| PER YUUIl ragazzo, nonostante avesse perso le tracce del piccolo rettile, non si scoraggiò. Intelligentemente, si chinò tra il fogliame e gli arbusti, cercando di trovare una pista, le tracce lasciate dal passaggio di Mochi. Era difficile, doveva ammetterlo, visto che l'animale era piccola e la vegetazione tanta. Alcuni rovi gli graffiarono le gambe nonostante i pantaloni indossati, mentre alcune liane e rami sporgenti gli rendevano difficoltoso il cammino. Ma il suo occhio si dimostrò essere abbastanza fino, o forse era stato solo fortunato... Fatto sta che, dopo un lasso di tempo che sembrava interminabile, ma che in realtà erano solo cinque minuti, la vegetazione intorno a lui iniziò a diradarsi ed ecco che una piccola raduna si aprì d'innanzi a lui. Il panorama che gli si parò d'innanzi era di una bellezza da togliere il fiato: poco oltre la piccola radura, si apriva una discesa boschiva altrettanto fitta come quella che aveva attraversato, ma oltre riuscì a vedere la distesa azzurra e magnifica del mare, che si perdeva oltre l'orizzonte. Dalla spiaggia sottostante, una lingua di terra si allungava a sfidare la potenza delle onde marine, collegando la spiaggia ad un'isola incantevole. Piccola, dalla forma vagamente tondeggiante, leggermente in rilievo. Pareva quasi che una tonda collinetta sbucasse fuori dall'acqua.E io che temevo di averti perso... Tanto meglio! Poco più avanti, al limitare della radura, appollaiato su una roccia... Ma perché, le tartarughe si appollaiano? Comunque, appollaiata li sopra, Mochi scrutava il ragazzo, gli occhi neri e lo sguardo sul musetto che non facevano capire se fosse soddisfatto di essere stato trovato, o se la cosa gli pesasse.Forza ragazzo mio, proseguiamo! Con un piccolo balzo e una capriola a mezz'aria, si ritrovò per terra e, con un cenno della zampetta squamosa, invitò Yuu a seguirlo.Siamo quasi arrivati a destinazione. Andiamo! PER ASHURACorreva, correva a perdifiato, completamente estraniato dal mondo, incurante solo della voce che aveva in testa, quella seconda personalità che non sapeva di conoscere. Perso nella foschia, stretto tra le pareti rocciose che si facevano pian piano sempre più ripide e strette tra loro, Ashura correva, in cerca di Mochi. Dov'era finita la tartaruga? Non ne aveva idea, ma continuava a correre, senza sapere se quella che stava seguendo fosse la strada giusta. Non ci avrebbe messo molto a capirlo: gli sarebbe bastato chinarsi al suolo, vedere le tracce lasciate sul terreno leggermente farinoso. Le argilliti, data la loro composizione, sono facili a lasciar tracce del passaggio di qualcuno e, visto che li sotto c'erano solo loro, non gli sarebbe stato difficile ritrovare il rettile, ma era stato avventato, forse troppo ingenuo, chi poteva saperlo? Sta di fatto che le pareti si facevano più strette su di lui, il cammino più impervio e difficoltoso vista la riduzione dello spazio. Per un lungo tratto fu costretto a procedere con la schiena rasente al costone di roccia, graffiandosi leggermente nonostante i vestiti, ma una vibrazione del terreno riuscì finalmente a destarlo dal suo mondo interiore, facendolo catapultare in quello esterno, reale. E rocce iniziarono a crollare su di lui. Cercando di essere il più veloce possibile, sgusciò via da quel cunicolo, da quello spazio tanto angusto. Usare jutsu gli era impossibile, visto che era costretto a tenere le braccia stese ai fianchi, quindi non gli restava altro da fare se non strisciare, sgusciare via come se fosse un serpente. Aveva quasi superato il tugurio, la gola che finalmente si allargava di nuovo, ma una roccia grande quanto la sua testa, se non di più, lo colpì proprio sulla spalla sinistra, facendogli vedere le stelle. Il rumore di ossa rotte riecheggiò insieme a quello dei massi che precipitavano al suolo, il dolore tale da fargli perdere l'equilibrio. A giudicare dal dolore che sentiva, si doveva essere rotto scapola e clavicola e ora, quest'ultima, pareva sporgere in maniera strana sotto la pelle.Perdincibacco! Gran brutta botta! Ma perché non fai più attenzione? Non voglio portarmi dietro un budino di Ashura... Ed eccola, quella maledetta tartaruga. Lo stava aspettando, gli occhietti fissi su di lui, l'espressione indecifrabile. E, dietro di lui, la foschia sembrava diradarsi.Forza, un ultimo sforzo... Siamo quasi arrivati... Facendo strada, i due si liberarono finalmente della densa foschia. La prima cosa che percepirono fu l'aria tiepida e salmastra accarezzare la loro pelle. La luce del sole la seconda. Usciti dalla fenditura della roccia, che poi si rese conto essere il letto di un fiume ormai prosciugato, si ritrovò su una spiaggia di piccoli ciottoli bianchi e sabbia grossolana. D'avanti a lui una lingua di terra si stendeva sull'azzurro del mare, collegando la spiaggia ad una collinetta in mezzo al mare.Ragazzo mio, quello è l'eremo! Benarrivato. Ed ecco che, proprio in quel mentre, una vocina stridula riecheggiò poco in lontananza. Mochi drizzò subito il capo, sorridendo nel riconoscere quel richiamo. Dalla vegetazione, poco più in la, sbucarono il suo gemello, Mochi anche lui, e Yuu. Entusiaste, le due tartarughe si incontrarono a metà strada, felici di rivedersi entrambe tutte intere.L'ho trovato Mochi, hai visto?
Certo che lo vedo! E anche io, vedi?! Non è tutto intero, ma l'ho portato qui! Le tartarughe erano identiche, impossibile riuscire a distinguerle. Con una mezza piroetta, si presentarono ai due ninja, facendo anche una mezza coreografia, a dir poco ridicola.Io sono Mochi! E io sono Mochi! E insieme siamo... I FRATELLI MOCHI MOCHI!
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