| La porta in legno di tek e mogano, materiali preziosi ed alquanto rari nei territori del vento ma che erano stati utilizzati senza badare alla minima spesa per arredare quei locali così importanti, si aprì cigolando dopo aver ricevuto un paio di colpi delle nocche tenere del ninja non da molto genin. Di fronte a lui si aprì lo studio della segretaria del kage. Scaffalature, librerie e ripiani riempivano tutte le pareti, eccezìon fatta per l'ingombro della porta ed una feritoia, poichè non la si poteva chiamare finestra, da cui entrava la luce minima ed indispensabile per muoversi in quella stanza senza urtare il mobilio. Al centro della stanza vi era una scrivania, illuminata da una lampada, con alcune pile di carte e pergamene aperte, non troppo in ordine e sgualcite, in netto contrasto con fascicoli, cartelle e raccoglitori stipati tutt'attorno. La segretaria del kage con un cenno della mano fece avvicinare il genin, invitandolo ad accomodarsi nello studio, prendendo una delle due sedie che si trovavano di fronte alla scrivania. Era sulla quarantina, carnagione chiara, capelli biondi, occhi verdi, coperti da degli occhiali squadrati dall'esile montatura nera. Le labbra carnose e la pelle tonica aumentavano l'aura di sensualità che la circondava, e le curve ben delineate e le prosperosità evidenti avrebbero accentuato la femminilità di quella donna, ma era seduta, china sui suoi fogli, ed il ragazzo non potè vedere nulla all'infuori del viso. Mise da parte le pergamene su cui stava scrivendo e guardò il genin genin con aria interrogatoria: le bastava il linguaggio non verbale per farsi capire. Gli chiedeva chi fosse e cosa desiderasse in quell'ufficio, in quella residenza un semplice ragazzino.
//E' un post super descrittivo, sforzati di descrivere tanto anche tu e non essere superficiale che ora le missioni diventano complicate. Avrei voluto metterti una foto ma mi escono solo pornoattrici in immagini troppo spinte//
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