| *Era finita, decisamente terminata. Il compito portato a termine. I nemici sconfitti e trafitti da parte a parte dai due ninja. Ma, si, c'era tale obiezione a quell'apparente vittoria. La figura a loro estranea che palesava la propria sagoma sul capolino della vetta adiacente non parve far riaffiorare nelle loro menti ricordi benevoli. Già una volta era capitato tale avvenimento e le circostanze erano risultate austere e pericolose. Il passo era cadenzato, non avventato e traballante come le due creature affrontate da lì a pochi minuti. Le sembianze umane parvero rasserenare i loro animi già all'erta, in quel mondo, in quel periodo di transizione tutto poteva accadere. Le ombre parvero modellare le vesti che acquisivano volume proprio, tratti fisici ben contornati da una corporatura robusta e una coda di capelli che gli cadeva lungo la schiena.
Si avvicinò ai due fittizi chunin, e data l'esigua distanza poterono ben osservare il corpifronte che si legava attorno al capo annunciando una parte della propria identità ben conscia, l'emblema del villaggio di Kiri. Le caratteristiche fisiologica si potevano riallacciare a quell'origine, una veste convenzionale per chi proveniva da quella parte del mondo Ninja. Lungo il braccio sorreggeva un giubbotto, dal colore, dall'evidente diversità da quello Genin, si poteva esordire nell'ipotesi che fosse di un'altro livello, Chunin ad esempio.
- Ragazzi, calma, se fossi venuto per uccidervi non ci sarebbe stato neanche il tempo per vedermi.
Proferì esibendo un volto saccente, un ghigno divertito apparve, rasentando la cerniera della bocca. Lanciò quell'indumento intrinseco di encomiabili significati sui piedi del genin di Kiri, in seguito rivolse un espressione di disprezzo nei confronti di Kuro. Probabilmente era a conoscenza del suo abbandono, non era definibile tradimento poiché l'allora Kage aveva deciso in questo modo. Lui era in disaccordo, non avrebbe mai pensato che con la dinastia dei Momochi una cosa del genere fosse accaduta, Kiri era un dogma, un assioma che non si poteva disonorare.
- Per l'animale non ho niente, se non due cazzotti che ti darei personalmente, ahimè ora ho ordini del tutto diversi e il Kage vuole perseverare nella via scelta dal vecchio possessore della Samehada. Ci incontreremo in altre circostanze, quando tutto questo caos sarà riposto nel suo vaso. Ah, prima che mi dimentichi, ho visto il tuo scontro e quel che meriti te l'ho già dato. Ritornate al villaggio e prendetevi cura della ragazza e dell'altro Kiriano, la marmaglia di Kumo potete ben rispedirla al legittimo proprietario. Sajonara!
*Concluse, poi, facendo un saluto ironico nei confronti del disertore e proseguendo lungo il sentiero che portava nelle zone in cui il conflitto era più costante e pericoloso, con disinvoltura camminava poggiando la mano destra sul fodero della spada che portava sul cintolino alla base della vita, la sinistra occupata nell'intento di liberare i capelli dal laccio restrittivo che aveva posto precedentemente. Era sereno seppur consapevole che il suo viaggio avrebbe avuto solamente l'andata. *
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