La sabbia, una preziosa amica..., Quest Clan per ° The Choice °

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view post Posted on 1/10/2011, 16:45     +1   -1




//Continua da: QUI//

*Il vento continuava a soffiare imponente fuori le mura della residenza del clan della sabbia. Un giovane ninja, attendeva che il suo destino venisse cambiato, anzi no, erano due. Improvvisamente si sentì un canto melodioso che riempì l’aria, una voce candida e sottile: qualcuno stava cantando. Una giovane ragazza entrò nel salone d’ingresso, dove troneggiava la statua d’oro con la clessidra. Si respirava un’aria densa di mistero in quell’edificio, di cosa si trattava? Era una melodia dolce e sommessa, sembrava quasi il vento che soffiava tra le dune fredde del deserto notturno. La giovane kunoichi entrando e vedendo il ragazzo ebbe un singulto, portò subito le mani alla bocca quasi come se volesse fermare la voce che aveva appena emesso, diventò paonazza in viso e il canto si fermò.*

Oddio! Scusami, non sapevo ci fosse qualcuno.

//Bel post di apertura mi piace molto, scrivi benone complimenti. Ci tengo a dire che terrò in considerazione il tuo post nella residenza. Ciò che mi piace vedere è il role di un Pg, più che i calcoli delle tecniche (che ovviamente non mancheranno), tuttavia non è necessario fare post kilometrici (se poi vuoi farli, accomodati pure, ma ovviamente ci metterò di più a risponderti XD – ho dovuto leggere il tuo post in 2 tempi - XD), mi bastano anche poche righe (non 2 possibilmente), ma fatte davvero bene. Per qualsiasi problema, dubbio, perplessità non esitare a contattarmi tramite mp. Ok, passiamo alle indicazioni del tuo prossimo post, descrivi la vicenda e descrivi la ragazza. Nella prima, ovviamente devi seguire gli spunti che ti ho dato, nella seconda sei liberissimo di farla come vuoi. Voglio vedere come stai messo in fantasia. Dopodiché puoi avvicinarti a lei e dialogare, come ignorarla completamente… Insomma, dai sfogo alla tua più fervida immaginazione e non deludermi… ^^ Se hai voglia di prendere qualsiasi tipo di iniziativa, fallo pure, ovviamente con una certa ponderazione… Di certo non può cadere un meteorite con un alieno all’interno, per intenderci… Per ora è tutto, buon post… ^^//
 
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° The Choice °
view post Posted on 2/10/2011, 18:45     +1   -1




Keiji aveva concluso il suo piccolo giro di perlustrazione della stanza. Ora, appoggiato al muro antistante l'entrata principale del salone, aveva estratto, quasi senza pensarci, un kunai dalle fonde tasche scure della sua pelandrana da allenamento. Sovrapensiero stava facendolo roteare nel palmo della sua mano, alternando ritmicamente i movimenti del polso ai suoi pensieri. Lo sguardo era fisso alla statua del Tasso d'Oro ma il suo animo era molto oltre quelle mura.
Navigava nelle righe di quei testi che tanto amava leggere alla sera, quando da solo nella sua stanza riusciva a trovare un attimo di pace dal solito caos quotidiano. Si abbandonava a quei racconti, vividi, reali solo nella sua mente e nella storia di quelle pagine. Più pulsante di altri nella sua memoria stava riaffiorando un vecchio racconto letto qualche anno prima. Raccontava una storia datata forse quanto Sunagakure stessa. In quei giorni solo la vecchiaia dei saggi del suo Clan e la polvere dei vecchi tomi stavano a guardia di quelle storie.
Si parlava del vento come del padre di quelle terre. Si parlava di come quei popoli avessero imparato a fidarsi di questo e di come, da parte sua, avesse deciso di diventare mentore di quella gente povera e nomade. Lo veneravano come un padre più che come una divinità, e chiedevano a lui consiglio come un figlio chiede al suo vecchio. Dicevano che questo portava con se il destino di un uomo. Soltanto chi sapeva ascoltarlo avrebbe potuto capire la verità nascosta dentro di sè. Molti canti parlavano di questa credenza, di una voce nascosta nel vento e nella sabbia dei loro deserti che, allo stesso modo di come indicava la via ai vecchi carovanieri, sapeva far chiarezza sulle verità della vita di un uomo.
Keiji gli aveva letti avidamente, ritenendoli però solo una fantasia.
Il vento si era alzato.
Anche lui, come gli scrittori di quei libri, era forse rimasto colpito dal fervore di quelle credenze. Da sempre sentiva di essere alla ricerca di qualcosa. Era rimasta in lui la speranza, anche se molto sbiadita, di continuare a credere in quelle storie, di continuare a guardarle con gli stessi occhi di bambino con cui le leggeva anni prima. Forse anche per lui il vento avrebbe portato qualcosa di buono.
La lama del kunai si era fermata nella sua mano. Il filo del metallo rispecchiava per meta il suo volto.


(..Chi non conosce i segreti della terra sotto i suoi piedi non mi capirà. Chi non saprà cercare in silenzio nel grembo della Madre non udirà la mia voce..)



Continuando a specchiarsi nel ferro del kunai faceva risuonare lente queste parole nella sua testa. Era una formula che spesso chiudeva i canti degli erranti del deserto, i fondatori del Clan al quale apparteneva. Erano solo parole senza senso, ne era convinto, ma qualcosa lo spingeva a cercare in quella direzione.
Il luogo in cui si trovava quella mattina era forse la partenza migliore.

Lesto ripose il coltello al suo posto: una cantilena aveva rotto l silenzio nella stanza. Era una voce femminile.


(Sta arrivando qualcuno. Finalmente. Cominciavo a credere di essere capitato ad un orario sbagliato..)



Dalla clessidra spuntò la figura di una ragazza. Era alta poco meno di Keiji, di corporatura slanciata ma ben tornita. Le forme erano pronunciate ma addicevoli alla sua età. Keiji non era mai stato bravo in quello. Era capacissimo di tirare le cifre più disparate nelle presentazioni, specialmente con le kunoichi. A giudicare non doveva esserci molta differenza tra i due, forse giusto qualche luna in più per il giovane Shinobi. I suoi capelli, lunghi fino alle spalle, ricadevano bruni in ciocche ben pettinate e curate ed erano raccolti da un nastro dello stesso colore della veste. Erano di un colore chiaro, acceso, che Keiji non ebbe difficoltà ad intravedere anche da qualche metro di distanza. Gli occhi furono la cosa che più lo colpirono: erano marroni, chiarissimi, di un colore tenue e dorato che gli rammentava soltanto quella della sabbia al campo dello Shukaton il giorno del suo esame. Due piccole luci contornate da lineamenti del viso dolci: un naso piccolo e appena accennato, due labbra sottili ma poco carnose.
Era vestita in modo molto sobrio e particolare. Portava una lunga veste comoda che le arrivava fino al bacino. Qui era tenuta aderente al corpo con una cinghia in pelle sottile, quasi sommersa sotto le pieghe del tessuto. Sopra questa degli ornamenti in tessuto più scuro ricamavano forme a richiamo floreale. Le maniche le arrivavano con una doppia punta di stoffa fino alle dita e riprendevano la trama della gonna che le copriva di poco le ginocchia. Le spaccature di questa facevano vedere sui lati le lunghe gambe ben fatte e toniche e una fascia di bende che le copriva fino a meta coscia.
La ragazza, avvicinatasi un poco, smise di canticchiare appena si accorse della sua presenza: non si aspettava di trovare qualcuno.


Kunoichi: Oddio! Scusami, non sapevo ci fosse qualcuno.


Anche il giovane Keiji sembrava alquanto imbarazzato da quella visione. Non era mai stato molto sciolto con il gentil sesso e spesso questo lo portava ad atteggiamenti al limite del comico.
Cacciando le mani in tasca si avvicinò mimando il modo di fare più deciso e sicuro che riuscisse ad immaginare.


Oh, no, non preoccuparti. Non c'è bisogno di scusarsi.. nessuna disturbo, si insomma. Neanch'io mi ero accorto della tua presenza



(Neanch'io mi ero accorto di te?? Bravo Keiji.. Così si fa, non smentirti mai mi raccomando!)



L'agitazione lo aveva reso un pò impacciato. Era sempre stato molto sicuro di se. Aveva trascorso la sua vita nella strada e aveva imparato a sentirsi alla pari con tutti. Non era boria la sua, non lo era mai stata, solo il pensiero di non dover rendere conto di niente a nessuno. Aveva molti difetti, lo sapeva bene, ma di certo la timidezza non era tra questi. Solo le ragazze lo facevano sentire così, come un pesce fuor d'acqua.
Poi qualcosa, in mezzo al turbine di pensieri che lo stavano mandando in bambola, catturò la sua attenzione. Tornò a farsi serio e lucido, sinceramente curioso per quanto aveva intravisto al collo di lei.


Cioè insomma, intendevo dire che non ti avevo sentito ecco. Scusa la mia curiosità ma.. Quel monile, è veramente quello che penso? Non vorrei fare un'altra delle mie figure, ma se non sono completamente esaurito dovrebbe essere lui: il Primo Canto..



Era solo una diceria, ma Keiji era quasi sicuro che fosse proprio quello di cui aveva letto.
 
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view post Posted on 6/10/2011, 18:31     +1   -1




*Il genin sembrava molto imbarazzato in presenza di una ragazza, tanto che le sue parole erano un disastro dopo l’altro. La giovane kunoichi sorrise dolcemente al suo atteggiamento, tuttavia il ragazzo mostrò un certo interesse per la sua collana. Ne rimase perplessa.*

Come fai a conoscere il nome di questo monile?

monile

*Cercò di ricomporsi anche se la sua espressione era seria.*

Esatto. Questa è la collana soprannominata “il Primo Canto”, si dice che sia un antico manufatto, risalente ancor prima della fondazione di Suna. Inoltre si narra abbia dei poteri mistici, ma molti affermano si tratti di una leggenda.

*Fece qualche passo e si avvicinò alla finestra con aria triste.*

E’ un caro oggetto che mi è stato dato da… No, fa niente, non voglio annoiarti con le mie storie.


*Si avvicinò al ragazzo.*

Che maleducata, non mi sono presentata, il mio nome è Yūjin. E tu, mio caro studioso di leggende antiche?

*Concluse con un affabile sorriso di beffa.*

//Bene, si continua con un pò di GDR, me ne approfitto perchè vedo che ci sai fare e sinceramente mi piace come scrivi, così mi diverto un pò anch'io... ;) Spero ti piaccia la mia interpretazione della collana...//
 
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° The Choice °
view post Posted on 8/10/2011, 13:43     +1   -1




Keiji si sentì sollevato. Dopo la serie di parole impacciate e gesti di nervosismo davanti alla ragazza era contento almeno di non aver detto una delle sue solite castronerie. A schiarire i suoi pensieri ci pensarono le parole della ragazza ma a rasserenarlo davvero fu il suo sorriso. Luminoso quanto spontaneo.
Un piccolo drappo di luce passava da un angusta finestra sulla loro destra. Keiji stava ascoltando le parole di lei ma con lo sguardo non poteva fare a meno di osservare i singolari giochi di luce che si creavano nelle iridi dei suoi occhi e sulle ciocche dei chiari capelli.
Il vento fuori non accennava la minima tregua, e mentre il giovane continuava ad ascoltare la ragazza sentiva come se qualcosa stesse cercando di catturare la sua attenzione, di distorglierlo da quel momento, da quel posto, da quella compagnia.
Con un'occhiata rapida mandò il suo sguardo oltre il vetro di quel piccolo tafferuglio. Fuori vi era solo qualche grano di sabbia sollevato dal vento, portato vicino a quelle mura così, per caso, come solo il vento, pensava, riusciva a fare. Eppure un senso in allerta restava vivo nei suoi pensieri. Con aria interrogativa tornò a prestare attenzione alla kunoichi che ora sembrava un poco più a suo agio.


Yujin: Esatto. Questa è la collana soprannominata “il Primo Canto”, si dice che sia un antico manufatto, risalente ancor prima della fondazione di Suna. Inoltre si narra abbia dei poteri mistici, ma molti affermano si tratti di una leggenda.

Keiji mise le mani in tasca. C'era qualcosa in quella ragazza che lo colpiva. Si sentiva imbarazzato, più o meno come tutti, parliamoci chiaro, davanti al gentil sesso. Tuttavia qualcosa in lei lo tranquillizzava.
Conclusa la sua breve risposta si spostò proprio verso la piccola finestra che ora sembrava fatta per illuminarle il volto. Keiji trovò un attimo di turbamento. Non gli era mai capitato di dare così tanto spago ad uno sconosciuto, specie se era indaffarato come lo era quel giorno.


(Forza Keiji che te ne frega. Piuttosto cerchiamo qualcuno che mi possa dire dove posso trovare chi di dovere. Sono qui per allenarmi non per fare due chiacchiere. Chissà magari lei sa a chi posso domandare.. No, troppo giovane forse, è probabile non appartenga neanche al Clan..)



Tuttavia Keiji non pensava fosse davvero così. Aveva al collo una delle più importanti reliquie del paese, un monile preziosissimo di cui, similari, ne esistevano soltanto altri quattro, ognuno portante il nome di un Canto diverso. Per portare appresso quello che veniva chiamato Genesi doveva avere qualche conoscenza importante, di questo si sentiva quasi certo.
I pensieri dello Shinobi sparirono, perdendosi dietro alla figura di lei.
Qualcosa in quel volto era cambiato. Il sorriso che aveva mostrato fino a quel momento aveva lasciato il posto ad un velo di malinconia che copriva, cupo, i suoi lineamenti. Qualcosa la turbava, Keiji poteva sentirlo distintamente.
Era sempre così, ormai aveva sviluppato una specie di sesto senso per quel genere di cose.


(Ma che diamine! Non è il momento di fare il crocerossino.. Eppure..)



Yujin: E’ un caro oggetto che mi è stato dato da… No, fa niente, non voglio annoiarti con le mie storie.

Keiji avrebbe dovuto andare per la sua strada in quel momento, era fatto così, era sempre stato così da quando da piccolo si era ritrovato a trafficare la strada con gente molto più grande di lui, quando aveva capito, con l'esperienza, a farsi i fatti suoi prima di quelli degli altri, molto prima. Avrebbe dovuto girare i tacchi, salutarla cortesemente. Magari augurarsi di rivederla un giorno, ma imboccare uno dei corridoi attigui alla stanza in cerca di un Ninja del Clan.
Avrebbe dovuto.
Quello aveva tutta l'aria di essere un tasto dolente. Non ci volle molto al ragazzo per capirlo. la sua non era empatia, non era mai stato portato per questo genere di cose. I discorsi di conforto e i retoricismi in situazioni difficili non erano proprio il suo pane, neanche quando si trattava di persone care.
Era solo esperienza la sua. Un'insegnante amara che come molti dicevano prima impartisce la lezione e poi la spiega.
Avvicinandosi un poco a lei non cercò di entrare in argomento. Sapeva bene che le parole del caso dette da un estraneo, al contrario di come molti potevano pensare, erano l'ultima cosa che avrebbe voluto sentirsi dire.
Anche lei forse aveva preso qualche ceffone dalla "maestra", come Keiji. La storia noiosa era solo una storia da non raccontare, da non voler raccontare, proprio come la storia noiosa di Keiji quando altri gli domandavano la sua.
Abbassando lo sguardo cercò di esprimersi come meglio poteva, mettendo da parte i suoi timori, in quel momento non sentiva più la soggezione avuta fino a quel momento, solo una sorta di legame con i pensieri che poteva avere quella ragazza.
Prima che potesse parlare questa si schiarì, cercando di rasserenarsi come meglio riuscì.


Yujin: Che maleducata, non mi sono presentata, il mio nome è Yūjin. E tu, mio caro studioso di leggende antiche?

Si era riavvicinata a lui e ora lo fissava con i suoi occhi tondi. Incredibilmente tondi. Keiji si domandò perfino se esistesse qualcosa di più tondo di quelli. Una cosa stupida. Davvero.
Ricambiando quello sguardo profondo e curioso, di chi ha di fronte una nuova conoscenza, rispose.


Felice di conoscerti Yujin! Il mio nome è Keiji, Endo no Keiji. Beh che posso dire, è il mio piccolo passatempo



Disse sorridendole sicuro. Non si spiegava perchè, ma aveva voglia di continuare a parlarle. Era strano, molto strano. Capitava di rado ad uno spirito solitario come il suo di sentire la voglia della compagnia di qualcuno, specie di una ragazza. Non gli erano mai interessate, non aveva tempo da perdere, pensava. Continuava a parlare accompagnando le parole con piccoli gesti della mano.

Sapevo del monile perchè ne ho letto qualcosa su vecchi libri. Non credermi un topo di biblioteca. La cosa è solo un interesse forte per me. La storia mi ha sempre affascinato, tutto quà.. Ricercare vecchie storie e vecchi artefatti è un divertimento per me, uno sfogo diciamo



(Forse perchè non ti piace la tua di storia, vecchio mio..)



Ricacciò le mani in tasca mantenendo comunque un'aria allegra.

Appartengo al Clan che ha eretto questo edificio e vivendo nell'ambiente ho avuto modo di sentire queste storie in primis da mio padre, e qualche volta anche da alcuni anziani membri del Clan. Una noia che non ti dico! Ma che ci vuoi fare, qualcuno dovrà pur dargli qualche soddisfazione ogni tanto.



Una risata morbida chiosò la sua risposta. Le stava simpatica, molto. Era una sensazione a pelle la sua, come poche altre volte gli era capitato. Ricordava l'esame passato con altri due neo Ninja della Sabbia in quel momento. Anche con loro, Takeo e Shoji, era stato una sorta di feeling immediato. Non era stato di molte parole quel giorno, come sempre del resto, ma sentiva di aver lavorato bene in squadra con quei ragazzi.

(Non voglio essere invadente. In realtà neanche m'importa troppo di questa sua storiella. Però se c'è una cosa che mi stizzisce è vedere un sorriso così spento da chissà che pensieri. Dai, fatti una risata con me!)



Non avrebbe saputo dire chi dei due voleva convincere, se la ragazza, o se stesso. Ad ogni modo si voltò di nuovo verso l'imponente Tassa al centro della stanza.

Beh certo. Se qualcuno avesse voglia di fare due parole con uno studioso di leggende antiche..



(No. Non dirlo.. Non dirlo..)



Mi piacerebbe starti ad ascoltare. Come ti dicevo prima, mi piacciono le storie.



Guardò ammiccando un sorrisetto alla kunoichi di fianco a lui.


\\Anch'io mi stò divertendo a ruolare con te. Mi dai parecchi spunti per delineare il Pg. Ottimo sul monile :riot: \\
 
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view post Posted on 9/10/2011, 10:50     +1   -1




*La ragazza venne attratta dal modo di fare del ragazzo, era timido e introverso, ma si sforzava molto per rendersi socievole. Ma la ragazza non credeva si trattasse di puro buonismo, aveva capito che in qualche modo aveva fatto colpo nel cuore del giovane. Questo le fece molto piacere, tanto da arrossirla un po’.*

Piacere mio Keiji.

*La ragazza scoppiò a ridere, mantenendo sempre la sua finezza e non risultando goffa e rozza.*

Beh, si, i racconti degli anziani a volte possono essere molto noiosi, ma attraverso di essi possiamo conoscere il nostro passato per consolidare il nostro futuro, non credi?

*Si ricompose e continuò sempre con un sorriso.*

Mmmmh, diciamo che non sono proprio un membro del clan, ma sono un elemento fondamentale di esso. Colui che mi ha generato è proprio il capo clan stesso, per questo sono così importante. Però non immagini quante responsabilità che gravano sulle mie spalle. Non credo di poterle sostenere tutte.

*Disse con un accento di rammarico, ma poi qualcosa da fuori la finestra catturò la sua attenzione, mettendole un’espressione felicemente sorpresa in volto.*


Certo che ho voglia di parlare con te. Lo sto già facendo, no?

*Lo afferrò per il polso e iniziò a tirarlo portandolo verso una porta.*

Vieni, ti devo far vedere una cosa che non avrai mai più occasione di vedere, sei fortunato lo sai?

*Oltre la porta che solcarono, c’erano alcune scale che portavano al terrazzo in cima alla residenza.*

Allora dimmi, mio caro studioso, cosa sai del mio ciondolo?


//Ovvio che non devi rifiutare l’invito di una signorina. Mentre camminate e descrivi ovviamente tutta la vicenda, inventati qualcosa sul ciondolo, sono curioso di vedere cosa racconterai, ovviamente qualcosa di non banale, ma nello stesso tempo non qualcosa di assurdo come: il ciondolo ha il potere di farti trasformare in una Sailor Senshi… XDDDDDD Ma tanto con te sono inutili certe raccomandazioni, ora datti da fare... ;)//
 
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° The Choice °
view post Posted on 9/10/2011, 20:48     +1   -1




Keiji continuava ad osservare l'imponente statua del Tasso d'oro al centro della stanza e, subito dietro questa, la grande clessidra. Il rumore di una risata giunse sfumato alle sue orecchie. Yujin, nel silenzio del salone, sembrava divertirsi in presenza dell'inesperto shinobi.
Rifletteva in quel momento.
Qualcosa non gli tornava, aveva la sensazione che un particolare gli fosse sfuggito. Era cosa di poco conto visto che non era rimasto ben impresso nei suoi pensieri, ne era sicuro, ma più rimaneva a guardare la clessidra più ne era convinto. Voltatosi di nuovo verso la kunoichi rimase ad ascoltarla sempre felice del sorriso che adesso, a differenza della malinconia di pochi attimi prima, confezionava il suo viso.
Facendo qualche passo in prossimità dell'ampolla di vetro che componeva l'estremità del leggendario artefatto si appoggiò con una mano, rimanendo con lo sguardo negli occhi della ragazzina. Un freddo pungente, vitreo, arrivò a scuotergli l'animo. Un pensiero tornò a galla e con questo anche il ricordo che sembrava essersi perso fra le parole dei due giovani.


(Ecco cosa! Deve esserci qualche meccanismo inceppato. Forse non segna ogni nuovo arrivato questa clessidra.. Non mi ricordo di aver visto nessun granello di sabbia scendere quando è entrata Yujin..)



Yujin: Mmmmh, diciamo che non sono proprio un membro del clan, ma sono un elemento fondamentale di esso. Colui che mi ha generato è proprio il capo clan stesso, per questo sono così importante. Però non immagini quante responsabilità che gravano sulle mie spalle. Non credo di poterle sostenere tutte.

(Ora capisco. Dunque deve essere la figlia del Capo del nostro clan. Per questo porta con se il Monile. Le responsabilità.. il suo arrivo.. Capisco adesso)



Immagino! Deve essere un vero e proprio impegno, non t'invidio sai!



Disse con aria divertita e scherzosa. Yujin però sembrava non aver prestato attenzione alle sue parole. Il suo sguardo era rivolto alla solita finestra e sembrava che qualcosa avesse rapito la sua attenzione. Keiji pensava che i pensieri tristi di poco prima fossero tornati a galla. Sperava, fremeva perchè non fosse così, il suo sguardo gli ricordava troppo quello di suo fratello, quello di sua madre, di suo padre. Di tutti i suoi affetti il giorno di quella terribile notizia, quel maledetto mattino in ospedale. Pieno di camici bianchi, di tante medicine ma di poche vere cure, aveva pensato mentre in silenzio, su una poltroncina marrognola, ascoltava il barbuto dottore. Stava condannato il fratello, questo, sebbene fosse ancora nell'età in cui la massima preoccupazione era la corda rotta della sua altalena in giardino, lo capiva bene.
Per fortuna niente di tutto questo. Al contrario era sorto un senso di allegria nella sua espressione. Sembrava quasi contenta di aver visto quello che poteva scorgere in quel piccolo trancio di cielo che passava dal vetro fino della finestra.
Tornato con i piedi per terra per qualche secondo ricordò il motivo per cui in realtà si trovava effettivamente in compagnia di quella ragazza.


Giusto! Quasi dimenticavo Yujin. Penso proprio di potertelo chiedere, sicuramente mi saprai dire. Sai per caso dove potrei..



Yujin: Vieni, ti devo far vedere una cosa che non avrai mai più occasione di vedere, sei fortunato lo sai?

Non ebbe neppure il tempo di finire la frase. Yujin aveva afferrato il suo polso saldamente e a passo spedito stava avviandosi verso la rampa di scale appena pochi metri a sinistra della porta in fondo alla sala. Keiji non riuscì ad opporre resistenza a quel turbine dagli occhi dorati. L'espressione, a mezzo tra lo stupore ed un pizzico di sconforto, era perfetto riassunto delle sue sensazioni.
Non gli piaceva affatto essere sbatacchiato, per di più da una ragazza. Non stava bene. Tuttavia un pò per la velocità e la naturalezza della ragazza, e un pò per la curiosità di vedere cosa davvero ci fosse di tanto importante al termine delle scale, volle comunque seguirla.
Adesso stavano corsettando su per i piccoli gradini. Keiji era sicuro che conducessero in alto, molto in alto, probabilmente in cima alla struttura.


Yujin: Allora dimmi, mio caro studioso, cosa sai del mio ciondolo?

(Ma dove mi vuoi portare? Che ci sarà di tanto importante in cima poi? Questa Yujin è davvero un bel tipo! prima non mi ascolta e poi mi trascina su per queste scale..)



Alle spalle sapeva di lasciarsi probabilmente la possibilità di iniziare l'allenamento con un valido Sensei per apprendere i segreti de suo Clan. Avrebbe potuto informarsi da qualcun'altro. Sicuramente entro la mattinata qualcuno avrebbe fatto un salto in sede, magari uno shinobi di alto livello. Lui gli avrebbe chiesto a chi potersi rivolgere per il suo addestramento e tutto sarebbe girato liscio.
Tuttavia, per qualche ragione che neppure lui riusciva a intravedere, ogni fibra del suo corpo gli impediva di opporre obiezione. Non era da lui starsene buono e seguire senza un motivo una persona, così alla cieca, ma sentiva in quel momento che era la cosa davvero migliore da fare in quel momento.
Così l'assecondò.


Cosa so del ciondolo dici? Mah, che vuoi che ti dica? Non molto in realtà.. Mi è capitato di fare qualche ricerca su antichi manuali e fare un paio di domande in giro a persone, diciamo, "ben informate"..



Non voleva dire tutto. Le compagnie che frequentava non erano certo un punto di vanto per lui. La fama che avevano per i quartieri della periferia di Suna non era buona e, come spesso accade, un tipo da vita sull'asfalto come era lui aveva cozzato con questa gente. Niente di serio in fondo, ragazzi e uomini come lui con qualche bravata di troppo nel passato, ma era meglio non toccare l'argomento.

Si dice che non sia il solo ciondolo nelle leggende del paese. Ma che abbia altri quattro gemelli sparsi per queste terre. Copie quasi identiche, o almeno molto simili a quello che hai tu. Stando a quanto riportano le vecchie ballate dei carovanieri vengono menzionati come i Patti del Vento. Il piccolo diadema al centro di ognuno ha una composizione mineraria diversa e unica del suo genere. Si pensa che siano i doni regali del Vento stesso dati agli uomini nomadi che per primi tentarono di portarsi stabilmente in queste lande deserte. Erano in mano ai fondatori del Villaggio all'inizio, quando ancora non era venuto il Nindo tra noi. Però nessuno al giorno d'oggi sembra sapere esattamente dove siano



Un'aria fresca pungeva la faccia di Keiji. Si stavano avvicinando ad uno spazio aperto e il vento fuori bussava energicamente alle pareti della sede.

Avrebbero poteri interessanti ho letto da qualche parte.. Il primo in particolare viene chiamato Primo canto o "dell'Ispirazione". Contiene.. Come era scritto?! Ah si! "Il matrimonio tra la Terra regina e il Vento Re" ed è in grado di donare i doni nuziali agli uomini. Non chiedermi cosa significa, sarai più informata di me su questo immagino. Inoltre mi pare di ricordare che si parlava di un tesoro prezioso. Qualcosa tipo la protezione del deserto e una conoscenza illimitata, frutto appunto, penso, di questa sorta di ispirazione mistica. I più fanatici credono addirittura che riesca a fondere l'anima di un uomo col cuore della Sabbia stessa



Giunti al terrazzo una folata gli accolse, portandoli nel suo fresco abbraccio. Keiji respirava con un lieve affanno. probabilmente la leggera colazione fatta di fretta e furia non stava dando il contributo di energie sperato.
D'un tratto, una voce si alzò nell'aria. Indistinta ma vicina, o almeno così la immaginò.


Chi c'è quà dietro?



Keiji fece qualche passo in avanti sporgendosi con la testa per osservare i lati del terrazzo. Non c'era nessuno oltre a loro due.

Ok stop un attimo. Non credermi esaurito Yujin. Ho davvero sentito una voce, tu no? Sembrava vicina a noi. Sai se c'è qualche stanza qua sotto?



Si affacciò con la testa alla piccola balaustra per vedere cosa ci fosse sotto i loro piedi.
Neppure abbozzo di finestra a confermare la sua ipotesi.
Sembravano davvero soli. Non era la prima volta che gli capitava una cosa del genere. Non volle chiedere alla nuova amica, aveva già fatto la sua magra figura di psicopatico con la storia della voce. E poi non ce n'era motivo in fondo, probabilmente erano solo una sua impressione. Che ne poteva sapere lei.
Adesso gli si era avvicinato aspettando che questa gli mostrasse perchè l'aveva fatto salire fin lassù.
 
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view post Posted on 10/10/2011, 11:11     +1   -1




*Mentre continuavano a salire le scale, il ragazzo raccontò tutto quello che sapeva sul monile.*

Beh, si, sai molte cose, ma non tutte, perché effettivamente molte cose si possono sapere solo se si è i reali possessori di una di queste reliquie…

*Improvvisamente si fermò, sostenendo di aver sentito una voce, agitato iniziò a guardarsi intorno e a scrutare ogni angolo, la ragazza con molta nonchalance compì gli ultimi passi per poi fermarsi al centro del terrazzo. Si voltò e afferrò la mano di Keiji tirandolo a se, quasi da farlo sbattere contro di lei, poi posò le sue fredde dita sulle labbra del giovane, per zittirlo. Bisbigliò.*

Ora ascolta…

*Si sentì di nuovo un altro suono, che sembrava tanto una voce, un canto, poi improvvisamente il vento si placò e la sabbia lentamente si adagiò. Un forte silenzio, quasi innaturale coprì l’intera Suna. Non sempre il vento si fermava erano veramente rari quei momenti. I due erano così vicini che potevano avvertire il calore dei loro corpi. I grandi occhi ambrati della ragazza intimavano il ninja di non muoversi, poi distolse lo sguardo e si allontanò da lui per raggiungere la ringhiera.*

Guarda, in questi momenti si può ammirare l’intero deserto…

//Non sono andato nei dettagli di questo grandioso spettacolo, perché so che tu lo faresti meglio, spero però di averti trasmesso quello che dovresti avere davanti agli occhi… Questa è una bellissima scena, descrivila come meglio puoi… E infine, finisci il post dicendo che scruti in lontananza una figura che si avvicina rapidamente a Suna… Ovviamente prima goditi lo spettacolo… //
 
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° The Choice °
view post Posted on 10/10/2011, 20:20     +1   -1




Yujin: Ora ascolta…

La ragazza aveva riacciuffato con facilità l'attenzione di Keiji, con la stessa semplicità mostrata dal primo momento. Mentre ancora si guardava attorno con una certa circospezione nella speranza di scorgere la fonte di quella flebile voce sentita pochi attimi prima, lei lo aveva superato di qualche passo e con gli occhi scrutava il cielo sopra di loro e il mare di sabbia che da lì si poteva scorgere in lontananza. Lui non se ne era neppure accorto, tanto era stato preso da quel suono misterioso, ma lei lo aveva afferrato proprio al centro del balcone e con uno strattone deciso lo aveva avvicinato a sè.
Ora erano uno attaccato all'altro. I loro corpi si confondevano nel suono del vento sulle pareti e nel battito dei due cuori.
Keiji stava per dire qualcosa, balbettare qualcosa in preda allo stupore per quel gesto ma lei, nell'attimo che solo forse le donne sanno cogliere in quei momenti, lo fermò ponendogli le dita fredde sulle sue labbra tiepide.
Si dice che queste siano il punto del corpo più delicato, che l'animo umano le interpreti come un vero e proprio baluardo delle proprie sensazioni. I vasi sanguigni qui sono moltissimi e per questo sono tra le parti più sensibili del nostro organismo.
Non solo fisicamente.
Quando qualcuno che le sfiora non è di nostro gradimento o si pone in maniera aggressiva con noi lo rifiutiamo istintivamente allontanandoci da quel contatto.
Per Keiji non era così.
Non stava prestando lo sguardo nella stessa direzione di lei, ma aveva gli occhi sul suo viso. Era la prima volta che era così vicino ad una ragazza e questo, sebbene lo mettesse un pò a disagio, lasciava in lui una sensazione di calore piacevole che non avrebbe saputo spiegare con nessuna parola che conosceva.
Questo non l'aveva mai trovato scritto nei suoi libri, nei suoi manuali pieni di polvere a cui ogni giorno, anche per le piccole cose, amava fare riferimento come si usa con un mozzicone di fuoco in un antro buio. Non parlavano di situazioni così profonde e sensibili e lui quasi si sentiva spaesato.
Non si riconosceva più. Era sempre stato deciso, riflessivo, pronto a prendere di petto qualsiasi situazione, al costo di qualche rimpianto in più ai tanti che aveva. Si era irrigidito dalla punta dei piedi a quella del crine più lungo, cercando comunque di mantenere il controllo di se.
D'un tratto un altro suono, quasi una litania soffocata dal boato delle folate sempre più impetuose, si stava perdendo nell'aria. Una sorta di cantilena arrivava fin lassù, dove i due, ancora vicini, rimanevano pressochè immobili in un silenzio quasi religioso ad ascoltarla.
Il vento si stava placando di colpo. La sabbia, dapprima sollevata con furore e fatta diventare al pari di un mare impetuoso che solo a tratti solleva la sua schiuma bianca, adesso rimaneva quieta, ben salda alla madre Terra, sotto il sole limpido di quella mattina. Le nuvole erano sparite da quello spicchio di azzurro sopra l'altissimo edificio e solo il chiarore dei raggi del sole troneggiava nel cielo.
Lentamente Yujin scivolò via dal corpo di Keiji allontanandosi un pò verso il limitare della balaustra. Fissando con lo sguardo quelli che sembravano spazi infiniti con un filo di voce si rivolse ancora al ninja.


Yujin: Guarda, in questi momenti si può ammirare l’intero deserto…

Lo spettacolo che si mostrava davanti a Keiji era incredibile. Non riusciva a trovare niente di simile nella sua memoria, ne nei suoi libri, ne in tutte le immagini delle migliori cartine che aveva trovato, comprato o rubato in vita sua. Niente poteva reggere il confronto di quel panorama.
Il deserto in fondo, in tutta la sua semplicità maestosa.
Da quel punto si potevano osservare tutti i confini sanciti dalla fine sabbia dorata di quell'ambiente inospitale e tiranno. I raggi del sole, caldi e avvolgenti, sembravano quasi baciare la sabbia che ricambiava con un bagliore tenue, ambrato, come gli occhi di Yujin. Quasi a ringraziare il cielo di quel dono.
C'era un mare nei suoi occhi, che ora ben aperti non riuscivano a scollarsi da quella visione. In lontananza l'armonia di quei colori gettati su una tavolozza con sapiente arte dalla natura veniva spezzata solo dal passaggio di uno stormo di uccelli neri. Le loro voci stridule e acute quasi non arrivavano alle orecchie dei due ragazzi, lasciando ancora di più il gusto dolce di quella serenità nelle loro anime.
Solo un senso di pace ammaliò i suoi pensieri.
Il silenzio era ovunque, in ogni angolo di terra che i suoi occhi potessero toccare. Sembrava che un pò dappertutto in quel mare di arancione tinteggiato il tempo si fosse concesso una tregua, che il deserto stesse come per compiere un profondo respiro per poi rilasciare il suo soffio vitale per come gli uomini lo conoscevano, nel vento. Keiji pensava a questo e a mille altre cose. Si immaginava quasi di perdersi vagando per quegli spazi aridi, come i vecchi carovanieri di cui spesso aveva letto. Immaginava la quiete serena di quelle dune, e tra loro se stesso disteso ad ammirare la volta sopra la sua testa. In lontananza svettavano le forme slanciate ed emaciate del centro di Sunagakure. Questa sembrava quasi la custode di quella bellezza li di fronte. L'ultimo baluardo, la sola guarnizione, prima di valicare il confine della sabbia. Era qualcosa di sacro per gli antichi, ed ora, davanti a quella scena, Keiji riusciva a capire il perchè di quel profondo amore, di quel sentito rispetto per il deserto.
Anche lui in qualche modo si sentiva irrimediabilmente attratto, qualcosa sembrava richiamarlo a se. Una strana sensazione, come quella di una madre che sente quasi chirurgicamente e in modo altrettanto inspiegabile, le sorti di un figlio. Come una bestia che riesce a fiutare a grande distanza l'agguato di un predatore e solo all'ultimo a mettersi in salvo. Era una voglia profonda, viscerale. Una forza che lo spingeva a continuare a guardare. Per lui era quasi come se tutte le risposte che andava ancora cercando si trovassero forse in quel luogo, così povero di vita ma forse tanto ricco di insegnamenti su questa. A guardare quel mare che abbagliava le sue pupille come piccoli vetri sparsi al sole su un prato isolato, Keiji pensò a quante storie avrebbe da raccontare il deserto, se interrogato da chi ne comprende la voce e sapesse ascoltarla davvero, fosse provvisto di una voce propria.
Chissà che non fosse così, dopotutto.


(Io sarò per voi un Padre e una guida. Io sarò per voi la vostra domanda e la vostra risposta..)


Questi pochi versi in prosa, di un vecchio sutra che gli era capitato tra le mani qualche tempo prima, vennero limpidi nella sua mente. Forse davvero perso in quel silenzio vi era una domanda e una risposta, per tutto. Un tesoro grande come e forse più di quelli raccontati nelle vecchie storie dei nonni.

Meraviglioso.. Un vero spettacolo.. Come lo sapevi Yujin? Come sapevi che si sarebbe calmato il vento? Non è cosa da tutti i giorni vedere questo..



Incrociò le braccia e si mise comodo divaricando un poco le gambe. La ragazza gli aveva lanciato uno sguardo molto esauriente, a metà tra la preghiera di attenzione e la voglia di sorprenderlo. Lei stava ancora a guardare lo spazio davanti a loro, catturata sicuramente come lui da tutto quello. Avrebbe voluto avvicinarsi ma come sempre rimase dov'era, al suo posto. Come aveva sempre fatto avrebbe visto quello che c'era da vedere da lontano.
Entrambi gli spettacoli.


Un vero spettacolo..



Ripetette sottovoce continuando a guardare dritto davanti a lui.
In lontananza, proprio in quegli attimi, una figura indistinta, sfocata dalla lontananza e forse dall'arsura del deserto, si stava avvicinando con una certa fretta a Suna. Non riusciva ancora a distinguerne bene i tratti ma già lo aveva colpito. Chi mai poteva avere tanta fretta di entrare in città, e per di più dopo quella tormenta traversando le sabbie sterminate del deserto?


Ehi Yujin! Guarda là.. Sbaglio o sta arrivando qualcuno? Hai idea di chi possa essere?

 
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.:Empty_Pumpkin:.
view post Posted on 15/10/2011, 16:17     +1   -1




//Bene bene… mi piace tantissimo come scriviiiiiiiiiiii!!!! XDDDD//

*I loro sguardi erano intensi e penetranti entrambi si leggevano nell’anima, poi la ragazza lo distolse per osservare la figura che dirompente si avvicinava a Suna. Strizzò gli occhi, e mise la mano sulla fronte a mo’ di visiera, per schermarsi dai raggi del sole. Poi improvvisamente si fece preoccupata. Sicuramente sapeva qualcosa, ma non disse nulla a riguardo.*

Keiji, non c’è un minuto da perdere dobbiamo andare!!!

*Si guardò intorno agitata, quasi come se stesse cercando qualcosa o una via d’uscita. Andò per scendere le scale, ma si fermò.*

No!!! Per di qua ci vuole troppo tempo!

*Si voltò di scatto verso il genin, gli afferrò la mano e con un balzo poggiò i piedi sulla balaustra, lanciandosi nel vuoto e portando con se anche il compagno.*


Su, forza, usa la tua sabbia o ci schianteremo…

//E’ palese! La ragazza ha frainteso, pensa che tu sia già un membro affermato del Clan, non poteva pensare che fossi un neogenin… Che pasticcio!!! Che si fa?? Ovvio, provi a usare la sabbia, ma non ci riesci subito, a pochi metri dal suolo, riesci a raggruppare un po’ di sabbia e a salvarvi… Il terrazzo dove vi trovavate è molto alto, quindi hai il tempo di fare qualche prova, ma non è in cielo, quindi non sconfinare troppo nei tentativi… per quanto la scena possa sembrare tragica, non voglio qualcosa di pesante, rendi il tutto lievemente ironico… ^^//
 
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° The Choice °
view post Posted on 16/10/2011, 19:21     +1   -1





Yujin si scostò leggermente da Keiji. Proteggendosi con il dorso della mano dai raggi del sole sempre più insistenti osservava la strana figura che gli aveva indicato il giovane ninja. Questa procedeva sempre più velocemente in direzione del villaggio e a breve sarebbe giunta alle grandi porte dell'ingresso principale.
Subito la sua espressione cambiò.
Da parte sua il ragazzo non ebbe modo di vedere quella reazione, tanto era preso da capire chi fosse quel tizio avvolto dalla sabbia e dai tiepidi raggi del sole che baciavano il deserto davanti a loro.


Yujin: Keiji, non c’è un minuto da perdere dobbiamo andare!!!

Non ebbe il tempo di ribattere.
Il piccolo tornado che aveva conosciuto quella mattina si era rimesso all'opera e ora lo stava portando con se davanti alla rampa di scale che gli aveva portati fin lassù.


Aspetta un momento Yujin! Perchè non c'è tempo da perdere? Dove dobbiamo andare?



Yujin: No!!! Per di qua ci vuole troppo tempo!

Senza prestare attenzione alle sue parole lo sorpassò veloce, in cerca di qualcosa, forse un'altra via d'uscita: Keiji non immaginava, non riusciva a spiegarsi quella fretta.
Fu un attimo.
Solo quello.
La ragazza si girò di colpo verso di lui e afferratolo per una mano fece un piccolo salto sulla balustra del terrazzo. Keiji non ebbe neppure il tempo di capire cosa stesse facendo che già si ritrovava con il busto contro il marmo freddo di quella ringhiera massiccia. La ragazza aveva già entrambe le gambe nel vuoto e con uno sguardo sicuro di se trascinò anche il compagno in quel salto spericolato.
Inutile dire, lo stupore di Keiji fu immenso.
Che voleva fare? Lei sembrava così tranquilla, eppure a lui sembrava una follia bella e buona. L'altezza era moltissima pensava, mentre adesso si ritrovava anche lui a candela proprio sopra la testa di Yujin. Erano entrambi immersi nell'azzurro di quel cielo per un momento. Anche usando le tecniche Shinobi per attutire il colpo ci sarebbero stati seri danni, ne era sicuro: l'altezza era troppa e troppa la velocità dei loro corpi. Poche parole, intramezzate dal rumore del vento nelle sue orecchie, fece realizzare a Keiji il perchè di quel folle salto.


Yujin: Su, forza, usa la tua sabbia o ci schianteremo…

(Sabbia?? Giusto, per attutire il colpo certo... Ma di che sta parlando!! Io non so neanche da dove cominciare per far muovere la sabbia!)



Il malinteso ora era evidente. Yujin non aveva avuto modo di parlare con lui del perchè si fosse recato alla Sede del suo Clan. Non poteva sapere che quello che aveva davanti era solo un novizio in quelle arti e che ancora non conosceva neppure le basi di quelle pratiche così antiche e conosciute in tutto il paese.
La cosa si faceva seria. Yujin, sicura che fosse un esperto ninja del Clan, ingannata forse anche dal suo modo sicuro di parlare delle storie antiche e più recondite su questo, gli aveva catapultati in quel balzo.
Keiji non sapeva che pesci prendere. Si trovavano ancora in alto ma era sicuro che entro qualche manciata di secondi avrebbero raggiunto terra.
L'atterraggio, ovviamente, non lasciava spazio a sorrisi.


(E adesso che m'invento?? Il pilastro.. No non servirebbe a molto. Non so neppure se in queste condizioni riuscirei a direzionarlo a modo. Merda!!)



A quel punto non sentiva altri appigli di salvezza attorno a se che quello di provare in tutti i modi a spostare un pò della soffice sabbia che si stava sempre più avvicinando sotto di loro. Keiji provava in tutti i modi, con tutti i gesti possibili, non esclusi quelli scaramantici, a smuovere la sabbia sotto di lui mimandone il movimento con le mani. Non si spiegava perchè in realtà, ma pensava che potesse essere un buon punto di partenza. In genere nei libri l'eroe di turno faceva così con i suoi poteri speciali.

(Ok le corna me le potevo proprio risparmiare. Non me ne vogliano le vecchie superstizioni ma non credo che la sabbia si possa modellare così..)



Le idee scarseggiavano e la distanza si riduceva ogni attimo di più. Keiji continuava a smanaccare in aria cercando il modo corretto per ottenere il suo risultato.
Invano, ovviamente.
Tornato lucido analizzò la situazione come era solito fare in quei casi.


(Ok! Diciamo che mi sono cacciato più volte in guai seri. Ma quella di volare con accanto una ragazza conosciuta da pochi minuti giù per il palazzo più antico del villaggio mi mancava!)



Fu allora che riuscì forse a trovare una buona idea. Il Chakra era forse ciò che faceva al caso suo. Non aveva idea di come direzionarlo nel punto voluto e legarlo ai migliaia di grani di sabbia sotto di lui, ma aveva intuito a braccio che quella di richiamarlo a se poteva essere la mossa migliore, o forse semplicemente l'unica da provare.
Valeva la pena fare un tentativo.
Yujin era ancora tranquilla accanto a lui durante la discesa. Con la coda dell'occhio la guardava guardare in basso con i capelli scompigliati dal vento. Negli occhi dorati si poteva leggere un'espressione di fiducia.
Keiji avrebbe voluto avere anche un soffio di quella fiducia che vedeva in lei. Rivolgendole un ultimo sguardo l'afferrò per un fianco portandola un pò più vicino a se. Se dovevano schiantarsi a terra tanto valeva provare a darle un pò di protezione con il suo corpo.


(Ma guarda che mi tocca fare! Dove siamo finiti vecchio mio? In che guaio mi hai messo ragazzina! Perlomeno così dovrei ripararti un pò.. Di certo non sentirò la differenza di averti addosso quando avrò mezze ossa rotte..)



Guardando ancora sotto di lui strabuzzò gli occhi inclinando leggermente il capo all'indietro. Una scossa di paura lo pervase. Era logico, era uno shinobi della Sabbia certo, ma davanti a un pericolo così, del tutto disarmato, senza una chiara via di salvezza, anche lui provò un brivido umano.
Tuttavia reagì, come aveva quasi sempre saputo fare. Trovò un pò di forza nel coraggio e forse anche nell'attimo di disperazione che lo aveva colto.


(Dai o la va o la spacca! Almeno potrò dire di essermi accartocciato abbracciato a una bella ragazza. Non è da tutti..)



Un sorrisetto macchiò la sua espressione. Il pensiero lo faceva quasi sorridere, persino in quel momento.
Gettata la mano verso il basso provò a convogliare la sua energia spirituale nel palmo, adesso disteso e rivolto verso la sabbia.
Il primo tentativo fallì.
Il procedimento era corretto, ormai era una pratica consolidata per Keiji concentrare un pò di chakra in qualche parte del corpo, ma niente sembrava essersi smosso a terra.
Senza lasciarsi andare al panico fece un ultimo tentativo. Ormai erano pochi i metri che li separavano da terra ma sentiva ancora di potercela fare.
Improvvisamente una fitta di calore al braccio lo sorprese. Una scossa di energia, molto simile alle vertigini che provava quando utilizzava il Chakra, lo pervasero dalla testa ai piedi. Portatola ancora in posizione guardò sicuro di sè e quasi lasciando fare alle sue emozioni andò a intuito.
La sabbia sotto di lui si mosse accumulandosi come un piccolo cuscinetto leggermente arrotondato in punta, proprio come si era figurato lui durante il salto.
I due ragazzi atterrarono con energia ma senza danni sul morbido lembo di sabbia sottile. Keiji si trovava sotto Yujin. Questa sembrava quasi non essersi accorta del atterraggio morbido, forse proprio perchè aveva trovato un secondo appoggio oltre alla sabbia.


Yujin.. Yujin.. Ti spiacerebbe alzarti un attimo. Sei proprio sopra il mio stomaco. Capisco di essermi lasciato andare negli ultimi giorni con l'allenamento e di aver messo su qualche etto ma non mi pare il caso di usarmi come cuscino..



Disse in tono ironico alla ragazza che ora si era rialzata e lo guardava sorridente. Keiji, scossosi la sabbia di dosso gettò un'occhiata a quanto era riuscito a fare. Era incredibile, anche lui che ne era l'artefice stentava a crederci. Era la prima volta ce riusciva a fare qualcosa di simile.
Il sangue dei suoi avi, forse.
Ma era qualcosa che, a freddo, lo emozionava. Non voleva dare comunque l'impressione di chi cade dalle nuvole e decise di continuare tranquillo.


Scusami per l'atterraggio brusco e frettoloso. Ma sai.. Mi piacciono le cose all'ultimo minuto, c'è più gusto. Avevo tutto sotto controllo!



( Ma di che parli? Se te la sei quasi fatta sotto negli ultimi dieci metri!)



L'aveva sparata grossa. Ma ora non prestava ascolto a quei pensieri. Piuttosto era preoccupato per il comportamento strano che aveva avuto Yujin poco prima. Che aveva visto di così importante? Questo si domandava Keiji in quel momento. Avvininadosi a lei e guardandola negli occhi provò a capire qualcosa in più, con una confidenza che sentiva anche un pò sua adessso. Quella di chi vuole solo capire e aiutare.


Perchè tutta questa fretta Yujin? E non dirmi che non è così. Un volo del genere non è il massimo per scendere da una palazzo simile. C'è qualcosa ti preoccupa?



Solo dopo aver parlato, continuando a guardare gli occhi chiari della kuonoichi, arrivò ad immaginare, a supporre, che forse la misteriosa figura intravista poteva entrarci qualcosa.


\\Ho interpretato la missiva come puro role-playing, eliminando quindi calcoli e attivazioni possibili nel post. Per qualsiasi cosa Mp ed edito ^^\\
 
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.:Empty_Pumpkin:.
view post Posted on 18/10/2011, 15:35     +1   -1




*I due stavano precipitando dal terrazzo della residenza del clan, praticamente il punto più alto di tutta Suna. Yujin era tranquilla, si fidava cecamente del suo amico e sapeva che li avrebbe condotti in salvo. E infatti fu così, nonostante la preoccupazione da parte del ragazzo, egli riuscì a manovrare parte della sabbia affinché attutisse la caduta. La ragazza si alzò dal ventre del suo nuovo amico e si scusò.*

Oh, scusami Keiji, tuttavia devo complimentarmi con te, non pensavo riuscissi a smuovere persino la pesante sabbia di Suna, pensavo avessi usato quella tua personale. Ma ho visto che hai fatto dei sigilli particolari, quindi devi essere più potente di quanto pensassi.

*Disse incamminandosi frettolosamente verso l’ingresso di Suna, mimando i gesti scaramantici che aveva compiuto Keiji pochi istanti prima, quasi come se li volesse imparare. Il ragazzo difficilmente le stette dietro, ma poi la raggiunse quando ella si bloccò sulla soglia dell’ingresso del villaggio, in quel momento decise di raccontargli tutto. Si volto verso di lui e con aria torva, ma preoccupata disse.*


Il villaggio è in serio pericolo, molto probabilmente tra pochi istanti comincerà un duro scontro e date le tue grandi capacità sono sicuro che sarai un valido aiutante.


*Sempre più preoccupata volse lo sguardo verso l’uomo che iniziava ad intravedersi in lontananza e che ora aveva iniziato a rallentare il passo.*

//Ok, voglio che descrivi il disagio che il tuo pg prova nell’aver capito che Yujin abbia frainteso e voglio che descrivi il conflitto interiore che prova: dirgli la verità o continuare con la sceneggiata? Infine scegli la seconda opzione e ti prepari al peggio… ;)//
 
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° The Choice °
view post Posted on 19/10/2011, 21:16     +1   -1




Yujin si stava scusando con lui per l'atterraggio non proprio da manuale. I due adesso erano in piedi: sopra di loro l'azzurro di un cielo che quella mattina non prometteva altro che sole, sole e ancora sole, sotto il tenue colore ambrato della sottile sabbia.
Nell'aria attorno a loro c'era un dolce tepore regalato dai raggi solari che, sempre più vicini al mezzogiorno, si facevano insistenti, accompagnati ancora da uno sprazzo di adrenalina. Il biondo ne aveva spruzzata da tutti i pori durante quel balzo nel vuoto.
Ora ascoltava la ragazza ma continuava a rimandare la mente a quei brevi istanti che tanto lo avevano colpito. Per un momento, solo per un momento era riuscito a manipolare la sabbia. Certo la reazione era stata grezza e aveva impiegato molto tempo, ma c'era riuscito. Anche se non era a conoscenza dei particolari ricordava dalle lunghe chiacchierate pomeridiane fatte col padre nei pochi meriggi di nullafacere che questa era la vera abilità del loro Clan.
Osservava il braccio. Percepiva, anche se molto lontana e sbiadita, una sensazione di calore sotto la pelle, proprio all'altezza dell'avambraccio. Era li che aveva convogliato il suo Chakra per poi farlo scivolare velocemente ma con grande cura attraverso il polso, fino a raggiungere le cinque dita della mano sinistra.
Con la mano stava accarezzando quella zona, cercando anche uno scampolo di indizio su come fosse stato possibile.
Lui certamente non se ne capacitava.
Apparentemente nulla di visibile ai suoi occhi, forse ancora troppo inesperti pensava, era diverso in lui. Ne in quel punto ne in nessun'altra zona che era stata interessata da quell'ondata di energia.
Si interrogava Keiji.
Chissà se avrebbe saputo farlo di nuovo, se avrebbe saputo ritrovare quella capacità a comando. Poco prima si era presentata una situazione di emergenza e poteva certo essere stato frutto del caso o della voglia di sopravvivere a quel salto che lo aveva preso. Aveva sempre sentito dire, come spesso accade per i luoghi comuni finendo per crederci, che gli uomini trovassero una grande forza se portati faccia a faccia con il pericolo, se costretti al loro istinto di sopravvivenza più primitivo.
Che fosse quella la risposta? Solo quella? Keiji non voleva crederci. Era lì per apprendere proprio quella particolare abilità del suo Clan e in un modo o nell'altro sarebbe riuscito a capire come riottenere lo stesso risultato, ne era certo. Doveva riuscirci!
Proprio nel momento in cui stava per voltare di nuovo il palmo della mano verso il basso, sulla sabbia dorata, per ritentare di nuovo quel piccolo prodigio, Yujin lo sorprese con delle parole che forse non avrebbe mai voluto sentirsi dire.


Yujin: Devo complimentarmi con te, non pensavo riuscissi a smuovere persino la pesante sabbia di Suna, pensavo avessi usato quella tua personale. Ma ho visto che hai fatto dei sigilli particolari, quindi devi essere più potente di quanto pensassi.

Se ne stava quasi scordando. La ragazza era ancora convinta di aver incontrato un esperto esponente del Clan quel giorno. Aveva scambiato Keiji per un ninja fatto e finito. Dal canto suo il Genin non aveva mai stroncato questo errore di giudizio. Un pò perchè forse trascinato in una serie vorticosa di eventi da quegli occhi color oro, un pò perchè probabilmente, sotto sotto doveva ammetterlo, aveva trovato un particolare e soddisfacente gusto a fare la parte del veterano fra i due, un pò di soddisfazione insomma.
Adesso, mentre la kunoichi si stava scrollando dalle spalle con una mano un pò della sabbia appiccicatasi durante la caduta, aveva l'occasione giusta per raccontargli la verità e chiarire una volta per tutte.


(Ok Keiji meglio dare un taglio a questa cosa. Hai appena fatto un volo di non so quanti metri per colpa di questa buffonata.. Togliti il cappello di so-fare-tutto-io e racconta come stanno le cose..)



Lei intanto con lo sguardo, mentre chiosava queste ultime parole, gli fece cenno di seguirla.
Keiji si mise in marcia senza fare troppe domande. Andava spedita, la giovane, quasi fosse presa da una certa urgenza di arrivare chissà dove in tempo. Lui, rimasto qualche passo più dietro era preso dal dubbio se confessare o no la verità sulla sua vera identità di neo-Genin, fresco di promozione da troppi pochi soli per avere le doti che credeva Yujin.

(Magari potrei aspettare un pò. In fondo che c'è di male..)



Un pò come accade per quelle piccole bugie che dicono i ragazzini per mascherare una malefatta Keiji cercava mille scusanti. Non avrebbe saputo dire il perchè in maniera esatta. Voleva fare bella figura davanti agli occhi della nuova amica, probabile. Ma in realtà non era solo questo.
In lontananza cominciavano a delinearsi le due imponenti silouette delle Porte della Sabbia. Keiji, in prossimità di un piccolo lastricato in pietra che contornava l'area di chiusura dei battenti, prese a ciantellare le scarpe camminando, così da togliersi un pò di sabbia dalle vecchie scarpe ormai parecchio usurate.
Giunti dopo un cammino di qualche minuto a passo ben sostenuto davanti ai portoni dell'ingresso del villaggio Yujin si fermò e si voltò lentamente facendo ancora qualche passo all'indietro. Il suo volto era ancora coperto da un qualche timore, Keiji ormai riusciva a vederlo distintamente. Gli era bastato davvero poco per leggere le emozioni di quella ragazzina, anche troppo poco per i suoi gusti.


Yujin: Il villaggio è in serio pericolo, molto probabilmente tra pochi istanti comincerà un duro scontro e date le tue grandi capacità sono sicuro che sarai un valido aiutante.

(Però.. Chissà come reagirà. Non solo s è fidata di me in quel tuffo spericolato, questo sarebbe il meno.. D'accordo. Non è questo il punto..)



Il punto era che non sapeva che reazione avrebbe avuto lei. Lo avrebbe piantato in asso lì, come se niente fosse. Questo temeva il ragazzo in fondo, niente più e niente meno. Lei stessa aveva detto che serviva qualcuno di valido in quel momento. Il ragazzo non aveva neanche lontanamente capito di cosa si trattasse, ne in quel momento gli interessava davvero.
Solo non si sentiva all'altezza o aveva paura di non esserlo. Questo lo metteva a disagio. Aveva sempre avuto una risposta pronta per ogni cosa, una decisione, spesso più sbagliata che giusta, ma comunque immediata per ogni evenienza. Non amava fare la parte del codardo, e in quel pizzico di immaturità che ancora gli restava e faceva veri i suoi anni la resa della verità gli sembrava un passo indietro da vili in quel momento.
Ne tanto meno gli piaceva l'idea di staccarsi da Yujin. Non se lo sapeva spiegare ma da quando era arrivata non aveva fatto altro che portargli impicci, certo, ma sentiva di stare bene con lei, tranquillo, come lo era stato con pochi altri.
L'affare sembrava farsi davvero serio. Non era tanto la voglia di fare lo spaccone rimanendogli accanto che gli importava, non era il tipo da pagliacciate simili, quanto la voglia di stare ancora vicino a lei in quel pericolo che tanto la tormentava. Non amava la parte dell'eroe ma una cosa era certa: aveva passato gran parte della sua, seppur breve, esistenza coi pugni all'altezza del mento. Sempre pronto ad incassare qualsiasi tiro mancino le giornate portassero con se. L'idea di lasciare proprio adesso qualcuno che aveva bisogno sicuramente di una mano era per lui quasi fuori discussione.


(Ma che cazzo?? Mi sto cacciando in cose che non mi riguardano proprio. Meglio lasciar perdere ovviamente.. Gli dico tutto e la facciamo finita!)



Con uno sguardo deciso tentò di spiegarsi ma anche stavolta qualcosa non andava. La sua testa, il suo essere razionale lo portavano sicuramente a vomitar fuori quella verità, ma qualche altra parte di lui, che ben non capiva, aveva strozzato il fiato in gola allo shinobi. Erano gli occhi, che ora guardavano la kunoichi con uno sguardo carico di fiducia e sicurezza nei suoi confronti? Possibile.
per una volta in vita sua avrebbe dato ascolto ad una sensazione prima che ai suoi pensieri calcolati? Ai piani che tanto si faceva in testa che puntualmente poi venivano smentiti da una realtà che praticamente mai era stata quella che aveva progettato per se?


Tranquilla Yujin, puoi contare su di me. Se ci sarà da lottare non mi tirerò indietro. Non ne ho ben chiaro il motivo ma se serve a farti stare più tranquilla..



La guardò di lato con uno scorcio di sguardo. I suoi occhi verdi erano sui suoi. Un mezzo sorrisetto d'intesa era spuntato e lasciava presagire il meglio. Affiorava una sicurezza che non voleva esprimere una menzogna ma pura complicità.

(Perchè? perchè mi chiedo. Già so che me ne pentirò.. No, non è vero. Non mi pentirò mai di quello che sento di fare..)



Curioso come una vecchia promessa fatta a se stesso, di quelle che solo la giovinezza, con la sua scarsa esperienza nella vita, può dettare, fosse riaffiorata nei suoi pensieri. Quella che aveva davanti era un'incognita in tutto e per tutto, ma era l'ora di lasciarsi alle spalle quei dubbi. Balla o non balla adesso la cosa importante era dare una mano ad una persona che in qualche modo sentiva vicina. Solo questo contava più di mille dei suoi pensieri.
In lontananza la figura misteriosa si stava avvicinando a passo sempre più cadenzato e rilassato. Il Genin si portò di qualche passo più vicino alla ragazza e divaricò un poco le gambe in una posizione per lui più che comoda.
Questo era Keiji.
 
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.:Empty_Pumpkin:.
view post Posted on 24/10/2011, 17:52     +1   -1




//Chiedo infinitamente perdono per l'immane ritardo, ma sono stato molto impegnato in questi giorni... ^^//

*Si avvertiva addirittura l’odore dell’agitazione. Cosa aveva visto la ragazza in quella figura? Perché continuava a sostenere che il villaggio era in pericolo? L’uomo era ancora un punto lontano, quando la ragazza fece qualche passo in avanti per poi voltarsi nuovamente verso il genin.*

Non dobbiamo permettergli di usare le sue tecniche, appena saremo abbastanza vicini dovrai bloccarlo con la sabbia, intesi?

*Senza permettere alcune repliche, cominciò la corsa verso l’uomo. Il ragazzo non poté far altro che seguirla. La figura, molto probabilmente, scorse i due che gli correvano contro, così si bloccò, alzando una mano, mentre l’altra la infilò sotto il suo lungo mantello in cerca di qualcosa. Cosa stava cercando? Un’arma?*


Ora Keiji!!!


*Intimò la ragazza. Ce l’avrebbe fatta il genin a utilizzare nuovamente la sabbia? Sarebbe riuscito a fermare l’incombente minaccia?*

//Bene! Voglio ancora tenerti un po’ nel mistero… Descrivi la vicenda… Se vuoi descrivere l’uomo fallo pure, ma ti dico che non riesci a vedere nient’altro che un mantello marrone col cappuccio alzato, che copre anche il viso… Provi a rievocare la sabbia per fermare l’uomo, ma non riesci ad avocarne abbastanza… La ragazza ti incita a muoverti, quindi sei sotto pressione… ti rendi conto che è troppo poca per fermarlo, quindi non la lanci… fermi il post descrivendo l’angoscia del tuo pg nel non riuscire nel suo compito… //

Edited by .:Empty_Pumpkin:. - 24/10/2011, 19:13
 
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° The Choice °
view post Posted on 25/10/2011, 13:13     +1   -1





Il vento aveva ripreso a far sentire il suo respiro sulla pelle del Genin.
Adesso lo poteva percepire chiaramente, lo udiva soffiare ad ampie folate in mezzo alle dune, lo sentiva produrre quegli strani giochi di suoni lontani, simili a leggeri fischi, che solo le sue dita attraverso i piccoli granelli di sabbia del deserto sapevano regalare.
Scompigliava i suoi capelli facendone cadere delle ciocche appena un pò più lunghe delle altre sopra i profondi occhi verdi, ora tutti presi dalla figura che si avvicinava alle porte del villaggio sotto le quali si trovavano e che all'orizzonte si faceva sempre più grande, ormai definita anche ad occhio nudo.
Lo sentiva vicino a lui, sopra di lui, passare in ogni anfratto della sua vecchia casacca logora e raffrescargli il corpo. Lo sentiva come quelle poche sere di calura, quando si infilava su per una piccola botola sul soffitto della sua stanza e se ne stava solitario sul tetto della vecchia casa di periferia a pensare al più e al meno.
Ancora una volta una voce piena, baritonale, dai pochi suoni confusi e spezzati riempì le sue orecchie riportandolo al presente, a quella mattinata che sempre di più sembrava lasciare il sapore dell'avventura. Ciò che aveva sentito non era nella sua testa ne era sicuro, voleva esserne sicuro.
Ma come? Chi mai avrebbe potuto? Erano soli, separati dalle prime case alle loro spalle da qualche centinaio di metri. Dietro di lui soltanto un massiccio muro di ciottoli logori e datati delimitava gli estremi del villaggio e lasciava intravedere dalla sua sommità sfumati profili di case molto più lontane, che si perdevano nel centro di Suna come piccole api indaffarate attorno al loro alveare.
Il Vento.
Si a Keiji andava bene questa spiegazione. Sentire voci nel bel mezzo del niente era l'ultima cosa di cui certamente aveva bisogno in un momento come quello.
Eppure fu spontaneo voltare la testa alla ricerca di qualcuno, di qualcosa, di una qualsiasi spiegazione che desse un poco di lucidità ai suoi pensieri. Era già la seconda volta che quella mattina prestava attenzione a quella sorta di forte riverbero nell'aria.
Alle sue spalle invece neppure l'ombra di una persona.


(Che caldo! Mi sta dando alla testa.. Si deve essere quello sicuramente. Solo il vento..nulla di più)



Strizzò gli occhi come per ricercare il filo di se stesso, il bandolo della matassa della realtà. Piccoli puntini verdi dovuti alla pressione del sangue negli occhi si dipinsero nell'immagine che ebbe. Con una smorfia cercò di allontanare quei pensieri: era solo molto stanco, cercava di convincersi.
Eppure qualcosa lo inquietava. Non era tipo da suggestioni facili, ne tanto meno dava retta a presagi, superstizioni e bizzarie varie. Ma quel giorno sentiva che qualcosa non andava.
C'era qualcosa di strano, qualcosa che sembrava gravitare attorno a lui in maniera confusa ma quasi tangibile ai suoi sensi.


(Si.. Sono solo un pò stanco. Eh ma una bella dormita appena avrò finito il mio addestramento non me la toglie nessuno.. Già, il mio addestramento. Pare sia un pò diverso da come me lo immaginavo)



Sdrammatizzò su due piedi. Voleva lasciarsi alle spalle quei pensieri grigi e molto strani.
Nella sua esperienza poteva dire che nulla era migliore di un pensiero positivo, qualsiasi, anche la stupidaggine più banale, per scacciar via problemi indesiderati.
Ne aveva avuti molti.
A giudicare dalle ombre che le massicce lesene ai lati dell'entrata formavano sulla sabbia non dovevano essere più delle nove e mezza del mattino, le dieci al massimo, pensava Keiji.
Guardando con la coda dell'occhio il profilo di Yujin, quasi intimidito in quel momento dal voltarsi completamente verso di lei, senza un valido motivo, pensò a quante ne erano passate da quando aveva messo piede nella sede del Clan. Quella ragazza era stato in grado di tirarlo dentro ad una situazione che sicuramente avrebbe preso per storiella da vecchi sognatori o da giovani spacconi se gliela avessero raccontata al chiostro della piazzola vicino casa sua.


(Ma guarda come doveva andare a finire. Chi se lo sarebbe aspettato, chi?! Io no di certo. Ero pronto a qualsiasi allenamento. Mi ero detto: ben attento Keiji! Sarà difficile e faticoso, sicuramente. Papa ti ha parlato di come fu il suo quando volle buttarsi dentro anche lui. Non immaginavo certo di finire a fare da balia ad una ragazza..)



Yujin: Non dobbiamo permettergli di usare le sue tecniche, appena saremo abbastanza vicini dovrai bloccarlo con la sabbia, intesi?

Bastarono queste parole ed il paio di occhi dorati a compagnia di queste a far passare la spocchiosità e la scontrosità che gli si stava incollando addosso.
Tenendo la posizione rilassata e con le braccia conserte passò vicino alle tasche i polpastrelli della mano sinistra. Sotto il fine tessuto scuro della sua pelandrana da allenamento il freddo del metallo rassicurò Keiji su cosa utilizzare in caso di pericolo. Avrebbe affrontato ogni evenienza. Si sentiva a suo agio con un paio di kunai nelle tasche.
Logico.
Ne aveva imparato il peso, la traiettoria che questo fa dipingere all'arma, le varie forme di utilizzo. Tutte basi che un normale ragazzo, come lui, doveva sapere a menadito per ambire al titolo di shinobi.


Uououo! Un momento Yujin. Penso che tu mi debba un paio di spiegazioni. Chi sarebbe questo tizio.. Perchè è così pericoloso come dici. Non possiamo piombargli davanti con un paio di questi in mano!.. Ehi! Dove vai??



La ragazza, ovviamente, neanche in quell'occasione sembrò prestargli ascolto. Aveva già preso a corsettare più che decisa in direzione dello sconosciuto. Lui, senza pensarci troppo, decise di seguirla.
L'idea di dover fermare un uomo che neppure aveva visto in volto basandosi sulle parole di una ragazzina più o meno della sua età usciva un pò dagli schemi della sua giornata tipo, del suo modo di fare. Riflettendoci non aveva senso.
Yujin ne aveva fatto intuire il peggio di questa figura descrivendolo come un grosso problema per tutti, dovevano stare attenti secondo lei perchè tutto il villaggio era in pericolo.
In realtà Keiji non poteva sapere con certezza a cosa stessero andando incontro. Si fidava di lei e l'avrebbe aiutata in qualunque caso con qualunque mezzo possibile per lui, ma qualche chiara spiegazione sullo strano susseguirsi delle cose lo avrebbe sicuramente fatto correre più veloce e più sicuro di se.
Più tranquillo insomma.


(Se questo tizio è davvero così pericoloso come dice non posso lasciarla andare. Potrebbe succedere qualcosa.. No non posso questo rischio. Mi piacerebbe sapere che cazzo succede, ma in questi casi meglio agire e poi domandare. Proverò solo ad immobilizzarlo e poi farò i conti con Yujin. Non sopporto chi non mi da relazione..)



A pensarci il suo piano d'azione non era poi cattivo. Nessuno si sarebbe fatto male se fosse riuscito nei suoi propositi e avrebbe avuto il tempo di capire cosa stava accadendo sotto quel sole cocente di quasi mezzodì.
Solo un piccolo particolare, d'importanza non trascurabile, ma che in quel momento, preso dalla fretta di una decisione improvvisa, aveva totalmente trascurato.
La sabbia.
Non aveva la minima idea di come farne uso. Non aveva voluto chiarire questo punto con la compagna e adesso forse cominciava a pagarne lo scotto.


Fa sempre di testa tua mi raccomando! Aspettami!



Ormai anche lui stava correndo insieme a lei e solo pochi piedi li separavano. L'uomo si avvicinava sempre di più e ora si cominciava ad intravederne davvero qualche particolare. Era avvolto da un mantello scuro, avrebbe detto sul marrone ma non ne era sicuro. Le prime gocce di sudore cominciavano ad imperlargli la fronte.
Un ampio cappuccio, dello stesso tono di colore, copriva l'intero volto dell'uomo. Il fisico pareva robusto a giudicare da quella distanza e abbastanza alto da lasciar intendere di essere una persona adulta, matura.
Strabuzzando gli occhi Keiji si accorse di alcuni movimenti strani, pochi attimi che fecero schizzare la tensione dei suoi nervi alle stelle.
L'uomo sembrava essersi accorto delle due piccole figure che in lontananza gli si facevano incontro veloci. Stava cercando di raggiungere velocemente qualcosa sotto il suo abito scuro: la malizia in quel frangente era d'obbligo e più che opportuna.
Keiji capì al volo la pericolosità della faccenda. Se stava cercando un'arma, cosa del tutto probabile stando alle parole di Yujin, dovevano essere veloci e cercare di fermarlo in tempo.
Non ebbe dubbi. Non sapeva la realtà delle cose ma prima di finire a terra sotto il lancio di un pugnale o di difendere la ragazza da un attacco dell'incappucciato misterioso era meglio fare la prima mossa.
L'attacco non è la miglior difesa, ne quella del più forte aveva sempre pensato. Solo la mossa del più furbo
Non si fece alcuno scrupolo in questo.


(Che sta facendo? Un'arma.. Certo. devo fare in fretta!)



Yujin: Ora Keiji!!!

Non se lo fece ripetere due volte. Anche Yujin sembrava essersi accorta del pericolo e il suo grido gli arrivò chiaro. Con addosso la pressione di chi sa di non avere probabilmente una seconda chance, un'altra carta da giocare, si concentrò al massimo cercando di ripensare ai momenti in cui era stato in grado di controllare la sabbia.

(Che m'invento adesso?? Ok.. Di sicuro qui finisce male se non tiro fuori qualche asso. Non mi è rimasta molta scelta.. Ne ho solo uno da giocarmi. Vediamo di farlo funzionare!)



Portato il braccio sinistro avanti, quello che era riuscito a compiere ciò che ancora aveva il gusto della mezza magia per Keiji, provò a richiamare ai suoi comandi la sabbia davanti a lui. Mentre correva gli era più ostico concentrare il Chakra nel palmo della mano con dovuta precisione, ma non impossibile. Dopo essersi concesso una manciata di secondi per prendere un pò le misure focalizzò la sua energia nella mano sinistra. A poco a poco, come era successo dopo quel salto pazzesco, la sabbia cominciò a fluttuare leggera intorno a lui.
Era poca, troppo poca e se ne rendeva conto.
Soltanto un piccolo fascio dorato passò davanti ai suoi occhi, poco più spesso di uno straccio di stoffa da massaie. Non sarebbe servito a molto, non da quella distanza e con un uomo fatto e finito come quello. Sicuramente non l'avrebbe neppure sentito.


(No! Così non va, non va bene!)


Rilassati i muscoli dell'avambraccio tornò a far fluire normalmente il Chakra nei suoi tsubo. La sabbia si afflosciò come di nuovo inanimata, privata della vita che sembrava aver fatto propria in quegli istanti. Gliene occorreva molta di più, molta più energia per tirarla su da terra e a sufficenza per lanciarla con la giusta forza.
Un secondo tentativo seguì a ruota. Senza perdersi d'animo cercò di facilitare il compito dividendo il problema su più fronti. Oltre a cercare di sollevare la sabbia davanti a se indirizzò una piccola quantità di energia in direzione della sabbia che ad ogni passo sollevava con i suoi sandali. Questa, forse per il movimento impressogli dalla corsa, sembrava più facile da manipolare già ad una buona altezza come quella del suo bacino. Riunendola con lenti movimenti del braccio destro con quella controllata in precedenza fu stupito dal risultato.
In negativo, purtroppo.
Ancora non bastava: la differenza era minima e notabile solo da una distanza come la sua.


(Sei un disastro Keiji. Uno scandalo.. Andiamo prima ti sei salvato il culo da un volo incredibile. Non può essere tutto qui quello che riesco a fare!)



Provò ancora un paio di volte ottenendo risultati più o meno mediocri. Yujin vicina a lui era concentrata a raggiungere il prima possibile l'uomo che tanto desiderava fermare e sembrava non essersi resa conto delle difficoltà che il suo amico stava incontrando. Solo pochi metri separavano i tre e il tempo a sua disposizione per imbastire qualcosa di serio era sempre più risicato.
Negli occhi del ragazzo abbagliò il riflesso chiaro di un raggio di sole sul monile al collo della ragazza.


(Devo pensare a qualcosa. Deve esserci un modo per controllarne di più.. C'è sicuramente idiota! Sono io che non riesco a trovarlo..)



L'ombra dell'impotenza si fece grande, molto più di quella che dipingeva il sole davanti a lui con il suo corpo. La stessa che lo lasciava insonne la notte, che lo tormentava per le condizioni di suo fratello. In situazioni come quelle, dove avrebbe dato tutto se stesso per proteggere chi aveva accanto, era quasi condannato a non poter far nulla, a non essere all'altezza, a non avere la conoscenza o la forza per reagire.
Un pensiero che ora come allora riusciva a metterlo al tappeto.
 
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.:Empty_Pumpkin:.
view post Posted on 25/10/2011, 16:12     +1   -1




*I due arrestarono la loro corsa ad una decina di metri dall’uomo che era ancora intento a frugare sotto il suo mantello. Il neogenin, tentava ancora di richiamare la sabbia del deserto, ma non riusciva, o almeno non riusciva a richiamarne abbastanza.*

Keiji, cosa stai facendo? Non è il momento di fare gli spacconi, usa la tua sabbia che è più leggera e veloce!!! Intanto io lo tengo occupato…

*Come al suo solito la ragazza non consentì una risposta che subito si lanciò contro l’uomo incappucciato. Tutto accadde molto rapidamente. Lo straniero, con un semplice saltello tirò un piccolo calcio di media potenza, un calcio che avrebbe potuto evitare persino uno studente alle prime armi, un calcio che però andò a colpire un punto che non avrebbe mai dovuto intaccare. La ragazza non lo evitò e venne colpita alla base del collo, non un gemito, non un urlo, venne scaraventata a terra a qualche metro di distanza, i suoi biondi capelli, nascondevano il viso che in quel momento non doveva avere una bella espressione. L’uomo sembrò rimanere stupito, quasi come se non si aspettava che la ragazza non riuscisse a parare il colpo. Un dettaglio molto importante, ma un dettaglio che il ragazzo non riuscì a carpire. Keiji, venne investito da un sentimento forte, che forse prima di allora non sentì mai in quelle proporzioni: collera.*

//Ahimè, la povera Yujin ha fatto una brutta fine, e per giunta una fine stupida che in parte è stata causata dall’inefficienza del tuo PG… Mi sa proprio che il tuo sabbioso non la prende bene… Quel piccolo dettaglio in cui mi riferivo nel post, Keiji non riesce a notarlo, perché e troppo preso dalla rabbia (un altro spunto per sentire ancora delle voci). Inutile dirti che riesci a questo punto a sollevare una notevole quantità di sabbia (non immensa)… Non dire che catturi l’uomo, dici solo che hai intenzione di distruggerlo… e termini il post mentre gli lanci la sabbia contro! Ah, non ti avvicinare alla ragazza!!!//
 
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23 replies since 1/10/2011, 16:45   302 views
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