivano sistematicamente represse. Pensò a come potesse sentirsi e provò pena per lui, ma non riuscì a dare giudizi negativi sulla ragazzina, alla fine nessuno tra i presenti poteva davvero capire il motivo di quella veste rossa e nera. La sola cosa che sapeva con certezza era che lui stava portando un grave fardello e che si prodigava per tenerlo nascosto, ma di cosa si trattasse non poteva averne idea.

Gli ordini vennero impartiti velocemente e tutti, anche coloro che avevano scarsa stima in Fuyuki, ubbidirono diligentemente e lei si trovò in quello spiazzo sospeso tra le nuvole tra uomini e donne che, per la maggior parte, nemmeno conosceva. Volse lo sguardo intorno a sé ed ebbe l'impressione di esistere nel momento della quiete prima della tempesta.
Giungevano clamori di battaglie lontane e il pensiero di Tatsu calò su di lei come un telo nero, ma si sforzò di cacciarlo via, facendolo volare lontano con il vento. Non poteva permettersi distrazioni, non poteva lasciare che la sua attenzione calasse, era già successo più di una volta e aveva imparato sulla sua pelle che solo la massima concentrazione può impedire una disfatta. Erano finiti i tempi in cui agiva per puro istinto. O almeno questo credeva.
I rumori giungevano ovattati, forse per via delle nuvole o della quota in cui si trovavano, ma pensò che fosse come quando udiva un temporale lontano, quando i tuoni parevano distanti e poi improvvisamente un boato fragoroso le faceva capire che la tempesta l'aveva raggiunta. Rimase in attesa di quella tempesta.
Non che avesse scarsa fiducia nelle squadre periferiche, semplicemente sapeva che Watashi poteva essere imprevedibile, dopotutto aveva trasformato la sua progenie in onde del mare!

Il boato arrivò e la terra tremò, proprio come se un fulmine avesse colpito la struttura e una colonna di fumo si alzò per confondersi con le nuvole.
Accadde tutto in un attimo, un attimo che sembrò durare un secolo. Le ombre che ciascuno di loro proiettavano sul terreno presero forma e con apparente, esasperante, lentezza si levarono dal suolo. Macabra e deforme la sua ombra la guardò negli occhi con i suoi due tizzoni ardenti e le fauci si spalancarono ributtanti alla vista. Fece un balzo indietro per allontanare di qualche passo la visione infernale, mentre intono a lei già infuriava la battaglia. La “sua ombra” non si mosse, non l'attaccò, rimase a guardarla nel tentativo di incuterle terrore e in parte ci riuscì, almeno fino a che il suo cervello non concatenò una serie di ricordi ancora vividi.



- La progenie dell'isola .. era solo illusione .. creare nemici per confondere ..-



Era quella la tecnica di Watashi, almeno quella che aveva usato contro di lei, Tatsu e Satsuke. Era persino riuscito a far combattere tra di loro i due compagni, al punto da ridursi in fin di vita a vicenda.



- Oh noooo! -



Quella era forse la strategia che stava usando ora? L'immobilità del suo nemico pareva confermarlo. Fu presa dal panico, come poteva avvertire la sua squadra?



“Fermi! Non combatteteli .. fermatevi!”



Gridò con tutto il fiato che aveva in gola, ma era troppo tardi. Vide Fuyuki abbattere l'ombra che minacciava Chaki e poi scaraventarsi nella mischia per difendere i più deboli, vide anche l'Uchiha combattere a fianco dell'altro compagno per difenderlo.
Si mise le mani in testa, disperata, perché se ciò che pensava era la verità, allora quel momento segnava la disfatta dell'intera squadra. I finti nemici cadevano e come brandelli di tessuto nero venivano sospinti via dall'aria stessa. Quando finalmente anche la sua ombra tornò ad essere tale e i combattenti festeggiarono una vittoria effimera, un'altra scossa, potente tanto o forse più della prima, inclinò pericolosamente la superficie su cui si trovavano, facendo di fatto rotolare via coloro che ora mostravano le ferite di quella battaglia che altro non era stata che un tranello crudele.
Perse l'equilibrio per un attimo, ma subito si rimise in piedi, solo per osservare lo sfacelo che la circondava. Ingoiò a fatica la saliva e un senso di frustrazione pervase il suo animo. Lei aveva capito, ma non era stata in grado di fermare tutto quel massacro.
Lanciò uno sguardo fugace alla torre del Clan Yotsuki e vide che era ancora in piedi, ma non poteva conoscere la sorte dei sensitivi che si trovavano al suo interno e inoltre lampi cremisi squarciavano una strana nube nera che si muoveva velocemente attorno ad essa.
Cercò il suo Sensei con lo sguardo e lo vide, poi vide gli altri due compagni, tutti feriti e Chaki che pareva in condizioni peggiori. Cercò di raggiungerli e mentre avanzava si prodigava per mettere al sicuro coloro che giacevano a terra e che, a causa dell'inclinazione del suolo, rischiavano di precipitare nel vuoto. Arrivò da sua sorella per prima e vide il sangue che sgorgava copioso dalle ferite.



“Oh no! Chaki, sorella ..”



Le passò una mano sui capelli blu.



“Un medico! Occorre un medico!”



Gridò al vento nella speranza che ci fosse qualcuno abbastanza vicino da sentirla. Avrebbe voluto aiutarla in qualche modo, ma non aveva la conoscenza necessaria per farlo, avrebbe potuto usare le sue erbe, ma sarebbero state ben poca cosa per la gravità della situazione.
Il senso di colpa tornò prepotentemente a farsi sentire, scosse violentemente il capo, ancora una volta pensò che se fosse stata troppo lenta a capire come stavano le cose.



“Fuyuki, mi dispiace .. ho realizzato troppo tardi .. avevo già vissuto questa situazione e stavo per perdere due compagni .. e ora .. è successo di nuovo .. ho provato ad avvertire .. ma dispiace ..”



Farfugliò confusamente le sue scuse, ovviamente inutili, mentre il mondo si accartocciava intorno a loro.

 
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view post Posted on 13/1/2014, 17:52
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La gioia e l'entusiasmo che avevano invaso il campo di battaglia si consumarono nell'arco di pochi istanti, venendo brutalmente stroncati non appena il tranello ordito da Watashi venne svelato. Come se fossero dei meri specchi, sui corpi degli shinobi si aprirono ferite lì dove, nelle rispettive ombre, la lama di ognuno aveva lasciato il segno. Un profondo squarcio si aprì sul petto del giovane, che a causa del contraccolpo inaspettato e del dolore lancinante cadde inesorabilmente in ginocchio. Strinse i denti nel tentativo di contenerlo, mentre i suoi occhi mettevano a fuoco l'immagine dei suoi uomini, ai quali era stato riservato il suo stesso destino. In troppi adesso si trovavano feriti, chi più, chi meno, e paradossalmente soltanto chi non aveva avuto il coraggio di combattere adesso si trovava illeso, costretto a osservare i propri compagni mentre cercavano di fuggire dalle fameliche dita della nera signora. Il giovane eremita non impiegò che pochi secondi a comprendere quale fosse la ragione che si celava dietro quella tremenda maledizione e non appena ebbe realizzato che le ferite che aveva riscontrato fossero il frutto della sua stessa lama, immediatamente i suoi occhi andarono a cercare una figura in particolare in mezzo alle decine di feriti che disperatamente lottavano tra la vita e la morte.

- Chiaki.. maledizione..

Con non poche difficoltà si rimise in piedi e cercando di ignorare le fitte lancinanti che tentavano di costringerlo al suolo si avvicinò alla kunoichi più in fretta che poteva, mentre raccoglieva tutto il fiato che aveva in gola per impartire ordini ai suoi sottoposti.

- Chiunque sia in grado di usare l'arte medica o sia in possesso di oggetti per medicazioni cerchi di curare quante più persone possibile! Date priorità ai più gravi, chi non è in pericolo di vita aspetterà il suo momento..

La situazione era critica e ognuno dei presenti avrebbe dovuto impegnarsi affinché l'ordine tornasse tra le fila della divisione, che purtroppo aveva iniziato a contare le prime perdite. Ogni cadavere che gli occhi dello shinobi incontravano rappresentavano una ferita aperta nel suo cuore, che lentamente veniva dilaniato dal senso di colpa che la consapevolezza di non essere riuscito a evitare quella trappola creava in lui. Non appena ebbe raggiunto la sua amata questo si fermò per un attimo, per poi ricominciare a battere con più enfasi, come un orologio impazzito. La vide accasciata al suolo, il sangue che inesorabile sgorgava da ferite ben più profonde delle sue; dagli squarci che LUI aveva aperto. Era pronto a intervenire, ma una scossa del suolo gli impedì di agire per salvare la vita della povera Chiaki. La terra tremò con troppa violenza, tanto che la stessa montagna si inclinò, lasciando che i feriti più gravi scivolassero pericolosamente in direzione del burrone.

- Utilizzatori del Doton, create un muro sul versante della montagna inclinato verso il basso! Chiunque sia in grado di muoversi prenda un compagno.. MUOVETEVI!

In men che si dica creò tre bunshin, che avrebbero aiutato altrettanti sfortunati, per poi catapultarsi verso Chiaki. Una volta ritrovatosi alle sue spalle usò il chakra per aderire al suolo e stringendola tra le sue braccia fermò la sua pericolosa avanzata.

- Stai tranquilla.. sono qui..

Tentò di rassicurarla, ma ogni parola che tentava di pronunciare gli moriva crudelmente in gola. Sembrava quasi che non riuscisse a parlare, che non avesse il coraggio di incontrare gli occhi della sua amata, ma era abbastanza lucido per poter agire prontamente per curarla, prima che fosse troppo tardi. Anche Yukiko li aveva raggiunti e urlava implorando l'intervento di un medico, ma con un cenno della mano le fece capire di avere la situazione sotto controllo. Prese uno dei suoi rotoli e dopo averlo aperto richiamò da esso un piccolo rimedio di erbe; non perse tempo e chinandosi su Chiaki lo avvicinò alla sua bocca, affinché potesse ingerirlo senza sforzarsi.

- Non preoccuparti Chiaki, con questo passerà in fretta..

I suoi occhi traboccanti di frustrazione e rammarico incontrarono quelli di lei, mentre il suo animo veniva tormentato da mille emozioni contrastanti. Era lui il responsabile delle gravi ferite che Chiaki aveva riscontrato e che adesso mettevano in pericolo la sua vita, la vita della ragazza che amava e per la quale aveva già sacrificato la propria e non avrebbe esitato a farlo ancora. Si sentiva incapace, colpevole di aver deluso le sue aspettative e quelle dei suoi uomini. Molti erano morti, altri invece stavano ancora lottando per la sopravvivenza e l'unico su cui gravava il peso di tale fardello era lui. Scosse il capo udendo le parole dispiaciute della giovane Yamanaka, rispondendole con un tono di voce che lasciava trapelare palesemente quanto si sentisse responsabile di ciò che era accaduto.

- La colpa di tutto questo è mia.. e mia soltanto. Avrei dovuto intuire che si trattava di una trappola e niente di tutto ciò sarebbe successo. Alcuni sono morti.. Ho detto che li avrei protetti e invece sono io il responsabile della loro tragica fine. Io.. solo io dovrei essere al loro posto. Perdonami Chiaki..

Ho promesso a me stesso che ti avrei protetta, a qualsiasi costo.. e questo è il risultato. Hai riposto in me la tua fiducia, ma quello che merito è solo l'odio dei miei compaesani..

Unì entrambe le mani, preparando una tecnica che non aveva ancora mostrato a nessuno, nemmeno alle sue due allieve e continuando il discorso. Intanto i suoi occhi si spostavano sulla colonna che sosteneva la sede del clan Yotsuki, che adesso era avvolta da una foschia scura costellata da fugaci lampi vermigli. Stava accadendo qualcosa e non vi era tempo da perdere. Uno dei suoi tre bunshin partì in direzione della struttura che accoglieva il nucleo centrale, nella speranza che avesse più fortuna del suo predecessore.

- Adesso devo rimediare alle mie colpe.. andrò da solo a controllare in che condizioni si trovano gli uomini del nucleo centrale. Non voglio che qualcuno perda la vita a causa mia.. metterò la mia in gioco per tutti voi, sperando di riuscire a riscattarmi per ciò che ho commesso.

Se fosse stato lucido e lontano dai turbamenti non avrebbe mai pronunciato lemmi così insensati, ma in quel momento non riusciva a contrastare la consapevolezza di aver commesso un errore che tutti avevano pagato a caro prezzo. Se Chiaki era in pericolo di vita e se la sua divisione era in ginocchio ancora prima dell'arrivo del vero esercito nemico.. era solo colpa sua. Per questo avrebbe messo a repentaglio la sua, di vita, anche a costo di sacrificarla per rimediare a ciò che aveva fatto.

 
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view post Posted on 14/1/2014, 20:15
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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Alla battaglia si susseguirono delle scosse, che fecero cadere e ondeggiare gran parte dei ninja presenti. Che cosa stava succedendo? Che gli attacchi non fossero finiti? Chiaki fissò la sua protetta, in preda al panico mentre vedeva i suoi occhi verdi trasmettere la paura e l'angoscia per quello che stava provando. Pochi attimi e il suo sguardo si riempì di dolore e sofferenza mentre scivolava a terra esausta e con le vesti sporche di sangue. Quando era stata ferita? Non fece in tempo a farsi quella domanda che la Hyuga avvertì qualcosa di caldo e denso scivolare dalle sue labbra, i muscoli le tremavano privi di quella forza che aveva dimostrato fino a quel momento, ma riuscì comunque a sfiorarsi con le dita quel punto, riconoscendo immediatamente a pelle di cosa si trattasse.
Sangue, rosso rubino scivolava tra quelle piccole mani affusolate. Si sentiva stanca, esausta e un dolore assurdo si estendeva sul ventre facendole formicolare il corpo. Cadde a terra come un fuscello spezzato dal vento, privata di ogni sorta d'energia. Le domande erano molteplici ma le forze per poter trovare una risposta erano quasi esaurite. Strusciò a terra o almeno ci provò per quel che poteva, avvicinandosi alla ragazzina che poco prima credeva di aver salvato e solo li la situazione sembrò esserle poco più chiara. Le sue ferite erano chiare e le conosceva alla perfezione, come poteva dimenticarsi qualcosa che per lei era stato un atto veramente ignobile? Profonde e posizionate in punti specifici, quello era il suo stile e il modo in cui combatteva con gli stiletti.
Provò a toccarla ma era ancora troppo lontana e la testa che teneva sollevata sembrava essere già uno sforzo eccessivo. Si lasciò cadere, riprendendo fiato e sfiorandosi impaurita la sua ferita mentre intorno a lei uno scenario di morte si stava aprendo tra quelle montagne innevate. Il cielo era così limpido solo in lontananza, ma così azzurro, avrebbe tanto voluto rinascere come un uccello se quello fosse stato il suo ultimo giorno di vita. Vedere tutto dall'alto e fregarsene di quello che succede al di sotto delle nuvole. Un mondo a parte dove la pace avrebbe potuto regnare incontrastata. Passarono pochi secondi e quel colore magnetico, lontano chilometri, iniziò ad essere anche lui offuscato come il mondo che la circondava.
Le fitte erano sempre più lancinanti e respirare diventava uno sforzo che andava oltre le sue capacità. Non poteva arrendersi adesso, non dopo la promessa che aveva fatto a Fuyuki e non dopo aver aiutato quella creatura che aveva ridotto nelle sue medesime condizioni. Si spinse con le braccia grattando sulla dura roccia e scorticandosi la morbida pelle ancora illesa. Quel male però non venne avvertito, troppe erano le fitte che il suo corpo cercava di combattere inutilmente. Lo sentiva il respiro del Dio della morte che le sospirava sul collo, per quanto avrebbe resistito? Strinse le palpebre, cercando di pensare al suo obiettivo, anche se troppo lontano e sempre meno nitido.
Il liquido cremisi lasciava la scia del suo passaggio ed era sempre più evidente da quella quanto sangue stesse perdendo. Sorrise al pensiero che forse tutto quello se l'era meritato dopotutto. Non era stata lei a colpire il suo amato alla residenza del Daimyo? Non era stata lei così inutile da non riuscire a mantenere una promessa fatta poche settimane prima? Si allungò, stringendo i denti e sfiorando la pelle diafana di quella leva alle prime armi. Era in ginocchio ma non sembrava ridotta male quanto lei, ridotta a strisciare come un verme. Attirata la sua attenzione, ci mise un po' a passarle il rotolo dei medicinali che portava con lei. Si dava per spacciata ormai, lo poteva sentire a cosa sarebbero serviti a lei? La moretta la guardò interrogativa, mentre con l'altra mano non smetteva di tenersi stretta i punti sanguinanti, quasi avesse paura che lasciando la presa si fosse trovata come la ragazza dai capelli blu.
Il gesto della Hyuga la sconvolse ma allo stesso tempo non poté rinunciare a qualunque sorta di aiuto le stesse dando. Le loro dita si sfiorarono e fu proprio in quel momento che avvenne il peggio. Il terreno iniziò a piegarsi, quasi come se stesse per essere inghiottito da un buco nero. Non riusciva a vedere chiaramente la fanciulla ferita gravemente, solo gente in panico che urlava, che piangeva e cercava di assistere qualche amico caro o semplicemente cercava un appiglio per rimanere in piedi. Usare il chakra dopo quello che avevano subito sicuramente non era una mossa saggia nemmeno per loro.
Il suo corpo iniziò lentamente a seguire l'andamento della montagna, tanto anche se fosse finita in chissà quale crepaccio, quanto le mancava per vivere? La neogenin però non abbandonò la presa di quel rotolo e si attaccò a una roccia sporgente, cercando di sostenere quanto più possibile anche il peso della sua salvatrice o meglio carnefice. Non avrebbe resistito a lungo e questo lo poteva vedere dallo sforzo immane che stava facendo, dalle sue ferite che sembravano sanguinare sempre di più ogni volta che la pendenza diventava sempre più difficile da sostenere. La dolce genin le sorrise, se avesse continuato per quella strada probabilmente anche lei sarebbe scivolata giù con lei, fu in quel momento che lasciò la presa.
Sentiva il terreno non perfettamente liscio, strofinarle sul taglio preciso della katana. Non ce la faceva, avrebbe voluto in quell'istante lasciare tutto piuttosto che avvertire quella lenta tortura infertole. Provò ad aggrapparsi a qualcosa, qualunque cosa ma ne ricavò solo qualche unghia rotta e delle piccole abrasioni anche sulle dita. La sua era quasi diventata una supplica di lasciare quel mondo, quando delle braccia forti l'afferrarono.
Conosceva quel calore come il corpo che la stringeva a sè senza esagerare. La voce del ragazzo risuonò dolce ma allo stesso tempo preoccupata, eppure per lei quello era l'unico appiglio che avesse mai voluto trovare nel suo percorso. Sorrise anche se estremamente dolorante, non riuscì a negare quel gesto istintivo. Se avesse dovuto inalare il suo ultimo respiro quella era l'unica persona che voleva al suo fianco in quel momento.

- Ciao Fuyuki...ti aspettavo... - disse la quattordicenne dolcemente, facendo uscire quelle poche parole con un enorme sforzo.

Conosceva il carattere del jonin e l'ultima delle cose che avrebbe voluto era che lui si sentisse in colpa per quello che era successo. Eppure non riusciva ad aggiungere niente, i dolori al ventre erano lancinanti. Non fu l'unica voce che udì, in quell'istante gli occhi della Hyuga si spostarono anche su una figura più mingherlina. I tratti erano confusi ma quei capelli così chiari e le parole usate potevano essere solo di Yukiko.

*Sorella*

Per la seconda volta l'aveva chiamata in quella maniera. La conosceva da nemmeno un ora e già sentire quell'affetto, le riscaldava il cuore. Le sue mani che le accarezzavano i capelli, sensazioni che si allontanavano a ogni battito che diminuiva d'intensità. Tutto era confusionario, ogni singola immagine, ogni singolo sguardo. La stanchezza stava prendendo il sopravvento ma non doveva cedere, non poteva. Silenziosamente ascoltava i suoni che provenivano da chi la circondava, limitandosi a tenere gli occhi aperti il meno possibile. Quella confusione e l'annebbiamento per la mancanza di sangue le facevano girare la testa. Sentì qualcosa dentro la sua bocca, una pillola. Chissà di cosa si trattava?
Poi le parole rassicuranti di Fuyuki arrivarono e la piccola kunoichi non poté che fidarsi di colui che l'aveva sempre protetta. Chissà cosa pensava di lei in quel momento. Gli aveva detto che c'era chi aveva più bisogno del suo aiuto e invece ora si rendeva conto di quanto le sue parole fossero state ridicole. Avrebbe voluto piangere, chiudersi in camera sua e non uscire fino al giorno dopo e invece doveva vedersi davanti il manifesto della sua debolezza. Non sapeva quello che aveva ingerito ma le erbe amare le fecero sembrare che stesse andando un po' meglio. Riaprì gli occhi, scorgendo il volto del suo uomo.
Lo vedeva combattere contro se stesso, tra tutta quella foschia riusciva quasi ad avvertire i suoi sentimenti. Come era possibile? Che l'affinità tra loro due fosse arrivata a quei livelli? Ci fu uno scambio di battute tra lui e Yukiko, e Chiaki capì immediatamente che qualcosa non andava. Sapeva che il nukenin si sarebbe colpevolizzato ma non serviva, rimpiangere ciò che era successo non serviva. La sua mano tremante si alzò e si appoggiò sul viso di lui, le forme indefinite le davano difficoltà.

- Fuyuki non...colpevolizzarti. Io sto bene...e sono a-ancora qui con te - disse faticosamente la genin, cercando di tranquillizzare il ragazzo.

Un colpo di tosse interruppe quello che stava dicendo. Avrebbe dovuto riprendere un po' di energie per poter parlare ma le parole del giovane la sconcertarono. La sua testa non ragionava, era chiaro. Quello che era successo lo aveva reso precipitoso e azzardato. Non sapeva cosa stava succedendo vedeva solo una parte di se che si allontanava verso una foschia scura e a tratti rossa che non distingueva bene. Li doveva trovarsi la sede del clan Yotsuki ma cosa stava accadendo? Richiuse gli occhi troppo stanca ma solo per un secondo, il tempo di poter accumulare nuove forze.

- Non fare stupidaggini, non...voglio perderti. Cerca di r-recuperare quello...che hai perduto, comportarti così avventatamente porterà solo...a lasciare un esercito senza...il suo comandante - disse la dolce allieva afferrando un pezzo di stoffa dell'abito del membro dell'Akatsuki.

Non lo avrebbe lasciato andare in quelle condizioni.

Silvio tagliati le vene con questo post, così impari a ridurmi così Chiaki :asd:
 
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Kira956
view post Posted on 15/1/2014, 13:12




Forti urla echeggiavano in quei monti; corpi inermi gravemente feriti o, addirittura, privi di vita precipitavano verso il baratro. Alcuni piangevano, tenendo stretti i loro compagni evitandogli una fine peggiore o forse allungando solamente la loro sofferenza. Aveva la testa dolorante, era ancora confuso, il suo equilibrio era precario ma seppur con grandi sforzi riusciva a tenersi in piedi; Tra le tante urla di dolore la frase che maggiormente si poteva udire in quel loco era una:
..: UN MEDICO, CHIAMATE UN MEDICO! AIUTO!
Era come se tutti lo stessero chiamando, la maggior parte dei ninja aveva bisogno di lui, molti erano disperati e si guardavano attorno aspettando che qualcuno si avvicinasse. Moltissime vite dipendevano da lui e dalle sue azioni… Era completamente in preda al panico, immobile e terrorizzato.

…Qualche istante prima…

I nemici che avevano di fronte si dimostrano più deboli del previsto, i ninja più esperti riuscirono ad eliminarli con un sol colpo. Il comandante si destreggiava tra di essi eliminandoli in gran numero. Anche Kira si dava da fare e con le sue tonfe, come se danzasse, colpiva i nemici più vicini. Quello scontro non durò molto, in poco tempo tutte le ombre furono sconfitte e caddero al suolo come ghiaccioli sciolti dal sole, riprendendo la loro forma originale. Un sorriso apparve sul volto soddisfatto del genin, si guardava attorno mentre i più iniziarono a congratularsi con i ninja più forti, altri invece avevano ancora la paura dipinta sul volto.
*Come inizio non c’è male.. è stato un bel riscaldamento! Ma mai avevo affrontato una progenie così tanto facile da eliminare..*
Iniziò a rilassarsi riposando le tonfe nelle fodere e mentre si dirigeva verso il suo comandante in attesa di nuovi ordini, accadde l’impossibile. Fuyuki era rimasto ferito, da lontano si iniziava ad intravedere la macchia di sangue nei suoi abiti dovuti ad una ferita aperta. Come era possibile che il comandante della divisione era rimasto ferito da nemici così innocui. Preoccupato stava per correre verso di lui per soccorrerlo quando un lancinante dolore alla testa lo costrinse a cadere completamente stordito. L’impatto fu traumatico, tutto il lato destro del volto entrò in violento contatto con il terreno duro. Iniziò a vedere le figure sempre più sfocate, la testa gli girava forte facendogli perdere qualsiasi senso dell’orientamento. Il dolore divenne ancora più forte, come se fosse stato colpito un'altra volta in testa. Ciò fu abbastanza per fargli perdere temporaneamente i sensi.
*Cosa diavolo...*
Non sapeva quanto tempo fosse passato, l’unica cosa che lo fece svegliare era il senso del vuoto che provava in quel momento. La terra era inclinata e a gran velocità il sedicenne stava precipitando. Istintivamente cerco di aggrapparsi al terreno, lacerandosi le mani e rompendosi qualche unghia, solo dopo utilizzò il chakra per rimanere “incollato” al terreno. Si portò una mano lì dove aveva sentito il dolore, era gonfio proprio come se qualcuno l’avesse attaccato. Ci mise un po’ a capire cosa era accaduto.
*Siamo caduti in trappola!*
Il senso di colpa iniziò a dilaniarlo. Molti erano quelli che aveva aiutato e probabilmente molti di loro sarebbero rimasti gravemente feriti per colpa sua. Cercò di mettersi in piedi in quel piano inclinato utilizzando il chakra, manteneva lo sguardo basso timoroso di ciò che i suoi occhi avrebbero potuto vedere, non poteva però nascondere ciò che le sue orecchie udivano. Ci mese qualche istante prima di decidersi, alzo la testa e guardandosi attorno e vide il raccapricciante spettacolo attorno a lui.

…Presente…

*Da dove devo iniziare? I feriti sono tantissimi, non riuscirei mai a curarli tutti. In questa divisione i medici sono pochi, non abbastanza per tutte queste persone; senza contare che probabilmente anche molti di loro sono rimasti feriti e paradossalmente alcuni avranno bisogno di aiuto. Non posso rimanere fermo senza fare nulla. Devo muovermi! È vero, l’idea di lasciar morire i miei compagni mi terrorizza e mi disgusta, ma se voglio sopravvivere, se l’alleanza vuole vincere, devo scegliere categoricamente chi curare e chi no: Anzitutto a prima vista devo capire se il ferito è troppo grave o ha possibilità di salvarsi: questo sarà il mio compito principale ed il più difficile. Vorrei poterli aiutare tutti ma non posso… Qual ora le ferite fossero troppo gravi devo ripromettermi di andare avanti e curare qualcun altro! Pur facendo questa selezione i ninja da curare rimangono moltissimi, allora chi curare e chi no? Potrò sembrare una bestia… Ma per primi curerò i chunin e ninja più esperti, la divisione ha maggiormente bisogno di loro; solo dopo passerò a curare i genin e neo-genin. Per quanto riguarda i ninja sensitivi, spero che lì dentro vi sia qualche medico ancora tutto interno, per il momento non posso andarci, qui c’è troppo bisogno. Mi odio per quello che sto per fare e so che i sensi di colpa mi distruggeranno, ma questa è la guerra!*
Il ragazzo così si sbloccò iniziando a muoversi verso i primi feriti, ma già dai primi passi le difficoltà dovute alla botta in testa si fecero sentire. Anche lui era ferito e seppur aveva ferite meno gravi rispetto ad alcuni suoi compagni non poteva essere al meglio se prima non curava se stesso. Ci sarebbe voluto qualche istante, ma solo così sarebbe stato efficace al cento per cento. Mentre si curava con i suoi justu medici, il suo sguardo andò verso il suo comandante, anche lui era ferito ma non sembrava poi così tanto grave. La sua amata dalla chioma blu invece sembrava perdere molto sangue ed era in condizioni critiche. Accanto a loro vi era l’altra donna amica di Fuyuki. Non riusciva invece a vedere Akira, anche lui sicuramente era ferito ma essendo un neo genin non era una necessità per il momento. Solo dopo essersi curato il ragazzo iniziò ad aiutare i chunin più gravi cecando di salvarli. Più volte d’innanzi a lui si presentarono dei genin, alcuni più gravi, altri meno che volontariamente decise di non aiutare; ad ogni mancato soccorso, mentre vedeva i visi il lacrime di quei ragazzi era come se il cuore dell’Uchiha venisse pugnalato, ma non poteva tirarsi indietro. Intanto continuava a ripetersi costantemente la stessa frase più e più volte.
*Il fine giustifica i mezzi.. Il fine giustifica i mezzi..*
Ragionamento decisamente machiavellico che gli serviva per nascondere i sensi di colpa sempre più pensati da reggere.
 
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•Yatagarasu•
view post Posted on 15/1/2014, 22:01




GDROFF:
post intermedio per chiarire le condizioni di chiaki
/GDROFF:

Le energie naturali che scorrevano in zona erano… disgustose. Corrotte, nerastre, e profondamente segnate dall'ombra corruttrice del maligno demone che aleggiava su di loro, l'eremita dei mustelidi aveva già avuto modo di notare come watashi corrompesse tutto ciò che toccava, ma in quel luogo era anche peggio. Mentre ninja feriti più o meno lievemente fermavano la caduta della piattaforma in cui si trovavano tutti, uno dei cloni del giovane mukenin si diresse verso il palazzo del clan yotsuki.

-Signore… non riusciamo a tenerlo assieme…-

Un genin dall'aria sconvolta si diresse verso Fuyuki, aveva un profondo taglio in fronte, ma gli occhi erano ancora brillanti di determinazione. Il coprifronte che portava era di Iwa.

-L'intera montagna è condannata, non capiamo, ma gli strati connettivi sono in pezzi. Cercheremo di resistere il più possibile, ma il mio caposquadra consiglia la ritirata… signore.-

Nel frattempo i medici in grado di usare chakra si erano già messi al lavoro per curare i casi più gravi, Chiaki inclusa. La pillola anbu che il suo compagno le aveva dato sembrò se non altro stabilizzarla, ma il ninja che la stava guarendo scosse il capo. Era in condizioni critiche, e richiedeva un trattamento approfondito e sicuramente di stare in un posto diverso da una montagna tenuta assieme dagli sforzi apparentemente superflui di un gruppo di ninja sfiduciati.
Fu in quel momento che lo Hyuga si accorse dell'assenza di sua sorella, tra i morti, feriti o ninja in piedi.


Nel frattempo, il clone di Fuyuki era giunto alla sede del clan Yotsuki. Una colonna vorticante di fumo nero si muoveva, scalandolo con lentezza pigra e indifferente alla tragica situazione. Un grosso contingente di ninja -trenta in totale- era alla sua base, guardando verso l'alto con aria perplessa. Non c'erano feriti, tra di loro, ma sembravano tutti indenni. A capo del gruppo c'era il kiriano, Sanjin.

-mh… Fuyki-san… abbiamo perso ogni comunicazione e ci siamo avvicinati, ma questo è surreale.-

Alla base della torre, un baratro si apriva, circondandola completamente. Da esso, la colonna di fumo nero fuoriusciva come sangue da una ferita aperta. Un urlo, e dall'alto si gettò un genin, proveniente dai piani non ancora invasi dal fumo. Se fosse arrivato a terra, si sarebbe ammazzato.
 
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^Shinodari^
view post Posted on 16/1/2014, 14:42




La tempesta era arrivata e stava distruggendo ogni cosa, comprese le speranze degli attori che in quel momento riempivano quell'orrido palcoscenico. Lei era una delle poche, o forse l'unica, persona a non aver subito danni fisici, ma moralmente si sentiva piegata come un giunco sferzato dal tifone.
Fuyuki si sentiva in colpa per ciò che era successo alla sua amata Chiaki e a tutto il suo esercito, se ne accorse ancor prima che lui parlasse per addossarsi l'onere dell'errore, ma ciò che disse non fu esattamente ciò che si aspettava da lui. Nemmeno Chiaki condivise quelle parole e, nonostante fosse estremamente sofferente, riuscì a trovare la forza di replicare.



“Lei ha ragione ..”



Accarezzò nuovamente i capelli della giovane e il suo viso si fece serio e quasi minaccioso mentre il tono della voce si alzava.



“.. cosa ne sarà del tuo esercito? Non è del tuo riscatto che abbiamo bisogno, ci serve qualcuno che ci guidi! Guardala Fuyuki, guarda Chiaki .. non puoi permetterti di lasciarla sola! Non comportarti come se fosse già morta, lei è viva e ha bisogno di te!
Devi essere prudente perché la tua vita vale più della mia, della nostra ..”



Non ebbe la forza di dire altro, aveva gettato addosso al suo sensei tutte le responsabilità e lo aveva fatto gridando, forse per la prima volta da quando lo conosceva era stata tanto dura. Si sentì quasi sollevata e, cercando di aiutarlo a reagire, aveva aiutato anche sé stessa a superare il senso di colpa per non essere riuscita ad avvertire in tempo del pericolo.
Si levò in piedi e si discostò da loro, ciò che doveva dire l'aveva detto, ora era il momento di aiutare gli altri feriti. Mentre si prodigava come meglio poteva, somministrando qualche antidolorifico che aveva portato con sé, non riuscì a non pensare alla situazione in cui si trovavano e cercò di ragionare sulle conseguenze che la disfatta avrebbe, ma d'altronde già aveva, portato con sé. Fuyuki e Chiaki insieme nella stessa squadra era quanto di più tatticamente sbagliato poteva esserci, questo era un punto fermo. Pensò a lei e a Tatsumaru e benedì il momento in cui erano stati separati perché probabilmente anche lei avrebbe reagito come il suo Sensei in una circostanza simile e questo era deleterio in una guerra. Chissà chi li aveva destinati nella stessa squadra? Ma forse il colpevole non conosceva la natura dei loro sentimenti. Provava pena per quei due, uno era il suo Sensei e ciò che la univa a lui era un sentimento di gratitudine e profondo affetto e l'altra l'aveva appena conosciuta ma era legata a lei dalla fratellanza, che proprio lui le aveva insegnato a considerare sacra. Nonostante questo riteneva che la guerra che stavano combattendo fosse una ragione abbastanza valida da superare la natura dei sentimenti che provava per loro e non temette nemmeno per un momento di perdere la sua umanità. Forse quando tutto questo sarebbe finito, se fosse sopravvissuta, avrebbe fatto i conti con la sua coscienza.

Volse lo sguardo all'alta torre, le ombre la circondavano e parevano incedere lentamente verso la sua sommità, si chiese cosa stesse accadendo all'interno, come stavano a sensitivi e come avrebbero potuto aiutarli. Chiuse gli occhi per cacciare via il senso di nausea che quella situazione disperata le faceva provare, ma quando li riaprì nulla era cambiato e il sangue che imbrattava il campo di battaglia aveva macchiato anche i suoi vestiti candidi.
Si impose di continuare a ragionare, di non farsi vincere dalla disperazione di quei visi giovani, feriti, smarriti che la circondavano.



- Tutti questi shinobi .. alcuni sono così giovani .. bisognerebbe tenere insieme quel che ne rimane di questo esercito, bisognerebbe motivarli, insegnar loro a non temere il pericolo, sia davanti alla morte che alla vita. Dovremmo forse ritirarci? Quanti siamo rimasti? Qualcuno dovrebbe contarci, Fuyuki dovrebbe sapere quanti combattenti ha ancora a disposizione e anche il loro grado di preparazione. Solo così potrebbe decidere saggiamente per l'attacco o la ritirata.
Perché non lo ha fatto? Dovrei forse farlo io? Chi sono io per prendere iniziative? Che accidenti di esperienza ho di una guerra io? Zero, zero, zero! -



Era confusa e immaginò che tutti lì fossero nelle sue stesse condizioni.



- Non possiamo permetterci un esercito confuso, qualcuno dovrebbe parlare a tutti coloro che sono ancora in grado di ascoltare .. -



Cosa poteva fare lei che era una delle ultime ruote del carro? Una Genin, solo questo era e ciò le toglieva il diritto di prendere iniziative.

I lamenti strazianti dei feriti riempivano l'aria e il senso di nausea non le dava tregua, capì che non era solo la situazione a stimolarlo, c'era qualcosa in quel luogo di fetido e corrotto, proprio come sull'isola il putridume di Watashi stava distruggendo la natura stessa, la stava modificando a sua immagine e somiglianza. Cercò di reagire e dispensò parole che intendevano infondere coraggio a chi giaceva ferito, del resto non c'era molto che potesse fare.
Vide il compagno con i capelli neri che, seppur ferito, prestava le prime cure a chi si rivolgeva a lui. Capì osservandolo che privilegiava alcuni, lasciando altri – prevalentemente i meno esperti – senza aiuto. Aggrottò la fronte perplessa, evidentemente stava facendo una scelta e avvicinandosi a lui percepì il peso che quella scelta gli procurava. Realizzò che non potendo curarli tutti stava affrontando una situazione di sofferenza che nessun medico avrebbe vissuto serenamente.
Decise di intervenire, pensò che nella peggiore delle ipotesi sarebbe stata cacciata via malamente.



“Ti serve aiuto? Non sono ferita, se vuoi posso darti una mano per quanto mi è possibile. Non sarà granché ma posso alleviare le sofferenze di chi non può essere curato, posso farlo con qualche rimedio del mio Clan ..”



Forse in quel modo lui non si sarebbe sentito solo ad affrontare un tale fardello e lei si sarebbe in qualche modo resa utile.



Riprovo a interagire con Kira, puoi mandarmi al diavolo se vuoi XD
 
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view post Posted on 16/1/2014, 22:23
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Aveva ormai perso la lucidità, vittima dei sottili inganni orditi da quel dio dai riflessi violacei che sempre con più crudeltà giocava con le loro vite, quasi fossero meri burattini. Per fortuna la dolce kunoichi riuscì a comprendere i sentimenti contrastanti che stavano divorando il cuore del suo amato, combattuto tra il senso di colpa e la consapevolezza di non poter salvare tutti i suoi uomini. Un simile comportamento non avrebbe di certo giovato a una divisione messa in crisi, che più di ogni altra cosa adesso aveva bisogno della mano ferma e del sangue freddo del suo comandante. Le parole di Chiaki riportarono bruscamente lo shinobi con i piedi per terra, mettendolo di fronte a un'innegabile verità: i suoi uomini avevano bisogno di lui. Anche lei non voleva perderlo e sacrificando la propria vita per espiare le proprie colpe non avrebbe concluso nulla; avrebbe soltanto aperto un altro squarcio, stavolta impossibile da rimarginare, nel petto della ragazza che amava. I suoi occhi perlacei incontrarono quelli di lei, mentre sentiva le dita della giovane sfiorargli il viso e donargli la sicurezza e la determinazione che aveva perduto.

- Ti ringrazio, Chiaki.. adesso pensa solo a risparmiare le forze. Non ti lascerò sola.

Fu poi il turno di Yukiko, le cui parole ebbero sul suo sensei l'effetto di una doccia fredda. Aveva riaperto gli occhi per fortuna e adesso era arrivato il momento di riprendere in mano le redini di quel carro fuori controllo.

Grazie anche a te, Yukiko.. farò tutto ciò che in mio potere, non vi deluderò.

Mente il tempo avverso gli scivolava tra le dita dalle sue mani unite una piccola luce iniziava a crescere, con il passare dei secondi, fino a quando la tecnica non fu completa e una piccola esplosione spianò la strada a una densa coltre di fumo che avvolse l'eremita.

- Cosa ne pensi, Aki?

Aki - State messi maluccio.. e il numero delle vittime continuerà a crescere, stanne certo.

Una voce pungente e dal timbro femminile venne udita da Chiaki e Yukiko, mentre il fumo si diradava in fretta, permettendo loro di constatare il cambiamento avvenuto nel loro sensei. La sua chioma era divenuta più folta e una barba appuntita e ispida incorniciava il suo volto. Le mani erano ricoperte da peluria e le unghie, così come i canini, si erano fatte più lunghe e affilate. Le iridi perlacee danzavano adesso in uno sfondo nero come la pece e i suoi occhi erano contornati da occhiaie ambrate che si allungavano sulle goti. Un furetto dal pelo arancione avvolto in un kimono cremisi svettava sulla sua spalla sinistra, sguardo fiero e un grosso shuriken dalle lunghe lame dietro la schiena.

Aki - Dovevi richiamarmi proprio davanti a loro? Ma ti sei visto?

I lemmi di Aki erano affilati e tutt'altro che amichevoli, ma Fuyuki era ormai abituato al suo sarcasmo pungente e non diede loro peso. Era la prima volta che le sue allieve lo vedevano in quello stato, di certo avrebbero intuito che il cambiamento che era avvenuto non si limitava al suo aspetto, ma non avrebbero avuto un'idea chiara fin quando non l'avrebbero visto in azione. Avrebbe usato i suoi poteri sensitivi per giungere lì dove i suoi occhi non sarebbero arrivati, nella speranza di ritrovare anche le tracce di Ayame, la cui scomparsa aveva lasciato Fuyuki perplesso e non poco preoccupato.
I minuti successivi furono decisivi e delinearono dinanzi al generale le possibili vie da imboccare per poter proseguire la battaglia. La situazione in cui si trovavano non era di certo una delle più rosee e il bollettino di guerra non tardò arrivare: dieci erano gli shinobi che avevano perso la vita e una ventina i feriti, metà dei quali si trovavano in condizioni critiche. Chiaki era tra questi, ma dopo alcuni minuti la sua situazione iniziò a mostrare segni di miglioramento: il rimedio di erbe che l'eremita le aveva somministrato aveva fatto maturare i suoi frutti e adesso la dolce kunoichi non si trovava più in pericolo di vita. Tuttavia necessitava di cure urgenti e quello non era di certo il posto adatto per riceverle; a conferma di ciò un genin di Iwa giunse al suo cospetto per comunicargli una notizia che avrebbe preferito non ricevere.


Maledizione, questa non ci voleva proprio. Non siamo ancora nelle condizioni adatte per ritirarci.. non tutti almeno..

Lentamente, la cruda verità iniziava a delinearsi di fronte ai suoi occhi traboccanti di indecisione: a causa dell'imminente crollo della montagna non avrebbe potuto salvarli tutti, ma avrebbe provato ad aiutarli finché ci sarebbe stata speranza. Era davanti a un bivio e doveva operare una scelta e alla svelta: il tempo purtroppo non era a loro favore.

- Medici, concentratevi solo sui feriti più gravi e cercate soltanto di fermare e rallentare le emorragie per il momento.. non c'è tempo da perdere! Voglio che una decina di ninja, tra quelli nelle migliori condizioni, si preparino per il trasporto dei feriti e che altri tre mi accompagnino alla torre. Gli altri inizieranno a ripiegare verso una postazione più sicura.. seguite il mio bunshin.

Una delle sue copie si avvicinò a lui e alzò la mano per catturare l'attenzione dei presenti. Avrebbe utilizzato il byakugan per cercare un posto più sicuro in cui stabilirsi; lì coloro che versavano nelle peggiori condizioni avrebbero potuto ricevere cure più approfondite. Prese Chiaki e la caricò sulla schiena il più delicatamente possibile, lasciando che i suoi occhi e quelli del suo amato si incrociassero ancora una volta. Non disse nulla, lei lo conosceva meglio di chiunque altro e nelle sue iridi avrebbe certamente letto i suoi sentimenti e la sua determinazione.

Tornerò.. stanne certa.

Fece un cenno col capo al suo bunshin e questo si allontanò, pronto ad adempiere al suo dovere.

- Ninja di Iwa, manipolatori del doton! Cercate di darci quanto più tempo potete. Monitorate le condizioni della montagna e tenete informato il mio bunshin rimasto.. quando avrete raggiunto il limite, sarà lui a dare il segnale ai medici e ai loro aiutanti per il trasferimento dei feriti.
Gli altri intanto mi seguano.


Non appena i tre ninja che aveva richiesto si furono radunati al suo cospetto il nukenin iniziò a correre in direzione della torre, lì dove a sua insaputa si stavano verificando eventi fin troppo ambigui. Un baratro si era aperto attorno alla struttura ed era da esso che nasceva il misterioso fumo che la circondava, mentre molti dei ninja che Fuyuki aveva destinato a rimanere al suo interno si trovavano fuori, a osservare stupiti che la pazzia di un genin si consumasse in un folle gesto. Un urlo e il giovane si era lanciato dai piani alti della torre, ma per sua fortuna la copia del generale si era alzato in volo e cavalcando il vento si era portato al suo cospetto e avrebbe cercato di afferrarlo prima che toccasse il suolo. Intanto l'originale era arrivato e i suoi occhi si spostarono dal suo clone a Sanjin, che aveva contravvenuto ai suoi ordini e avrebbe dovuto fornire una valida spiegazione.

- Cosa succede qui? Che ci fate qua fuori?

La situazione non lo convinceva affatto e la sua guardia era alta. Come era giusto che fosse, avrebbe dubitato: aveva già avuto modo di constatare quanto sottili fossero i tranelli di Watashi e non si sarebbe fatto raggirare per una seconda volta.

Mi rendo conto che il post è lungo e siccome dubito delle mie capacità espositive vi riassumo con uno specchietto quanto ho fatto:

Fuyuki -> Si dirige con tre uomini alla torre, interpella Sanjin
Copia1 -> Salva quel pazzo
Copia2 -> Prende Chiaki, cerca col byakugan un posto sicuro in cui spostarsi e nel caso in cui lo trovi guida l'esercito lì
Copia3 -> Resta coi medici, i feriti gravi e i ninja di Iwa. Con loro ci sono anche una decina di ninja, che al segnale aiuteranno a trasportare i feriti

Chiaki purtroppo deve andare per forza con la copia2, gli altri sono liberi di andare con chi vogliono. Ah, per il numero di morti e feriti mi sono informato con silvio, non ho sparato numeri a cazzo ahah

 
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view post Posted on 18/1/2014, 22:55
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Chi vive senza follia non è così saggio come crede...


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*Ora, non so quanto tempo gli resti...ma credo che dovresti stargli il più vicino possibile*

Di nuovo quelle parole tornarono a farle visita, impresse a fuoco nella sua mente. Per quanto avrebbe sopportato quel segreto? Sorrise dolcemente al suo amato, facendo intervalli per riposare gli occhi stanchi. Non poteva mostrare segni di squilibrio, non in quel momento che doveva essere il bastone portante del jonin. Immaginava quanto potesse sentirsi scombussolato da quell'odio provato dai suoi sottoposti, da quella trappola improvvisa che adesso disseminava il campo di decine di morti ma doveva essere forte, doveva combattere per loro e per chi rimaneva. Avrebbe voluto alzarsi, stare al suo fianco e ci provò persino ma con scarsi risultati.
La pillola sembrava farla stare meglio ma le sue condizioni variavano molto lentamente, se avesse continuato con quell'andazzo ci avrebbe messo diversi minuti se non ore a guarire. Si morse il labbro impotente, non voleva lasciare il suo uomo solo. Non in quel momento. Perché tutte a lei succedevano? Perché nonostante tutte le prove che aveva affrontato nella vita non riusciva a scorgere un briciolo di miglioramento? Le parole del giovane e la determinazione di Yukiko la svegliarono dai suoi malumori interni. Anche sua sorella acquisita sembrava non accettare le parole uscite dalla bocca del loro sensei.
La ringraziò mentalmente non perdendosi niente di quel suo discorso; sicuramente era stata più esaustiva di lei che con enorme fatica era riuscita solo a pronunciare una frase debole e tremolante. Fortunatamente il loro intervento sortì gli effetti desiderati. Pochi attimi e già il suo sensei si era attivato. Vide arrivare una figura sbiadita in lontananza che mano a mano che si avvicinava riuscì a mettere a fuoco. Doveva essere un medico perché vide una luce verde emanare dalle sue mani, sospese a qualche centimetro dalla sua ferita.
Avrebbe voluto sapere le sue condizioni, fra quanto si sarebbe ripresa ma la paura di poter essere inutile era troppo forte perché la sua gola si sforzasse di far uscire qualsiasi suono. Confidava in un miglioramento, dato che i dolori allucinanti si erano in parte attutiti, sempre che non stesse raggiungendo la pace totale. Lo sguardo vuoto e il movimento sfiduciato del medico però la fecero ricredere. Iniziò ad agitarsi, aumentando il suo battito cardiaco. Doveva vivere, non per lei ma per Fuyuki. La promessa le continuava a ronzare in testa.

- Ti prego fai...il possibile. Non posso r-rimanere qui, devo...aiutare gli altri... - disse in tono supplichevole la dolce kunoichi distesa a terra.

Aveva ragione Fuyuki avrebbe dovuto riposarsi ma tutti quei mormorii, quelle grida di dolore, le esplosioni, tutto ciò che la circondava la distraeva e la faceva sentire un peso morto. Appena decideva di estraniarsi da li, le sue iridi perlacee si ributtavano a capofitto in quel mondo corrotto. Fu in quel momento che li vide. Quegl'occhi dove aveva avuto modo d'incontrarli? Il membro dell'Akatsuki si era trasformato. Al posto di quei tratti che conosceva bene erano apparsi dei tratti animaleschi che riconducevano proprio ai furetti.
Ma cosa stava succedendo? Sbatté più volte le ciglia, perplessa e confusa da quella trasformazione. Da quando il suo amato era diventato un ibrido di furetto? Però quello sguardo, quel colore, aveva un non so che di familiare. Ci mise qualche secondo, prima che le apparisse vivido in mente il momento preciso. Il liquido cremisi le scendeva copioso dalle mani, sporcandole le vesti chiare e strappate mentre stringeva forte la katana che perforava il corpo del jonin.
I suoi occhi erano diversi, strani anche in quel momento. Quelle erano le ultime cose che ricordava prima che svenisse. A parte il suo primo bacio, che aveva cambiato radicalmente la sua vita. Avrebbe voluto fare un milioni di domande al giovane ma non le sembrava il momento più adatto così si limitò ad osservarlo affascinata ma allo stesso tempo un po' intimorita.

*Va bene che mi sono trovata sempre meglio con gli animali che con gli esseri umani ma arrivare al punto di vedere Fuyuki tramutato in questo, beh spero sia solo una cosa momentanea*

Trattenne un risolino, mentre si divertiva ad ascoltare il botta e risposta con quel piccolo furetto sulla spalla dello shinobi che doveva chiamarsi Aki. I loro nomi si assomigliavano così tanto che fosse una coincidenza? Certamente non poteva dire lo stesso del suo carattere, pungente e autoironico. Quel piccolo momento d'ilarità venne interrotto dalla presa tempestiva di comando del jonin. Occorreva muoversi e in fretta. Chissà quante possibilità avevano di sostenere ancora quella guerra se avessero ricevuto un nuovo attacco?
Il bushin dell'eremita prese delicatamente in groppa Chiaki, doveva portare i feriti in un posto sicuro cosa che quella montagna in pendenza non era più. Si mise alla testa del gruppo, lasciando modo che i due amanti si potessero guardare. La Hyuga avrebbe pregato per lui, avrebbe fatto tutto quello che le fosse stato possibile in quella situazione precaria. Gli sorrise nel suo solito modo ingenuo e puro non ancora contaminato completamente dal mondo degli shinobi. Credeva in lui e cercò di farglielo notare, trasmettendogli tutta la fiducia che riponeva ne suo cuore.

*Appena sarò guarita verrò da te...stanne certo*

Non avevano bisogno di parole per comunicare. Il loro corpo aveva dimostrato più di una volta come si riuscissero a capire anche solo attraverso un gesto o uno sguardo. Un gesto, fu proprio quella l'ultima cosa che vide, non rivolta a lei bensì alla sua copia. Alcuni lo seguirono altri erano ancora alle prese con le medicazioni. Dovevano spostarsi di li, se volevano salva la vita. Appoggiò la testa alla spalla del ragazzo alto e slanciato mentre le palpebre le si facevano sempre più pesanti. Seguire il suo consiglio e riposarsi non sarebbe stata una cattiva idea, adesso che dovevano trovare un posto sicuro e chissà quanto c'avrebbero messo a trasportare tutta quella gente inferma come lei. Fece per abbandonarsi nel mondo dei sogni che avvertì qualcosa che la toccava.
Con altrettanta fatica riuscì a mettere a fuoco la ragazzina che correva al fianco dell'eremita e che la guardava. Non appena i loro colori contrastanti si mescolarono l'uno nell'altro, la più piccola estrasse il rotolo che la kunoichi dai capelli blu le aveva dato precedentemente. Glielo stava restituendo? Oppure voleva essere d'aiuto? Prima che potesse dire o fare qualcosa questa le lasciò una fialetta dallo strano liquido trasparente. Sicuramente l'aveva presa dal suo rotolo ma non osò minimamente parlare, ne aggiungere niente. Mimò solo il segno di berla. Adesso che ci faceva caso quella ragazzina da quando l'aveva conosciuta non aveva mai fatto sentire la sua voce e non riusciva a spiegarsi il perché, nonostante tutto seguì il suo consiglio e lasciò scivolare la sostanza lungo la sua gola. Prima tornava in forze e prima avrebbe tolto quanto più disturbo possibile.

Nella speranza che acceleri il processo di guarigione utilizzo:
- Acqua Rinvigorente: ripristina tutta la Stamina e un quantitativo di Vta pari a 30% della Stm ripristinata e cura status veleno.
 
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Kira956
view post Posted on 19/1/2014, 21:40




Una voce forte rimbombò dominando sui lamenti dei feriti e le lacrime degli amici: era la voce del comandate che riprendeva in mano la situazione e iniziava a dare le direttive sul da farsi. Già dalla prima parola capì che quel messaggio era diretto a lui e chi come lui era un medico; Fuyuki invitava a guarire per primi i feriti più gravi, indipendentemente dal loro rango, e le cure dovevano limitarsi a rendere stabili le loro condizioni, salvandoli quindi dalla morte certa. Una scelta azzardata e moralmente più corretta quella del comandante che in questo modo si sarebbe ritrovato una divisione ricca di feriti, qualche morto e pochi illesi, ma nessun ferito grave.
*è insensato procedere in questo modo! Abbiamo bisogno di sostegno e di aiuto da parte di tutti. Posso pur cercare di salvare i feriti più gravi ma sarebbero comunque inutili in questa guerra. Per loro la battaglia si è già conclusa, non potranno più combattere! Che senso avrebbe salvare qualcuno se poi l’alleanza viene sconfitta e ci ritroviamo tutti morti! Fuyuki mi spiace, sarai pur il comandante ma ho deciso di fare di testa mia.. La medicina è il mio campo, non il tuo!*
Scelta audace quella del genin di Konoha che pur avendo dei precisi ordini aveva deciso di seguire il suo pensiero. Adesso era il momento di agire, ma ancora una volta venne interrotto dalla Kunoichi amica del comandate. Non ricordava il suo nome, ma la ragazza si era offerta di aiutarlo nel curare i feriti. Kira aveva di certo bisogno di una mano, anzitutto per capire quanti fossero realmente i feriti da curare e a chi rivolgere la priorità, ma ciò comportava mettere al corrente la Kunoichi che il ragazzo non avrebbe seguito gli ordini, era una decisione difficile da prendere, doveva fidarsi o meno di quella ragazza?
*Al diavolo, se mi vuole accusare che lo faccia.. meglio essere disobbedire che perdere la guerra!*
Kira:- Sarò schietto e veloce. Non sono d’accordo con le linee guida prese dal comandante. Non mi ritengo di certo il migliore stratega dell’esercito ma capisco qualcosa di medicina e di ferite gravi. Se dovessi occuparmi dei più gravi, ci ritroveremo con parte della divisione impossibilitata a combattere e quelli che potrebbero invece dare una mano, non darebbero il massimo essendo feriti. Ho intenzione di scegliere accuratamente a chi rivolgere le mie cure.. Quindi se a te sta bene quanto detto, seguimi! Quattro mani sono meglio di due!
Avrebbe lasciato a lei la scelta. Il ferito più vicino a lui si trovava ad alcuni metri di distanza., perciò il ragazzo si avvicinò per capire quanto fosse grave. Era un genin e purtroppo per lui le ferite erano abbastanza gravi: aveva una profonda lacerazione a livello addominale probabilmente provocata da una lama che lo aveva trafitto da parte a parte. Di certo ciò superava di gran lunga le sue capacità e, anche se avesse voluto, non sarebbe riuscito a curarlo, almeno non tanto da permettergli di combattere. Si fermò di colpo.. era quello il momento più brutto, far finta di non aver visto niente e occuparsi di qualcun altro. Il ferito continuava a piangere e a contorcersi dal dolore, era solo e chiedeva aiuto.. Non c’era nessuno che gli tenesse la mano o che gli desse coraggio, un povero ragazzo completamente solo. Non poteva più resistere, aveva già un nodo alla gola e rimanere lì a fissarlo lo stava distruggendo. Ripensò alle parole della Kunoichi e indipendentemente dalla scelta che avesse fatto le chiese aiuto.
Kira:- Ei tu! Questo ragazzo ha bisogno di aiuto.. Hai detto di poter alleviare le sue sofferenze.. Non lasciarlo soffrire così!
Detto ciò proseguì, doveva sbrigarsi dato che le condizioni della montagna in cui si trovavano erano precarie: c’era la possibilità che da un momento all’altro tutti potessero cadere nel baratro e addio divisione sensitiva e delle comunicazioni. Il comandante intanto si avviò alla torre; all’aria aperta rimanevano gli utilizzatori del doton che cercavano i qualche modo di dare tempo ai medici, tra cui lui, che il più velocemente possibile cercavano di guarire i feriti e alcuni ninja che erano rimasti lì per favorire il trasporto dei feriti. Anche una copia del comandante era rimasta lì.
*Forse se parlassi con lui capirebbe che ho ragione.. Capirebbe che dobbiamo concentrarci sui meno gravi e non sui più gravi. Ma mi darebbe ascolto?*
Intanto il ragazzo trovò il primo ferito che presentava i giusti requisiti per essere curato: indossava il giubbotto Chunin di Konoha, aveva una ferita alla gambe che non gli permetteva di spostarsi al meglio, era costretto a zoppicare. Il ragazzo si avvicinò e immediatamente si chinò per osservare la ferita.
Kira:- Sta tranquillo, adesso ti rimetto in sesto!
Di fretta uscì dal suo zaino un disinfettante con cui lavo la ferita, che altrimenti rischiava di infiammarsi. Dopo di che iniziò a concentrare il chakra nelle sue mani fino a quando non apparve un alone verde. Non molto velocemente la ferita migliorava. Ci sarebbe voluto ancora qualche minuto prima che si fosse messo completamente in sesto. Intanto il ragazzo continuava a pensare se parlare con il suo comandate fosse la cosa giusta. Non sembrava il tipo da prendere decisioni tanto drastiche.
*Devo almeno provarci!*
Mentre continuava le sue cure decise di chiamare il bushin di Fuyuki.
Kira:- Fuyuki, Fuyuki! Vieni qui ho bisogno di parlati!
Aspettò che si avvicinasse prima di proseguire:
Kira:- Potrò sembrarti un mostro, ma cerca di comprendere ciò che sto per dirti. Non ci vuole un genio per capire che abbiamo iniziato con il piede sbagliato: molti sono rimasti feriti ed un attacco adesso sarebbe fatale! Ci troviamo su di una montagna che sta per crollare e per di più disponiamo di pochi medici. Come ti hanno già fatto notare non abbiamo molti combattenti e di quei pochi che avevamo molti sono rimasti feriti, siamo inermi abbiamo bisogno di più ninja possibili che possano combattere. Concentrando le cure sui più gravi, magari riusciremo a salvare qualcuno dalla morte ma che senso avrà se veniamo attaccati e moriamo tutti? Dovremmo concentrarci prima sui meno gravi, coloro che possono aiutare in caso di attacco, intanto dovremmo trasportare i più gravi in un luogo più sicuro e solo dopo dovremmo cercare di salvarli.. Cerca di ascoltarmi è inutile disperdere quel piccolo potenziale medico che abbiamo.
Avevo deciso di consigliare il suo comandante, magari sarebbe stato richiamato, ma in cuor suo sapeva che aveva ragione e che quello che stava facendo era necessario per tentare di mantenere in vita la divisone!
 
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