Come una rondine, Quest talento personale per .Jin

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view post Posted on 30/5/2012, 20:02     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Il vento sovrastò la camera, la luce del sole sembrava sospinta da quelle folate devastanti ed abbattendosi sulla cima di quel palazzo, crearono una sorta di paradiso luminoso in cui l'unica cosa pura era la potenza di quel colpo. Kuro però non demorse e nonostante il veleno continuasse a logorargli l'animo, un'altra cosa più di questa maledetta sostanza lo faceva stare male: la lontananza dall'unico uomo con cui avrebbe voluto parlare o a cui avrebbe voluto raccontare la propria vita e le proprie battaglie; l'unico capace di vedere il vero riflesso del cognome che non portava, di leggere nel suo sguardo enigmatico, tra le parole non dette. Le folate erano impazzite, O'Nanoko cercò di aggrapparsi a qualsiasi cosa avrebbe potuto rallentare la corsa inesorabile verso il vuoto, alcuni uomini incappucciati caddero dalla struttura, altri cercavano di far ragionare l'autore di quel disastro, tutti in un modo o nell'altro stavano provando la paura di morire, un angoscia che non riuscivano a domare con la semplice fermezza, tutti stavano tremando... tranne Kuro che sfidando il vento stesso ed il dolore del veleno nel suo sangue, si mostrò all'uomo incappucciato pronunciando poche ma significative parole. L'uomo guardò il viso di quel giovane che aveva osato tanto e facendo un passo indietro rabbrividì come se... avesse appena visto un fantasma.

??? - Non... Non è possibile

Il vento si fermò, tutti i presenti caddero al suolo e piuttosto confusi guardarono il loro leader in attesa che dicesse altro. Ebbene non ebbe esattamente la reazione che Kuro sperava.

??? - Cosa diavolo... no... è una maledizione, è una maledizione!

Avanzò celere stringendogli il collo ed avvicinandolo alla vetrata infranta, lasciò che il sole illuminasse il suo viso, mentre lo teneva in balia fra la vita e la morte.

??? - Sei esattamente uguale a lui...

Anche il viso dell'uomo si rivelò ma Kuro non lo riconobbe in alcun modo, non l'aveva mai visto, anzi, mai avrebbe potuto immaginare che due occhi così colmi di male e rabbia potessero esistere in quel mondo. In quel momento dunque, proprio quando anche le ultime forze stavano per abbandonare il giovane guerriero, il sigillo sul suo corpo brillò e per un istante, un singolo e preciso momento, fu di nuovo forte e colmo di vigore, pronto a liberarsi dalla morsa di quel diavolo.

??? - Devi morire... Devi morire!

Le ultime parole prima che lo gettasse nel vuoto, oltre la vetrata che faceva da confine alla vita, verso un vortice di morte. Era la fine, o forse no?
 
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view post Posted on 31/5/2012, 10:33     +1   -1
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Le folate di vento imperturbabili si muovevano all'interno di quella stanza. Tutti i vetri erano saltati ed i frammenti degli stessi volavano a destra e manca, colpendo chiunque si trovasse dinanzi la loro traiettoria. Quell'uomo, che in cuori suo Kuro sapeva non essere Hakichi, non sembrava farsi scrupoli nell'ammazzare perfino i suoi stessi alleati. Tutti erano in balia di cotanta maestosità nel domare l'elemento vento, e per la prima volta nella sua vita, l'ex shinobi di Kiri provò un principio di paura.
Era assurdo come la ricerca di una persona, potesse sfociare in una cosa tanto tremenda e pericolosa, a tal punto da rischiare la vita in quel modo.
Il vento imperturbabile accarezzava la pelle di Kuro, spostandone i capelli, i vestiti: a malapena il ninja riusciva a tenere gli occhi aperto, quel tanto che bastò per far terminare tutto come, il bel tempo che giunge dopo una possente tempesta. I suoi occhi brillavano di speranza e quando incrociarono quelli dell'uomo incappucciato, il vento cessò di colpo. Tutti i presenti, Neko compresa, che stavano cercando di aggrapparsi a qualunque cosa pur di non cadere da quell'altezza imponente si salvarono, ma ora il peggio stava arrivando..per Kuro. Calato il cappuccio il ragazzo vide una persona che non aveva mai visto in vita sua, nessun lineamento combaciava con i suoi, non si trattava di Hakichi. Era una fortuna ma anche una grande sfortuna per lui: non trattandosi di Hakichi poteva star tranquillo sul fatto che, suo padre stesso voleva eliminarlo, ma d'altro canto ora rischiava davvero di morire.
Dopo qualche urlo senza senso, dopo aver citato perfino una maledizione, l'uomo in grado di scatenare tempeste di vento solo con le braccia afferrò il ragazzo per la gola, ponendolo a due passi dal capitombolo finale. Perfino lui, che sembrava tanto vicino ad Hakichi si lasciò sfuggire quanto Kuro fosse identico a lui, ma una cosa oramai era certa: si trattava del suo vero padre.
Proprio nell'attimo in cui il grosso uomo nerboruto lasciò la presa lasciando cadere il ragazzo, il sigillo sull'avambraccio destro iniziò a brillare, bruciando fortemente. La cosa non si percepì dal momento che il sigillo era ancora perfettamente nascosto dalle bende, era accuratezza di Kuro ricoprirlo ogni volta che lo utilizzava. Il bruciore era sempre più intenso sebbene durò solo qualche attimo, il necessario per ridare interamente le forze al giovane. Sembrava rinvigorito e non sentiva più il peso di quel tremendo veleno su di lui.


(Ma cosa sta succedendo? Mi sento più..libero.)

Cercando di cullarsi sulle ultime folate di vento che ancora non si placavano, Kuro non pensò neanche a cosa fare in quell'attimo. Da solo, come per magia, il suo chakra venne emanato dal suo corpo, avvolgendolo in un piccolo strato invisibile. Non si vedeva, ma c'era. Kuro lo sentiva ed ora stava cercando di ammaestrarlo il più possibile. Non sapeva ancora il perchè lo stava facendo, sapeva solo che quella cosa andava fatta. Sentiva che era l'unico modo per rimanere ancora in vita.
Quelli, senz'altro sarebbero stati i suoi ultimi attimi di vita. cadere da un'altezza simile sarebbe stato fatale perfino per un ninja molto più esperto di lui. I suoi ultimi pensieri vagavano nella sua mente in ordine cronologico, partendo dalle ultime avventure.
Pensò a Neko per il quale iniziava a provare qualcosa di strano, mai provato prima. Le persone salvate in quell'inferno meccanico, il sigillo che impediva lui di parlare con gli altri di Kiri e del suo passato alla nebbia, il Mizukage che aveva fatto tutto questo, la sua famiglia, la sua finta famiglia per terminare a Gin, il suo unico amico, l'unico per il quale è valsa la pena lasciare addirittura Kiri.


(Gin, il nostro destino è lo stesso a quanto pare. Presto ci rivedremo.)
 
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view post Posted on 4/6/2012, 11:59     +1   -1
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Kuro fu gettato con violenza oltre la parete infranta e per un secondo ebbe la possibilità di vedere sotto di sé mentre cadeva in quel vuoto colmo soltanto di morte ed angoscia: non vi era nulla, quella struttura era alta chissà quanti metri ed un volo da quell'altezza l'avrebbe senz'altro devastato. L'uomo vide il giovane allontanarsi dalla sua visuale e sospirando un istante come se avesse risolto un problema che l'affliggeva da troppo tempo, stette per voltarsi per concludere la questione anche con O'Nanoko, ma un lampo, una luce, un'improvvisa folata che travolse il fantomatico Hakichi stesso, attirò l'attenzione di tutti i presenti rimasti. La fanciulla cercava il più possibile di trattenere le lacrime che minacciavano di uscire mentre lo spietato leader di quelle guardie, osò sporgersi nuovamente oltre la vetrata e senza neppure il tempo di focalizzare ciò che vi fosse al di sotto, una lama gli trapassò il volto e tra sangue e grida, cadde all'indietro tenendosi una ferita che lo avrebbe benissimo potuto dissanguare. Gli altri uomini indietreggiarono spaventati quando quella luce cominciò a prendere forma ed un'energia invase la stanza facendola quasi tremare.

??? - AAAHHH come hai osato?! Chi sei tu?!

Un uomo dai capelli argentei avanzò lentamente con tra le mani una lunga spada la cui lama sembrava poter emanare una luce propria, un riflesso oscuro che nell'ombra sembrava poter illuminare col buio stesso. La puntò verso il ferito nemico ed osservandolo con uno sguardo glaciale, lasciò che completasse quei deliri senza aggiungere parola. Era lui, l'uomo solitario della taverna e sotto un braccio stringeva proprio Kuro che poggiò al suolo con cautela: era vivo.

??? - T-tsubame...? Come puoi essere vivo?!

Uomo dai capelli argentei - Tsubame... Da quanto non sento questa nomina? Insieme all'identità di cui hai preso possesso, il glorioso nome di Hakichi. Come puoi fingerti un leader quando poi tremi davanti la vera Tsubame?!

L'uomo incappucciato si alzò lentamente tenendosi un profondo taglio che gli percorreva l'occhio destro e sogghignando, cercò di squadrare l'avversario con l'unico che gli era rimasto sano.

??? - Eheheh... eheheh, AHAHAHAH... No... Quel, quel ragazzo è...

Uomo dai capelli argentei - Lo stesso che hai cercato per troppi anni

??? - ... Lui dov'è?

Uomo dai capelli argentei - Ormai non ha più importanza, l'era della Rondine, della tua falsa Rondine, è terminata con il ritorno del vero erede

??? - Non essere stupido, non c'è riuscito tuo padre, non c'è riuscito nessuno dei suoi uomini, come credi di farcela tu? Nessuno potrà sconfiggermi, l'ala di Izaru sarà MIA!

Kuro era lì, quasi svenuto, ma con abbastanza forze da poter ascoltare quel discorso che in un primo momento poteva risultargli incomprensibile, eppure poteva davvero essere il suo passato...? La sua famiglia? Ma non aveva l'energia necessaria per affiancare quello spadaccino d'argento, il suo corpo era devastato, senza più una briciola di chakra e lo scontro imminente avrebbe senz'altro fatto crollare l'intero edificio. Era un epilogo segnato dall'esito catastrofico per entrambe le parti, una sfida dallo svolgimento già scritto con una vittoria che non avrebbe sorriso a nessuna delle fazioni, se una freccia non avesse in quel preciso istante trapassato alle spalle con una freccia l'uomo incappucciato e macchiato la terra di rosso, un 'tradimento' improvviso che quando quel leader ripugnante cadde al suolo si rivelò essere stato effettuato dalla persona che più di tutte quel giorno aveva salvato Kuro ed un intero nome: O'Nanoko, quella splendida ragazza che cedendo in ginocchio scoppiò in un pianto liberatorio. Era davvero finita?

Uomo dai capelli argentei - Perché l'hai fatto...?

O'Nanoko - Lo rimandavo da troppo tempo... Ha rovinato la mia vita...

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Un leggero bagliore destò da quel sonno rigenerante il giovane Kuro che alzando lentamente il capo ancora attraversato da qualche fitta di tanto in tanto, notò di essere in un comodo letto in una stanza ben addobbata: non era certo una stanza reale a giudicare dalla qualità dei tendaggi candidi e dalla condizione delle pareti ma tutto era perfettamente in ordine e piuttosto pulito. Dove si trovava? Ad ogni modo, in quel preciso istante, una voce richiamò il suo nome.

??? - Kuro... Hai riposato bene?

Era una voce femminile, fin troppo familiare, la stessa che aveva sentito quella mattina fuori la statua del caduto e che apparteneva alla fanciulla che gli aveva salvato tante volte la vita.
 
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view post Posted on 4/6/2012, 14:08     +1   -1
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Il vento cullava Kuro, oramai in preda ai pensieri più disperati e oscuri che potessero giungere nella mente di una persona. Pensava alla morte, al suo unico amico deceduto ingiustamente, perito sotto gli incessanti colpi di Kiri, la stessa Kiri che per ben diciassette anni l'aveva accudito, per poi trafiggerlo alle spalle, senza tener conto delle sue volontà. Pensava che mai sarebbe riuscito a sopravvivere a quella caduta, quasi cento metri di volo dall'alto verso il basso che per una persona qualunque sarebbe significato morte certa, senza nessuna possibilità si sopravvivenza.
Un alone di chakra, quasi autonomamente si era liberato dal suo corpo avvolgendo l'intera massa di Kuro, forse voleva tenerlo in vita, cercava di salvarlo da quel capitombolo che senz'altro non avrebbe lasciato scampo al giovane ragazzo. Ma non era il suo consueto chakra, l'alone era quasi invisibile, impercettibile perfino agli occhi di Kuro stesso, che non riusciva a comprendere cosa stava succedendo, nonostante le sue forze erano tornate quelle di prima. Improvvisamente qualcosa toccò il suo fianco, una mano. Era calda e forte, lo stringeva con premura ed eleganza al tempo stesso, rassicurando quasi il ragazzo, che si trovò mutare il suo status da certamente morto a vivo per miracolo. Le forze ripresero a mancare, ma oramai lo stress e la tensione non potevano più nulla contro quella bella sensazione tenevano ancora legato Kuro alle catene della vita. Con estrema rapidità, la stessa persona che aveva afferrato in volo il ragazzo, estraendo la sua spada colpì il volto dell'artefice di quel volo assurdo, facendolo urlare ed indietreggiare. Quando l'ex milite della Nebbia fu posato sul pavimento, potè osservarlo per bene, assistendo anche ad una scena che non aveva minimamente compreso. Era il ragazzo dai capelli argentei del bar, che dopo aver colpito l'uomo iniziò a parlare di eredi, di falsi nomi, facendo capire raramente qualcosa a Kuro. Quindi quello non era il vera Hakichi? Era solo un uomo che si fingeva il vero Leader di un'organizzazione farlocca, a quanto pareva. Tsubame era il titolo che l'era stato dato e Kuro era il vero "erede" di quella discussione. Ma cosa significava davvero? Di cosa stavano parlando?
La vista di Kuro cominciava ad affievolirsi nuovamente, diventando sempre più scura. Aveva stranamente perso nuovamente le forze, nello stesso modo in cui erano tornate di punto in bianco, ma questa volta del veleno non v'era alcuna traccia. Ultime parole che restarono impresse nella mente del ragazzo prima che qualcosa abbattesse qul enorme uomo, lasciandolo a terra privo di sensi: "Lo stesso che hai cercato per troppi anni".
Un sibilo, una feccia ed un pianto liberatorio. Neko aveva sparato una freccia dritto nella schiena dell'uomo trapassandolo da parte a parte, ammazzandolo. Nel pianto e nei lamenti di Neko, Kuro chise gli occhi perdendo conoscenza.
Non si sa quanto tempo passò, e Kuro aprì gli occhi, del tutto rinvigorito da quella dormita che ai suoi occhi sembrava infinita. non badò al posto in cui si trovava, ma udì una piccola vocina femminile, la stessa che aveva udito la prima volta che aveva messo piede alla Pioggia. Neko domandava lui se avesse riposato bene, e non fu in grado di rispondere altro se non:


- Neko..Stai bene?

Continuava ad essere premuroso verso quella ragazza, non sapeva il perchè ma oramai le stava molto a cuore. Era certo di aver trovato un'altra persona con la quale legare, una nuova amica. In un attimo, udendo solo la sua voce, aveva dimenticato il perchè era li, quello che era accaduto fino a quel momento. Un sorriso sincero si stampò sulla sua faccia, che osservava la ragazza dritto negli occhi.


 
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view post Posted on 4/6/2012, 15:25     +1   -1
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Riaprì gli occhi, riprese conoscenza e stringendo tra le mani il lenzuolo che lo avvolgeva, cercò di riprendere autonomia di se stesso dopo che quel veleno l'aveva devastato e quel vortice di emozioni si era insinuato nel suo cuore. Non gli importava dove si trovasse, non dopo aver udito quella voce familiare che lo rassenerò abbastanza da fargli rilassare le spalle e la testa che tornò poggiata sul cuscino. Voltò lievemente il capo per incrociare gli occhi lucenti della fanciulla colmi di lacrime che nel vedere quelli di Kuro, stanchi ma pur sempre forti e virili, si abbandonarono ad un pianto trattenuto per anni. Si gettò dunque sul giovane abbracciandolo calorosamente ed affondando il proprio viso nel suo petto, si lasciò cullare dai suoi respiri e dai battiti regolari del suo cuore. Quindi si tranquillizzò e cercando di domare i singhiozzi, gli rispose senza muoversi da quella posizione.

O'Nanoko - Sto bene Kuro... Sto bene grazie a te

Si alzò finalmente la testa mostrando i suoi occhi chiari e quando si rese conto di cosa stesse facendo si allontanò imbarazzata, il giovane poté notare le sue rosee guance arrossarsi così come era successo ai confini del paese della Pioggia. La fanciulla si sedette nel letto guardandolo dunque e sorridendogli, decise che era il momento di dargli delle spiegazioni.

O'Nanoko - Vorrai sapere tante cose... Beh da dove posso cominciare? ... Sì, il mio vero nome è O'Nanoko e sono... ero, la figlia di un uomo spregevole amante del potere, lo stesso uomo che stava per ucciderti.

Si alzò dal letto dirigendosi verso una scrivania su cui era poggiato un diario. Lo cominciò a sfogliare leggendone alcuni passi attentamente e quando giunse ad una particolare foto, socchiuse gli occhi come se l'immagine le rievocasse nella mente eventi che le laceravano il cuore. La mostrò all'ex milite di Kiri che per un momento... sembrò quasi potersi guardare allo specchio: vi erano tre persone in quella foto, una bambina dai lucenti capelli biondi al centro, un uomo sorridente con dei scuri capelli sulla sinistra e sulla destra una figura che reggelò il Genin, un uomo che era esattamente uguale a lui, solo più maturo e già forgiato dagli anni e mille battaglie.

O'Nanoko - Quello... quello credo sia tuo padre, Kuro. Io... sono scappata dal villaggio perchè non riuscivo più a sopportare quello che stava succedendo, quello che stava facendo mio padre a quello che da sempre era stato il suo migliore amico, a come aveva letteralmente dichiarato guerra al vero Hakichi della lama. E tutto per qualcosa che probabilmente non esiste nemmeno...

In quel momento entrò nella stanza il giovane dai capelli argentei che guardando negli occhi il ragazzo disteso nel letto, velò un piccolo sorriso che in quel volto serio valeva più di mille parole.

Uomo dai capelli argentei - Kuro, nostro padre vuole vederti
 
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view post Posted on 4/6/2012, 15:44     +1   -1
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Un vortice di emozioni investì in pieno il ragazzo, che per nulla imbarazzato continuava a fissare negli occhi Neko, cercando lentamente di alzarsi dal letto. Puntualmente qualcosa impedì lui di fare quel che desiderava, dal momento che, non appena lui domandò alla ragazza come si sentisse, scoppiando a piangere, Neko si gettò addosso a Kuro, abbracciandolo e stringendolo fortemente, come in cerca di un abbraccio paterno..o qualcosa di più. La faccia compiaciuta del ragazzo non si mosse e non mutò affatto, limitandosi a chiudere leggermente gli occhi e godersi il bel momento di vita.
Improvvisamente, con un balzo la dolce fanciulla si staccò dallo scultoreo corpo del ragazzo, che lentamente stava riprendendo il suo colorito naturale, mentre quello della ragazzina diventava sempre più rosso, ora aera paonazza in viso e cercava di guardare altrove. Si alzò di scatto avvicinandosi ad un piccolo ripiano dal quale prelevò un diario leggermente trasandato, dal quale estrasse una foto piuttosto vecchia. La porse al ragazzo che rimase esterrefatto, quasi immobile per lo stupore. V'erano tre persone: una ragazzina che non aveva più di due anni, con dei foltissimi capelli color oro, era neko. Due uomini, il primo era l'uomo incappucciato che stava cercando di ammazzare Kuro proprio qualche ora prima di quell'avvenimento ed accanto a lui, con un gran sorriso, era presente un uomo identico a Kuro, solo più grande d'età e visibilmente più esperto di vita.


(Ma allora è tutto vero…E' davvero mio padre?!)

Una sensazione strana iniziò a pervadere il corpo di Kuro, qualcosa che mai aveva toccato il suo animo calmo e pacato e d'un tratto tutta la gioia che aveva appena incassato parlando e rivedendo Neko, svanì. Si alzò di colpo dal letto, in preda ad una forte sensazione di rabbia, mista a stupore e voglia di scappare da quel posto. La ragazza aveva dichiarato di chiamarsi diversamente, ed aveva appena fatto capire a Kuro che era stata lei ad ammazzare suo padre, ma tutto questo al ragazzo non importava. Iniziò a stringere i pugni ed a camminare verso la porta quando questa si spalancò mostrando il ragazzo che l'aveva salvata poco prima, apparire, dicendo che "LORO" padre lo stava aspettando e voleva parlare con lui. Ancora quella sensazione di vuoto interiore, voglia di rompere qualcosa, di urlare. Senza dire neanche una parola, senza guardare in faccia Neko o quello che a quanto pareva fosse suo fratello, Kuro sfrecciò fuori dalla porta, con la rabbia negli occhi, cercando finalmente suo padre.

Un turbine di emozioni lo stava investendo in pieno, non sapeva più cosa fare.



 
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view post Posted on 4/6/2012, 19:30     +1   -1
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Il giovane cominciò a correre per un lungo corridoio cercando colui che doveva essere suo padre, colui che l'aveva abbandonato quando era ancora in fasce, che aveva preferito lasciarlo in balia della nebbia di Kiri e della sua indole assassina. Kuro poteva pensare qualsiasi cosa, quale padre abbandona un figlio con la consapevolezza che questo possa diventare un criminale, un omicida o peggio cadere vittima di questa gente? Ma una spiegazione c'era e lo spadaccino cercava stanza per stanza quell'entità così simile a se stesso, così maledettamente uguale da fargli ricordare di non aver mai effettivamente avuto una famiglia. Adesso aveva scoperto di avere anche un fratello, e rischiando di morire cercando il nome di Hakichi, era giunto fino a quel momento in cui aprì una piccola porta di legno che rivelò al suo interno una fioca illuminazione generata dal fuoco ardente nel camino. Seduto in una sedia, vicino al calore confortevole delle fiamme, se ne stava seduto a testa bassa l'uomo che Kuro non aveva mai conosciuto. Quest'ultimo rimase sulla soglia d'entrata senza fiatare e l'uomo si alzò dalla sedia incrociando lo sguardo dell'appena giunto con il proprio: erano identici, stesso sguardo fiero, stessa aria determinata ed orgogliosa ma forse una cosa più di tutte li differenziava, uno dei due piangeva e seppur cercasse di nasconderlo, non riuscì a controllare una singola lacrima che gli solcò il viso illuminato dai riflessi scarlatti delle fiamme. Avanzò lentamente sorreggendosi con un bastone, era ridotto male nonostante fosse ancora nel fiore dell'età e nonostante l'aspetto di un potente condottiero, era probabilmente tanto tempo che non scendeva più in battaglia, non ne aveva più le forze. Nessun dolore gli impedì però di avvicinarsi al proprio sangue, alla propria eredità e fermandosi ad un paio di metri, proferì parola, preoccupato della sua reazione, preoccupato del fatto che non gli avrebbe lasciato spiegare... ma d'altronde come poteva dargli torto in ogni caso?

Hakichi - Ti prego, figlio mio... Perdonami

Avrebbe voluto dirgli tante cose, avrebbe desiderato abbracciarlo, lodarlo, rivelargli quanto fosse fiero di cosa quel bimbo in fasce fosse diventato senza l'ausilio di due genitori. Aveva davanti un vero shinobi d'onore che pur di proteggere il proprio nome e la propria gloria, aveva abbandonato il villaggio su cui era cresciuto. Ma adesso stava a Kuro, aveva davanti suo padre e la possibilità di ricevere tutte le risposte che aveva sempre desiderato, ma anche quella di vendicarsi di un uomo che per diciassette anni l'aveva abbandonato allo spirito assassino della nebbia.
 
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view post Posted on 4/6/2012, 21:10     +1   -1
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Con la rabbia ancora negli la strada che intercorreva tra Kuro e suo padre era molto breve. Voltò l'angolo e proseguì dritto. Non conosceva quel posto, ma sapeva esattamente dove andare, come se i suoi piedi si muovessero da soli, esattamente come accadde in quel tuffo nel vuoto, quando il chakra da solo l'avvolse, come se voleva salvarlo. Giunto davanti la porta, un uomo seduto, con la testa bassa lo stava aspettando: sentito il suo arrivò alzò lo sguardo, mostrando le lacrime, che a fatica cercava di mantenere, invano. Era identico a Kuro, stesso sguardo freddo e fiero, la pelle più ruvida segnata dal tempo, le rughe iniziavano a formarsi sotto gli occhi ed una leggerissima peluria era presente sul suo volto, esattamente come Kuro, in quel giorno di tensione acuta. Alla vista di quell'uomo il suo cervello ed il suo cuore si fermarono all'improvviso, il viavai di emozioni, quel turbine infinito che non dava tregua si bloccò, cessando di scalfire le sue interiora. Non riusciva a provare più odio, alla vista di quella persona. Non sentiva rimorsi nei suoi confronti, neanche rancore. Quando si alzò dalla sedia cominciando a camminare verso suo figlio, Kuro indietreggiò di qualche passo, poi racconto un po' di coraggio, si sfilò le sue vesti, rimanendo nudo davanti quell'uomo, non sapeva come considerarlo, non sapeva nulla. Allargò le braccia, sfilando perfino le bende dall'avambraccio destro: sapeva che quel sigillo era opera sua. Poi iniziò a parlare.

- Guardami e smettila di piangere.

Le sue parole erano tornate gelide come sempre, sembrava che quell'ennesima esperienza l'avesse forgiato ancor di più ed ora stava mostrando una maturità mentale disumana, quello stress senz'altro avrebbe abbattuto chiunque, ma Kuro non accennava al minimo tentennamento. Andava dritto al bersaglio, come sempre.

- Ecco tuo figlio, guarda come sono diventato, tutto senza di te. Da SOLO. Esigo una spiegazione. Cercavo il legame con te, ora so chi sei. Posso fare a meno di quest'unione. Per favore parla in fretta.

 
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view post Posted on 5/6/2012, 11:48     +1   -1
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Hakichi annuì, quel giovane davanti i suoi occhi stanchi aveva ragione, il grande uomo che era diventato, il potente guerriero e spadaccino che in quel preciso momento lo osservava dall'alto dei suoi diciassette anni passati a proteggere se stesso da solo aveva ogni motivo per essere infuriato, eppure volle dare una possibilità a colui che diceva di essere suo padre, voleva sapere la verità, il perché di quel destino crudele che aveva investito il passato di Kuro. L'uomo si avvicinò ad una sedia lasciandosi andare al suo schienale e sospirando provò a cercare le giuste parole per cominciare il discorso, il suo vissuto che l'aveva afflitto per tanti anni. Invitò il ragazzo a fare lo stesso ed osservando il bastone su cui si appoggiava per poter camminare, ripensò a tutto quello che aveva dovuto passare per giungere a quelle decisioni, era il momento di raccontare la verità e per tante volte aveva provato a preparare un discorso consapevole che il momento che stava vivendo prima o poi sarebbe arrivato.

Hakichi - Diciassette anni fa...

Esordì immerso nei suoi ricordi, mentre il fuoco risplendeva nella stanza un bagliore che per quanto potesse scaldare e confortare, non riusciva a sciogliere il gelo nello sguardo di Kuro.

Hakichi - Il mio più caro amico, l'unica persona di cui io mi sia mai fidato, ha tradito la mia famiglia per una stupida leggenda che ci affligge fin dalla nascita del nostro più antico antenato. 'L'ala di Izaru', Yamiki era venuto a conoscenza della sua storia che racconta chiaramente che noi eravamo coloro che avevano il compito di custodirla e di fare in modo che nessuno potesse mai prenderne il potere. Vedi, Kuro... Inizialmente non potevo crederci, per quanto credessi in te, non riuscivo a credere che fossi realmente giunto in questo posto lontano da Kiri, non sapevo se gioire o affliggermi e tutto perché... Sei tu l'ala di Izaru

Non poteva ancora capire l'importanza di quell'affermazione, ma si doveva andare necessariamente per gradi. Sospirò nuovamente, ricordare quegli eventi lo provavano e non poco e parlare con un figlio che non vedeva da quando era in fasce, rendeva la situazione ancora più angosciante: voleva solo abbracciarlo ma non ne aveva il diritto, doveva raccontargli la verità prima, ne aveva l'obbligo.

Hakichi - Poi però, quando Yamiki ti ha lanciato dalla vetrata, tu... sei riuscito nonostante tutto a volare. E' questo il segreto della nostra famiglia, è questo che per tanti anni ho cercato di proteggere, il nostro nome, il nostro onore e la nostra abilità. Quell'uomo ripugnante voleva a tutti i costi quell'oggetto che si narra possa donare 'le ali'. Non potevo permettere che mettesse le mani sulla nostra storia e così... avevo preso la mia decisione

In quel momento entrò anche l'uomo dai capelli argentei che a conti fatti si era rivelato essere il fratello di Kuro, Shiroi, un altro membro della sua famiglia, un'altra persona che avrebbe potuto accompagnare il racconto della storia. Non parlò però, lasciando continuare il padre.

Hakichi - La tua nascita era stata tenuta segreta a tutto il mondo, nessuno sapeva di te oltre la tua famiglia, nessuno. Doveva essere così, eravamo visti come degli stregoni capaci di violare la gravità e chiunque avesse letto della leggenda di Izaru, ci sarebbe venuta contro, magari affiancando Yamiki. Così ho optato per la scelta più dolorosa e distruttiva possibile, ho preferito darti una vita lontano da questa guerra, ho preferito salvare il nome della nostra famiglia... sigillando in te l'ala di Izaru

Si fermò, la storia cominciava a prendere un senso agli occhi di Kuro ma vi erano ancora diversi punti ignoti. Che il sigillo sul braccio fosse dunque...? Proseguì Shiroi il racconto, poggiandosi ad una parete con le braccia incrociate.

Shiroi - Il sigillo che hai sul braccio, nasconde l'ala di Izaru ed inoltre...

Hakichi - Inibisce la tua abilità genetica di volare, per questo motivo non riuscivo a credere che tu l'avessi fatto nonostante tutto...

Il ragazzo dai capelli argentei abbassò il capo accennando ad un sorriso, era in effetti qualcosa di incredibile che quel giovane fosse riuscito a 'passare' il sigillo riuscendo così ad utilizzare quella parte di chakra assopita, ma d'altronde faceva parte di quella famiglia, doveva avere la possibilità di gridare al mondo le proprie origini e dimostrarlo.

Shiroi - Abbiamo resistito per anni, abbiamo perso la guerra contro Yamiki, la nostra abilità è anche la nostra rovina, con gli anni distrugge le cellule del nostro corpo ed è per questo che ho evitato che tu la sviluppassi, ma quando quel maledetto ci ha vinti, abbiamo deciso di sottostare alle sue direttive pur di non renderti noto, gli abbiamo ceduto il nostro nome facendo credere nostro padre fosse morto e tutto perché quel traditore sperava che un giorno qualcuno gli avrebbe portato l'ala credendolo effettivamente Hakichi della lama, ironico... stava quasi per succedere. Poi però abbiamo capito: i giovani sono la chiave per il futuro, O'Nanoko, la figlia di Yamiki, ha risolto una guerra durata anni e tu hai dimostrato che nessun sigillo potrà mai fermare la potenza degli Tsubame, della Rondine. Kuro, io posso liberarti da quel sigillo ma devi essere consapevole che nel momento in cui stringerai tra le mani l'ala di Izaru... non sarai più lo stesso, nel momento in cui riuscirai a librarti in aria, niente sarà più come prima, ma te lo dobbiamo. Sta a te fratello, accetti la nostra famiglia, o preferisci tornare e continuare a crescere da solo come hai fatto fino ad ora?

Il padre non parlava, aveva paura della risposta di Kuro, da una parte perché sapeva che se avesse accettato lo avrebbe messo in pericoloso, giorno per giorno, dall'altra era consapevole che era ormai divenuto un guerriero e se per diciassette anni era riuscito a domare la nebbia, imparare un talento genetico sarebbe stato uno scherzetto. Solo si chiedeva se sarebbe stato in grado di usare l'ala di Izaru senza finirne vittima, senza rimanere travolto dalla sua forza, come i veri antenati avevano fatto quando quell'arma era stata usata per difendere con orgoglio la propria la terra da chi la bramava.
 
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view post Posted on 5/6/2012, 15:12     +1   -1
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Gli stessi occhi, la stessa luce, lo stesso sguardo. In quella stanza erano presenti tre persone, e non fu molto difficile per Kuro, capire che quel che stava dicendo il vecchio era la verità. Quello era suo padre, il ragazzo dai capelli argentei suo fratello. Finalmente Kuro aveva trovato la sua vera famiglia, poteva riabbracciarla, poteva passare tutto il tempo perduto con loro, ma non ora. Non prima che tutto fosse stato spiegato, punto per punto. Il vecchio iniziò il suo discorso e nella mente del giovane shinobi iniziavano a materializzassi le figure della sua storia, oramai conosceva tutti i protagonisti e la sua fantasia non ebbe difficoltà nel mettere a fuoco il tutto. Seduto sulla sedia, leggermente illuminato dalla fioca luce di un piccolo fuoco, proferì parola, iniziando il suo cantico al passato. Yamiki, il padre di Neko, tradì Hakichi per soddisfare la sua sete di potere pur di ottenere la fantomatica ala di Izaru, un qualcosa che fece aggrottare parecchio la fronte di Kuro, che nonostante tutto, restava impassibile davanti ai due cantori. La sua famiglia aveva il compito di custodire l'ala e per farlo, tennero nascosta la nascita di Kuro, la VERA ala si Izaru. Si dileguarono, nascosero la loro identità, cedendo ad Yamiki il nome della famiglia, in modo che se qualcuno avesse mai cercato di svelare quel mistero, sarebbe inceppato in Yamiki stesso. La cosa era molto strana, ma udendo le parole successive, il cuore di Kuro si fermò per un attimo, facendo cambiare completamente idea sul loro conto. Continuava a piangere e prese parole Shiroi, suo fratello. Il sigillo che Kuro portava sul braccio non era semplicemente un sigillo da richiamo messo li tanto per, ma era un sigillo particolare, in grado di custodire un tesoro molto più grande di una semplice arma, custodiva l'ala di Izaru stessa, e al solo volere di Kuro, essa sarebbe stata prelevata, annullando quel sigillo, donando a Kuro un inestimabile potere, sebbene abbia dimostrato di possederlo addirittura senza governare quell'ala. Hakichi non parlava più, non sapeva cos'altro dire, aveva paura della risposta di Kuro, mentre Shiroi rimaneva immobile come Kuro, poggiato con le braccia conserte accanto la porta di ingresso. Con molto probabilità qualunque risposta avesse dato Kuro, sarebbe stata ben accetta dai due, che evidentemente non volevano più far del male al ragazzo. Non volevano più che lui soffrisse ancora, non ora, ora che aveva rincontrato la sua famiglia.

Il nome di Hakichi l'aveva portato a compiere più avventure di quanto lui non volesse fare, quindi la risposta fu quasi automatica, Si avvicinò alla sedia dove il padre, stanco e logoro sedeva, per poggiare sulle spalle le sue mani, poi sussurrò qualcosa di sincero. Anche Shiroi potè udire quelle parole ma Kuro era così preso dal momento, che non fece caso alla sua reazione. Ormai i sentimenti e le sensazioni volavano nel corpo di Kuro, che non era più arrabbiato, era diventato normale, quasi dolce. Perfino la sua freddezza sembrava scivolare via, davanti la vista di suo padre e di suo fratello.


- Ho rischiato la mia vita pur di cercare l'uomo che rispondeva al nome di Hakichi. Ho abbandonato il mio villaggio, ricevendo l'odio del Mizukage in persona. Mi è stato imposto un sigillo che mi impedisse di parlare di Kiri con chiunque, tutto questo solo per TE. Credo che la risposta sia scontata. Voglio quel potere, voglio governarlo e non abbiate timore per me.

Akzò lo sguardo, poi osservò Shiroi, a giudicare dalle sue parole, sarebbe stato lui a togliere quel sigillo, ma magari Kuro si sbagliava. Lo fissò negli occhi, facendo un cenno con la testa, come per annuire e dare lui il permesso di agire.


 
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view post Posted on 5/6/2012, 16:10     +1   -1
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la curiosità e la sete di conoscenza guiderà l'animo umano fino alla fine dei suoi giorni...

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Hakichi udì le parole del figlio e finalmente, dopo diciassette anni, poté coronare il suo desiderio più grande: si alzò e con le lacrime agli occhi abbracciò un figlio che non aveva mai dimenticato. Lo strinse a sé come per sentirne la forza che era riuscito a sviluppare da solo in quegli anni e fu allora che capì davvero, era pronto, era il momento di liberarlo dal sigillo in quanto adesso era preparato a difendere da solo il grande patrimonio che la sua famiglia gli aveva lasciato. Il giovane si volse dunque in direzione del fratello ed annuì facendogli capire di essere finalmente pronto a voltare definitivamente pagina nella sua storia, pronto a dimenticare il passato ed a costruire un nuovo futuro con la consapevolezza di appartenere ad famiglia orgogliosa. Shiroi annuì di rimando e facendo alcuni passi indietro, invitò il fratello e mettersi esattamente al centro della stanza.

Shiroi - Preparati, potrebbe bruciare un pò

Cominciò ad eseguire alcuni sigilli, li sciolse ad una velocità incredibile e ne eseguì una serie interminabile. Passò in quel modo circa mezz'ora e l'intera stanza fu inondata da una quantità incredibile di chakra che fece tremare perfino le finestre. Il fuoco del camino si spense, le sedie cominciarono a sbattere ed un vento indomabile investì i presenti mostrando loro l'incredibile potenza sigillata all'interno di un singolo ninja. In un momento la tempesta e nell'altro la quiete, d'un tratto la calma più totale riecheggiò tra le pareti stanche del luogo e tutta la forza richiamata si concentrò nelle dita dello shinobi dai capelli argentati e facendo sbattere i due palmi, rilasciò un'onda d'urto che travolse Kuro scaraventandolo al muro. Questa parte del sigillo fu solo una parte della causa del dolore provato in quell'istante dallo spadaccino in quanto improvvisamente, il braccio gli cominciò a bruciare come se stesse prendendo fuoco. L'agonia durò circa dieci secondi ed a quel punto una luce abbagliante annunciò il termine del potente jutsu.

Shiroi - Eccola... Izaru, l'ala di Izaru

Volteggiante a mezz'aria vi era quella che sembrava essere una spada, la sua lama era lunga e lucente e dal manico partiva una piuma bianca che contornava alcuni simboli. Erano tre rondini posizionate a formare un triangolo dentro il quale vi era incastonato un rubino rosso emanante luce propria. Sulla lama vi era incisa una frase, che come nata e cresciuta in quell'arma splendida, sembrava esserci sempre stata: "Hikō Izaru wa yami o terasu".

Hakichi si avvicinò al figlio ed indicando la spada, prese la parola non riuscendo a celare un velo di preoccupazione che nonostante tutto continuava ad avere.

Hakichi - Figlio mio... Nel momento in cui impugnerai questa spada, sarà tutto diverso. Non cambiare mai, rimani ciò che sei diventato crescendo. Adesso avrai solo più persone su cui poter contare

Shiroi - Prendila e custodiscila, ho modificato il sigillo, adesso potrai usare il chakra che per anni ti è stato proibito grazie a quella... ma non abusare del potere che potrà darti, col tempo imparerai a volare anche senza la spada ma sarà lì che dovrai cominciare a preoccuparti: il potere di Izaru è talmente grande che un solo uomo non può gestirlo. Ad ogni modo, potrai usare il nuovo kanji sul tuo braccio per nascondere l'ala ed altre armi se vuoi.

Hakichi - Torna a ringraziare anche O'Nanoko... devi, anzi, dobbiamo a lei tutto questo. Quella donna ti ha salvato in tutti i modi in cui un uomo può essere salvato. Porterà alto il nome della sua famiglia cancellando il male che ha causato suo padre, sarà un'amica leale. E ricorda figlio mio, ti voglio bene e questa è una cosa che non cambierà mai... non c'è guerra che tenga.

Era l'epilogo della storia, una fine che risplendeva su una nuova strada, un nuovo percorso che avrebbe visto protagonista un nuovo Kuro, Kuro Tsubame, adesso libero dagli spettri del passato, libero dall'angoscia di non aver un passato, libero... come una rondine.

FINE



||Valutazioni!

Allora, finalmente abbiam finito :asd: So che effettivamente non è durata per niente tanto, un mese preciso credo, però visto che l'abbiamo fatta con 'una scadenza' i tempi di attesa sembrava sempre di più. Vabò, con lo sprint finale ce la siam passati di lusso e per quanto mi riguarda sono assolutamente felice di come si è svolta l'intera vicenda che hai saputo interpretare il più delle volte bene. Che dire dunque, a volte qualche cavolata l'hai fatta o di tanto in tanto qualche post sottotono quindi ti do 8 per un totale di 1000 exp. In più però c'è il regalino della spada che in pratica adesso potrà, gdr on parlando, donarti l'energia per usare il suo talento di volo. Il che funzionerà anche se la spada è riposta nel sigillo. Il resto sta a te, volendo puoi crearci anche delle personali. Scendendo nei particolari, la spada, gdr off parlando, è una Dai-Katana di Lv3. Ovviamente voglio una descrizione figa in scheda :asd: . Che altro dire, fai il tuo post di chiusura e vai in pace, è stato un piacere e mi sono divertito un sacco :sisi: . Alla prossima ruolata assieme :asd:

Ps. Se te lo stessi chiedendo, la piuma bianca nel manico della spada è vera ed è indistruttibile.||
 
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view post Posted on 7/6/2012, 16:01     +1   -1
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view post Posted on 20/7/2012, 12:44     +1   -1
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Tempo di valutazione! E' stata una quest stupenda, la storia era davvero fantastica ed hai cucito tutto intorno al bg di Kuro, come un vero master che si rispetti. I png erano caratterizzati benissimo, le loro emozioni trapelavano dalle parole che pronunciavano e dai gesti che facevano.. Tutto perfetto, anche il livello di role, del resto sono abituato a leggere i tuoi post e la lettura mi risulta sempre piacevole e scorrevole. Una simile Quest dovrebbe essere d'esempio, non mi capita spesso di dare una valutazione così alta. Beccati il massimo man, è più che meritato.

Voto: 10
Paga: 200 ryo



 
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42 replies since 6/5/2012, 14:12   517 views
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