Conoscenze

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view post Posted on 13/11/2012, 18:25
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Conoscenze






Il Ninjutsu, ovvero l’arte della furtività, indica non solo le specifiche abilità fisiche acquisite e messe in pratica dagli shinobi, ma anche una più vasta gamma di discipline e nozioni che vanno a completare quello che è l’addestramento pratico, intellettuale, psicologico e spirituale dell’individuo. Per questo l’educazione dei ninja, a prescindere che il ninjutsu sia tradizione di famiglia o meno, inizia sin dalla più tenera a età e si divide in tre importanti stadi:
    • lo shinren (allenamento del cuore) che comprende esercizi per lo sviluppo dei sensi e dei riflessi, atti ad accrescere l’attenzione della mente e la padronanza di sé sotto pressione, così da essere in grado di sopportare situazioni estreme, di resistere alle sofferenze, di reagire istintivamente alle sfide e di adattarsi a circostanze mutevoli.

    • il tairen (allenamento del corpo) che include esercizi per sviluppare la forza, la resistenza e l’agilità, oltre che ad una serie di metodologie per imparare a controllare alla perfezione il proprio corpo così che esso non tradisca il proprio possessore.

    • il chiren (allenamento alla conoscenza) che è lo stadio più avanzato e comprende svariate discipline che vanno dalla strategia, la meteorologia, la medicina, lo studio degli esplosivi e l’agricoltura, alla segnalazione, la musica, la psicologia, il travestimento, la recitazione e molti altri campi di studio.
Proprio quest’ultimo punto è, forse, il più importante e complesso dell’intera educazione ninja, poiché concede una vasta gamma di conoscenze - dalle più pratiche alle più accademiche - su cui lo shinobi può fare affidamento durante le operazioni o, più semplicemente, nello svolgersi della sua non poco travagliata esistenza.
Le Conoscenze, di cui sopra, si possono riassumere nelle seguenti discipline:

CITAZIONE
CONOSCENZE TECNICHE

Hensōjutsu. Travestimento e recitazione.
E’ risaputo che i ninja sono abili maestri dell’arte del travestimento, tuttavia ciò che la maggior parte delle persone ignora è che, per gli shinobi, indossare i panni altrui non consiste solamente nel camuffare il proprio aspetto. Coloro i quali sono specializzati in questa sottile arte, infatti, si immergono completamente nel ruolo da interpretare, conoscendone gli aspetti psicologici, fisici e tecnici a fondo e col massimo impegno, tali da raggiungere l’alto traguardo della cosiddetta “spontaneità naturale”. A questo stadio, qualsiasi terzo ci penserebbe più di due volte nel puntare il dito con sicurezza contro uno shinobi travestito definendolo un impostore, per il semplice fatto che non saprebbe riconoscere alcun tratto anomalo nel suo comportamento.
Questa nobile arte, permette ai ninja di viaggiare in incognito e di avvicinarsi ai propri obiettivi relativamente indisturbati. Sacerdoti itineranti, musicisti e intrattenitori, monaci mendicanti, mercanti, ronin e artisti girovaghi sono solo alcune delle tante identità predilette dagli shinobi, questo perché sono tutti personaggi viaggiatori, caratteristica essenziale per non attirare sospetti sul ninja, il quale potendo muoversi liberamente lungo le strade riuscirà a mescolarsi alla gente comune garantendosi l’opportunità d’agire per lo più senza grossi problemi, d’altronde… gli imprevisti possono capitare.

Shingō. Segnalazione e decriptologia.
La trasmissione d’informazioni tra un ninja in missione e il resto della propria squadra ha grande importanza, specialmente se lo shinobi in questione non possiede alcuna garanzia di poter rientrare sano e salvo. Ovviamente è essenziale non essere scoperti, per questo viene utilizzata una varietà piuttosto vasta di codici e strumenti che permettano di lasciare traccia delle informazioni utili al gruppo.
Il metodo senz’altro più diffuso per lasciare messaggi semplici come potrebbe essere “Cessato allarme” o “Pattuglia nemica in zona” è quello di lasciare delle strisce di riso colorato lungo l’ accampamento o il luogo in questione: non attira l’attenzione, ma può essere compreso efficacemente dai propri compagni (fermo restando che ci si deve essere accordati in precedenza sull’abbinazione colore-messaggio).
Un altro genere di codice utilizzato nel caso di travestimento da musicisti, bardi o sacerdoti è quello di comunicare il messaggio attraverso mantra o canzoni. Tuttavia questi sono solamente alcuni esempi. In realtà i metodi di segnalazione sono pressoché infiniti, perché dipendono dalla fantasia e dall’arguzia degli shionobi esperti in questo campo, i quali, ovviamente, sono anche abili maestri dell’arte diametralmente opposta: la decriptografia, utilissima per intercettare le comunicazioni nemiche.

Shinobi-iri. Metodi furtivi e d’occultamento.
Un’altra delle tante qualità, o meglio, capacità attribuite agli shinobi è l’invisibilità, anche se sarebbe più corretto definirla “abilità nel passare inosservati”.
Derivante, probabilmente, dalla loro attitudine nel nascondersi, unita all’uso di metodi mirati a questo o a semplici sistemi d’occultamento, tale capacità facilita diverse azioni ai ninja, anche se non sempre può celarli completamente dato che alcune Kekkei Genkai e certe abilità specifiche, sono in grado d’individuare le fonti di chakra od utilizzare altri sensi per scovare determinati individui. Certo è, comunque, che gli shinobi specializzati nei metodi furtivi e d’occultamento possono passare inosservati ai più, poiché esperti nel celare la propria presenza fisica dietro le rocce, nei canneti, sui tetti, sui cornicioni o sulle travi, tra le fronde degli alberi e persino sott’acqua (avvalendosi d’un respiratore). Per passare inosservati, tendono a coprirsi il più possibile, riducendo al minimo le superfici scoperte e riflettenti, sfruttando l’oscurità e le ombre per muoversi o restando semplicemente immobili in attesa del momento propizio per fare la propria mossa.
A prescindere da ciò, però, l’ingrediente fondamentale per la buona riuscita del tutto è la prudenza. In fondo si sa: gli imprevisti possono capitare.

Shinjun. Metodi d’infiltrazione.
Uno dei ruoli chiave degli shinobi consiste nell’infiltrarsi in castelli, accampamenti o quant’altro e nel prenderli d’assalto dall’interno. Una volta dentro, possono ottenere preziose informazioni sui difensori, demoralizzarli attraverso la guerra psicologica e le azioni sotto copertura, uccidere i comandanti più importanti, fornire l’avanguardia di un attacco impiegando tattiche d’urto o, addirittura, mettere fuori combattimento buona parte dei nemici.
Nel ninjutsu, la disciplina dell’infiltrazione ha letteralmente lo stesso rango di una scienza, per questo comprende due elementi fondamentali: Jin e Chi.
Il Jin sfrutta appieno la psicologia riferita alle guardie. Il ninja le studia attentamente e sfrutta le loro debolezze sapendo cosa le distrarrebbe, cosa ignorerebbero o non percepirebbero nel momento in cui la loro attenzione fosse calata, ecc... Il Chi, invece, consiste nel trovare i punti deboli della struttura presa d’assalto. Può trattarsi di una zona poco illuminata, la parte più alta dell’edificio (nel caso di un castello o di un’abitazione nobile), poiché di solito si presuppone sia il punto più difficile a cui accedere e, quindi, quello più incustodito. Altri punti deboli sono quelli più frequentati, dove le guardie possono essere distratte da diversivi di vario genere.
Ma, nonostante tutto questo, senza un buon tempismo l’intera azione potrebbe sfumare, quindi è di fondamentale importanza, a prescindere dall’abilità dello shinobi, saper distinguere l’istante più opportuno per entrare in azione: riuscire ad agire nel momento giusto potrebbe definire la linea di demarcazione tra la buona riuscita dell’operazione e il fallimento della stessa.

Chōhō. Spionaggio e strategia.
Lo spionaggio è un elemento chiave dell’arte della guerra e l’evoluzione dei ninja è, in parte, una risposta a tale sviluppo. Di conseguenza, lo spionaggio è diventato una componente essenziale del ninjutsu e l’apprendista shinobi ne impara i principi e le tecniche in base a un sistema che prevede sei stadi essenziali.
Il primo stadio consiste nel collocare gli agenti. I metodi per farlo possono essere classificati secondo i quattro elementi naturali (terra, acqua, fuoco e vento) o la quinta forza elementale (il vuoto, ovvero la loro essenza). I loro schemi sono utili come espedienti mnemonici, ma risultano anche legati ai principi filosofici e spirituali che stanno alla base del ninjutsu:
    - Terra: questo approccio consiste nell’inviare uno shinobi in una regione probabile bersaglio prima di dichiarare aperte le ostilità, così da dargli il tempo d’abituarsi al luogo, di creare reti di informatori, di scoprire i migliori punti d’osservazione, ecc…
    - Acqua: questo approccio permette che un proprio shinobi venga catturato e fornisca notizie false. In una sua forma particolare, detta “keika” (lucciola), un ninja imprigionato da informazioni ingannevoli che, destando sospetti, vengono confermate da un suo compagno fattosi deliberatamente catturare. Un’altra alternativa è l’impiego di kunoichi (ninja di sesso femminile) in un’operazione con “trappola sexy”.
    - Fuoco: l’approccio collegato a questo elemento prevede di trasformare in un proprio uomo chi apparteneva alla regione bersaglio, o alle file nemiche, attraverso corruzione, ricatto, lusinghe o inganno. Può trattarsi di civili ben collocati o di membri effettivi delle forze avversarie e tale personale può essere usato per comunicare informazioni false.
    - Vento: in questo approccio il ninja identifica gli shinobi nemici nel proprio accampamento e fornisce loro notizie non veritiere, oppure li irretisce facendoli passare dalla propria parte.
    - Vuoto: in base a questo metodo, vengono collocati ninja per lunghi periodi - anche anni - prima del loro effettivo impiego, come “spie in letargo”. Essi possono avere accesso a notizie o persone in posizioni di fiducia e, quando necessario, hanno la libertà d’iniziare a raccogliere informazioni, diffondendo quelle false o mandando all’aria la rete del nemico.
Dopo che le proprie spie sono state sistemate, gli stadi successivi prendono un flusso di informazioni che vanno da quelle più generali a quelle più specifiche. La seconda fase, consiste nel determinare gli obiettivi del nemico, apprendendo le sue intenzioni generali e le sue mire di guerra. Il terzo stadio, richiede di individuare la strategia avversaria, ovvero di scoprire come il nemico intende raggiungere i propri scopi, distinguendo i suoi piani nei minimi particolari, includendo le caratteristiche delle sue forze, catene logistiche e di rifornimento, le date dei principali movimenti e delle offensive, identità di personale chiave, segnaletica utilizzata, rete informativa. La quarta fase consiste nel seminare confusione in modo da ostacolare i piani del nemico. Il quinto stadio richiede di individuare la tattica avversaria conoscendo i dettagli della collocazione e dei movimenti degli uomini, il numero, il tipo delle unità e lo schieramento, così come i piani d’attacco e difesa. Infine, la sesta e ultima fase è il controspionaggio, in cui lo scopo del ninja è di preservare i propri obiettivi, la propria strategia e le proprie tattiche, e contemporaneamente di scoprire cosa sa o pensa di sapere il nemico su di lui.
Generalmente i ninja indicati come specializzati in questo genere di compiti, vengono selezionati o avvistati fin dall’adolescenza, in modo da poter essere rigorosamente addestrati ai compiti e ai piani che i superiori e/o le autorità vigenti hanno su di loro, sin dalla giovinezza, per essere pronti a diventare dei semi dormienti da seminare sul campo di battaglia che verrà.

CITAZIONE
CONOSCENZE DI SOPRAVVIVENZA

Chi-mon. Geografia ed orientamento.
Per antonomasia, si pensa agli shinobi come a delle semplici spie o a degli assassini, ma essi sono molto più di questo, tant’è che ridurre la loro definizione a tali categorie potrebbe essere presa anche per un’offesa.
In primo luogo, infatti, sono dei gran viaggiatori. Le loro missioni ed i loro svariati compiti li portano spesso e volentieri ad attraversare in lungo e in largo il Continente conosciuto, dandogli modo di conoscere la geografia dei Paesi visitati sotto ogni aspetto, così da potersi muovere al meglio tra i vari monti, pianure, deserti e scegliere, quindi, la strada migliore per giungere a destinazione. Oltre a questo, un buon conoscitore dell’aspetto fisico dei territori sa anche come utilizzare i pregi e i difetti della zona circostante a proprio vantaggio, sia per semplici agi come trovare un buon punto in cui pernottare all’addiaccio, sia per seminare o, viceversa, intrappolare un proprio nemico.
Tutto questo ovviamente non sarebbe possibile senza una buona dose d’orientamento . Gli shinobi maestri in questa disciplina sono, infatti, in grado di riuscire a dedurre la propria posizione non solo grazie alla geografia dei territori, ma anche utilizzando le stelle come riferimento. Oltre a questo, sanno calcolare la distanza coperta contando il numero dei propri passi e moltiplicandolo per la lunghezza delle proprie falcate. In alternativa possono avere una conoscenza finemente calibrata della propria velocità lungo superfici e pendenze diverse tale da poterla usare per definire i propri progressi.

Tanken. Esplorazione ed osservazione.
Arte quasi totalmente scomparsa quella degli abili tracciatori, anche tra gli shinobi, nonostante sia diversamente utile a coloro abituati ad inseguire un obiettivo per leghe e leghe attraverso territori geograficamente diversi. Tuttavia, è anche vero che non tutti sono predisposti a questo genere d’abilità che richiede sensi attenti, prima di tutto, ma anche una certa predilezione naturale. La natura, infondo, è un libro aperto solamente per chi è in grado di leggere ed ascoltare i suoi silenti sussurri.
Infatti, per diventare dei bravi tracciatori, a parte una formazione sul campo lunga e paziente, è necessario entrare nella psicologia della propria preda - sia essa un essere umano o un animale - ma soprattutto, è fondamentale conoscerne le abitudini. Nessuno vieta all’inseguito di tentare delle azioni di depistaggio quali potrebbero essere tornare sui propri passi, variare improvvisamente il proprio percorso, oppure utilizzare superfici e sostanze atte a non lasciare tracce o a far perdere il proprio odore.
Se utilizzata a dovere e con la giusta esperienza, però, l’antica arte delle tracce è capace di rivelare la posizione, la velocità, la stazza, il sesso e lo stato fisico della propria preda. Ma parlare solamente di tracce è decisamente generico: queste possono essere di diverso tipo e coinvolgere più di un solo senso. Particolarmente loquaci possono essere le orme, in grado di dare un gran numero di informazioni utili al tracciatore, oltre che convincerlo se si tratti di un segno recente o vecchio e, quindi, inutile. Gli shinobi dall’olfatto particolarmente sviluppato, possono appoggiarsi ad esso nell’inseguire l’obiettivo, senza contare il particolare aiuto del tatto nel caso in cui, ad esempio, ci si imbatta nei resti del giaciglio o dell’accampamento della propria preda: valutando il calore di ceneri e suolo è possibile determinare da quanto tempo questa abbia abbandonato il posto.
Tanti sono i vantaggi nell’avere l’appannaggio di quest’arte, non per nulla nel caso in cui ci si muova in gruppo è estremamente utile che almeno uno dei componenti della squadra sia un abile tracciatore, che potrà guidare la compagnia attraverso un gran numero di territori diversi, senza perdere un effettivo contatto con il proprio obiettivo anche se questi dovesse avere un vantaggio non indifferente sui propri inseguitori. Ma in fondo, quella distanza sarebbe solamente tempo in più per conoscere meglio con chi si ha a che fare, no?

Tenmon. Meteorologia.
La straordinaria capacità dei ninja di provvedere a sé stessi in qualsiasi ambiente, situazione, luogo e tempo è forse una delle basi fondamentali del ninjutsu. Il forte senso del dovere di portare a termine la missione con qualsiasi mezzo e a qualsiasi costo, porta gli shinobi a prepararsi ai più svariati mutamenti di stato della missione stessa, nonché ad imprevisti e difficoltà non direttamente correlati ad essa, ma da cui potrebbe dipenderne la buona riuscita. Uno dei fattori più imprevedibili ed insidiosi con cui i ninja in missione devono fare i conti è il tempo atmosferico. Incognita dal comportamento veramente di difficile interpretazione a causa delle diverse variabili che la possono influenzare, è stata parzialmente smussata grazie ad un patrimonio di saggezza che si tramanda da generazioni e, se anche non tutti ne sono maestri e il margine d’errore non è stato completamente azzerato, ha l’importante funzione di dare l’idea “universale” di natura, intesa come un grande ambiente in cui cielo, animali, piante e uomo vivono in armonia tra loro, leggendosi a vicenda nel rispetto reciproco.
Infatti, i sistemi per prevedere il tempo, non si rivelano sempre esatti, tuttavia è solo questione d’attenzione e di esperienza: per inciso, la natura anticipa i suoi cambiamenti con segni diversi in base al fenomeno. La risposta all’incognita sta, quindi, in due parole: osservare e interpretare.
Il primo aiuto viene dal cielo, le cui nuvole sono le parole che utilizza per comunicare alle creature terrene il suo stato d’animo. La forma delle nubi, l’alzarsi della nebbia, ma anche il semplice odore del vento, sono tutti indicatori del tempo nel futuro più o meno immediato. Oltre a questo, però, anche animali e piante possono aiutare a formulare delle previsioni piuttosto attendibili. Il volo degli uccelli, il comportamento di alcuni mammiferi e degli insetti, il cercare riparo delle madri con i piccoli, e ancora l’osservare il comportamento delle piante unito all’aspetto del cielo (un esempio può essere il sentore di pioggia dato dal pioppo che, anche in mancanza di vento, mostra la parte argentata delle foglie). Tutti questi sono solo alcuni dei tanti suggerimenti che un ninja specializzato nel prevedere il tempo atmosferico attraverso l’osservazione della natura può sfruttare a proprio vantaggio durante lo svolgimento d’un proprio compito. Infondo il segreto sta semplicemente nell’aprire occhi e guardare.

Nōgyō. Conoscenze nutrizionistiche.
Una parte importante dell’addestramento ninja di base è la dieta. La loro alimentazione essenziale consiste in riso integrale, tofu, sesamo, zuppa di miso, cibo crudo, verdure colorate, niente sale e niente zucchero. Insomma alimenti prettamente poveri, mirati al dare energia senza appesantire troppo corpo e mente.
Alternativamente al riso integrale, che è l’alimento base quotidiano, durante le operazioni gli shinobi possono passare a quello bianco, ben più accessibile e diffuso. Oltre a questo, portano con sé alimenti studiati per mantenere alto il livello d’energia. Diffusa è la ricetta per ciò che viene chiamata la “pillola della fame”, comprendente ginseng, riso, farina e patate, messi a bagno nel sakè e poi fatti in tante piccole palline. Parallelamente ad esse esiste anche la ricetta delle “pillole della sete” (costituite soprattutto da prugne sott’aceto), volte ad aiutare i ninja ad evitare la disidratazione mentre erano appostati in territorio nemico.
Tuttavia, in linea generale, uno shinobi non deve mai contare sul solito cibo e sugli orari dei pasti, ma essere sempre pronto ad adattarsi a ciò che la situazione gli permette. Infatti, non è raro che si debba recuperare il cibo e l’acqua da sé. Per questo è importante che i ninja conoscano quali piante, bacche, funghi o radici sono commestibili e in che modo possono essere preparate per evitare un’intossicazione. Parimenti, devono sapersi procurare l’acqua anche laddove la sua presenza non è palese, utilizzando indicatori come i formicai (che vengono edificati solitamente nei pressi delle fonti), piante amanti dell’umido, ecc…Alternativamente possono utilizzare l’espediente d’ascoltare i sussurri della terra, posando un orecchio al suolo per sentire la presenza di corsi d’acqua, oppure piantare sul terreno una piuma: se tornando più tardi vi trovassero della rugiada, significherebbe la presenza d’acqua nelle vicinanze.

Kusuri. Medicina ed erbologia.
Tipicamente, gli shinobi agiscono da soli o in piccoli gruppi e non possono fare affidamento su linee di supporto o rifornimento. Ciò significa che prima, durante e dopo un’operazione, devono essere in grado di provvedere a sé stessi e, nel caso, ai propri compagni, vivendo, oltre di quanto si sono portati come approvvigionamento, dei frutti della terra e sfruttando la propria conoscenza dei boschi e dei territori circostanti per alimentarsi, ripararsi e restare in salute.
Può capitare, infatti, che non sempre in una squadra sia presente un ninja medico per provvedere alle cure degli altri componenti del gruppo, tanto più nel caso in cui uno shinobi si trovi ad agire in solitaria. A quel punto è importantissimo, se non essenziale, che il ninja conosca, quanto meno, le nozioni mediche di pronto soccorso tradizionali e, oltre a questo, che sia in grado di potersi procurare dalla natura, le piante adatte ad ogni situazione o problema. Gli shinobi specializzati in questo campo (che siano essi medici ninja o meno) hanno la possibilità d’effettuare medicazioni d’urgenza a sé stessi o a terzi, sfruttando una vasta gamma d’erbe officinali che vanno dall’antidolorifico, al cicatrizzante, al disintossicante, all’antipiretico, al disinfettante, ecc...Inoltre, parimenti a come riconoscono le piante con effetti benefici pe l’uomo, sanno individuare le erbe da cui ricavare droghe di vario genere, che possono essere preparate mentre raggiungono il luogo d’un operazione.

CITAZIONE
CONOSCENZE BELLICHE

Kojakujutsu. Fuoco ed esplosivi.
In base ai principi degli shinobi, è essenziale utilizzare al meglio qualunque oggetto a portata di mano, l’importante è che sia adattabile, portatile ed occultabile, poiché non è affatto raro che si trovino nella posizione di subire una perquisizione ed un controllo, quindi, se dovessero nascondere qualcosa addosso, sarebbe meglio che apparisse quanto più normale ed innocuo possibile ad occhi esterni.
Questa caratteristica difficilmente viene osservata dai sostenitori dell’arma bianca, i quali per ovvie ragioni, per quanto possano ben occultare le loro lame, non riuscirebbero mai ad ottenere lo stesso perfetto effetto degli shinobi esperti nella preparazione e nell’utilizzo degli esplosivi. Creati per lo più con materiali comuni come tubicini di carta, pezzi di bambù, bastoncini od argilla, con l’aggiunta della polvere nera, possono essere preparati direttamente pochi istanti prima del loro reale utilizzo.
Gli shinobi esperti in questa delicata arte, riescono ad ottenere l’effetto desiderato a seconda della miscela usata nella preparazione dell’esplosivo. Semplice fumo, una serie di piccole esplosioni a catena, un solo grosso botto, luce, rumore e quant’altro abbiano bisogno. Gli impieghi sono i più svariati, dall’ appiccare e spargere il fuoco, alle svariate azioni diversive atte a diffondere il panico e la confusione tra le schiere nemiche.

Gijutsu. Tecnologia ed architettura.
Così come sono avvezzi utilizzare dispositivi e strategie durante le missioni come supporto alle loro abilità più conosciute, gli shinobi sono soliti arricchire le proprie abitazioni, nonché le roccaforti e i villaggi comuni, con trappole e congegni atti alla difesa e solitamente mirati all’ostacolare l’accesso di nemici con intenzioni bellicose dichiarate e non.
I metodi di difesa delle roccaforti ninja, la cui principale protezione è quella d’apparire come normali comunità rurali in cui civili e shinobi si mescolano come gli insetti in un prato, sono i più comuni. Posti di guardia avanzati, pattugliati dalle forze delle squadre speciali, torri di guardia poste alle estremità del centro abitato con campi di fuoco, fossati e barriere mascherati da risaie, canali d’irrigazione, siepi e recinti, sono tutti stratagemmi utili a frenare gli assalitori e costringerli ad avvicinarsi alla roccaforte centrale in colonne strette a vulnerabili. Ovviamente, queste sono solamente misure restrittive su larga scala. Ogni shinobi è, infatti, perfettamente consapevole che tali difese possono risultare del tutto inutili con intrusioni nemiche infime, atte all’omicidio di un target ben definito o allo spionaggio. Perciò molti di loro, in particolare coloro i quali hanno una certa predilezione per congegni e dispositivi di vario genere, utilizzano le proprie conoscenze del campo non solo durante le missioni, ma anche per difendere le proprie abitazioni. Da piccoli stratagemmi come il “pavimento dell’usignolo” (dove le tavole vengono montate su cardini o leve di metallo scricchiolanti) o il “rompicaviglie” (dove le tavole vengono rimosse lasciando in vista i travetti sottostanti, creando così una buca in cui far inciampare l’intruso in una possibile incursione notturna) a vere e proprie trappole che utilizzano esplosivi e armi di vario genere.
Questa conoscenza approfondita di tecnologie, congegni, nonché d’architettura da modo ai ninja specializzati in questo campo, non solo di difendere efficacemente la propria casa o il proprio giaciglio di fortuna durante lo svolgimento d’una missione, ma anche l’esatto opposto, ovvero riconoscere congegni simili, posti nelle vicinanze del campo nemico e/o all’interno di un’abitazione in cui devono fare incursione.

Bukiro. Armi e metodi di forgiatura.
“Non esiste arma che un ninja non possa costruire ed usare, non esiste forma di combattimento in cui non possa eccellere, non esiste nulla che possa intimidirlo a tal punto da farlo rinunciare a determinati obbiettivi, perché, dalla prima missione compiuta, era consapevole ed adagiato nel varcare la sottile soglia tra la vita e la morte, ed imperterrito, ne era sempre tornato sorridente”.
Con questo antico detto ninja si può riassumere il coraggio, la volontà e le capacità degli shinobi, ma anche la loro abilità nel costruire, nonché utilizzare, le armi. Non per nulla si dice che le armi ninja siano tra le migliori in assoluto e i fabbri che le costruiscono non sono da meno. Di fatto, come il resto dell’equipaggiamento, le armi dei ninja devono essere leggere, portatili, occultabili e multiuso: ben poche sono utilizzate solamente per combattere. La loro necessità di muoversi velocemente e in silenzio, nonché di svolgere molteplici funzioni nel corso di una missione, senza contare il rischio di possibili perquisizioni, rende necessaria una scelta dell’equipaggiamento e delle armi da portarsi appresso, nonché d’occultarle alla perfezione. Di conseguenza, i ninja tendono a privilegiare oggetti adatti a più scopi. Ed è proprio qui che sta l’abilità dei fabbri. Oltre al fatto di creare lame dalla pregiata fattura che nulla hanno da invidiare a quelle dei Samurai, con metodi di forgiatura spesso tramandati di generazione in generazione o anche, completamente personalizzati per infondere meglio nelle armi una parte della propria anima, gli shinobi abili nel creare le armi, devono anche tenere ben conto del fatto che queste devono essere occultate e utili non solo durante il combattimento. Uno degli esempi più lampanti è il ninjatō. Questa spada più corta e più dritta rispetto alla normale katana (proprio per tenere conto degli spazi ristretti e della trasportabilità) ha molteplici funzioni. Oltre che per il semplice combattimento, viene utilizzata per arrampicarsi, attraverso l’ausilio della tsuba (la guardia) come gradino; per combattere con molteplici avversari, munendosi sia dell’effettiva spada che del fodero molto resistente; come contenitore per combinazioni di polveri accecanti e/o fumogeni, nascosti all’interno dell’elsa; come respiratore, utilizzando la punta staccabile del saya (il fodero) ed utilizzandola come tubo. A questo punto è superfluo dire che i migliori conoscitori delle armi, dei loro pregi, difetti e segreti sono gli stessi fabbri: infondo, chi meglio del padre conosce una propria creatura?

CITAZIONE
CONOSCENZE UMANISTICHE

Shinri-gaku. Psicologia.
Per compiere le proprie missioni, i ninja non si affidano solamente alla forza delle armi, devono essere anche abili psicologi, tanto nei rapporti intrapersonali (relativi, cioè, alla propria psiche), quanto in quelli interpersonali (che coinvolgono altri individui).
I principi della psicologia ninja sono l’adattabilità e la resistenza, come suggerisce lo stesso kanji nin, traducibile in “paziente sopportazione”. Di fatto, gli shinobi sono tenuti ad utilizzare ogni mezzo a loro disposizione e a sopportare ogni avversità per raggiungere il proprio obiettivo.
Sono addestrati ad essere sempre attenti all’ambiente circostante e in sintonia con gli eventi e i processi naturali o provocati dall’uomo. Il loro pensiero deve essere elastico, tale da consentirgli di adeguare i propri piani in caso vi siano nuovi sviluppi, opportunità o limitazioni. La loro reazione alle persone, alle vicende o alle situazioni non è dettata da esse stesse, non dai preconcetti, ma da una scrupolosa ed obiettiva analisi dei fatti. Di conseguenza, si può dire che i ninja abili nell’affidarsi alla psicologia, sono maestri nel vedere la realtà, non semplicemente ciò che presumono o vogliono.

Ongaku. Musica, pittura ed altre arti.
Strettamente correlata alla sottile e nobile abilità del travestimento (una delle più note caratteristiche riconosciute e collegate ai ninja) si fa strada la conoscenza delle Arti. Apparentemente in secondo piano rispetto alla sorella più comune, la specializzazione in una o più Arti è forse l’elevazione dello stesso travestimento ad un livello superiore.
Pittura, scultura, musica, poesia, danza, teatro e cucina sono, infatti, parte di molte di quelle identità fittizie che permettono agli shinobi di nascondersi sotto false spoglie per il raggiungimento dei propri fini. D’altronde, un bardo che non sa cantare, un letterato ben poco atto a declamare i propri versi, un artista girovago incapace di mettere assieme un paio di passi di danza, un pittore di strada senza alcun talento nel disegno o un musicista senz’orecchio per le note, finiscono per destare sospetti. Potrebbero essere ignorati, certo, infondo la gente tende ad essere indifferente in alcuni casi, ma sfidare la fortuna ben armati è pur sempre meglio che tentare la sorte a mani nude. Per questo alcuni shinobi, per dare maggior credibilità alle proprie “maschere” indossate in missione o, anche, per semplice diletto personale, scelgono di studiare ed apprendere approfonditamente almeno un’Arte, fin quando la propria capacità di trasmettere emozioni attraverso la specializzazione prescelta, non raggiunge livelli soddisfacenti, tali che se messi a confronto con un terzo la cui attività principale è rappresentata proprio dall’Arte dello shinobi in questione, non vi sarebbe modo di identificare l’impostore, per il semplice fatto che, in realtà, questi non esiste.
La conoscenza delle Arti, permette quindi ai ninja una maggior credibilità qualora vestano false identità, così da sviare ulteriormente i sospetti da sé ed agire con più facilità.

Hanashi. Storia e mitologia.
Gli shinobi, sono dei gran viaggiatori. Non è affatto raro, infatti, che per missioni di qualche genere o, anche se più raramente, per compiti d’interesse personale, si ritrovino a vagare fuori dai territori conosciuti e familiari del proprio Paese. Ciò ovviamente comporta non solo che si sappiano orientare nella gran varietà di territori geografici del Continente, ma anche che abbiano una qualche conoscenza storica dei luoghi in cui si devono recare, specialmente se si tratta di incarichi da svolgere all’interno di un villaggio specifico o di spionaggio in cui è necessario infiltrarsi sotto false spoglie e mescolarsi con la gente del posto.
La conoscenza della storia del Paese e del villaggio in questione, nonché l’eventuale presenza di tradizioni, miti o quant’altro, possono dare modo allo shinobi di conoscere più approfonditamente la mentalità del posto, aiutandolo ad ambientarsi, nonché ad adattarsi più facilmente alle leggi, convenzioni e modi di fare del luogo, senza il rischio di incappare in possibili e pericolose gaffe, capaci anche di far saltare la sua copertura studiata così tanto minuziosamente e mandando, di conseguenza, all’aria l’intera missione. Storie e miti di ogni singolo Paese e villaggio, non sono di dominio pubblico o, quanto meno, non vengono insegnate così minuziosamente agli shinobi da dargli una conoscenza approfondita della materia. Le nozioni accademiche sono esatte, ma non scendono nei minimi particolari, senza contare che le tradizioni di alcuni piccoli villaggi non vengono minimamente considerate come potrebbe fare, invece, uno studio approfondito della disciplina, in grado di dare una conoscenza ben più vasta della storia e dei miti di ciascuna piccola comunità. Proprio per facilitarsi in missione, alcuni shinobi scelgono di studiare i dettagli della storia e della mitologia dei vari villaggi e Paesi del continente, restando comunque ben consci del fatto che quelle conoscenze, da loro apprese attraverso documenti e pergamene varie, non sono altro che studi teorici. D’altronde non sempre ciò che viene riportato su carta corrisponde all’esatta verità, o meglio, le interpretazioni possono essere differenti: il diario di un vecchio viaggiatore può essere chiaro a lui stesso, ma non ad un ignaro lettore che, quindi, non dovrà prendere quelle informazioni come oro colato, ma imparare a filtrarle per raccogliere solamente quei dati che per confronti con altri documenti ed altre rilevazioni sembrano essere i più esatti.

Reigi. Eloquenza e galateo.
Uno shinobi che si rispetti deve essere capace di essere convincente quando parla, si tratti di ordini impartiti ai propri sottoposti, di crudeli inganni o qualsivoglia forma di espressione orale. Molti preferiscono far parlare le proprie armi, prediligendo il suono del ferro a quello della propria voce, mentre alcuni hanno reputato questa strada parecchio comoda, affinando la propria capacità di espressione, imparando a padroneggiare la dialettica e divenendo di conseguenza ottimi oratori. "La lingua non ha ossa, ma spacca le ossa". I ninja che hanno approfondito i propri studi sulle forme d’eloquenza lo hanno capito e per questo hanno fatto della propria lingua un'arma fidata, da usare nelle situazioni ove la forza bruta potrebbe fare ben poco. Leader di insindacabile carisma, maestri della sottile arte della retorica, tali shinobi sono abili nel far valere le proprie idee e convinzioni davanti ad un uditorio. Forti dei propri mezzi e consapevoli della reale potenza delle parole, non esitano a ricorrere al proprio talento per diffondere il proprio pensiero, spesso riuscendo a creare così tanta confusione nella mente dei propri interlocutori da spingerli a sposare le tesi che vengono proposte. Allo stesso modo sono parecchio sciolti nei legami interpersonali, tanto che riescono ad approcciarsi in maniera naturale con qualsiasi persona, che sia una bella donna o un pericoloso nemico, potendo emulare i comportamenti adatti alla situazione in cui si trovano.

Gaikō. Diplomazia
Alcuni shinobi nascono sapendo esattamente cosa dire, quando e perché dirlo, altri invece apprendono questa sottile capacità strada facendo, attraverso esperienza o tirocinio. La diplomazia, l'arte del compromesso, è l'abilità di stringere accordi e contrattare soluzioni di reciproca convenienza. Per alcuni cinici è utile strumento, per altri idealisti l'unica nobile strada al di sopra dello scontro. Ma l'arte del compromesso non concerne soltanto la parola; un diplomatico sa essere discreto osservatore e feroce opportunista, scaltro nell'ottenere posizioni di vantaggio dalle quali monopolizzare un diverbio, tagliente nello sfruttare gli errori altrui, equanime nell'accordare due parti contrapposte. Qualsiasi tipo di alterco, sia esso verbale o armato, è occasione per calcare la mano e cercare un punto di accordo con l'altra parte; fosse solo per guadagnare quel poco di tempo in più che occorre alla propria fazione per vincere il nemico, o salvare vite umane.
"Stare nel mezzo" è il motto di qualsiasi diplomatico, sguazzare nella fanghiglia del più subdolo dei compromessi per un fine ulteriore, utile o nobile che sia.

Shinkō. Conoscenze religiose.
Sin dai tempi più antichi l'uomo ha cercato di trovare una risposta ad ogni domanda che, o per curiosità o per sete di conoscenza, si poneva. Non tutte però potevano essere spiegate palesemente, con esempi di insindacabile veridicità, e fu dunque in questo modo che nacque il mito. Leggende che parlavano in modo più o meno fantasioso dei fenomeni della natura più misteriosi, che divenivano dunque un potere in mano a divinità che in breve tempo divennero il cardine delle odierne religioni. Kami con nomi e caratteristiche diverse da una cultura all'altra, miti che da secoli vengono tramandati da una generazione ad una successiva, affinché le tradizioni della propria nazione non si spengano. Noto è per esempio il Culto di Tutte le Cose dei ninja della Nuvola, che venerano con assoluta disciplina e devozione le proprie armi, visti non come strumenti dispensatori di morte e disperazione, bensì come utili mezzi per difendere l'amata patria, nonché i propri cari. Alcuni Shinobi hanno deciso di approfondire gli studi riguardo le credenze religiose, in modo da conoscere le usanze delle nazioni in cui si recano per affrontare le proprie missioni e, di conseguenza, sapere come muoversi per evitare inutili screzi con le popolazioni locali.

Gaku. Linguistica e scritture.
Conoscenze, travestimenti, informazioni, spionaggio. Tutto questo è estremamente utile agli shinobi che vengono inviati in missione presso paesi stranieri, permettendo d’avvicinarsi agli obiettivi, di raccogliere dati su di loro e sui loro spostamenti, ma…non è abbastanza. C’è una cosa che tutte queste abilità non consentono ovunque, ovvero l’approccio diretto.
In tutte le Grandi Terre del Continente conosciuto si tende ad adottare la lingua e la scrittura comune, tuttavia ci sono alcune zone, circoscritte a piccoli villaggi od antichi borghi, dove la popolazione, chiusa nelle proprie tradizioni, preferisce mantenere vive le antiche convenzioni, utilizzando lingue ed alfabeti sconosciuti ai più. Ciò non di meno, esistono luoghi dove il dialetto (ma sarebbe meglio dire “i dialetti”) è la lingua più parlata o l’unico idioma conosciuto dagli abitanti. Che accadrebbe se uno shinobi dovesse compiere il proprio compito in una di queste lande avvinghiate alle tradizioni? Come potrebbe uniformarsi al luogo o raccogliere le informazioni utili allo svolgimento della missione, senza conoscere la lingua e la scrittura del posto? La risposta è semplice: non ne avrebbe modo. E si sa, gli stranieri non sono mai ben visti in queste piccole comunità rurali, chiuse in sé stesse. E’ proprio per questo, che alcuni ninja si applicano nel campo dei linguaggi e delle scritture, studiandone ed apprendendone ogni più piccola sfumatura ed evoluzione nel tempo, così da potersi avvalere di questa marcia in più durante le proprie missioni. Marcia che gli permette un più facile inserimento con la gente del posto, guadagnandosene la fiducia in maniera diretta, per il raggiungimento dei propri fini.

Ogni ninja ha nozioni più o meno estese in ognuno di questi campi, tuttavia le esperienze della vita, le naturali attitudini dell’individuo e l’ambiente in cui è cresciuto, fanno sì che alcune di queste Conoscenze siano predominanti rispetto alle altre. [Es. Se il mio pg proviene da una famiglia di fabbri, sarà molto probabile che abbia diverse nozioni riguardanti le armi e le tecniche di forgiatura]
Per questo ogni pg gode della possibilità d’avere un numero di Conoscenze pari a 2 da Genin, 3 da Chunin, 4 da Jonin e 5 da Jonin-S da inserire in scheda, giustificate dalla caratterizzazione, dal background, o qualsiasi altra situazione creatasi gdron. Queste saranno le discipline in cui il vostro personaggio è più ferrato, fermo restando che nelle altre non è che sia totalmente ignorante. Infatti sarà possibile, nel corso della storia del proprio pg, modificare queste Conoscenze predominanti, sostituendole con altre tra quelle sopracitate, poiché è del tutto naturale che, durante lo sviluppo, un ninja tenda a modificare non solo il proprio modo d’essere, ma anche i propri campi di conoscenze, dando maggiore attenzione all’uno piuttosto che all’altro a seconda delle esperienze vissute.

Specificazioni:
- l’esistenza di queste Conoscenze non pregiudica né limita lo sviluppo del bg, poiché sono solo delle indicazioni in scheda sulle attitudini del proprio pg in campo ninja, in modo tale da facilitare la vita ai master e rendere direttamente visibile quali sono i campi in cui il vostro personaggio è più ferrato.
- le Conoscenze indicate in questo topic non sono le uniche esistenti al mondo, ma solo quelle più strettamente legate alla professione di ninja. Ciò significa che se il vostro personaggio per bg ha delle conoscenze che esulano da quelle indicate, le può tranquillamente possedere ed esercitare [Es. Se il mio pg ha passione per gli orologi, non c’è problema alcuno sul fatto che abbia delle conoscenze in quel campo. Oppure, se fosse cresciuto in una famiglia di marinai, sarebbe più che normale che avesse delle attitudini nella navigazione.]. Ciò non significa che si possa farsi una Conoscenza personale a sostituzione di una di quelle di cui sopra, ma solo che gdron se amo i gatti, e la so lunga su di loro, posso ruolare la cosa senza timore d'essere fucilata.
- se il mio pg possiede Conoscenze in psicologia e medicina, non significa che nelle altre è ignorante, ma solo che per quelle due è più portato. Di conseguenza, possedere determinate Conoscenze non rende invincibili né infallibili, ma indica solo un’attitudine in campo ninja. Quindi qualsiasi azione con tendenza megalomane verrà severamente punita.
- queste Conoscenze hanno valenza solo gdron (missioni, quest, addestramenti, ruolate, ma non in combattimenti pvp se non semplicemente per arricchire la parte ruolata).
- il numero di Conoscenze predominanti resterà sempre pari a 2 da Genin, 3 da Chunin, 4 da Jonin e 5 da Jonin-S, anche nel caso quelle iniziali vengano modificate.


- prima di sostituire in scheda una o più Conoscenze, si dovrà chiedere il permesso al proprio Kage, Leader Akatsuki (o Reggente), spiegandogli inoltre la motivazione gdron che ha portato a tale cambiamento. A seconda del villaggio/organizzazione, fare riferimento a:





Edited by Pellegrinxi - 1/3/2020, 22:22
 
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