Eremo dei Cani, [Paese della Pietra]

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Mr. Bishop
view post Posted on 20/9/2012, 12:28     +1   -1




Hisashi, seduto a terra con le gambe incrociate in segno d'attesa, lasciò che i compagni, in una improvvisata sfilata, si alzassero per firmare il rotolo prima di tornare al proprio posto. Il primo ad alzarsi fu Hiro, che, senza bisogno di riflettere più di tanto sulla propria posizione rispetto ai limiti morali imposti da Hisashi ai firmatari del contratto, si procurò una lieve ferita ad un dito e traccio il suo nome accanto a quello del compaesano, che rispose al suo gesto e al giuramento pronunciatò con un largo sorriso: sapere che il suo compagno condivideva i suoi ideali lo rassicurava e rendeva quel patto ancora più importante da rispettare anche da parte sua. Quando Hiro tornò a sedersi, Kuro, che probabilmente aveva sfruttato quegli attimi di tranquillità per riflettere su quale fosse la scelta più saggia, si avvicinò al rotolo e feritosi a sua volta un polpastrello, lo sfregò sinuosamente sulla carta fino a formare il kanji che costituiva il proprio nome: Hisashi rispose con un cenno di fiducia; quelli però si era già voltato e aveva iniziato un breve monologo sul concetto di bene e di male, a detta sua relativo e quindi impossibile da delineare con le poche semplici parole usate dal genin della sabbia.
L'ultimo a prendere la parola fu lo sfregiato, che, nonostante non rivelò subito le proprie intenzioni, fece comprendere che non avrebbe firmato già dall'incipit del suo discorso, che criticava senza mezzi termini il modo di pensare del ninja della sabbia, secondo lui fondato sull'ottimismo tipico di chi non ha ancora realizzato di essere un burattino prigioniero delle dita dei suoi superiori, che ne controllano ogni passo privandolo della propria libertà.
Hisashi rimase ad ascoltare il suo discorso senza scomporsi minimamente: Kaito non gli era piaciuto fin dal primo momento e immaginava che il loro modo di pensare sarebbe stato tanto diverso quanto lo sono i villaggi in cui sono nati. Era felice che il ninja avesse dimostrato coerenza con il proprio pensiero e non si fosse lasciato dominare dalla bramosia di potere.


E così sono questi gli insegnamenti che vengono dati ai ninja del villaggio della nebbia: ogni speranza di migliorare il mondo, ogni baccello di ottimismo e di altruismo viene soffocato sul nascere nei cuori dei giovani per mantenere quell'equilibrio fondato sul sangue e sulla legge del più forte, equilibrio che le ha dato una triste fama in tutto il mondo. Probabilmente è un burattino nelle mani di qualcuno senza rendersene conto.

L'intervento di Fenrir, che dimostro comunque la propria fiducia e il proprio rispetto verso il ninja della nebbia, impedì alla discussione di proseguire, evitando che i toni, già accesi, sfociassero in qualcosa di ben più pericoloso. Quando quel figlio della fredda Kiri ebbe lasciato la stanza, Fenrir invitò l'ex-kage a compiere un ultimo sforzo e insegnare ai "cuccioli d'uomo", come li chiamava lui, la tecnica del richiamo, necessaria per ottenere prontamente l'aiuto dei loro compagni a quattro zampe. La tecnica sembrava semplice, almeno all'apparenza: oltre alla composizione dei sigilli, era necessario un piccolo tributo di sangue, quasi a voler rimarcare il patto fatto con quelle creature. Finita la preparazione il ninja doveva poggiare il palmo a terra e da una piccola nuvola di fumo sarebbe apparso all'improvviso il cane desiderato.
Hisashi si assicurò prima di tutto di avere memorizzato i sigilli, quindi si concentrò, li compose e, riaperta la ferita al dito che si era procurato per firmare il rotolo, schiacciò il palmo aperto contro il terreno, sperando di riuscire nell'impresa nel primo tentativo.
Purtroppo per lui non accadde nulla: la tecnica era diversa da quelle apprese in precedenza e richiedeva quantità di chakra differenti.


Devo usare più chakra: richiamare una creatura richiede un alto livello di concentrazione.

Ritentò nuovamente, stavolta stando attento al chakra che usava per la tecnica, assicurandosi di immetterne la giusta quantità, ma dimenticandosi di concentrare la propria attenzione sul cane che voleva apparisse di fronte a lui. Poggiò il palmo a terra con decisione e sicurezza di se, ma quando la nuvola si dissipò, un cucciolo nato da non più di qualche giorno, apparve davanti a lui: il piccolo, disorientato, cominciò a tastare l'aria con le narici, in cerca della madre perduta.

Hisashi - Oh, no... Cosa ho combinato?

Si guardò intorno spaesato, sperando che qualcuno dei presenti lo aiutasse a rimediare al grosso errore commesso: Kairi si avvicinò a lui senza essere spazientito, dato che spesso gli evocatori alle prime armi richiamavano, a causa della poca concentrazione, cani con pochi mesi di vita, e, composti in fretta alcuni sigilli, riportò il cucciolo alla madre.
Hisashi, nonostante l'imbarazzo per il fallimento della tecnica, non si diede per vinto: se non altro era riuscito ad evocare un cane, nonostante non fosse quello che sperava. Compose nuovamente i sigilli, concentrò la giusta quantità di chakra, focalizzò nella propria mente Bull, il grosso mastino dal manto grigio e concluse la tecnica colpendo il pavimento con la mano, che subito venne coperta da una grossa montagna di morbido fumo bianco.


Hisashi - Wow!!! Incredibile!!!

Sembrava davvero incredibile: il fumo, che andava sempre più dissipandosi, lasciò intravedere Bull, che era improvvisamente apparso di fronte a lui, con la sua espressione pacata e tranquilla ma soddisfatto dell'abilità del giovane Eremita. Hisashi, dal canto suo, nonostante fosse soddisfatto della riuscita della tecnica, respirava a fatica e aveva la fronte madida di sudore: probabilmente evocare una creatura più pesante richiedeva più concentrazione e Bull, secondo per stazza solamente a Fenrir, era davvero troppo per lui.
Anche Kuro e Hiro erano riusciti ad evocare un cane: non rimaneva che attendere le parole del saggio Fenrir e ascoltare quale sarebbe stato il loro prossimo compito.
 
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ecthelion della fontana
view post Posted on 20/9/2012, 15:26     +1   -1




//Non mi va di attendere la fine della ruolata al tempio per un misero post, quindi Baha, facciamo che il teletrasporto avviene fuori dall'eremo, dopo che ti è stato dato il tutto, anche perchè temporalmente avremmo dei problemi. Ah, vi beccate tutti 500exp per la quest e l'equip che viene ruolato gdr on. Bishop, a te l'onere di aggiornarti gli equipp del regolamento che sei mod oltre che eremita.//

Dopo alcuni tentativi falliti tutti e tre i ninja rimasti riuscirono ad evocare un canide ai loro piedi ed il sannin che li stava guardando assieme alla squadra di cani ninja al completo non potè che rimanerne soddisfatto per la rapidità con cui i tre avevano imparato i sigilli ed a dosare il chakra. Una così buona padronanza della tecnica si poteva spiegare in due modi: o l'elevato grado di allenamento degli shinobi, cosa alquanto difficile visto il loro rango, oppure l'affinità che già si era cominciata a creare. Decise perciò di mostrar loro anche come sciogliere il richiamo, sicuro che avrebbero impiegato ben pochi secondi per memorizzare quei due sigilli e soprattutto considerando l'infima quantità di energia necessaria, davvero una goccia. Non fu necessario lo provassero, anche perchè le creature sarebbero ritornate all'eremo, luogo in cui erano ancora e quindi non vi sarebbe stata alcuna differenza tale da permettere di capire se la tecnica fosse o meno andata in porto. Avrebbero dovuto provarla nelle loro terre, durante gli allenamenti con i nuovi amici a quattro zampe e solo allora quantificare le loro abilità.
Presi dall'allenamento non notarono la mancanza del sommo canide che si era allontanato dall'atrio per sbrigare altre faccende importanti. Tornò alcuni minuti dopo che il sannin ebbe completato di mostrar loro le varie teciche e fra le fauci reggeva un fagotto azzurro all'apparenza pesante. Lo depose a terra e questi si aprì poichè non era legato in sommità. La stoffa azzurra in realtà era una casacca al cui interno si trovavano due guanti ed una maschera con le fattezze di lupo, molto rassomiglianti all'anziana evocazione, signora dell'eremo che proprio allora parlò.


Ecco i tesori del nostro eremo, quelli che le volpi avrebbero voluto rubare. Vi potranno aiutare nel vostro cammino da shinobi e perciò vorremo accettaste questo dono. Shiro-kun, eccoti questa casacca azzurra simile in tutto e per tutto a quella del coraggioso Pakkun, possa proteggerti dagli avversari qualora riescano ad aggirare anche le tue potenti difese di sabbia.
Kuro il libero, eccoti dei guanti. Sembrano una inezia ma bilanceranno molto i tuo colpi, siano essi affondi di spada o fendenti. Ed inoltre potrai utilizzarli per colpire e ferire a mani nude: avrai un arma inaspettata per volgere a tuo favore eventuali battaglie.
E tu Hisashi, giovane eremita, ricevi questa maschera fatta a mia somiglianza secoli fa che racchiude il chakra di tutti gli eremiti precedenti, fra cui Kairi stesso. La sua foggia rassicuri gli amici tuoi e nostri e spaventi ogni nemico che incontrerai sulla tua strada. e che l'abilità di manipolare il katon degli Uchiha possa aiutarti nel tuo cammino.


Finita quella breve cerimonia i vari abitanti dell'eremo tornarono alle loro mansioni, l'ex eremita si diresse a riposare nella sua cella ed i tre rimasti indossarono i nuovi equipaggiamenti. Non avevano combattuto veramente, ma potevano notare di essere migliorati in quella guerra illusoria, non avevano guadagnato soldi portando a termine una missione ma avevano trovato validi amici oltre che alleati ed uno di essi poteva già essere sicuro di aver scritto il suo nome nella storia: Hisashi, ninja di Suna ed eremita dei cani. Ma non doveva accontentarsi: la sua storia, poteva, anzi, doveva, divenire leggenda.

//Esatto, è finita. Siete liberi. Spero vi siate divertiti e scusiate la lunghezza della quest, ho fatto del mio meglio, spero sia bastato. Ah, se potete/volete, lasciate un commento sull'operato che sicuramente è cosa gradita.//
 
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view post Posted on 22/9/2012, 18:24     +1   -1
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Era terminato finalmente. Il calvario per raggiungere la meta tanto ambita era terminato. Era riuscito a ricevere il permesso di firmare per diventare un evocatore, adesso era senz'altro più forte e senza ombra di dubbio poteva contare su un valido aiuto durante i suoi combattimenti. Con facilità ora riusciva ed evocare il più piccolo dei cani ninja, ma forse il più saggio: il piccolo Pakkun. Non si doveva più preoccupare, adesso poteva far affidamento su due orecchie e due occhi in più nei suoi rarissimi scontri e nelle sue missioni. Oltre alla firma, ricevette anche l'onere di indossare un equipaggiamento speciale, forgiati dai cani stessi, rappresentati loro abiti o armi. A Kuro fu assegnato un paio di guanti piuttosto piccoli ma molto ergonomici. Erano formati da un piccolo manto con degli artigli, l'avrebbero aiutato in eventuali attacchi senza la sua Shinso. Posate le braccia lungo i fianchi, potè finalmente riprendere la sua vita. Osservò Fenrir ringraziandolo con lo sguardo, per poi passare i suoi gelidi occhi verso i due ragazzi di Suna, con il quale aveva avuto un battibecco poco prima.

Staccando i piedi da terra, risalì in volo la gradinata, lasciandosi alle spalle un'altra avventura, una delle più formative della sua vita.


GdROff -Bene! Piccolo post per chiudere in bellezza, il resto lo farò a casa di Kuro. Questo l'ho fatto soprattutto per dare una mia piccola valutazione alla quest, che, sebbene duratura e ricca di miei assenza, s'è rivelata molto bella e divertente da ruolare. Bella Dave!- GdROn
 
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view post Posted on 26/9/2012, 23:41     +1   -1

lo cavalier del Gangbang!!

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Tutti elencarono i loro desideri, chiesero di tutto da desideri egoistici di chi voleva il potere a chi voleva la pace nel mondo, alcuni giurarono di servire il dio e di diventare un suo strumento, altri invece come Hiro più dubbiosi e scettici sulla bontà di quel Dio, esposero le loro perplessità, mentre Hiro si limitò a chiederne le intenzioni, altri chiesero di rimandarli a casa, mentre addirittura uno gli chiese di annullare la sua presenza per sempre. Mancavano solo i desideri dei due ninja di Iwa che gli avevano evocati, non ci volle molto tempo perchè anche loro esprimessero i loro desideri, mentre il primo chiese di riavere indietro la figlia morta, l'altro chiese il desiderio più egoistico e crudele di tutti, annullare i desideri degli altri e diventare il Re di tutto.

Che grandissimo Bastardo!!

Hiro era molto arrabbiato, aveva espresso il suo desiderio in modo da annullare anche il desiderio del suo compaesano, era una cosa da infami, aveva tradito così la fiducia di un uomo che voleva solo la figlia indietro. Hiro odiava quel tipo di persone, era pronto a dire la sua quando un movimento proveniente dal tempio lo paralizzò, non riuscì più a muoversi ne a dire niente, rimase impotente ad osservare la scena che da li a poco si sarebbe svolta, l'intera zona riprese a tremare a causa di quel Dio, pochi istanti dopo il marchio sul petto di Hiro come quello di tutti gli altri prescelti, iniziò a brillare svanendo piano piano e causando allo stesso tempo un dolore atroce.
Quello che accadde poi Hiro non se lo sarebbe mai più scordato per il resto della vita, aveva fatto ipotesi paranoiche sulle intenzioni di quel Dio sul fatto che gli avesse attirati lì per approfittarsi di loro, non ci era andato molto lontano, l'unica cosa che non avrebbe mai pensato nemmeno nelle peggiori fantasie, era lo scopo per cui gli aveva attirati in quel luogo.
Due mani enormi spuntarono dal buio antro del tempio e afferrarono gli stipiti dell'immensa porta di quel santuario, poi una terza mano spuntò dal nulla e schiacciò quella che era la sua più fedele servitrice, la donna di porcellana che aveva annunciato la sua venuta e aveva marchiato i prescelti, purtroppo per loro però le azioni di quella Divinità non terminarono lì, da quell'infinità oscurità fuoriuscì anche un terribile volto. Era l'essere più terrificante che il sunese avesse mai visto, peculiarità erano i tredici occhi viola, sei da un lato, sei dall'altro e un'enorme occhio al centro.
Poco dopo parlò, quelle parole scossero nel profondo il ninja albino, sia per l'effetto dell'aura millenaria del Dio, sia per il significato di quelle parole.


Watashi Sapete... Quale è... Il mio desiderio?........ MANGIARE!!!!

Mentre diceva quelle terribili parole, le gigantesche mani ruppero i cardini della porta e subito dopo afferrarono il ninja di Iwa, colui che aveva espresso l'ultimo desiderio, la bocca di quell'essere divino si aprì e azzannò quel deprecabile ninja, enormi denti viola penetrarono nella sua carne e gli staccarono la testa. Hiro rimase paralizzato dal terrore, li aveva marchiati e fatti venire in quel luogo solo per nutrirsi di loro, loro erano semplicemente il suo cibo, quella rivelazione lo agghiacciò, il ragazzo non era più in grado di fare niente, osservò quello che accadde dopo come se fosse uno spettatore all'esterno del suo corpo, incapace di muoversi, incapace i parlare, l'unica cosa che poteva fare era osservare quel Dio che si nutriva di uno di loro.

Mentre tutti si fecero prendere dal panico, solo uno mantenne la lucidità capì quello che stava succedendo mentre gli occhi della bestia ora puntavano lui, urlò una semplice parola fuggite, quell'uomo a differenza del suo compagno, era di cuore puro e in quella situazione si stava preoccupando per loro, una delle grosse mani di Watashi cercò di schiacciarli, ma per fortuna non fece in tempo, come prima era successo in un attimo si ritrovò dall'essere di fronte alla visione più terrificante che avesse mai visto, a trovarsi di poco fuori dall'eremo al sicuro. Sapeva quello che era successo, come era stato salvato, aveva appena imparato quella tecnica, l'uomo aveva semplicemente sciolto il richiamo e gli altri undici ninja erano tornati in salvo dove si trovavano prima della convocazione, così fu ancora per Hiro, ancora scosso e se possibile ancora più pallido del normale, terrorizzato e sconvolto da quello che era appena accaduto.
Il suo amico era li vicino, probabilmente si era guardato attorno alla sua ricerca ed ora l'aveva visto comparire davanti ai suoi occhi, sicuramente Hisashi gli disse qualcosa, ma Hiro non lo udì, troppo sconvolto e paralizzato dalla paura non riusciva a riprendersi, gli ci vollero parecchi minuti per riguadagnare il senno e un minimo di compostezza. Si accorse che il suo amico, il nuovo eremita dei cani lo osservava preoccupato, il sunese sapeva che avrebbe dovuto spiegargli tutto, seppur ancora tentennante parlò e raccontò tutto quello che era accaduto in quei pochi ma tremendi minuti che aveva appena vissuto, sapeva che se si fosse tenuto tutto dentro, sarebbe impazzito.


Un Fiume di parole uscirono dalla bocca del ragazzo, raccontò tutto fin nei minimi dettagli, sapeva che quel Dio non si sarebbe fermato che era malvagio e che sicuramente avrebbe cercato di fare del male ancora e ancora, ma in quel momento il suo pensiero era per quel coraggioso ninja della Roccia che gli aveva salvato la vita.


Era un grande ninja, si è sacrificato per salvarci tutti....

Sapeva che era morto, non avrebbe potuto sfuggire alla furia di quella Divinità, ma loro per il momento ce l'avevano fatta, sapeva anche che non era finita, quel Watashi non si sarebbe fermato lì, quasi a conferma di quello i suoi occhi videro una marea scura investire ogni luogo lì intorno, non aveva nessun dubbio che fosse opera sua, si trovava dalla parte opposta rispetto al tempio eppure in pochi minuti quella marea densa e opprimente era giunta fin lì, quello che aveva appena vissuto era solo l'inizio di una serie di tragedie che probabilmente avrebbero colpito tutto il mondo.
Quella visione fece riprendere improvvisamente il ninja della sabbia, armato di una nuova determinazione si rialzò e parlò nuovamente all'amico.


Hisashi dobbiamo fermarlo, dobbiamo fare qualcosa per impedire che il male che questo Watashi vuole spargere in tutto il mondo venga annientato.... e poi.... in qualche modo.... trovare il modo di uccidere questo Fottuto Dio del Cazzo!!!

Hiro conosceva abbastanza bene Hisashi, sapeva che era di buon cuore e che di certo sarebbe stato d'accordo con lui sul fermare tutto questo immenso casino creato da quella pazza divinità ed infine uccidere la causa stessa di tutto questo male, Watashi.
 
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Mr. Bishop
view post Posted on 28/9/2012, 15:44     +1   -1




Era adesso giunto il momento più solenne, l'ultimo atto di quella avventura che, per i tre ninja, rappresentava un punto di partenza e non uno d'arrivo. Fenrir si avvicinò a loro, consegnandogli tre equipaggiamenti, appositamente selezionati per valorizzare i loro punti di forza e aiutarli in quello che sarebbe stato il loro cammino da quel momento in avanti.
Il primo a lasciare l'eremo fu Kuro, che rimanendo sulle sue "salutò" i due ninja di Suna con un gelido sguardo, prima di staccarsi nuovamente da terra e risalire la lunga e buia scalinata. Anche per Hisashi e Hiro, che avrebbero percorso insieme la via del ritorno, era giunto il momento di salutare: Hisashi con un leggero inchino salutò tutti i presenti, ringraziandoli ancora per i tanti doni e la tanta fiducia ricevuta e augurandosi di rivederli il prima possibile.
Ma quando i due ninja lasciarono l'eremo accadde un fatto davvero inspiegabile: si trovavano ancora in prossimità dell'antro della tana, quando Hiro, con il quale Hisashi stava commentando l'avventura che avevano appena vissuto, scomparve sotto i suoi occhi. La voce del compagno venne spezzata da un tonfo sordo e un attimo dopo si era volatilizzato nel nulla, lasciando solamente due orme sul terreno, accanto ad Hisashi.
Il ragazzo pensò inizialmente si trattasse di uno scherzo, ma per quanto il suo compaesano fosse forte, difficilmente sarebbe riuscito a scomparire nel nulla, senza lasciare alcuna traccia. Quasi a confermare la sua preoccupazione, dall'eremo gli corse incontro Pakkun, il piccolo Carlino dallo sguardo fiero, ligio al dovere e, nonostante il carattere tranquillo, desideroso di dimostrare il proprio valore, con un espressione che non faceva presagire nulla di buono.
Come qualunque altro cane, anche le evocazioni erano in grado di prevedere eventi catastrofici naturali, come terremoti o bufere, e, più in generale, i grandi pericoli: il cane raggiunse Hisashi con aria preoccupata e subito notò l'assenza di Hiro.


Pakkun - Hisashi-kun!!! Dove è finito Shiro-kun? Non era uscito con te? Mi manda Fenrir-sama: sente che qualcosa di terribile sta per accadere, vuole che resti con voi nei prossimi minuti...

Hisashi raccontò a Pakkun di come Hiro fosse scomparso davanti ai suoi occhi, ma, proprio mentre i due stavano preparando un piano di recupero, il genin riapparve nell'esatto punto in cui era scomparso: il suo volto era, per quanto possibile, più pallido del normale e l'espressione sconvolta ostentava l'orrore a cui aveva appena assistito e che del quale avrebbe presto raccontato ogni particolare ad Hisashi.

Hisashi - Hiro!!! Come stai? Che ti è successo?

Ci volle qualche minuto affinchè il povero genin, ancora sconvolto, riuscisse a mettersi seduto e, ansimante, raccontare ciò che era successo: il volto di Hisashi rifletteva la tragicità delle parole del controllore della sabbia, incredulo di fronte a ciò che quello gli raccontava.
A conferma delle sue parole, qualche attimo dopo che ebbe finito di pronunciarle, uno stuolo di esseri infernali, ombre intangibili che correvano silenziose nel cielo e sulla terra, coprì il sole e attraversò il loro corpi quasi senza notarli.
Il mondo era in guerra e l'onere di muovere le prime mosse in quella sfavorevole scacchiera sarebbe toccato proprio ai due genin di Suna.
Hisashi e Pakkun si guardarono increduli, poi il genin prese la parola.


Hisashi - Non c'è un attimo da perdere: credo che le nostre terre non affrontano un pericolo così grande ormai da secoli. Dobbiamo recarci al villaggio più vicino e parlare con il Kage. Pakkun, tu sarai di certo più veloce di noi: corri a Konoha e annuncia all'Hokage il nostro arrivo, dicendole che possediamo importanti informazioni. Noi dovremmo impiegare dalle tre alle quattro ore per raggiungere il villaggio della foglia, mantenendo un passo veloce. Sono certo che lei stessa provvederà ad avvisare il nostro villaggio.

Il cane-ninja non si fece ripetere le istruzioni affidategli due volte e, con un cenno del capo, lasciò i due ninja al loro destino, sfrecciando nella fitta foresta in direzione del suo obbiettivo, mentre i due genin attesero che Hiro fosse pronto per partire e, seguendo l'evocazione, si lanciarono alla volta di Konoha.
 
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view post Posted on 12/1/2017, 21:34     +1   -1
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GdrOff// Massì la posto qua che l'eremo sennò fa la muffa xD. Continua da "Mano contro Zampa", Quest di firma. //GdrOn



Fujie - Sessione Autogestita #2



激怒 Gekido - Furore
~ Tu non sai chi sono io. ~




*Per sua fortuna il saggio dei cani non si rivelò essere un tipo troppo permaloso e anzi, nonostante il suo brontolare Fujie lo inquadrò come uno in grado di stare al gioco e chissà, forse in un futuro non troppo lontano sarebbero finiti a fare una gara di freddure. Così, sempre più stupita dalle affinità che andava riscontrando in quel luogo, ci mise un po' ad abituarsi all'idea: il peggio tuttavia fu cercare di memorizzare nomi di ognuno, terminato il giro ne ricordava forse due o tre ma non avrebbe mollato nè avrebbe ripiegato affibbiando loro dei soprannomi - "I nomi sono importanti, vero Mahiru-chan?" - commentò tra se e se ripensando con nostalgia alla kunoichi di Taki.
Per qualche attimo si lasciò andare ai ricordi legati allo Shoji e dopo qualche accenno della storia con Pakkun tornò al suo memorizzare nomi. Punto e a capo la rossa ne invertì ancora qualcuno di tanto in tanto ma iniziava a fare dei progressi e dopo un'ora buona passata in quel modo alcuni di quei cani lasciarono il salone; i più pazienti iniziarono a mimare il significato del loro nomi per aiutarla e questo generando grande ilarità.*


"Hitsuji! No okay non è una pecora eee allora tu sei, aspetta aspetta HITSUJIKAI! Cane pastore, fiuu che fatica... Mh? Dov'è finito Kuro-san?"

*Esultando per il suo ultimo successo si accorse solo in quel momento della sua assenza - peccato - pensò, ma probabilmente la sua presenza era richiesta altrove e tutto sommato forse anche per lei era il caso di togliere il disturbo, il vecchio si era addormentato di nuovo. Fece un saluto generale e così Yasei che si affrettò nel terminare il rituale di annusarsi a vicenda il di dietro con i suoi simili. Con i nomi e gli odori ben stampati in mente i due furono accompagnati attraverso quel labirinto di gallerie e in prossimità dell'uscita ci tennero a raccomandarle di non divulgare le coordinate dell'eremo.*

"Ci mancherebbe, potete stare tranquilli, non una parola promesso."

*Mimando sigillò le labbra e poi svoltato l'angolo finalmente s'intravide la luce esterna filtrare in quella caverna. Non conoscendo la storia di quel posto Fujie non potè fare a meno di chiedersi perchè vivevano in un posto tanto buio, lei conosceva bene i cani e sapeva del loro bisogno di correre, si scavare e perchè no, tuffarsi nel fango - insomma - perchè vivevano relegati in un posto così cupo? Fu sul punto di chiedere al piccolo carlino ma una testata di Yasei sul di dietro la fermò. "Ma insomma ti sembra il modo.. e poi che c'è di male a chiedere?" ma il meta lupo non ne volle sapere di disturbare oltre quell'enorme clan e continuò a spingerla fino a raggiungere l'uscita ed essere illuminati dal sole. E che sole.. il cielo plumbeo non lasciava passare nemmeno un raggio e completamente coperto sembrava minacciare pioggia.
Così il duo si allontanò di qualche miglia verso est e annusando l'aria furono in grado di percepire l'incredibile carica statica che c'era nell'aria: stava per abbattersi una vera e propria tempesta tra quelle montagne e non avendo grande familiarità con quei luoghi avrebbero fatto bene ad allontanarsi il prima possibile. Sistemata la sciarpa nera al collo s'incamminò ma non fece in tempo a raggiungere una buona velocità che il suo passo rallentò fino quasi a fermarsi..*


"Ricordo i nomi e saprei riconoscere il loro odore tra mille ma i sigilli per il richiamo? Aaah, accidenti a lui! Me li ha mostrati una sola volta e non mi ha nemmeno lasciato provare.. anche se forse non avrebbe nemmeno funzionato evocarli dall'eremo.. all'eremo."

"Aaah ma perchè deve essere sempre tutto così complicato!"

*Combattuta sul da farsi si guardò indietro e poi di nuovo puntò a quel cielo minaccioso. La caverna era a malapena distinguibile da quella distanza ma non era la distanza il problema e nemmeno il temporale in arrivo: non voleva disturbare il branco per una cosa da nulla. Il guaio fu però che non poteva nemmeno restare con il dubbio e non sapendo come rintracciare Kuro alla fine decise che disturbare solo uno di loro tentando il richiamo era l'unica via percorribile, quantomeno avrebbe scoperto se ricordava bene i sigilli - senza dubbio era meglio farlo in un momento di tranquillità anzichè in una situazione critica in missione. Yasei limitandosi ad osservarla guaì quando la vide fallire la prima, la seconda e poi la terza volta e quando si vide incolpare per non essere stato attento finì per ignorarla: in fondo non era un problema suo e per quanto apprezzasse la compagnia di quei cani la sua gelosia permaneva, preferiva essere il suo unico compagno.*

"Con le tue scenate di gelosia non sei d'aiuto, dai com'era? Cinghiale, cane, uccello e poi?"

*Lei era uno shinobi "fisico", di quelli che preferivano ampiamente suonarle di santa ragione a mani nude o con le armi e non ricorrendo quasi mai al ninjutsu ricordare una nuova sequenza di sigilli le risultò piuttosto macchinoso. Per fortuna verso il ventesimo tentativo qualcosa iniziò a funzionare: sotto il suo palmo schiacciato a terra ci fu uno sbuffo biancastro, nessuna traccia dei segni neri che aveva visto comparire a Kuro ma fu un passo avanti. Stanca di consumare chakra per niente finì per sedersi a terra e lamentando al cielo la sua voce fu accompagnata dal suono sordo dell'ennesimo tuono. Il cielo brontolava e così il suo stomaco e alla fine fu probabilmente lo stimolo della fame a farla concentrare definitivamente, quando infatti si rialzò nei suoi occhi v'era una scintilla in più, una determinazione visibile solo negli occhi di un predatore affamato.*

"Dai, una volta ancora."

CtSo6XX


*Non seppe dire se questa volta fu la sequenza di sigilli ad essere giusta o se la tecnica riuscì grazie allo spirito con cui la effettuò, fatto stava che stavolta tutto filò liscio e oltre la nube di fumo biancastra avvertì una presenza di un certo rilievo e un odore vagamente familiare. Il successo del richiamo fu accompagnato dalla caduta delle prime gocce d'acqua che tintinnando sulla dura pietra andarono a bagnare il pelo di quell'ombra nera; era ben più grande di Yasei - che di suo era già abbastanza grande da poter essere cavalcato - questi era forse il doppio e in ogni caso più grande di qualsiasi altro cane o lupo avesse incontrato nei suoi quasi trent'anni di viaggio per il continente ninja.*

"A-hem.. ciao, scusa se ti h- "

"GRRHAAW!"

*Più profondo di un tuono il ringhio del Grande Lupo risuonò nella valle rocciosa che li circondava, gutturale la sua minaccia sovrastò il temporale stesso così come la voce della donna che mettendo le mani avanti tentò di scusarsi fin da subito per il disturbo. Non potè far altro che arretrare, passo dopo passo e quando fu con le spalle al muro il muso di Fenrir gli arrivò a un palmo dal naso: sentì il suo respiro profondo sulla pelle, umido e caldo gli soffiò in faccia e poi c'erano quelle sue zanne abnormi così terribilmente vicine.*

"N-non cerco rogne solo non ricordavo i sigilli per il richiamo e allora ho provato e provato e sei saltato fuori tu ma non volevo, voglio dire si, ma non pensavo che- "

*Stufo di sentirla blaterale la montagna di muscoli e pelo ringhiò e prese ad avanzare ancora. Non sapendo bene cosa fare Fujie rimase a guardarlo alzarsi sulle zampe posteriori e fissare quelle anteriori ben più in alto della sua testa e sentì le unghie affiliate come artigli graffiare la superficie verticale alle sue spalle. In breve la costrinse ad appiattirsi ancor di più sulla roccia e voltare la faccia.*

"Silenzio."

*Acconsentendo con un cenno della testa lei si lasciò annusare mentre dall'altra parte già zuppo da capo a piedi Yasei rimase immobile, pietrificato allo stesso modo della compagna e con la coda tra le gambe. Maestoso era maestoso ma perchè una reazione tanto aggressiva nei confronti di chi evidentemente aveva appena guadagnato la fiducia dalla sua stessa specie? Queste e altre centomila domande le frullarono in testa ma se conosceva bene il comportamento animale - e lo conosceva piuttosto bene - sapeva anche che non era il caso di contrariarlo oltre. Deglutendo dal nervoso si lasciò annusare e chiudendo gli occhi aspettò che fosse soddisfatto, era riuscito a sottometterla, non serviva dimostrare altro. Quando riaprì le palpebre si aspettò di incrociare di nuovo i suoi occhi dorati ma non fu così, aveva arretrato e dandogli le spalle adesso stava osservando il suo compagno.*

"Non muoverti, non un muscolo 'Jei, non so cos'ha di sbagliato questo qui ma non farlo."

*Grazie alla simbiosi che li univa Fujie percepì la frustrazione del compagno e l'imminente attacco, fu davvero sul punto di farlo ma grazie ai consigli di lei si limitò a mostrare i denti e poi abbassando le orecchie la imitò finendo per dare al più grande il controllo della situazione. A quel punto Fenrir si allontanò anche da lui e prima di sparire si voltò per fare i suoi avvertimenti.*

"Ne è passato di tempo da quando qualcuno è riuscito ad evocarmi ma bada bene kunoichi, non sarò mai il tuo cagnolino. Chiama solo quando necessario e forse andremo d'accordo. "

"Ma che problemi ha?"

"Kuro non mi ha parlato di te ma credo di capire perchè."

hiiHpnE

"Fedeltà. Amicizia. Rispetto. Ti sei guadagnata tutto questo firmando il patto di sangue con la mia specie ma non credere che tutto ti sia dovuto, così come li hai guadagnati puoi perderli.

Ho sentito parlare di te "Nashibi", non hai una buona fama tra gli umani, molti ti temono, altrettanti ti detestano.
"

*Nel vedersi descrivere Fujie fece una smorfia, non potè contraddirlo e tutto sommato non le importava cosa la gente pensava di lei ma quei cani.. loro adesso erano parte di lei e così come Yasei adesso erano parte della sua vita: non sentiva l'esigenza di doversi giustificare, gli amici si sostengono a vicenda, si apprezzano per quello che sono. Così, anch'ella bagnata da capo a piedi grazie a quella pioggia incessante si fece avanti di qualche passo - le mani in tasca - e per la prima volta da quando l'aveva evocato soppesò bene le sue parole.*

"Hai ragione ma non si può piacere a tutti, dico bene? "

*Un istante prima che sparisse, sotto l'abbaglio di un fulmine giurò di aver visto l'accenno di un sorriso sul suo muso, un'espressione tanto impercettibile quanto importante e che le diede l'impressione di aver colto nel segno: qualcosa in comune ce l'avevano.*



"... ..


.. ... ..


.. accidenti, non mi detto il suo nome.
"





GdrOff// Specifico per chi valuterà che ovviamente il pg non apprende il richiamo in questa sede ma nella quest, la sessione vuole essere un allenamento in quanto nella quest non ha avuto modo di metterla in pratica. E niente, avverto il disagio nell'evocare un'evo di questo rango così figa, spero di avergli reso giustizia :siga: //GdrOn



Edited by ~Angy. - 9/5/2020, 23:24
 
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view post Posted on 13/1/2017, 19:31     +1   -1
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|| Hai reso giustizia, tranquilla. Comunque si, mi pare tutto regolare (vuole essere un addestramento al sigillo d'evocazione, reso anche piuttosto bene). Se posso consigliarti, rileggi sempre e attenzione alla punteggiatura; per il resto beccati questi 1000 exp. ^^ ||
 
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view post Posted on 26/3/2018, 23:45     +1   -1
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GdrOff// Continua da "Il lupo perde il pelo ma non il vizio", Missione S Evento Kakusei //GdrOn



Fujie - Sessione Autogestita #4



餓鬼 Gaki
~ Fantasmi del passato ~




Tornati a Suna tutto sembrò procedere come sempre, ognuno a coltivare il proprio orticello e osservando dalla cima del suo tetto frondoso Fujie non riusciva a crederci. Dov'erano le lodi per quanto avevano fatto e rischiato, non fosse stato per loro Shukaku a quest'ora avrebbe inghiottito l'intero villaggio e avevano poco da dire che tra le fila di shinobi avevano grandi manipolatori della sabbia, a detta sua sarebbero stati del tutto inutili. Nessuno di loro aveva visto quello che avevano visto loro. Il demone era semplicemente troppo, troppo forte per essere battuto con tecniche convenzionali, il deserto del Paese del Vento non era solo la sua casa, era parte di lui. Fujie lo aveva capito quando lo aveva visto emergere da quel tunnel sovrastando le dune, era indomabile e quel che è peggio è che non bramava altro che la libertà - un po' come lei - ed erano quelle similitudini a farle sentire un grande dispiacere nel cuore per aver contribuito alla cattura. Suo malgrado non aveva avuto modo per interagirci e capirne la natura, era successo tutto talmente in fretta che non ne aveva avuto l'opportunità: finita prigioniera della sua sabbia era intervenuto il Kazekage con i suoi anbu portando a termine il rituale e si era preso tutto il merito. Gloria e lode a te grande Kage dei miei stivali, un applauso. Non che se ne stesse vantando figuriamoci, era per lo più una sua idea.

"Che seccatura accidenti.."

In un momento simile la frescura garantitagli dalla sua casa-albero non era abbastanza, non riusciva a ripararla dall'arsura che c'era, l'aria rarefatta e il puzzo di sudore che saliva dai bassifondi diveniva ogni minuto più insopportabile. Doveva allontanarsi dal deserto per un po', doveva disintossicarsi dalla sabbia.


* * * *


Raggiungere l'eremo fu quanto di meglio potesse fare in un momento simile, gli ci volle meno di mezza giornata al loro passo e al loro arrivo furono accolti da numerose code.. scondinzolanti.

"Wo ci sei anche tu Bull-kun, ti facevo ancora intento a scavare nel deserto."

"Divertente."

Alzando gli occhi al cielo il cagnone nero prese quella provocazione per quello che era, un modo scherzoso di approcciarsi e alla quale tuttavia ancora doveva abituarsi davvero. Sentendolo sbuffare sbucò dal branco una siluette decisamente più contenuta e la sua voce più acuta. Giovane.

"Eddai, non fare quel muso zietto."

Con una ventina di cani attorno la rossa faticò a individuare la fonte di quella vocina ma quando ci riuscì rimase davvero sorpresa e indicandola esclamò: "HA! Quanto sei cresciuta, sei davvero tu? " - di rimando il cucciolo di bull terrier s'impettì e passandole in mezzo alle gambe prese a scorrazzare li intorno come a voler giocare a rincorrersi. La prima volta che si erano visti era stato durante la terribile prova per firmare il sutra, l'eremita aveva preso le sue sembianze crescendo ogni minuto sempre più e continuando ad attaccarla con ferocia per testare la sua fiducia nei canidi; solo al termine della prova aveva capito che il cucciolo-non più cucciolo non aveva mai osato attaccarla.

"Dove credi di scappare Yorime, guarda che ti prendo se voglio."

Fiducia era il nindo dell'eremo e il legame che li univa a quella specie fantastica. Quel giorno decise di chiamare quel cucciolo Yori (頼) - Fiducia appunto - ma poi scoprì che era una femmina e considerando quanta importanza dava ai nomi per via della sua religione decise di limitarsi a storpiarlo in Yorime (より目) - letteralmente "strabica" o "più vedente" a mo' di battuta, questo per via della fisionomia particolare della testa nei cani della sua razza.

"Buhaha, così impari pulciosa, ti sta bene."

"Grrr! Fujie-chaan fallo smettere e poi va bene anche chiamarmi solo Yori, con un nome da maschio i miei fratelli la smetteranno di trattarmi da diversa."

"Nossignore. YO - RI - ME"

Apparendo di colpo alle sue spalle la raccolse da terra e sfregando le nocche sulla testolina bianca sillabò il suo nome.

"Oppure.. MACCHIA.. chiamami Macchia! Ho una macchia nera sull'occhio destro, è perfetto no?"

Ma la donna continuò a sfregare il suo pugno sulla testa e in men che non si dica l'antro principale di quei sotterranei si trasformò in un chiassoso raduno, tra abbai di ogni tonalità e ululati prolungati da parte di Yasei e gli altri cani lupo. Fu uno spasso ritrovarsi dopo le difficoltà affrontate durante la missione, Uhei ancora ferito riposava in disparte ma non per questo smise di agitare la coda. Poi però un brontolio sordo freezò tutto e un tremore profondo avvolse l'intera struttura che li ospitava.

"Avete finito?"

Silenzio. Tutti si fermarono al richiamo di Fenrir. Non si vide in giro ma Fujie e Yasei ne avvertirono la presenza nei dintorni e qualcuno giurò di aver visto un'ombra oltrepassare la stanza è lasciare tuttavia al contempo i fuochi delle torce bruciare placidi. Non si mosse una foglia nè un granello di polvere e nessuno osò parlare per diverso tempo, fu come se il capobranco incutesse troppo timore in tutti loro per tornare a far cagnara.

"Tsk, ma fa sempre così quello?"

Yorime se avesse potuto sbiancare più della tinta chiara del suo pelo l'avrebbe fatto, in compenso il pelo le si rizzò sulla schiena come e più di prima nonostante fosse corto.

"Che c'è, perchè mi fissate tutti così? Perchè non si fa una risata ogni tant-"


Una forza agghiacciante la colpì alla gola trascinandola fuori dalla caverna e atterrandola, non per questo smettendo di pesargli sulla giugulare. Apparso dal nulla il re dei cani l'aveva atterrata e con la sua zampa enorme la costringeva a terra avvicinando pericolosamente le fauci spalancate alla sua faccia. Una bestia così fiera eppure schiava di qualcosa che si annidava nel profondo del suo cuore e che non riusciva a comprendere.

"Ti avevo già messa in guardia, io non sono come voi."

"Ma c-che prhoblemi hhai amicho?"

"Non sono tuo amico. Non sono amico di nessuno."


Riuscendo a stento a parlare Fujie si vide schiacciare ancora, ad ogni pausa un cratere si aprì nella roccia sotto di lei spezzandole il fiato. Non riuscì a opporre resistenza e sollevando le mani sopra la testa fece capire al grande capo dal folto pelo nero che veniva in pace, non aveva cattive intenzione. Lui la fissò ancora più da vicino e come a fiutare i sui pensieri la lasciò andare solo quando sembrò accertarsi dell'autenticità del suo gesto. Portandosi le mani alla gola riprese fiato e rialzandosi fu presto raggiunta Yorime, Pakkun e altri compagni in pensiero per le sue condizioni. C'era mancato davvero poco stavolta.

"Nonono, no 'Jei, aspetta! Non farlo, non è colpa sua se è così, ne ha passate tante.. NON FARLO!"

"'JEI NO!!"

Sordo ai richiami il meta lupo rossiccio prese la rincorsa e ringhiando dal profondo si tuffò a testa bassa contro Fenrir dando inizio ad una battaglia senza esclusione di colpi. Tra morsi e zampate la lotta si prospettava impari, grosso almeno dieci volte dell'ospite Fenrir non dovette nemmeno faticare per andare in vantaggio. Dopo la spinta del rosso rotolarono giù dal pendio roccioso e continuarono ad attaccarsi senza sosta ma l'unico a venir ferito fu Yasei e ad ogni guaito Fujie soffrì con lui. Dalla cima lei si limitò a guardare e non perchè aveva paura di intromettersi ma perchè sapeva quanto quella rissa fosse importante per il suo compagno: avvertiva chiaramente il suo cuore in tumulto e nonostante le batoste non accennava a cedere, nel suo cuore il fuoco era più vivo che mai. Li imbambolata fu sul punto di chiedere aiuto agli altri cani ma restò muta ad osservare quella sfida tra titani.
Ciò che lo aveva spinto ad attaccare il capobranco del resto non era stato l'affronto a lei nè per la passata gelosia o per sfidarne la leadership del branco. Yasei vedeva Fenrir come rivale e quanto accaduto altro non era che un pretesto per mettersi alla prova.


Akia: "Hai davvero fiducia in lui."

Fumito: "Come ogni buon padrone no?" aggiunse l'altra con disprezzo

"No vi sbagliate, ne ho in entrambi."

Se perfino le anzi gemelle si erano scomodate dalla loro cuccia significava che lo scontro valeva davvero la pena di essere visto, probabilmente se fosse stato meno assonnato e impacciato anche il grande saggio dell'eremo si sarebbe allungato ad ammirarli.

"E' proprio quello che direbbe il vecchio Jōkyū."

"Non per spezzare le vostre illusioni ma non credete sia meglio fermarli prima che sia troppo tardi? Non sono certa che Fenrir sappia controllarsi.. Fujie-san, sai cosa gli accadde non è vero?"

Chiese seria la gemella più acida delle due mentre un'onda d'urto arrivò a farle piegare le orecchie all'indietro facendo tintinnare l'orecchino d'oro.
Il silenzio della kunoichi valse più di mille parole e il fatto che si fidasse ugualmente di Fenir la diceva lunga sulla fiducia che riponeva nel grande lupo. O forse era solo folle, chissà.


"Sai almeno come si è procurato la cicatrice che ha sul dorso?"

"Fenrir non è una creatura come le altre. La sua discendenza è legata alla nostra, ma sulle sue spalle grava il peso di un'intera specie estinta.."

A quell'ultima parole la cagnolina ottenne tutta la sua attenzione, le iridi dorate della donna per un attimo abbandonarono lo scontro tra i due lupi e si focalizzarono sul passato che stava per esserle rivelato: un passato che nonostante tutto Fenrir non poteva nascondere. Fatta leggenda, l'origine del suo stesso nome era portatore di un peso inimmaginabile e nello scoprire di come era stato manipolato dall'uomo e poi tradito non potè che comprenderlo ancor di più. Nel caso di Fujie erano stati i suoi simili a tradirla, gli uomini, nel caso del Grande Lupo era stato il suo padrone e affabulatore e da allora ogni cento anni l'eremo era costretto ad affrontare l'incubo della sua frustrazione: il suo istinto distruttivo tornava a galla memore di quanto aveva fatto ai suoi simili.
Quando Akia terminò, la rossa si decise a raggiungerli e saltando dal precipizio lasciò dietro di se lacrime calde.

L'ultima cosa che avvertì Yasei fu un profondo rimpianto, un dolore non suo e nemmeno di Fujie allargarsi lungo la cassa toracica già livida. Guaì ancora ma proprio quando l'oscuro gli fu addosso fu avvolto da un'immenso fuoco, un'aura fatta di pura luce. Il chakra dell'Okami prese a scorrere in lui e in lei fino a che non fu in loro.
Diventati uno abbracciarono la belva fin quasi a stritolarla.


"Basta così"

Non una donna, non un lupo.
Non uno strumento divino, non demone infernale.
Queste le prime definizioni che venivano in mente osservando la loro trasformazione, raggiunta la grandezza di Fenrir la creatura presentava uno scheletro umanoide ma tutto il resto era animale, la robustezza della muscolatura, la testa, gli artigli, la coda. Rossi più del fuoco, i due, altri non erano che la reincarnazione dell'Okami, solo da qualche tempo erano riusciti a governare quella forma.


"Voi.. cosa siete?"

"Non siamo poi così diversi adesso vero? "

La voce profonda faceva eco, come se a parlare fossero in due o forse più individui. O spiriti, pensò impressionato Fenrir nell'udire quella particolarità. Altresì il Nero non potè che specchiarsi con la propria essenza, lui che era stato spinto a divorare così tanti dei suoi simili.. Poi d'improvviso tuonò.

"AKIA! Proprio non sai tenere chiuso quel muso da persiano che ti ritrovi!? Avanti, lasciami andare e forse non ti staccherò la testa a morsi."

Tra il disagio per quanto era stato rivelato sul suo passato e l'inaspettata trasformazione, Fenrir si trovò ancor più stretto nella morsa. Le zampe che lo tenevano prigioniero tuttavia alla fine allentato la presa, non più stritolante volle trasmettere in qualche modo astruso la sua vicinanza alla sofferenza del lupo: l'Okami, lo spirito divino del lupo espresse così la compassione per il suo simile.
Di nuovo con la terra sotto le zampe Fenrir fu sul punto di caricare ma qualcosa lo trattenne e voltandogli le spalle la sua figura si dissolse in una nube di oscurità galleggiante. Aveva bisogno di stare da solo con i propri demoni adesso.



* * * *


Di nuovo scisso il duo di Suna fu accompagnato all'interno dell'eremo e particolari attenzioni furono dedicate alle ferite riportate da Yasei che sembrò sul punto di non farcela. I canini di Fenrir erano penetrati in profondità danneggiandogli gli organi interni e anche le cure di un medico come Fujie non servirono a stabilizzarlo in fretta.

"Promettimi che la prossima volta che tornerai a trovarci non ve le suonate ancora di santa ragione."

"Chissà Bull, potrei sempre fermarmi a chiedere al vecchio Jōkyū-sama delle cicatrici che ha sul dorso."

"E no eh! Prima di quel giorno mi assicurerò che resti sveglio così a lungo che non riuscirà nemmeno ad aprire gli occhi e sentirti arrivare."

Ne risero tutti e lui guardandosi attorno come a dire a chiedersi cosa aveva detto di così divertente tentò goffamente di farli smettere - "Grazie di tutto ragazzi". Ancora malandato e fasciato come una mummia Yasei si mise in piedi e abbaiò come a ribadire il concetto. Erano una famiglia ormai e volente o nolente avrebbero costretto anche Fernir ad entrarci. Avviandosi verso casa avvertirono la sua presenza tra le rocce in cima all'entrata della loro casa e pur senza voltarsi a scorgere la sua figura Fujie alzò un braccio in segno di saluto.


GdrOff// gae mi perdonerà le traduzioni fatte a cazzo :flower: //GdrOn



Edited by ~Angy. - 9/5/2020, 23:25
 
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view post Posted on 27/3/2018, 15:02     +1   -1
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Ok! Bella lettura, scorrevole e piacevole. Ti segnalo giusto la presenza di alcuni errori e la mancanza di alcune virgole, ma nel complesso è un bel lavoro. Adesso sono curioso di scoprire la storia di Fenrir. :asd:

1000 Punti Exp.

See yà!
 
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263 replies since 13/4/2008, 20:32   5589 views
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