Eremo dei Cani, [Paese della Pietra]

« Older   Newer »
  Share  
~Angy.
view post Posted on 26/3/2018, 23:45 by: ~Angy.     +1   -1
Avatar

♫ Peace ♫

Group:
Member
Posts:
67,179

Status:


GdrOff// Continua da "Il lupo perde il pelo ma non il vizio", Missione S Evento Kakusei //GdrOn



Fujie - Sessione Autogestita #4



餓鬼 Gaki
~ Fantasmi del passato ~




Tornati a Suna tutto sembrò procedere come sempre, ognuno a coltivare il proprio orticello e osservando dalla cima del suo tetto frondoso Fujie non riusciva a crederci. Dov'erano le lodi per quanto avevano fatto e rischiato, non fosse stato per loro Shukaku a quest'ora avrebbe inghiottito l'intero villaggio e avevano poco da dire che tra le fila di shinobi avevano grandi manipolatori della sabbia, a detta sua sarebbero stati del tutto inutili. Nessuno di loro aveva visto quello che avevano visto loro. Il demone era semplicemente troppo, troppo forte per essere battuto con tecniche convenzionali, il deserto del Paese del Vento non era solo la sua casa, era parte di lui. Fujie lo aveva capito quando lo aveva visto emergere da quel tunnel sovrastando le dune, era indomabile e quel che è peggio è che non bramava altro che la libertà - un po' come lei - ed erano quelle similitudini a farle sentire un grande dispiacere nel cuore per aver contribuito alla cattura. Suo malgrado non aveva avuto modo per interagirci e capirne la natura, era successo tutto talmente in fretta che non ne aveva avuto l'opportunità: finita prigioniera della sua sabbia era intervenuto il Kazekage con i suoi anbu portando a termine il rituale e si era preso tutto il merito. Gloria e lode a te grande Kage dei miei stivali, un applauso. Non che se ne stesse vantando figuriamoci, era per lo più una sua idea.

"Che seccatura accidenti.."

In un momento simile la frescura garantitagli dalla sua casa-albero non era abbastanza, non riusciva a ripararla dall'arsura che c'era, l'aria rarefatta e il puzzo di sudore che saliva dai bassifondi diveniva ogni minuto più insopportabile. Doveva allontanarsi dal deserto per un po', doveva disintossicarsi dalla sabbia.


* * * *


Raggiungere l'eremo fu quanto di meglio potesse fare in un momento simile, gli ci volle meno di mezza giornata al loro passo e al loro arrivo furono accolti da numerose code.. scondinzolanti.

"Wo ci sei anche tu Bull-kun, ti facevo ancora intento a scavare nel deserto."

"Divertente."

Alzando gli occhi al cielo il cagnone nero prese quella provocazione per quello che era, un modo scherzoso di approcciarsi e alla quale tuttavia ancora doveva abituarsi davvero. Sentendolo sbuffare sbucò dal branco una siluette decisamente più contenuta e la sua voce più acuta. Giovane.

"Eddai, non fare quel muso zietto."

Con una ventina di cani attorno la rossa faticò a individuare la fonte di quella vocina ma quando ci riuscì rimase davvero sorpresa e indicandola esclamò: "HA! Quanto sei cresciuta, sei davvero tu? " - di rimando il cucciolo di bull terrier s'impettì e passandole in mezzo alle gambe prese a scorrazzare li intorno come a voler giocare a rincorrersi. La prima volta che si erano visti era stato durante la terribile prova per firmare il sutra, l'eremita aveva preso le sue sembianze crescendo ogni minuto sempre più e continuando ad attaccarla con ferocia per testare la sua fiducia nei canidi; solo al termine della prova aveva capito che il cucciolo-non più cucciolo non aveva mai osato attaccarla.

"Dove credi di scappare Yorime, guarda che ti prendo se voglio."

Fiducia era il nindo dell'eremo e il legame che li univa a quella specie fantastica. Quel giorno decise di chiamare quel cucciolo Yori (頼) - Fiducia appunto - ma poi scoprì che era una femmina e considerando quanta importanza dava ai nomi per via della sua religione decise di limitarsi a storpiarlo in Yorime (より目) - letteralmente "strabica" o "più vedente" a mo' di battuta, questo per via della fisionomia particolare della testa nei cani della sua razza.

"Buhaha, così impari pulciosa, ti sta bene."

"Grrr! Fujie-chaan fallo smettere e poi va bene anche chiamarmi solo Yori, con un nome da maschio i miei fratelli la smetteranno di trattarmi da diversa."

"Nossignore. YO - RI - ME"

Apparendo di colpo alle sue spalle la raccolse da terra e sfregando le nocche sulla testolina bianca sillabò il suo nome.

"Oppure.. MACCHIA.. chiamami Macchia! Ho una macchia nera sull'occhio destro, è perfetto no?"

Ma la donna continuò a sfregare il suo pugno sulla testa e in men che non si dica l'antro principale di quei sotterranei si trasformò in un chiassoso raduno, tra abbai di ogni tonalità e ululati prolungati da parte di Yasei e gli altri cani lupo. Fu uno spasso ritrovarsi dopo le difficoltà affrontate durante la missione, Uhei ancora ferito riposava in disparte ma non per questo smise di agitare la coda. Poi però un brontolio sordo freezò tutto e un tremore profondo avvolse l'intera struttura che li ospitava.

"Avete finito?"

Silenzio. Tutti si fermarono al richiamo di Fenrir. Non si vide in giro ma Fujie e Yasei ne avvertirono la presenza nei dintorni e qualcuno giurò di aver visto un'ombra oltrepassare la stanza è lasciare tuttavia al contempo i fuochi delle torce bruciare placidi. Non si mosse una foglia nè un granello di polvere e nessuno osò parlare per diverso tempo, fu come se il capobranco incutesse troppo timore in tutti loro per tornare a far cagnara.

"Tsk, ma fa sempre così quello?"

Yorime se avesse potuto sbiancare più della tinta chiara del suo pelo l'avrebbe fatto, in compenso il pelo le si rizzò sulla schiena come e più di prima nonostante fosse corto.

"Che c'è, perchè mi fissate tutti così? Perchè non si fa una risata ogni tant-"


Una forza agghiacciante la colpì alla gola trascinandola fuori dalla caverna e atterrandola, non per questo smettendo di pesargli sulla giugulare. Apparso dal nulla il re dei cani l'aveva atterrata e con la sua zampa enorme la costringeva a terra avvicinando pericolosamente le fauci spalancate alla sua faccia. Una bestia così fiera eppure schiava di qualcosa che si annidava nel profondo del suo cuore e che non riusciva a comprendere.

"Ti avevo già messa in guardia, io non sono come voi."

"Ma c-che prhoblemi hhai amicho?"

"Non sono tuo amico. Non sono amico di nessuno."


Riuscendo a stento a parlare Fujie si vide schiacciare ancora, ad ogni pausa un cratere si aprì nella roccia sotto di lei spezzandole il fiato. Non riuscì a opporre resistenza e sollevando le mani sopra la testa fece capire al grande capo dal folto pelo nero che veniva in pace, non aveva cattive intenzione. Lui la fissò ancora più da vicino e come a fiutare i sui pensieri la lasciò andare solo quando sembrò accertarsi dell'autenticità del suo gesto. Portandosi le mani alla gola riprese fiato e rialzandosi fu presto raggiunta Yorime, Pakkun e altri compagni in pensiero per le sue condizioni. C'era mancato davvero poco stavolta.

"Nonono, no 'Jei, aspetta! Non farlo, non è colpa sua se è così, ne ha passate tante.. NON FARLO!"

"'JEI NO!!"

Sordo ai richiami il meta lupo rossiccio prese la rincorsa e ringhiando dal profondo si tuffò a testa bassa contro Fenrir dando inizio ad una battaglia senza esclusione di colpi. Tra morsi e zampate la lotta si prospettava impari, grosso almeno dieci volte dell'ospite Fenrir non dovette nemmeno faticare per andare in vantaggio. Dopo la spinta del rosso rotolarono giù dal pendio roccioso e continuarono ad attaccarsi senza sosta ma l'unico a venir ferito fu Yasei e ad ogni guaito Fujie soffrì con lui. Dalla cima lei si limitò a guardare e non perchè aveva paura di intromettersi ma perchè sapeva quanto quella rissa fosse importante per il suo compagno: avvertiva chiaramente il suo cuore in tumulto e nonostante le batoste non accennava a cedere, nel suo cuore il fuoco era più vivo che mai. Li imbambolata fu sul punto di chiedere aiuto agli altri cani ma restò muta ad osservare quella sfida tra titani.
Ciò che lo aveva spinto ad attaccare il capobranco del resto non era stato l'affronto a lei nè per la passata gelosia o per sfidarne la leadership del branco. Yasei vedeva Fenrir come rivale e quanto accaduto altro non era che un pretesto per mettersi alla prova.


Akia: "Hai davvero fiducia in lui."

Fumito: "Come ogni buon padrone no?" aggiunse l'altra con disprezzo

"No vi sbagliate, ne ho in entrambi."

Se perfino le anzi gemelle si erano scomodate dalla loro cuccia significava che lo scontro valeva davvero la pena di essere visto, probabilmente se fosse stato meno assonnato e impacciato anche il grande saggio dell'eremo si sarebbe allungato ad ammirarli.

"E' proprio quello che direbbe il vecchio Jōkyū."

"Non per spezzare le vostre illusioni ma non credete sia meglio fermarli prima che sia troppo tardi? Non sono certa che Fenrir sappia controllarsi.. Fujie-san, sai cosa gli accadde non è vero?"

Chiese seria la gemella più acida delle due mentre un'onda d'urto arrivò a farle piegare le orecchie all'indietro facendo tintinnare l'orecchino d'oro.
Il silenzio della kunoichi valse più di mille parole e il fatto che si fidasse ugualmente di Fenir la diceva lunga sulla fiducia che riponeva nel grande lupo. O forse era solo folle, chissà.


"Sai almeno come si è procurato la cicatrice che ha sul dorso?"

"Fenrir non è una creatura come le altre. La sua discendenza è legata alla nostra, ma sulle sue spalle grava il peso di un'intera specie estinta.."

A quell'ultima parole la cagnolina ottenne tutta la sua attenzione, le iridi dorate della donna per un attimo abbandonarono lo scontro tra i due lupi e si focalizzarono sul passato che stava per esserle rivelato: un passato che nonostante tutto Fenrir non poteva nascondere. Fatta leggenda, l'origine del suo stesso nome era portatore di un peso inimmaginabile e nello scoprire di come era stato manipolato dall'uomo e poi tradito non potè che comprenderlo ancor di più. Nel caso di Fujie erano stati i suoi simili a tradirla, gli uomini, nel caso del Grande Lupo era stato il suo padrone e affabulatore e da allora ogni cento anni l'eremo era costretto ad affrontare l'incubo della sua frustrazione: il suo istinto distruttivo tornava a galla memore di quanto aveva fatto ai suoi simili.
Quando Akia terminò, la rossa si decise a raggiungerli e saltando dal precipizio lasciò dietro di se lacrime calde.

L'ultima cosa che avvertì Yasei fu un profondo rimpianto, un dolore non suo e nemmeno di Fujie allargarsi lungo la cassa toracica già livida. Guaì ancora ma proprio quando l'oscuro gli fu addosso fu avvolto da un'immenso fuoco, un'aura fatta di pura luce. Il chakra dell'Okami prese a scorrere in lui e in lei fino a che non fu in loro.
Diventati uno abbracciarono la belva fin quasi a stritolarla.


"Basta così"

Non una donna, non un lupo.
Non uno strumento divino, non demone infernale.
Queste le prime definizioni che venivano in mente osservando la loro trasformazione, raggiunta la grandezza di Fenrir la creatura presentava uno scheletro umanoide ma tutto il resto era animale, la robustezza della muscolatura, la testa, gli artigli, la coda. Rossi più del fuoco, i due, altri non erano che la reincarnazione dell'Okami, solo da qualche tempo erano riusciti a governare quella forma.


"Voi.. cosa siete?"

"Non siamo poi così diversi adesso vero? "

La voce profonda faceva eco, come se a parlare fossero in due o forse più individui. O spiriti, pensò impressionato Fenrir nell'udire quella particolarità. Altresì il Nero non potè che specchiarsi con la propria essenza, lui che era stato spinto a divorare così tanti dei suoi simili.. Poi d'improvviso tuonò.

"AKIA! Proprio non sai tenere chiuso quel muso da persiano che ti ritrovi!? Avanti, lasciami andare e forse non ti staccherò la testa a morsi."

Tra il disagio per quanto era stato rivelato sul suo passato e l'inaspettata trasformazione, Fenrir si trovò ancor più stretto nella morsa. Le zampe che lo tenevano prigioniero tuttavia alla fine allentato la presa, non più stritolante volle trasmettere in qualche modo astruso la sua vicinanza alla sofferenza del lupo: l'Okami, lo spirito divino del lupo espresse così la compassione per il suo simile.
Di nuovo con la terra sotto le zampe Fenrir fu sul punto di caricare ma qualcosa lo trattenne e voltandogli le spalle la sua figura si dissolse in una nube di oscurità galleggiante. Aveva bisogno di stare da solo con i propri demoni adesso.



* * * *


Di nuovo scisso il duo di Suna fu accompagnato all'interno dell'eremo e particolari attenzioni furono dedicate alle ferite riportate da Yasei che sembrò sul punto di non farcela. I canini di Fenrir erano penetrati in profondità danneggiandogli gli organi interni e anche le cure di un medico come Fujie non servirono a stabilizzarlo in fretta.

"Promettimi che la prossima volta che tornerai a trovarci non ve le suonate ancora di santa ragione."

"Chissà Bull, potrei sempre fermarmi a chiedere al vecchio Jōkyū-sama delle cicatrici che ha sul dorso."

"E no eh! Prima di quel giorno mi assicurerò che resti sveglio così a lungo che non riuscirà nemmeno ad aprire gli occhi e sentirti arrivare."

Ne risero tutti e lui guardandosi attorno come a dire a chiedersi cosa aveva detto di così divertente tentò goffamente di farli smettere - "Grazie di tutto ragazzi". Ancora malandato e fasciato come una mummia Yasei si mise in piedi e abbaiò come a ribadire il concetto. Erano una famiglia ormai e volente o nolente avrebbero costretto anche Fernir ad entrarci. Avviandosi verso casa avvertirono la sua presenza tra le rocce in cima all'entrata della loro casa e pur senza voltarsi a scorgere la sua figura Fujie alzò un braccio in segno di saluto.


GdrOff// gae mi perdonerà le traduzioni fatte a cazzo :flower: //GdrOn



Edited by ~Angy. - 9/5/2020, 23:25
 
Web  Top
263 replies since 13/4/2008, 20:32   5594 views
  Share