La nascita di un Eroe.

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shiroutora
view post Posted on 22/3/2012, 15:47     +1   -1





Continua da Qui

Se di esperienza alle spalle si parla, pochi nel clan del controllo della sabbia eguagliavano Wakato: un vecchietto che si avvicinava ormai agli ottanta anni, alto poco meno di un metro e mezzo, con due vispi occhi scuri e delle labbra sottili che si facevano spazio a fatica fra un volto rugoso dalla testa agghindata con alcuni ciuffi di capelli bianchi sopra le orecchie e dietro la nuca, resistiti all'inevitabile calvizie dovuta all'età. L'uomo portava un lungo abito dalle sfumature chiare, tipico del villaggio, decorato con un lungo lembo di stoffa blu che, dal collo, scendeva leggera come una cascata fino ai suoi piedi e avente un cappuccio, che si appoggiava leggero sulle spalle. L'anziano ninja aveva sentito la richiesta del giovane genin, nonostante il suo udito non fosse più quello di una volta, quindi con passi lenti e pacati, procedette fino alla sala d'ingresso, dove l'imponente statua dorata del tasso attendeva, assisa su candidi guanciali altrettanto preziosi, l'arrivo di nuovi shinobi per assorbirne il chakra come tributo.
L'anziano signore notò una figura, ferma davanti all'imponente statua che, con posa fiera, aspettava l'arrivo di un sensei. Gli ci volle qualche secondo e qualche metro di distanza in meno per metterlo a fuoco e quando una decina di passi li separava, parlò con una voce resa autoritaria dal tempo.


- Wakato: Vedo che l'imponente statua del tasso ha già accolto il tuo tributo, giovanotto. Andate così di fretta voi giovani nel tentativo di diventare più forti: non è più come un volta.

Il suo parlare era lento e cadenzato, la voce calda e rassicurante rendeva quelle parole simili ad una lenta cantilena. Fece una piccola pausa di qualche secondo, continuando a fissare il giovane con sguardo calmo e pacato.

- Wakato: Se ho ben udito le tue parole, cerchi un sensei. Io sono disposto ad insegnarti, se lo vuoi. Ma non qui, in questa residenza. Sarà un allenamento lungo, estenuante probabilmente, ma ti renderà molto forte, come i ninja del passato.

Il suo sguardo si estraniò dalla situazione per un attimo, forse ricordando i grandi ninja che un tempo erano stati suoi compagni e che avevano dato la loro vita per il villaggio, ma subito riprese il filo del discorso.

- Wakato: Oppure puoi scegliere un allenamento più semplice e più veloce, che probabilmente ti insegnerà ad usare i poteri del tuo clan, ma senza renderti davvero padrone di essi... Sta a te decidere.


Benvenuto alla sua primissima quest con Shiro come master, la redazione si complimenta con lei per l'ottima scelta. Le annunciamo già da ora che non le sarà imposto limite di post alcuno, avrà piena libertà d'azione, il modo da favorire un role fluido. Le ricordiamo in oltre che l'importante è divertirsi, quindi le consigliamo vivamente di ascoltare il nostro consiglio e soprattutto di far divertire il master. Nient'altro da aggiungere: metta il carattere del suo PG al primo posto, sia molto introspettivo e molto descrittivo (sono cose che il master ama, ma non dica che glielo abbiamo detto).
Le auguriamo un buon proseguimento di quest.

Cordiali saluti:
le due segretarie di Shiroutora.


PS: la statua prende il tuo chakra, paga di conseguenza in stamina :D


Edited by shiroutora - 15/4/2012, 03:33
 
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Nine Fire
view post Posted on 22/3/2012, 19:06     +1   -1




Hariken vide l'anziano avvicinarsi, con passo calmo e lento, senti le sue parole con rispetto e attenzione. Quell'uomo segnato dal tempo gli dava una senzazione di quiete, si vedeva che col tempo aveva trovato il suo equilibrio e il giovane ambiva a trovare il suo. Si Hariken non si sentiva ancora completo, gli mancava ancora troppo, proprio come il suo nome lui è un tornado ancora squilibrato, solo quando tutti i venti troveranno la loro giusta forza d'azione, solo quando sarà autosufficiente potrà mostrare tutto il suo valore.
Nelle parole del vecchio notò una frase "ma ti renderà molto forte, come i ninja del passato", gli salto all'attenzione grazie allo sguardo perso chissà dove dell'anziano, ma non ci fece caso più di tanto.


Sono felice di aver un uomo saggio temprato dal tempo, sà io leggo molto, mi piace apprendere sul mondo che ci circonda e su ciò che ci ha circondato in passato e da essi ho imparato molto. Se Lei è d'accordo vorrei un allenamento completo, non importa quanto tempo ci voglia perchè la pazienza è sempre saggia.


Nelle storie che leggeva c'era sempre un rispetto per gli anziani perchè essi hanno sempre molto da insegnare, inoltre sapeva che se la nuova generazione era li lo dovevano alle generazioni passate, al sudore e al sangue che hanno versato per loro, per regalargli sempre un futuro migliore.

Posso sapere come si chiama o come vuole che la nomini?

Si leggeva negli occhi del ragazzo un gran rispetto verso quell'uomo, non sapeva se se lo meritava ma a prima vista non poteva fare a meno di sentirsi davanti ad un uomo di una certa importanza, non sapeva se era la voce, l'aspetto o lo sguardo ma sentiva di doverlo rispettare.
Stava per diventare più completo, stava per incontrare la conoscenza dei suoi avi, stava per imparare l'arte con la quale avrebbe portato più giustizia in quel mondo. Era emozionato ma anche determinato, due cose opposte vero, ma ciò non le rende per forza un ostacolo, infatti l'emozione lo stimolava per metterci più impegno, non poteva fallire perchè senza questa conoscienza non avrebbe potuto seguire i suoi ideali.


CITAZIONE
Stm= 73 - (71/20) = 69.4 Max
Modifica autorizzata :ahsisi:



Edited by Nine Fire - 25/3/2012, 20:23
 
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shiroutora
view post Posted on 27/3/2012, 14:41     +1   -1





Il ragazzo si rivolse all'anziano con parole cariche di rispetto e riverenza, usando i toni adatti alla situazione e alla veneranda età dell'uomo che, nonostante la sua piccola statura, lo fronteggiava con orgoglio. Il ninja fu lieto di sentir pronunciate parole così sagge da una così giovane bocca e ciò lo convinse ad aiutare il genin. Con un sorriso, ricordando ancora i tempi in cui addestrava al combattimento gruppi di giovani genin, gli suggerì:

Wakato: - Ricordo che i miei studenti erano soliti chiamarmi Wakato-sensei. Anche se sono passati molti anni, puoi continuare ad usare questo appellativo.

Fece una breve pausa, forse per riflettere qualche altro secondo sulla decisione presa e bagnarsi le labbra con un leggero movimento, quindi riprese.

Wakato - E sia... Sarò lieto di accoglierti come mio allievo, spero che tu sia all'altezza dell'allenamento che sto per proporti. Ti annuncio già da ora che non ti istruirò qui in residenza, al contrario ci toccherà fare un lungo viaggio. Partiamo subito, tutto ciò che ci serve è già con noi.

Fissò le proprie mani rugose che, timide, si affacciavano dalle lunghe maniche del tipico abito del luogo, quindi invitò il genin a seguirlo fuori dalla residenza. Con passo lento e pacato i due ninja attraversarono il villaggio, in contrasto con il resto della popolazione, che correva a destra e a manca nella speranza di accaparrarsi gli affari migliori in quella mattinata di mercato. Dopo circa un quarto d'ora i due ninja giunsero alle imponenti porte del villaggio che, spalancate, mostravano a chi lasciava il villaggio di Suna l'infinito deserto che lo avrebbe accolto fra le sue aride braccia. Questo però non fece titubare Wakato, che con decisione, alzato il morbido cappuccio sopra il capo quasi pelato, oltrepasso le porte e si fermò a qualche metro di distanza da esse, con i calzari già lambiti dagli innumerevoli granelli di sabbia del deserto.

Wakato - Il tuo allenamento ha inizio già da adesso, giovanotto. Devi sapere che i i ninja del nostro clan, nonostante in combattimento siano in grado di usare tantissima sabbia, preferiscono essere accompagnati, durante i loro viaggi e nella vita quotidiana, da piccoli quantitativi di sabbia, in modo da non essere affaticati dall'eccessivo sforzo che il controllo di grandi quantità di sabbia comporta. La scelta della "prima" sabbia in passato non veniva presa alla leggera come oggi: la sabbia che sceglierai, o forse che sceglierà te, ti sarà compagna per tutta la vita, ti aiuterà a realizzare tutti i tuoi sogni e a portare a termine i tuoi obbiettivi, giusti o sbagliati che siano. Non posso però essere io ad indicarti dove troverai la tua sabbia.

Gli porse una fascia color blu notte, che aveva estratto da una delle tasche del lungo abito.

Wakato - Faremo come avveniva in passato: bendati e concentrati. Lasciati poi guidare attraverso il deserto. Forse cammineremo qualche minuto, forse arriveremo ai confini del paese del vento. Quando sentirai di avere concluso il tuo viaggio, togli la benda e la sabbia su cui poggi i piedi sarà la tua compagna. Prenditi tutto il tempo che ti serve.


Scegli tu quanto camminare e il percorso che segui, anche se credo che se la sabbia di cui parli si trova vicino al mare, come mi sembra di ricordare, e quindi la strada da seguire ti porterà a sud-ovest (Mappa) e il viaggio sarà lungo circa due giorni (In caso tu decida di scegliere un'altra strada, regolati con i tempi come preferisci, in proporzione alla distanza).
Lascio a te l'onere di descrivere il viaggio, in quanto voglio vedere un po' come te la cavi e se sai lavorare di inventiva.
Ti dico solo che il Wakato cammina con te durante tutto il viaggio, anche se non fa notare la sua presenza. Ma, qualora il tuo PG dovesse mostrare inquietudine, credendo di essere stato abbandonato dal vecchio, lo rassicurerà dicendogli di essere con lui.
Perchè lascio a te questo lavoraccio? Perchè il tuo PG se accetterà la proposta sarà bendato, quindi sarai costretto a descrivere i luoghi arrangiandoti con gli altri sensi. Voglio vedere cosa ne viene fuori :D Buon lavoro, buon divertimento e scusa per l'attesa.
PS: concludi il post con la descrizione del luogo in cui ti trovi. In questo modo potrai collocare la sabbia bianca nel luogo adatto, rendendo il tutto più realistico.
 
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Nine Fire
view post Posted on 28/3/2012, 01:36     +1   -1




CITAZIONE
Narrato
Pensato
Parlato di Hariken
Parlato di Wakato-sensei

Wakato, cosi si chiamava il sensei del passato. Con passo lento Hariken segui l’anziano che stava attraversando il villaggio, sembravano due salmoni contro corrente, infatti il flusso di gente era contrario al loro percorso ed erano molto più sbrigativi dei due. Mentre camminavano il ragazzo ripensava alle parole del sensei, non si sarebbero allenati come quasi tutti i ragazzi del clan nella loro residenza, addirittura sarebbero usciti dal villaggio per un lungo viaggio e lui non era mai uscito, perciò potete capire perchè era emozionato ai possibili paesaggi che avrebbe visto e agli abiti e costumi di altri villaggi ma sapeva anche che non poteva distrasi troppo dall’allenamento. Finalmente dopo un quarto d’ora giunsero alle porte del villaggio e notò che il suo maestro si era fermato li, attese le sue parole, le ascolto attentamente e annui. Non vedrà niente, farà di più, percepirà tutto. Il ragazzo quindi rispose:

Farò come lei mi ordina, sarà un piacere seguire i passi del passato per costruirvici sopra il mio futuro e inoltre sapere che in un certo senso sarà la mia anima a scegliere la sabbia che risponde alle sue vibrazioni può solo rendermi ancora più fiero di questa abilità che mi è stata donata. La prego, mi dia pure la benda.

E con un sorriso fece scomparire i suoi occhi verdi dietro alla benda blu., dopo di che fece due passi avanti e si fermò mentre il sensei lo osservava in silenzio, probabilmente si immaginava i pensieri del ragazzo perchè, come lui, anch’egli ci era passato, almeno cosi doveva essere.
Hariken era completamente immobile ma dentro di lui non era cosi, mille pensieri viaggiavano nella sua mente che emozionato non ragionava, ma d’un tratto abbassò la testa e fece un respiro profondo. Doveva ragionare, lui era fatto cosi.


Ha detto che devo farmi guidare, devo trovare la mia sabbia ma... sono bendato e non ho la più pallida idea di come fare. Dovrei seguire il mio intuito e quello che sento? O dovrei seguire la via più semplice che mi offre la morfologia del terreno? Sento solo il sole, l’odore di questa sabbia e posso solo camminare ad intuito perchè io so... ho solo sabbia davanti a me. Millioni di granelli, anzi miliardi di miliardi di granelli e tra questi devo trovare i miei. Non sarà facile, conoscendomi, chiedo molto a tutto e a tutti e non mi accontento finche non sono soddisfatto al 100%, senza contare che questa decisione me la porterò dietro a vita. Ok! Intuito dimmi dove devo andare!

Il ragazzo inizio a camminare a passo lento e indeciso, non tendeva le mani in avanti come sarebbe spontaneo fare, le teneva come in una camminata normale. Non sapeva dove stava andando e non sapeva neanche se era giusto o no, pensava e quando qualcosa non lo convinceva cambiava direzione ma nonostante ciò si capiva che si stava dirigendo a nord. Erano ore ormai che camminava e solo dopo un pò notò che non sentiva il suo sensei dall’inizio del viaggio e ciò lo spaventò. Si voltò di scatto ma non senti nulla, quindi con il volto tesò dal senso di paura e abbandono disse ad alta voce

Sensei lei è ancora qui con me vero? La prego risponda!

Il vecchio gli appoggiò delicatamente la mano sulla spalla, come farebbe un qualsiasi nonno al nipote che pareva gli avesse toccato l’anima, tranquilizzandolo all’instante. Tutta la paura svanì, infatti il ragazzo non sapeva come avrebbe fatto nel caso fosse stato solo perchè l’anziano era il suo punto di riferimento e su di lui aveva riposto tutta la sua fiducia con un fare talmente tanto naturale che neanche se n’era accorto. Immagino il viso del sensei con il sorriso che aveva davanti alla statua del tasso nella residenza del clan, sorrise a sua volta e disse

Mi scusi è che... nei mille miei pensieri non mi ero reso conto se lei era con me o no e quindi... Ora che so di poter contare su di lei sono più sicuro e posso concentrarmi sull’allenamento

Tranquillo ragazzo, io sono qui sotto la veste di tuo sensei, non posso di certo lasciarti solo in questo viaggio che è tutto ben che semplice, osservandoti infatti ho ripensato alle tue parole nella sede. Tu hai letto molti libri e dal tuo comportamento ho capito anche che ti piace molto ragionare o meglio... ti basi totalmente su di esso, possiamo dire che sei uno stratega nella tua vita, pianifichi molto e vivi la tua vita in base a ciò che ti capita riflettendoci su molto, non è cosi?

Si ha ragione, dai libri che ho letto ho capito che gli errori si commettono quando non si riflette, infatti chi perde in una guerra non è colui che ha meno forza ma colui che sfrutta meno la situazione. Noi siamo evoluti grazie alla nostra capacità di pensiero, siamo arrivati dove siamo grazie ad esso, creando utensili e imparando ad usare il chakra. Come mai questa domanda wakato-sensei?

Per il semplice motivo che stai sbagliando. Si è vero, pensare è importante e allenare la mente non può che fare bene ma...

Ma?!

Ma non tutto è razionale, non tutto è logico. Ci sono cose a questo mondo che non è possibile definire e che seguendo la tua mente non potrai mai capirle, bisogna viverle. So che forse ti sto sconvolgendo, ciò che dico va contro a ciò che hai pensato per tutti questi anni ma riflettiamo insieme, cosa possono essere queste “cose” che la mente non può capire?


Il ragazzo era immobile, fissava il nulla, ragionava. Non comprendeva come poteva capire quali fossero quelle cose che razionalmente non si potevano apprendere del tutto e soprattutto ragionando con la logica come potesse trovare cose inlogiche. Solo dopo un pò ci arrivò e si senti stupido per la prima volta nella sua vita, come gli era potuto sfuggire per tutto quel tempo?


L’amore... la felicità che mi da vedere un bambino giocare, ridere, scherzare... il legame con i miei genitori e il legame tra di loro, queste sono le “cose” non logiche. Ma non capisco cosa lei voglia intendere con tutto ciò?

Basiamoci sui tuoi libri, tu avrai sicuramente letto qualche storia su un eroe del passato o uno inventato, ebbene essi si avvalgono di due grandi fondamenti, la mente e il cuore. La prima non ti manca e fai bene ad usarla e dalle tue parole si capisce che hai anche un buon cuore.

Quindi in cos’è che sbaglio? Cosa devo fare per essere un brav’uomo, giusto, che voglia difendere gli altri senza essere per forza perfetto come un eroe?

Quello che ti manca è l’equilibrio ragazzo e non penso che sia completamente una novità per te. Sicuramente te ne sei accorto e sicuramente lo stai cercando, per superare questa tua prova e trovare la Tua sabbia devi trovare questo equilibrio, non sarà ancora perfetto ma ci sarà, li instabile ma ci sarà. Col tempo lo perfezionerai e raggiungerai i tuoi obbiettivi, ma partiamo con il primo passo. Si è fatta notte metti la mano sulla mia spalla e seguimi senza toglierti la benda, qui vicino conosco un oasi.

Passò mezz’ora e giunsero finalmente all’oasi, il sole stava tramontando e Hariken raccoglieva la legna per un fuoco nonostante fosse bendato, come in un esercizio e ne accesero un fuoco per sconfiggere in parte il freddo gelido della notte. Potevano bere e mangiarono un serpente catturato dal vecchio, anche se il ragazzo non sapeva cosa stesse mangiando non gli dispiaceva affatto, nel deserto per i nomadi era normale cibarsi di questi rettili anzi, sono considerati animali di carne pregiata.
Il ragazzo aveva l’opportunità di riflettere sulle sue azioni e sulle parole del sensei, si vedeva che il tempo lo aveva temprato e reso saggio, gli aveva dato un grosso aiuto e non poteva non sfruttare i consigli.


Il mio equilibrio... sembra facile a parole, come la luna stanotte... sembra tanto vicina ma puoi allungare la mano quanto vuoi, non la prenderai mai. Oggi ho pensato e ripensato ma nonostante ciò mi sentivo perso, sentivo in un certo senso di sbagliare direzione ma non ho trovato quella giusta... non la percepisco questa senzazione, non so come seguire il mio cuore! Vorrei avere solo in minima parte l’equilibrio degli eroi, da piccoli segni riescono a seguire il loro cuore e lo seguono con determinazione perchè sanno con certezza che è la cosa giusta. Forse... l’amore è follia, contrario della logica, dovrei seguire un pò della follia che è in me? Una follia che sia razionale? Che sia questo il mio equilibrio?...

Ponendosi quell’ultima domanda Hariken chiuse gli occhi già bendati per un sonno ristoratore. La mattina seguente si svegliarono all’alba, il vecchio disse al ragazzo di partire quando voleva proprio come il giorno precedente e Hariken annui. Il freddo della notte spariva dalle ossa dei due grazie al sole mattutino che stava sorgendo, il ragazzo alzò la testa come se con tale gesto i raggi penetrassero di più per riscaldarlo e intanto cercava di pensare di meno, di trovare quella follia in lui che quasi mai aveva ascoltato, si chiedeva se ne avesse ancora un pò, se i suoi pensieri sempre logici l’avessero delettata riconoscendola come nemica, poteva ancora seguire il suo cuore o no? Non lo sapeva.
Si incamminò dopo aver bevuto abbastanza acqua, cerco di lasciarsi andare ma per lui non era affatto facile come sarebbe stato forse per qualsiasi altro genin, camminarono e camminarono, senza una meta e senza una direzione certa tanto che se il giorno precedente andavano a nord, quella mattina erano diretti a sud ma il sensei era paziente, calmo e sereno forse sarà l’età, sarà la sua natura ma esso non mise nessuna fretta al ragazzo il quale dopo ore cadde a terra in ginocchio, la fatica si faceva sentire sotto quel caldo e le sue labbra erano secche. Prontamente Wakato-sensei gliele bagno con un pò d’acqua presa dall’oasi la mattina, aiuto Hariken a rialzarsi e lo lascio andare di nuovo per il suo viaggio, come un qualsiasi padre che aiuta il figlio nei primi passi.


Non è facile, è dura... non so cosa fare, non so dove andare, non lo sento il mio cuore!! Io non sono un eroe... io non... mamma, papà mi dispiace, io non sono forte come voi che siete riusciti a seguire le vostre follie. Senza saperlo penso di aver perso la mia, voglio diventare un difensore degli oppressi ma... non ne sono in grado... io mi arren-...


Qualcosa di leggero e lieve lo accarezzo, qualcosa che ormai gli era familiare, qualcosa che per lui era importante perchè gli ricordo il passato. Lo aveva accompagnato fin da piccolo, lo aveva accarezzato da sempre, invisibile a quasi tutti ma importante come pochi era sempre li per lui, cos’era? Il vento. Si era alzato di colpo e lo aveva percepito, mentre prima non ci aveva fatto caso, soffiava come se lo incoraggiase e finalmente un senso di calore parti dal cuore del ragazzo che finalmente aveva capito.

Vento... sei tu il mio equilibrio, sei tu la mia follia razionale. Come me tu ami la liberta, come me sai far sorridere un bambino mentre gioca con il suo aquilone, come me tu sai punire... Guidami tu finche non sarò in grado di guidarmi perchè io so di potermi fidare di te, non c’è una ragione logica so solo che posso.

Gli vennero in mente i momenti in cui si sedeva all’ombra su di un tetto coperto da un edificio più alto, chiudeva gli occhi e si lasciava coccolare da quella brezza delicata che lo trasportava in un altro mondo lontano da tutto e da tutti, in pace, solo lui e il vento. Decise di seguirlo e continuo, ora il passo era sicuro e la postura fiera, non importava quanto tempo sarebbe passato, lui lo avrebbe seguito finchè non si sarebbe sentito giunto a destinazione. La camminata continuo per tutto il giorno ad un passo un pò più veloce, la direzione variava a seconda del vento ma si poteva dire che si dirigevano più o meno a sud - sude est e quando il sole stava per tramontare, l’anziano fermo il ragazzo portandolo in un altra oasi per riposare, avrebbero continuato il giorno seguente perchè ormai era questione di poco immaginava.
Come la sera prima eseguirono la stessa routine, Hariken alla legna e l’anziano alla ricerca del cibo, anche stasera serpente alla brace. Mangiarono e si disetarono per bene, era importante ricaricarsi sia di proteine che di liquidi a causa del clima caldo e secco del deserto ed a fine pranzo il ragazzo ne approfitò per fare una domanda a Wakato-sensei.


Scusi ma ho notato che conosce bene il deserto, immagino che lei lo conosca grazie ad anni di viaggi o lo conosce perchè non sono il primo che allena?


Si lo conosco bene... grandi shinobi hanno fatto il tuo stesso viaggio alla ricerca della loro sabbia e ovviamente tu non sei il mio primo allievo. Molti sono passati e meno ne sono rimasti, ragazzo la via dello shinobi è la più dura, si rischia la vita per ideali ed è fondamentale che tali ideali siano inossidabili dal tempo perchè in caso contrario dovresti sperare di averne ancora per uscirne. La tua vita sarà piena di odio e dolore perchè questo tu hai scelto, lo hai scelto per togliere ciò a semplici cittadini, per difendere un villaggio con donne e bambini indifesi o per andare a salvare gente di altri villaggi meno grandi ma... lo potresti fare anche per motivi non nobili, sei tu a scegliere la via che preferisci ma sappi che è ciò lo hai scelto tu.

Ha ragione, cosi ho scelto e avvolte ho avuto paura, altre volte invece mi sono sentito inferiore a questo compito ma... nonostante ciò sono ancora qui. La via dello shinobi è dura, forse da solo potrei non riuscirci ma io avrò la mia sabbia con me, avrò il mio arco e chi lo sa, percorrerò questo viaggio con qualcun altro che mi darà forza. Non lo faccio per la mia famiglia, non lo faccio per la mia gente, lo faccio per tutti perchè questo è ciò che mi sento di fare... sono felice che sia lei a guidarmi, vorrei essere anche solo un granello di sabbia del grande deserto di saggezza che è lei... Buonanotte.

Detto ciò Hariken andò a dormire e cosi fece anche il sensei poco dopo. Si svegliarono ancora prima della mattina precedente, il ragazzo era carico e ormai si era abituato a stare bendato dopo due giorni. Parti subito e anche oggi seguiva il vento, ad ogni cambiamento cambiava anche lui direzione, lo sapeva che erano venti diversi ma lui li avrebbe seguiti col cuore, prima o poi sarebbe giunto e lo sapeva, ne era convinto al 100%. Il morale era alto e il passo costante, ciò aiuto molto e infatti in pieno pomeriggio qualcosa stava cambiando. I suoi altri quattro sensi erano migliorati per compensare la vista, sentiva il terreno mutato, sentiva un rumore in sottofondo e il vento leggermente meno caldo, inoltre l’olfatto percepiva un odore di sabbia differente, molto diverso da quello che aveva percepito negli ultimi due giorni. Qualcosa dentro gli diceva di fermarsi, gli diceva che aveva camminato abbastanza e che non serviva andare oltre e che la follia poteva cessare.
Alzo il braccio sinistro verso il volto, prese la benda con le dita e se la strappo via, finalmente.
Non vedeva niente, il sole era troppo forte per lui a causa dei quasi tre giorni bendato quindi, istintivamente, si copri gli occhi con le mani e solo una volta che si erano abituati li riaprì per poi rimanere a bocca aperta. Erano passati tra due muri di roccia alti 30 metri, dopo la quale vi era una spiaggia bianchissima, erano al mare di Suna, un mare con il fondale bianco e con l’acqua limpida che rifletteva la luce lontanza, era fantastico. Hariken era per la prima volta al mare, era felice di poter vedere quella meraviglia, infatti era reso tutto più bello da quelle pareti di roccia che stavano dietro la piccola spiaggia bianca che aveva la forma di una mezza luna, non sapeva che pensare e non sapeva che dire quindi chiese a bocca aperta mentre il vento gli accarezzava il volto e gli spettinava i capelli.

Questa è la mia sabbia?

 
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shiroutora
view post Posted on 1/4/2012, 16:30     +1   -1




Il viaggio era stato lungo e aveva portato i due ninja ad attraversare in lungo e largo l'infinito deserto del paese del vento, accompagnandoli poi, sotto la guida di un vento che soffiava imponente verso sud-ovest, alle spiagge di sabbia bianca, unico sbocco sul mare di quella terra arida.
Hariken si fermò, poggiando i piedi su una finissima distesa di sabbia che, incorniciata da una alta parete rocciosa, accoglieva nel suo grembo, incurvandosi a mezzaluna, le salate acque del mare, come una amorevole madre. Sfilò la benda dagli occhi con un gesto lento e si guardò intorno, cercando di capire dove il cammino lo avesse condotto.
Wakato si fermò alle sue spalle, qualche passo più indietro, sorridendo soddisfatto dei progressi fatti dal suo allievo: non aveva ancora imparato le tecniche ma quella parte dell'allenamento era stata comunque importante per la sua crescita interiore e lo sviluppo della sua personalità.


Wakato - Siamo arrivati a quanto pare, ecco la tua sabbia, è proprio sotto i tuoi piedi.

Compose velocemente dei jutsu e della morbida roccia, malleabile come argilla, si concentrò al centro delle sue due mani, aperte e con i palmi rivolti una verso l'altra, e assunse prima la forma di un grossi disco, per poi curvarsi e solidificarsi, diventando un vassoio in pietra dal diametro di circa un metro. Lo riempì con gesti lenti, stando attento a non rovesciarne nemmeno un granello di quella pura sabbia color avorio e quando ebbe creato una cunetta di sabbia, tanta quanta ne sarebbe servita al genin, si spostò di qualche passo, invitando il ragazzo a sedersi.

Wakato - Probabilmente vorrai riposarti, ma credo che per il momento ci convenga proseguire con l'allenamento. Quella che hai davanti è la tua sabbia: ti sarà compagna per tutta la tua vita e, mestamente, accetterà ciò che le ordinerai di fare come una serva fedele. Proprio per questo è necessario creare un legame particolare fra te e essa. Inserisci le mani all'interno della sabbia, ricoprendole fino ai polsi, quindi rilascia in modo lento, ma costante, il tuo chakra, avvolgendo completamente la tua futura alleata. Dovrai procedere per ventiquattro ore, senza staccare le mani dalla sabbia. Alla fine dell'allenamento essa ti riconoscerà e reagirà ai tuoi stimoli.

Proprio come la polvere di ferro, che se caricata negativamente avverte l'attrazione da parte di un polo positivo, così la sabbia, assorbito il chakra del giovane ninja, sarebbe stata sua compagna per sempre.
Wakato, dal canto suo, si voltò e, alzando le mani al cielo, plasmò una grande quantità di sabbia, creando una piccola abitazione rotondeggiante molto simile a quelle di Suna, dove andò a rifugiarsi dalla calura ardente del sole.


Bene: perdona il ritardo. Procedi pure con l'allenamento, sempre se vuoi: hai liberta di azione come sempre. Ruola il tutto come preferisci, ma fermati alle 4 di notte circa in caso tu scelga di ascoltare le parole di Wakato. In poche parole non far sorgere il sole :D Ti confido comunque che, nonostante il problema sorto dall'avere usato Wakato, di cui abbiamo parlato su msn e che tralascio ai fini della valutazione, hai fatto un post davvero magnifico, continua così e complimenti :D
 
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Nine Fire
view post Posted on 1/4/2012, 21:24     +1   -1




Questa... questa è la mia sabbia... Cosi candida e pura. Tu sarai la mia compagna? Tu mi proteggerai da ogni attacco di qualciasi nemico? Tu mi aiuterai a difendere chiunque ne abbia bisogno?... Ancora non riesco a crederci, sei diversa da qualsiasi sabbia che io abbia mai visto e più ti guardo e più penso che sia stata tu a scegliermi e non il contrario. Da quando ho messo il mio primo piede qui è come se tu fossi riuscita a comunicare con la mia anima, ad urlarmi “fermati, sei finalmente arrivato da me.” Finalmente ti ho trovato amica mia.

Questo penso Hariken dopo le prime parole del suo maestro, era felice, commosso direi. Non si aspettava di trovare una sabbia cosi particolare e ripensando alle parole del suo sensei, non poteva non pensare al fatto che se la sua anima era in sintonia con quella sabbia forse anche lui era unico. I suoi gli dicevano sempre che era speciale, non per un potere che possedeva e neanche per una grande inteligenza ma semplicemente perchè possedeva un gran cuore, per i sentimenti che poteva provare vedendo la tristezza altrui come per quando li vedeva felici. Hariken aveva una capacità semplice ma che la gente sembrava aver dimenticato, provare sentimenti senza reprimerli, seguire quel cuore senza doverlo chiudere in una cassaforte per schiocchi ideali.
Il vecchio gli spiegò come creare un legame con la sabbia, ovvero doveva inserire le mani completamente nella sabbia ed immettere in quest’ultima il proprio chakra lentamente e con flusso costante per ventiquattro ore. Non sarebbe stato facile perchè serviva molta concentrazione per mantere costante il flusso, il quale doveva essere regolato in modo da poter durare per tutte quelle ore cercando però di non infondere una quantità insufficente di chakra. Il sensei aveva già preparato in precedenza una piatto di pietra su cui depose la sabbia, probabilmente era un modo per dividere la sabbia da chakrare da tutta quella presente sulla spiaggia, una spece di isolante possiamo dire, inoltre Wakato-sensei si era anche costruito un edificio di sabbia, tipico di suna, probabilmente per potersi riposare un pò dopo quel viaggio che ad una certa età deve farsi sentire molto di più rispetto alla resistenza di un corpo cosi giovane.
Hariken inseri le sue mani in quella sabbia, era fine, probabimente si era formata grazie alla forza levigatrice delle onde sui fondali bianchi di quel mare, aveva già letto qualcosa al riguardo sui suoi libri, come al solito. Sentiva la sabbia scivolare sulla sua pelle, dolce e delicata, era inebriante quella sensazione che gli rilassava la mente, permettendogli di concentrarsi e iniziare quella specie di rituale sacro tra l’uomo e la sabbia. Il chakra scorreva lento ma non ancora costante, stava regolando la giusta quantità di flusso e ciò non era facile come parlarne, difatti ci vollè un pò prima ti trovare la giusta quantità e una volta che pensò di aver raggiunto questo obbiettivo riusci a instaurare un flusso lento e costante. La sabbia sembra più luminosa, come se il chakra del ragazzo la illuminasse, era una luce che aumentava di intensità e diminuiva sempre quest’ultima con un ritmo costante, era come fosse il battito del ragazzo trasmesso alla sabbia, stavano comunicando?

Wow è come se una parte di me sia passata a te... il sensei ha detto che sarai la mia “serva fedele” per tutta la mia vita beh... non voglio. Non sarai la mia serva, voglio che tu diventi un amica, voglio che tu sia con me nei momenti bui e difficili, voglio poter contare su di te non perchè devi ma perchè vuoi... sembrera strano che io ti dica questo ma... ascolta il mio cuore e cerca di comprendermi.

Stava parlando con la sabbia, lo stava facendo veramente. Sentiva un collegamento e pensava che se dovevano trascorrere la vita insieme doveva non solo poterla controllare come un oggetto, no non bastava, doveva avere un rapporto cosi avrebbe sempre saputo di poter contare su di essa in ogni luogo, in ogni momento. Ciò lo avrebbe reso più forte psicologicamente, sarebbe servito per rimanere lucido nei momenti biu, cosa sulla quale si basa tutto il suo sistema di combattimento anche perchè, come poteva inventarsi una strategia se non riusciva a pensare nient’altro che alla possibilità di poter morire, di poter recare dolore a tutte le persone che hanno legato con lui, di poterle perderle?! Ecco perchè voleva la sabbia amica ed ecco perchè non gli stava infondendo solo il suo chakra ma anche i suoi sentimenti, i suoi ricordi, la sua vita.

Ti racconto di me? Beh cosa posso dirti... mia madre è una sarta, ha una gran fantasia ed è lei a vestirmi con i suoi abiti che fa molto volentieri per me, non so mai dirgli di no ma comunque il suo stile non mi dispiace, lo trovo elegante ma strano e ciò mi aggrada. Sai lei è sempre calma, è capace di diffonderti la sua quiete senza che tu te ne possa accorgere e quindi è difficile non sentire un senso di appartenenza con lei. Legge molto e penso di aver ereditato questa sua caratteristica, mi piace parlare con lei dei libri che abbiamo sfogliato e magari aprire dei dibattiti sugli autori, è una cosa unica tra me e lei che nessun’altro può avere... Cosa pensa di me? Dice sempre che sono un ragazzo dolce e premuroso perchè penso molto agli altri, avvolte mi rimprovera perchè cosi facendo mi dimentico di me stesso ahahahah Sono fortunato, mi vuole molto bene e non tutti hanno questa fortuna *sorrise* Mio padre è diverso da mia madre invece Ahahah Non legge e non ha grande fantasia, il suo punto forte è la simpatia, c’è chi dice che sia una forma di inteligenza differente ma in ogni caso penso di aver ereditato anche il suo umor Ahahah Le sue battute sono importanti nella nostra famiglia, allegeriscono sempre la tensione e ci divertiamo, cosi facendo ha reso la famiglia molto unita. Mio padre è anche molto generoso con chi ne ha bisogno, è un maccelaio e possiede una macceleria, gli affari vanno bene perchè mio padre ha un buon prezzo ed una qualità d’eccelenza, ma nonostante ciò non ci pensa due volte a donare un pezzo di carne ad un prezzo, che non servirebbe neanche a coprire le spese, alle famiglie che di carne non si potrebbero permettere neanche l’osso. Sono fiero di lui, sono fiero di entrambi e se oggi sono qui, come tu mi puoi notare, lo devo a loro... mi hanno cresciuto trasmettendomi solo il meglio di loro, i miei lati negativi li avrò creati da solo, i miei errori li farò perchè sono stato io a sbagliare ma... loro mi hanno dato i mezzi per rimediare.

Ormai era notte, il sole era già tramontato da un pò ma c’era luce grazie alla sabbia cosi bianca che rifletteva il dono di quella luna piena splendente nel mantello blu scuro della notte stellata. Si alzò un venticiello leggero che faceva danzare i ciuffi del ragazzo, la sabbia su quel piatto di pietra, prima rovente ed ora sempre più freddo, non volava via, probabilmente per il chakra del ragazzo che lo ancorava in quel luogo. La temperatura scendeva, come era tipico nel deserto, ma essendo vicino al mare con correnti calde il clima non era cosi impossibile e Hariken poteva resistere al freddo. All’inizio in realta il ragazzo non se n’era neanche accorto, era troppo emozionante quel momento per percepire il senso di freddo, ma una volta che incomincio a sentirlo dovette stringere i denti per resistere.

Forse adesso vorrai conoscere qualcosa su di me immagino... Beh sono un ragazzo che legge molto, mi piace conoscere, penso che la conoscenza insieme alla riflessione possano rendere saggia una persona. Mi piace scherzare, mi viene naturale proprio a causa di mio padre Ahahah Anche se spesso le nostre battute fanno pena, ma ci divertiamo Ahahah ... Sono uno shinobi di Suna, ho scelto di combattere per le persone che hanno bisogno di me, che le conosca o no, voglio che la gente si senta al sicuro, che possano vivere la loro vita senza temere la morte dietro l’angolo, voglio poter salvare le persone che la stanno rischiando senza motivi validi a causa di persone o organizzazioni che vogliono solo recare dolore a questo mondo per fini propri, senza pensare agli altri. Non voglio essere considerato un eroe come si può pensare, voglio solo essere un prottetore, come un padre o una madre difendono i loro figli cosi io voglio difendere gli innocenti. So che dovrò combattere molto per i miei ideali ma non mollerò, perchè i miei mi hanno insegnato a seguire il mio cuore, non importa quante difficolta dovrò affrontare, quante delusioni o quanto dolore feriranno il mio animo, io lotterò perchè ho gli strumenti per lottare! Capisci? Io posso e devo farlo al posto di chi non può da solo... E per falo ho bisogno di te al mio fianco come amica. Ti prometto che non te ne pentirai, ti prometto che cercherò di essere l’essere più giusto che tu possa conoscere perchè è ciò che voglio essere... vivi e lotta con me amica mia, andiamo insieme in un viaggio senza confini...

Ormai era notte fonda e il ragazzo gli stava raccontando la sua vita, fino ad allora semplice ma che presto sarebbe diventata bene più complessa. Il ragazzo ogni giorno da quell’esame si vedeva aprire davanti a se una porta, quella porta era la vera vita di uno shinobi. Una volta entrato, una volta superato quell’uscio, avrebbe visto il dolore della vita reale, la sofferenza delle vittime che tanto teme e che prima o poi avrebbe dovuto affrontare, sapeva che lo avrebbe cambiato, non sarebbe più stato come prima ma, l’avrebbe superato, ogni dolore lo avrebbe abbattuto perchè lo doveva fare per proteggere tante altre persone, per essere parte anche se minima di un eroe. Lui doveva morire e risorgere da ciò che restava del suo essere, proprio come la sua creatura leggendaria preferita.

Io sarò la Fenice di Sabbia....

CITAZIONE
Stm = 73 - 3.6 = 69.4



Edited by Nine Fire - 1/4/2012, 23:12
 
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shiroutora
view post Posted on 5/4/2012, 14:15     +1   -1




La notte e le onde del mare cullavano la mente del giovane Hariken, che doveva continuare a mantenere la concentrazione nonostante l'ora fosse ormai tarda e le giornate precedenti di costante cammino fossero state tutt'altro che tranquille. Dall'edificio in sabbia eretto da Wakato proveniva un russare leggero e periodico, segno che l'anziano saggio dormiva ormai profondamente: era stupefacente come, nonostante il sonno, l'anziano riuscisse a controllare la sabbia e impedirle di perdere la sua compattezza. Era evidente che si trattasse di un grande ninja.
Il giovane genin osservava la sabbia candida, luminosa grazie al suo chakra che la attraversava di continuo, rendendola fluorescente nella notte e illuminando il viso del genin di un bianco perlaceo, quando un rumore fra i piccoli cespugli alle sue spalle, attirò la sua attenzione.
Una volpe del deserto, intravisto il bagliore da lontano, si avvicinò con aria curiosa, iniziando ad annusare la stana sabbia brillante. Di certo non aveva un'aria minacciosa e le sue intenzioni non erano di certo pericolose, ma se il giovane genin non fosse riuscito a metterla in fuga o attirare la sua attenzione, avrebbe potuto interagire con la sabbia, rompendo la connessione che il ninja stava, con fatica, cercando di creare.


Buon post :D Naturalmente niente chakra e niente mani. Inventa qualcosa o in caso tu non sappia cosa fare puoi sempre chiamare il maestro. Per sapere come sono fatte le volpi del deserto, cerca su google, ti darà una mano :D
 
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Nine Fire
view post Posted on 5/4/2012, 22:14     +1   -1




Hariken stava instaurando un rapporto con la sua sabbia più unica che rara, un rapporto di amicizia che sarebbe durato per tutta la sua vita, avrebbe sempre potuto contare su questa sua amica. Era notte fonda, il silenzio avrebbe regnato su quella spiaggia se non fosse stato per il dolce rumore delle onde che si perdono sulla spiaggia contrapposto dal forte russare di Wakato-sensei, infatti il vecchio nonostante lo stato di incoscenza riusciva a controllare la forma della sabbia ad un livello strabiliante. Il ragazzo si chiedeva se anche lui in un futuro avrebbe avuto un allievo, se anche lui sarebbe arrivato a quell’età nonostante la vita difficoltosa piena di pericoli che avrebbe vissuto, inoltre con i suoi ideali sarebbe andato probabilmente contro a qualche pezzo grosso del villaggio, non tutti sono come lui e se ne rendeva conto, lo sapeva da sempre. Avere allievi significava essere grandi ninja, sarà già difficile raggiungere un tale livello ma sa di poterlo raggiungere, lui vale dopotutto, ma quello che lo preoccupava era l’ideale che avrebbe trasmesso hai suoi futuri allievi, doveva trasmettere l’ideologia di un paladino o cosa? Non poteva non rifletterci parlando alla sua sabbia.

Io penso che bisogna fare sempre la cosa giusta, ma non a nostro favore ma per gli altri. Ormai penso che tu abbia capito cosa io voglia, non voglio essere ripetitivo, ma in un futuro se avrò allievi che devo fare? Forse è troppo presto per pensarci, decisamente, ma me lo stavo chiedendo e forse posso già darmi uan risposta... Io adesso cosa vorrei dal mio sensei? Vorrei veramente che mi assilasse con i suoi ideali? Vorrei davvero essere plasmato da qualcun’altro o preferirei essere me stesso?... Credo che non mi piacerebbe essere modellato dagl’altri, credo che gli insegnerò cosa è giusto e cos’è sbagliato e li lascerò scegliere quale via scegliere tra il bene e il male, perchè è la cosa migliore da fare, si è cosi.

In quel momento la sua attenzione venne attirata da un rumore da dietro dei cespugni, qualcosa stava uscendo dalla sabbia. Il ragazzo si allarmò, pensava di poter essere in pericolo a causa di un coyote o chissa che creatura, era notte ed era indifeso li immobile con le mani nella sabbia, non poteva estrarle o tutto il lavoro e il tempo sarebbero stati inutili, inoltre avrebbe dovuto rincominciare da capo ma non poteva fare a meno di tremare leggermente per la preocupazione. Il cespuglio si mosse e due orecchiette sbucarono seguite dal musetto, un Fennec ovvero, una volpe del deserto. Essi sono animali molto timidi ma allo stesso tempo molto curiosi, erano rari da vedere perchè tendono a scappare alla prima vista di un essere umano, anche se sono addomensticabili, infatti queste volpi del deserto sono molto affettuose e sempre piene di energia, molto amati dai bambini per il loro stato costante di quiete, mai aggressivi neanche con gli sconosciuti.
La volpe difronte al ragazzo era un cucciolo, buffa nei movimenti e curiosa nel fare, probabilmente per questo si era avvicinata tanto attirata dal piatto luminoso di sabbia bianca innondata da ore di chakra.


Mmmh... un Fennec, sono carini e simpatici, da piccolo ne volevo uno ma i miei non volevano pff! Purtroppo avevano ragione, un animale selvatico doveva rimanere nel suo abitat almeno che non sia un cucciolo abbandonato da sua madre, ma non ne trovai mai uno. Da quanto avevo letto sono sempre in gruppi da dieci di solito, questo è un cucciolo e si sarà perso o si sarà allontanato dalla madre... cavoli se si avvicina troppo alla sabbia potrebbe rovinare il “rituale” Aaaaah

Dai bello susu, torna da mamma vai! Eddaiiii!

Non ne vuole saperne, continua ad avvicinarsi! Non posso usare ne le mani ne il chakra dannazione! Pensa pensa pensa... si ciba di insetti e rettili... sono curiosi soprattuto da cuccioli... cosa’altro? Ah si scappano attraverso dei tunnel che scavano nella sabbia. Tutto ciò a cosa può essermi utile? Mmmmh non riesco a capire come fare senza usare le mie mani, se gli urlo contro essendo un cucciolo dovrebbe spaventarsi o invece ignorarmi, devo fare qualcosa di ben più sicuro perchè basterebbe un attimo per rovinarmi tutto... insetti, gallerie, fuga. Ci sono.

Il ragazzo stava pensando ad una strategia per allontanare la volpe e finalmente ci arrivò. Era appoggiato con le ginocchia sulla sabbia con le mani appogiate nel piatto di sabbia, quindi cambio posizione sedendosi su un fianco stando attento alle mani e al chakra, dopo di che si morse il bottone più vicino al viso che aveva sulla tunica che gli aveva fatto la madre con il pensiero rivolto a lei*perdonami mamma, me ne dovrai cucire un altro*. Tirandolo a se lo strappò e lo sputo a una trentina di centimetri dalle sue gambe, doveva attirare il cucciolo che vedendo il bottone nero avrebbe dovuto scambiarlo per un insetto, il piano purtroppo non gli piaceva ma non aveva altra scelta, in ogni caso la volpe non si sarebbe sentita felice infatti, una volta che si sarebbe avvicinata abbastanza gli avrebbe dato un calcio per spaventarla e avrebbe fatto dei versi minacciosi, con due messaggi chiari cosi anche un cucciolo avrebbe dovuto capire che era un ambiente pericoloso e sarebbe dovuto fuggire.

Mi sento un pò una merda a fare ciò ma... è troppo importante la sabbia ed infondo ho solo spaventato un cucciolo per allontanarlo, ma mi sento comunque colpevole. Uff! Mi spiace piccola Fennec... dovrò anche beccarmi mia madre per il rimproverò, ma dovrebbe capirmi, infondo ora ho sedici anni e mi considererà più maturo. Era una notte cosi bella, con la luna, il mare con la sua brezza, la sabbia della mia vita e si è rovinato tutto con una povera volpina... va beh, infondo l’importante sei tu sabbia, finiamo questo legame!
 
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shiroutora
view post Posted on 12/4/2012, 23:30     +1   -1




Il fennec, così vengono chiamate quelle piccole volpi del deserto dalle grandi orecchie e dal pelo color sabbia, si era avvicinato incuriosito all'imponente, almeno rispetto alle sue dimenzioni, cumulo di sabbia emanante quella strana luce brillante che lo aveva distratto dalla sua consueta battuta di caccia notturna: qualche lucertola fra quelle rocce avrebbe dovuto essere davvero grata al genin.
La notte era silenziosa e tranquilla e la risacca cullava con il suo periodico ondeggiare il sonno delle creature che tanto avevano lavorato quella giornata, quando improvvisamente il tonfo sordo di quello che sembrava uno scarafaggio o un qualche altro insetto volante attirò l'attenzione del predatore dagli occhi scuri, allarmando le sue orecchie, che tremolarono leggermente stimolate dal suono. In pochi secondi si lanciò sulla preda, pregustando già il dolce sapore di quel piccolo animaletto e afferrandolo con gli affilati, se pur piccoli, canini, capitolò qualche centimetro più avanti, pronto ad addentare il suo lauto pasto. Si accorse però, suo malgrado, che non si trattava affatto di uno scarafaggio: era qualcosa di freddo e duro, impossibile da rompere per i suoi denti e di certo dal gusto pessimo. Realizzato che non avrebbe potuto mangiare quel piccolo oggetto nero alzò lo sguardo e notò la presenza del genin, di cui prima non si era accortò. Piegò la testa lateralmente con fare incuriosito e incrociò lo sguardo con il suo: non sembrava pericoloso quel ragazzo che, seduto com'era, nonostante lo fissasse, sembrava molto tranquillo.
Lentamente e con prudenza la piccola volpe del deserto si avvicinò al ragazzo, fermandosi di tanto in tanto durante il tragitto per assicurarsi che le intenzioni del ragazzo non fossero cambiate. Quando gli fu abbastanza vicino indugiò un attimo, quindi sfregò la testa pelosa contro la gamba del genin, desideroso di coccole e si arrampicò sulla sua coscia fino ad appallottolarsi fra le sue gambe, dove adagiò delicatamente il bottone, quasi avesse capito che il ragazzo ne era il proprietario.

* * *



La notte passò placida e un ardente sole estivo fece capolino all'orizzonte, nascendo da un mare che anche quella notte non era riuscito a spegnerlo. Con i suoi dolci raggi accarezzò il viso di Hariken, ormai spossato dalla lunga notte insonne e illuminò l'ampia spiaggia in cui il gruppetto aveva deciso di stanziare per qualche giorno, risvegliando le creature che la abitavano. L'anziano si svegliò di buon mattino e quando uscì dall'edificio usato come rifugio, esso si sgretolò alle sue spalle, come un castello di carte colpito dal vento. Si fermò davanti al giovane, osservando la piccola volpe appollaiata fra le sue gambe che si era ormai addormentata da un po'.

Wakato - Noto che hai trovato compagnia durante la notte. Almeno questo ti ha aiutato a non arrenderti alla stanchezza.

Si avvicinò alla sabbia impregnata di chakra e la squadrò con i suoi occhi vispi.

Wakato - Stai andando bene, potrebbe volerci meno del previsto. Continuà così, io ti procuro un pesce da mettere sotto i denti, visto che non mangi da ventiquattro ore. Sarò di ritorno per quando avrai finito l'allenamento.

L'anziano ninja si voltò quindi, dirigendosi verso il mare, ma quando i suoi piedi stavano per toccare la fredda acqua mattutina, la sabbia si accumulò sotto le sue piante, impedendo ai suoi calzari di bagnarsi. L'anziano proseguì quindi la sua passeggiata fluttuando fra i flutti, allontanandosi dalla riva in cerca di buon pesce.
Tornò qualche ora dopo con tre grosse sogliole e, dopo averle preparate per bene e cotte a puntino su una piastra fatta interamente di roccia molto sottile, invitò il giovane a sedersi con lui, per consumare il pasto.


Wakato - Credo che possa bastare: la sabbia è ormai pronta. Prova a sollevarla, dalle la forma che preferisci e siediti qui con me per consumare il pasto. Controllare quella non sarà un problema, ma quando avrai recuperato le forze dovrai riuscire a sfruttare la tua sabbia per controllarne altra, aumentando le tue capacità offensive, ma soprattutto difensive, a dismisura.


Sollevi la sabbia senza problemi, tranne se vuoi fare aderire i granelli al mantello... In quel caso cerca di ruolare la cosa come si deve... Di certo è più semplice creare una semplice ampolla :D Per il resto niente da dire. Anche questo post di transizione, poichè hai ottenuto il controllo della sabbia e hai anche trovato un buon amico: ciò si traduce in un bel po' di emozioni efatti da ruolare xD Se vuoi puoi riposare. Finisci il post con il sensei che ti chiama per proseguire l'allenamento.
 
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Nine Fire
view post Posted on 13/4/2012, 19:26     +1   -1




La piccola volpe vide il bottone, per fortuna Hariken aveva mirato abbastanza vicino ed era riuscito nel suo intento, il fennec si buttò sul finto insetto cercando di mangiarlo ma si rese presto conto che si trattava probabilmente di un oggetto umano e non un saporito insetto del deserto. In quel momento si accorse che non era solo, notando che vi era un umano oltre che al finto insetto e al piatto di sabbia brillante, essendo curiosa come è nella sua natura, con prudenza si avvicinò. Hariken quando vide la volpe non riusci a tirargli il colpo che aveva premeditato, era solo un cucciolo e inoltre gli faceva troppa tenerezza per poter infierire in quel momento quindi lo lasciò avvicinare mentre lui si metteva comodo incrociando le gambe che poi diventarono una comoda culla per la piccola volpe. Era incredibile con quanta tranquillità rimase li ferma a fissare la sabbia, ogni tanto si girava verso il ragazzo con il suo dolce musetto per osservarlo ed esso ricambiava sempre con un dolce sorriso perchè non gli dispiaceva quell’improvvisa compagnia che alleggeriva la durezza di quel allenamento.
Dopo qualche ora il giovane ragazzo dai capelli candidi era ancora sveglio ma visibilmente affaticato, erano svariate le ore ormai trascorse come la quantità di chakra immessa in quella sabbia d’avorio, il cucciolo era addormentato già da un pò di tempo, ancora tra le gambe del ragazzo ma per fortuna qualcuno si era svegliato, Wakato-sensei il quale rassicurò il ragazzo sul buon risultato che stava ottenendo e inoltre gli disse che sarebbe andato a prendere un pò di pesce mentre lui ultimava il rituale con i suoi granelli.

Pesce? Fresco?? Chissà com’è... A Suna l’unico pesce che ho mangiato era quello sotto sale ma non è il massimo, dicono che il pesce appena pescato sia qualcosa di unico che può piacere molto o può disgustare... inoltre ho letto che c’è una varietà enorme di pesce ed ognuno ha il suo sapore. Chissà come farà il sensei a pescarlo, io sapevo che servivano canne da pesca o reti, un altra possibilità era immegersi in acqua e cercare di catturarli con una specie di lancia subacquea però noi non abbiamo niente del genere. Bah saprà come fare e io finalmente potrò assaporare i gusti che il mare offre.

Per un Sunese che non era mai uscito dal villaggio era una novità assoluta mangiare pesce fresco, anche perchè il caldo torrido del deserto non ne consentiva un trasporto adeguato per la sua conservazione, dunque dovevano sempre salarlo per il trasporto.
Dopo qualche oretta il sensei torno con tre pesci che assomigliavano a una specie chiamata sogliola, esso lo aveva visto disegnato su un libro che parlava del mare e del popolo che lo abitava, anche se non pensava che potessero essere cosi grosse. Il sensei le cucinò in un altro piatto di pietra ma questa ben più sottile di quella sulla quale vi era deposta la sabbia d’avorio, intanto si alzò un venticello che spinse l’odore del pesce verso il ragazzo e la volpe, Hariken non mangiava da ore e sentire quel profumo gli provocò un brontolio nello stomaco, batteva cassa e voleva essere pagato con pesce fresco cotto alla piastra e per la fortuna del ragazzo il sensei gli disse che poteva finalmente mangiare. Il ragazzo tirò fuori le mani dalla sabbia, finalmente sentì il vento accarezzargli la pelle e notò che, nonostante non avesse più un legame fisico con la sabbia, la percepiva, la sentiva accanto a lui come se fosse una parte del corpo, un estensione di se stesso. Decise di provare a modellarla in modo da mettersi alla prova, prese come esempio il suo piccolo compagno che nel frattempo era comodo fra le sue gambe, cercò di riprodurlo, il controllo della sabbia non era ancora tanto naturale ma un giorno lo sarebbe stato. Finalmente dopo un pò di tentativi riusci nel suo obbiettivo, era li davanti a lui un clone di sabbia quasi come il suo piccolo amico, non era perfetto ma non poteva chiedere subito la luna. Cercò di riprodurre un animazione da quella momentanea statua statica, veniva verso di lui o meglio verso il cucciolo accarezzandogli il viso con il muso di sabbia, la piccola volpe si svegliò e guardò incuriosità il clone di sabbia, la annusò cercando di capire chi e cosa fosse. Hariken nel vedere quella scena non riuscì a trattenersi che si mise a ridere e la volpe di sabbia tornò ad essere un mucchietto bianco sorprendendo l’originale che fece un balzo all’indietro. Hariken la prese in braccio e si alzo, notò che era un maschietto e decise che era giunto il momento di dargli un nome ma prima, doveva trovare un modo per trasportare la sua sabbia, poteva fare come tutti quelli del suo clan ovvero con una giara dietro la schiena creata con la sabbia stessa ma Hariken voleva essere unico nel suo genere, forse aveva preso da sua madre ma non gli importava, non voleva essere una persona comune che si adatta a regole insensate di nessuna utilità, lui era diverso e lo avrebbe mostrato con le sue scelte, con i suoi cambiamenti, con le sue guerre personali. Alzo la sabbia in aria e la fissò pensieroso.

Bene pensiamo come la voglio trasportare... come una giara no, troppo tradizionale. Come un animale di sabbia nemmeno, mi occorrerebbe troppa concentrazione e troppo chakra per regolarlo... I protagonisti dei miei libri sono sempre vestiti con protezioni coperte da una tunica elegante che trasmette il loro carisma e la loro bonta d’animo attraverso la visione della loro persona... potrei fare come loro infondo ma creare una tunica e gestirla non sarebbe tanto diverso dal creare un animale sabbioso... potrei appogiarlo su questa mia tunica, non dovrei gestire la forma ma solo appogiarla... si può fare! Vediamo se cosi...

Il ragazzo attirò la sabbia sulla sua tunica e la ancorò ad essa con del chakra, la sabbia come se attratta da un campo di forza rimase incollata ad essa e Hariken capì che avrebbe solo dovuto aggiungere un pò di chakra ogni tanto perchè la sabbia era come se di nutrisse dell’energia rilasciata. La tunica diventò totalmente bianca e luminosa come l’avorio sotto i raggi accecanti di quel sole che ormai aveva superato la metà del suo ciclo diurno, ma la sua stabilità era ancora compromessa, ogni tanto una parte della sabbia cadeva e la doveva recuperarla. Dopo 10 minuti di tentativi, Hariken riusci a regolare il chakra in modo uniforme su tutto il tessuto e la sabbia mise di cedere, inoltre riuscì a comprendere il funzionamento di tale meccanismo ovvero doveva aggiungere il chakra prima del livello minimo di chakra al di sotto della quale la sabbia sarebbe ceduta alla forza di gravità.
Finalmente poteva mangiare, quindi si avvicinò seguito dalla volpe a cui doveva ancora dare un nome. Diede uno dei tre pesci proprio al Fennec e uno se lo divorò da solo in poco, aveva veramente fame e non riuscì a trattenersi, in realtà era probabilmente la prima volta che mangiava dopo cosi tanto tempo. Finito il pranzo pensò a che nome poteva dare al piccolo animaletto che sembrava essersi affezionato ad Hariken.


Come ti posso chiamare vediamo... Sei un maschietto e mi serve un nome corto e veloce per ricordarmelo e per richiamarti subito, inoltre voglio che tu abbia un nome che ti leghi a me e che sia anche figo ahahah Mmmh.... Kaze? Adoro il vento, ma mi ricorderesti sempre il mio capo “assoluto”... cos’altro adoro? Sono legato al numero nove, non so perchè ma c’è un legame... ti chiamerai Kyu! Vieni qui, qui bell... *boom*

Cadde a terra e si addormentò, probabilmente per la stanchezza che aveva accumulato durante l’allenamento perchè non era leggero come poteva sembrare a prima vista, usare tutta quella quantità di chakra per tutto quel tempo gli aveva assorbito ogni granello di energia. Kyu si avvicino al ragazzo e sentendo il respiro profondo e calmo del ragazzo capì che stava solo dormendo, quindi ne approfitò a sua volta per farsi un altro bel riposino, per fortuna che il sole si era spostato e la parete rocciosa faceva ombra in quel punto, se no probabilmente si sarebbero svegliati con ustioni d’abbronzatura non poco dolorosi.
Durante il sonno il ragazzo si ritrovò in un deserto con accanto Kyu, erano nel bel mezzo del nulla assoluto e un forte vento soffiava, il sole era cocente e severo con i due e il loro cammino era senza metà da un tempo indefinibile. Era tutto confuso e non si capiva niente, non si capiva il motivo del loro viaggio ne la direzione che stavano presumibilmente seguendo ma d’un tratto si ritrovarono in una foresta molto verde, decisamente non potevano essere a Suna, i due camminarono finche arrivarono davanti a due sagome nere in lontananza, le uniche cose che si riuscivano a notare erano gli occhi, a destra li aveva bianchi forse leggermente azzurri e quello di sinistra rossi come il sangue. Stavano per avvicinarsi quando tutto sfumo in un lampo, tutto sembrava essere fatto da mille granelli che presero a circolare intorno ad Hariken e Kyu, quasi come se fossero al centro di un uragano di sabbia finche ogni cosa si tinse di nero oscurandosi. Il ragazzo si alzò di colpo e si accorse che era solo un sogno, iquietante vero ma infondo era solo un immagine creata dalla sua mente, o almeno ci stava sperando. Kyu invece era ancora li accanto a lui che dormiva beatamente, ispirava molta quiete e dolcezza, con una leggera carezza il ragazzo lo svegliò e si alzò dirigendosi verso Wakato sensei che lo stava chiamando.


Cos’era quel sogno, non ho mai visto due paia di occhi simili e com’è possibile che la mia mente li abbia creati dal nulla... i sogni sono frammenti di ricordi elaborati dalla mente per creare storie o illusioni per dare un senso o comunque uno svago durante il sonno... ma quello non mi sembrava un sogno normale, sembrava uno specchio su un altro mondo o forse su un possibile futuro... inutile pensarci ora, vedremo cosa mi riserva il futuro, ora devo tornare al mio addestramento ed è bene se mi concentro solo su quello per ora, procediamo.

Vieni Kyu!
 
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shiroutora
view post Posted on 15/4/2012, 02:32     +1   -1




Wakato aveva atteso pazientemente che il ragazzo riacquistasse le forze: era stato da sempre un tipo molto calmo e la sua grande saggezza gli aveva insegnato che affrettare i tempi porta solo a disastrose conseguenze. Hariken si era allenato ininterrottamente per quasi 3 giorni di fila e, come se non bastasse, nelle ultime 24 ore era stato costretto ad emanare costantemente del chakra, compito che avrebbe sfiancato qualunque ninja.
Il giovane dormì per una decina di ore, sfruttando l'ombra dell'imponente parete rocciosa che lo difese presto dai potenti raggi del sole, assicurandogli un riposo tranquillo.
Allo scadere delle dieci ore, l'anziano ninja, convinto che il riposo concesso al ragazzo fosse abbastanza, lo svegliò chiamandolo, quindi attese che quello lo raggiungesse in una distesa di sabbia leggermente più ampia poco più avanti. Quando i due si trovarono faccia a faccia, Wakato cominciò a parlare.


Wakato - Fino ad ora hai fatto un ottimo lavoro, l'allenamento sta andando a gonfie vele e hai instaurato immediatamente un forte legame con la tua sabbia. Ma adesso inizia la parte più dura...

Aprì il mantello, mostrando dodici piccole borracce di sabbia che si dissolsero immediatamente trasformandosi in polvere finissima. La sabbia di cui i contenitori erano composti si tuffo nel terreno e, mescolatasi con quella marina, tornò al suo controllore, aleggiandogli attorno come un sottile filo di fumo.

Wakato - ... Dovrai riuscire ad usare la sabbia in combattimento, a mantenerne stabilità e compattezza sotto pressione e dovrai essere in grado di controllarla come controlleresti uno dei tuoi arti: la sabbia diventerà parte del tuo corpo. Per fare ciò non dovrai usare solamente la tua sabbia, ma anche quella che ti sta intorno. Sarà il contatto con la tua sabbia a permetterti di usarla. Stai pronto: adesso il tuo avversario...

La sabbia iniziò a compattarsi in alcune centinaia di piccole sfere di sabbia, completamente lisce, fluttuanti minacciose attorno al corpo di Wakato.


Wakato - ... Sono io.

Tre delle piccole sferette si lanciarono contro il giovane ninja, roteando vorticosamente: sarebbe riuscito a sostenere l'attacco?


Bene: Wakato inizia a lanciarti contro le sfere ad intervalli regolari: naturalmente i suoi atteggiamenti non saranno minacciosi, vuole allenarti, ma qualcuna di esse potrebbe ferirti. Come abbiamo già deciso su msn, il tuo PG non esce vittorioso da questo allenamento. Potrebbe non riuscire a controllare la consistenza e quindi gli attacchi perforano le sue difese, potrebbe non riuscire a muovere la sabbia a causa della tensione, la scelta è tua. Concludi il post al calar della sera, quindi lascia tutto a me. Ti ricordo che se vuoi, puoi già ruolare la visione, mi adeguerò di conseguenza :D


Edited by shiroutora - 18/4/2012, 15:48
 
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Nine Fire
view post Posted on 16/4/2012, 00:36     +1   -1




I tre viaggiatori del deserto si spostarono di poco dove vi era una quantità di sabbia superiore per la prossima fase dell’allenamento. Wakato sensei pareva essere più serio di prima, probabilmente perchè come preannunciò, arrivava la vera prova per un novellino del clan, l’ora di mostrare il proprio valore e la propria determinazione per dimostrare il suo io al sensei e anche a se stesso. L’anziano tirò fuori la sua sabbia personale, anche lui la trasportava in una maniera differente, invece di una grande giara dietro la schiena esso aveva ben dodici borracce di sabbia i quali si dissolserò e si mischiarono alla sabbia sottostante, quella comune. Mediante la sua sabbia riusci a manipolare anche l’altra, in tal modo aveva a sua disposizione una quantità ben superiore e quindi poteva effettuare attacchi più massicci e vari, infatti il sensei avverti il ragazzo del imminente cambiamento ovvero, il suo avversario adesso non sarebbe stata la natura, ne se stesso ma ben si Wakato-sensei stesso lasciando Hariken di stucco. La sabbia del sensei si trasformò in svariate sfere perfette la quale utilità aveva già previsto.

Kyu vai li subito e resta fermo!

Disse all’improvviso solo per l’incolumita del piccolo amico che, riconoscendo in Kyu il suo nome, si allontano proprio come disse il ragazzo. I due sembravano comunicare facilmente come se fosse assolutamente naturale, era una cosa unica e rara che lasciava intendere la nascita di un rapporto particolare il quale avrebbe permesso ad entrambi si affrontare le difficolta della vita in compagnia e quindi essere più forti con la forza di entrambi, ciò non era una sciochezza, il poter contare sul supporto di qualcuno che ti accompagna nella vita ti può dare la forza che ti manca e ti permette di sperare in un futuro nero.
Il ragazzo aveva l’umore alle stelle, mille emozioni lo avevano attraversato in quella giornata tra qui la nuova amica e il piccolo Kyu. Parlando della sua sabbia, non si era ancora abituato a sentirla tutto il tempo accanto a se, per ora era come un peso che lo sfiancava lentamente ma sapeva che era questione di tempo e che presto sarebbe stata proprio come un braccio aggiunto.
Vide tre delle sfere sabbiose partire dal sensei, il ragazzo cercò di pararsi con la sabbia istintivamente ma non bastava probabilmente sia per la densità che per la compattezza che causarono ilpassaggio delle sfere come proiettili in quella fragile barriera e colpendo il ragazzo fortunatamente non in maniera violenta grazie al debole rallentamento. Era stato colto di sorpresa, pensava di poter avere il tempo di prepararsi ma si vede che il sensei aveva intenzioni serie. Hariken dopo l’attacco era cadde a terra da dove osservò Kyu che lo guardava tranquillo, come se avesse fiducia nel ragazzo e sicuro che il sensei non avesse intenzioni minacciose, emanava un tale senso di tranquillità da quel suo piccolo sguardo che in parte calmava anche il ragazzo il quale determinato si rialzò e iniziò a concentrasi seriamente. Inviò la sua sabbia a reclutarne altra come aveva fatto il sensei, da quanto aveva capito i suoi granelli gli facevano da filo conduttore con quelli comuni, ma doveva capire con che percentuale di sabbia propria alzava una determinata quantità non sua.


Dannazione non si alza, devo aggiungerne altra ma se esagero molto probabilmente non riuscirò a creare una densità e una compattezza sufficiente a fermare le fiondate del sensei... Calma e concentrazione. Trovata la giusta proporzione mi sarà tutto più facile e dovrò solo esercitarmi nel mantenimento più spontaneo di questa proporzione... Cosi dovrebbe andare!

Il ragazzo riusci a sollevare un muro di sabbia abbastanza grande per le sue capacità ma non era compatto e quindi anche la densità era scarsa tanto che le altre sfere del sensei la trappassavano di continuo ed ogni volta il giovane genin volava a terra sbattendo violentemente contro la superficie granulare della spiaggia. L’allenamento continuava ormai da ore e ogni volta il risultato era lo stesso, non riusciva a dare compattezza a quella sua sabbia difensiva e ciò non gli avrebbe neanche permesso di attaccare con un offessiva abbastanza pericolosa. Il ragazzo stava iniziando ad avere un principio di depressione, iniziava a cedere mentalmente, a dubitare di se stesso.

Ca**o ca**o ca**o!!! Una dannata difesa compatta non riesco a fare! Eppure la proporzione è quella giusta ma non riesco a controllare abbastanza bene la sabbia comune, non è facile come la mia che è quasi totalmente sotto il mio controllo... pensavo potesse essere semplice dopo aver trovato la giusta quantità... perchè?... Io... forse non sono in grado di difendere chi ne ha bisogno... se non so...

In quel momento si senti Kyu leccagli il viso mentre lui era a terra con gli occhi chiusi, era li come se questo cucciolo potesse sentire le emozioni del ragazzo, come se stesse cercando di incoraggiarlo. Hariken non si senti solo, aveva un amico con se e aveva la sabbia, se cedeva lui sarebbe ceduta anche la sua nuova amica. Ripensò al viaggio nel deserto nel momento in qui stava per mollare se non fosse stato per la carezza del vento, non poteva farlo no, rimpensò alle notizie orribili che si sentivano per le strade di Suna, ripensò alle storie nei suoi libri dove un eroe non c’era, non è arrivato in tempo. Poteva lui permettersi una resa? Poteva lui abbandonare e cosi cancellare il destino di un futuro bimbo minacciato, di famiglie disastrate o forse di interi piccoli villaggi? Una sola risposta, NO! Hariken accarezzo il piccolo amico sulla sua testolina dicendo *Grazie* e si rialzò determinato a controllare quella sabbia non per lui, ma per loro.

Wakato-Sensei le chiedo scusa, non stavo più reagendo e stavo cedendo ma non è questo che voglio da me stesso, non sarà questo a fermarmi vede io... io sarò la difesa di chi non ne possiede una, io sarò l’arma di chi non ne ha... io sarò il loro Guardiano.

Si concentrò pronto ad issare un muro di sabbia, sembra esserci più inergia in lui, aveva una luce negl’occhi che poteva solo significare determinazione assoluta, ma all’improvviso il cielo cambiava colore dopo il passaggiò di un onda di luce oscurando il cielo arancione del tramonto in un cielo tetro e viola. Una voce si senti, annunciava il ritorno di un Dio, dell’Unico Dio. Il messaggio era strano ma chiaro, tredici persone con tredici desideri senza nessun limite, pareva impossibile perchè tutto pareva cosi surreale, nessun umano aveva un potere simile e forse nemmeno nessun demone, tutto lasciava intendere ad una divinità superiore e forse insormontabile.

Un dio... l’unico eh? Spero che sia un dio saggio e giusto... tredici eletti avranno tredici desideri... e se io fossi tra quei tredici? E se io potessi scegliere una qualsiasi cosa che sceglierei? Per me l’importante è essere utile a questo mondo, migliorarlo con le mie piccole forze... Desiderei la pace del mondo, la felicità per tutti ma... un desiderio cosi potrebbe essere manipolato, potrebbe togliere la vita alle persone impure, potrebbe togliere la liberta di pensiero o chissà cosa... no non voglio che accada ciò io voglio... la forza per diventare il Guardiano che voglio essere. Nient’altro, sarò io a soffrire per riportare la maggior pace possibile, sarò io a dedicare la mia vità per la parte buona dell’umanità sempre più corrotta da richezze materiali inutili. Una divinità... quindi siamo realmente creazioni di un essere superiore? O questo essere non è altro che un umano che ha superato i suoi limiti? Siamo creazioni del destino o di un essere superiore? Perchè è tornato proprio ora e come scegliere i suoi tredici eletti? I desideri hanno un prezzo o sono doni generosi? Quante domande e nessuna risposta, forse nessuno per ora è in grado di rispondermi almeno che non ci siano... antichi saggi che tramandano questa divinità attraverso i loro racconti... che sia cosi?

Il ragazzo era rapito da quel cielo violaceo, era ipnotizante, provava due emozioni contrastanti tra paura e ammirazione. Quel cielo sembrava un cielo ostile e miaccioso, con quel colore cosi tetro ma nello stesso momento era spettacolare, bellissimo con le sue svariate tonalità di viola tra il quasi nero e il luminoso, una visione che rapiva il ragazzo che cercava di memorizzarsi quell’immagine, forse non l’avrebbe mai più visto un tale spettacolo, mai più. Chissà come sarebbe cambiato il mondo ora, chissà il futuro cosa riservavà all’umanità, tutto era oscuro come quel cielo e niente lasciava presagire il futuro mentre il dubbio massacrava la mente del ragazzo che come un incudine subisce i colpi del martello della curiosità umana. Il ragazzo guardò incredulo il suo sensei e in poche parole voleva risolvere un dubbio forse stupido, ma probabile.

Wakato-sensei sono forse sotto l’effetto di un genjutsu?...

CITAZIONE
stm = 73 - (71/20) = 69.4

Ho scalato il chakra per l'uso della sabbia, nel dubbio XD E la descrizione dell'evento spero sia corretta :sisi: Scusa nonè uno dei migliori post ma l'ho fatto mentre ero distratto da titanic Ahahah
 
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shiroutora
view post Posted on 18/4/2012, 15:44     +1   -1




Mi sono accorto che non è uno dei tuoi migliori post... Dal punto di vista grammaticale, ma hai già spiegato il motivo, quindi nessun problema... Ma la prossima volta non guardare film quando dovresti postare xD


Un lampo di luce viola attraversò l'intero pianeta, annunciando ciò che di li a poco l'umanità avrebbe visto. Una voce, una novella. Wakato chiuse istintivamente gli occhi e nell'oscurità della sua mente apparvero quei morbidi lineamenti di porcellana che proferivano le piatte parole. Una voce senza vita, di donna, echeggio nelle sue orecchie, messaggera dell'unico dio, avente il controllo su tutto ciò che era, che è e che sarà.
Tredici uomini sarebbero stati scelti, tredici fra tutti e i loro desideri sarebbero diventati realtà.
Poi tutto scomparve così come era apparso: il mondo tornò a colori, nel cielo blu scuro apparvero le prime stelle e la risacca tornò a bagnare le sponde di quella spiaggia con il suo periodico sussurro.
Anche Hariken si guardava intorno, visibilmente sconvolto, in cerca di qualche sicurezza.


Wakato - No, non si trattava di una genjutsu. Credo sia tutto vero. Le probabilità che tutto questo sia opera di un ninja sono molto basse: nessuno possiede tali capacità, a mio avviso. Temo quindi che una divinità voglia davvero dare un dono così potente agli uomini.

Il suo sguardo era rabbuiato e visibilmente preoccupato. Forse il ragazzo non comprendeva, ma la situazione era grave.

Wakato - Per quanto ne sappiamo questo grande dono potrebbe cadere nelle mani sbagliate. Un ninja malvagio, con questo potere, potrebbe assoggiettare l'intero mondo sotto il suo volere. L'allenamento si conclude qui, per il momento. Anche tu sei stanco e poco concentrato, come abbiamo visto questo pomeriggio. È normale: non potevi sperare di poter controllare la sabbia in pochi minuti. Continueremo domani.

Si voltò e iniziò a camminare in direzione dell'imponente costone roccioso, mantenendo la sua andatura tranquilla e pacata, nonostante le preoccupazioni.

Wakato - Su quel costone sorge un villaggio: da qui non è visibile, ma l'ho notato quando sono andato a pescare i pesci di cui ci siamo nutriti. Voglio assicurarmi del fatto che tutta la popolazione abbia avuto la visione. Seguimi.

L'ultima parola venne appositamente marcata: il suo tono non ammetteva repliche.
I due ninja camminarono verso il villaggio che, una volta finita la rampicata del costone di roccia, resa semplice dalla sabbia del ninja che li accompagnò fino in cima, apparve in tutta la sua semplicità: case semplici, in legno e senza decorazioni esterne, ma molto grandi e probabilmente ricche di stanze. Sul punto più alto della parete rocciosa sorgeva un grande tempio che si affacciava sul mare dal versante opposto a quello su cui il genin si era allenato.
Allontanandosi dal tempio, le case diventavano più modeste e piccole, mantenendo però le caratteristiche comuni alle altre case del villaggio.
Ma un triste spettacolo accolse i due ninja, strappando il velo di pace e tranquillità che circondava i boschi vicini e il tranquillo mare. Una imponente casa, separata dal tempio solo da altri due edifici, stava andando in fiamme: le lingue di fuoco fuoriuscivano solamente dalla finestra sul retro, già completamente in fiamme, mentre le altre finestre, come comignoli, erano attraversate da grandi quantità di fumo scuro. L'edificio era composto da due piani. Al pian terreno la porta era stata ostruita dalle macerie del piano superiore, ma era possibile entrare da una finestra al primo piano che probabilmente si affacciava su una stanza ancora intatta.
Davanti al portone d'ingresso si stava lentamente raggruppando un capannello di persone, mentre una donna piangeva sul corpo del marito, steso davanti all'uscio di casa, coperto di lievi bruciature e privo di sensi, indicando con le braccia verso il cielo la casa e invocando la divinità protettrice, affinché salvasse la figlia di pochi mesi, prigioniera di quella trappola di legno e fiamme.

 
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Nine Fire
view post Posted on 22/4/2012, 23:38     +1   -1




Il sensei diede una risposta ovvia, forse l’unica possibile. Non poteva essere un semplice shinobi per l’immenso impegno che ci sarebbe voluto per creare o eseguire una tecnica del genere, inoltre Wakato sensei aggiunse la sua opinione sulla pericolosità dei tredici desideri, con buone probabilità uno di loro sarebbe stato di animo impuro e avrebbe potuto causare un dolore immenso nel mondo e magari disintegrare la realta momentanea in una versione peggiore dell’apocalisse. Hariken viaggiava con la mente pensando al futuro, non sapeva più cosa aspettarsi e la sua volonta perdeva sempre più la sua energia dinnanzi l’oscurità totale davanti a se. Il sensei lo riporto alla realta, informandolo della conclusione dell’allenamento a causa della stanchezza e della scarsa concentrazione ormai ovvia del ragazzo, quindi gli indicancò una parete rocciosa sulla quale vi sarebbe stato un piccolo villaggio ove riposare. La scalarono aiutandosi con la sabbia ovvero, il ragazzo quando non trovava un appoggio, se ne creava uno con una superficie sabbiosa abbastanza compatta da reggere il peso. Era vero che non la controllava abbastanza per una difesa decente ma questo non voleva dire che non fosse di manipolarla, infatti in piccole quantità era in grado di regolare sufficentemente la consistenza e la compatezza che in grandi quantità diventava assai più difficoltosa. Giunsero in cima e finalmente Hariken poteva ammirare il villaggio di cui parlava il sensei.

Quindi cosi sono i piccoli villaggi fuori Suna, non sarebbe male vivere qui... addiritura hanno l’orizzonte del mare che fa da sfondo ad un bel templio! Che bel luogo... Ehi! Che sta succendendo li?! Una casa in fiamme!


Il giovane scatto verso la casa che si trovava nella zona più ricca di quel villaggio a pochi passi dal templio, incurante di ogni parola che avrebbe detto il sensei, anche perchè con buone probabilità non le avrebbe neanche udite a causa della sua mente sconvolta dalle grida di una donna. Quando giunse sul luogo vide la casa che andava in fiamme le quali erano più concentrate sul retro, dovette farsi strada tra la folla accalcata intorno alla donna disperata che indicava la casa in cui si trovava ancora qualcuno, sua figlia che ancora non aveva neanche assistito al ciclo delle quattro stagioni, forse neanche due.


Dannazione devo fare qualcosa! La figlia ha pochi mesi da uqanto dice la madre, quindi probabilmente ci vorrà meno prima che i suoi polmoni cedano sotto il peso dei fumi... devo agire subito!

D’impulso si diresse verso la porta principale della casa cercando di entrare ma dovete cambiare i suoi piani, la porta era bloccata con molte probabilità dalle macerie, non ci voleva, il tempo scarseggiava. Decise di indietreggiare, il calore si faceva sentire e ustionarsi senza senso non sarebbe servito a nulla, anzi era meglio allontanarsi e cercare un altra via di entrata da dove muoversi. Notò una finestra al primo piano, da li usciva meno fumo quindi probabilmente era fattibile l’entrata, si sentiva il peso dell’importanza dei suoi movimento e delle sue decisioni, c’era una giovanissima vita in gioco. Hariken doveva arrivare a quella finestra senza problemi per non sprecare neanche un secondo, dunque si aiutò con una sua tecnica doton, pilastro roccioso, con la quale si creò un pilastro da usare come appoggio per eseguire due salti verso la finestra.


Speriamo che stia bene e che non sia in un angolo di casa critica... non posso permettere che gli succeda qualcosa, io... devo salvarla!


Questa era la prima vera missione del ragazzo, non era la richiesta di un kage o di un ricco mercante, era la sua anima, il suo credo, il suo Io ad imporglielo. Un fallimento lo avrebbe distrutto, una vittoria lo avrebbe reso più forte dandogli speranza nel futuro buio, nella quale vi era una piccola luce, una luce che rappresentava la bambina e che non poteva lasciar spegnere.

CITAZIONE
<ninjutsu elementale a lungo raggio> -Doton: Pilastro Roccioso- [Chk: 45][Int: +60] "Il ninja fa fuoriuscire un pilastro di roccia dal terreno, vicino ai piedi dell'avversario, sorprendendolo. L'elusione di questo attacco subisce un malus di 15."

Stm = 69.4 - (45/20) = 67.1

 
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shiroutora
view post Posted on 30/4/2012, 20:26     +1   -1




La stanza in cui il giovane ninja atterrò non era ancora stata divorata dalle fiamme, che probabilmente erano partite dal cuore della casa e si stavano lentamente diffondendo verso l'esterno. Il letto a due piazze e l'arredamento sobrio, ma elegante, suggeriva che quella doveva essere la camera da letto della coppia: il legno delle pareti e del soffitto era ancora intatto e nulla sembrava essere ancora in fiamme in quella casa, ma dalle stanza vicine un forte calore infastidiva il genin con un leggero bruciore alle parti esposte al calore. La stanza era collegata tramite due porte a due camere attigue: una delle due, quella che portava verso il cuore del primo piano, era ormai divorata dalle fiamme e grandi colonne di fumo si tuffavano oltre la finestra, verso lo scuro cielo notturno, mentre l'altre portava ad un altra stanza che si affacciava sulla piazza in cui la madre urlava disperata il nome della figlia. All'interno di quest'ultima camera vi era una grande quantità di fumo scuro che correva veloce, dalle stanze interne dell'abitazione, verso l'esterno, in fuga verso il cielo. All'interno parte del pavimento era già crollato, probabilmente consumato dalle fiamme, mentre un'altra buona metà continuava lentamente a bruciare. Non erano ben visibili gli arredamenti, ma all'improvviso un suono dilatò ogni dubbio: un urlo disperato di un'infante squarciò l'aria carica di fumo, facendo raggelare il sangue degli spettatori del tragico evento all'esterno della casa, che si zittirono, tesi.
Il genin non ebbe il tempo di muoversi: qualche attimo dopo l'urlo disperato della bambina, le travi del piano inferiore cedettero, facendo crollare il pavimento della casa. Il ninja e la bambina, ancora dentro il suo giaciglio, cominciarono a cadere nel vuoto e presto si sarebbero schiantati al suolo. Il pianto si spense e se il genin non fosse riuscito a salvare la bambina, non sarebbe più ripreso.


Salvala se vuoi. Grazie alla tua indole da "eroe" riuscirai ad usare le tecniche di sabbia nel tentativo di salvare la bambina. Scegli come usarle... Sono azioni istantanee, quindi nel tuo prossimo post ruolerai solamente pochi secondi successivi al mio e lo stesso farò io.
 
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22 replies since 22/3/2012, 15:47   410 views
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