MarcoTomb |
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| //Showtime!//
La faccia rassegnata di Ryutaro bastò come spiegazione. Kensaku lasciò la stanza, chiudendosi la porta alle spalle, e scese le scale fino all'ingresso della locanda. Fuori dalla finestra stava imbrunendo.
Salutò il gestore con il suo sorriso sdentato, facendo un po' di chiacchiere sul tempo e sul villaggio. Lo scopo principale era non dare nell'occhio come "vecchietto scontroso" ma di sembrare un cliente qualsiasi, ed intanto raccogliere le informazioni che gli servivano.
Il piano ebbe successo; dopo un prolisso racconto sul fatto che il villaggio fosse cambiato dall'ultima volta che era stato qui a mercanteggiare, l'uomo spiegò come il villaggio aveva cambiato guida e i recenti avvenimenti. Kensaku ascoltò interessato, poi fece spallucce e salutò l'uomo. Sapeva dove dirigersi.
Mentre si incamminava verso la parte alta del villaggio, quella più interna rispetto alla catena di monti che lo circondava, pensò ad una scusa per entrare. Quando arrivò davanti alle porte, aveva una storia non particolarmente originale ma - così credeva - convincente. Se il villaggio del fumo rubava clienti ad Oto, si sarebbe finto cliente lui stesso.
Non fu difficile convincere le guardie a farlo entrare. Un ulteriore henge no jutsu lo aveva reso un po' più trasandato, pur mantenendo le sembianze di prima, e si finse derubato da dei ladruncoli nei territori circostanti. Quelli lo guardarono un po' con sospetto, ma lo lasciarono entrare... in fondo era solo un povero vecchio.
Non poteva chiedere di meglio; una di loro iniziò a scortarlo per un lungo corridoio interno, lontano da occhi indiscreti. Fu questione di un attimo; Kensaku attese il momento giusto, poi con un movimento improvviso afferrò la guardia alla testa con le braccia superiori, ostruendo la bocca ed impedendogli di emettere suoni, mentre con le altre braccia lo bloccò in una presa. Con un colpo secco, gli spezzò il collo; non erano i suoi metodi soliti, ma non voleva spargimenti di sangue.
Lo sistemò in uno stanzino ed usò l'henge no jutsu un'altra volta. Sapeva anche il nome della guardia - Tobito - perchè le guardie all'ingresso avevano discusso su chi dovesse accompagnarlo, così sarebbe stato tutto ancora più semplice.
Ritornò rapido al corridoio, e lo percorse fino alla fine; doveva cercare la sala dove risiedeva il signorotto.
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