| *Il grande saggio non appena udì la domanda semplice e schietta del giovane ninja si bloccò, osservandolo per un secondo in un modo alquanto cupo. Ciò non presagiva nulla di buono, ne era certo, stavano andando incontro a un qualcosa di triste e al contempo malinconico, ma dalla quale non potevano fuggire. Il Destino funzionava così infondo, mette degli ostacoli e lascia la possibilità allo sventurato di oltrepassarli o sviarli, ma alcuni di questi invece andavano affrontati, e stava solo al suddetto l'onere di superarli. Non vi era in ballo la fortuna o altre forse intrinsecamente simili a quelle che agiscono sull'uomo, proprio no, solamente le proprie capacità.*
- (Conduce.. Ad una persona.)
*Sibilò quest'ultima parola dentro le loro menti con un tono diverso, negativo come le emozioni che trapelavano dai suoi occhi, ma anche decisamente più aspre e forti. Il riferimento era chiaro, forse un po' troppo, talmente tanto da far credere a Fuyuki che non si trattasse di lui ma solo un altro individuo che conoscevano tutti e due, la cui identità adesso gli sfuggiva dalle dita. Camminarono per un'altra manciata di minuti, finché finalmente il Bianco Ponte andò a congiungersi con una grande piattaforma del medesimo materiale, il cui diametro era di circa cinquanta metri. Non presentava segni particolari, eccezion fatta per il centro della pedana, in cui stranamente vi era un buco dalle moderate dimensioni, ma non solo, difatti, proprio sospeso sopra di questo vi erano tre spirali grandi poco più di un pugno messe a formare i vertici di una sorta di triangolo, composte da un forte chakra blu scuro dalle quali uscivano delle pesanti catene d'argento che andavano a stringersi verso l'unico individuo umano oltre Fuyuko di quel posto senza senso.
Kisho.
Era lui. Non era emaciato, nè sulla sua pelle nuda vi erano i segni di ferite o altro. Era in salute. Però non lo sembrava affatto, poiché le caviglie erano legate insieme dal minerale, così come i polsi, tirati verso l'esterno per immobilizzarlo. Non parlava, non diceva nulla, era impossibile pure guardarlo negli occhi, poiché in questi vi era posta una striscia di carta con delle rune scritte con dell'inchiostro color nero, i quali ricordavano moltissimo i sigilli utilizzati dai monaci per esorcizzare o uccidere i demoni.*
- (E' stato catturato da Fukuizuna, che, sotto il mio diretto ordine l'ha nascosto qui. Mh.. L'assalto di Kokuma, i cerchi si chiudono.)
*Fece una lunga pausa, osservando il prigioniero, ex portavoce dei Mustelidi, la stirpe dell'antico anziano per cui aveva dato tutte se stesso senza tirarsi mai indietro. Quello oramai era il nemico, nient'altro. Solo una triste ombra del passato, che pure se in quelle condizioni pietose riusciva sempre a ferire il suo animo già da tempo provato.*
- (Lui ora non prova niente. Non soffre. Non è soddisfatto. Nulla. Riposa... Riposa senza rendersi conto di farlo. E' incatenato in un sonno senza sogni.)
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