| * La notte passava lenta e calma lì fuori, mentre Seiji, nel suo comodo letto, riposava in vista del torneo chunin. L’indomani avrebbe dovuto trovarsi in piazza insieme a tutti gli altri partecipanti, dove avrebbero ricevuto ulteriore informazioni dai kage che presenziavano all’avvenimento. La maggior parte sicuramente era tesa e preoccupata, ma il marionettista non soffriva di questi problemi, infatti era beatamente cullato da Morfeo. La calma apparentemente emanata dalla sua figura era il suo forte. Rimaneva sempre tranquillo all’esterno, anche se dentro la sua mente si scatenava un putiferio. Era il suo modo di fare, il suo carattere, il suo vero io. Solitamente non faceva alcun tipo di sogno, eppure, quella notte si ritrovò a sognare la sua nonna morta pochi giorni addietro. *
* Era dentro il bagno del piano superiore e vedeva la nonna affacciarsi dal balcone, sorridente. Questa si voltò un attimo verso il ragazzino dai capelli rossi e subito si rattristò… Era piccolo e innocente come i suoi genitori, ninja morti al servizio del villaggio. Lei nascondeva un grande segreto, Seiji lo aveva capito, ma non aveva il coraggio di chiederle cosa era che non sapeva. Poi l’immagine cambiò. Si trovava sempre nello stesso luogo, però ora era cresciuto, ora era un genin del villaggio della foglia. Aveva le sue catena lamellata in mano, mentre, come nell’immagine precedente, la nonna era affacciata sul balcone. Questa però, quando si girò, si trovò una lama puntata al collo dal nipote che aveva gli occhi insanguinati. L’anziana signora rimase impietrita da quello sguardo, mentre Seiji si apprestava a spiegare il perché di quel gesto. *
“ Cos’è che mi nascondi da tutto questo tempo, vecchia!? Dimmi o ti uccido immediatamente. Sai che ho sempre avuto poca pazienza, quindi non peggiorare la situazione. Parla e rimarrai in vita, taci e giungerai all’inferno. Ti do cinque secondi di tempo! ”
* La donna implorava il nipote di lasciarla libera, che non poteva raccontargli quel segreto che tanto gelosamente custodiva e che tanto misteriosamente la faceva star male. Seiji tremava e la lama, per via dei tremiti, si avvicinava pericolosamente alla vena del collo. Urlava di volere una risposta però, siccome non l’ottenne, fece scivolare la punta della sua arma nella carne del collo. Uno spruzzo di sangue inondò gli abiti del ragazzo e della vecchia signora, la quale cadde dal balcone, tuffandosi involontariamente in quella immensa piscina che si trovava all’esterno. Il marionettista con sguardo diabolico si avvicinò al balcone per vedere il corpo della nonna steso sull’acqua, in segno di morte. *
* Seiji si svegliò per via della sveglia sul comodino. Sudava freddo, poche volte era successo una cosa del genere. Con calma e ancora un po’ assonnato spense la sveglia. Si era dimenticato del torneo per colpa di quel sogno. Si alzò dal letto ed uscì dalla sua stanza, dirigendosi in cucina. *
( Perché ho fatto questo sogno? So benissimo che ad ucciderla sono stati tre ninja che mi sono sfuggiti e che per di più alcuni jonin stanno indagando su questo omicidio… Non vedo perché ho sognato di essere stato io ad ucciderla… Questo sogno mi ha ricordato quando da bambino percepivo che nel suo sguardo c’era qualcosa che non andava, di solito assumeva quella smorfia quando le parlavo dei miei genitori, però non vedo come possa essere collegato con questo sogno. )
* Prese una mela dal cestino della frutta e se la portò alla bocca. Non riusciva ad assaporarla come si deve, era troppo preso da quel sogno. Si avvicinò al calendario per vedere che giorno era. Sua nonna lo aveva riquadrato con un pennarello rosso, indicava che doveva essere un giorno importante. *
( Un giorno importante eh? Eppure non mi viene in mente perché questo giorno dovrebbe essere tanto importante. Ma poi non m’interessa così tanto se era importante per lei, tanto è morta quindi… )
* C’era qualcosa che non andava in lui. Se n’era accorto, ma doveva capire. Si sedette al tavolo e si mise le mani sulla fronte. Era visibilmente frustato, mai si era sentito così in vita sua. Come mai non si sentiva solo come quando gli erano morti i genitori? Perché non le mancava per nulla la persona che per tutta la vita gli era stata accanto? Perché se ne fregava di tutto quello che interessava lei? *
( Volevo ucciderla… È l’unica ipotesi che dia una risposta a tutto. Ho sognato di essere stato io a ucciderla perché il mio io interiore voleva farla fuori per qualche strano motivo. Inoltre non sento per nulla la sua mancanza, anzi, nel vederla lì in piscina, piena di sangue, non provavo davvero rabbia. Voglio la vendetta sì, ma non voglio vendicare la sua morte, voglio solo fargliela pagare a quei tre perché l’hanno uccisa loro al posto mio… Sono certo sia così, anche se non capisco il perché… )
* La sua riflessione fu interrotta da un chiacchiericcio continuo che proveniva dalla strada. Seiji, leggermente stupito, si affacciò dalla finestra. Era ancora l’alba, eppure, parecchia gente si muoveva entusiasta lì in strada con degli striscioni che però il ragazzo non riusciva a leggere. *
( Come mai tutta questa gente si sta dirigendo verso Hibana no Hiroba? O almeno credo che si dirigano là poiché per questa strada si va lì, altri posti importanti non mi pare ci siano… E poi io di solito non metto la sveglia così presto e non credo di essermi sbagliato ieri sera. C’è qualcosa che non ricordo e forse ha proprio a che fare con quel segno rosso sul calendario. E se fosse un giorno importante per me e, quindi, mia nonna aveva contrassegnato anche quello di rosso? Forse farei meglio a chiedere a qualcuno qui fuori… Speriamo che mi sappiano dare una risposta decente o li trucido… )
* Si diresse nell’ingresso e aprì la porta, uscendo all’aria fresca. Il sole gli provocò per un attimo un leggero accecamento, ma quando si abituò alla luce, riuscì a vedere bene cosa stava succedendo. Sembrava una processione, con la differenza che al posto di pregare, le persone discutevano fra loro. Prima di chiedere a qualcuno il motivo di tutto ciò, riuscì a scorgere la scritta di due striscioni che dicevano “Benvenuti” e “Buona fortuna”. Buona fortuna… Quelle parole gli ricordarono tutto… Come aveva fatto a dimenticarsi del torneo chunin e pensare che proprio il giorno prima aveva combattuto con un genin di Kiri e aveva parlato proprio di questa competizione… *
( Ecco perché mi sono alzato all’alba! Dovevo prepararmi per bene per il torneo e non volevo che mi attendessero troppo a lungo! Ma perché proprio stanotte dovevo avere quel sogno, ora dovrò fare le cose un po’ di fretta… Speriamo che almeno questa faccenda del torneo mi faccia dimenticare completamente quello che ho sognato. Pensieri del genere potrebbero solo influenzarmi. Già dovrò concentrarmi a mantenere calma la mia furia, non vorrei che qualcuno morisse per mano mia. )
* Prese il torsolo della mela appoggiato sul tavolo e lo buttò nel cestino della spazzatura, per poi dirigersi in bagno. Si tolse la vestaglia da notte e si fece una gran bella doccia in modo da rilassare i muscoli che sicuramente gli sarebbero serviti al torneo. Uscito dalla doccia, prese un asciugamano e se lo girò intorno alla vita, cercando di bloccarlo in qualche modo. Si lavò anche i denti e poi uscì dal bagno, dirigendosi verso la sua stanza. Anche se aveva detto che avrebbe fatto tutto di fretta, non riusciva a non essere calmo e tranquillo in ciò che faceva. Entrò nella stanza e si chiuse la porta alle spalle. Si tolse l’asciugamano e lo usò in modo da asciugarsi per bene. Poi lo posò sul letto, iniziando a indossare i suoi abiti e l’equipaggiamento, che era vario. Dopo aver messo il suo copri fronte poco sotto la spalla destra, uscì dalla camera, pronto a dirigersi a Hibana no Hiroba. *
( Ed è giunto anche questo giorno a quanto pare. Certo che ne è passato di tempo dall’esame genin. Sono cambiato moltissimo da quel giorno. Ora amo il sangue e ho delle voglie poco normali… Ma non ci devo pensare. Devo continuare a rimanere serio e calmo. Non ho mai mostrato ciò che provavo agli altri e mai lo farò. Inoltre sono curioso di vedere i genin degli altri villaggi. Sono pochi i clan esterni a questo villaggio di mia conoscenza. Comunque voglio solo diventare più forte, anche se non diventare chunin sarebbe troppo vergognoso per continuare a vivere. Vedremo come andrà. È inutile preoccuparsi prima del tempo, se ne ho le capacità, diventerò chunin, se no sarà quel che sarà… )
* Uscì di casa. Nemmeno pensò a come fosse stato se sua nonna fosse rimasta in vita, oramai tutto era fuori dai suoi pensieri, solo una cosa era chiara e nitida nella sua mente: la voglia di potere! Oramai la folla era giunta nel luogo, infatti la strada era completamente deserta. Le pietre incastonate nei suoi gioielli e quella che aveva al centro della fronte brillavano alla luce di quel sole, il quale augurava anche lui buona fortuna ai partecipanti con un caldo abbraccio da parte dei suoi raggi. La brezza leggera accarezzava i capelli un po’ lunghi del ragazzino, che non li tagliava da un bel po’ di tempo. Nessun ansia e preoccupazione per il marionettista, forse era uno dei pochi che era calmo e sereno. Aspetto serio e nessun sorriso però sul volto del genin, cosa che di certo non avrebbe sorpreso chi lo conosceva. Aveva iniziato a camminare, oramai la folla al centro della piazza era ben visibile. Si vedevano anche l’immensa fontana a tre piani, uno spettacolo davvero incredibile. Seiji, dopo altri cinque minuti di cammino, giunse infine al punto d’incontro. Osservò per prima cosa la fontana in cui l’acqua zampillava e offriva uno splendido spettacolo ai presenti con il riflesso procurato dai raggi del sole. Poi passò lo sguardo sulla folla che non vedeva l’ora di assistere all’inizio del torneo e allo svolgimento delle varie prove. *
( Vero… Le prove, me n’ero dimenticato. Chissà in cosa consisteranno, sono sicuro che metteranno in risalto le nostre capacità. Però il fatto che il punto d’incontro sia molto vicino all’accademia fa pensare a un probabile esame teorico. Davvero odioso, secondo me… )
* Poi passò il suo sguardo sui ninja lì presenti. Tra essi riconobbe Akira, Pazuiki, Josuke, Murasaki, Shido e c’era anche lui… Satoshi Nara! Stava per avvicinarsi a lui, quando decise che era meglio stare per i fatti suoi. Inoltre non aveva molta voglia di parlare e ciò non sarebbe servito a nulla, così si mise sotto l’ombra di un albero e si distese, guardando quella folla tanto entusiasta. *
( Non avrei mai immaginato tutto questo entusiasmo, soprattutto perché stanno venendo i ninja di Kiri, che non sono proprio amati dal villaggio. Eppure io non vedo l’ora proprio che arrivino loro… Sono affascinato dalla loro storia se devo essere sincero. Chissà i ninja di Suna dove stanno, qui ne vedo solo uno con il copri fronte del villaggio della sabbia. M’interesserebbe vedere Naraku, ho sentito dire da quel poliziotto che è diventato un muta forma da circo e vorrei proprio capire cosa intendesse… )
* Ma a quanto pare non era giunto ancora nessun altro di straniero. Nell’aria si sentiva l’impazienza di molti di cominciare questa competizione. Si percepiva anche il nervoso che alcuni provavano verso i ninja stranieri che, anche se ospiti a Konoha per il torneo, stavano tardando in modo irrispettoso verso il villaggio. Però l’entusiasmo calmava i bollenti spiriti di tutti… Quella competizione era davvero importante per tutti loro, sia genin sia cittadini. Chi voleva portare gloria al proprio villaggio, chi sperava di guadagnare attirando gente nei propri negozi e chi voleva diventare più forte. C’era anche chi voleva il potere e Seiji non sapeva se lui apparteneva a questa categoria o meno. Era piuttosto frustato in quel momento e non capiva il suo reale obiettivo. Però non ci pensava, aveva deciso di concentrarsi sulla competizione per tutta la durata del torneo. Dopo avrebbe potuto riflettere con molta calma ma ora c’era solo l’esame chunin a cui pensare. *
|