| Otogakure no Sato, 2 dicembre 252 DN I convenevoli sarebbero terminati lì, in quella maniera curiosa ed esitante, almeno da parte di Hideyoshi. Cerimonia e conversazione, salvo che non avessero uno scopo preciso ed una regola predeterminata, non erano assolutamente il suo forte... specialmente poi nei confronti di persone con le quali aveva confidenza. O meglio che avevano confidenza con lui, perché anche questa nozione non era mai riuscita a fare breccia nella personalità eternamente schiva e riservata del Kokage: chiunque lo circondasse era, nel migliore dei casi, un alleato ed un collega. L'amicizia non superava questo filtro, non in ciò che Hideyoshi riusciva a mostrare, perlomeno. Avrebbe dovuto lasciare che fosse l'intuito di Kuro a percepire oltre; che fossero le sue battute a rivelare crepe nella malandata compostezza del Kokage.Questo umano... osa parlarvi a questa maniera, sfidare la vostra supremazia così apertamente... (Silenzio.)"Già, ancora qui. Ti ringrazio... e potresti aver ragione: io sono stato via per molto più di quanto non pensassi, al punto che ho considerato seriamente l'idea di lasciare la carica. Avremo modo di parlare anche di questo, Kuro-san.
Anche io ti trovo bene, in ogni caso. Grato che questa malattia non ti abbia piegato."Fece; quindi, tacitamente rispondendo all'invito del compagno, si avvicinò alla scrivania. Se c'era stato un momento di lievità, doveva terminare lì. Il numero di incartamenti che Hideyoshi dovette visionare non fecero che confermargli l'entità del suo allontanamento: molti erano ancora lì, in studio, in attesa di una firma o della mera consultazione da parte del Primo dei Cinque. Altri invece, più risalenti, dovettero farli portare a mano a mano che il giorno veniva meno. Non che a loro fosse dato di accorgersene: lo studio era stato ricavato nel ventre della Piramide per una moltitudine di ragioni, tra cui sicurezza, segretezza, equidistanza dagli altri uffici... ma Hideyoshi aveva sempre sospettato che la completa impossibilità di accesso diretto all'aria aperta servisse a creare una sorte di clausura, di prigionia contemplativa. Il Kage del Suono sedeva in uno spazio perfettamente oscuro, perfettamente muto: solo con il proprio lavoro. Almeno di norma. Non in questo caso: Kuro ed Hideyoshi passarono in rassegna i principali eventi che avevano interessato il Suono, rispettando un ordine anzitutto cronologico, spezzando quel lavorio soltanto per mangiare un boccone ed espletare funzioni corporali. In questo, il metabolismo di Hideyoshi aiutò notevolmente, dato che il Cantore soffriva il gelo della Piramide con intensità inversa rispetto alle necessità del fisico. Dovette richiedere altra legna per il fuoco, una pelliccia e Yumi entrò ad intervalli regolari per visitarlo rapidamente... ma a parte questo, il loro lavoro procedette spedito. Il primo elemento all'ordine del giorno riguardava i lavori di ricostruzione e messa in sicurezza del villaggio. In questo, le operazioni si erano svolte rapide e ordinate, benché i costi avessero superato quanto preventivato di un discreto margine."I primi due quartieri residenziali sono stati ultimati, con l'ospedale affianco. L'Accademia è stata rimessa in piedi. Abbiamo riguadagnato parte delle mura dalla foresta, anche se lì i lavori sono ancora lunghi. C'è stato qualche problema nel perimetro esterno, una storia di contrabbando in uno dei cantieri... niente di serio. Per quanto riguarda il sotterraneo, come ti anticipavo, il primo livello è stato quasi interamente ripulito. Più in basso la situazione è messa peggio: il secondo livello è stato messo in sicurezza soltanto nella parte direttamente sotto alla Piramide. Oltre sarà dura, senza contare che tutti gli accessi ai livelli inferiori sono collassati."Nonostante il Morbo avesse flagellato violentemente il villaggio, il grosso dei lavori di ricostruzione era terminato prima che la malattia riuscisse a rallentarne l'andamento. Il volto del villaggio era cambiato a tal punto che, entrando, ad Hideyoshi ricordò quasi la sensazione che aveva provato varcando le porte di Konoha, quasi quindici anni prima. Il pensiero, per un istante, minacciò di distrarlo dal proprio compito: le strade gremite, il vociare allegro dei bambini, l'aria di festa in vista dell'imminente torneo... una situazione talmente paradossale, se comparata al clima drammatico degli anni più recenti, che la mente arrivò ad un passo dallo screditarne il ricordo, come se appartenesse ad una favola, più che alla sua vita. Curioso che gli apparisse tanto gioviale, quasi felice, perché già allora i suoi patimenti potevano dirsi ben avviati. Ciò che Hiroga disse riguardo lo stato del sotterraneo dovette necessariamente riportarlo alla realtà. Erano passati ormai diversi anni dalla morte di Yo, dalla devastazione che quel luogo aveva dovuto sopportare per mano umana prima, demoniaca poi... ma il fantasma del Corvo continuava ad infestarne ogni angolo. Il suo sguardo e il suo sorriso aleggiavano sui pensieri e i sospetti del Cantore, in eterna derisione.(Ti sei portato ogni segreto nella tomba, Yo. Avresti potuto avere almeno la creanza di lasciarmi informazioni utili per la ricerca sul Segno...)Se qualcosa del Laboratorio era sopravvissuto, giaceva sotto una montagna di roccia, centinaia di metri più in basso. Chiunque avesse mai avuto a che fare con quel luogo, fatti salvi Yumi, Kinji ed Hideyoshi stesso, era svanito come neve al Sole. Gli errori che il Kokage aveva commesso nel pianificare l'attacco, nel giudicare le priorità del Taisho, gli erano ricaduti addosso come una valanga. Di tutta la ricerca di Isashi, di tutta quella di Yo Saito, Ganryu Tashigama e del suo équipe, non era rimasto che polvere e silenzio. L'incalcolabile numero di volumi conservati negli archivi del Suono era andato praticamente tutto distrutto negli scontri... e Yo aveva purgato il resto di propria volontà. Il sepolcro di cristallo, profanato. Lo spirito di Hideyoshi, al suo posto. Si passò le mani sul volto, quindi tra i capelli, sospirando profondamente.Ha preso il suo corpo... se ne è cibato... "Ehm... ehilà, tutto apposto? Vado avanti?""Si... si, scusatemi. Continua pure, Hiroga-san."Elemento successivo all'ordine del giorno sarebbero stati gli avvenimenti di portata internazionale che avevano interessato il Continente nel primo anno della scomparsa di Hideyoshi. Primo della lista era il Settimo Torneo Chunin, al quale, e non poteva essere altrimenti, nessuno shinobi del Suono aveva preso parte. La manifestazione aveva dell'epocale, fosse soltanto per il fatto che Tsuchi, per la prima volta da cinquant'anni, ammetteva ufficialmente delegati stranieri nei suoi confini. Ma c'era di più: Hikari, il figlio dell'Hokage, vi aveva preso parte. Che il ragazzino fosse cresciuto a tal punto sorprese il Kokage in una maniera inaspettata, quasi quanto la consapevolezza che Akane avesse deciso di metterlo alla prova in quella maniera, in quel luogo. Le prove erano state dure, estremamente dure, al punto che un buon numero dei partecipanti aveva deciso di astenersi dal continuare. Hideyoshi non conosceva bene Chiye Koizumi, ma conosceva la fama di Iwa, e poteva immaginare quale fosse stata la reazione dello Tsuchikage di fronte ad una fronda del genere... se l'obiettivo della Koizumi era stato misurare il grado di tenacia degli shinobi stranieri, la loro propensione a sporcarsi le mani, così come la determinazione di chi li aveva accompagnati nel difenderne le scelte, allora ci era riuscita in pieno. Il Torneo si era risolto in un caso diplomatico, come spesso accadeva, ma questa volta il livello degli avvenimenti anteriori e successivi era stato tale da averne smorzato la risonanza. A tal riguardo, niente attrasse l'attenzione di Hideyoshi più dell'esecuzione di Kataritsuen. Qui, la mano di Yukai nello stendere il resoconto della propria partecipazione si faceva sentire. Lo Yuki aveva riportato in grande dettaglio ogni passaggio, come era solito fare: Kataritsuen era stato processato ad Ishi, come da solenne promessa del Daimyo Kimura; assieme a lui, il padre di Hajime Shimura, Satoshi. Il leader dell'Ordine era stato condannato a morte, mentre il vecchio al carcere a vita. Non conosceva i crimini di Satoshi, non nel dettaglio, ma quelli di Kataritsuen erano ben chiari a tutto il mondo. Gli aveva augurato la morte, quel giorno a Fukagizu; aveva desiderato morisse, lui e tutti i cultisti, e si era scagliato contro il cadavere di Hajime, proferendo parole che si doleva nel ricordare. Ripensandoci ora, leggendo di come Kataritsuen era morto, Hideyoshi provò soltanto una grande amarezza. Aveva visto gli uomini del Taisei sacrificarsi nella lotta contro il Sette Code, erano stati loro ad avvertirlo, a consentire al Suono di salvarsi... eppure Hajime li aveva condannati, eppure Kataritsuen aveva tentato di barattare le loro vite per la fine dei demoni stessi. Era stato il suo fanatismo a spingerlo fino a quel punto?(Era davvero l'unico modo?)Una domanda quanto mai necessaria ed attuale, giacché punto successivo della loro analisi sarebbero state le sconvolgenti dichiarazioni del neo eletto Raikage. Eiji Imai, nel giorno del suo insediamento, aveva annunciato al mondo l'appartenenza alla fede jashinista e l'aver stretto una sorta di patto con uno dei demoni. Hideyoshi poteva contemplare con sufficiente facilità l'appartenenza di un Kage al culto di Jashin: non che non fosse singolare, data la fama della setta... ma il Cantore conosceva bene diversi aspetti della religione, avendo combattuto e vissuto per quasi dieci anni accanto ad Auron, prima che egli scegliesse l'ascetismo totale. Non tutti i membri del culto erano pazzi sanguinari, dediti unicamente al massacro: una credenza simile, esercitata privatamente, poteva senz'altro convivere con l'attività di un Kage. Le sue conseguenze sul piano politico? Probabilmente meno. Ma lo stesso Raikage non doveva preoccuparsene più di tanto, perché aveva immediatamente raddoppiato il carico. Per Hideyoshi leggere quel resoconto fu come ricevere un pugno allo stomaco, tanto per l'improbabilità dell'evenienza quanto per le sue implicazioni."Ho visto con i miei occhi il Sette Code spazzare via decine di shinobi con un colpo d'ala. I bozzoli ai confini del suo terreno di caccia... uomini, donne e bambini che vivevano lì..."(Ha accecato Yumi, ha ucciso Ryutaro, ha quasi ucciso me e Mahiru...)Il Raikage aveva annunciato al mondo che una convivenza era possibile, e, nel farlo, aveva liberato il potere della creatura che gli abitava dentro. Ma un'entità simile poteva risiedere in un corpo umano lasciandone immutata la psiche? Se c'era una cosa che Hideyoshi aveva imparato, in più di dieci anni di lotta contro il Potere di Otomika, era che simili coesistenze non perduravano a lungo. O almeno non lo facevano in condizioni paritarie, senza che una, inevitabilmente, plagiasse l'altra. Dovettero presto lasciare quelle considerazioni a loro stesse; fuori, la notte era scivolata sul villaggio senza che loro potessero averne idea, ma i suoi effetti sulla mente superavano persino le barriere della Piramide. Fu a quell'ora tarda che Hideyoshi prese finalmente confidenza con ciò che era avvenuto ad est, lungo la costa che dal Fulmine scendeva verso le Paludi, per poi perdersi verso l'Acqua: un maremoto di inaudita violenza aveva colpito il Continente, danneggiando gravemente ogni villaggio portuale non fosse direttamente riparato dall'arcipelago di Mizu. La sua origine era lontana, nel mezzo dell'oceano orientale, al punto che immaginare l'entità del disastro all'epicentro faceva scendere un brivido lungo la schiena. Dai resoconti che Hideyoshi ebbe modo di consultare, erano ormai più di tre mesi che profughi delle Isole Orientali avevano iniziato a cercare rifugio lungo la costa, portando con loro storie del disastro, di mostruosità nell'acqua e altre leggende simili. Circostanza tragica, senz'altro, ma che aveva risvegliato nel Continente l'amore per la superstizione, o almeno quella per il sensazionalismo.(... una cura ad est... la Compagnia delle Isole Orientali... un nome più banale non avrebbero potuto trovarlo.)"Mhmh... come fanno a scrivere certa roba..."Pensò, scorrendo con gli occhi la locandina che la Compagnia aveva fatto arrivare in ogni angolo del Continente. Il nome era banale, ma descriveva esattamente ed immediatamente ciò di cui la società si occupava... e presto il Kokage stesso non poté negare che quella pubblicità, pur scarsamente credibile alla luce delle più recenti ricerche sul Morbo, aveva fatto presa. La Compagnia era riuscita a portare sotto il proprio vessillo la grande parte dei valori circolanti in precedenza lungo la costa, ottenendo il benestare di praticamente ogni amministrazione e commissionando agli shinobi di ogni nazione una grande varietà di compiti. Tutti felici, dunque. Tutti di nuovo in affari. (Già, ma... perché? Filantropia? Investimento sul futuro?)"Se io fossi il proprietario di un negozio bruciato dai banditi, derubato di ogni centesimo, e mi vedessi arrivare un compratore disposto a pagarmi per l'intera attività, o ancora meglio per continuare a gestirla sotto di lui, farei i salti di gioia... almeno sul momento.
Ma non potrei fare a meno di chiedermi perché spendere tutti quei soldi."(O da dove vengono.)La Compagnia aveva sede nelle Onde, in una delle giurisdizioni più lasse per quanto riguardasse l'iniziativa commerciale. Aveva dichiarato una molteplicità di finanziatori, ma la situazione era stata drammatica in quei luoghi... e proprio in forza del Morbo e del disastro la Compagnia si era ingrandita così tanto in così poco tempo. Le due circostanze, almeno a quel primo pensiero, sembravano contrastare tra loro. Ma per curiosa che apparisse la vicenda, per magniloquenti che fossero i proclami della Compagnia, Hideyoshi non poté negare i suoi risultati nell'esplorazione delle Isole. Né, lì per lì, poté contestare il fatto che la sua comparsa avesse risollevato economicamente quelle zone colpite. Simili circostanze ne rendevano la figura difficilmente attaccabile o avvicinabile, anche senza contare il panorama dal quale era emersa. Proprio a tal proposito, il tema del Morbo seguiva a ruota quello del disastro ad oriente. La malattia era comparsa a circa un anno dal suo allontanamento, e in quel periodo non aveva mai cessato di mietere vittime. Le ricerche effettuate dal Suono, corredate da un rapporto di Yumi stessa, non sembravano dirette ad alcun punto di svolta nel breve periodo.("Fragilità del chakra"? A leggere roba del genere sono quasi grato di essere rimasto a Ryuchi...
Quasi.)Avvertì Niku ritrarsi a quel pensiero, come si aspettava facesse. Curiosamente, ma nemmeno tanto considerando ciò che i Serpenti gli avevano fatto passare, Hideyoshi non ricordava di aver sperimentato alcuno dei sintomi descritti nel rapporto del team medico... benché l'elenco, per loro stessa ammissione, fosse molto probabilmente incompleto. Di questa causa comune, o forse sintomo comune, ovvero la penuria nel flusso circolatorio del chakra, non si sapeva praticamente nulla ancora. O almeno questo era lo stato delle ricerche al Suono, che aveva perso la propria arma principale in tema di ricerca. Il Cantore sospirò di nuovo, chiudendo lentamente gli occhi e sciogliendosi il collo."Non sono più abituato ad un lavoro del genere, Kuro-san... forse non ci sono mai stato abituato. Quando c'era Ailish perlomeno non dovevo occuparmi di niente..."Disse, con un mezzo sorriso. "Quando c'era Ailish" era un modo garbato per dire: "Quando servivo soltanto a riempire un posto vuoto", ma, forse complice il sonno, Hideyoshi riuscì a farlo passare come un ricordo gradito. Inutile dire che non lo fosse affatto, specie considerando ciò che era avvenuto negli anni in cui era stata l'Ombra a comandare. Le cose che Hideyoshi aveva fatto dietro suo ordine... Gli sovvenne alla mente la tragica figura di Gin Aikido, e il destino al quale il suo intervento a Kiri gli aveva riservato. Il ragazzo era stato spinto nell'agone del potere dalla folla radunata di fronte al palazzo del Mizukage, dopo che Ailish aveva inviato Hideyoshi a deporre il governatore di Oto. Avevano stretto un patto, uno di alleanza tra Nebbia e Suono... ma erano due ragazzini, niente di più. Il ritorno degli Spadaccini dall'esilio in cui Keiichi li aveva forzati era stato il canto del cigno per Gin, la sua condanna a morte. Perì divorato dalla Samehada, la stessa spada che successivamente avrebbe sbranato anche il proprio possessore, portando Hogo Kyūjo al comando... e dopo di lui, anche grazie al Kokage stesso, Hayate. Ora tuttavia la Nebbia aveva un nuovo Mizukage; l'undicesimo: Kyōmei Yūzora, che aveva già revisionato la Legislatura del villaggio. Non si trattava, incredibilmente, di uno Shinobi Katana. Scelta coraggiosa, ma che denotava senz'altro il valore dello shinobi, dato lo scarsissimo numero che negli anni era arrivato ad occupare il massimo scranno senza aver prima fatto parte dei Sette. Le sue parole, non diversamente da quelle del Raikage, erano state di concordia... ed esattamente come quelle di Eiji, ad Hideyoshi giunsero inquietanti.("La prolungata assenza del mio predecessore... Hayate Kobayashi...")"Prolungata assenza...? Come è possibile? Ha rischiato tutto per Kiri, ha persino ottenuto di firmare il Sutra dei Serpenti... se-"Poi, come un fulmine a ciel sereno, gli sovvenne una realizzazione che avrebbe dovuto essere davvero scontata."Anche tu l'hai conosciuto di persona, non è così Kuro-san? Appartenete alla stessa generazione di shinobi. Quando ho incontrato Hayate era ad un passo dal lasciare Kiri. Il Mizukage lo stava per rendere ufficialmente un nukenin... ma la sua scelta è stata in direzione opposta, alla fine..."Ricordò quello che si erano detti, al loro ultimo incontro. Quale che fosse stato il destino dell'Efebico, i Serpenti stringevano un patto con qualcuno con la stessa esitazione con la quale tendevano a scioglierlo: se il Mizukage si era assentato, se era sparito, i Mangiatori di Terra dovevano saperne qualcosa. Ma pensieri simili erano, almeno per il momento, da postporre: erano finalmente giunti alla fine, e, fortunatamente per entrambi, il lavoro sarebbe terminato su toni più garbati. Sora no Kuni emergeva da una nuova fase di tumulti, questa volta persino peggiori della rivoluzione che aveva portato alla caduta di Buraindo. Un nuovo Daimyo, Yurei, era appena salito al potere, acclamato già in precedenza come il Tenshi: non era una sorpresa che il signore di Sora acquisisse una caratura mistica, non dopo il secolare dominio di Buraindo... ma a differenza di quest'ultimo, dell'isolazionismo severo e totale al quale aveva costretto il Paese, Yurei si era immediatamente detto pronto ad abbracciare il resto del mondo. A tal fine, aveva indetto una grande manifestazione, da tenersi presso la nuova isola capitale, Chishiki. Stando alle parole dell'invito, si preannunciava come un'occasione storica, per il Cielo e per tutto il Continente. Per il Suono, fino a quel momento emerso dal proprio occultamento soltanto dietro fogli di carta, non lo sarebbe stata da meno."Beh, non possiamo certo tirarci indietro. L'evento è tra un mese... per allora spero di essere sufficientemente in forze da affrontare un viaggio simile. Tu, Kuro-san, naturalmente mi accompagnerai in qualità di guardia del corpo e secondo in comando... ma farebbe comodo anche un assistente..."Lasciò correre, tra sé e sé, mentre leggeva della Grande Biblioteca di Chishiki. Un'opera mirabile, senza dubbio, fosse stato soltanto per lo scopo che si prefiggeva. Un curioso senso di trepidazione si fece largo nel Cantore: l'ultima volta che aveva preso parte ad un summit era stato da Kage in esilio, in cerca di supporto contro il Taisho. Non esattamente un evento da ricordare con piacere. Questa volta, però, le circostanze sarebbero state ben diverse.(Dopo tutto quello che è successo... mi chiedo davvero se ne sono ancora in grado. Forse hai ragione Kuro, forse dovrei cercare di darmi una sistemata, o penseranno che ho un piede nella fossa.)Avete tutte e due i piedi nella fossa mio signore, e la coda, e la testa... siete il maestro del fango e della terra... (È un modo di... fai silenzio quando non sei interpellata.) GDROFF///Maronnamia, non sono più abituato a scrivere sti papiri.///GDRON Edited by Sir Onion - 10/2/2022, 13:36
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