Chiaki ancora triste e abbattuta, guardò il suo interlocutore con un briciolo di speranza negli occhi. Poi quando si sentì qualcosa sul piede scostò la sua attenzione, per osservare cos'era. Un pezzo di uovo con l'esplosione e lo scoppiettio delle fiamme era caduto sulla ragazza. Con un gesto veloce lo prese in mano, facendolo saltellare tra le mani per quanto era incandescente. Non appena si fu freddato lo osservò qualche minuto, facendo scorrere le sue manine delicate sulla scorza dura e smussata. Senza farsi notare si inserì quel pezzo nelle sue vesti. Sarebbe potuto servire come prova da consegnare a fine missione, magari anche per studiare meglio quella specie di insetti sconosciuta alla Hyuga. Un rumore stridulo e acuto le fece alzare la testa di scatto, alcuni insetti erano riusciti a nascere proprio nel momento che i due ragazzi avevano lanciato la loro tecnica micidiale e adesso ardevano in quel fuoco terribile. Un filo di repulsione nel vedere quella scena si tinse sul viso della kunoichi, che non riusciva a guardare negli occhi quelle bestiole troppo cresciute. Sapeva che quella era la cosa giusta, quindi era inutile stare a piangere sul latte versato anche se non riusciva ad affrontare la vista di nuove creature, frutto dei misteri della natura, sterminate dall'uomo. Era sempre lui il più forte e colui che decideva della vita di tutti, ma ciò era giusto? Chiaki era convinta che presto l'essere umano avrebbe provato sulla sua pelle, la conseguenza delle sue scelte. Odore di bruciato e cenere, ecco cosa portava il vento con se, ricordi di una strage che era appena avvenuta. Fortunatamente il sunese si era reso conto da solo di contenere l'intero incendio e aveva risparmiato la vita a molte piante che non avevano fatto nulla di male per meritarsi tutto quello. Una nuova folata di vento scompigliò i capelli della ragazza, un vento che lei aveva imparato a conoscere da poco. Si girò lentamente a guardare Hariken, il corpo era teso e i capelli nascondevano il volto ma la sabbia sua amica, aveva cominciato a vorticare impetuosamente intorno a lui.
*Che sta succedendo? Avverto il suo animo turbato, che sia un impressione?*
Ormai le fiamme erano nulle, il sunese si avvicinò al genocidio e posando una mano a terra abbassò di mezzo metro il suolo, sommergendolo con la sua tecnica clan. Dopo di che raggiunse quel cumulo creato da lui stesso e sorresse una colonna di terra. Se ne rimase li in ginocchio con il volto sofferente, Chiaki non riusciva a vederlo in quello stato ma essendo un'esterna, non se la sentiva di intervenire con la sofferenza del suo animo. Poi le venne in mente cosa le aveva detto la sera prima, la considerava un'amica e da tale non poteva tirarsi indietro. A passo lento e deciso lo raggiunse mantenendo un silenzio tombale. Non occorrevano parole, non era mai stata brava con quelle, preferiva di gran lunga i gesti. Con movimenti fluidi e non facendo notare la sua presenza la genin raggiunse le spalle del ragazzo di Suna. L'arena tagliente continuava a muoversi circolarmente intorno al suo protetto, alla Hyuga non le importava di venire ferita ne di farsi male voleva solo raggiungere il suo obiettivo. La mano delicata ma decisa della kunoichi si posò sulla spalla ancora tremante, forse per la rabbia crescente dello shinobi. Si guardarono qualche secondo negli occhi, quella volta non le fu difficile sostenere il suo sguardo, cercava di assorbire il lei il dolore in eccesso che provava Hariken. Ad aggiungersi alla ragazza arrivò anche Kyu che volle dare il suo contributo facendo sentire la sua presenza al suo padroncino.
- Lo so...può sembrare stupido. Infondo erano insetti direte, ma non meritavano anche loro di vivere i piaceri della vita? Solo perché sono brutti e a molti fanno venire i brividi, non sono anche loro anime che popolano questo mondo? Per me, qui oggi, è come se avessi visto cuccioli di un cane, pulcini o bimbi...per me non esiste alcuna differenza di specie dinnanzi alla morte. Andiamo...dovremmo tranquillizzare il villaggio, finalmente il problema è risolto alla radice o cosi spero - disse Hariken concludendo con qualcosa sottovoce.
Il ragazzo iniziò a versare sulle parole tutto il dolore che aveva assorbito. Ogni sua frase era una pugnalata al cuore per la giovane Hyuga. Capiva esattamente cosa provasse, si vedeva che era sensibile quanto lei alla natura. Finalmente dopo che ebbe finito di pronunciare quelle parole il ragazzo riuscì a calmare il suo bollente spirito, tornando ad affrontare la realtà. La sabbia tornò al suo legittimo posto, sul mantello e il ragazzo si alzò dal suolo. Chiaki allontanò la sua mano facendo scivolare il braccio lungo il fianco. Il ritorno al villaggio il silenzio regnò tra i compagni. La kunoichi si chiedeva se le persone del villaggio stessero bene e se la paura era tornata tra le loro famiglie. Adesso che finalmente erano riusciti ad uscire di casa, vi si sarebbero chiusi di nuovo per lo spavento? Non appena raggiunsero le porte del villaggio, un orda di gente le si fiondò incontro applaudendoli. Chiaki fece un espressione preoccupata, non era abituata a tutta quella folla e si sentiva in imbarazzo. Che qualcuno avesse visto le loro gesta? Hariken dopo un po' di titubanza sembro integrarsi bene soprattutto con i bambini mentre la kunoichi preferì tenersi a distanza. Nonostante qualche persona incuriosita la venisse a chiedere maggiori dettagli sullo scontro, lei lo guardava un po' spaventata e si avvicinava ai suoi compagni. Non aveva mai amato stare al centro dell'attenzione ne essere considerata un eroina, lei voleva solo seguire il suo cuore. Fortunatamente vedendo che la Hyuga non ricambiava le loro domande e curiosità, la lasciarono alla sua solitudine. Facendo calmare l'animo della ragazza che si era cominciata ad agitare, per le domande spiazzanti. Quando tornarono alla piazza vicino alla casa del capo villaggio, trovarono immense tavolate dove alcune donne stavano portando le loro pietanze più prelibate o almeno quello che rimaneva dei campi distrutti. La notte iniziava a scendere e i primi fuochi e le prime lanterne venivano accese. Un gioco di colori e luci, era quello che ci voleva per rallegrare l'ambiente. I bambini scorrazzavano felici inseguiti dal piccolo Kyu, anche l'animaletto aveva bisogno di sfogarsi un po' dopo quella lunga missione. Chiaki non voleva partecipare attivamente alla festa, fu così che si mise a sedere su una panca osservando tutto ciò che la circondava sorseggiando un buon thé che le aveva ceduto una giovane ragazza. Hariken si divertiva come un matto a giocherellare con i bambini utilizzando la sua sabbia e questi più curiosi che mai gli facevano alcuni attentati da dietro. Ma il ragazzo prontamente li fregava sempre. A quella vista la genin si mise a ridacchiare. Era simpatico vederlo così e poi si sentiva meglio vedendolo sollevato. Takeshi invece si muoveva nell'ombra, cercando di non farsi troppo notare, forse il suo carattere non amava quel genere di cose. Improvvisamente alcuni uomini e donne iniziarono a intonare qualche canzone popolana intorno a un enorme falò al centro della piazza, dove ragazze e ragazzi ballavano in abiti tradizionali. La Hyuga rimase ammaliata dalla loro danza, le ricordava la grazia e la bellezza del suo clan. Poi si immaginò lei a ballare e al solo pensiero le venne da ridere. Si sarebbe inciampata sicuramente tra i suoi piedi. Era seduta tranquillamente sulla panchina con il suo bicchiere tra le mani, quando si sentì tirare il vestito. I suoi occhi perlacei distolsero lo sguardo dalla festa per guardare la piccola bambina che le stava affianco. Era la stessa fanciulla che era riuscita a salvare dall'attacco degli insetti e le sorrideva felice con qualcosa in mano che le porse quasi vergognandosi. Chiaki poggiò la sua bevanda sul tavolo e si chinò osservando meglio la coroncina di fiori di gelsomino che le stava allungando la ragazzina.
- L'hai f-fatta tu? È per me? Che b-bella! - disse la shinobi sorridendole.
La paesana fece un leggero accenno con la testa e la ragazza dai capelli blu inclinò il capo come se aspettasse di venire incoronata. Le due non erano di molte parole e si intendevano a gesti perfettamente. La ragazzina inserì tra i capelli blu della genin la sua opera d'arte sempre timorosa, forse per paura di farle male. Quando Chiaki rialzò la testa una cascata di foglie di edera le contornavano il viso e i capelli e quei fiori bianchi si intonavano perfettamente con i suoi occhi perlacei. La ragazzina rimase entusiasta della sua buona riuscita, facendo un'espressione meravigliata. La kunoichi adorava i fiori e ogni cosa che poteva inserire in testa e quello era il miglior regalo che le potesse fare. Cogliendo di sorpresa la paesana, la shinobi si sporse porgendole un dolce e delicato bacio sulla fronte. Non era da lei essere così ma quella ragazzina le ricordava così tanto lei che non aveva potuto resistere, le ispirava quasi un senso materno. La fanciulla rimase meravigliata da quel gesto e quasi vergognandosi se ne scappò dai suoi amichetti. Chiaki non era riuscita a ringraziarla a parole ma sperò che il suo gesto d'affetto era riuscito ad arrivare alla piccola. Rialzandosi da quella posizione non del tutto comoda, tornò a sedersi sulla panca, afferrò il suo bicchiere e bevve tutto d'un sorso. Era abbastanza stanca e il giorno dopo li attendeva un lungo viaggio verso casa. Improvvisamente la gola iniziò a bruciare, facendole portare le mani istintivamente intorno al collo e quello che prima sapeva di thè aveva un gusto totalmente forte e diverso. Per liberare la gola da quel caldo, la ragazza iniziò a tossire continuamente. Ma che aveva ingerito? La sua sbadataggine aveva deciso di infierire anche quella sera di festeggiamenti? Takeshi che in quel momento si trovava dietro la ragazza di era goduto tutta la scena in silenzio.
- Non era thè - esordì con un sorrisetto che si era formato sulle sue labbra.
Chiaki non rispose, rimase ferma per qualche minuto fissando il nulla, la testa era vuota. Il suo corpo chiedeva pietà e soffriva il caldo che non avrebbe provato nemmeno se si trovasse in un deserto. Cercò di aprirsi un po' il vestito, quasi stesse x morire, inutilmente. Le parole del ragazzo sembravano non essere state captate. La testa aveva cominciato a girare ma non troppo pesantemente. L'effetto di quello che doveva essere sakè la fece diventare completamente rossa sulle guance, non che fosse una novità quel colore sulle sue gote ma rispetto alle solite volte quando le si tingevano qualcosa era leggermente diverso. Di scatto la genin si alzò, facendo preoccupare un uomo non troppo sobrio vicino a lei. Non sapeva manco lei cosa stava facendo, i suoi sensi sembravano quasi addormentati. Istintivamente si diresse verso la voce che le aveva rivolto prima la parola, afferrò quella che doveva essere una mano e iniziò a trascinare il ragazzo. L'effetto della musica e dei colori la attraevano adesso più che mai. Forse il moretto non aveva capito dove lo stesse portando, perché continuava a farsi trascinare o che fosse la forza incredibile della ragazzina? I paesani spacciatosi musicisti, non appena videro che gli eroi del villaggio si erano uniti alle danze iniziarono ad acclamarli, senza però smettere di ballare e suonare. Takeshi quando capì dove si trovava distolse il suo sguardo sempre un po' distaccato e con poche parole espresse il concetto principale.
- Io non ballo... - disse lo shinobi sminuendo la kunoichi.
- Perché non sai ballare? Dai sembra divertente! - disse la Hyuga iniziando a mimare i passi degli altri partecipanti.
Il ragazzo si allontanò leggermente cercando di abbandonare la "pista". Non appena la genin si accorse delle sue intenzioni non ci pensò due secondi a raggiungerlo e cercare di coinvolgerlo afferrandogli le mani. Nonostante il suo non perfetto equilibrio, non si inciampò ne causò troppi problemi. A Chiaki non le importava niente di ballare tra tanta gente o isolata, in quel momento non si rendeva conto di niente. Tutto le sembrava così normale e giusto.
- io - non - ballo - scandì bene le parole il giovane portandosi una mano dietro la nuca e guardando in alto.
Chiaki dopo aver visto la determinazione del ragazzo, lasciò perdere ormai abbattuta e si lasciò cadere su un pezzo di ceppo ai bordi della piazza sotto un grande albero. Il fuoco scoppiettante continuava a far muovere le sue fiamme sempre più vive. Quel colore così rosso vivo rapì gli occhi della ragazzina che sembrava essersi già dimenticata del rifiuto categorico del suo compagno.
- Anche per te questa è la tua prima missione? Non ti manca la tua famiglia? - disse Chiaki assorta nei suoi pensieri.
Dopo aver visto finalmente Chiaki desistere anche Takeshi si mise comodo.
- Non sono morti - rispose sempre con il suo modo di fare così distaccato, cosa a cui la ragazzina nello stato in cui stava non avvertiva minimamente.
- Che fortuna che hai...solo quando perdi una persona importante ti accorgi quanto sia dolorosa la vita senza di lei... - la kunoichi si stava aprendo anche se non nella maniera più giusta.
Probabilmente senza quel goccio alcolico quella conversazione non ci sarebbe mai stata, a Chiaki non le piaceva parlare di lei e infatti nonostante i suoi sensi inebriati cercava sempre di tenersi abbastanza evasiva.
- Forse...ma in missione i sentimentalismi sono inutili, uno shinobi è destinato ad obbedire agli ordini del proprio villaggio, proprio come un arma senz'anima... - disse il ragazzo fermamente.
Chiaki nonostante la mente offuscata rimase quasi allibita nel sentire quelle parole. Quella frase le era stata detta tante ma tante volte, forse troppe. Era lo stesso discorso che suo padre le faceva da quando era piccola. "Un arma senz'anima", esisteva veramente o era semplicemente lei che non riusciva ad essere così? L'uomo deve legarsi a qualcuno, non è fatto per rimanere tutta la vita da solo. Si una grande perdita poteva condizionare i propri legami e turbare nel profondo l'anima ma ci doveva sempre essere un rapporto forte prima di distruggere una persona.
- E secondo te un uomo, per quanto leale che sia, riesce a sopprimere questi sentimenti? Tu ci riusciresti? - chiese curiosa la piccola Hyuga lanciando un occhiata al moretto leggermente ombreggiato.
- Il mio legame più importante è con gli appartenenti al mio stesso clan, non ho problemi di quel genere... - rivelò il ragazzo forse troppo liberamente alla ragazza.
La genin pensò al suo di clan. Quel rapporto non si era mai creato per lei. Si aveva passato giornate ad allenarsi nella residenza Hyuga ma tutto li, non si sentiva così unita a loro. Forse perché l'unica figura che la riconduceva li era morta prima ancora che potesse iniziare l'accademia, rimaneva il fatto che vedeva quel posto solo come un luogo di allenamento. Ultimamente aveva stretto amicizia anche con Mirai della casata cadetta che odiava con tutta se stessa quelle regole che le imponevano di portare un marchio sulla fronte che avrebbe potuto spezzare la sua vita in qualsiasi momento.
- E se un giorno ti trovassi a scegliere? - la ragazza sotto l'effetto dell'alcol stava diventando sempre più invadente, ne voleva sapere sempre di più su quel misterioso tipo.
- Siamo la maggiore forza militare, dubito il villaggio possa privarsi di noi...ma...in quel caso... - un sorriso increspò le labbra del ragazzo che chiuse gli occhi lasciando la Hyuga in attesa.
Proprio nel momento in cui li riaprì e la fissò, un brivido percorse la schiena della kunoichi. I suoi occhi erano rossi, di un rosso scarlatto. Vederli così da vicino facevano una strana sensazione. Chiaki che non si era ancora abituata ai suoi stessi occhi, alla vista di quelli di Takeshi le venne voglia di avvicinarsi anche se l'alone di pericolo e mistero che li circondava la fece restare ferma. I loro occhi rimasero incrociati per alcuni minuti finché il ragazzo non disattivò la sua abilità innata e tornò a fissare quel mare di stelle. Per qualche minuto tutto sembrò tacere, poi la genin si alzò dal suo pezzo di legno ormai scomodo e si buttò a peso morto sull'erba, accanto al suo compaesano.
- Che cerchi lassù? - chiese ridacchiando la ragazzina ancora sotto l'effetto della bevanda.
I suoi occhi strani, la pelle chiara, i lunghi capelli e quella coroncina che portava in testa la faceva sembrare una ninfa che se ne stava comodamente allungata su quel manto erboso quasi a cercare tra le stelle il suo destino.
- Bere ti rende più kunoichi, a quanto vedo - disse il ragazzo senza distogliere lo sguardo dal cielo.
Chiaki improvvisamente si sentì colpire nel suo orgoglio. Non capiva cosa stesse dicendo il ragazzo a lei le sembrava che tutto stesse andando tranquillamente a parte il forte rumore continuo che sentiva nella testa che la infastidiva parecchio. La ragazzina dai capelli blu si mise a sedere e con un espressione buffa e corrucciata mettendo le mani suoi fianchi guardò Takeshi.
- Io nn ho bevuto... - disse cercando più di convincere più se stessa che lo shinobi.
Dopo di che, a braccia aperte si ributtò sull'erba morbida, ricadendo leggera sul prato nonostante i suoi movimenti bruschi e scoordinati.
- Pensi che ci rivedremo dopo questa missione? - disse facendosi pensierosa e seria.
- Forse... - rimase vago il suo compagno.
Forse per l'imbarazzo del discorso o per parlare di cose più serie che riguardavano la missione, il moretto cambiò discorso. Forse approfittò di quel carattere così espansivo della ragazza dovuto dall'alcol per poter esprimere le sue idee quando sarebbero tornati a casa.
- Dobbiamo comunicare ciò che abbiamo visto ai membri del clan Aburame, loro ne sapranno di più... - disse Takeshi.
Improvvisamente si ricordò del pezzo di uovo che aveva preso prima della distruzione e iniziò a frugare tra le sue vesti, persino facendo scendere una spallina del vestito. Dopo un po' senza avere il minimo imbarazzo cacciò fuori il guscio bianco e lo porse al suo compaesano.
- Questo pensi che gli sarà d'aiuto? - chiese sorridendo la ragazza sventolando il guscio.
Takeshi rimanendo sempre nella sua posizione, alzò leggermente la testa per guardarla facendo un espressione meravigliata, tenendo la bocca semiaperta. Il suo sguardo si iniziò a muovere a scatti tra Chiaki e l'uovo.
- Non pensavo fosse rimasto qualcosa dopo quell'attacco, purtroppo non sono un intenditore, ma chiedere è la soluzione migliore... - disse infine levandosi quell'espressione dal viso.
Chiaki si riallungò girandosi tra le dita quell'unico rimasuglio dei poveri insetti. Ormai sembravano solamente un lontano ricordo. Il venticello notturno fece muovere leggermente l'erba, lasciando che qualche minuto di silenzio regnasse nell'aria.
- Non credevo che anche i kage sottovalutassero le missioni di livello D... - disse Takeshi pensieroso.
- Direi che non l'hanno sottovalutata, visto che hanno mandato ben tre genin - disse Chiaki infine riponendo l'oggetto sotto gli abiti mentre con l'altra mano si tocca la testa dolorante, i primi forti giramenti le si abbatterono contro.
- Intendi dire...un ragazzo con seri complessi, una ragazza timida e insicura e colmo dei colmi...un bambino che piange un paio di insetti? - Takeshi fece una strana risata, tra il sarcastico e il divertito - Era una semplice D...in altre occasioni saremmo morti...tutti...
Nel dire questa ultima frase il suo volto si fece serio. Effettivamente aveva ragione nessuno di loro tre era perfetto, ma esisteva realmente la perfezione? Un motivo c'era se erano stati assegnati li, a sostenere quei paesani. Le motivazioni potevano essere miliardi, che sia per mancanza di uomini, per un preciso piano dei kage o semplicemente era stato un gioco del destino che la loro prima missione l'avessero dovuta affrontare insieme. Non erano morti e avevano fatto quanto era in loro potere per aiutare quei poveri contadini. Non dovevano essere tristi, quella era la festa organizzata in loro onore.
- Se ci hanno mandato, non pensi che si fidino nelle nostre capacità? - disse Chiaki calma continuando a fissare il firmamento, con le palpebre che le iniziavano a fare i primi scherzetti per il sonno.
- Normalmente penserei a un semplice errore, purtroppo la mia stima per l'attuale kage mi rende impossibile essere obiettivo - ci rifletté su Takeshi.
- Scusa se sono timida e insicura...spero di essere forte come voi un giorno - disse la ragazzina ripensando al giudizio che il moretto aveva dato su di lei.
Proprio in quel momento fece un piccolo sbadiglio e gli occhi le si chiusero delicatamente dopo i numerosi sforzi per tenerli aperti. Ormai era tardi e la notte era fatta anche per dormire. Morfeo l'aveva accolta ormai a braccia aperte la piccola Hyuga, che con un viso angelico dormiva beatamente tra la sua amata natura, stanca della giornata e sfinita da quel poco alcol che aveva bevuto.
La notte passò tranquilla, nessun sogno invase la sua mente, abbracciando il cuscino come bisognosa di affetto. Il sole abbastanza alto il cielo, le illuminò il viso facendole fare una piccola smorfia di fastidio. Aprì gli occhi faticosamente e vide una cosa bianca vicino a lei, quando mise a fuoco si rese conto che era un pezzo di carta. Si aiutò con il braccio per mettersi a sedere sul bordo del letto e afferrò il foglio. Il suo viso si muoveva a destra e sinistra in un moto continuativo finché non finì di leggere. Chiaki quando lesse le ultime righe divenne rossa.
*Ma cosa sta dicendoooo? Spero sia umorismo...non sono molto brava con quello. Comunque mi dispiace che non abbia scelto di salutarmi di persona ma forse ha fatto bene, gli adii sono sempre così dolorosi da affrontare faccia a faccia*
Quella parola amicizia le rimbombava in testa, era bello sentirsela dire. Non sapeva bene il significato ma lo stava lentamente imparando a conoscere. Chiuse gli occhi assaporando quasi il gusto che le provocava internamente. Sarebbe sembrata una stupida e invece lo stomaco sembrava essere tempestato di farfalle per l'emozione. Rimase li così per alcuni secondi, rileggendo una seconda volta la lettera, poi la piegò e se la inserì all'interno del vestito. La nascita di un'amicizia e fiducia non era cosa da tutti i giorni, non tutti gli shinobi hanno lo stesso carattere e per lo più in missione molti si soffermano solo alle apparenze. Chiaki lo aveva imparato all'accademia e adesso era ora che uscisse da quel cunicolo buio della sua infanzia per crearsi una nuova se stessa. Il fatto che Hariken avrebbe chiesto ulteriori missioni con lei la colpì molto, forse il ragazzo aveva esagerato con i complimenti, visto che non si sentiva di essere stata così presente come avrebbe voluto per colpa del suo modo di essere. Sarebbe stata veramente felice di vivere un'altra avventura con lui e con Kyu. Un po' malinconica per la fine della missione, la piccola Hyuga rifece il suo letto, preparò le ultime cose e infine scese di sotto in salotto dove il capo villaggio insieme ad altri paesani la aspettavano per darle il saluto di addio. Solo adesso che ci pensava si rese conto che non si ricordava quasi niente della sera precedente se non qualche scatto. Che le fosse di nuovo successa quella cosa? No non poteva essere, la sensazione era strana. Come ci era finita nel suo letto? Ormai il suo corpo si stava prendendo gioco di lei. Fece spallucce e cercò di non pensarci troppo. Dopo essersi congedata lei e Takeshi ripresero la strada a ritroso che avevano fatto all'andata. Ormai la conoscevano bene e sarebbe stato più comodo e veloce ripercorrerla. Il percorso fu molto silenzioso, forse per i vari pensieri che vorticavano nella testa dei due genin. Chiaki non vedeva l'ora di tornare al villaggio per vedere Mirai e sperava vivamente che suo padre fosse tornato a casa dopo il suo lavoro.
*Mirai si sarà occupata della serra? Come staranno le piantine? Ho lasciato in sospeso un mucchio di compiti da svolgere dentro casa, devo finire il vestito, curare il giardino, pulire tutta casa e aggiornarmi su tutte le cose che ho scoperto in questa missione. Dovrò andare in biblioteca, Takeyoshi non penso che possegga i libri adatti a quello che cerco. In più la perdita di memoria che ho avuto ieri, spero che sia un episodio isolato, dovrò informarmi meglio*
Niente e nessuno disturbò il loro percorso fortunatamente e non si fermarono mai. Solo qualche animale ogni tanto sgattaiolava fuori dalla sua tana per scrutare meglio la situazione ma rimanevano sempre ben lontano dalle figure umane. Entrambi stavano carichi, il sonno ristoratore aveva risolto molti problemi. In lontananza riuscirono a scorgere le porte del villaggio, finalmente erano a casa. Entrambi oltrepassarono l'enorme porta dopo che si fecero riconoscere dalle due sentinelle appostate. Percorsero qualche metro verso la residenza del kage quando qualcuno da sopra un rialzo gli rivolse la parola.
- Com'è andata la missione? - disse una voce adulta maschile.
Chiaki alzò il viso, osservando l'uomo che la sovrastava. Era lo stesso jonin che gli aveva assegnato la missione di livello D. Non avevano fatto in tempo a tornare, che si era accorto della loro presenza. Alla fine non doveva essere poi così strano, era un jonin della Foglia e per meritarsi quel titolo, doveva aver fatto molta strada.
- B-bene l'abbiamo portata a termine con s-successo - disse la Hyuga un po' in imbarazzo mettendosi sull'attenti.
Fortunatamente in suo soccorso venne il suo compagno, che spiegò in modo coinciso e attento le loro disavventure. Senza entrare troppo dettagliatamente nei particolari. Chiaki estrasse il pezzo di uovo che ormai portava sempre con se e lo cedette al jonin. Forse lui avrebbe saputo meglio cosa farsene. Finita la conversazione lo shinobi scomparve in una nuvola di fumo forse per aggiornare i superiori. Ormai si era abituata a quel comportamento sfuggente, soprattutto da parte degli adulti, sperava solo che con la crescita non fosse mai diventata come loro. I due ragazzi erano di nuovo soli e visto che il compito più grosso gli era stato levato dal jonin era arrivato il tempo degli addii o arrivederci. Chiaki si avvicinò, leggermente paonazza al ragazzo e lo guardò dritta negli occhi, facendo uno sforzo immane a tenere il viso sollevato.
- Mi ha fatto piacere c-conoscerti, speriamo di r-rincontrarci in futuro - disse sorridendo e facendo un piccolo inchino.
Poi presa dall'emozione e dall'agitazione si mise a correre verso la sua cara e dolce casa. Chissà che scherzo le avrebbe fatto in futuro il destino?
Dopo le mie varie insistenze per questo fantomatico finale a sorpresa...adesso voglio proprio vedere cosa ti sei inventato. Io non so se posso esprimere la mia opinione sul master ma tanto anche se dico quello che penso nessuno mi ascolta nell'alto dei cieli...ahahah! Tornando a noi, che dire...mi sono proprio divertita e spero che ci seguirai in altre avventure magari anche con il tuo PG, dategli un bel voto alto ^^ (si sente un po' lecca-culo...ahahah!)