Shinobi No Shin'yū, [chiuso]

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Itachi's Blood ®
view post Posted on 14/2/2012, 16:05     +1   -1




La signora anziana sparì nel magazzino, mentre l'uchiha dava un ultimo addio ai 200 ryo:

Addio, siete stati degli amici fedele...fatevi nuovi amici nella cassa, e evitate i ryo macchiati sennò vi macchiate pure voi...Cretino...


La signora tornò al bancone carica di roba, lasciando a Koshiro il tempo di controllarli, ed infatti era alquanto soddisfatto!

Koshiro:Ma è tutto splendido, non la ringrazierò abbastanza...ritornerò la prossima volta a prendere qualcos'altro...Ci rivedimo
 
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view post Posted on 20/2/2012, 18:00     +1   -1

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Terminata la visita al Tenshi No Namida, Sasori si congedò con la sorella, dicendo che aveva altre commissioni da svolgere, mentre quest'ultima decise di fare un salto al suo negozio, per salutare la nonna e per vedere di prelevare qualche equipaggiamento anche da li! Durante il tragitto la piccola kunoichi non poteva smettere di ammirare gli acquisti fatti nel negozio affiliato alla sua armeria, estasiata dal luccicare delle pietre preziose e soddisfatta per gli oggetti consigliati dal fratello! Forse era solo un'impressione, forse invece era realtà, ma si sentiva già molto più forte! Arrivata a destinazione, Shiho scostò la due serie di tende, sfilandosi i sandali nel mezzo, per poi entrare nell'armeria! La nonna la accolse con un sorriso tanto ampio da essere quasi inverosimile, per poi lasciarsi il bancone alle spalle e abbracciare la nipotina, senza risparmiarsi in coccole e baci!

|Il tuor finisce dunque alla tua armeria! Veramente carina, ricca nella fauna come ogni ambiente attribuibile agli Yamanaka, ma che noia! Possibile tu non abbia niente di più eccitante da fare che girare per negozi!? Comunque... Tua nonna... Ha un potere spirituale veramente elevato! Impressionante!|



(Esatto! Nonna Ayako ha dedicato quasi tutta la sua vita alla preghiera e a voi Kami! Cerca di ridurre al minimo la tua presenza se ne sei capace, altrimenti con la sua abilità da sensitiva ci metterà un niente a scoprirti e sai bene che, per il momento, non voglio che ciò accada!)



Nonna! Mi sei mancata tantissimo! Ho tante di quelle cose da raccontarti! Ora sono in grado di utilizzare il Capovolgimento Spirituale! Anche se non mi sembra tutto sto gran che! Ahah



Nonna Ayako: -Piccola mia anche tu mi sei mancata moltissimo! Eheh, non ti sembra tutto sto gran che? Aspetta e vedrai! Ma forza, lascia che ti prepari un thé e raccontami tutto! Chi è stato il tuo sensei? Sei stanca? E guarda che bei gioielli che avete comprato tu e Sasori-Chan! Hai conosciuto la giovane Setsuna? Che ne pensi di lei?-



Entrambe felici per quell'incontro, le due Yamanaka si accomodarono sui due puff dietro al bancone, dove Nonna Ayako preparò del thé, mentre la piccola kunoichi cominciò a narrare di quanto accaduto alla residenza del loro clan, durante l'addestramento, le tecniche che aveva imparato ad usare, le conoscenze che aveva appreso! Parlarono per quasi un'ora, senza sosta, senza pause, arrivando a bere fino a due teiere e a chiacchierare della visita al negozio affiliato al loro. Erano solo un paio di giorni che non si vedevano, forse tre, ma abituate a incontrarsi tutti i giorni era come se fossero passati dei mesi, sia per effusioni di affetto, che per argomenti sui quali discutere. Shiho non parlò alla nonna dello spirito che le era stato sigillato dentro, non era ancora pronta per quella confidenza e almeno per il momento anche la nonna non sembrò accorgersi di niente!

Ora che ho comprato queste pietre preziose e questi gioielli, pensavo di migliorare ancora un po' il mio equipaggiamento! Potrebbero mandarmi in missione da un momento all'altro e voglio farmi trovare pronta! Scendo un attimo in magazzino!



Nonna Ayako: -Fai pure tesoro della nonna! Io ne approfitterò per ringraziare i grandi Kami che tutto sia andato per il meglio e magari per preparare dell'altro thé! Se lo trovo, ho comprato un nuovo infuso che è veramente ottimo e molto pregiato!-



Scendendo velocemente la scala a chiocciola, Shiho raggiunse il magazzino, dove cominciò a esaminare la merce presente. Aveva un'idea di massima su quello che voleva e quindi non impiegò più di dieci minuti per riempire la cesta di vimini che si era assicurata alle spalle! Tutto equipaggiamento leggero naturalmente, che non l'avesse intralciata nei movimenti e che, almeno in parte, fosse potuto andare a genio a Kumiko, che odiava profondamente qualsiasi indumento che non lasciasse la sua pelle libera di essere baciata dal vento! Facendo ancora un'attimo mente locale, decise di lasciare la sua maglia di bende in magazzino, non l'aveva soddisfatta più di tanto e sicuramente, essendo praticamente ancora nuova, sarebbe riuscita a venderla senza problemi!

Ho preso un po' di roba! Ahah Tu hai trovato quell'infuso nuovo nonna? Sono curiosa ora! Eheh



Nonna Ayako: -Certo e ho anche già messo su l'acqua! Ma parlami ancora di Rui-Sensei! Non mi suona nuovo questo nome, ma non riesco ancora ad inquadrarla bene, a ricordare chi sia!-



Immerse nei loro discorsi e accompagnate da del buon thé caldo, le due Yamanaka rimasero a parlare fino a tarda sera! Quindi Shiho si propose di chiudere il negozio da sola, per lasciar riposare la nonna, che nel frattempo si preoccupò di sistemare in delle buste tutto l'equipaggiamento che la nipotina avrebbe portato con se a casa! Finito di mettere tutto a posto e di chiudere il negozio, le due si avviarono lentamente verso casa, continuando a parlare di quanto era accaduto in quei giorni e sul futuro che ora aspettava la giovane kunoichi!

CITAZIONE
Amplificatori (genin): congegni metallici dalla forma di rombi, da applicare sui palmi, aiutano a convogliare nelle mani l'energia mentale. Danno un bonus di +5 ad int. Occupano l'equip mani.
Prezzo: 35 al grossista, 65 consigliato al negoziante.

2x Braccialetto prezioso (genin): un piccolo braccialetto di pietre preziose legate insieme da un elastico, per far aderire bene le gemme alla pelle. Queste pietre non contengono energia spirituale, ma la sono state preparate apposta per concentrarsi meglio. Dà un bonus di +3 a Int/Res. Occupa un equip braccia
Prezzo: 30 al grossista, 50 consigliato al negoziante.

Piccola pietra (genin): una piccola gemma da applicare direttamente sulla fronte. E' provvista di una piccola quantità di energia spirituale, ed aiuta a concentrarsi. Dà un bonus di +4 al chakra e di +2 a Int/res. Occupa l'equip testa, ma può sovrapporre un'altra protezione(tranne le lenti speciali).
Prezzo: 45 al grossista, 80 consigliato al negoziante.

Karategi (genin): un kimono delle dimensioni di una maglia, che si apre sul davanti e si allaccia ai lati con dei fiocchetti. Offre una discreta difesa, ed una buona mobilità, dando un bonus di +2 a Def/Res e +5 a Vel. Occupa l'equip busto. Pesa 2 kg
Prezzo: 40 al grossista, 80 consigliato al negoziante.

Pantaloni leggeri (genin): sono pantaloni tessuti con una stoffa leggera, da un bonus di +2 a Def/res e di +5 a Vel.Occupa l' equip gambe, ed ha due posti item.
Prezzo: 50 al grossista, 90 consigliato al negoziante.


 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 3/3/2012, 17:45     +1   -1




Narrato
*Pensato*
"Parlato"



Hideki passeggiava da alcune ore nel cuore commerciale di Konoha, senza che nemmeno lui sapesse esattamente ciò che stava cercando. Molti negozi erano sorti in quella zona da che era ancora un ninja, e tale varietà e confusione lo disorientavano. I vecchi riferimenti erano scomparsi, i negozi dove acquistava il suo equipaggiamento erano ormai chiusi, o avevano cambiato gestione, scadendo di qualità. Mentre osservava le vetrine tra il via vai di gente, ripensò al giorno in cui suo figlio divenne un vero Senju, il giorno in cui risvegliò il potere sopito nel suo sangue.

Quel giorno più di altri, vide suo figlio sotto una luce diversa. Egli non era più il ragazzino spensierato che giocava sugli alberi insieme alla sua amica Yukiko. Dal momento in cui diventò Genin, tutto era cambiato. Suo figlio cresceva rapidamente, un giovane e forte germoglio che pianta le sue radici nel fertile terreno, e si innalza a toccare il cielo. Tuttavia, una crescita così repentina avrebbe potuto indebolirlo. Non avendo avuto il tempo di consolidarsi, il peso del suo stesso tronco lo avrebbe curvato. Hideki temeva questo, temeva che non sapendo come affrontare i cambiamenti, egli finisse per percorrere la strada sbagliata, che lo avrebbe danneggiato. La vita di un ninja non era semplice, lui lo sapeva. Quando Tatsumaru, suo figlio, aveva deciso di intraprendere tale strada, lo aveva fatto per pura curiosità, senza sapere a cosa andava incontro. Ora lo sapeva, e non sembrava pentirsi di nulla, eppure Hideki percepiva che qualcosa non andava.

Proprio a causa di questa sensazione, si era recato in quel luogo. Quando Hideki superò le prove dei Senju, suo padre gli regalò un sasso. Quel sasso simboleggiava il traguardo raggiunto, il primo di tanti, la prima pietra per erigere una montagna. Come suo padre, Hideki voleva donare a Tatsumaru un oggetto, un simbolo. Non un semplice sasso, ma qualcosa di utile, che lo avrebbe seguito nei momenti più difficili, protetto dai pericoli che avrebbe dovuto affrontare, che gli ricordasse chi era, e cosa sarebbe dovuto diventare. Hideki voleva donare a Tatsumaru una spada. Essa era il simbolo perfetto per esprimere ciò che voleva ricordare a suo figlio. La spada è la compagna di ogni guerriero, forte come la volontà del suo portatore, retta come la strada da seguire. Per queste ragioni Hideki non cercava una spada qualsiasi. Doveva essere una spada con un’anima, un’anima buona, una guida, una custode.

Dopo essere entrato nell’ultima bottega della piazza, ed esserne uscito come dalle altre a mani vuote, si convinse che non esisteva una spada come quella, o qualcuno in grado di forgiarla. Tali oggetti appartenevano alle leggende del passato, favole per bambini. Con questi amari pensieri si incamminò tra i vicoli, rassegnato a dover donare anch’egli un sasso a suo figlio. Imboccò la prima strada che aveva di fronte, senza pensarci troppo. Proseguendo per quella stradina, arrivò in una piccola piazzetta, poco distante dalla zona commerciale, in cui spiccava un edificio circolare dal tetto rosso acceso. Fu quel tetto a catturare l’attenzione dell’uomo, che subito si spostò più in basso, dove due drappi azzurri ondeggiavano ai lati di quella che sembrava essere l’entrata. Come un lampo, i suoi occhi riconobbero il simbolo degli Yamanaka sui drappi, e il disegno stilizzato di un ventaglio da guerra.

Quei due simboli ridonarono speranza al Senju. Il ventaglio faceva presupporre che quella fosse un’armeria, e il simbolo degli Yamanaka sortì il medesimo effetto di un segno divino. Egli conosceva gli Yamanaka, i suoi vicini appartenevano a quel clan, e nel periodo in cui servì come un ninja, aveva avuto modo di osservare le loro abilità. Maestri della mente e dello spirito, gli Yamanaka erano tra i pochi che avrebbero potuto infondere un’anima benevola in una spada. Accelerando il passo, Hideki raggiunse l’edificio, sperando vivamente che le sue supposizioni fossero esatte.

Ricomponendosi, scostò le tendine che delimitavano la soglia, accedendo nell’anticamera dell’edificio. Tolse rispettosamente le scarpe, riponendole nel piccolo armadietto adibito a tale scopo, e varcò così l’ultima tendina, trovandosi finalmente all’interno. Le sue supposizioni erano corrette, alle pareti di quella stanza circolare erano esposti i più svariati tipi di arma, ciascuna riposta ordinatamente. Non vera dubbio nemmeno sul fatto che il gestore fosse uno Yamanaka, data la presenza di fiori e piante ad abbellire e profumare l’ambiente. Hideki nutriva stima per la passione botanica del clan, una passione condivisa per ovvie ragioni. Dietro il lungo bancone di fronte a lui, cinque grandi ventagli dall’aspetto antico e pregiato donavano un’aria solenne alla figura che dietro ad esso attendeva.

Sorridendo cortesemente, fece un inchino in segno di saluto.

"Konnichiwa gozaimasu. La fortuna mi ha guidato nel vostro negozio."



Attese di capire se la figura fosse ben disposta nei suoi confronti, dalla sua risposta avrebbe capito se si trovava nel posto giusto. Qualora la risposta fosse stata positiva, Hideki avrebbe continuato nel suo discorso.

"Avrei una richiesta da farvi. Avete tra i vostri articoli una spada … particolare? Non una semplice arma … Non so se capite cosa intendo"



Era difficile spiegare cosa realmente desiderasse senza risultare pazzo. Tutti i negozianti a cui lo aveva chiesto fino ad ora gli avevano riso in faccia, ed egli stesso dopo tali delusioni, temeva di chiedere l’impossibile. Preferì non aggiungere altro, attendendo che fosse l’interlocutore a dimostrarsi interessato, oppure a cacciarlo fuori dal suo negozio.

 
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view post Posted on 3/3/2012, 20:13     +1   -1

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L'anziano Yamanaka aveva quasi preso sonno, un pomeriggio noioso, nessuno era ancora entrato da quando aveva aperto nel primo pomeriggio e i tre bastoncini di incenso, fumanti dentro una ciotola colma di sabbia chiara sul bancone, ormai erano agli ultimi minuti della loro offerta. Osservava quelle flemmatiche cortine cineree, aveva rivolto le sue preghiere ai Kami, il suo fermo credo e passione che aveva passato alla nipote e che condivideva con la moglie, quando un'uomo varcò la soglia, raggiungendo il bancone. Affermò che la fortuna lo aveva guidato li, cosa che subito eccitò la mente dello Yamanaka, la sorte, cos'era se non il volere dei grandi Kami, quindi concluse quell'esordio dicendo di essere alla ricerca di una spada particolare. Mitsuo tacque alcuni istanti, il Senju lo avrebbe solamente visto fissarlo, chissà assorto in quale pensiero, ma in realtà l'anziano stava sfruttando la sua sensitività, cercado di sfamare la curiosità nata da quell'incontro e scandagliando i suoi sentimenti. Era il suo vizio peggiore forse, lo sapeva, ma dall'altra parte non poteva farne a meno. Speranza, affetto, una leggera vena di delusione, questo era il bagaglio che quell'uomo aveva portato con se fino a essere giudato in quell'armeria. Mitsuo decise dunque di rompere quel silenzio, quell'uomo non aveva solo rotto la monotonia di quel pomeriggio -e in gran stile-, gli piaceva!

Nonno Mitsuo: -Benvenuto! Un'arma particolare dice... Bè, tutto è possibile in questo mondo, almeno per i grandi Kami! Eheh Non una semplice arma... Qualcosa che trascenda il semplice metallo immagino, un'arma capace di trasmettere... Speranza... O di soddisfarla!-



Un sorriso paterno si disegnò quindi sulle sue ormai rugose labbra, erano dei bei sentimenti quelli dell'uomo, così come le sue parole, i suoi occhi sinceri. Seguendo i suoi interessi, Mitsuo ne aveva viste tante di quelle armi, le aveva brandite, le aveva affrontate, le aveva ammirate, armi forgiate dall'uomo, ma pervase dai poteri dei Kami, uniche, vive. Gli anni passavano e quel genere di oggetti erano sempre più rari, sempre meno fabbri erano capaci di forgiarli, sempre meno shinobi abili nell'usarle, molte di queste erano state così temute da essere state sigillate, altre erano andate disperse, ma il Senju, quel giorno, era stato veramente guidato dalla benevola sorte fino a quel bancone. Le dita dell'anziano cominciarono a picchiettare ritmicamente sul legno, era eccitato da quell'incontro, non era mai stato bravo a nascondere quel genere di emozioni, era molto che non gli capitava un'occasione simile.

Nonno Mitsuo: -Mi son forse avvicinato a quello che cerca? Purtroppo sono articoli molto preziosi al giorno d'oggi, difficili da trovare, ma se le mie vecchie carni me lo permettono, dovrei essere ancora in grado di forgiare quello che cerca... Ma mi dica... A chi è destinata questa spada? Mi dica qualcosa di lui... Cosa dovrebbe portare quest'arma con se e con il suo possessore?-



 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 3/3/2012, 22:14     +1   -1




Narrato
*Pensato*
"Parlato"



L’anziano fabbro aveva colto nel segno. In principio, l’uomo si era limitato ad osservare Hideki, che proprio per quella reazione credette di essere stato preso per pazzo. Quando il silenzio venne spezzato dall’anziano fabbro, il Senju ebbe un’ulteriore conferma che colui che aveva di fronte era uno Yamanaka. Aveva letto nel suo animo, e aveva intuito ciò che le parole non lasciavano trapelare. A quel punto, a nulla sarebbe servito tacere, trattenersi, quel fabbro era la persona che stava cercando. Negli occhi dell’anziano Hideki intravide l’eccitazione di un bambino, e così ruppe ogni indugio, andando al nocciolo della questione.

"È esattamente ciò che sto cercando "



Rispose sorridendo l’uomo, piacevolmente stupito delle doti del fabbro

"Già, molto preziose, me ne rendo conto … spero tuttavia che il mio denaro basti a ripagare la vostra opera"



Il prezzo contava relativamente, e benché non navigasse nell’oro, si sarebbe sacrificato per il figlio. Voleva il meglio per lui, non un misero oggetto schiavo dei capricci del tempo, ma un’arma duratura, ben fatta, qualcosa di più un pezzo di metallo freddo. Voleva che egli ricordasse il momento in cui era diventato un Senju, in cui aveva cessato di essere bambino, per cominciare la strada che lo avrebbe condotto ad essere uomo, voleva che ricordasse ogni cosa. I simboli servono a questo dopotutto, ricordare, e nel ricordo ogni cosa è immortale. Dunque quale sarebbe stato il prezzo per l’immortalità?

"La spada è per mio figlio. È appena stato accolto nel nostro clan, i Senju, e volevo fargli dono di questa spada come premio per il suo impegno. Tuttavia questo è solo un pretesto … Mio figlio cresce rapidamente, benché sia ancora giovane, e temo che gli eventi lo possano sopraffare. Egli è un ninja alle prime armi, e so quanto sia difficile in un’età di grandi cambiamenti, affrontare la dura vita del soldato. Temo che questi eventi lo travolgano come un fiume in piena, e che con lui, travolgano anche ciò che di buono possiede, facendogli perdere la retta via. Io non posso stargli vicino per sempre, una pianta che cresce per troppo tempo sorretta da una canna di bambù, non potrà mai reggersi da sola. Così, se non posso essere io a ricordagli chi è e quali sono le sue radici, la spada lo farà. La spada che vi chiedo di forgiare deve essere il simbolo di tutto ciò che non dovrà mai dimenticare. La luce che lo guiderà quando sarà perso. Attraverso la spada ricorderà ciò che gli ho insegnato, ciò che egli è veramente, le sue origini … Per servire allo scopo, il simbolo non può essere una comune spada, non un comune oggetto, ma qualcosa di più …"



Hideki si prese una pausa. Forse si era aperto troppo, forse aveva chiesto l’impossibile. Se l’anziano fabbro avesse chiesto di più sul ragazzo, allora Hideki avrebbe proseguito.

" Io e mia moglie lo abbiamo chiamato Tatsumaru, nella speranza che crescesse forte e saggio come un drago. Lui è sempre stato più tranquillo dei suoi coetanei, più votato al pensiero che all’azione. Solo grazie alla sua migliore amica, una Yamanaka anch’essa, ora che ci penso, ha imparato ad agire d’impulso, e a saper rischiare. Si può dire che in un certo senso lo abbia completato. Tuttavia è un ragazzo molto dolce, per certi versi fragile, disposto ad aiutare chiunque purchè non si approfitti di lui. Se succede si irrita molto, non sopporta i prepotenti, ne gli approfittatori. Forse è questa la sua pecca più grande, quando vede un’ingiustizia, tende facilmente all’ira. Questo è il Tatsumaru che conosco, ma lo saprà anche lei se ha dei figli, a quell’età cambiano così rapidamente che è difficile riconoscerli.“



Altrimenti avrebbe taciuto, attendendo il verdetto dell’anziano.



EDIT: Mi ero dimenticato di farti la richiesta in off XD Anche se te ne ho già parlato per MP

Katana Bilame. Terzo grado di affilatura


Edited by °Tatsumaru° - 4/3/2012, 10:28
 
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view post Posted on 4/3/2012, 21:13     +1   -1

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Il Senju cominciò dunque a parlare al vecchio Mitsuo di suo figlio, di cosa cercava in quella katana, del significato che avrebbe dovuto avere e lo fece con un passione che lasciò una nota dolce e calda nel cuore dello Yamanaka. Era sicuramente un padre amorevole, apprensivo, acuto, per certi versi ancora legato a quelle tradizioni che aveva vissuto l'anziano e al quale era ancora legato. Il sorriso di Mitsuo si allargò leggermente mentre faceva cenno con la testa al Senju di andare avanti nel suo discorso, gli faceva sempre piacere partecipare a certe conversazioni, anche se in un profondo angolo del suo cuore si accese una piccola fiammella triste. Quell'uomo gli somigliava molto per certi versi, si rivedeva in gioventù, molti anni addietro, quando sua figlia aveva vissuto quelle stesse esperienze e questo non poteva che portare con se anche il dolore della sua perdita e a quanto fosse diverso l'affetto che suo genero dava alla sua nipotina. Tornò presto ai fatti che gli si erano presentati di fronte, rifocalizzando la sua attenzione e frugando nelle sue conoscenze in fatto di forgiatura. Era sicuramente una katana che doveva racchiudere tutto l'amore di quel padre, i suoi desideri, ma che fosse abbastanza "autonoma" da non soffocare il giovane, da lasciargli modo di farsi la sua strada e Nonno Mitsuo aveva già un'idea di massima.

Nonno Mitsuo: -Fa piacere sentire parlare un padre in questo modo... Dev'essere proprio un ragazzo speciale suo figlio e farò il possibile, in quanto a mia volta padre e nonno, per esaudire il suo desiderio! Natarulamente richiederà un po' di tempo e...-



Lasciando la frase in sospeso, Nonno Mitsuo si diresse lentamente verso alcuni bassi scaffali sistemati sotto gli sfarzosi ventagli da guerra, cominciando ad estrarne dei pesanti tomi. Lento e in tutta la saggezza senile che lo circondava, ne sfogliò alcuni, altri si limitò giusto a rimetterli al loro posto o a leggerne il titolo per poi metterli da parte, fino a quando, con un'aria soddisfatta non tornò al bancone. Rivolgendo un sorriso al Senju, si piegò leggermente, per poi frugare nel sottobanco e riemergervi con una piccola pietra rosea. I suoi occhi si persero ancora un un istante nel vuoto mentre faceva mente locale, quindi tirò a se un vaso, al cui interno vi era semplicemente del terriccio fresco e lo spinse verso il suo cliente, per poi poggiarvici affianco la pietra. Era tutto, gli serviva che il Senju svolgesse alcuni piccoli compiti, atti ad imprimere il suo marchio sulla creazione che da li a poco avrebbe preso vita.

Nonno Mitsuo: -Mi servirebbe che lei facesse delle piccole cose, niente di complicato. Prenda questo vaso, lo porti con se e, grazie alle capacità di cui siete in possesso, vi faccia crescere dentro una piantina, senza fretta, non sarà importante il livello di sviluppo di quest'ultima, l'importante è che cresca con il suo affetto, vi ci metta dentro tutto quello che prova per suo figlio, la tenga nella stanza in cui dormite lei e sua moglie stanotte e domani me la riporti. Porti con se anche questa pietra ed ogni volta che utilizzerà dei jutsu per il compito che le ho affidato, la tenga stretta nell'altra mano, in modo che possa assorbire a sua volta un po' del chakra da lei utilizzato. Penso che sia tutto! Ah, infine, conosco un jutsu del vostro clan che farà al caso nostro: il Seme della Lenta morte. Se ne procuri uno, non di sua creazione e me lo porti domani insieme alla pianta. -



GDR off//

Primo post trattamento arma per lvl 3!

//GDR on!


 
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°Tatsumaru°
view post Posted on 4/3/2012, 22:31     +1   -1




Narrato
*Pensato*
"Parlato"



Il volto di Hideki si illuminò di speranza quando l’anziano fabbro accolse la sua richiesta. Poteva notare una vena di commozione, di grande coinvolgimento emotivo negli occhi del suo interlocutore. Le sue parole lo avevano toccato, quell’anziano uomo era davvero la persona giusta per forgiare l’arma di suo figlio. Un uomo che come lui era stato padre, e anche nonno, un uomo che poteva comprendere i suoi sentimenti e tradurre le sue speranze in realtà.

L’anziano recuperò dei vecchi tomi, dopodiché porse al Senju un vaso contenente della terra, e una pietra dalle sfumature rosate. Hideki prestò la massima attenzione alle parole dell’anziano, memorizzando ogni sua richiesta. Avrebbe seguito alla lettera ogni sua indicazione, compresa la più difficile: Procurare il Seme della Lenta Morte. Quando udì quella richiesta, il suo viso si contrasse, mutando la sua espressione. Egli di certo non ne poteva creare uno, non ne sarebbe stato in grado, tuttavia sapeva dove trovarlo. Fantasmi del suo passato riaffiorarono dalle nebbie della sua mente, ricordi che credeva ormai sepolti tornarono dalla tomba del tempo. Li scacciò, era il passato, un capitolo chiuso di cui restava solamente il ricordo. Il presente ora richiedeva la sua massima attenzione.

"Vi ringrazio infinitamente, farò come avete detto, e domani a questa stessa ora tornerò con l’occorrente "



Fece un Inchino profondo, tanto quanto era il rispetto che nutriva per quell’uomo. Prendendo il vaso e la pietra, salutò nuovamente il fabbro, per poi lasciare il negozio, dirigendosi verso casa a passi spediti. Li parlò con la moglie, raccontandole del negozio che aveva trovato per caso, parlandole del fabbro Yamanaka, e riferendole ciò che avrebbero dovuto fare con gli oggetti dati loro da quest’ultimo. Nel pomeriggio, Ayame e Hideki unirono le loro forze per il bene del proprio figlio. Posero il vaso su di un tavolino nella loro camera, facendo in modo che il sole che filtrava dalle finestre ne illuminasse la terra in esso contenuta. Poi unirono le loro mani, ponendovi tra esse la pietra. Entrambi avrebbero guidato e protetto Tatsumaru nel suo cammino. Con le mani libere, composero i sigilli coordinando i loro movimenti, al termine dei quali la terra nel vaso si mosse. Un’esile gemma si fece strada tra essa, sputando lentamente fin sopra il bordo del vaso. Quella che ora era una piccola pianta cresceva a vista d’occhio, e dal suo stelo spuntavano foglie, e piccoli boccioli profumati, che aprendosi alla luce che li illuminava, rivelavano i meravigliosi petali dalle tonalità accese. Era l’unione dei loro chakra a dar vita ad uno spettacolo così singolare, una forma di vita vegetale in cui scorreva la loro energia e l’amore per il figlio. Questo era per lui, ogni fiore, ogni foglia, solo per il loro adorato figlio. I due si sorrisero, e mentre la pianta li stava a guardare, si baciarono teneramente. La speranza era fiorita in loro.

Quella sera posero la pianta accanto al loro letto. Si sarebbe nutrita dei loro sogni, delle loro speranze, ma anche dei loro incubi più oscuri, e delle paure più nascoste. Hideki aprì una vecchia scatoletta polverosa che era andato a prendere in un angolo del suo laboratorio. Dentro vi era un seme di un colore blu scuro, della grandezza di un’unghia. Accigliato e pensoso, Hideki lo osservava. Ad esso erano legati ricordi della sua vita da ninja, ricordi che si affrettò a voler dimenticare. Richiuse la scatola, poggiandola sul comodino, accanto alla pietra rosea. Spensero la luce, abbandonandosi nell’abbraccio della notte.

Il giorno seguente, Hideki raccolse tutti gli oggetti, dirigendosi dall’anziano Yamanaka. Poggiò il vaso contenente la rigogliosa piantina sul bancone, poi estrasse dalla tasca la pietra rosata, poggiandola accanto ad esso. Infine, estrasse dalla sacca la scatoletta contenente il seme. Non aveva avuto il coraggio di tenerlo tra le mani, e sarebbe stato ben lieto di liberarsene. Attese il responso dello Yamanaka con trepidazione, pendeva letteralmente dalle sue labbra.


 
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view post Posted on 5/3/2012, 19:29     +1   -1

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Nonno Mitsuo accolse il ritorno del Senju con un sorriso, sincero e leggermente trepidante. Con un leggero movimento del capo lo salutò, per poi passare ad esaminare il lavoro fatto da quel premuroso padre. Tutto sembrava in ordine, tutto sembrava pronto, la piantina aveva lo stampo del loro clan, lo conosceva bene l'anziano, e aveva un aspetto rigoglioso, la pietra era carica del chakra, poteva riconoscervi quello dell'uomo, insieme ad un'altro, molto probabilmente quello della madre. Infine passò al cofanetto che l'uomo aveva poggiato sul bancone quasi con sollievo, lo aprì delicatamente, allargando il suo sorriso nel vederne il contenuto, uno degli elementi fondamentali per quella forgiatura. C'era duqnue tutto, il resto doveva mettercelo lui e lo avrebbe fatto nelle lunghe ore di lavoro che lo aspettavano. Avrebbe lavorato tutta la notte, sia per lo zelo nei confronti della bottega della nipotina, sia per l'eccitazione che aveva saputo risvegliargli quella commissione. Ironico che proprio quel giorno che lo Yamanaka avrebbe avuto la rara occasione di forgiare un qualcosa di simile, Shiho non fosse la per poter apprendere qualcosa e ancora più amaro il fatto che la nipotina fosse assente appunto per il volere del padre che lei allargasse le sue conoscenze in fatto di forgiatura. Il destino era strano a volte, ma tutto aveva un senso e Mitsuo credeva fermamente in questo, solo l'inevitabile esisteva, il caso era una mera illusione per giustificare l'imprevisto.

Nonno Mitsuo: -Bentornato! Noto con piacere che vi è tutto! Torni domani a quest'ora, dovrei aver finito per allora. Un'ultimo compito la attende, prenda con se quest'incenso, se non ha un tempietto a casa sarà sufficiente che lo posizioni in giardino e alle otto di questa sera, magari anche in presenza di suo figlio, levate alcune preghiere ai grandi Ujigami del Paese del Fuoco. Sono bastoncini particolari, dovrete usare questi e questi soli! A domani!-



Non appena il Senju lasciò l'armeria, Nonno Mitsuo rimescolò i tizzoni già ardenti che aveva acceso nella forgia qualche ora prima, era pronto. Il corpo ferreo dell'arma aveva già iniziato a batterlo, ma solo ora il tutto poteva essere concluso. Prese la pietra e la collocò in un piccolo loculo sito nell'incudine, battendo la spada su di essa, quest'ultima, avrebbe lentamente rilasciato il chakra raccolto, infondendolo nella lama. La mazza batteva energica sull'incandescente anima dell'arma, scuotendo la pietra e assumendo una leggerissima e quasi impercettibile sfumatura azzurra. Mitsuo non aveva più le energie di una volta e il procedimento impiegò più tempo del previsto, ma per fortuna per le otto la lama era pronta, leggermente ricurva, ma molto più dritta di una classica katana, a due fili. I Senju avrebbero dovuto iniziare a rivolgere le loro preghiere da un momento all'altro, così l'anziano Yamanaka, dopo aver chiuso al pubblico l'armeria, si recò flemmatico al piano seminterrato, dove aveva preparato un piccolo altare. Circondato da quattro grosse candele, accese e sulle quali erano stati iscritti alcuni strani sigilli, e cosparso da candidi petali di crisantemo, simbolo di felicità, vita, forza d'animo, ma anche pace nelle avversità, avrebbe ospitato la lama ancora calda per almeno un'ora. Mitsuo passò dunque ad occuparsi dell'impugnatura, tramite fra l'arma e il suo utilizzatore, fulcro di quell'unione di carne e ferro. La spaccò a metà e quindi vi ripose al suo interno il Seme della Lenta Morte, sarebbe stato l'anima di quell'impugnatura, arma più letale del clan di colui che l'avrebbe utilizzata, simbolo di una famiglia capace di far tremare il più temibile dei suoi avversari durante i suoi ultimi momenti di morte e agonia. Risaldò le due parti dell'impugnatura insieme, tessendovi intorno con una samegawa nera la trama che sarebbe stata impugnata in battaglia dal giovane Senju. Quindi tornò a prendere la lama, rendendola un tutt'uno con la tsuka appena rifinita. Mancava solo un'ulteriore affilatura, la tsuba e un procedimento atto ad irrobustire il tutto. Lasciò scivolare la lama svariate volte sull'arrotino circolare, gli costò altre due ore di lavoro, ma entrambi i fili era diventato affilati come bisturi. Era arrivato il momento della pianta! La estirpò dal vaso allungandola con entrambi le mani, conosceva bene come trattare con le piante, quindi la adagiò in una lunga bacinella, immersa in uno strano liquido maleodorante. La lasciò li quasi un'ora, quindi l'appoggiò sulla katana, lungo tutto il suo perimetro, le radici sull'impugnatura, i fiori raccolti fra quest'ultima e la lama e lo stelo attorcigliato attorno ai due fili della katana. Finito questo delicato passo, l'anziano infornò letteralmente il tutto in uno strano forno, in marmo, basso e finemente decorato, antico e sulla quale sommità posizionò una nuova pietra rosea, più grande di quella consegnata al Senju e carica del chakra di sua nipote Shiho.

GDR off//

Secondo post trattamento arma per lvl 3!

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°Tatsumaru°
view post Posted on 5/3/2012, 21:11     +1   -1




Narrato
*Pensato*
"Parlato"



Era fatta, l’anziano prese con se i vari oggetti, e informando il Senju Che la spada sarebbe stata pronta il giorno seguente. Come ultima richiesta, il fabbro donò a Hideki dell’incenso, da bruciare durante le preghiere agli spiriti di Konoha, che avrebbe dovuto rivolgere quella sera alle otto. Hideki, a differenza dell’anziano, non aveva mai dato troppo peso alla religione, credendo si che esistessero forze misteriose che agivano tra gli uomini, ma non al punto da venerarle, o credere che esse guidassero le azioni degli uomini. Tuttavia, volle fidarsi dell’uomo, e se era necessario pregare, lo avrebbe fatto. Prese l’incenso, ringraziando nuovamente il fabbro per il servizio che gli stava offrendo, e nuovamente se ne andò, salutando rispettosamente.

Lungo la strada, osservò i bastoncini di incenso. Essi gli riportarono alla mente i discorsi su suo padre a proposito dei Kami, e della mistica energia che permeava la natura. Egli era un fermo sostenitore di queste teorie, tuttavia lasciò crescere il figlio lascindogli la libertà di credere o meno. Le sere della sua giovinezza erano caratterizzate dal profumo dell’incenso, e la sottile scia di fumo che da esso si levava lo accompagnava nel mondo dei sogni. Sorrise, ripensando a quel particolare, e si accorse che suo padre gli mancava.

Quella sera, chiamò Tatsumaru in giardino. Egli non capiva perché improvvisamente il padre volesse pregare con lui, e difatti Hideki dovette faticare per convincerlo a restare. Alla fine il ragazzo si fece convincere dal sorriso di suo padre, un sorriso così dolce e paterno da farlo vergognare a disobbedire. Era l’arma più potente di Hideki, che sogghignò divertito dall’espressione rassegnata del figlio. I due si inginocchiarono nell’erba, davanti ad un piccolo altare eretto utilizzando il mokuton. All’ora esatta, le spire di fumo si alzarono dai bastoncini che rapidi ardevano nell’aria della sera. Hideki insegnò al figlio una preghiera che suo padre recitava sempre. Pregarono gli spiriti di proteggere e guidare il loro cammino, di ricevere consiglio nell’incertezza, conforto nella disperazione. Tatsumaru ignorava il perché di quelle preghiere, tuttavia le recitò lo stesso, con convinzione e rispetto per il padre. Hideki invece aveva un altro motivo per farlo. Quelle richieste erano per il figlio, i Kami avrebbero dovuto proteggerlo e guidarlo durante il cammino difficile che era la vita del ninja. Anche Ayame, appoggiata allo stipite della grande parete scorrevole che dava sul giardino sorrise, pregando anchessa insieme al marito.

Il giorno seguente Hideki si recò per l’ultima volta dal fabbro. I suoi sogni erano stati sereni quella notte, e il suo animo era rinvigorito dalla speranza. Finalmente avrebbe visto la lama che avrebbe donato a suo figlio, il simbolo a lungo cercato.


 
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view post Posted on 6/3/2012, 17:07     +1   -1

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Era stata una lunga nottata, ma alla fine Nonno Mitsuo aveva concluso quel delicato lavoro con successo! La katana gli era uscita addirittura meglio di come immagina gli avrebbero permesso le sue "anziane" forze ed era molto soddisfatto! Aveva dormito poco quella mattina, non era un gran dormiglione ormai, ma l'eccitazione per il lavoro svolto riusciva a tenerlo arzillo e pimpante. Quando Hideki entrò nell'armeria, lo Yamanka lo accolse con il solito dolce sorriso, poggiando sul bancone il lavoro finito e avvolto in un panno cremisi.

Nonno Mitsuo: -Eccoci qui! E' andato tutto per il verso giusto! Prima di mostrargliela la avverto... Non ho voluto di proposito portare la "cura" di questo lavoro ai massimi livelli, in quanto suo figlio è ancora un genin e, senza offesa, questa non è un'arma come un'altra... Ho preferito dare il tempo al suo Tatsumaru di prenderci la mano, dare l'occasione a katana e possessore di "crescere" insieme! Diciamo che questa sarà la base di ciò che arma e possessore diverranno! E' comunque di ottima fattura, vedrà!-



Avrebbe lasciato che fosse stato il Senju a scoprire il velo che avvolgeva la katana. L'ultimo procedimento era stato il più difficoltoso, ma anche il fulcro di tutta quell'opera. Grazie ad un antico jutsu, la pianta, simbolo dell'amore e delle speranze dei genitori, era stata letteralmente assorbita dalla katana, creando uno spettacolo raro. La samegawa nera dell'impugnatura, contenente il Seme della Lenta Morte, ora era percorsa da un'intricata venatura argentata, quelle che erano state le radici di quella pianta, mentre dai fiori, solidificati in un materiale indefinito a metà fra il legno e l'acciaio, aveva preso vita una tsuba dai bordi ondulati e dalle incisioni e fregi floreali. Infine vi era la lama, a due tagli e decorata dall'assorbimento dello stelo della pianta, che aveva assunto la forma di un'incisione che percorreva tutta la kissiki, attorcigliandosi attorno ad essa. Questa comunque era solo la forma estetica del lavoro portato a termine dall'anziano.

Nonno Mitsuo: -Tutte le decorazioni che vede non sono frutto del mio lavoro, ma del vostro amore, quelle sono ciò che è diventata la pianta che voi stessi avete tirato su... Un affetto di questo tipo, trasferito in questa katana, non potrà che guidare sempre vostro figlio sulla retta via, fargli sentire la vostra presenza, anche quando non siete con lui. Infine la lama è stata sottoposta per tutta la sua battitura all'influenza del suo chakra e ciò renderà più facile per suo figlio l'incanalarvici una qualsiasi ninjutsu, come se il padre gli fosse affianco a consigliarlo! Eheh Il Seme della Lenta Morte che mi ha consegnato si trova nell'impugnatura e trasmetterà, tramite le preghiere che ieri sera abbiamo rivolto ai grandi Ujigami del Fuoco, la loro volontà a Tatsumaru e la benedizione del vostro stesso stesso clan alla katana. Infine mi sono permesso di adoperare del chakra di mia nipote che avevo messo da parte. Infonderà alla katana l'esuberanza della mia Shiho, contrasto necessario fra la calma di Tatsumaru e quest'arma, senza contare che se mai dovessero incontrarsi, lei riconoscerebbe subito il suo chakra in quest'arma e nel caso ne avessero bisogno sono sicuro che si aiuterebbero a vicenda! L'ho chiamata Kiku no Komichi, il Sentiero dei Crisantemi, in quanto proprio questo fiore, molto affine a suo figlio per ciò che rappresenta, ha accompagnato le vostre preghiere e la sua forgiatura. Spero di non essermi dimenticato di dirle qualcosa, dovrebbe essere tutto... Per il prezzo la lascio libero di farmi semplicemente un'offerta libera, è stato un piacere forgiare quest'arma!-



GDR off//

Terzo ed ultimo post trattamento arma per lvl 3!

Per il prezzo vanno benissimo 150 ryo, come concordato via mp! Spero che il prodotto finito sia di tuo gradimento, come anche il nome! ^^

E' un fiore che non rientra nel repertorio di Kimimaro, ma l'ho trovato il più adeguato! xD

EDIT: ti lascio anche il nome in kanji nel caso ti serva, 菊の小道

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°Tatsumaru°
view post Posted on 6/3/2012, 20:34     +1   -1




Narrato
*Pensato*
"Parlato"



Hideki annuì leggermente in risposta lla prima affermazione del fabbro. Era vero, l’arma non doveva mai essere superiore al portatore, ne inferiore, l’equilibrio giovana un ruolo fondamentale anche in questo. Se l’arma è troppo potente, il portatore può ferirsi nel brandirla, se troppo debole, sarà inutile. Inoltre, quella non era una comune spada, e proprio per questo a differenza di una semplice arma, essa sarebbe cresciuta insieme a suo figlio. Il preambolo dell’uomo aumentò la trepidazione del Senju, che non vedeva l’ora di ammirare la katana.

Essa era davanti ai suoi occhi, celata da un panno cremisi, e benché non la vedesse poteva percepire il chakra contenuto all’interno. Quando il fabbro la scoprì, Hideki rimase meravigliato. Ogni parte era finemente lavorata, ogni venatura della pelle sull’impugnatura, la guardia e persino la lama. L’anziano spiegò la natura di tali decorazioni, rivelando come esse non fossero un mero orpello estetico, ma costituissero l’anima stessa della lama. Rimase incantato nell’apprendere come i vari componenti consegnati il giorno prima fossero stati inglobati nell’arma, fusi insieme a creare quel simbolo che giaceva davanti ai suoi occhi. Ciò che lo stupì maggiormente fu apprendere che il seme della Lenta Morte fosse incastonato nell’impugnatura. Per anni lo aveva conservato, temendo gli oscuri ricordi ad esso legati, e mai avrebbe pensato che un giorno sarebbe diventato parte di qualcosa di benevolo.

Hideki non aveva parole, ne ne spese alcuna. Sollevò la katana delicatamente, prendendola a due mani mediante il drappo in cui era avvolta, per non sporcare la lama così ben lucidata. Poi la impugnò saldamente, brandendola per saggiarne il peso. Mentre riproduceva i movimenti fatti milioni di volte in gioventù, si sentiva ancora un ninja come lo era stato, e un sorriso gli sfuggì tra la concentrazione. L’arma era perfettamente bilanciata, elsa e lama avevano ugual peso, e i movimenti risultavano fluidi e precisi. Tatsumaru non possedeva la sua stessa tecnica, nelle sue mani sarebbe risultata di certo meno letale, tuttavia egli gli avrebbe insegnato come brandirla. Nonostante ciò, Hideki percepiva che non era una lama adatta a lui. Era una spada perfetta, ma non un’arma che avrebbe potuto usare. Non era stata forgiata per lui, e il suo potere non era destinato a manifestarsi nelle sue mani. La ripose nel drappo, avvolgendola con cura.

"Avete fatto davvero un grande lavoro, vi ringrazio con tutto il cuore. Voi siete stato l’unico a poter esaudire il mio desiderio, e nonostante non possegga una grande fortuna, vi darò quanto ho con me in questo momento"



Dalla manica del Kimono estrasse un sacchetto contenente il pagamento. Lo posò delicatamente sul tavolo, accanto alla katana, spingendolo di qualche centimetro in direzione del fabbro. Se la somma contenuta fosse stata adeguata, l’affare si sarebbe potuto dire concluso. Con cura sollevò la Katana, e a seguito di un profondo inchino, salutò e ringraziò nuovamente l’anziano, per poi uscire, dirigendosi verso casa.



Pagamento di 150 ryo, e tanti ringraziamenti per il favore ^^
 
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view post Posted on 21/4/2012, 01:54     +1   -1
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Chiaki pensierosa fissava il pavimento selciato delle strade di Konoha. Era abbastanza imbarazzata e non sapeva come comportarsi. Al suo fianco suo padre che con passo deciso e sguardo serioso si guardava intorno come se cercasse qualcosa. Chiaki non aveva ancora capito dove stessero andando ma camminare con suo padre per le strade del villaggio la rendeva nervosa. Non perché aveva paura a farsi vedere in compagnia di Takayoshi ma perché lui non aveva mai avuto tempo da perdere e vederlo li con lei la rendeva felice ma agitata. Le missioni del jonin venivano sempre prima di tutto il resto, era questa la scusa migliore dell'uomo che dava alla ragazzina. La piccola Hyuga cercò di tenere lo stesso passo veloce di suo padre stando attenta a non inciampare come le accadeva di solito, soprattutto quando era emozionata. Quando la figura di fianco a lei si fermò, lei fece lo stesso alzando la testa per capire bene dove si trovassero. Quello che sembrava essere un piccolo negozio a pianta circolare si trovava esattamente davanti a loro. Un po' perplessa la ragazzina guardò gli stendardi azzurri di fianco alla porta d'ingresso cercando di capire cosa ci potessero fare li. Suo padre sempre senza rivolgerle la parola ma lanciandole uno sguardo scostò la tendina dello stesso colore dei drappi e scomparve all'interno del negozio. Senza pensarci due volte la kunoichi lo seguì. L'interno aveva uno stile tutto suo. Dal soffitto scendevano delle piante con fiori spettacolari che davano un tocco di colore alla stanza. Mentre sulle pareti molteplici armi sfoggiavano il loro splendore e la loro potenza. Tutto sembrava in perfetta armonia. Chiaki si guardò intorno meravigliata. Non era mai entrata in un armeria e ancora non capiva come mai Takayoshi l'avesse portata in quel luogo.

- Adesso che sei un ninja a tutti gli effetti avrai bisogno di un'arma per difenderti, per proteggere, per lottare. Ricordati solo che qualsiasi cosa sceglierai non sarai tu a sceglierla ma starà a lei decidere se accettarti come fedele compagna. - disse il jonin con tono fermo.

Chiaki lo guardò negli occhi anche se lui si era messo in una pozione a braccia conserte fissando il vuoto davanti a lui. Il suo comportamento freddo e distaccato metteva timore ma in realtà voleva lasciare massima scelta alla ragazzina.
 
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view post Posted on 21/4/2012, 14:13     +1   -1

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Era un pomeriggio assolato e tranquillo e, all'interno dell'armeria degli adorati nipoti, Nonna Ayako era intenta a prepararsi del buon thé. Era turbata e così, come era solita fare, aveva passato la mattinata a pregare e a cercare dei segni da parte dei grandi Kami. Era già passata una settimana abbondante, Shiho non era ancora tornata dal suo viaggio a Suna e, come se non bastasse, quella strana apparizione in cielo non faceva altro che preoccupare ulteriormente l'anziana Yamanaka. Credeva nel giudizio e nelle capacità della nipote, questo si, ma conoscendo anche il mondo ninja sapeva bene che tutto era possibile. Tolse la teiera dal fuoco, poggiandola sul basso tavolino dietro al bancone e riempiendosi una tazza, diede il primo sorso, forse cercando con esso di scacciare i demoni che la turbavano quel giorno, quando due figure fecero il loro ingresso nell'armeria.

Nonna Ayako: -Benarrivati! Come posso esservi utile?-



Dopo averli accolti in maniera calorosa come era suo solito, Ayako poggiò delicatamente la tazza sul tavolino, per poi alzarsi flemmatica dal morbido puff e raggiungere il bancone. A quanto pareva si trattava di due Hyuga, molto probabilmente padre e figlia, una genin la più piccina e un jonin l'adulto. L'anziana Yamanaka, distratta da quell'ingresso da suoi pensieri cupi, tornò a sorridere osservando la giovane kunoichi e attendendo che quest'ultima, come incoraggiata dal jonin che la accompagnava, facesse la sua scelta!


 
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view post Posted on 21/4/2012, 16:42     +1   -1
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Mentre la ragazzina fissava ancora il padre perplessa, una dolce voce li accolse nel negozio. Una vecchina sorridendo stava ferma dietro al bancone. Probabilmente aveva sentito le parole del jonin e attendeva che la ragazzina si cimentasse nella sua scelta.

- Buongiorno - disse l'uomo moro con gli occhi verdi guardando la signora appena comparsa dal nulla.

Takayoshi lasciò la piccola Hyuga davanti all'ingresso mentre lui si diresse verso il mobile di ebano per conversare con l'anziana signora.

- Qualsiasi arma scelga vorrei qualcosa di speciale per lei. So che siete dei buoni intenditori. Ho comprato anche io qui la mia prima arma che tutt'ora uso. - disse l'uomo a bassa voce alla donna.

Con la coda dell'occhio guardò la kunoichi che si guardava intorno abbastanza smarrita, per controllare se avesse udito qualcosa. Non voleva mostrare i suoi sentimenti davanti a Chiaki. Uno shinobi non doveva provare sentimenti per nessuno. Da quando sua moglie Hazuki morì, lei era la persona più cara che le fosse rimasta al mondo. I tipici tratti degli Hyuga e i capelli blu della piccola le ricordavano sempre la donna amata che l'aveva lasciato li a crescere una figlia. Una figlia con gli stessi poteri della madre che poteva persino non sembrare sangue del suo sangue.
Nel frattempo la piccola Hyuga passava il suo sguardo dalle katane acuminate con i foderi di tantissimi colori ad archi leggeri e pratici all'uso. Aveva sempre sognato di avere un arma così, proprio come quelle che usavano gli eroi nei libri. Non appena prese una spada appoggiata al muro e provò ad alzarla capì che era troppo pesante per lei, riusciva a tenerla sollevata solo per qualche secondo. Le avrebbe rallentato troppo i movimenti in missioni pericolose. Guardò l'arco ma qualcosa non la convinceva. Lei era una Hyuga e un arma a lungo raggio non faceva molto al caso suo abile nelle taijutsu. Le armi esotiche dalla parte opposta della stanza erano magnifiche ma avevano sempre qualcosa che non andava. Non riusciva a decidere.

*Papà ha detto che sarà l'arma a scegliere me ma come è possibile?*

La ragazzina titubante non voleva raggiungere il padre al bancone senza nulla in mano ma non sapeva nemmeno dove indirizzarsi.

Himogatana (stiletto): terzo grado di affilatura
 
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view post Posted on 21/4/2012, 21:58     +1   -1

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Alla dolce accoglienza della Yamanka, il padre della piccola Hyuga si avvicinò al bancone, salutando a sua volta Nonna Ayako e raccomandandosi per la figlia, mostrando grande premura e affetto nonostante un primo impatto duro e severo, mentre la giovane kunoichi, come consigliatole, prese a girare per l'armeria, osservando la grande varietà di armi che vi erano esposte. Sembrava molto indecisa, insicura forse. Prima impugnò una katana, forse adatta a lei per via del peso, quindi osservò un arco, non troppo appropriato per le note capacità del suo clan, ed infine posò i suoi occhi perlacei sulla parete dove vi erano esposte le armi più esotiche. Nonna Ayako la osservava divertita, apprensiva, doveva avere bene o male l'età di Shiho e, come spesso le accadeva con tutti i giovani shinobi di quell'età, rivedeva in lei la nipote.

Nonna Ayako: -Mia giovane Hyuga, perché non dai un'occhiata a quello scaffale sulla tua destra! La katana non rappresenta l'unica spada di un vero shinobi!-



Vedendo la sua indecisione, con tono pacato e gentile, l'anziana Yamanaka si era sentita di indirizzare la piccola Hyuga verso il vicino scaffale sul quale vi erano esposti i vari pugnali, stiletti, himogatana e pugnali sai di cui l'armeria disponeva. non era sicuramente un caso che la prima arma impugnata dalla Hyuga fosse stata una katana, qualcosa in quell'arma doveva averla attirata e, anche se forse per il momento quest'ultima poteva risultare leggermente pesante o ingombrante per la kunoichi, un'arma da taglio o perforante di dimensioni ridotte, ma con le stesse meccaniche di una katana avrebbe potuto fare al caso suo. Dopo aver indirizzato la Hyuga verso una nuova direzione, restringendo la sua ricerca e, chissà, aiutandola nella scelta, l'anziana Yamanaka si portò flemmatica al tavolino dove era seduta prima dell'ingresso dei suoi clienti, per poi prendere la teiera e un bicchiere pulito e offire del thé al padre.

Nonna Ayako: -Lasciamo alla piccola il suo tempo! Eheh Nel frattempo, se gradisce, qui c'è del thé caldo appena fatto! Si serva pure senza problemi!-



GDR off//

Nel caso tu voglia rimanere sull'himogatana di lvl 3, direi che questo può valere come il primo post trattamento arma per lvl 3!

Altrimenti, alla luce del tuo ultimo mp, se preferisci prenderne due di lvl 1, ruola pure di conseguenza! ^^

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