Errore., Quest medica per Kira965

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view post Posted on 11/2/2013, 15:30     +1   -1
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A volte ritorno-

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// Allora ciccio bello di nome Kira, iniziamo or ora la tua quest medica ma prima qualche piccola premessa.

1 Se osi anche solo pensare di inserire dei calcoli in questa quest io ti faccio defenestrare il pg da tsunade incazzata. (ergo ti trovi conficcato nella cinta muraria del villaggio, dopo che hai trapassato tutte le case).

2 Se non ruoli bene e lo fai svogliatamente e senza impegno, prendo il tuo pg e lo faccio usare da tsunade e sakura come palla da voleyball.. la rete è una montagna.

3 Le parti che sono scritte da ''storyteller'' non devi ruolare, è un narratore esterno.

4Divertiumoci :sisi: .

Per quanto riguarda i tempi di post, non ho nessuna direttiva da darti rispondi quando vuoi e come vuoi. Per me puoi anche andartene in un bordello, poi uccidere il capo del luogo riprenderti i soldi xD Ergo massima libertà! Ma a ogni azione corrisponde una reazione ricodalo :sisi: .
Cominciamo. :balls: //



*Le porte della locanda erano mezze socchiuse, oramai era un ora tarda e i gestori del locale non si aspettavano che venisse qualcun altro oltre i loro clienti normali.. gente semplice, come contadini, artigiani e operai . Nessuno di famoso, infondo parliamo di un piccolo paesino dove tutti conoscono tutti di tutto. Ma ad interrompere quell atmosfera fù un inaspettato arrivo.. un uomo con uno strano vestito nero entrò nella locanda attirando l'attenzione generale. ordinò da bere, pagò il dovuto. un cliente normale si direbbe apprate i suoi eccentrici abiti.. un vestito nero come la notte ed un grande capello di paglia che gli copriva la testa. Dopo unò dei signori gli chiesero chi fosse per informarsi dell estraneo al che lui gli rispose.*

Storyteller: Allora signori, per dirvi chi sono prima vorrei narrarvi una storia... vi andrebbe di sentirla?

*Gli uomini, incuriositi da quello strambo signore, dissero di si e quindi l'uomo con molta calma riprese a parlare.*

Storyteller: Allora, dovete sapere che questa storia accade non molto tempo fà a Konoha e si potrebbe definire una delle più particolare alle quali io abbia mai assistito...
---------------------------------

*A Kohnoa era un calda giornata, cielo azzurro con qualche sporadica nuvoletta e un bel paesaggio tranquillo, il tutto cozzava contro la caoticità della città e la situazione nella quale riversava il mondo. Infondo l'invasione di un dio demone con migliaia di esseri informi che distruggono tutto ciò che toccano era difficile definire un paesaggio ''tranquillo'', infatti anche se l'apparente bellezza della giornata poteva trarre in inganno bastava mettere un solo piede nel villaggio per leggere la tensione da parte dei ninja, soldati, miliziani e popolani che albergavano quella terra. Tutti erano indaffarati nel fare qualcosa, dai fabbri che forgiavano armi, ai contadini che mettevano da parte il cibo per darlo un pò agli shinobi e un pò per il loro sostentamento.

La guerra portava oro per i fabbri, oro per gli shonbi e oro per le imprese funebri... ma portava un grande lavoro per i medici, infatti gli ospedali erano pienissimi, quasi fino a scoppiare.. la in guerra, sul campo di battaglia ci si feriva e si moriva.La salvezza di molte vite era nelle mani del medico di un team, che poi avrebbe passato i suoi uomini ai suoi colleghi in città.. i medici in guerra facevano turni stressanti non potevano mai essere al riposo.

Nell ospedale del villaggio della foglia, i medici correvano da destra a sinistra nella struttura, impegnati in complicate cure o carichi di farmaci. Da fuori si vedevano queste persone vestite di verde che andavano da una parte all altra.. doveva essere uno spettacolo strano per chi non conosceva quel lavoro.

Nella polverosa strada che correva vicino all ospedale c'èra un ragazzo, un giovane shonbi tornato da poco da una sua missione che camminava per le strade, di certo anche solo guardando la struttura ospedaliera poteva notare una cosa, ovvero che i medici presenti in quel luogo erano molto pochi e a stento gestivano tutte le richieste che ricevevano.*


//Be primo post, fa ciò che vuoi. Descrivi l'ospedale se vuoi non ci sono problemi.. ma non dare una descrizione troppo dettagliata dell interno ^^. A te la penn.. em tastiera :coffee:.

Ti lascio con una soudtrak, sentila mentre leggi il post se ti va xD.
//

Edited by solid32 - 11/2/2013, 20:13
 
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Kira956
view post Posted on 12/2/2013, 18:23     +1   -1




Erano passati pochi giorni dal suo rientro a Konoha. Nella sua ultima missione era riuscito a capire quanto terribile fosse la guerra. Infatti aveva visto morire al suo fianco non uno ma ben due suoi compagni. Ecco perché adesso era lì, sul tetto di casa sua, sdraiato completamente per terra sul duro pavimento, fermo a non far niente, ad osservare il cielo, ma con la testa ancora a quella missione ad analizzare ogni azione, ogni errore, tutto! Che cosa buffa, la mente dell’Uchiha era molto confusa ed indaffarata mentre il cielo era così tranquillo, di un azzurro chiaro che rilassava gli occhi del ragazzo; ogni tanto i raggi del sole venivano per qualche istante interrotti da alcune nuvole passeggiere, ma dopo tornava tutto alla normalità. Ben diversa era la situazione che si viveva in ogni luogo della terra. Seppur la guerra era iniziata già da un po’ lo stato di agitazione e fermento non accingevano a concludersi; tutte le persone che vivevano fuori le mura del villaggio, per paura di un attacco si erano spostate all’interno delle mura, creando un grande sovraffollamento tra le vie di Konoha. Ogni giorno era caotico, la tensione anche tra i concittadini aumentava sempre di più e le condizioni di vita peggioravano, le case scarseggiavano ed alcuni erano addirittura costretti a vivere per strada. Kira in quei pochi giorni si era accorto che la situazione andava sempre più peggiorando. Prese le sue nuove armi e le osservò per un istante: una coppie di tonfe, il fabbro aveva fatto davvero un ottimo lavoro. Lesse nuovamente le parole che aveva fatto incidere, il ricordo andò al padre defunto; un sorriso spontaneo apparve sul suo volto. Forse quello era il momento di utilizzarle per la prima volta, sicuramente fermo lì a non far niente ed ad osservare il cielo non avrebbe aiutato ne il mondo ninja ne Konoha.
*La situazione non migliora per niente, forse dovrei tornare sul fronte a combattere contro Watashi! Oppure dovrei restare qui, a proteggere il villaggio in caso di attacco ed aiutarlo per qualsiasi evenienza. Mmmh, prima di quest’ultima missione avevo le idee così chiare, perché adesso non riesco a decidere cosa fare? Sto solo sprecando tempo, passeggiare forse mi aiuterà*
Si alzò in piedi e scendendo per le scale si ritrovò tra le vie del villaggio, era mezzogiorno, l’ora di punta dove tutte le persone si rigettavano per le strade per andare al mercato o rientravano da lavoro, ecco perché c’era una gran folla. Camminava circondato, osservandosi intorno, notava che la gioia e la spensieratezza di un tempo non erano più presenti in quelle vie e ciò lo rattristì non poco. Camminando arrivò ad ovest, la zona più povera di Konoha e si sedette in una panchina, la situazione era delle peggiori. La concentrazione del ragazzo venne attirata da dei bambini di circa cinque anni: si stavano prendendo a botte per un pezzo di pane che avevano trovato, erano in un vicolo, lontani dalla strada principale proprio davanti a gli occhi di Kira; la brutalità era incredibile, si lanciavano uno contro l’altro con tutta la loro forza e ogni volta che cadevano si rialzavano spinti dalla fame. L’Uchiha intervenne immediatamente e divise i due pargoli.
Kira:- Non è l’atteggiamento giusto ragazzi.. Finirete per farvi male a vicenda e non risolverete niente! Tenete, andatevi a comprare qualcosa.
Diede delle monete ad entrambi e si allontanò da lì; vagava senza una vera e propria meta fino a quando non si ritrovò davanti all’ospedale. Era un gran palazzo bianco, ma mai agli occhi del ragazzo era apparso in quel modo. La folla era così tanta che la coda si dilungava perfino fino alla porta di entrata, le sale di attesa erano piene, gente malata era costretta ad aspettare diverse ore prima di essere curata. Ricoveri? Praticamente impossibili, i posti letto erano completamente occupati. I medici rimasti lì al villaggio erano in un numero moderato, facevano incredibili turni di tantissime ore, ciò andava ovviamente a discapito dell’efficienza, infatti più la stanchezza aumentava più la lucidità veniva meno. Era palese, era come se sulla facciata dell’ospedale vi fosse un grande striscione con scritto: “AIUTO”. L’ospedale di Konoha, aveva bisogno di una mano e Kira accolse questa richiesta di aiuto, cercò di entrare, divincolandosi dalla grande folla che lo guardava di mal occhio nel suo tentativo di superare la fila; ci mise un po’ ad arrivare davanti all’accettazione ed una volta lì si buttò: aveva deciso cosa fare, il fronte avrebbe aspettato, Konoha era in difficoltà, Kira doveva soccorrerla, doveva fare qualcosa per tutti quei malati.
Kira: Sono un Genin di Konoha, sono pronto a dare una mano! Ditemi cosa posso fare!

//Ok! Adesso andiamo come un razzo! :)//
 
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view post Posted on 13/2/2013, 15:20     +1   -1
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//Ahahah, sai cosa è un fail? Sono io xD, stavo per mandarti un mp sapere quando rispondevi invece avevi già risposto non me ne ero accorto xD. In ogni caso, speed mod on!. :yoballo:. //

*L'uomo, dopo che ebbe narrato la situazione in cui versava il villaggio in quel periodo, prese un sorso d'acqua, e come per sottolineare le sue successive parole, attese un momento prima di riprendere di parlare.'

Storyteller: "Sapete? La situazione li era disperata, io dalla mia finestra vedevo tutto.. centinaia di persone alle porte dell ospedale, tutte ferite o con richieste di soccorso.. ma poi tra tutta quella gente notai un ragazzo... e qui ahahaha, viene il bello.. lasciate che ve lo narri... in ogni caso.. è stato molto divertente quello che è accaduto dopo."

"L'uomo, bevve un altro pò dal proprio bicchiere e riprese a parlare, nel frattempo fuori il tempo era cupo, ed invitava quasi tutti a restare nella locanda a meno che di non voler incorrere nei pericoli della notte.. e si sa la notte è oscura e piena di terrore. Gli uomini, incuriositi dalla storia, si sedettero ed ordinar di bere e continuarono ad ascoltare le parole dell uomo."
------------------------------------------------

*Kira, era pieno di buoni propositi e in una situazione difficile come quella in cui versava il villaggio ci voleva più gente come quel ragazzo, infatti fù uno dei pochi a capire i grandi disagi che i medici dolevano sopportare e decise di entrare per cercare di aiutare.. ma appena varcò la soglia, uno spettacolo deprimente lo avvolse, c'erano decine di persone in fila in attesa della risposta dalla recpetion, persone distese su delle barelle nei corridoi in attesa di essere trasferite da qualche parte o curate sul posto se non vi erano alternative,si notavano medici che appoggiavano le loro mani su corpi di persone ferite e dai loro palmi usciva un alone verde/azzurrino che sembrava lenire il dolore dei poveri malcapitati.L'ospedale all interno oltre la scena delle perone si presentava come un luogo con grandi corridoi centrali che poi si diramavano in decine di altri mini corrodi e salette, era un struttura tre piani, e dai quali salivano e scendevano medici, pazienti e attendenti. In quel caos generale, c'erano delle persone che sembrabo sane ma che si aggiravano furtivamente tra le persone con un piccolo e rapido taglio, zac facevano sparire i pochi averei delle persone li presenti.. e poi alcuni correvano via, altri invece camminavano per non farsi notare, la sicurezza riscriva a stento a contenere e controllare quel luogo poco tempo dopo arrivarono degli agenti ma oramai era troppo tardi. In quel marasma generale la voce del ragazzo si disperse e per diversi minuti nessuno gli diede nessuna risposta ma poi improvvisamente, arrivò una donna vestita con un camice verde che gli disse:

Misato: Tu! Che ci fai ancora qui? Presto indossa questo e questo e vai nella sala 17, ti stanno attendendo per iniziare.. dannazione sempre in ritardo sei! Presto vai!

*La donna, disse il tutto senza alcun segno di rimprovero ma quasi di preghiera, gli lanciò un camice verde dei guanti bianchi e prima che il ragazzo potesse replicare, scomparve tra la folla dirigendosi in qualche altro reparto per portare soccorso. La sala 17 si trovava alla fine del corridoio. Per fortuna era vicina, ma cosa avrebbe fatto kira? Avrebbe cerato quella donna o si sarebbe recato nella sala?.*

//Scusa il post corto, ma siamo in una fase d'intermezzo. Ergo ce ne vuole prima che inizia il coul della vicenda ^^. Per questa volta nessuna canzone, ma alla prossima.. e sinceramente non mi va di mettere righe per allungare il brodo ma girando in tondo sullo stesso concetto ergo a te la palla!. Come sempre fà cio che vuoi xD.//
 
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Kira956
view post Posted on 13/2/2013, 16:22     +1   -1




Era entrato dentro l’ospedale, lo stato all’interno era peggio di quello che si possa immaginare. Dato che le stanze erano piene i medici erano costretti a mettere dei letti anche nei corridoio e in qualsiasi posto ci fosse spazio. I medici correvano a destra e a sinistra, poco organizzati o forse no… Con tutto il loro in pegno e tutta la loro organizzazione non riuscivano a gestire l’ospedale ma il motivo era semplice, loro erano veramente pochi e i pazienti erano troppi. I pazienti urlavano, borbottavano, si lamentavano. Chiamavano gli infermieri sperando che qualcuno arrivasse a soccorrerli, ma la frase degli infermieri era sempre la stessa, ormai la ripetevano da ore, ma che dico, da giorni: “Si signore, attenda, tra qualche istante arriverà un medico”. Frase di routine che doveva servire a tranquillizzare gli animi; Ma quando poi questa frase veniva ripetuta allo sfinimento, nemmeno gli infermieri stessi ci credevano più. Ecco perché quello dentro l’ospedale non era un ambiente come dire… Tranquillo. Attenzione però, non era l’efficienza dei medici ad essere messa in dubbio, anzi, quest’ultimi stavano lavorando come mai avevano fatto, e si vedeva. Non avendo posti, alcuni venivano curati direttamente nei corridoi, si potevano notare come le mani dei medici si circondavano di uno strano alone, sicuramente chakra, esso aveva un colore verde acqua e l’intensità variava da ferita a ferita; ovviamente più grave era la ferita, più grande e intenso era l’alone. Beh, ormai era chiaro che all’interno dell’ospedale vi fosse lo stato d’allerta ma ciò che sorprese più di tutti l’Uchiha fu uomo, non molto grande, un giovanotto. Con fare indifferente, aveva rubato un portafoglio; la donna derubata si mise ad urlare e indicò l’uomo che scappava verso l’uscita. Kira cercò di lanciarsi in soccorso della donna ma, come detto prima si trovava al centro della folla che si raccoglieva nella reception. Cercò di spingere, facendo cadere qualcuno, ma la folla era grande e di certo non sarebbe riuscito ad arrivare in tempo. Anche la sicurezza ci mise un po’. I corridoio erano affollati da malati e familiari e ciò non facilitava la fluidità degli spostamenti. Con un segno di stizza si rivoltò per tornare al suo posto, ma era stato superato dalle persone dietro di lui.
*Ahhhh! Vorrei urlare! Qui dentro domina il caos!!! Perché Konoha non fa qualcosa per aiutare l’ospedale!!! Dannazione, nemmeno riescono a capire che sono qui per aiutare! Perché non mi fanno passare!!*
Kira: - La prego, voglio solo dare una mano, non ho intenzione di superare!
Uomo: - Sta zitto ragazzo e attendi il tuo turno!
Con fare nervoso ci rinunciò allentandosi dalla folla, la sua richiesta era stata completamente ignorata, cosa gli restava da fare? In tutto quel caos difficilmente lo avrebbero ascoltato e di certo le persone che da ore stavano facendo la fila non gli avrebbero lasciato il posto! Nervoso, decise di urlare.
Kira: - EIIIII! DITEMI SE C’È QUALCOSA CHE POSSO FARE!!
Niente le sue voci si fusero con la confusione e apparentemente vennero ignorate! Ma poi dopo alcuni minuti, proprio quando il ragazzo stava per uscire, amareggiato per non aver potuto aiutare, eccola una donna. Portava un camice verde, aveva più o meno l’età del ragazzo. La donna aveva i capelli attaccati ed indossava una bandana, portava una mascherina alla bocca e dei guanti bianchi; alla vista del ragazzo gli si illuminarono quasi gli occhi; Si tolse la mascherina e chiamo Kira, dicendogli di dirigersi nella sala 17, lo stavano aspettando. Si voltò verso il carrello che vi era lì vicino, afferrò un camice verde, una mascherina e dei guanti e li lanciò al ragazzo.
Kira: - Cosa? Aspettare ma per cos…
Si fermò, infatti la donna si era già voltata, immergendosi nella folla e dirigendosi in un altro settore dell’ospedale. Inseguirla sarebbe stata una pazzia, chissà dove si stava dirigendo!
*Maledizione, mi avrà sicuramente scambiato per qualcun altro! Ahhhhhh cosa devo faaareee??? E se arrivassi li e mi chiedessero di fare un operazione? Di certo non sono un medico, non avrei idea da dove iniziare. Mmmh, la donna mi sembrava molto preoccupata, sarà meglio dare un’occhiata comunque!*
Così indossò gli indumenti di un medico, alla vista la folla si riversò su di lui, chiedendo aiuto e facendo domande. Kira capì ben poco, infatti quelle voce si accavallavano una sopra l’altra non permettendo al ragazzo di cogliere qualcosa. Si fece strada verso la reception, adesso per fortuna la gente lo faceva passare. Non aveva idea di dove fosse la sala 17 e così domandò, con un cenno, senza nemmeno degnarlo di uno sguardo l’infermiera gli indicò la stanza. Già, di certo il rapporto, tra colleghi in quel clima non doveva essere tra i migliori, la tensione era alta. Così, lasciò la reception e andò in fondo al corridoio, eccola davanti a lui una porta.
*Ma cosa sto facendo? Io non sono un dottore!*
Improvvisamente ricevette una spinta involontaria da dietro, sbatté contro la porta ed adesso era dentro quella sala, ormai non poteva più tirarsi indietro.
 
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view post Posted on 13/2/2013, 19:05     +1   -1
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*Come sempre l'uomo, dopo aver finto di narrare un pò la storia riperse fiato. Gli animi nella locanda si riscaldando, molti di loro credevano di essere presi in giro e in effetti la storia stava iniziando a farsi un pò strana... ma l'uomo impassibilmente rispose all suo interlocutore.*

Aroito: Ma senti questo.. amico hai bevuto un pò troppo forse? Come pretendi che noi crediamo ad una storia simile? Dai è assurdo, non riconosco un medico e lo mettono in una sala operatoria? E si poi magari lo fanno operare.. vero?

*L'uomo vestito di nero e con il cappello abbassato come per nascondere il suo volto gli rispose con voce calma e anche un pò divertita.*

Storyteller:"Certo buonuomo hai ragione e comprendo i tuoi dubbi, ma non ho detto che voi dovete credermi, io vi ho detto che vi avrei narrato una storia.. sta a voi decidere se è vera o no.. volete sentire il seguito oppure no?"

Aroito: Ma si va.. almeno vediamo cosa riesci ad inventare..

Storyteller:"La verità è relativa, per cui ciò che per è una verità assoluta per te non potrebbe esserlo.. comunque riprendiamo da dove avevamo iniziato."
---------------------------------------------------
*Il giovane Uchiha si trovò in una stanza bianca, e con un altra porta dinanzi a lui. Un ''collega'' gli si avvicinò e disse.

Kabuzi: Ehi ragazzo,per tè è la prima volta? Non temere imparerai presto.. sai dopo tutta quella teoria ed esercitazione nelle sale di preparazione.. infondo non è difficile. Dai non temere ed entra.

*La persona che aveva parlato era un anziano signore con vispi ed amichevoli occhi verdi, era vestito tutto di verde tranne che per una fascetta dorata al braccio. Poco dopo una voce femminile si udì dalla porta davanti a loro.*

Dottoressa: Salve direttore anche lei qui? Prego entri, c'è un ragazzino dentro, non sembra avere più di cinque anni ed è incosciente, ha un taglio abbastanza profondo al braccio.. nulla di grave ma va ricucito, una cosa elementare. Ehi ragazzo, prego vieni anche tu, infondo oggi è il tuo grande giorno. Sai cosa fare.

*La porta si aprì e il direttore vi entrò dentro. Una volta entrati entrambi, si trovarono in una stanza con pareti azzurrino bianche ed una finestra sul lato opposto della stanza. Dentro di essa vi erano cinque dottori più il ''direttore''. Al centro c'era un lettino dove sopra vi era disteso un ragazzino, aveva un taglio sul braccio, dal quale usciva un pò di sangue ma veniva tamponato dai suoi colleghi, tutti quanti tranne il direttore si fecero da parte e quasi a semicerchio fecero passare kira e l'anziano signore. Misero un ago e dei punti di sutura su un tavolino accanto al lettino. La cosa da fare era ovvia, doveva ricucire il taglio.. per fortuna spettava al direttore, con movimenti rapidi e precisi ormai dettati da una grande esperienza cucì il taglio ripulì la ferita e si fece da parte per far posto a kira.*

Kabuzi: Su ragazzo, tocca a te, ti ho fatto metà del lavoro per darti sicurezza avanti, ci fidiamo di te.

*Ed attesero la reazione del ragazzo.*

//attenzione lo so che sembra una situazione senza via d'uscita, ma è un test.. attento a cosa puoi fare... ricordati del tuo pg e del tuo clan e... ti ho detto tutto ^^. Spero che ti stia piacendo xD. Come sempre massima liberà, ovviamente nella caso ti venisse un attacco di panico e svenissi il resto del post andrebbe invalidato e poi.. bhe mi regolerei di conseguenza :asd: .//

Edited by solid32 - 14/2/2013, 17:46
 
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Kira956
view post Posted on 14/2/2013, 22:12     +1   -1




Venne catapultato in un nuovo ambiente, non per suo volere o forse si, magari alla fine si sarebbe deciso ad entrare ma sapeva il pericolo che stava correndo. Non era un dottore non aveva mai studiato medicina, al massimo conosceva bene le erbe della serra, dove lui lavorava, ma non conosceva molto sul corpo umano tanto meno sulla chirurgia. Spacciarsi per medico poteva seriamente metterlo nei guai; se qualcuno di importante come un primario l’avesse capito o se lui avesse combinato qualche guaio, avrebbe rischiato anche la prigione. Spaventato dalle possibili conseguenze diede una veloce occhiata alla stanza e si voltò velocemente pronto ad uscire come a far finta che non fosse successo niente. Venne immediatamente richiamato dall’unico uomo presente in quella piccola stanza davanti a lui. La frittata era fatta, a breve sarebbe stato scoperto. Con gli occhi bassi si voltò verso l’uomo che si avvicinò al ragazzo. Gli mise una pacca sulla spalla e lo incoraggiò. Alzò gli occhi, davanti a lui un uomo decisamente più anziano di lui di cui si potevano solamente notare i suoi grandi occhi versi perché per il resto era completamente ricoperto dal camice, verde proprio come quello che indossava l’uchiha, mascherina e guanti. Stranamente portava una fascia dorata al braccio; tra tutti i medici che aveva visto all’opera quel giorno nessuno portava qualcosa del genere, probabilmente era solamente un porta fortuna. Anche quell’uomo scambiò Kira per un apprendista medico.
*Si guarda, teoria.. MA QUALE TEORIA! Io non so niente!!! Oddio, per fortuna mi hanno preso per un apprendista, non dovrebbero farmi fare cose troppo complicate, quindi non dovrei ammazzare nessuno.. è forse il momento di dire a quest’uomo che in realtà non so niente? Quale potrebbe essere la sua reazione? Mmmhh…*
Nel volto del ragazzo vi era stampato un sorriso da ebete, che comunque non era visibile per via della mascherina, e continuava ad annuire ad ogni affermazione del vecchio. Per quanto il ragazzo avrebbe potuto mentire, quando si sarebbe trovato di fronte ad un malato avrebbe fatto scena muta e sarebbe stato decisamente grave, era meglio spiegare adesso che si era trattato di un grande equivoco. Chiuse gli occhi, prese una grande boccata d’aria, si abbassò la mascherina ed iniziò:
Kira: - Guardi.. Non è come sembra…
Improvvisamente il ragazzo venne interrotto, la porta che aveva proprio davanti a se, alle spalle del vecchio si aprì improvvisamente, da lì apparve una donna, anche lei una dottoressa dagli abiti che portava. Chiamò il vecchio definendolo “Direttore” Adesso si che Kira era nei guai, quello che aveva davanti probabilmente era il direttore dell’ospedale, avrebbe passato i guai se l’avesse scoperto, non poteva dirgli niente di tutto l’equivoco, l’avrebbe preso per un impostore con chissà quali intenzioni. Comunque sia un briciolo di speranza sembrava giungere dalla donna, infatti aveva solamente richiamato il direttore e non il ragazzo. Ancora una volta aspettò che il vecchio si avvicinò alla porta della sala operatoria mentre lui piano piano indietreggiava avviandosi verso l’uscita. Proprio mentre stava per aprire la porta da cui era entrato in precedenza, la donna chiamò anche lui: lo invitava ad entrare.
*NOOOOOO!! Era la situazione perfetta per svignarmela! Sono finito, la mia carriera ninja e finita, andrò in prigione, morirò solooo! AIUUUUUTOOOO!*
Il ragazzo era in piena crisi ma non poteva tirarsi indietro, così sconsolato si avviò verso la sala operatoria. I due prima dovettero lavarsi, intanto da dietro le loro spalle la voce della donna continuava a descrivere cosa si sarebbero trovato davanti. Era il caso di un bambino ferito. La preoccupazione aumentò ancor di più e se doveva essere lui a curarlo? Ne sarebbe stato in grado?
*Sai cosa fare? Questa donna mi ha appena detto sai cosa fare???? NON HO IDEA DI COSA FARE?!?!?! Sono finito, finito finiiiitoooo!!*
Mentre nella testa del ragazzo passavano tutte le ipotesi di come i dottori avrebbero scoperto che il ragazzo non era altro che un impostore, sia il vecchio che la donna che il ragazzo entrarono nella sala operatoria, lì vi erano altri cinque dottori ad attenderli, che lentamente si misero da parte facendo passare sia il direttore che Kira. Anche il ragazzo avrebbe voluto mettersi in fila ad osservare e fu fortunato, infatti il vecchio prima di lasciargli il posto curò e cucì una ferita. Si sedette accanto al bambino, prese ago e filo che si trovavano in un carrello lì vicino ed inizio. All’Uchiha gli venne un idea incredibilmente geniale, doveva approfittare di quel momento, il vecchio stava facendo qualcosa che gli sarebbe potuto servire, così sperando che gli altri non lo stessero osservando, il ragazzo attivò lo sharingan. Gli occhi dell’Uchiha divennero scarlatti e lentamente seguivano ogni movimento del vecchio. Dovevano stare molto attenti, dovevano seguire ogni mossa, ogni piccolo passaggio. Una volta finito l’uomo chiamo l’Uchiha. Metà della ferita era stata cucita, adesso bisognava finire il lavoro. Lo sharingan era ancora attivo, aveva ben in mente i movimenti precedentemente fatti dall’uomo, ma il compito era ancora difficile; non aveva mai cucito nemmeno un bottone, la prova era ardua. La ferita era profonda, ma imparagonabile allo “spettacolo” a cui aveva assistito nell’ultima missione. Prese l’ago in mano, iniziò a sudare freddo e le mani iniziarono a tremargli. No, quello non era l’atteggiamento corretto!
*Devo concentrarmi.. Devo calmarmi, così non vado da nessuna parte! Ho visto come ha fatto il vecchio, lo Sharingan mi aiuterà, su.. Posso farcela!*
Prese una grande boccata d’aria e piano piano iniziò a tranquillizzarsi, la mano si fece via via sempre più ferma e poi senza pensarci due volte si gettò su quella ferita, cercando di emulare i movimenti del “direttore” e sperando di non combinare disastri!
 
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//Ahahah, ottimo post, mi hai fatto sbellicare xD. Comunque, con me devi pensare in maniera trasversale e mai diretta, inventati cose nuove e tenta di stupirmi! Sfrutta tutto quello che hai a tua disposizione, voglio vedere innovazione , basta coi soli schemi.. tentiamo di uscirne fuori e vediamo cosa esce dal cilindro ^^. In ogni caso, stai andando bene. //

*L'uomo finì di raccontare anche quel pezzo di storia e i suoi interlocutori avevano gli occhi sbarrati. Al che uno gli disse.*
Akito: Ok.. bella storia.. ma è talmente assurda che deve essere vera, nessuno può inventarsi una cosa simile.. la prego signore continui.. come è andata a finire? Se non sbaglio lo sharingan è quel occhio del clan Uchiha giusto? Che diventano gli occhi rossi, e poi solo gli dei sanno cosa vedono."

*Allo strano cliente venne un sorriso sulla bocca, era riuscito a catturare l'attenzione l'interesse dei suoi interlocutori, cosi bevve un altro pò d'acqua e disse.*

Storyteller:"Ah, son contento che vi stia interessando, ma miei cari buon uomini, come vi ho detto poc anzi il mio compito è narrare la storia, sta a voi stabilire se essa è vero o meno, in ogni caso andiamo avanti... eravamo rimasti al ragazzo nella sala operatoria giusto? Bene poi successe..."
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*Il ragazzo, grazie alla sua geniale idea, riuscì a ricucire egregiamente la ferita, certo non all altezza del direttore, ma comunque fece un buon lavoro allorché il direttore commentò.*

Kabuzi: "Ben fatto ragazzo, sei promosso a pieni voti. Ottimo lavoro, ora seguimi nel mio studio vorrei parlarti in privato."

*L'uomo salutò i suoi colleghi con un cenno di testa ed uscì dalla porta. Controllò che l'uchiha lo seguisse, mentre camminavano in direzione dell suo studio gli si avvicinò all orecchio e sottovoce gli disse.

Kabuzi: Molto, bravo. Ma io so chi tu non sei, ho notato quel tuo bagliore rosse, seguimi pure... senza timore giovane Uchiha, voglio parlarti, ma in privato.

*I due camminarono per un bel pò di minuti, salino due rampe di scale e poco dopo si trovarono davanti ad una porta con la scritta. "Diretto dell ospedale. Kabuzi Hirama" l'uomo aprì la porta con una chiava tirata fuori da chissà dove, appena entrati, appese il camice e la mascherina su un appendiabito accanto alla porta ed invitò kira a fare lo stesso. Dopo, l'uomo si sedette su dietro ad un tavolo di legno, era vestito completamente di bianco con un soprabito bianco guanti bianchi e pantaloni del medesimo colore e da sotto una camicia azzurrina, sul braccio destro l'immancabile fascetta dorata. lineamenti asciutti, anziani ma per nulla apparentemente appesanti dall età, una bocca larga ed amichevole e occhi verdi vispi e profondi. Fissò il ragazzo dritto negli occhi per diversi minuti e dopo con voce pacata gli disse.*

Kabuzi: Allora, riassumiamo quello che so di te. Sembri uno degli apprendisti che studiano qui, ma peccato che non lo sei. A quanto pare oggi hai effettuato brillantemente una prova che di norma è di fine corso per i ragazzi che hanno appreso le basi della medicina, in teoria potrei denunciarti e farti passare anni e anni e anni di carcere, ma.. sarebbe un vero peccato che un talento come il tuo vada sprecato. Ho capito come hai effettuato la prova, ovvero hai visto i miei movimenti con il tuo sharingan e sei riuscito ad emularli piuttosto bene... quindi bravo ottima trovata. Ummm, allora che fare con te?.... di certo se sei qui è perchè vuoi aiutare o non avresti fatto tutto quello che hai fatto fin ora, quindi il cacciarti via è escluso.. ma è anche vero che non potrei prenderti sensa che tu sappia le basi di come è fatto il corpo umano.. allora. Ascoltami ho un idea, io ti do dei libri, tu te li studi, ti dò due giorni di tempo non uno di più non uno di meno, dopo questi due giorni tu tornerai da me e dirai che vuoi vedermi... oramai sai il percorso, vieni da me e bussa ala mia porta, io ti riceverò e valuterò la situazione. Che ne pensi? In ogni caso ti darò i libri. Ah scusami che maleducato che sono, come ti chiami? Io sono Kabuzi e come avrai capito sono il direttore dell ospedale di Konoha."

*L'uomo si girò e da una libreria nascosta dietro la parete, prese tre volumi chiamati. Anatomia umana ,Studi sul chakra e sugli tsubo , Medico. prese i tre testi e li porse al ragazzo, erano di circa 500/600 pagine l'uno tranne l'ultimo volume che aveva si e no 70 pagine. Allora l'anziano direttore chiuse la libreria ed attese le risposte del ragazzo, nel frattempo firmava dei documenti con apparente disinteresse verso quello che diceva kira.*

//Altro test, qui puoi fare di tutto tranne che leggerti 1300/1400 pagine in due giorni xD. Ergo spremiti le meningi! ^^. Spero che ti stia piacendo.. comunque un indizio leggi bene i titoli dei libri ;) . Ruola i due giorni in un unico, post, non voglio descrizioni dettagliate di ogni giornata non sei obbligato a fare, stoppa la ruolate quando (e se ) torni dal direttore.. ci metto il se perchè puoi sempre andare nel bordello, fare ''le cose si fanno in un bordello'' pagare solo per il gusto di rapinarlo e riprenderti i soldi.:asd: //
 
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Kira956
view post Posted on 15/2/2013, 19:15     +1   -1




L’astuzia del ragazzo venne ripagata, lo sharingan infatti lo aiutò notevolmente nei movimenti da compiere per ricucire quella ferita. Per fortuna tutto andò bene e la bravura del genin venne colta anche dal direttore che si complimentò e invitò al ragazzo ad uscire fuori per parlare in privato. Kira prima però si fermò qualche secondo ad osservare la ferita ricucita; era davvero contento di aver aiutato quel bambino, non riusciva a credere che era riuscito a curare una ferita e soprattutto a non farsi scoprire. Comunque sia salutò con la mano i presunti “colleghi” che vi erano in quella stanza seguendo il vecchio che si era già recato fuori dalla sala. Una volta trovatosi vicino a lui il diretto si avvicinò al suo orecchio dove gli sussurrò alcune parole. Subito il ragazzo iniziò a sudare freddo, anche se dal tono il vecchio non sembrava arrabbiato, il crimine commesso da Kira era grave e stava rischiando molto. Deglutì visibilmente non proferendo parola, ormai non poteva più far niente se non seguire il vecchio e vedere cosa avesse da digli. Durante il tragitto la mente di Kira vagava su tutte le possibilità, immaginava più e più volte lui imprigionato dietro le sbarre ad urlare come un pazzo. Quando ad un tratto un idea arrivò nella sua mente.
*Potrei sempre scappare, non conosce il mio nome ne il mio volte che è stato coperto per tutto il tempo dalla mascherina… è vero che ha capito che sono un Uchiha ma.. Sono tanti gli Uchiha qui a Konoha. Già potrei proprio fuggire, recarmi al fronte, fare una missione e aspettare che le acque si calmino… Mmmh, ancora non so bene quali siano le sue intenzioni, voglio capire meglio, casomai la tattica della fuga è sempre valida*
Così si tranquillizzò un po’. L’uomo gli fece salire due rampe di scale, percorse un lungo corridoio fino a quando non si ritrovarono davanti ad una grande porta dove sopra vi era una traghettina con scritto "Diretto dell ospedale. Kabuzi Hirama" Era sicuramente lui. L’uomo aprì la porta con una chiave ed una volta entrati si tolse il camice e la mascherina che indossava e invitò al ragazzo a fare lo stesso. Problema, così facendo l’uomo avrebbe visto il volto di Kira, il piano della fuga sarebbe fallito miseramente, era quello il momento adatto ora o mai più. Ci mise un po’ a decidere, apparendo agli occhi del direttore non poco imbranato, rimase fermo per qualche secondo cercando di decidere quando ad un tratto decise di togliersi la mascherina ed il camice anch’gli, doveva trovare un altro piano. L’uomo si accomodò dall’altra parte della scrivania; iniziò a prendere una serie di scartoffie e prepararle nel tavolo, poi si rivolse al ragazzo invitandolo a sedersi. L’uomo era vestito completamente di bianco e con una camicia di un azzurrino chiaro che metteva in risalto i suoi grandi occhi smeraldo.
*Ma questo qui veste solo monocolore???*
Da lì in poi l’uomo iniziò un monologo dove lentamente elencava la situazione che si trovava davanti e rifletteva sul cosa farne del ragazzo. Kira ascoltò attentamente le parole del vecchio e si preoccupò non poco quando egli pensava al farlo arrestare. Per fortuna si ricredette e decise di dare un opportunità al ragazzo. Voleva fare di lui un medico. Strano, mai aveva pensato a questa opportunità e mai ci aveva riflettuto sopra. Non sapeva se realmente volesse diventarlo comunque sia, non disse nulla: era in torto spacciato non poteva permettersi di contraddire quell’uomo. Prese i libri, riprese il suo camice e la sua mascherina ed uscì.
*Mmmmh, diventare medico.. E chi ci aveva mai pensato? Certo è stato bello poter aiutare quel bambino, ma è un ruolo importante e di responsabilità, non so se sono pronto. Ahhh al diavolo tutti questi complessi, sono sicuro che posso riuscirci. Beh leggere tutte queste pagine sarebbe una pazzia, non so chi riuscirebbe a leggere così tanto, non io di certo.. Quindi devo pensare a qualcosa.*
L’ospedale in quei giorni non era uno dei migliori luoghi dove riflettere, ecco perché invece di scendere le rampe di scale che lo avevano portato fin lì decise di continuare a salire fino a che si ritrovò davanti alla porta del tetto. Provò ad aprire la maniglia ma niente, era chiusa. Iniziò a fare a spallate con essa fino a quando non si aprì. Adesso si trovava nel tetto, baciato dai raggi solari e da solo, libero di riflettere sul da farsi.
Kira: Bene… Ho due giorni, sicuramente riuscirò a leggere il piccolo libricino, ma per gli altri due… Non ci riuscirei mai. Sarà meglio iniziare…
Fu allora che iniziò a leggere l’ultimo dei tre volumi, quello chiamato: Medico. Ci mise circa tre orette, il ragazzo aveva infatti una lettura veloce e scorrevole ma dentro il libricino vi erano dei termini che avevano rallentato la lettura. Comunque sia la parte facile era stata fatta, adesso nascevano i problemi. Si mise qualche minuto a riflettere poi arrivò ad una conclusione!
*Ma certo, posso studiare il corpo umano dai cadaveri. All’interno dell’ospedale sono ancora un medico seppur fittizio, posso intrufolarmi nell’obitorio ed sezionare un uomo. Se ci sarà qualcosa che non conosco cercherò di aiutarmi con il libro, d’altronde la migliore pratica è la teoria.*
Così fece, rindossò il camice e scese nei sotterranei dove era ubicato l’obitorio. Davanti a lui vi erano tanti frigoriferi che contenevano moltissimi cadaveri, il loro compito era proprio quello di istruire gli studenti. Kira prese un bisturi e alcuni strumenti che trovò in un cassetto e rimase tutta la notte a sezionare quel cadavere, consultando ogni tanto il librone quando aveva dei dubbi.
Arrivò l’alba, sapeva che doveva riposare, così fece una breve pausa in cui ritornò a casa e dormì per qualche ora. Tornò all’ospedale solo nel pomeriggio inoltrato, poteva ritornare in obitorio ma l’altro volume si chiamava: Studi sul chakra e sugli tsubo. Così decise di andare in giro per l’ospedale ad assistere ad alcune cure. Seguì diversi medici, dove mantenne per tutto il tempo lo sharigan. Era molto interessando quando quest’ultimi utilizzavano l’alone di chakra visto in precedenza, per curare. Cercò di focalizzarsi su questo, notando come quanto chakra si dovesse concentrare nelle proprie mani per curare in quel modo. Si fece sera. Aveva passato tutto il giorno a seguire diversi medici, adesso doveva andare a dormire e così fece. L’indomani all’alba si svegliò presto e si recò in ospedale. Tra poche ore avrebbe dovuto incontrare il direttore e lì quest’ultimo avrebbe deciso il suo futuro, così pensò di ritornare in obitorio dove tentò di emulare quell’alone di Chakra nei cadaveri. Ovviamente non ci riuscì ma per lo più cercava di concentrare più chakra possibile nelle sue mani. Adesso era arrivato il momento, dei tre aveva letto solo il terzo volume, gli altri due aveva cerco di apprenderli con l’esperienza. Salì quelle scale, era abbastanza teso e si notava, pensava a cosa avrebbe fatto il direttore per metterlo alla prova. Arrivò davanti all’ufficio e bussò.
 
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view post Posted on 15/2/2013, 22:43     +1   -1
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//Tdadn, scena clou! Eccoti la soudtrak da me scelta. //


*Kira si presentò alla porta del direttore, molto teso ma relativamente sicuro di se, quei giorni di teoria sarebbero serviti a qualcosa? Cosa ne sarebbe stato di lui? L'Uchiha bussò, e dall' interno Kabuzi, in attesa dell arrivo del ragazzo era seduto dietro al sua scrivania con e disse.*


Kabuzi: "Prego entra pure Kira Uchiha."

*Il direttore questa volta era vestito tutto di nero, e cosa più importante non aveva la sua fascetta distintiva al braccio. Con sguardo grave fissò il ragazzo e disse.*

Kabuzi: Dimmi kira hai letto i libri? Si? No? Non mi interessa. Mi fa piacere che abbia provato ad applicarti e che abbia usato l'obitorio dell ospedale come luogo di prova.

*Tutta la gentilezza dei giorni scorsi era scomparsa in un baleno. L uomo fece un attimo di pausa e con occhi penetranti e voce tagliente come il ghiaccio disse... *

Credevi che non mi fossi informato su di te kira? Bene, allora devi sapere che ho raccolto informazioni, e mi risulta che poco tempo fà hai completato una missione di grado C. Nella quale son morti due tuoi compagni. Ottimo, anzi perfetto, hai iniziato a comprendere cosa comporta una perdita, di qualcuno. Ora ragazzo fissami negli occhi e rilassati, sto per metterti in una genjutus. Ovvio che non voglio farti del male, se avessi voluto farlo ti avrei già fatto arrestare o ti avrei eliminato io stesso quindi per favore evita inutili resistenze.*

//cambio soundtrack chiudi pure lo spiller, la musica à lo stesso ^^. //
*Le pupille dell uomo si dilatarono e il mondo intorno kira iniziò a cambiare colore, tutto divenne nero come la notte e poco dopo, il ragazzo si trovò avvolto in una leggera foschia perenne.tumblr_mbnbl3p1Aj1rxk5ewo1_500Più avanzava più l'ambiente introno a lui iniziava a farsi tetro.. dopo pochi passi si trovò in una foresta con delle lapidi di fumo e molte di esse vorticavano nel cielo, ogni tanto su una lapide arrivano delle sembianze umane che mostravano come erano morte quelle persone. Su una delle lapidi... si vide un uomo trafitto da un kunai.. per motivi di gioco d'azzardo. Su un altra un bambino.. morto nell' esplosione di una carta bomba durante una battaglia tra shinobi, su un altra lapide si vide la sfumatura di una donna incita morta a causa di degli stupri da è parte dei ninja vincitori. Il sentiero davanti a lui era fatto di terra nera, terra bruciata. Ogni luogo di quel posto rievocava la morte di qualcuno, corvi neri volavano e nel cielo rompendo le lapidi sfumate, che dopo pochi secondi venivano ricomposte. Una voce solenne si senti nell aria.. era impossibile capire da dove venisse ma le sue parole erano limpide e furono queste: *

Kabuzi: Kira vedi questo luogo? Questa è la mia anima, io nella mia vita ho ucciso, strappato vite, ho assistito a scene di stupro da parte dei miei commilitoni.. io nella mia vita compito molte azioni orribili. Ogniuno di noi deve portare il peso di molte morti sulla propria coscienza, sai una cosa ragazzino? Sai come sono nati i medici? I medici non sono nati per aiutare le persone, in questo mondo i medici sono nati per aiutare ad uccidere. Il loro compito alle origini era quello di curare i membri delle vecchie squadre ambu, per permettere a loro di strappare altre vite. Loro donavano una vita per poi far si che quella vita ne strapaese altre cento. Ti racconterò una verità fondamentale, ascoltami attentamente ragazzino.

Noi non siamo nient'altro che comuni esseri umani che cercano vendetta in nome di quella che essi chiamano giustizia. Ma se accettiamo la vendetta come giustizia, allora dobbiamo aspettarci che tale giustizia genererà inevitabilmente nuova vendetta. E questo è l'inizio di un nuovo circolo di odio.Solo vivendo questi eventi, e conoscendo il passato, possiamo guardare al futuro. Questo è quello che fa la storia. E da essa impariamo che gli essere umani sono incapaci di capirsi a vicenda! Il mondo degli Shinobi è governato dall'odio. I medici si pongono in questa delicata linea, un medico decide chi vive e chi muore! Cosa farai ragazzo? Tu sarai capace di decidere chi deve vivere e chi deve morire? Non credere di poter salvare tutti, è impossibile! Io stesso ho visto morire amici, fratelli, genitori e tutto perché io stesso avevo ucciso qualcuno ed e allora i suoi parenti per vendetta hanno ucciso i miei. Sei pronto a perdere tutto in questo mondo? Sei pronto a lasciarti travolgere dall' odio? Questo è un medico, il medico non è altro che un concentrato d'odio, che più lavora più morti ha sulla coscienza. Cosa farai tu kira uchiha? DIMMELO RAGAZZO!


*Erano parole pesanti, erano un grido di rabbia, erano uno sfogo dell anima. Le immagini di morte non cessavano a fermarsi, uomini, vecchi, donne e bambini. Morivano, e venivano uccisi all infinito, centina di immagini di morte era li... tutte che urlavano silenziosamente la loro storia, tutte che parlavano del dolore di un anima affranta e distrutta. Cosa avrebbe fatto kira? Cosa avrebbe risposto?
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*Gli uomini, avevano gli occhi sbarrati da quella parte del racconto.. ad uno cadde la sigaretta che aveva in bocca. Uno di loro fissò quell strano uomo a bocca aperta. Il misterioso cliente, allora disse.*

Storyteller: Signori, spero che vi stiate divertendo.. andiamo avanti? Oh certo che volete saperlo.. quindi..

E così continuò la sua narrazione, mentre i poveri paesani lo ascoltavano con gli occhi sbarrati.


//Bene, allora, qui voglio in questo e nei prossimi due/ tre post dai il massimo di te! Bene a te le tastiera! (So che delle canzoni forse ne fai a meno, ma sono delle chicche ho preferito mettere, spero possano farti piacere xD).//
 
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Kira956
view post Posted on 15/2/2013, 23:57     +1   -1




Dalla porta provenne una voce che invitava il ragazzo ad entrare. C’era qualcosa di strano però, infatti il tono era decisamente più basso, più cupo. Entrato nella stanza si poté notare come l’atmosfera era del tutto diversa. Mentre quella di ieri era amichevole e scherzosa, sta volta all’interno della stanza c’era un aria pesante, tesa. Anche visibilmente il vecchio era diverso. Quegli abiti completamente bianchi adesso facevano posto ad un abito completamente nero e cosa strana era la prima volta che Kira vedeva il direttore senza quella famosa fascia dorata che portava sempre al braccio. Dava inizialmente le spalle al ragazzo, gesto scortese che due giorni prima non avrebbe mai commesso. Anche nei modi di interloquire con il ragazzo l’uomo cambiò atteggiamento. Adesso era scontroso, menefreghista e freddo sapeva che aveva usato l’obitorio per addestrarsi, cosa alquanto strana il ragazzo era stato attento a non farsi scoprire da nessuno. C’era qualcosa di strano, quel vecchio aveva seguito l’Uchiha in quei due giorni, ma per quale motivo? Il ragazzo non poco innervosito dall’atteggiamento del vecchio decise di rimanere in silenzio per vedere quali altre mosse aveva in serbo quell’uomo. Il suo discorso infatti non era ancora terminato, diceva di aver preso informazioni sul ragazzo, di sapere che aveva appena affrontato una missione e sapeva dei suoi compagni defunti. Per un instante il tempo sembrò fermarsi. Era pur vero che non conosceva bene quelle persone ormai morte, ma da quando era tornato dalla missione non aveva mai ripensato ad Taitou ed Akayuki, il loro ricordo non era mai arrivato alla sua mente e quelle parole lo catapultarono all’interno della missione pronto mentre davanti ai suoi occhi morivano i suoi compagni. Fu come un flash di un’istante che finì subito. Poi l’uomo continuò, non aveva intenzione di far del male all’Uchiha ma voleva comunque intrappolarlo in una genjustu.
*Ma cosa sta succedendo? Non so se posso fidarmi di quest’uomo, ha mutato completamente carattere nel giro di pochi giorni. Chi si nasconde dietro quei gran occhi? Tutto ciò mi sembra assurdo… Quegli occhi, sono gelidi, incutono timore, di certo è uno che ci sa fare, non so se riuscirei a fuggire se lo volessi..*
Un po’ rassegnato accettò la situazione, osservando gli occhi profondi del direttore. Lentamente l’ambiente circostante a lui si modificò piano piano. La luce che entrava dalle finestre sparì completamente, tutto si fece nero, tutto divenne oscurità. Lentamente attorno a lui si spuntarono degli alberi, che formarono un intera foresta, tutto quel luogo tetro venne impregnato di una leggere nebbie che rendeva quel luogo ancor più terrificante di quanto già non lo fosse. Si addentrò a passo lento nella foresta, ormai era chiaro che l’uomo volesse fargli vedere qualcosa. All’interno di essa vi erano delle lapidi dove sopra ogni qualvolta il ragazzo si avvicinavano la nebbia prendeva forma narrando una storia. Si avvicinò la prima lapide dove vide un uomo che giocava ad un tavolo, sembrava proprio giocare d’azzardo quando ad un tratto, un altro uomo si avvina e lo trafigge con un kunai alla gola uccidendo. Non riuscì bene a comprendere ciò che aveva visto allora proseguì verso un'altra lapide. La storia narrata da quella sorta di fumo era diversa più forte rispetto a quella di prima. Si notavano tanti uomini combattersi l’un l’altro nel bel mezzo di delle case, in una di queste vi era un bambino che impaurito era rannicchiato per terra e si tappava le orecchio per non ascoltare più le urla di dolore che provenivano dal campo di battaglia. Lo scontro si spostò sempre più verso le abitazioni fino a quando una carta bomba non fece esplodere la casa dove il bambino si nascondeva, uccidendolo. Quest’ultima immagine lo colpì molto.
*Probabilmente, gli uomini sepolti in queste lapidi sono morti così, in maniera così brutale. Ma che senso ha farmi vedere tutto questo? Chi sono queste persone?*
Con la testa piana di domande, il ragazzo camminava nel sentiero completamente nero, composto da arbusti in fiamme e carbone, terra bruciata insomma. Percorreva questa via provocando dei leggeri scricchiolii fino a quando dal cielo arrivò una voce che richiamava la sua attenzione. Si voltò un po’ intorno per capire da dove provenisse la voce, ma solo dopo pensò che tutto ciò era un illusione, non sarebbe riuscito ad individuare colui che gli stava parlando. Finalmente arrivarono le prime risposte ad alcune sue domande. Si trovava all’interno dell’anima del direttore e tutte queste persone morte rappresentavano le morti a cui aveva assistito durante la sua esperienza, durante la sua vita. Ad un tratto ecco che di nuovo iniziava con un suo monologo, non dando la possibilità di replicare al ragazzo; ecco perché ascolto attentamente e parola dopo parola la rabbia si impadroniva sempre più di lui. Lo sfogo del direttore, vedeva i medici e non solo, un po’ tutti gli uomini come degli essere spregevoli capace di portare solamente morte. La parte che lo colpì maggiormente fu quella della vendetta, egli stesso forse dopo esser venuto a conoscenza di ciò che era accaduto a suo padre ricercava vendetta contro l’organizzazione che aveva macchiato il suo nome. Forse ciò che il vecchio diceva non era tutto falso, qualcosa di vero c’era e se adesso il direttore stava pronunciando quelle parole era dovuto al fatto che l’esperienza lo portava a liberarsi di quel peso. Con quel discorso Kira rivalutava completamente l’immagine del medico, dalle parole del vecchio si poteva intuire come i medici procurassero solamente altre morti invece di evitarle, ciò fece riflettere e non poco l’Uchiha. Soprattutto perché quelle parole provenivano da un medico di esperienza come il direttore dell’ospedale di Konoha e se era stato spinto a dire ciò doveva esserci una motivazione. Il monologo terminò con un invito del vecchio che rivolgeva a Kira. Chiedendogli come avrebbe agito una volta essere diventato medico. Il ragazzo rimase in silenzio per qualche secondo… Di certo non era una domanda facile. Abbassò lo sguardo, era ancora sicuro di voler diventare un medico?
Kira:- Non so che tipo di medico sarò, non so che tipo di persona sarò, nessuno può saperlo. Ciò che so è ciò che non voglio diventare. Non voglio portare morte e sofferenza. Ma penso che ciò sia scontato, non credo tu volessi distribuire sofferenza nel mondo. È vero di certo la vita è ingiusta, crudele. Spinge l’uomo a combattersi con il suo fratello, ma io non voglio vedere la figura del medico come la intendi tu. Vedo il medico come una figura che concilia gli uomini, vedo un medico che pur di fronte ad un nemico dolorante lo cura, non lasciandolo morire, vedo un medico come un salvatore di persone innocenti, come qualcuno che tuteli i più deboli che sostenga gli ammalati. I medici sono fondamentale nel mondo, le loro gesta, le loro cure possono diventare eroiche, alcuni diventano come idoli. Ecco chi per me è un medico, nessuno in questo mondo è capace di giudicare chi meriti la vita e chi meriti la morte. Ecco perché se mi si dovesse presentare uno stupratore assassino in fin di vita, io lo curerei, perché ho questo dono per TUTTA l’umanità. Magari sbaglierò, magari cambierò con l’esperienza, ma è questo che aspiro a diventare e mi dispiace molto che una figura illustre come la sua la pensi in questa maniera.

//Scusa gli eventuali errori di battitura è tardi, controllo dopo! :)//
 
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view post Posted on 17/2/2013, 12:39     +1   -1
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*I minuti dopo le parole di kira passarono lenti, l'atmosfera si fece glaciale, il gracchiare dei corvi scomparve e la nebbia si fece leggermente più fitta. Oramai le cime degli alberi erano una lontana sfumatura... Dopo un indefinito tempo di silenzio una voce riecheggiò nell' aria e disse.*

Kabuzi: "Belle parole ragazzino, solo che hai commesso un piccolo errore... mi hai definito una persona illustre. Devi sapere che io non sono nessuno, si è vero dirigo l'ospedale, ma cosa ho fatto nella mia vita per poter essere definito una persona illustre? Nulla. In ogni caso le tue belle parole, sono un simbolo di speranza per questo mondo malato, solo che dovranno confrontarsi con la cruda e dura realtà. Spero dal più profondo del mio cuore che riuscirai a reggere tutti gli ostacoli e dolori che ti si prospetteranno davanti. Il tuo ideale di medico è quello del sacrifico no? Allora alla prossima prova scegli la porta con il fiocco verde. Ho intenzioni di rivelarti una storia, che completerà quella di prima."

*Dopo un attimo di pausa, la nebbia si diradò, la foresta scomparve tutto fu sostituito da una collina con un parto verde sotto di essa e un bel cielo azzuro; un ambiente che molti definirebbero idilliaco. Accanto al ragazzo si materializzo la figura del direttore, questa volta vestito con un lungo soprabito bianco eun piccolo cappello di paglia e la sua classica fascetta dorata al braccio. Aveva uno sguardo serio, ma non severo o arrabbiato; sembrava piuttosto contento della reazione di kira e quindi con un mezzo sorriso sulla faccia narrò al ragazzo una storia.*

Kabuzi:" Ascoltami attentamente kira, sai sono vecchio e il ripetere troppe volte le stesse cose mi potrebbe dar fastidio alle corde vocali. Ricordi la storia che ti narrai prima nella foresta? Quella della nascita della professione medica. Si era vera non ti ho mentito. I medici nacquero per curare gli ambu e permettergli di uccidere. Ma. nello sviluppo dell’ arte medica essa si divise in due branchie. Infatti non tutti era d’accordo nel lasciare quelle incredibili conoscenze di cura ad un elitè di poche persone e riservare i trattamenti normali e spesso inefficaci a tutto il resto della popolazione, quindi l’arte medica fù estesa a tutti ma.. come sempre c’era chi non era d’accordo o voleva sfruttare quelle conoscenze sul corpo umano per provare del dolore ai proprio nemici e così , l’arte medica si divise in due branche ed p quella che periste tutt ora oggi, ovvero, quella da recupero e quella da guerra. Partiamo con quella da guerra, i medici che seguono questa via sono quelli che imparano ad uccidere tramite la conoscenza del corpo umano, essi certo imparano i rudimenti della cura del proprio alleato e di se stessi, ma sono più delle macchine da morte che dei medici veri propri. Infatti loro conoscono tecniche per bloccare la circolazione del sangue, oppure anche colpire punti vitali che tramite giuste sollecitazioni portano alla morte del proprio nemico. Se devo essere franco con te, per me loro più assassini che medici. Non riesco a capire come riescano a fregiarsi di usare i titolo di medico."

*Mentre il direttore parlava, nella prateria davanti a loro si materializzavano scene di guerra tra due fazioni ninja. Nel caos della battaglia si potevano notare degli strani shonbi che con rapidi tocchi uccidevano i propri bersagli o li debilitavano, e con dei semplici jutus basilari curavano i propri alleati. Erano i medici da guerra! Loro caratteristica peculiare era la loro grande propensione nell uccidere più che nel curare, molto spesso le loro abilità nella cura erano limitate mentre erano delle autentiche fabbriche mortuarie per i loro avversasi..*

Kabuzi:" Mentre oltre questa branchia sanguinaria delle medicina, c'è né un altra quella dei medici da recupero.. categoria alla quale io appartengo. Noi medici da recupero, siamo gli unici a poterci definire realmente dei medici, perché noi conosciamo i jutus di cura più avanzati, noi salviamo le vite; non le strappiamo, si è vero a volte anche noi siamo costretti ad uccidere, perché infondo siamo degli shinobi ma non godiamo nel farlo, ma anzi ne soffriamo molto nel farlo.

Devi sapere che i nostri jutus ed abilità permettono di curare ferite che a prima vista sembrano incurabili... noi possiamo ingannare il dio della morte! Non sai che soddisfazione si prova nel vedere un piccolo genin ferito tornare a casa dalla sua famiglia grazie al nostro lavoro. Caro ragazzo ti farò una confessione, al giorno d’oggi ahimè le persone godono nel uccidere e i medici da recupero son sempre meno, quindi una nuova recluta ci farebbe piacere in futuro."


*Mentre kabuzi, raccontava quest altra parte di storia, nella pianura le immagine dei medici da guerra furono sostitute da quella di un team di medici da recupero che stava lavorando duramente per salvare la vita di un bambino, per poi dare la lieta notizia di ''operazione riuscita” alla famiglia in apprensione per il figlio. Poi si vide un campo di battaglia dove un medico aveva le meni appaiate su un suo compagno in fin di vita che stava disperatamente cercando di salvarlo ed alla fine quello shinobi riaprì gli occhi e fù trasportato via.*

Kabuzi:”Ho un ultima domanda per te ragazzo mio, quindi recupero o guerra? Le tecniche che ti insegnerò sono le stesse, perché apprenderai per ora solo la base che tra le due discipline è in comune… ma la mia domanda è più una curiosità personale.. sarei felice di avere un apprendista magari quando sarai più esperto. Ovviamente se sceglierai guerra.. bhe se devo essere sincero ne sarei dispiaciuto ma è una tua scelta quindi dimmi. Ah se hai domande dimmi pure.”

*Ed attese la reazione di kira, mentre un venticello lambiva ed allietava le due figure su quella collina.*

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Storyteller:”Signori mi duole dirvi che siamo alle battute finale, la nostra storia non durerà ancora molto.. spero che vogliate sentire le conclusioni.”

*Le facce delle persone accanto al tavolo parvero deluse, e uno di loro disse con voce amraggiata.*

Akito:”Certo, ti abbiamo sentito fin qui… dai dicci il finale così ce ne andiamo tutti a casa.”

Storyteller:”Non temere buon uomo, ho detto che siamo alle conclusioni non che è conclusa, quindi poi kira rispose.”
 
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Kira956
view post Posted on 17/2/2013, 14:00     +1   -1




Dopo le parole del ragazzo ci fu una breve pausa. I corvi, che volavano intorno a quel luogo dimenticato da Dio, smisero di gracchiare. Non vi fu una risposta immediata da parte del direttore che si prese qualche secondo prima di rispondere. Intanto la nebbia si fece più fitta, limitando ancor di più il raggio visivo dell’Uchiha. Il ragazzo aveva detto quelle parole che provenivano dal suo cuore e ansioso aspettava una risposta da parte del suo interlocutore. Alzò lo sguardo in cielo, la nebbia non permetteva di vedere nemmeno più la cima degli alberi. Dopo un po’ la risposta dell’uomo arrivò. Le parole del genin lo avevano colpito e affermò che il ragazzo aveva sbagliato solo in una cosa: definire lui un uomo illustre. L’uomo continuò con un augurio che faceva al ragazzo ed infine gli disse di volergli raccontare un’altra storia.
*Quest’uomo ha davvero pochissima stima nei suoi confronti. Ma perché? Diavolo è il direttore dell’ospedale di Konoha, è una carica a cui tutti i medici ambiscono e intanto non si ritiene un uomo illustre. Beh lo conosco da poco, ma ciò che ho capito di quest’uomo è che è davvero una persona umile, caratteristica che ai giorni d’oggi è difficile da trovare*
Dopo quelle parole, la nebbia iniziò a diradarsi; gli alberi così com’erano apparsi iniziarono lentamente a sparire. Per un istante il ragazzo ritornò nell’oscurità più profonda, quella dove si era trovava all’iniziò di quell’avventura ma dopo quell’istante, il cielo si fece di un azzurro limpido, attorno a lui si iniziarono a formare grandi colline completamente ricoperte da un morbido manto erboso. Quello era un luogo davvero idilliaco agli occhi del ragazzo. Non vi era nessun rumore, la tranquillità dominava. La voglia di gettarsi per terra a riposare in quelle colline era alta, ma ad un tratto davanti ai suoi occhi apparve il direttore, non più vestito con quegli abiti cupi e scuri, ma adesso portava un sopr’abito bianco con la consueta fascietta dorata al braccio.
Kira: - Finalmente! Questo è il direttore che ho conosciuto io!
Il ragazzo accennò un sorriso che venne ricambiato dall’uomo. La sua espressione non era più fredda e distaccata, ma allo stesso tempo i suoi occhi erano seri. Dopo l’uomo iniziò a narrare la sua storia. Essa parlava sempre dei medici, le sue parole erano state vere, la storia dei medici era sempre stata caratterizzata da uccisioni e bagni di sangue. Ecco perché nella storia si instaurarono due brachi differenti, due tipi differenti di medici. Da un lato vi erano i medici da guerra, coloro che utilizzavano l’arte della cura anche in combattimento, coloro che erano capaci di uccidere il proprio nemico con pochi e precisi colpi. Assassini spietati che utilizzavano il loro dono per uccidere. Dall’altro lato vi erano i medici da recupero. Veri e proprio medici che dedicavano la propria vita a curare gli altri, a sconfiggere la morte a curare ferite impossibili. Ai suoi occhi apparirono prima delle scene di guerra, dove dei ninja con dei colpi precisi e veloci mietevano vittime. Si udivano urla di dolore e lamenti. Successivamente quell’immagine sparì per lasciare il posto a un gruppo di medici indaffarati ad operare un bambino, tutti mettevano il massimo impegno e successivamente comunicavano la lieta notizia alla famiglia che in preda all’euforia abbracciava e stringeva quei medici. La scena mutò ulteriormente per approdare ad un campo di battaglia, per terra dolorante ed in fin di vita vi era un genin con una grave ferita. Un medico era in procinto di curarlo e dopo una lunga procedura riuscì a salvargli la vita. Lentamente il ragazzo iniziò a ipotizzare il perché quell’uomo gli stesse mostrando quelle immagini. E infatti la domanda non tardò ad arrivare. L’uomo voleva sapere quale strada il ragazzo avrebbe voluto intraprendere. La risposta del ragazzo tardò ad arrivare.
*Questa domanda mi spiazza, certo da ciò che quest’uomo mi ha fatto vedere sarei sicuramente portato a dire che vorrei diventare un medico di recupero ma… Non so realmente quali tra le due brache possono darmi realmente maggiori vantaggi, sono pur sempre un ninja, non sono un medico che ha intenzione di rimanere in ospedale e lontano dall’azione. Per un ninja i medici da guerra sembrerebbero i più adatti. D’altro lato però i medici da recupero sono coloro che curano meglio di tutti gli altri… Mmmh, la scelta di certo non è semplice.*
Kira: - Direttore, mi piacerebbe poterle dire che la mia scelta è quella di diventare un medico di recupero. Ma sarò sincero con lei: conosco ancora poco di medicina e conosco poco tra queste due “fazioni” non conosco ancora quale tra le due potrebbe darmi maggiori vantaggi e non credo che questa sia una scelta da prendere su due piedi, credo debba essere molto meditata. Ecco perché ad oggi non mi sento di sbilanciarmi, non sono ancora sicuro della scelta che farò ma sono certo che da quello che lei mi ha mostrato simpatizzo certamente per i medici da recupero. Se in futuro sceglierò questa via, per me sarà un onore essere addestrato da lei.
Terminò la sua risposta, anche in questa occasione, come durante la missione Kira si dimostrava non sempre una persona corretta e sempre a favore del bene, il ragazzo era molto astuto e seppur aveva a cuore il bene degli altri di certo non aveva intenzione di accantonare i suoi interessi. Volava informarsi maggiormente e solo dopo aver capito realmente cosa sarebbe stato meglio per lui, avrebbe preso una decisone.
 
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view post Posted on 18/2/2013, 18:09     +1   -1
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*Kabuzi ascoltò attentamente le parole del ragazzo e non fu sorpreso dalla sua reazione, mentre le fresca aria di quel mondo lo accarezzava con un sorriso disse.*

Kabuzi:"Certo ragazzo mio, certo... scusami se ho provato a forzare la tua scelta, ma come ti ho detto, sarei felice di averti come allievo da recupero. Comunque, non pensiamo troppo al futuro, ma pensiamo al presente. Come ti ho accentato prima le basi sia della medicina da guerra che da recupero sono le stesse, e per il tuo attuale grado e livello di abilità ti saranno sufficienti e di certo sarai in grado di essere utile. Quindi sei mio allievo a partire da ora. "

*Appena finì di parlare, il direttore rilasciò la genjustu, e incredibilmente tutto tornò alla normalità. Sembrarono essere passati solo pochi minuti quando il direttore guardò nuovamente Kira, rivolgendosi a lui.*

Kabuzi:" ummm, allora, come prima lezione base devi imparare a creare questo."

*La mano destra di Kabuzi prese un colorito azzurrino verde, ed intorno ad essa si formò quell'alone di chakra che Kira aveva visto fare ai medici.*

Kabuzi: Allora, questo è un justu elementare, ma per quanto semplice può tornare molto utile. Con questa tecnica potrai guarire le ferite più lievi, tue e dei tuoi compagni. Decisamente utile in missione no? Ti dirò la verità, farlo in aria è molto più complesso che su una persona, quindi seguimi nella sala medica."

*Kabuzi, spalancò la porta e si incamminò verso la sala medica, dove vi erano dei pazienti in degenza che attendevano di essere curati. Quando i due arrivarono, notarono subito che per fortuna la situazione non era grave. Nessuno di loro era ferito gravemente solo dei tagli superficiali o qualche osso rotto. Erano un ottimo materiale per l'allenamento dell'aspirante medico. Così Kabuzi si voltò vero Kira ridendo e disse a voce alta.*

Kabuzi: Salve gente, è qui il medico pronto per curavi! Lo vedete? è questo ragazzo, io sono un semplice spettatore, non chiedete nulla. Notate questa fascetta, indica che sono un parente di un medico.. sono il nonno del ragazzo. Quindi chiedete a lui.

* Kabuzi mentre parlava indicava il ragazzo con tutte e due le mani e poi mostrava la sua fascetta come dimostrazione ''di non appetenza all'ambiente medico''. Decine di occhi si girarono verso i due, e si spostarono immediatamente su Kira. Passarono pochi secondi prima che il ragazzo fu letteralmente sommerso da persone che chiedevano il suo aiuto; alcune volevano una cura per la folli, una signora voleva delle cure per il suo cane di peluche... di gente strana ve ne era parecchia li dentro. Nel mentre Kabuzi se la rideva sguaiatamente, cercando di non perdersi nessuna scena. Aspettò un po', prima di avvicinarsi a Kira per dargli qualche consiglio.*

Kabuzi: Ascoltami, devi sapere che fare il medico non è il semplice mettere due punti su una ferita o somministrare un tonico ad un paziente. Prima di curare qualcuno con il chakra devi capirlo, focalizzarti sul dolore e credere con tutto te stesso di doverlo guarire, di voler fermare quel dolore che provava questa persona. Le prime volte dovrai fare così, poi ti sarà tutto più semplice. [..] credo che siamo nei guai.. "

*Infatti poco dopo che Kira ebbe il tempo di visitare e guarire due bambini, la folla udì le parole del direttore e capì che ne sapeva ''qualcosina'' di medicina. La scena seguente fu un qualcosa di pietoso. Kabuzi mormorò all'orecchio di Kira "al mio segnale fuggi" e poco prima che le persone spostassero la loro attenzione su Kabuzi, il medico iniziò a correre a perdifiato per i corridoio dell'ospedale con Kira al seguito. Così i due finirono inseguiti da una folla inferocita di persone che era passata dal voler delle cure, al voler pestare quei due che non gli ne davano... matti un po' arzilli eh? Infine il sensei e il suo apprendista furono ''salvati'' da una ragazzina. Senza farsi vedere dagli inseguitori fece entrare i due nel laboratorio in cui si trovava, mentre la folla inferocita continuò a proseguire dritta. La ragazza sembrava avere più o meno l'età di Kira ed era la stessa che aveva dato il camice allUchiha, all'inizio di questa avventura.*

Misato: Nonno! Ma che combini? Lo sai che quelle persone devono essere curate dagli infermieri e non dai medici. Lo sai meglio di me che ora come ora non possiamo sprecare le nostre energie per delle ferite superficiali.. e dobbiamo dedicarci ai malati più gravi.

Kabuzi: Misatooo! Grazie. Comunque devi portare rispetto a tuo nonno, giovani d'oggi ahah. In ogni caso ti presento Kira, il ragazzo che tu hai scambiato per Hirioto che doveva fare l'esame. Il fato ci ha aiutato, è molto bravo e l'ho preso come apprendista. Io ora vado nel mio studio, se volete conoscervi o scannarvi fate pure, basta che dopo pulite tutto."

*La ragazza arrossì visibilmente, consapevole del suo errore e disse.*

Misato: Ehm.. nonno, lui era identico ad Hiroito! Non è colpa mia.. è Hiroito ad essere così paffutello... Ehi maledetto vecchietto dove vai? Perché non mi ascolti...

*Il direttore, infischiandosene beatamente di ciò che le stava dicendo la nipote, uscì dalla porta e si diresse verso il suo studio*.

(Kabuzi: Ahh, i giovani d'oggi. Domani vedremo cosa sa fare Kira.. oggi ha già avuto una giornata pesante, li lascio soli.. se non sento urla entro dieci minuti torno a controllare. Quella ragazza sa essere veramente una peste... proprio come sue madre.)

*Nel frattempo, dentro il laboratorio. Misato era molto imbarazzata e disse con una voce timida.*

Misato: Ciao.. sono Misato come avrai capito.. tu sei? Scusami per il disagio che ti ho provocato ma io..io.. non volevo darti questi problemi.

*Era ovvio che non sapesse che dire e che si sentiva dispiaciuta per i guai che Kira aveva passato con suo nonno, così con occhi lucidi attese la reazione del ragazzo.*

//Scusa il ritardo xD, fa quello che vuoi. Puoi interagire con misato, porle domande ma alle quali la farò rispondere io. Inoltre hai questo ''giorno libero'' descrivi quello che vuoi, se vuoi puoi allenarti con misato per il jutus curativo ^^.//
 
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Kira956
view post Posted on 18/2/2013, 22:13     +1   -1




Un fresco vento accarezzò la pelle del genin che intanto rispondeva all’anziano. L’uomo ascoltò attentamente le parole del ragazzo e comprese la sua risposta, ecco perché si scusò per aver cercato di influenzare la sua scelta. Comunque sia l’uomo accettava di prendere come apprendista il genin, sarebbe stato lui a insegnargli le basi che lo avrebbero portato a diventare un medico. Ad un tratto quel paesaggio idilliaco velocemente scomparve. Come se trasportato da un forte vento Kira venne letteralmente spazzato via da quel paesaggio e catapultato nella realtà. Adesso erano di nuovo nella stanza del direttore, erano di nuovo al chiuso. L’uomo aveva un sorriso stampato in faccia, anche se aveva superato quella prova, la parte difficile doveva ancora arrivare. L’uomo gli mostrò la caratteristica tecnica dei medici ninja, quell’alone verde acqua che circondava le mani dei medici, il ragazzo doveva riuscire a padroneggiare quella tecnica. Si osservò la mano e cercò di concentrare tutto il chakra in essa. L’uomo lo interruppe immediatamente consigliandogli di provare direttamente su qualche ferita. Così scesero lei due rampe di scale fino ad arrivare al piano terra, camminarono per qualche minuto tra i corridoio dell’ospedale fino a quando non arrivarono in una grande stanza. All’interno vi era tantissima gente, nessuno però aveva delle vere e proprie gravi ferite. Era una sorta di pronto soccorso, dove la gente anche con il minimo mal di testa si recava in cerca di aiuto. Lì il ragazzo avrebbe dovuto fare pratica, poi ad un trattò l’uomo lasciò di stucco il genin. Infatti si toglieva ogni responsabilità affermando che lui non era un medico ma solamente il nonno. Con ampi gesti ad indicare Kira affermava che il medico era lui. Il genin in realtà non sapeva cosa realmente avesse combinato l’uomo infatti, una montagna di uomini si gettarono sul medico tutti chiedendo aiuto
*… Maledetto! Ha aizzato tutta questa gente! È come se non mangiassero da giorni e io fossi un piccolo pezzo di pane da sbranare prima che lo facciano gli altri! Maledizione, devo uscire da questa situazione*
Kira: Bene… Signori, cerchiamo di fare un po’ d’ordine.
La voce bassa del ragazzo venne completamente surclassata dalle richieste d’aiuto. La gente continuava a spingere mettendo sempre più pressione sul ragazzo che a stento riusciva a respirare, la rabbia e il nervosismo stavano prendendo il sopravento. Anche perché le richieste di aiuto erano delle più bizzarre, uomini e donne veramente folli che domandavano assurdità. O pazzi ipocondriaci che con un mal di testa credevano di aver un qualche tipo di cancro strano. La pazienza del ragazzo si esaurì e con autorità decise di urlare:
Kira: - BASTA! ALLONTANATEVI!
Con grandi spintoni si scrollò la gente di dosso, poi continuò.
Kira: - Mettetevi seduti, sceglierò io chi curare!
Il ragazzo cercò di prender la situazione in mano, certo la folla non gli diede molto retta, ma bene o male la pressione e l’euforia di prima diminuirono permettendo al ragazzo di esercitarsi. Ancora una volta come prima decise di curare dei bambini. Uno aveva una ferita alla gamba. Anzitutto il ragazzo si ricordò la procedura che il vecchio in precedenza aveva utilizzato. Prima di tutto doveva pulire la ferita. Prese del disinfettante e iniziò a passarlo su la parte della gamba interessata, adesso doveva richiuderla, ma non con filo e ago ma con il suo chakra, infatti il medico iniziò a suggerirgli delle cose che gli avrebbero permesso di curare quella ferita con il suo chakra. Anzitutto doveva concentrare il chakra nelle sue mani. Rivolse i palmi delle mani verso la ferita. Il chakra iniziò a fluire sempre più maggiormente nelle sue mani che iniziarono a ricoprirsi di un alone azzurro che ovviamente non curò la ferita del bambino. Adesso arrivava la parte difficile, cercò di immaginare il suo chakra come ago e filo, d’altronde quello sapeva farlo. Immaginò nella sua mente come se il suo chakra confluisse all’interno di quella ferita e lentamente iniziasse a ricucirla. Inizialmente non riusciva concentrarsi abbastanza per i rumori di sottofondo che lo disturbavano non poco. Fu allora che decise di chiudere gli occhi per concentrarsi meglio. Il chakra lentamente iniziò a mutare colore, nel frattempo nella mente del ragazzo continuava quel processo che cercava di far entrare il chakra nella ferita. Era come se la sua mente spingesse le pareti lacerate a richiudersi. Non era semplice, infatti il ragazzo iniziò a sudare per lo sforzo. Ci mise qualche minuto, quando un medico esperto ci avrebbe messo molto meno tempo. Alla fine però la ferita si era chiusa, rimaneva solamente un piccolo graffio. Il ragazzo allora applicò un cerotto e mandò il ragazzo a casa. Al suo fianco vi era un altro bambino con una ferita molto simile. La sua era alla mano, si era ferito con un coltello. Utilizzò lo stesso procedimento, stavolta però fu più veloce di prima e più efficace, non lasciando nemmeno un graffio. Con i continui consigli del vecchio era riuscito a fare un ottimo lavoro ma adesso, erano nei guai. La gente iniziava ad innervosirsi poiché aveva visto il vecchio dargli suggerimenti, avevano capito che era un medico. Il vecchio avvertì il ragazzo consigliandogli di correre al suo tre.
*Ma che diavolo? No… Non ci credo, non vorranno mica… Sono troppi, ci schiaccerannooooo! Sarà meglio correre caaazzoooo!!!*
Senza pensarci due volte Kira si voltò iniziando a correre, per alcuni secondi i due scappavano da quella folla inferocita che da voler essere curata adesso voleva picchiare i poveri uomini. I due cercavano un rifugio sicuro, fino a quando finalmente una ragazza li fece entrare in una stanza. Se la folli li avesse visti, erano in trappola. Per fortuna il rumore dei passi e delle urla si sentì passare, erano andati avanti, non si erano accorti che i due erano lì dentro. Fu allora che Kira si voltò ad osservare un po’ la stanza: era un laboratorio. All’interno vi erano tanti tavoli con molte provette e tanti altri strumenti sopra. Lì ricercatori, cercavano nuove cure e creavano nuovi tonici. Il ragazzo si voltò per salutare la ragazza, fu allora che la riconobbe!
Kira:- Tuuuu! Non sai cosa mi hai fatto passare!
Vi furono diversi scambi di battute, tra lei e il vecchio. A quanto pare erano nonno e nipote. Comunque sia il vecchio aveva deciso di lasciarli da soli. Per quel giorno il suo addestramento era terminato. Una volta rimasti soli il ragazzo notò il rossore formarsi sulle guance della ragazza che imbarazzata si scusava per il malinteso. Kira rispose con un sorriso.
Kira: - Sta tranquilla! Anzi se non fosse stato per te, a quest’ore non starei facendo questa esperienza incredibile. Ho sempre creduto che i medici fossero così bravi, quasi irraggiungibili.. E invece.. Chi l’avrebbe detto, aspiro a diventare uno di loro!
Sorriso dolcemente alla ragazza che si presentò, il suo nome era Misato.
Kira:- Piacere mi chiamo Kira. Tu devi essere la nipote del direttore, quanto pressione avrai sulle spalle! Ma sono sicuro che sei un ottimo medico. Fammi un po’ vedere cosa sai fare.
Misato: Con piacere!
Fu allora che i due si sedettero e la ragazza iniziò una serie di spiegazioni. Il ragazzo rimase attento per tutto il tempo, quella ragazza era davvero preparata. Gli diede dei consigli e lo aiutò a concentrarsi nel trasportare buona parte del proprio chakra nelle mani. I due restarono insieme per diverse ora, dove il ragazzo cercò di padroneggiare quel justsu curativo. Il vecchio aveva ragione, era decisamente più difficile farlo all’aria rispetto che farlo contro una ferita. Dopo un po’ però..
Misato: - Si sta facendo tardì.. Devo andare.
Kira: - è stato davvero un piacere.
Il ragazzo si avvinò dando alla ragazzo un leggero bacio sulla guancia. Poi uscì dall’ospedale per andare a casa sua dove si sarebbe riposato fino al giorno seguente. Passò la notte ed arrivò il giorno, il ragazzo si svegliò e anche quel giorno si recò in ospedale. Entrò andando alla ricerca del diretto. Ovviamente l’avrebbe cercato inizialmente nel suo ufficio.
 
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view post Posted on 20/2/2013, 19:56     +1   -1
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*Come era oramai diventata la prassi, Kira andò anche quel giorno all ospedale per trovare il direttore. Entrò nella struttura, e si diresse verso il suo studio. Kabuzi aveva la porta aperta, e appena vide il genin lo invitò ad entrare. Kabuzi era indaffarato con molte faccende burocratiche infatti la sua scrivania era coperta di fogli da firmare, contro firmare e rifirmare, ma appena Kira si avvicinò prese quell insieme di scartoffie e lo fece volare letteralmente via, prese uno degli innumerevoli fogli che erano a terra e lesse.*

Kabuzi: Cof cof, allora ''Gentilissimo signor direttore, noi (io) le vorremmo chiedere di poter autorizzare la riparazione di un condotto di tubature della sala 3. '' questa è in breve una delle cento scartoffie che ho qui, ah poi c'è queste sentila ''Egregio direttore Kabuzi, a causa dello stressante lavoro che ci troviamo a svolgere, le vorremmo chiedere se è possibile installare una macchinetta disturbatrice di bevande." Ahaha, sai chi da che reparto arriva? Dalla reparto logistico, ahaah potrei capire finché me lo chiedono quelli dell area operativa, ma loro del logistico che non fanno quasi nulla credono di avere dei ritmi stressanti? Ciò che mi dà più fastidio che debba passare le giornate appreso a queste cavolate, più che dirigere l'ospedale ed aiutare i miei colleghi in prima linea mi trovo qui sommerso da questa roba. Comunque non voglio tediarti oltre Kira. Oggi ahimè faremo una lezione teorica, che ci servirà per domani. Ma se credi che la faremo bloccati in questa stanza ti sbagli, andiamo giù all obitorio. Spero che tu non sia uno stomaco debole ahaha."

*Con grandi passi il direttore lasciò il suo studio, era molto contento di lasciare quella sala, si notava che era un uomo che preferiva ''l'azione'' allo stare dietro una scrivania. Mentre camminava per raggiungere l'obitorio, incontrò Misato e le disse.

Kabuzi: Misato, vieni con me e kira al'0 obitorio. Lezione teorica per lui, e ripasso per te.

Misato: Emm.. nonno io starei..

Kabuzi: Alt, vieni giù, so bene cosa stai andando a fare. Delega il compito di segretaria a qualcuno altro.

*La ragazza, rassegnata, si trovò costretta a seguire quei due, dopo pochi minuti si trovarono nella sala mortuaria. Appena vi furono dentro, il direttore prese una salama ed iniziò la spiegazione senza nemmeno controllare se i due ragazzi fossero pronti.*

Kabuzi: Allora, vedete qui? bene qui c'è il cuore, molti ritengono che sia il punto d'origine del chakra, mentre altri ritengono che sia solo la nostra pompa del sangue. E' interessante notare come la medicina sia una scienza imperfetta e che non ha ancora trovato molte risposte a grandi quesiti. Come se esiste, la coscienza, l'anima, o da dove appunto si origini il chkara. Inoltre....

*Kabuzì, continuò la spiegazione. Ogni tanto tagliando con precisione la salma e mostrando i vari organi ai ragazzi. Poi si focalizzò sugli tsubo e sulla loro importanza. Mentre parlava Misato si avvicinò a kira e sotto voce gli disse.*

Misato: Ehi kira, ti avviso, quando inizia a fare così non lo ferma più nessuno. Oramai è preso dalla spiegazione e tu potresti anche andartene in un altra stanza ma lui continuerebbe a spiegare convinto che tu sia li a sentirlo. Una volta mi addormentai e lui non se ne accorse ahah.


* Intanto con ampi gesti delle mani, kabuzi simulava attacchi al corpo e gli tusbo spiegando che bloccando si limitava la possibilità di avere chakra. poi passò all importanza delle ferite, quali quali e di che grado erano. Se dare priorità ad una ferita ad una vena o ad un arteria, spiegò il sangue. Insomma cercò di riammissibile anni di medicina in poche ore di lezione. Nel frattempo Misato si divertiva a fargli delle boccacce quando era girato oppure a fare domande ovvie, alle quali kabuzi risponde sempre ''tu ragazzina sei la mia rovina.Ah se lo sapesse tua madre.." e passava a spiegare il concetto della domanda. Dopo molto esordì con un.*

Kabuzi: bene ragazzi tutto chiaro? Se avete domande fatele pure.

*Misato stremata disse che le era tutto chiaro, ed appoggiò la testa al tavolo dove lei e kira erano seduti. Successivamente, Kabuzi fù chiamato nel reparto
operativo dove occorrevano più medici. Guardò i due ragazzi e gli disse.*


Kabuzi: Se volete fare pratica raggiungetemi o seguitemi li. Kira mi rivolgo soprattutto a te. Questa volta non voglio giocare e sarà richiesta la massima serietà.

*Appena finì di parlare si diresse verso la sala operativa. Ovviamente l'uchiha non poteva sapere dove era. Ma per fortuna c'era Misato che gli disse.*

Misato: "Kira, io vado li se vuoi ti accompagno io! Almeno mi inizio a sdebitare di tutti i guai che ti sto facendo passare..."

*La ragazza attese la risposta di kira e se essa era affermativa l'avrebbe preso per mano e avrebbe iniziato a correre verso la sala.
La sala operativa, più che una sala era un insieme di sale, infatti c'erano quelle per i malti gravi, lievi , donne in cinta. I due ragazzi furono dislocati nella sezione di malti lievi, erano per lo più persone con tagli, ferite, abrasioni. Nulla di grava. Di certo se Kira voleva fare pratica li c'era molta gente su cui esercitarsi. Misato iniziò immediatamente a curare dei signori che si erano feriti cadendo da una scala. Se Kira voleva una mano poteva chiedere a lei.*


//Ok, allora ruola come vuoi. Se preferisci puoi anche far andare kira da solo, solo che devi trovare qualcuno che lo guidi . Non consce benissimo la struttura ospedaliera. Come sempre massima libertà, lo ripeterò per la centesima volta. Io dò una linea giuda, sta a te decidere se seguirla si o no. Puoi fare tutto, come quasi sempre xD.//
 
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