| Goccia dopo goccia, il sangue cadeva sul pavimento, facendo un leggerissimo rumore, non del tutto percettibile ad un orecchio non allenato. Le mattonelle del pavimento, già sporche di sangue e muffa, andavano a colorarsi maggiormente di quel cremisi che colava dal braccio di Kuro.
Lo sguardo dell'ex shinobi ora si posava sulla porta in metallo che, non appena il sangue raggiunse i fatidici e tanto ambiti quattro litri, si aprì meccanicamente, facendo trapelare all'interno di quella sala di torture un inteso profumo di aria fresca ed umida, simbolo che quella era la definita uscita da quell'avventura raccapricciante, tinta per sempre col sangue. La situazione però non era del tutto risolta. V'erano tre persone quasi del tutto prive di sensi e di capacità motorie in quella stanza, e solo poco più di venti secondi per raggiungere l'uscita tanto bramata in quelle ore. La difficoltà dell'operazione era notevole, poichè una volta trascorsi i quindici minuti la porta si sarebbe chiusa per sempre ed una bomba piena di chiodi sarebbe esplosa, ricoprendo l'intera stanza col suo raggio metallico devastante. In tutta velocità Kuro si avvicinò a Kyo per aiutarlo, se qualcuno doveva sopravvivere, era più che giusto che fosse lui, il più coraggioso ragazzo che l'ex shinobi della Nebbia avesse mai conosciuto. Ma ancora una volta, il suo cuore pieno di amore ed affetto toccò l'animo del ragazzo, che faceva segno di prendere l'omone e portarlo fuori, mentre sarebbe stato lui stesso a portare fuori la ragazza. Una scelta fatta con la consapevolezza, forse, di una fine dolorosa. Mai, in quel poco tempo, sarebbe riuscito a portare in salvo se ed un'altra persona. Ma sarebbe riuscito ad attraversare un'intera stanza stanco e logoro da una fatica disumana, che in pochi avrebbero sopportato, ma nonostante questo, volle farlo. Kuro, afferrando il grosso uomo ancora privo di sensi, si apprestò a portarlo al di fuori della stanza, posizionandolo con le spalle contro il muro, al riparo da una eventuale esplosione. Come meccanicamente, guardò il grosso timer che, con fare minaccioso, indicava che mancavano solo tredici secondo alla fine della prova. In tredici secondi non sarebbero mai arrivati fuori dalla stanza, tanto mento Kuro avrebbe fatto in tempo, nelle sue condizioni a portare in salvo due persone. Toccava fare una scelta, ma cosa fare? In base a cosa si poteva decidere chi poteva vivere e chi poteva morire? (Dannato capitano..Ho promesso che nessuno sarebbe morto, non posso tirarmi in dietro proprio ora.)on sembrava turbato esteriormente Kuro, che nel suo animo era visibilmente scosso. Aveva fatto una promessa, e premeva per mantenerla, quindi con quel poco di lucidità che rimaneva, eseguì quasi senza controllo delle azioni che, forse, avrebbero permesso a tutti di salvarsi. Con un gesto quasi involontario, richiamò nuovamente una delle due spade usate nella stanza precedente. l'altra spada era ancora all'interno della stanza, vicino i corpi di Kyo e della ragazza. Concentrò una grande quantità di chakra all'interno di essa e, da maestro delle deformazioni qual era, modificò la forma del filo della Lama Rossa, facendola allargare notevolmente, utilizzandola in orizzontale per bloccare la porta, impedendo un'eventuale chiusura.
Il tempo scorreva, oramai sempre più veloce, non poteva fare altro. (Kyo!)Un balzo. Tutto sembrava andare a rallentatore, sembrava una cosa epica, che presto sarebbe terminata non in un lieto fine, come molti speravano. I secondo correvano, oramai c'eravamo. 3..2..1..! Era in aria, desiderava volare per poter muoversi più velocemente. Non desiderava altro in quel momento, se non salvare la vita di quei due ragazza, che non meritavano certo la morte. Improvvisamente la ragazza si svegliò come in preda al panico e li lo sconforto iniziò a farsi vivo. Si dimenava, si muoveva con calci e graffi, era incontrollabile. Non sarebbe riuscito a portare in salvo i due. Non ce l'avrebbe fatta, la ragazza era incontrollabile, v'era una sola cosa da fare. L'unica.
Atterrato accanto ai ragazzo, con un forte tonfo, allungò il braccio destro, quello ancora indenne ed afferrò la spada che si trovava li vicino, infondendone il chakra sufficiente per farla allargare come aveva fatto in precedenza. Disteso sulla schiena, in mezzo ai due, formò una specie di coperta di metallo, che avvolse i due poveri malcapitati. Il tutto in una frazione di secondo.
"TAC" Il timer era giunto allo zero, la porta si stava chiudendo, ma restò immobilizzata ed una fragorosa esplosione pervase la zona. Non restava che sperare che nessuno i quei chiodi raggiungesse loro tre. (Avanti..)
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