Fama, Nukenin e Ricercati, Personaggi Famosi e Famigerati

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¬BloodyRose.
view post Posted on 21/10/2015, 19:55 by: ¬BloodyRose.
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Personaggi

Famosi e Famigerati









~ Akemi Hyuga

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» Ruolo: Shodaime Hokage


Shodaime Hokage, viene ufficialmente dichiarato morto in seguito agli eventi del Primo Torneo Chunin.
Capo clan degli Hyuga ai tempi della rivalità interna tra Uchiha, Senju e gli stessi utilizzatori del "Pugno Gentile", guidò proprio il suo clan alla vittoria in tale contesa, divenendo dunque il fondatore e lo Shodaime Hokage del Villaggio della Foglia, il primo shinobi in assoluto a poter dettare legge sulle terre del Paese del Fuoco: sotto la sua guida Konoha diventerà uno dei villaggi più influenti a livello economico e militare, grazie anche al suo impegno nel promuovere l'attività ninja con la costruzione dell'accademia della Foglia.
Hokage dalle abilità considerevoli, fu tra le tante cose anche uno dei primi eremiti dei Rospi, legando in parte la storia del villaggio a quella dell'eremo.
Soprannominato "Occhio Bianco", fu promotore del Primo Torneo di Selezione dei Chunin ed ospitò pertanto tale evento all'interno di Konoha, mossa che si rivelerà però sbagliata per la salute del villaggio.
Infatti, al termine delle prove, la Foglia subì suo malgrado un attacco ufficialmente portato da Otomika Kaguya: lo Shodaime si batté con tutto sé stesso per la salvezza di Konoha, ma i suoi sforzi si rivelarono vani, poiché il nemico ebbe la meglio; in seguito a questo scontro non si ebbero più notizie sul destino del Primo Hokage, se non che questo avesse ricevuto delle ferite letali nel tentativo di proteggere il suo villaggio.
Parecchio tempo dopo l'attacco subito, la Foglia annunciò la triste dipartita di Akemy Hyuga.



~ Nimuo Hyuga

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» Ruolo: Nidaime Hokage


La storia di Nimuo Hyuga inizia esattamente dove finisce quella del suo predecessore, Akemy Hyuga.
Anch'egli membro del clan del "Pugno Gentile", Nimuo si distinse in occasione del Primo Torneo di Selezione dei Chunin, dimostrando un grande senso di appartenenza e uno sprezzo del pericolo piuttosto inusuale per un giovane come lui, venendo in aiuto dello Shodaime nello scontro con Otomika Kaguya.
Decidendo di premiare queste sue qualità, i Saggi anziani di Konoha lo elessero Nidaime Hokage; tuttavia, il suo operato non fu particolarmente degno di nota: si limitò a continuare sulla strada che aveva già tracciato per lui lo Shodaime, promuovendo la formazione di nuovi ninja e contribuendo a consolidare la posizione di leader della Foglia nel panorama politico mondiale.
Ex-compagno di squadra di Akane Uchiha, la quale prenderà poi il suo posto come Sandaime Hokage, affidò proprio a lei il compito di proteggere il villaggio, una volta venuto a sapere della presenza di un infiltrato tra le sue mura.
Tuttavia, le cose non andarono come previsto e il villaggio si ritrovò ad affrontare una nuova crisi a poca distanza da quella già vissuta durante il Primo Torneo: l'attacco dell'organizzazione nota come Abukara, responsabile dell'azione di spionaggio nei confronti della Foglia, costò infatti la vita a Nimuo Hyuga.
In seguito all'evento che portò alla sua morte, passato poi alla storia come la "Notte del Grande Incendio" a causa degli ingenti danni subiti dalle strutture del villaggio, fu dunque costretto a terminare anzitempo il suo compito di Nidaime Hokage e a mettere nelle mani del suo successore la salute di Konoha.



~ Akane Uchiha

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» Ruolo: Sandaime Hokage

Dalla "Notte del Grande Incendio" il sacrificio del Nidaime non andò mai dimenticato così come l'apporto fondamentale dalla sua ex compagna di accademia Akane Uchiha e del giovane dai capelli rossi di Suna; un ancora sconosciuto Yondaime Kazekage.

Passarono all'incirca cinque anni prima che il fatidico giorno dell'investitura arrivasse, periodo in cui furono gli anziani Saggi Hisashi e Sachiyo a ricoprire tutte le funzioni principali; degno di nota fu il risultato del loro lavoro diplomatico che portò il villaggio a stringere un'alleanza politico-militare con Suna.

I due vagliarono diversi nomi eppure, come una storia che si ripete, ancora una volta la scelta ricadde su un nome di chi era presente e partecipe nel triste giorno della fine del predecessore: durante il Terzo Torneo Chunin tenutosi a Konoha, fu nominata Sandaime Hokage la giovane e bella Akane Uchiha. La presentazione ufficiale fu fatta al termine della competizione, nel caos degli avvenimenti che avevano scombussolato la seconda prova ma da subito la giovane donna si dichiarò pronta a ricoprire il suo ruolo e questo senza dover delegare ad altri il lavoro sporco; annunciati i nomi dei promossi infatti tornò subito sulle tracce dei nukenin che avevano invaso la foresta, luogo d'esame.

Fin dall'inizio tuttavia la popolazione fu restia ad accettare il cambiamento.

    I successi che l'avevano portata a ricoprire quel ruolo erano infatti ancora oggetto di polemiche e questo in particolar modo all'interno del suo stesso clan: gli Uchiha ricordavano ancora con disprezzo l'operazione che la donna condusse ai loro danni. Un episodio vecchio di anni dove Akane, allora chunin in erba, fu incaricata di recuperare antichi smeraldi mistici che poco eticamente i membri del clan utilizzavano per risvegliare anzitempo il potere dello sharingan e amplificarlo, un metodo ritenuto non solo contro natura ma anche estremamente pericoloso per la salute dell'Uchiha di turno che ne subiva l'influenza. Seguì una rivolta interna dove lei stessa fu rapita e condotta al cospetto del capoclan che pur di recuperare i preziosi si dichiarò disposto a uccidere. Keiichi, ormai entrato a far parte della vita della giovane kunoichi, anche in quell'occasione combatté al suo fianco ed insieme, con ingegno ed astuzia, riuscirono a mettersi in salvo. Per evitare conseguenze spiacevoli per la sua amata il Rosso si assunse ogni responsabilità infliggendo di persona il colpo di grazia al capoclan, azione che, nonostante i meriti passati e presenti, gli valse una cospicua taglia sulla testa.

Questo, l'episodio di minor importanza.

Ciò che fu davvero difficile da digerire per gli abitanti della Foglia fu la prova finale che portò i Saggi a fare il nome di Akane tra i tanti papabili al prestigioso titolo di Hokage, un'occasione in cui molte delle informazioni furono rivelate a singhiozzo per scongiurare problemi con la Nuvola.

    Si diceva infatti che poco dopo esser divenuta un ANBU Akane Uchiha si fosse occupata personalmente di una lunga e pericolosa missione di spionaggio volta a scoprire un numero indefinito di talpe all'interno delle gerarchie di Konoha e in particolar modo delle squadre speciali cui lei stessa apparteneva. L'obiettivo era rappresentato da membri di un clan andato perso nelle nebbie del tempo, il clan Niseru, a tutti gli effetti dei ninja camaleonte la cui Kekkai Genkai permetteva loro, una volta nella vita, di assorbire completamente l'innata di un altro ninja lasciandolo privo di ogni abilità.

    ~ Questo clan in epoche remote apparteneva a una Kumo in via di espansione che tentava di infiltrarsi tra le alte cariche di Konoha per poterla controllare dall'interno. Konoha in tutta risposta massacrò il clan Niseru senza alcuna pietà e, in risposta, Kumo rinnegò l'intero clan davanti alla Foglia per evitare ripercussioni. L'eccidio fu compiuto ma qualcuno sopravvisse: i pochi superstiti si rifugiarono in una terra senza nome coltivando il sogno di infiltrarsi a Konoha per controllarla e quindi scatenare una guerra contro Kumo per punire entrambi i villaggi. ~

    Per identificare i membri di questo clan non vi era nulla di specifico e affiancata da un solo compagno l'unica strada percorribile per lei fu quella di indagare sugli shinobi dal passato più misterioso, incompleto o in qualche modo degno di sospetti. Una volta trovate le incongruenze avrebbe seguito gli spostamenti fino a risalire alle sue vere origini. Grazie alle ricerche condivise da Daisuke, un ANBU in congedo da anni nonché nipote dei Saggi anziani, Akane riuscì a scovare due infiltrati e ad ucciderli, peccato solo che uno si rivelò essere l'uomo sbagliato. Aver ucciso il Nara a capo delle squadre speciali - uno dei migliori candidati al titolo di Hokage - fu un errore imperdonabile che generò numerose polemiche nel villaggio e tra le autorità. Alla fine l'Uchiha riuscì a smascherare il vero colpevole nel suo stesso compagno: aveva architettato tutto fin dall'inizio intercettando la missiva a lei destinata e organizzando le ricerche in modo da portarla ad eliminare l'uomo che per lui rappresentava l'ultimo ostacolo prima di prendere il controllo sull'intero villaggio e al tempo stesso mettersi in luce. Sventato il piano del ninja camaleonte l'ipotesi di una guerra con la Nuvola fu scongiurata eppure nonostante tutto Akane pagò le conseguenze dei suoi errori.

    Passarono i giorni, difficile dire quanti.
    Periodo in cui toccò con mano cosa volesse significare una vita di prigionia, raccontò la sua versione e mentre rimaneva chiusa in una cella buia in attesa del verdetto, all'insaputa di tutti una vita continuava a crescere nel suo ventre. Quando poi svariati giorni dopo finalmente la vennero a prendere, un ANBU le diede degli abiti da Jonin e qualche minuto per vestirsi; avendo perso ogni speranza e ormai irriconoscibile la donna si convinse che fosse giunto il giorno della sua esecuzione.
    Un silenzio assordante la accompagnò lungo quell'infinito corridoio che portava alla morte e quando fu lasciata sola su un montacarichi capì che sarebbe stata una dimostrazione pubblica, la sua morte sarebbe servita da esempio per chiunque intendesse colpire Konoha e dati i numerosi errori commessi, fino all'ultimo si convinse che meritasse una tale fine. Il Capo ANBU e Daisuke erano morti per colpa della sua inettitudine e gli anziani Saggi non sarebbero mai scesi a compromessi dopo aver perso il loro amato nipote.

    Un silenzio assordante l'accompagnò durante quella salita interminabile, il suo viaggio verso un nuovo inizio.
    Mantenendo gli occhi chiusi si chiese dov'era la folla urlante pronta a linciarla, e quando arrivati in cima qualcuno le tolse le manette iniziò a comprendere ed assaporare a pieni polmoni il profumo della libertà: era sul tetto del villaggio, sul Monte degli Hokage, una leggera brezza le smuoveva i capelli arruffati e il calore degli ultimi raggi di sole le accarezzarono il viso. Un tramonto magnifico; poco più avanti i due anziani erano li ad attenderla con una proposta che avrebbe cambiato per sempre la sua vita.
    Era di nuovo libera, le indagini avevano fatto luce sul suo operato e riconosciuto la sua buona fede. Hisashi e Sachiyo le dissero che non avrebbe mai potuto sapere che il nemico fosse proprio il compagno, le offrirono il loro perdono e un attimo dopo, con la tristezza nel cuore e una speranza per il futuro riflessa negli occhi grigi, le riportarono le ultime volontà del nipote: desideravano fregiarla del titolo di Hokage.

    Nel tempo aveva dimostrato di saper anteporre la giustizia e l'integrità morale perfino al sangue e alla famiglia, lei più di chiunque altro sarebbe stata in grado di guidare il villaggio verso un futuro radioso ed essere un esempio per le nuove generazioni.

Onore e onere al contempo quel titolo rappresentò per lei una dura sfida, il sospetto negli occhi della gente rimase vivo a lungo e per poterlo cancellare Akane dovette impegnarsi senza sosta. Notte e giorno lavorò per far si che tutti avessero ciò che gli spettava, per organizzare le missioni al meglio e proteggere sempre e comunque gli interessi di Konoha, di ogni shinobi e abitante.
La sua inesperienza nel campo gestionale la portò a studiare argomenti e situazioni mai affrontati prima, nel tempo s'indurì e crebbe ampliando sempre più le sue conoscenze spaziando tra le intricate vie della diplomazia e quelle del comando: imparò l'arte del compromesso e nel mentre mai diede ascolto alle voci sul suo conto. Immedesimandosi nel suo popolo capì che avrebbe reagito allo stesso modo viste le circostanze della sua nomina e capì che solo il tempo avrebbe potuto cancellare il sospetto, nel mentre avrebbe dovuto concentrarsi solo sul suo compito e portare esempi concreti della sua lealtà. Desiderava dare al popolo qualcosa in cui credere, una persona di cui aver fiducia: una vita serena e appagante al tempo stesso.

Essere Kage, imparò, significava avere grandi responsabilità sulle spalle, giorno dopo giorno il Sandaime portò sempre con orgoglio quel peso, condividendolo solo con pochi eletti. Il primo, suo braccio destro, era Hachi Yamanaka, in seguito Capo medico e primario dell'ospedale del villaggio; il secondo, Shinichi Kobayashi del Loto, suo rivale e amico di vecchia data: il miglior combattente che il villaggio potesse vantare tra le fila del suo esercito, squadre speciali comprese.
Essere Kage divenne la sua vita ma ciò non le impedì di coltivare allo stesso modo le sue responsabilità come Eremita dei Rospi e approfondire il legame con il Kazekage reietto, Keiichi. Mai si lasciò schiacciare dalla grandezza del suo ruolo, e fu così che essere Kage della più grande nazione del mondo ninja non le impedì di lasciare quelle mura per un lungo mese di addestramento.

    Ritiratasi all'eremo tra i paesaggi verdeggianti e preistorici del Monte Myoboku Akane apprese dal suo compagno, Eremita dei Primati, i segreti basilari dell'energia naturale scoprendo la forza della sua Sannin Mode e i grandi vantaggi che poteva offrire dentro e fuori da ogni battaglia. Fu un mese intenso, un periodo in cui analizzò il loro complicato rapporto e dove purtroppo nel mentre al villaggio iniziarono a fiorire nuovi dubbi circa le sue attitudini; fornicava con un nemico di Konoha ricercato da qualche tempo anche dagli alleati di Suna: come poteva, era o no l'uomo che aveva ucciso il capo del suo stesso clan?
    Finito il difficile addestramento Akane, già in "particolari" condizioni, ne risentì a livello fisico e il compagno, dopo aver eseguito un primo soccorso grazie alle sue rinomate abilità mediche, la trasportò d'urgenza a Konoha per farle avere le migliori cure. Neanche a dirlo, quando si presentò alle porte con lei in braccio l'accoglienza non fu delle migliori. Con le ultime forze lei assicurò che non era coinvolto nell'incidente ai suoi danni e così mentre arrivarono i primi soccorsi le guardie lasciarono passare lo straniero mantenendo tuttavia una sorveglianza a vista; giunti nella struttura ospedaliera e dato il via all'operazione i medici di turno furono attratti da lui come api dal miele: avevano solo che da imparare da un tale esperto del campo, che nell'attesa fu letteralmente sommerso di domande.

    Nel villaggio si diffusero in fretta la voce sulle condizioni del Sandaime - una ferita durante l'allenamento dicevano - e a fiumi arrivarono le visite in ospedale per portare doni e auguri di pronta guarigione, segno che forse il coinvolgimento dell'ex Kazekage era stato compreso: era infatti solo grazie a lui se era stato possibile salvarle la vita. Ma non quella del suo bambino, segreto che rimase tra le mura di quella sala operatoria e dei due sennin.
    La degenza in seguito all'aborto spontaneo fu protratta più a lungo del necessario e questo per una depressione che la colse del tutto impreparata nonostante quel bambino fosse il mero risultato di un abuso subito tempo addietro - prima della sua nomina - per mano di un viscido Nara compagno della sorella.
    Dopo un lungo confronto con Keiichi la bella Uchiha ritrovò la voglia di andare avanti e combattere. Con la collaborazione dell'ANBU Hachi Yamanaka e delle sue abilità di lettura della memoria trovò finalmente il coraggio di incastrare il Nara che l'aveva aggredita e far ricadere parte della colpa sulla sorella per non averle mai dato ascolto e aver infierito.
    Ripreso così il controllo della sua vita fu un nuovo inizio per il Sandaime, che ritrovò la serenità di un tempo.

    Non molto tempo dopo, testimoniando in favore di Keiichi per il tempestivo soccorso prestatogli, riuscì a far cancellare la taglia che pendeva sulla sua testa, un merito che, unito al passato impegno messo nel proteggere Konoha durante la "Notte del Grande Incendio", non poté essere messo in discussione.
    In quel frangente la donna avanzò una strana proposta ovverosia quella di partire insieme per una missione. Entrambi mascherando la loro identità, affrontarono una guerriglia a supporto di Taki contro l'attacco di Iwa e portarono i primi alla vittoria. Il Rosso tuttavia venne a conoscenza di tristi risvolti al Suono - sua nuova patria dopo Suna - e dovette rientrare d'urgenza per sistemare alcune faccende con la Nebbia.

La fama crescente del Sandaime portò sempre più shinobi al villaggio a chiederle udienza, in molti tra residenti e non passavano dal suo studio per chiedere consigli, altri più intraprendenti avanzavano proposte in vari campi e di particolare interesse furono gli incontri che richiedevano l'intervento di lei nei panni di Eremita dei Rospi. Le voci corrono, si sa, ma pochi fortunati dopo una prova ebbero l'onore di condividere con lei la firma su quel prezioso contratto; tra tutti spiccava l'allievo Satoshi.

Seguirono tempi tranquilli fino a quando, diversi mesi dopo, giunse l'ora di partecipare al Quarto Torneo di Selezione Chunin. Quella volta toccò a Suna ospitare gli altri villaggi ma la selezione che si tenne, almeno per l'Uchiha e pochi altri, sembrò quasi passare inosservata. Impegnata in uno snervante confronto tra il nuovo Kazekage Kairi Uchiha, ex compagno di team di lei e l'inaspettato conquistatore di Kiri proclamatosi neo Kokage (Sabaku no Keiichi), il tutto finì con il rischio per Konoha e Suna di mandare all'aria l'alleanza concordata dai rispettivi predecessori. Quello che ne seguì fu l'uscita di scena di Keiichi che, in quanto stanco di dover causare problemi e di mettere continuamente in pericolo la sua amata, preferì dirle addio affidando a lei il sutra dei Primati e con esso l'incarico di trovare un degno successore.
Con la mente offuscata per l'uscita di scena del sennin, al temine del torneo Akane preferì lasciare Suna con i suoi ninja il prima possibile e questo anche per non rischiare di incrinare maggiormente i rapporti con il Kazekage.

C'era un prezzo da pagare per la fama accumulata, e Akane stava iniziando a capirlo.

Scossa dagli eventi al rientro l'Hokage si sforzò di mantenere la promessa di allenare il giovane allievo Satoshi Nara e al termine, spinta da discorsi nostalgici, si diresse alla sede del clan Uchiha in quella che si sarebbe rivelata una notte sinistra e proficua al tempo stesso.

    Entrata nel Tempio della sua Casata, il Sandaime scoprì l'omicidio di Dan Nara per mano della sorella, lei che logorata dai sensi di colpa era scesa a patti con i Kami: in cambio della sua vita avrebbe donato nuovi poteri alla sorellina che il tempo e il fato le avevano fatto odiare ingiustamente. Eventi contorti si susseguirono durante lo scontro tra le due Uchiha e dall'esterno l'unica certezza fu l'allarme che scattò nel cuore della notte, gli abitanti furono svegliati di soprassalto per il parziale crollo del Tempio e furono costretti a scendere in strada e ripararsi: ciò che videro fu difficile da spiegare, un'energia sinistra plasmava un essere maestoso e terrificante al tempo stesso, tra la polvere e i detriti questi rimase immobile e silente per diversi minuti come a vegliare sul quartiere Uchiha e, quando scomparve insieme alla sua enorme falce, fu visto trasportare dai medici il corpo sanguinante di una donna.

    La popolazione temette di essere stata privata nuovamente della sua guida, per diversi giorni non ebbero notizie dell'Hokage, si sentirono vulnerabili. Quando poi seppero del motivo della sua assenza rispettarono la decisione del suo ritiro momentaneo: stretta al capezzale della ritrovata sorella Akane pregava notte e giorno i Kami affinché ascoltassero le sue preghiere. Lei che non aveva mai creduto in una forza superiore si ritrovò ad invocarli fino allo svenimento pur di vederla uscire dal sonno profondo in cui era sprofondata e così il giorno dopo e quello dopo ancora. In nessun modo voleva vedersi costretta a scegliere se tenerla o meno in vita attaccata a delle macchine.

    Avendo perso ogni punto di riferimento dovette chiedersi cosa le restava ora che ogni persona a lei cara era morta, scomparsa dalla circolazione, l'aveva tradita o giaceva in coma. Suo nonno, i genitori, Nimuo, Keiichi, Kairi e ora Ayame. Se quello doveva essere il prezzo da pagare per la fama e il potere nessuno l'aveva mai informata. Non aveva mai desiderato un certo status, non mai aveva ambito a tanto e fu allora che capì di aver accettato di diventare Hokage solo per onorare le ultime volontà di qualcun altro. Rendersene improvvisamente conto fu per lei una tappa fondamentale.

    Passarono mesi e ancora la strada che faceva era la stessa.
    Gli abitanti del villaggio ormai avevano imparato a memoria i suoi spostamenti e conoscendo il motivo delle sue visite spesso le donavano fiori da portare in ospedale. Periodo incerto per il villaggio fino a quando tornò tutto alla norma, quando l'Uchiha mossa dal senso del dovere aveva deciso di onorare gli sforzi della sorella esercitando i Doni che le aveva fatto, tornò così alla sua vita con prorompente energia. La sua grande capacità di infondere coraggio nella gente anche dopo una sconfitta fu percepita appieno nel giorno del suo ritorno, quando sul Monte degli Hokage il suo Spirito Demoniaco (in quanto soprannaturale, non perché malvagio) fu sotto gli occhi di tutti: il Susano'o si erse imponente in quello che era il suo nuovo inizio. Il suo nome era ormai temuto nel mondo e veniva associato in un istante non solo alla sua benevolenza ma anche alla collera vendicativa e ai suoi occhi spiritati.

    Non molto tempo dopo scoprì che dalla notte al Tempio era stata soprannominata "Konoha no Yōkai", da “Yō”- maleficio - e da “kai” - manifestazione inquietante - un nome sempre più temuto, quasi un tabù.

Intanto gli ANBU di Konoha continuavano uno dopo l'altro ad assegnare alla giustizia pericolosi nukenin e non mancò l'occasione per scovare una nuova talpa all'interno del villaggio. Erano in molti a prendere di mira Konoha, ma anche in quell'occasione la collaborazione degli shinobi della Foglia ebbe la meglio.
Giunsero notizie circa un nuovo infiltrato tra gli studenti dell'Accademia del villaggio e furono i giovani Tatsumaru Senju e la compagna Yukiko Yamanaka che, scampati all'imboscata, fecero rapporto. Il suo nome era Kai ma dai dettagli forniti non v'erano corrispondenze tra i ricercati, gli unici dati che avevano in mano erano un simbolo formato da un rombo attraversato da una retta e il profilo psicologico dedotto dalle informazioni ricevute. Non era chiaro a cosa mirasse ma la sua superbia volta a manipolare gli altri e l'interessamento ai due giovani genin, fu abbastanza per classificarlo come ricercato di rango A e quindi a far assegnare ai due una sorveglianza personale.

Dalla nomina del Sandaime era passato già un lustro e la stabilità in cui persisteva il villaggio era forse il maggior vanto tra i cambiamenti apportati, era un bene certo ma ogni tanto qualcosa a scuotere gli animi della gente sarebbe servito. Ripromettendo dunque di trovare un modo per far ravvivare il fuoco che ardeva nell'animo degli shinobi della Foglia, Akane segnò tra gli impegni l'accordo sfumato con la Sabbia per organizzare degli scontri programmati tra i due villaggi. Ai vertici della Sabbia non si era mai trovata una guida stabile con cui fare progetti a lungo termine e non andò meglio nemmeno con il Settimo Kazekage, Takakuzu Saneatsu, con cui lavorò ad un accordo circa uno shinobi della Foglia che ospitavano da tempo e che vide appena di sfuggita al Quinto Torneo.

Quando credeva di essere pronta a gestire qualsiasi cosa ecco che di nuovo il destino si prese gioco di lei e del mondo intero.

L'ascesa di Watashi poi cambiò ogni cosa, apparso improvvisamente dal nulla nella mente di ogni uomo, donna o bambino, disse che avrebbe offerto la possibilità di esprimere un desiderio al suo cospetto a tredici prescelti. Saggiate le prime reazioni l'Hokage iniziò una campagna volta a far desistere chiunque da quella follia, tenne un discorso in piazza e cruda come non mai ammonì: chiunque avesse ceduto alla tentazione non avrebbe dovuto fare più ritorno. Di fondo credeva si trattasse di una trappola ma ciò che più la infastidiva della faccenda era l'offerta in sé: far avverare un desiderio a comando andava contro ogni etica morale. Lei credeva nel sudore della fronte, nel duro viaggio verso la meta e cioè il vero tesoro nascosto dietro ogni obiettivo dell'uomo.

    Giorno dopo giorno per tre lunghi anni il mondo degli shinobi stretto in alleanza dovette affrontare un nemico sconosciuto, una forza divina e una corruzione inarrestabile: una battaglia contro il male che il Terzo Hokage ben presto si stancò di dirigere dal campo base e che decise di affrontare in prima linea. Tra le notizie che giungevano, l'intervento di Sabaku no Keiichi in difesa di shinobi della Foglia creò sicuramente scalpore, il sennin era tornato confermando seppur non in via ufficiale che stava combattendo la loro stessa guerra e fu dopo aver appreso di questo ritorno che scese in campo con l'avanguardia.

    Fila e fila di shinobi, cadevano e si rialzavano, c'erano turni di cambio ma il tutto si susseguiva da troppo tempo e senza mai giungere a un minimo cenno di miglioramento; se un giorno la linea degli scontri si spostava più a nord ecco nuovi attacchi giungere dai fianchi, da est, da ovest e di nuovo gli shinobi arretravano a difendere la strada per il Campo Base. Orde infinite di mostri, creature che un tempo erano stati uomini. Le energie a disposizione dell'alleanza al contrario non erano infinite così come le loro risorse e speranze di tanto in tanto tuttavia il sostegno di shinobi élite portò grandi vantaggi cancellando pensieri di rinuncia tra i compagni e riportando all'ordine chi minacciava di arrendersi.

    Si cercavano soluzioni, reliquie che potessero spiegare come sigillare di nuovo Watashi: si cercava in ogni modo di sopravvivere.

    Tra quegli elitè vi era lo Yōkai di Konoha, che rientrata a mani vuote da Yuki no Kuni era rimasta in periodi alterni tra il coordinare le operazioni dalla Base e tra il combattere al fronte donando nuova speranza. Forte nella mischia da sola abbatteva a centinaia quelle belve, il suo chakra ribollente riecheggiava sinistro nelle pianure, abbagliante e al tempo stesso più oscuro delle nubi che nascondevano il sole, colpiva a morte i nemici e poi v'erano quei suoi occhi: due fari cremisi a scrutare l'orizzonte brulicante, uno sguardo inquietante che in pochi tra i suoi nemici potevano vantarsi di aver visto ed essere sopravvissuti per raccontarlo.
    Così lentamente i punti deboli della Progenie furono scoperti e divulgati.

    Nel marasma generale poi saltò fuori di nuovo il nome di Kai, un problema che fino ad allora sembrava coinvolgere solo Konoha ma che in realtà rappresentava una minaccia per tutti; questa volta entrò a contatto con Fuyuki Hyuga, jonin ed ANBU della Foglia che riportò le sue intenzioni: desiderava la libertà per gli shinobi, una rivoluzione, un mondo senza Kage e senza Re. Con una guerra in corso la caccia ai nukenin e soggetti pericolosi erano state sospese e quindi il suo nome tornò a perdersi: fu quello un grave errore.

    Quando poi Watashi decise di concentrare tutte le sue energie su Kumo, Akane fu nominata Generale dell'Alleanza degli Shinobi e insieme agli altri Kage e rappresentanti organizzò gli eserciti che avrebbero marciato per la sopravvivenza del genere umano.
    La Progenie e i suoi Araldi dopo lunghe ed estenuanti battaglie ebbero la peggio scatenando l'ira del loro creatore che si vide costretto ad assorbire i suoi restanti soldati e prendere una forma umana.

    Fu allora che un uomo scese al cospetto di un kami per combatterlo ad armi pari.

    Qualcuno che per raggiungere tale ambizione colse la stessa Akane alla sprovvista mercanteggiando i suoi preziosi sharingan con quello che fino a poco prima era il suo avversario, un Araldo ribelle al suo padrone. Persa nel buio della sua nuova cecità il Sandaime capì di aver sbagliato a non mettere in conto l'intervento di Kai in guerra, le sue ricerche tuttavia quel giorno per uno strano caso vennero messe a disposizione di una buona causa portando l'Alleanza a sconfiggere Watashi e perdere ogni traccia del presunto paladino.

Sepolti i caduti e onorati i loro sacrifici in guerra a Konoha ha inizio un lungo periodo ripresa. Pur non essendo il villaggio più colpito questi subì un duro colpo principalmente per via delle ferite subite dal Sandaime: nel villaggio non si parlava d'altro se non della cecità di Akane Uchiha. Costantemente scortata dai suoi uomini più fidati l'Hokage continuò a tenere ricevimenti in studio e amministrare al meglio il villaggio, ma c'era chi si chiedeva se non fosse giunta per lei l'ora di cedere il passo ad un altro abile shinobi del villaggio: dopo dieci anni tuttavia risultava difficile immaginare lo stampo di un quarto volto sulla montagna alle spalle di Konoha.

    La paura che qualcuno potesse approfittare della situazione crebbe giorno per giorno specie quando si diffusero le voci sul tradimento di uno dei jonin più rinomati del villaggio, quello che presto divenne Namida di Akatsuki, il traditore che voleva distruggere Konoha; una menzogna che Akane custodiva per sé affinché l'acerrimo nemico dello Hyuga non pensasse di colpire lui usando il villaggio come esca.
    Si diffusero invece in fretta voci che vedevano suo figlio nel bambino dai riccioli d'oro che il Sandaime stava accudendo. Nell'immaginario comune questo andò a creare un nuovo motivo per venire presi di mira e, come spesso accade, i timori attirano le catastrofi: ad appena un mese dalla fine della guerra l'ospedale del villaggio venne violato, precisamente il giorno in cui Akane aveva deciso di staccare la spina alla sorella in coma da anni e sottoporsi al trapianto oculare.

    Quando l'intera ala della struttura esplose il personale e i pazienti ricoverati erano stati messi già in sicurezza ma nonostante l'intervento di numerosi ANBU e volontari i colpevoli riuscirono a farla franca portando con se un bottino importante: dieci cadaveri dall'obitorio risultarono scomparsi e tra questi contava anche l'avvistamento del corpo marionettizzato della sorella del Sandaime. Così, anche se l'operazione di trapianto andò a buon fine, lo smacco fu grande e tornata al comando a pieno regime Akane organizzò l'inseguimento facendo saltare fuori i primi nomi da incriminare per l'attacco.

    Delusa dall'operato degli ANBU, da quel giorno l'Hokage decise di occuparsi personalmente del loro reclutamento, al fine di dichiararli idonei al servizio; il loro numero diminuì drasticamente dopo i primi controlli e con l'introduzione dei test attitudinale i nuovi ingressi furono ridotti all'osso.

L'Hokage combattè con prorompente energia anche quando ad attaccare il villaggio fu Hyou di Akatsuki.
Insieme a Reshef, Re delle Salamandre, il nukenin scatenò una modesta ribellione interna ma Akane riuscì ad evitare il peggio grazie anche all'aiuto inaspettato di un ritrovato Keiichi dando di nuovo spettacolo della grande coppia che formavano da tempo immemore.




~ Sabaku No Keiichi

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» Ruolo: Yondaime Kazekage/Godaime Kokage


Sabaku no Keiichi. Un nome che evoca molti spettri nel passato di Suna, nel suo periodo più splendido. Dalla generazione del Rosso vennero fuori grandi nomi, ma non è di loro che si parlerà, se non a tratti. Questa è la storia del Kazekage Traditore di Suna, conosciuto e temuto come lo spettro che perseguita gli ingiusti, Sabaku no Shinigami.

Keiichi nacque a Suna, presso i membri del clan del Controllo della Sabbia. Il piccolo non sembra mostrare molte capacità, finché non decide di iscriversi all'accademia ninja.
Per un motivo di scambi culturali, col senno di poi atti a spiare i villaggi circostanti, completa l'esame genin a Konoha.
Tornato in patria, inizia gli addestramenti con la sabbia. Sotto la guida di un bravo maestro, Keiichi impara fin da giovane a percepire Suna da chilometri di distanza tramite la sabbia e ad usarla come potente scudo contro i raggi del sole.
Una volta cresciuto torna a Konoha, governata dal Primo Hokage Akemy Hyuga, per il torneo chunin.
Qui si scontra col suo amico e futuro successore al titolo di Kazekage, Kroxigor Azashi, quindi affronta un ninja del Suono - un Kaguya per l'esattezza - che riesce a batterlo sfruttando il potere del sigillo.
I due incontri sopracitati vedono due sconfitte, e la cosa deprime molto il giovane, che fu quasi sul punto di rinunciare alla carriera di ninja: solo una forza di volontà incredibile lo riportò sui propri passi.
La terza prova è a squadre, nel suo team sono presenti Ki Momochi, futuro Mizukage, e l'amico Kroxigor: i tre si scontrano, nella Foresta della Morte, con un team avversario, nel quale è presente Dante Kaguya, futuro leader dell'Akatsuki.
Nonostante i molti fallimenti, in seguito a quest'ultimo scontro viene promosso a Chunin.
Ritorna a Suna, dove viene a sapere dell'orribile tradimento di uno dei suoi amici di infanzia; sconvolto dalla cosa, decide di dedicare tutto se stesso all'allenamento personale.
Il suo sensei gli insegna a sollevare intere dune del deserto e lo mette alla prova in maniera terribile, rinchiudendolo sotto cento metri di sabbia per tre giorni e tre notti senza mangiare, bere e dormire.
Un nukenin attacca il maestro e si svolge una cruenta battaglia. Keiichi è troppo indebolito e guarda inerte il maestro soccombere di fronte al nemico, mentre lui viene fatto ritornare a Suna in groppa a un cammello.
Successivamente partecipa alla sua prima missione C, nella quale sono presenti anche un ninja di Kiri e uno di Konoha, affiancati da un Jonin di Suna. Obiettivo della missione è recuperare una potente spada carica di Raiton, forgiata con metodi simili alle Sette di Kiri. Il cliente è una certa Abukara, una losca e strana associazione che si è rivolta a Suna. Scoprirà in seguito che questa è effettivamente un'associazione a delinquere, e l'obiettivo principale della missione cambia. Keiichi, assieme al suo team, sbaraglia tale organizzazione, almeno per il momento...
Sconvolto per le troppe perdite e furioso per la sua debolezza, intraprende un viaggio eremitico in seguito alla scomparsa del Kazekage.
Il suo percorso lo porta a girare il mondo e a conoscere molti clan e villaggi ninja, per poi imbattersi per puro caso in una scimmia che lo conduce all'eremo dei Primati.
Lì Keiichi affronta l'allenamento più duro della sua vita, sotto la guida del Grande Enma: ne esce rinvigorito e più potente che mai. Durante i suoi viaggi inoltre, apprende l'arte medica e inizia a studiare le tecniche di guarigione più potenti e antiche, comprese le proibite tecniche di Resurrezione.
Nel suo viaggio di ritorno a Suna passa per Konoha, per ammirare lo stadio dove aveva combattuto: qui scopre che il villaggio è purtroppo sotto assedio segreto da parte dell'infame Abukara, che riesce ad eliminare il Nindaime Hokage, Nimuo Hyuga, successore di Akemy. Incontra per la prima volta una giovane kunoichi che sembra essersi resa conto della situazione: Akane Uchiha, futura Sandaime Hokage. La salva da un potente veleno iniettato da un ape gigante, probabilmente un'evocazione, usando la Tecnica della Resurrezione. Con l'aiuto di Akane, Keiichi fa piazza pulita degli ultimi sgherri dell'organizzazione, quindi non perde tempo a prendersi i meriti della cosa e lascia Konoha in mano alla bella Uchiha.
Ritorna a Suna come uomo nuovo e decide di prendere le redini del villaggio, sotto reggenza speciale del Consiglio degli Anziani: dopo una lunga discussione, il Rosso ottiene il riconoscimento ufficiale come Yondaime Kazekage e si autoproclama capoclan del Controllo della Sabbia.
Si dimostra un Kage affidabile, tiene molto ai suoi ninja e passa molto tempo con loro, frequentando l'accademia e insegnando lui stesso.
Purtroppo, l'Abukara è ancora attiva e si è espansa a tal punto da essere una minaccia per il mondo intero: i leader dell'organizzazione mirano al dominio del mondo tramite la forza, con le loro potenti armi forgiate tramite metodi tutt'ora ignoti.
Keiichi, assieme a Ki Momochi, ora Mizukage, interroga un detenuto nelle prigioni di Suna e parte per il fronte della battaglia, che si svolge in maniera veloce e cruenta e vede molte perdite: una volta per tutte, l'Abukara sembra essere sconfitta...
Giunge il tempo del torneo Chunin, svoltosi a Kiri, una città sanguinaria resa ancora più folle dallo stadio ghigliottina eretto dal Mizukage: l'orrendo macello dei suoi ninja al torneo, operato per conto di Ki Momochi, inizia a consumare l'animo sensibile del giovane Kazekage, che cede sotto le proposte del Kokage, Otomika Kaguya. Alla fine del torneo, dopo la misteriosa morte dello Yondaime, lo stadio implode su se stesso, minacciando tutti i partecipanti sopravvissuti e gli spettatori. Keiichi compie uno sforzo immane, alimentando con la rabbia le potenti barriere di sabbia che distruggono il meccanismo trappola, ma tutto questo è troppo per lui, da sempre un tipo sensibile e premuroso.
Se il mondo è così marcio, è inutile combattere: tanto vale allinearsi all'andazzo generale.
Scompare assieme a Otomika Kaguya. L'era di Keiichi il Giusto termina, inizia la genesi di Sabaku no Shinigami.

Il periodo ad Oto non è dei più splendenti. Keiichi vi ritrova alcuni dei suoi stessi ninja di Suna, spariti senza che manco se ne accorgesse, come la giovane Yumi, del suo medesimo clan, che sembra avere una strana relazione con Otomika.

Le condizioni per l'arrivo di Keiichi al Suono sono pesanti per il Kaguya, che accetta solo per poter inserire tra le sue fila un guerriero eccezionale: Sabaku no Shinigami è un pari di Otomika, e non prende ordini da lui. Inoltre, quest'ultimo non dovrà mai attaccare Konoha, per nessuna ragione, ma è una condizione posta in maniera inconscia.
Solo più tardi Keiichi si renderà conto che il suo cuore era stato rapito dalla giovane kunoichi di Konoha, Akane.

Otomika imprime a tradimento il marchio di Oto su di lui, una versione speciale sviluppata solo per i ninja che possono sopportarla: Samsara no Juin, il sigillo della Reincarnazione. Keiichi subisce una violenta trasformazione che lo vede diventare un mostro assetato di sangue, l'esternazione del suo subconscio e di tutta la sua rabbia. Nasce definitivamente Sabaku no Shinigami, una doppia personalità che lo tormenterà per molto tempo.

Nel villaggio del Suono impara alcune tecniche molto oscure, come il Cambio di Corpo. Quindi perfeziona il suo stile medico e studia le tecniche del villaggio segreto, senza esserne particolarmente attratto. Intraprende anche un viaggio con Otomika ed entrambi padroneggeranno al termine di questo la segreta Arte Eremitica.

Nel frattempo, sviluppa uno strano potere dovuto al marchio, che lui denomina “Occhio dello Shinigami”. Durante il sonno e anche durante la veglia, Keiichi ha strane visioni delle persone più vicine a lui; ha modo di vedere in pericolo anche Akane Uchiha, ma non capisce se è solo un sogno, una visione del futuro o una visione del presente, ma decide comunque di partire.
Arrivato a Konoha, scopre uno strano e diabolico piano ordito dal capoclan Uchiha ai danni del villaggio e del suo stesso clan: come vittima sacrificale, Akane in persona.
Furioso, Keiichi affronta da solo il potere del Mangekyou Sharingan e riesce, con i poteri di Shinigami, a sconfiggere il nemico.
Riesce a rivedere l'amata per breve tempo, prima di essere interrotto e scoperto dalla sorella di quest'ultima, Ayame, che lo smaschera e lo costringe alla fuga.

Durante il torneo Chunin di Konoha, per pura rabbia, distrugge il vecchio stadio. Lì ha nuovamente modo di rivedere Akane e Kairi Uchiha, suo allievo ai tempi di Suna, furioso col sensei per il suo tradimento.

Viene a conoscenza di alcuni potenti smeraldi densi di chakra oscuro, frutto di esperimenti degli Uchiha.
Coinvolti in questa cruenta vicenda saranno Shizue e Kira Uchiha, due traditori residenti ad Oto che Keiichi prende in simpatia, al punto di tentare la Tecnica di Resurrezione una seconda volta nella vita. Questo riduce di molto il lasso di tempo che Keiichi ha sulla terra e il Rosso nota subito un invecchiamento precoce.

Durante una missione in incognito con Akane, Oto viene tradita da Kiri, sua alleata, da Illya Momochi, figlia adottiva di Ki e protetta di Keiichi: questa è stata infatti una marionettista, prima di diventare il Diavolo, seguendo così le orme del padre.
In un feroce scontro, Otomika e Illya si uccidono a vicenda: quando l'ormai ex-Kazekage ritorna al villaggio del Suono e scopre il tradimento, decide di cristallizzare il corpo del Kokage e sigillare per sempre quella maledetta spada, portatrice di sventure. Non per amicizia nei confronti dell'ormai defunto Otomika, ma per pura rabbia e onore, assume la posizione di Kokage e marcia verso Kiri.

Gli Shinobi Katana scappano, portandosi dietro i segreti della Nebbia: il loro gesto di codardia e la conquista del villaggio da parte di Keiichi gettano un'ombra d'infamia su di esso, che durerà per molti anni a venire.

Keiichi scompare durante il torneo Chunin di Suna. Stanco della politica e del marcio presente nel mondo, non vuole mettere in pericolo la sua amata Akane.
Abbandona il summit per non far più ritrovare le proprie tracce e da allora, ogni suo spostamento è ignoto...

Compare durante la guerra contro il Dio Oscuro Watashi, aiutando un gruppo di giovani genin a sfuggire alle grinfie del Divoratore, essendo due dei tre partecipanti del team possessori del Glifo dei prescelti.
Dopodiché, la sua posizione torna ad essere ignota.



~Kroxigor Azashi

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» Ruolo: Godaime Kazekage


Membro e, in seguito, capo del Clan dei manipolatori dell'Argilla, fu compagno di squadra di Sabaku no Keiichi, partecipando assieme all'ex Yondaime Kazekage e a Ki Momochi al Primo Torneo Chunin di Konoha, dove combatté contro shinobi del calibro di Dante Kaguya.
Indicato come suo successore al titolo di Kazekage proprio da Keiichi del Deserto, fu investito di tale carica dai Saggi di Suna nella speranza che, dall'alto della sua esperienza, potesse continuare l'ottimo lavoro già svolto dal Quarto, scomparso dal villaggio della Sabbia in seguito agli eventi del Torneo Chunin di Kiri.
In realtà, la fedeltà del Godaime era già rivolta all'Akatsuki, con la quale aveva da tempo intensificato i rapporti grazie anche all'aiuto di Ki Momochi, sua vecchia conoscenza e nel frattempo divenuto Yondaime Mizukage: entrato nell'organizzazione con il nome "Gad", riuscirà a tenere all'oscuro di tutto ciò le alte cariche della Sabbia.
Tuttavia il regno e l'inganno di Kroxigor Azashi non durarono molto, tanto che ancora oggi il suo viene ricordato come il mandato in assoluto più breve tra tutti quelli dei Kage delle grandi terre ninja: forse preso dai sensi di colpa, forse divorato dalla paura e dalla vergogna di dover vivere nella menzogna, il Godaime abbandonò dopo pochi mesi il villaggio, fuggendo oltre i confini del mondo conosciuto e lasciando Suna senza guida.
Il suo corpo senza vita fu ritrovato tempo dopo dai restanti membri di Akatsuki e quindi riportato al villaggio da Kairi Uchiha, suo successore e, proprio come lui, già allora membro dell'organizzazione.



~Kairi Uchiha

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» Ruolo: Rokudaime Kazekage/Leader Akatsuki


Storia curiosa quella di Kairi Uchiha, shinobi nato effettivamente nel Villaggio della Foglia e portatore di una delle più temibili abilità oculari di tutte le terre conosciute: lo sharingan.
Le sue vicende intrecciano i destini di più paesi contemporaneamente, poiché nonostante la sua appartenenza alla Foglia, egli passerà alla storia prima come nukenin, poi come Kage del Villaggio della Sabbia e, infine, come membro e leader dell'organizzazione criminale più potente al mondo: l'Akatsuki.
Inizialmente distintosi nel suo villaggio natale come uno degli Uchiha più promettenti ed eremita dei Cani, Kairi venne promosso a Chunin in seguito al secondo torneo svoltosi a Kiri.
Tuttavia, ancora prima di tale conseguimento, il giovane deciderà di trasferirsi a Suna, tradendo Konoha e diventando di fatto un nukenin agli occhi del villaggio che lo aveva cresciuto, dandogli l'opportunità di divenire uno degli shinobi più promettenti della sua generazione.
Continuerà a servire la Sabbia fino alla promozione ottenuta durante il torneo di Kiri, divenendo anche allievo di Sabaku no Keiichi, per poi tradire anche la sua nuova casa, per seguire gli ideali di Akatsuki.
Perseguendo i suoi obiettivi all'interno dell'organizzazione, Kairi vi rimase fino a quando Kroxigor Azashi, Godaime Kazekage del villaggio della Sabbia che aveva già dei contatti con la stessa Akatsuki, non deciderà di abbandonare la sua carica senza lasciare tracce, fuggendo da Suna come un criminale qualunque, probabilmente divorato dai sensi di colpa dovuti all'aver nascosto alle alte cariche del villaggio il suo collegamento con Alba: il suo corpo venne ritrovato proprio dai membri dell'organizzazione e, proprio in seguito a quest'evento, l'Uchiha decise di prendere in mano le redini del villaggio.
Fu così che Kairi, già ben noto ai Saggi della Sabbia, avanzò le sue pretese sul titolo di Rokudaime Kazekage: la necessità di trovare una figura disposta a salvaguardare il futuro del villaggio ebbe la meglio e, nonostante i Saggi fossero inizialmente titubanti a causa della sua fama di traditore, dovettero assecondare la sua rivendicazione sul trono di Suna.
Kairi diventò quindi il nuovo Kage di Sunagakure, dimostrandosi fin da subito incredibilmente adatto a quel ruolo tanto delicato ed ambito: il villaggio riacquistò lo splendore di un tempo grazie alla sua guida, nonostante qualche evento dalla dubbia natura come l'incendio, causato dallo stesso Uchiha per motivi ignoti, del Palazzo del Kazekage.
In ogni caso, la posizione del Rokudaime non vacillò mai durante tutto il suo mandato, nonostante i vani tentativi di destabilizzarne la figura da parte dei Saggi, e fu solo in seguito alla fine del Torneo Chunin di Suna che questi dovette rendere nuovamente vacante il suo trono, costretto proprio dalle alte cariche del villaggio.
Intenzionato a non essere più il burattino della Sabbia e a trovare la sua casa e il suo destino altrove, l'ormai ex-Kazekage accetterà tale decisione abbandonando il villaggio, senza però dimenticarsi di indicare ai Saggi un suo possibile erede.



~Sho

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» Ruolo: Sandaime Mizukage


Sho, il Terzo, successore di Kisuke, Nidaime Mizukage. Come il suo predecessore questi era privo di clan e cognome, non legato ad alcun clan. Inizialmente scelto dalle alte cariche della Nebbia perché giovane e, quindi, considerato facilmente manovrabile, questi fu in realtà il primo Mizukage realmente attivo, che riuscì tra le tante cose positive a strappare dal passato sette cimeli leggendari: le Sette Spade della Nebbia, ricostituendo così l'ordine degli Spadaccini di cui fece parte lui stesso. Durante il suo breve governo, fece crescere tranquillamente Kiri in pace con il resto del mondo Ninja, senza avvicinarsi nè distaccarsi totalmente dalle altre potenze Ninja. Abbandonò la carica senza motivi apparenti dopo aver scelto il suo successore, uno dei membri degli Spadaccini della Nebbia, colui che sarebbe divenuto il tristemente noto Yondaime Mizukage: Ki Momochi.



~ Ki Momochi

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» Ruolo: Yondaime Mizukage/Leader Akatsuki


Momochi Ki nasce sull'isola di Momo, uno dei piccoli atolli dell'arcipelago di cui fa parte anche la stessa isola su cui è costruito il villaggio di Kiri, da Momochi Shinzui, un orfano coltivatore di pesche, e Nanamura Ikijuko, una giovane ragazza di famiglia nobile. Il loro matrimonio era però fondato su basi ben diverse dall'amore o per meglio dire, il sentimento amoroso era solo da parte di Nanamura nei confronti del gigante dai capelli neri che era Shinzui, che invece nel matrimonio vide solo l'occasione di poter mettersi a posto economicamente, dato che la sua attività rasentava ricavi praticamente nulli. Ki nacque qualche anno dopo la loro unione, forzatamente, dal momento che il padre era repulsivo nei confronti della compagnia femminile. Il nuovo nascituro fu cresciuto principalmente dalla servitù, avendo un contatto praticamente nullo con i genitori, e ciò scatenò in lui un senso di disagio che iniziò a riversare in modi violenti. Ben presto, quelli che erano solo capricci infantili, iniziano a diventare veri e propri atti di brutale ribellione, finendo per ferire diverse persone. Il fanciullo, dotato della forza fisica paterna, attirò quindi le attenzioni del nonno Nanamura Seishin, ex-shinobi, che lo portò a Kiri a vivere con lui, così da iscriverlo all'accademia ninja. Sotto le sue cure, Ki apprese i dogmi dell'ubbidienza e fu severamente piegato ad essere predisposto alla vita ninja. Divenne impeccabilmente shinobi all'età di dodici anni, spiccando fra i suoi coetanei dell'epoca per la violenza e la crudeltà a cui era capace di arrivare quando richiesto.

Nello svolgere le prime missioni, si fece subito notare dalle alte sfere del villaggio, non solo per la sua ottima capacità come shinobi, ma soprattutto per il suo essere devoto al dovere. Il terzo mizukage, Sho, gli affidò uno degli artefatti più antichi del villaggio in onore alle sue capacità, restituendo alla Kubikiri un possessore e alla Nebbia un Diavolo. La gratifica non fece altro che incrementare il senso di onore e dovere nel giovane shinobi, che iniziò ad essere attivo su più fronti nelle questioni del villaggio e nei giochi di potere dello stesso, pur avendo un rango non confacente a tal compiti. Lo stesso anno, partecipò all'esame chunin di Konoha, figurando tra i vincitori e guadagnandosi dunque il passaggio di rango.

Gli anni successivi furono essenziali nella vita del Momochi.
Alle soglie dell'età adulta, il Mizukage che gli affidò la spada e che nel mentre era diventato il suo mentore, scappò e tradì la Nebbia, abbandonando la carica a Ki stesso, che dovette difendere fin dal primo momento. Essendo al tempo solo chunin, la maggior parte dei jonin di Kiri misero in discussione la sua nomina, scatenando immediatamente un bagno di sangue fra di lui e i protestanti. Ciò delineo il sentiero che avrebbe intrapreso Kiri sotto il suo controllo.
Negli anni seguenti alla sua nomina, infatti, Kiri assunse nuovamente la nomea che l'accompagnava nei tempi leggendari del primo Mizukage, a cui Ki si ispirò apertamente, probabilmente forte dell'educazione impartitagli dal nonno. La Nebbia tornò ad essere "Insanguinata", sia a causa della leggerezza con cui veniva trattata la questione delle uccisioni interne, sia per via delle continue rivolte contro il regime del Momochi soppresse con la forza.
Ben presto, il nome di Ki fu associato in ogni luogo del continente ninja a violenza, devastazione e spietatezza, portando diversi villaggi esterni a tenere perennemente sott'occhio i suoi movimenti, per non parlare delle varie cellule interne che si stavano creando. Fonti non ufficiali dicono che entrò in contatto con l'Akatsuki in modo viscerale, millantando addirittura che ne potesse aver preso le redini, dopo aver riallacciato il suo legame con lo stesso Sho, anche lui sospetto di aver avuto rapporti con la sopracitata associazione criminale.
In questo periodo, adotta in via ufficiale una bambina di nome Illya, che in seguito seguirà le sue orme come Mizukage, e ha diversi figli illegittimi con donne di Kiri e nei dintorni del villaggio, pur dimostrando tendenze omosessuali alquanto marcate.

Il declino di Momochi Ki arrivò insieme al torneo chunin di Kiri, da lui gestito e organizzato. Per dimostrare la forza del villaggio, la sua capacità bellica e le sue possibilità, il Mizukage decide di invitare i ninja del continente per dimostrare il loro valore in uno stadio fatto di cemento e lame. La storia ricorda quei giorni con timore, memore della violenza e della durezza delle prove che dovettero subire i partecipanti per raggiungere la promozione.
Durante le fasi finali del torneo, però, Momochi fece collassare lo stadio su sé stesso, causando innumerevoli feriti. Fu Sabaku no Keiichi ad evitare il massacro, salvando i presenti grazie ai suoi poteri sulla sabbia.
Le ragioni intorno a quest'atto spregevole sono tutt'ora oggetto di discussione: alcuni dicono che Ki fosse semplicemente pazzo, altri che il suo intento fosse invece quello di suicidarsi, così da epurare il villaggio e salvaguardarlo. La verita è stata trascinata nella tomba.
Il corpo di Ki fu trafugato dai resti del torneo e portato via a Suna dalla figlia Illya, che lo tramutò in marionetta.

Per quanto questo dovrebbe decretare la fine della storia di Momochi Ki, la morte non fermò la sua mano. Durante il regno di Gin Aikido, il Genin della Rivolta, richiamata dai sigilli che il vecchio Mizukage aveva impresso lungo tutto lo stadio di lame, la carne delle sue vittime andò a riformarne il corpo martoriato e marcio. Il redivivo ammonì brutalmente i reggenti e gli spadaccini di quel tempo, minacciando l'equilibrio dell'intero villaggio con la sua sola presenza e reclamò la nebbia per sé, avvinghiandola all'interno del suo corpo per poi assopirsi sul luogo in cui si era svolto il torneo chunin diversi anni prima, come monito e come consulto per chiunque volesse andare a trovarlo.
Pochi si avvicinarono ai resti dello stadio da quel giorno, lasciando lo stesso a meditare per due anni, prima di decidere di lasciarsi andare e sparire per sempre.



~ Illya Momochi

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» Ruolo: Rokudaime Mizukage


Figlia del tristemente famigerato Yondaime Mizukage, Illya riveste un ruolo fondamentale nella storia del villaggio della Nebbia.
Tuttavia gran parte della sua giovinezza la passerà ad Oto - in seguito alla morte del padre per mano di Otomika Kaguya - dove fu ospitata e cresciuta proprio dall'assassino di Ki Momochi.
Addestrata dal Kokage, una volta pronta sarà proprio lei a cacciare da Kiri Calintz Oykira, già membro dei Sette Spadaccini e successore di suo padre alla carica di Mizukage, essendo stato indicato dallo stesso Ki.
Calintz si dimostrerà un Kage decisamente diverso dallo Yondaime, più pacifico ed evidentemente orientato ad alleggerire il pesante clima creatosi nel villaggio in cui lui stesso era cresciuto: per questi motivi, Illya deciderà di spogliarlo con la forza del suo titolo, prendendo lei stessa il comando come vera erede della volontà di Ki.
La sua guida si rivelerà fatale per il futuro della Nebbia: decisa ad imporsi come Mizukage del villaggio più potente e prolifico di tutte le terre ninja, Illya ripristinerà il vecchio regime di sangue e violenza già precedentemente instaurato dal padre, inscenando un Torneo Chunin in grado di far rabbrividire anche il più impavido degli shinobi e facendo largo uso dei suoi sottoposti - che ai suoi occhi erano dei veri e propri servi - per esprimere la sua supremazia sia all'interno che all'esterno del villaggio.
In questo senso, l'alleanza con Oto venne letta dai più come una coalizione di convenienza per raggiungere al più presto i suoi obiettivi: in realtà, però, una volta ottenuto tutto il possibile dal Suono, la Momochi tradì i suoi stessi alleati, di cui aveva già fatto conoscenza prima di divenire la Rokudaime Mizukage, senza prima avvisare nemmeno le alte cariche di Kiri.
Cimentandosi in uno scontro mortale con il Kokage Otomika Kaguya, riuscirà a portarlo con sé nella tomba, lasciando tuttavia Kiri in balia della furia di Oto.



~ Gin Aikido

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» Ruolo: Nanadaime Mizukage


Gin Aikido era un genin come tanti altri, cresciuto nell'abbraccio amorevole e crudele della Nebbia. Un ragazzo normale, ma dalla fortuna sfacciata: fu lui infatti che venne contattato dagli Spadaccini in fuga affinchè preparasse il loro ritorno. Il suo obiettivo divenne quello di scatenare una rivoluzione per liberare il Villaggio dal giogo di Oto, approfittando dell'allontanamento del Godaime Kokage che aveva lasciato a Kiri solo una piccola guarnigione. Ma mentre pronunciava il suo discorso in piazza, sotto gli occhi di tutti gli abitanti del Villaggio, il successore di Keiichi irruppe sulla scena in compagnia di un gigantesco serpente: Hideyoshi Kaguya, Rokudaime Kokage, stroncò la rivolta sul nascere. Non si conoscono nel dettaglio gli accordi che furono presi tra i due, ma quando uscirono dalla Residenza del Mizukage un solo grido si innalzava dalla folla: Kiri libera, Gin Mizukage. Occupando quindi il posto che era stato di Sho, dei Momochi e di Calintz, il suo primo provvedimento fu coerente con la sua linea d'azione: gli Spadaccini sopravvissuti all'esilio furono accolti in patria, criminali secondo la legge e l'opinione pubblica, ma non subirono alcuna punizione e poterono tornare ad occupare il proprio ruolo.
Il Settimo Mizukage è anche da molti ricordato come "il Kage senza nebbia", poichè il suo periodo al potere racchiude anche l'evento che pochi tra gli abitanti di Kiri ricordano con piacere: in seguito alla venuta dell'Araldo di Watashi, Ki Momochi si risvegliò dal suo sonno eterno e, con profondo disprezzo nei confronti della nebbia che un tempo aveva amato e che ora vedeva in mano a dei mentecatti, scacciò la nebbia dal Villaggio, lasciando per la prima volta nella storia che i raggi del sole colpissero una terra denudata della sua protezione naturale. Gin Aikido non potè fare nulla per fermarlo, e questo portò alla sua rovina. Non ci volle molto perchè, giudicato troppo debole per comandare, il ragazzo perisse sotto i colpi della Samehada e lo Squalo, Ryushi Oizashi, occupasse il suo posto alla scrivania del Mizukage considerandosi il vero successore di Illiya, in precedenza sua compagna d'armi.



~ Hogo Kyūjo

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» Ruolo: Kyudaime Mizukage


Uomo della Nebbia da sempre e per sempre, il suo stesso fisico mette in risalto le numerose esperienze e le tante ferite che Hogo ha collezionato nei suoi trenta e passa anni di età, nel nome del suo villaggio natale.
Cresciuto a Kiri, già dai primi anni in Accademia comprende cosa voglia dire essere un tutt'uno con la Nebbia e quanto sia fondamentale, per un semplice ragazzino come lui, accettarla e divenire parte di essa: per raggiungere il titolo di genin non esita dunque a dimostrare la sua superiorità nei confronti degli altri studenti, uccidendoli se necessario.
Ma Hogo è uno come tanti, un anonimo genin al servizio della Nebbia che non ha nulla di speciale, se non la sua ferrea volontà e la voglia di abbracciare i valori del suo villaggio con tutto sé stesso: probabilmente, è proprio questo che lo fa tornare ogni volta vivo da ogni missione in cui viene impiegato, suscitando l'interesse dei suoi superiori, convinti di trovarsi di fronte uno dei tanti bambini usati come burattini da mandare in prima linea a morire.
Così, Hogo Kyūjo cresce e si guadagna la fama che sembra accompagnarlo in ogni angolo di Kiri: prima diventa chunin, poi jonin, quindi uno degli shinobi più potenti dell'intero villaggio, ben voluto dalle alte cariche della Nebbia perché in grado di portare a termine qualsiasi compito gli venga affidato con grande dedizione alla causa.
L'eccezione che conferma la regola è la kunoichi straniera di cui Hogo si innamora quando è ancora un chunin, il bersaglio che gli viene richiesto di eliminare in una delle sue tante missioni.
Incontrata in una semplice taverna, per la prima volta lo shinobi tentenna di fronte ad un'esecuzione: qualcosa gli dice di aspettare, di prendere tempo. Passano dunque i giorni e Hogo non fa altro che chiacchierare con la bella kunoichi, perdendosi nei suoi occhi e abbandonandosi alle tenere parole che passano dalle sue labbra: ad ogni loro incontro, il chunin è sempre più convinto di volerle raccontare tutto, di voler tradire il suo stesso villaggio e la sua stessa causa per scappare con la bella ragazza che gli avevano ordinato di uccidere.
Ma nell'esatto momento in cui vuota il sacco, ecco che questa sparisce nel nulla: anziché apprezzare il suo coraggio e il suo amore, la kunoichi lo abbandona, esattamente come avrebbe fatto lui con la Nebbia, spezzandogli il cuore...letteralmente.
Rinvenuto e soccorso sul pavimento della taverna da un medico di passaggio, sfugge all'abbraccio della morte per un soffio, proprio grazie all'intervento dell'uomo, che gli spiega il perché di quell'improvviso malessere: aritmia cardiaca, un'irregolarità che lo aveva accompagnato fin dalla nascita e che lo avrebbe fatto ancora fino alla fine dei suoi giorni.
Sconcertato da tale notizia, uccide il dottore non appena ne ha l'occasione: aveva dimostrato di essere un debole e, a causa di ciò, la sua infermità era uscita allo scoperto. Ma nessuno doveva sapere, nessuno doveva vedere quanto era fragile il cuore di Hogo Kyūjo.
Da quel giorno, lavora sodo per diventare una delle Armi di Kiri, la più potente di tutte.
E vi riesce, dopo aver visto il suo villaggio soffrire sotto la dittatura straniera, impazzire nel caos del Kage infante, piangere nel massacro degli Spadaccini ed essere messo a nudo nella perdita della Nebbia: in ogni occasione lui era lì, a Kiri e con Kiri, e sempre ci sarebbe stato.
Partecipa dunque alla guerra contro Watashi e, in qualità di Mizukage, organizza il Sesto Torneo Chunin dopo la grande guerra, ospitando all'interno dell'inquietante stadio costruito per l'occasione i Kage degli altri grandi villaggi.






Edited by -Egeria- - 4/9/2020, 22:21
 
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3 replies since 27/5/2009, 18:17   8248 views
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