Per sua fortuna, e con immemore grazia, la donna samurai si accasciò al suolo, socchiudendo gli occhi e cadendo in un tremendo sonno, lasciando dunque, la strada spianata al giovane ragazzo di Kiri, che ora indisturbato, poteva compiere gli ultimi passi fino al raggiungimento di quel traguardo, la fine della missione, che continuava a schifarlo.
(Finalmente potrò salutare questa squallida missione. Non resta altro da fare che trovare il capo e confrontarmi con lui.)
I metri da percorrere erano ben pochi e come al solito, impassibile e silenzioso, lo shinobi percorse quell'ultimo corridoio ricolmo di statue, forse raffiguranti antichi avi della famiglia, giungendo dinanzi la stanza dove presumibilmente avrebbe incontrato il suo destino.
Al suo interno vi era un uomo di mezz'età, con vesti regali e perfettamente strutturate, che sedeva su un vecchio trono pieno di intarsi d'orati, come i colonnati presenti in tutto il palazzo. Due grosse spade erano legate al suo fianco e l'uomo come se stesse aspettando qualcuno, accolse Kuro con una insolita frase. Lo invitò ad accomodarsi, sottolineando che i petali di ciliegio cadono alla velocità di cinque centimetri al secondo.
Alla parole petali di ciliegio qualcosa mutò nell'animo di Kuro. Qualche vecchio pensiero, ormai stipati nei meandri della sua mente stava lentamente venendo fuori; si rivedeva piccolo ed ingenuo, accanto ad una donna dai lunghi capelli biondi, stupenda, ben diversa dalla sua attuale madre stringeva il ragazzo sotto un grosso albero dai petali rosa.. Qualcosa di insolito tracciava il viso del piccolo Kuro: un sorriso. La sua espressione aveva ancora molto da dire, la sua ingenuità doveva ancora smettere di fermentare in lui, che ora come non mai, era diventato una "macchina" impassibile, ove le emozioni solo giungevano, ma non penetravano.
(Perchè? Chi è quella donna?)
Quel pensiero venne però interrotto da rumore di ingranaggi e meccaniche in movimento. Era un inganno del capofamiglia? Prima chiedere di accomodarsi e poi cercare di spazzarlo via? Seppur consapevole di perdere la sua copertura, quando una miriade di fredde e dardi venne cacciato via dai muri circostanti lo stava per raggiungere, senza neanche spostarsi dal posto dove era situato, il ragazzo allargò semplicemente le braccia, come a far vedere di voler incassare il colpo. Ma dopo mezzo secondo di concentrazione e dopo aver passato il suo chakra nelle braccia, ecco che, con un fulmineo movimento, frappose i suoi arti alle armi contundenti spingendo verso di loro.
[Chk: 96,5][Frz: 130]
<attivazione> -Guizzo di Forza- (Stm: -1) [Massimo 10 volte ad incontro][Liv 6 : 0/10] “Il ninja avverte i muscoli rinvigorirsi di colpo, pronto a scatenare la sua potenza sull'avversario incrementando la sua forza d'impatto.
- Liv 6 : Frz +5
[Stm: 89 -1 : 88]
Contrattacco [(135 + 66 : 201) * 2] [1 Danno a tutti e due i macchinari]
[Stm: 88 - 6,6 : 81,4]
Svanito il polverone, Kuro restava ancora nella stessa posizione dove era rimasto in precedenza, ma questa volta, prese a parlare senza perdere tempo. Fissava l'uomo, sempre impassibile e freddo, quasi incuteva timore; era consapevole che probabilmente, quelle due grosse spade accanto a lui, facevano del capofamiglia un temibile combattente, ma voleva evitare di spargere sangue.
- Sì, sono quei per lei. Mi è stato commissionato il barbaro lavoro di ucciderla. Non le dirò chi ha commissionato tale lavoro, che infanga il mio nome onorevole, ma le voglio offrire una opportunità, e la prego.
Si inginocchiò davanti all'uomo.
- Non sprechi quest'occasione. Lasci il paese e tenga caro il dono che le sto facendo. Probabilmente è un ottimo combattente e l'onore non le manca, ma mi ascolti. Non c'è alcun motivo di spargere del sangue inutile, vada via e faccia tesoro di questo dono.